Pubblichiamo la nota unitaria delle struture Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl eUil Pa VVF, con la quale invitano il Direttore Regionale a ripristinare le corrette relazioni sindacali e a farsi carico delle problematiche che attanagliano le lavoratrici, il lavoratori e le intere strurre di sua pertinenza

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF, nella quale richiamano l’attenzione alle corrette relazioni sindacali da parte dell’Amministrazione

Pubblichiamo il comunicato della strutture regionale Fp Cgil VVF Toscana che denuncia gli errori commessi dall’Amministrazione rispetto ad un licenziamento ingiusto,  a nostro avviso, dell’atleta plurimedagliata fino a ieri appartenente alle Fiamme Rosse, Paola Piazzolla.

Il Coordinamento Nazionale Fp CGIL VVF augura alle lavoratrici e ai lavoratori serene feste

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale si richiede un incontro a seguito della nota della DCRU, per definire un accordo negoziale

“Potenziare il SSN con assunzioni stabili e risorse”

“Il “Vaccine day” del 27 dicembre, in Italia come nel resto d’Europa, segna sicuramente un punto di svolta nella gestione dell’emergenza pandemica che ha sconvolto paesi ed economie in questi mesi. Uno strumento di prevenzione essenziale, che consentirà di tenere sotto controllo l’espansione del virus e lo sviluppo di complicanze, consentendo di ridurre il livello di emergenza sanitaria e la pressione complessiva sulla rete di assistenza in tutto il paese. E di certo uno strumento in più a disposizione di tutti gli operatori sanitari che finora hanno garantito cure ed assistenza a tutti i cittadini, con una capacità di risposta che spesso ha anticipato le riorganizzazioni di servizi e reparti, le carenze di dispositivi, la rimodulazione delle attività, dando il massimo sempre, sostenendo ritmi elevatissimi ed alto stress, pagando un prezzo altissimo in termini di contagi e decessi”, così la Fp Cgil Nazionale e la Fp Cgil di Roma e Lazio.

“Che sia un’infermiera dell’Istituto Spallanzani, da subito hub centrale per la gestione della pandemia, dove arriveranno le prime dosi per l’intero paese, e che gli altri primi quattro vaccini vengano somministrati a medici, oss e ricercatori, è una buona notizia: un importante segnale di attenzione e riconoscimento per il grande sacrificio e l’alta professionalità mostrata da ogni operatore sanitario di questo paese”, prosegue il sindacato.

“Gli infermieri continuano ad essere la categoria più esposta e più colpita dai contagi, che continuano a verificarsi a ritmo elevato tra tutti gli operatori sanitari. Continuiamo a lottare ogni giorno per garantire maggiore sicurezza e un piano straordinario di assunzioni, che consenta all’intero sistema sanitario di recuperare il gap decennale, le tantissime uscite e il progressivo e costante depauperamento del sistema pubblico. Che ha tuttavia dimostrato, in modo plastico, di essere essenziale nel garantire, nonostante le difficoltà e partendo dalle capacità e dalle professionalità di lavoratrici e lavoratori, servizi universali a tutti i cittadini”.

“Non è con la creazione di un nuovo esercito di precari – come sta accadendo con il reclutamento di medici e infermieri attraverso agenzie interinali per la campagna vaccinazioni – che si risponde alla domanda di cure e assistenza dell’intera popolazione. Spazi assunzionali, graduatorie aperte, nuove risorse: ogni sforzo di governo e regioni deve andare nella direzione del potenziamento e della valorizzazione del sistema sanitario pubblico, partendo, innanzitutto, da nuovi contratti, assunzioni stabili e riconoscimento delle professionalità”, concludono la Fp Cgil nazionale e la federazione regionale di Roma e Lazio.

