Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF Fns Cisl Uil Pa VVF Confsal VVF e Conapo riguardo le problematiche del servizio mensa veicolato

Presìdi e volantinaggi in tutta Italia, segretari generali e nazionali in piazza a Roma

Roma, 19 feb – “Abbiamo proclamato per domani, martedì 20 febbraio lo sciopero nazionale per il personale delle aziende che applicano il Ccnl Federcasa. Noi chiediamo che sia rinnovato il contratto 2022-2024 e che sia garantita la professionalità di lavoratrici e lavoratori, impegnati quotidianamente a offrire soluzioni abitative idonee alla fascia di popolazione in condizione di fragilità, attraverso il rinnovo che deve contenere incrementi economici adeguati a tutelare i salari a fronte della crisi inflattiva di questi anni. Tema sul quale abbiamo registrato l’indisponibilità della parte datoriale”.
Lo annunciano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
“Abbiamo predisposto – spiegano – un ampio calendario di manifestazioni regionali articolato su tutto il territorio nazionale, con presìdi in Liguria, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Molise. Il presìdio del Lazio, al quale parteciperanno i segretari generali e nazionali di categoria, si terrà dalle ore 10 alle 12 in piazza Oderico da Pordenone a Roma sotto la sede della Regione Lazio”.
“Federcasa – affermano ancora i sindacati – deve fornire risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori. Consideriamo imprescindibili sia un incremento economico che tuteli i salari di fronte all’inflazione sempre più elevata, sia il riconoscimento degli arretrati adeguati al tempo che è già trascorso in attesa del rinnovo del Ccnl”.

A seguito della nota del Coordinamento Fp Cgil VVF del 12 gennaio 2024, riguardo le promozioni di merito  pubblichiamo la risposta del Dipartimento

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo  riguardo l’organizzazione del settore delle specialità dei sommozzatori

Carissime/i,
nella giornata del 13 febbraio è proseguito il confronto per il rinnovo del CCNL Valdesi. È stato analizzato l’intero articolato, giungendo alla condivisione di alcuni importanti aggiornamenti sulla parte relativa agli inquadramenti professionali che valorizzino il settore dell’accoglienza, mediante l’inserimento di figura finora non previste (operatore legale, mediatore culturale, operatore sociale dei servizi di accoglienza), oltre che la previsione di profili quali psicologo e pedagogista attualmente non previsti. È stata altresì aggiornata la parte relativa al mercato del lavoro, con l’inserimento di specifiche previsioni su lavoro da remoto e lavoro agile, nonché la parte riguardante la struttura della contrattazione di secondo livello.
La discussione si è poi incentrata sulla necessità, evidenziata dalle OO.SS., di individuare dei meccanismi che possano valorizzare la professionalità e l’anzianità dei lavoratori, argomentazione quest’ultima, che implicando una significative ricaduta economica, verrà ulteriormente approfondita nel corso del prossimo appuntamento fissato per il 6 marzo.

Michele Vannini                     Franco Berardi                       Pietro Bardoscia
FP CGIL                                   FP CISL                                       UIL FPL

Nella giornata di ieri abbiamo avuto incontro con l’Amministrazione sulla riorganizzazione del Ministero che, nella serata di ieri, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, con efficacia dal prossimo 1 marzo.

Scompare, quindi, la figura del Segretario Generale e viene sostituita da ben tre Capi Dipartimento. Vi sarà, quindi, il Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e Migratorie, il Dipartimento per le politiche del lavoro, previdenziali, assicurative e per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e il Dipartimento per l’innovazione, l’amministrazione generale, il personale e i servizi. Nell’ambito dei tre dipartimenti vi saranno undici Direzioni Generali.

L’ANPAL viene chiusa e fatta rientrare al Ministero. Riguardo a questo, l’Amministrazione ha rassicurato che, per evitare scossoni e garantire la continuità amministrativa, non cambierà nulla. Quindi, il personale resterà dove si trova, ossia nella sede di Via Fornovo, almeno fino a riorganizzazione conclusa e risponderà ai dirigenti attuali fino a conclusione degli interpelli e conseguente riorganizzazione delle competenze nei nuovi uffici. Una novità negativa è rappresentata dalla perdita dell’avanzo di bilancio di ANPAL, che era di oltre due milioni di euro e che non rientrerà al Ministero ma verrà considerato come “economia”, trattandosi di somme non impegnate e quindi non vincolate. Quindi, somme che avrebbero potuto essere destinate ai lavoratori del Ministero, ad esempio per rimpinguare il Fondo Risorse Decentrate, saranno destinate alla fiscalità generale, come si dice. Questo è solo uno degli aspetti, peraltro, non irrilevante, di un’operazione che continua a non convincerci.

