Corona virus

Pubblichiamo la nota dell’Ufficio Coordinamento delle Attività Sanitarie e Medicina legale la disposizione relativa alle Commissioni Mediche Ospedaliere (CMO) e per la Commissione Medica di 2^ Istanza.

Pubblichiamo la bozza sugli schema di decreto interministeriale di individuazioni delle graduazioni delle posizioni organizzative

Pubblichiamo la nota con la quale si chiede un incontro con l’Amministrazione, in merito all’organizzazione del settore specialistico dei Sommozzatori

Essenziali per la scuola ma, nonostante questo, trattate come lavoratrici di serie B. Sono le educatrici scolastiche per disabili, con contratti poveri e salari bassi, in una eterna precarietà che le vede scoperte nei mesi estivi. Colpite duramente da questo lockdown, oggi in piazza, a Firenze, a far sentire la propria voce. E non saranno sole. Con loro tutti quei lavoratori che fanno parte del sistema scuola ma di cui non sono direttamente dipendenti, pur offrendo un servizio fondamentale: mense, scuola-bus, pre e post scuola. I cosiddetti ‘lavoratori sospesi’. Fp Cgil: “Questa fase sia l’occasione per avviare un ripensamento radicale sulle politiche pubbliche di affidamento dei servizi”.

Sono 48 mila lavoratrici e lavoratori, gli educatori scolastici, che hanno il compito di occuparsi di una platea di 160 mila studenti con disabilità, di seguirli ed assisterli. Ma la loro professione prevede che siano contrattualizzati da settembre a giugno, lasciandoli scoperti nei mesi estivi, periodo nel quale non percepiscono stipendio – già di per sé molto basso – e non possono accedere agli ammortizzatori sociali, in quanto risultano formalmente ‘occupati’. Percepiscono, infatti, una retribuzione media mensile di 1.000 euro netti, per soli 9 mesi l’anno, considerando che la maggioranza di loro lavora con contratti part-time di tipo verticale. I più ‘fortunati’ con un contratto full-time sono purtroppo pochi.

Un settore, quello dell’educazione ai disabili, costituito prevalentemente da donne, quelle che hanno maggiormente risentito del periodo di lockdown a causa del nostro modello di società che vede l’uomo più facilmente in ruoli dirigenziali e di carriera e la donna come principale riferimento per la cura della casa e della famiglia.

Ci chiediamo quando e come queste lavoratrici e questi lavoratori rientreranno in servizio”, spiega Jacopo Geirola, segretario della Fp Cgil di Firenze, nel giorno della manifestazione-flash mob, organizzata da Cgil-Filcams-Fp-Flc, nel capoluogo toscano dietro le parole ‘Anche noi siamo scuola’, per denunciare come negli appalti scolastici ci siano oltre 4 mila lavoratrici senza coperture salariali e previdenziali. Per questo, afferma Geriola, “è necessario, soprattutto in una fase di incertezza come questa, prolungare la durata degli ammortizzatori sociali. Questo contesto di incertezza e precarietà stona completamente con la rilevanza del servizio per la collettività”.

Le criticità emerse durante la pandemia del Covid-19 hanno dimostrato come forse sia necessario ripensare i rapporti di lavoro con chi garantisce questi servizi scolastici pur non essendo dipendente. E che spesso il sistema di appalti sacrifica la qualità del servizio ma anche la qualità del lavoro, non tutelando chi lo svolge. “Pensiamo – aggiunge Geriola – a società in house o altre soluzioni di ripresa in gestione del pubblico, come per le mense, dove avevamo già intrapreso una discussione con il comune di Firenze ancor prima dell’esplosione della pandemia e di cui esistono esperienze di successo in alcuni comuni della provincia e della regione”. Un tentativo, che non può fallire, di dare dignità contrattuale e stabilità a questi lavoratori.