COORDINAMENTO NAZIONALE INPS
OPI: SPERIMENTAZIONE REASSESSMENT
ORGANIZZATIVO E DATI PRODUTTIVI 3° TRIMESTE

Alla riunione dell’OPI dei giorni scorsi in merito alla sperimentazione in corso abbiamo
innanzitutto sottolineato il mancato invio della documentazione annunciata con la
convocazione dalla stessa amministrazione, quindi vi è stato solo un’illustrazione
orale del percorso attivato dall’amministrazione e degli aspetti informatici, che hanno
evidenziato il tendere a team interfunzionali per rispondere ai bisogni complessi
dell’utente con applicativi che dovranno aiutare a socializzare le lavorazioni e
condividere le informazioni sullo stesso utente.
Come CGIL abbiamo ribadito ancora una volta e con forza la non condivisione
di avviare una sperimentazione in questo momento storico caratterizzato
dall’emergenza pandemica e con l’Istituto impegnato sulle erogazioni dei prodotti
covid che si sono aggiunte alle altre attività istituzionali di competenza INPS. Inoltre
questa sperimentazione, che trattasi una vera e propria riorganizzazione,
ancora una volta parte senza il coinvolgimento delle lavoratrici e dei
lavoratori, il patrimonio più prezioso dell’Istituto, che sono smarriti e mortificati da
assegnazioni nei diversi nuclei avulsi da competenze e professionalità, ma segnati da
arbitrarietà generando conflittualità nelle realtà lavorative.
Ci chiediamo:
-se le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto non sono stati messi nelle condizioni di
comprendere la direzione di questa rivisitazione organizzativa, in più si calpesta la
loro competenza e professionalità,
-se l’Istituto non parte dalla valorizzazione del proprio personale che
rappresenta il vero motore della macchina INPS,
come si può raggiungere l’obiettivo tanto sbandierato dell’UTENTECENTRO?
Quindi abbiamo chiesto un tavolo permanente in merito alla sperimentazione con
la partecipazione delle OO.SS del territorio delle sedi interessate per determinare un
coinvolgimento attivo delle lavoratrici e dei lavoratori delle sedi nei processi di
cambiamento ed affinchè l’amministrazione valorizzi ed investa sull’importante
patrimonio umano dell’Ente, le lavoratrici e i lavoratori.
In merito alla produttività l’Amministrazione ha comunicato che i dati di settembre
2020 sono decisamente migliori rispetto al medesimo periodo del 2019.
In sintesi a settembre si registravano:
– n. 35 sedi tra parametro 90 e 100
-n. 10 sedi a parametro 80
Inoltre ci è stato illustrato che già nel solo mese di ottobre la situazione è
ulteriormente migliorata con altre n. 9 sedi che hanno raggiunto parametro tra 90 e
100 e solo n. 5 Sedi ancora a parametro 80. Questo trend positivo a parere
dell’amministrazione rileva miglioramenti generali in corso.
Come CGIL abbiamo ribadito, che l’eccezionalità del 2020 caratterizzata dallo
sforzo enorme profuso dal personale dell’Istituto per garantire alla cittadinanza
l’erogazione dei prodotti covid, che si sono aggiunti ai tanti servizi già in carico
all’Inps, nessuna sede deve essere penalizzata, ricordando le rassicurazioni dei
vertici dell’Istituto in merito.
Particolare attenzione poi meritano anche le sedi oggetto di sperimentazione, a cui si
è aggiunta anche Rovigo, e non solo per il 2020, ma anche per l’anno prossimo.
Roma, 22 dicembre 2020
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano

“Un passo nella direzione giusta”. Così la Fp Cgil commenta l’emendamento approvato alla manovra che stanzia 100 milioni di euro per istituire un’indennità di tutela e promozione della salute a favore di una larga platea di professionisti della sanità pubblica, aggiungendo che: “Va dato atto ai proponenti dell’emendamento di aver colto un punto reale, quello del rischio della determinazione di un conflitto interno al mondo del lavoro in sanità che la misura promossa dal Governo a favore della sola professione infermieristica e della dirigenza, peraltro non tutta, rischiava di ingenerare”.

“Nessuno, ovviamente, – prosegue il sindacato – discute dell’opportunità di dare risposte economiche a infermieri, medici e dirigenti. Esigenza che esisteva prima della pandemia e che il dramma che sta vivendo il paese ha solo ulteriormente evidenziato. Assieme a occupazione e sicurezza, la questione economica è una delle tre rivendicazioni che stanno alla base della mobilitazione che insieme a Cisl e Uil di categoria stiamo portando avanti. Quello che non convinceva di quella soluzione era il meccanismo escludente nei confronti di lavoratrici e lavoratori che, per la parte di loro responsabilità, hanno partecipato e partecipano alla battaglia contro il virus e, più in generale, al funzionamento del servizio sociosanitario nazionale”.

Inoltre, prosegue la Funzione Pubblica Cgil, “nell’apprezzamento del lavoro svolto, e nella consapevolezza che uno stanziamento superiore non era nella disponibilità di chi si è fatto carico di proporre e difendere l’emendamento, fra tutti l’onorevole Elena Carnevali, va detto con chiarezza che le risorse sono sufficienti a dare un segnale ma non a esaurire le necessità di risposte, esattamente come inadeguate sono quelle previste fin dall’inizio a favore degli infermieri. Manca alla maggioranza della rappresentanza politica una visione complessiva nel costruire le risposte che le lavoratrici e i lavoratori della sanità stanno aspettando da troppo tempo. Risposte che si possono costruire solo indirizzando risorse adeguate verso lo strumento che è deputato a questo scopo, che è il contratto nazionale, stanziandone anche una parte alla costruzione di un nuovo sistema di classificazione e delle carriere. Una scelta che, com’è noto, il Governo ha deciso di non adottare”, conclude.