Secondo il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini, “l’emergenza Covid-19 mette di fronte a tutti il tema delle lavoratrici e dei lavoratori che operano in servizi pubblici in appalto che hanno visto sospendere i servizi e, di conseguenza, la propria retribuzione. Questa dev’essere l’occasione per avviare un ripensamento radicale sulle politiche pubbliche di affidamento dei servizi, che scaricano su queste persone l’esigenza degli Enti Locali di garantire servizi mantenendo bassi i costi”. Così come, prosegue, “non è più possibile tollerare, come avviene da troppo tempo, l’uso sistematico del part-time ciclico involontario per personale che è altamente qualificato e si occupa quotidianamente per tre quarti dell’anno di servizi delicatissimi, salvo poi scomparire d’estate venendo abbandonato alla necessità di inventarsi soluzioni per sbarcare il lunario”.

La Fp Cgil, conclude Vannini, “è da sempre vicina a queste lavoratrici e a questi lavoratori, ne supporta le vertenze che nascono sui territori, nella consapevolezza che senza rapide e adeguate risposte da parte di enti pubblici e soggetti gestori la strada non potrà che essere quella dell’allargamento della mobilitazione”.

 

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La vita difficile di un educatore per disabili, con e senza il Covid-19

 

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF con la quale richiama l’attenzione sullo stato disastroso del parco automezzi nella sede portuale

Pubblichiamo i Decreti inviati dall’Amministrazione e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 18 Giugno 2020 in merito al regolamento concorsuale per: Decreto 22 aprile 2020 n. 55  concorso publico Vice Direttore Sanitario, Decreto 30 aprile 2020 n. 56  concorso interno e pubblico per Ispettore Logistico Gestionale, Decreto 30 aprile 2020 n. 57 concorso interno e pubblico per Ispetore Informatico, Decreto  30 aprile 2020 n. 58 concorso interno e pubblico per Ispettore Antincendi.

Pubblichiamo la nota di chiarimenti inviata dalla Direzione Centrale per la Formazione, in merito alla programmazione dei mantenimenti per le attività D.O.S.

L’emergenza COVID-19 ha generato una pressione su tutte le lavoratrici e i lavoratori della Sanità e la fase 2 sta coinvolgendo tutte le attività tecnico sanitarie e tecnico amministrative, con prolungamenti di orario e dei giorni di apertura dei servizi.

La legge 1/02 prevede l’istituto di prestazioni aggiuntive solo per infermieri e tecnici di radiologia, che vengono remunerate in modo incrementale rispetto alle ore di straordinario.

CHIEDIAMO di estendere l’accesso alle prestazioni aggiuntive anche per tecnici sanitari, ostetriche, operatori socio sanitari, nonché per lavoratrici e lavoratori tecnico-amministrativi.

Il COVID-19 ha mostrato che un sistema funziona perché ciascuno contribuisce al suo sviluppo ed alla sua tenuta. I lavoratori della Sanità hanno uguale dignità nella differenza delle proprie prerogative professionali.

FIRMA LA PETIZIONE

Pubblichiamo la bozza dell’informativa inviata dalla Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo, in merito al potenziamento del personale Sommozzatore presso i reparti volo

Pubblichiamo la Circolare n.7 dell’Opera Nazionale di Assistenza in merito all’ apertura della stagione estiva 2020

“Basta con gli attacchi ai dipendenti pubblici. I lavoratori e le lavoratrici meritano rispetto, senza la loro attività nessuno dei diritti costituzionali, dalla salute all’istruzione, dalla mobilità alla cultura, potrà essere davvero esercitato dai cittadini”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti e i segretari generali di Fp e Flc Serena Sorrentino e Francesco Sinopoli commentano gli attacchi di questi giorni al lavoro pubblico da parte di editorialisti, opinionisti, docenti tra cui Pietro Ichino.

“Lo smart working – ribadiscono i tre dirigenti sindacali – non è una vacanza, e l’impiego pubblico non è una casta privilegiati che può decidere liberamente se lavorare o meno, in un’odiosa contrapposizione con il mondo del lavoro privato che in queste settimane ha subito gli effetti della decurtazione salariale”. Per Scacchetti, Sorrentino, Sinopoli “sfugge ciò che realmente è avvenuto durante il lockdown nel sistema pubblico in termini di riorganizzazione del lavoro, di gestione dei servizi, di innovazione dei processi. Una riorganizzazione che è stata realizzata rapidamente nonostante le risorse scarsissime, strumenti privati e senza la necessaria formazione”. “Riteniamo – proseguono – che continuare a puntare il dito contro chi si è trovato a reinventare, senza alcuna formazione, il proprio impegno lavorativo è a dir poco ingeneroso e soprattutto inutile per la costruzione di un reale cambiamento del sistema dei servizi pubblici”.

Per Scacchetti, Sorrentino e Sinopoli “in nome di una presunta modernità, si preferisce rimanere ancorati all’idea del tornello come misuratore della produttività, piuttosto che fare i conti con la necessità di: organizzare il lavoro per obiettivi, di investire sulle professionalità presenti attraverso la formazione (risorsa scarsa in tutte le pubbliche amministrazioni), di rivedere le procedure di reclutamento per selezionare le competenze migliori, di investire sul rinnovo dei contratti come leva del cambiamento, di migliorare la qualità della produzione legislativa che dovrebbe rappresentare il primo passo per i processi di semplificazione che tutti rivendicano”.

“È arrivato il momento di interrompere questo disco rotto e di analizzare queste criticità con studi approfonditi e non con il sentito dire, anche a partire da ciò che in questa situazione emergenziale non ha funzionato, e sfruttando – concludono la segretaria confederale della Cgil e i segretari generali di Fp e Flc – la grande capacità di cambiamento che una parte rilevante di questo sistema ha dimostrato”.

Approvare rapidamente disegno di legge su sicurezza lavoratori

“Esprimiamo con forza la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori aggrediti mentre svolgevano il proprio lavoro negli uffici dell’area welfare del Comune di Napoli. Uno dei tanti episodi che colpisce gli assistenti sociali, ma anche amministrativi e uscieri. Per questo il disegno di legge sulla sicurezza dei lavoratori, ora in terza lettura al Senato, deve essere approvato rapidamente“. Questa la posizione della Funzione Pubblica Cgil in merito all’episodio di aggressione avvenuto questa mattina a Napoli, intorno alle 9.45, dove due uomini avrebbe devastato i locali del Comune, provocando danni a computer e stampanti.

“Per un caso fortuito non ci sono stati feriti, ma non ci si può affidare al caso e alla fortuna quando si tratta della salute e della sicurezza dei lavoratori” commenta il sindacato dei servizi pubblici, e aggiunge: “La sede di Napoli era già stata oggetto, anche nelle settimane precedenti, di altre aggressioni. Questi sono fatti prevedibili. Infatti, una recente ricerca dell’Ordine degli assistenti sociali ha dimostrato che 9 professionisti su 10 hanno subito nell’espletamento del loro lavoro una forma di minaccia o aggressione”. Non a caso, la Fp Cgil fa sapere che avevano segnalato da tempo che la situazione sociale, in particolare nella seconda fase dell’emergenza Covid-19, avrebbe potuto diventare incontrollabile e pericolosa se non si fosse messo mano ad un rafforzamento dei servizi sociali sul territorio, a nuove assunzioni e alla stabilizzazione del personale precario, al pieno e costante finanziamento dei servizi, anche attraverso l’integrazione socio sanitaria sul territorio. “Purtroppo si è tornati presto alla peggiore normalità”, commenta il sindacato.

“Come per il personale sanitario e socio sanitario, anche per chi opera nel servizio sociale, nel pubblico come nel privato, è sempre più grave il rischio di vedere ricadere su di sé, nel peggiore dei modi, la frustrazione di un’utenza anch’essa messa alla prova da limiti e carenze della risposta al disagio“, spiega la Fp Cgil. “Per questo il disegno di legge ‘in materia di sicurezza per gli esercenti, le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’, oggi in terza lettura al Senato, deve essere approvato rapidamente, confermando con certezza la tutela per il personale, pubblico e privato, dei servizi sociali territoriali. Non è più possibile attendere. Nessuna amministrazione, nessuna forza politica, nessun dirigente si possono permettere di attendere anche solo un ulteriore atto di violenza“, conclude.

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