Pubblichiamo il resoconto dell’incontro tenutosi con la Ministra dell’Interno Pref. La Morgese, al centro il ritorno alle corrette relazioni sindacali

“Altro che innovazione, qui siamo alla restaurazione. Cade la maschera della ministra Dadone: nulla di nuovo, ricette vecchie come il cucco. Abbiamo letto con stupore le notizie e le parole della ministra, ricevendo così la conferma che non c’è nulla di innovativo rispetto all’approccio che si ha nei confronti della riforma della Pubblica amministrazione, della sua digitalizzazione e della valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore pubblico”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil.

“A tutti i soloni che nelle scorse settimane attaccavano le organizzazioni sindacali – prosegue il sindacato – che si mobilitavano denunciando l’insufficienza delle misure messe in campo dal governo per il rilancio e la riqualificazione della Pa, adesso diciamo: potete leggere nero su bianco che la ricetta del governo non è sicuramente all’altezza di una mobilitazione importante del settore pubblico per capitalizzare al meglio il Recovery Fund, insieme agli altri investimenti pubblici e risorse europee, che potevano rappresentare una svolta per le pubbliche amministrazioni”.

Per la Fp Cgil “rimane un nodo critico, quello relativo all’occupazione nel settore pubblico: non c’è alcun piano assunzioniale straordinario nella legge di Bilancio, anzi non si copre neanche il turn over al 100% delle amministrazioni dello Stato. C’è qualche piccola deroga sulle assunzioni in aree specifiche, come nella sanità o nella polizia locale, ma assolutamente insufficienti a dare risposte ai cittadini, né tantomeno a costituire quell’elemento sul quale appoggiare una riforma della Pa”. Inoltre, aggiunge, “dal punto di vista organizzativo l’idea di utilizzare, o meglio brandire, lo smart working come premio o punizione nasconde dietro l’idea che non c’è alcun investimento nel cambiamento e nella digitalizzazione ma solo un modo per rieditare le pagelle di brunettiana memoria: lo smart working come premio o l’ufficio come punizione e la valutazione dei cittadini con le faccine rosse, gialle o verdi da attribuire ai dipendenti pubblici. Con le banche dati che non comunicano, gli archivi cartacei non digitalizzati, i servizi su prenotazione perché manca il personale. Cadono le braccia di fronte alla negazione della reale condizioni di pre-collasso della Pa, solo propaganda da intervista spot”.

Secondo la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “è un tradimento rispetto alle aspettative del mondo del lavoro pubblico, così come del paese, relative al rilancio dei servizi pubblici. In più rileviamo che la ministra Dadone, dopo essersi impegnata a convocare un tavolo sul tema della riforma della Pa e sull’occupazione, ad oggi non ha dato seguito alle sue parole, lasciando nella legge di Bilancio i nodi irrisolti del piano straordinario per l’occupazione, delle stabilizzazioni e anche della possibilità di garantire a tutti i precari un percorso verso la sicurezza della loro occupazione”.

Sul fronte sicurezza, la Fp Cgil lancia “un grido di allarme: nessuna misura è stata adottata. Anzi nei confronti che si stanno avendo nei vari ministeri, non c’è alcuna risposta positiva rispetto alle rivendicazioni sindacali di elevare il livello di protezione e sicurezza per chi opera nei servizi essenziali. Guardando a quello che accadrà nelle prossime ore, quando il nostro paese dovrà rispondere alle necessità dei cittadini anche durante le festività con lavoratori pubblici dei servizi essenziali oramai allo stremo, riteniamo assolutamente inaccettabile che non si sia affrontato in via emergenziale il tema dell’innalzamento del livello di protezione dei lavoratori pubblici, a partire dalla sanità e di tutti gli operatori di prossimità. Lavoratrici e lavoratori che stanno registrando un tasso di contagiosità al virus molto alto e che andrebbero garantiti e protetti proprio in una fase molto delicata del nostro paese, nella quale stiamo provando ad affrontare la nuova ondata. Andremo avanti con la mobilitazione perché la qualità della pubblica amministrazione è una precondizione, oltre che una priorità alla ricostruzione del Paese”, conclude.

Pubblichiamo l’informativa riguardo il compendio infortuni per il periodo 1998-2020

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane in merito ai trasferimenti del personale  per esigenze legate al servizio

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