L’introduzione dei capi dipartimento sarà un’operazione tutta da costruire, con equilibri completamente nuovi all’interno dell’organizzazione ministeriale, considerando che ciascun capo dipartimento sarà di nomina politica e gerarchicamente sovraordinato agli altri dirigenti. I rischi che intravediamo sono noti ma ricordarli è utile: anzitutto, un possibile/probabile aumento dell’ingerenza politica sulle scelte dell’Amministrazione. Da decenni si era scelto, a livello normativo, di separare “politica” e ”amministrazione”, nella convinzione che la politica dovesse dettare gli indirizzi e indicare le scelte da compiere, ma poi residuasse in capo all’Amministrazione la discrezionalità su come realizzare tali indirizzi, nell’ambito di un bilanciamento tra diversi interessi e considerando che, ai sensi dell’art. 98 Cost., “i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione” (non del Governo di turno) e che, proprio per questo, l’art. 97 Cost. dispone che i pubblici uffici siano organizzati in modo da garantire il buon andamento e l’imparzialità.

Questa riorganizzazione, che peraltro non riguarda solo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ma tutti i Ministeri, fa saltare questo e stabilisce, in sostanza, che d’ora in poi l’Amministrazione Pubblica dovrà eseguire supinamente quanto deciso a livello politico. A tale scopo, sono nominati i Capi Dipartimento.

La creazione di un ulteriore livello dirigenziale e decisionale, peraltro, può rappresentare un limite per l’efficacia e la funzionalità dell’azione amministrativa e per le decisioni che dovranno essere assunte e non vorremmo che questo rappresenti un freno alla celerità che potrà essere in molti casi necessari. Inoltre, proprio a dimostrazione di un ruolo che dovrà essere ancora definito, il decreto di riorganizzazione introduce una conferenza permanente dei Capi dipartimento e anche dei Direttori Generali, allo scopo di raccordarsi.

Riguardo alle tempistiche, i contorni sono ancora nebulosi e questo, lo abbiamo evidenziato, potrà alimentare il clima di incertezza tra tutto il personale. Per questo abbiamo chiesto l’Amministrazione a tenere un tavolo di confronto permanente, per seguire congiuntamente l’iter di un’operazione che potrà cambiare il volto del Ministero per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.

Abbiamo anche contestato che, avendo concentrato tutte le energie sulla riorganizzazione, la contrattazione collettiva è stata bloccata in modo inaccettabile per mesi: da fine novembre non abbiamo più avuto un tavolo su nessuna delle questioni da affrontare. Non abbiamo notizie sulla pubblicazione delle graduatorie dei differenziali stipendiali, dobbiamo definire l’accordo sui fondi PON, è rimasto sospeso il confronto sulle progressioni verticali in deroga che devono farsi entro il 31 dicembre, non sappiamo le intenzioni dell’Amministrazione in merito al lavoro agile, dobbiamo aprire la contrattazione sul FRD 2023.

Anche per i lavoratori ormai ex ANPAL questa riorganizzazione getta incertezza per la conclusione degli ultimi accordi siglati; pertanto, abbiamo chiesto continuità amministrativa tra i due Uffici del Personale nel trasferimento di tutti gli atti, certificazioni, accordi, etc. al Ministero, per la continuità degli stessi, nonché l’informazione sull’unificazione delle procedure per l’utilizzo dei vari istituti contrattuali (permessi, ferie, banche ore, etc.).

Insomma, i lavoratori stanno pagando un prezzo altissimo per una riorganizzazione che cammina sulle loro teste. Per fortuna, finalmente si è concordato che dalla prossima settimana ci si vedrà con cadenza settimanale per affrontare tutte le suddette questioni. Ci è stato inoltre comunicato che dovrebbe partire anche l’iter per la stabilizzazione del personale PNRR e Coesione Sud: vedremo se sarà davvero la volta buona!

FP CGIL

M.ARIANO

F. DE RUGERIIS

Al Direttore Generale

Dott. Vincenzo Caridi

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

Alla Direttrice Centrale Pianificazione e Controllo di Gestione

Dott.ssa Rosanna Casella

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

Oggetto: Progetti locali 2024

Con la circolare 103/2023, concernente l’avvio del processo di programmazione e budget per il 2024, e con il nuovo Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, adottato con determinazione commissariale n.110/2023, l’Amministrazione ha avocato a sé la definizione dei progetti locali e la misurazione degli stessi, escludendo le RSU e le organizzazioni sindacali dal processo di definizione dei progetti locali, con l’eliminazione de facto della contrattazione decentrata.

Lo ha fatto riprendendo un’indebita osservazione pervenuta dal Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP nota n.55928 del 7/09/2023) al CCNI 2022/2023, sottoscritto lo scorso 29 dicembre. Nello specifico il DFP evidenziava come i progetti locali non fossero oggetto di contrattazione né in sede nazionale né in sede decentrata: un rilievo anomalo nella forma, non il primo né l’unico, ed errato nella sostanza.

L’art. 50 c. 4 del contratto collettivo è in tal senso chiaro. Esso recita testualmente “Una quota non inferiore al 20% delle risorse destinate ai trattamenti economici di cui al comma 2, lettere a), b) e c) è riservata alla contrattazione integrativa di sede di cui all’art. 7 (Contrattazione collettiva integrativa: soggetti, livelli e materie), comma 7”.

Ragion per cui, come correttamente esposto da INPS stessa in riscontro ai rilievi summenzionati, la validazione unilaterale dei progetti spetta all’Amministrazione, valutata la coerenza coi criteri nazionali. Ciò, però, non cancella il passaggio obbligato della contrattazione a livello territoriale: è questa la cifra stessa dei progetti locali.

Una lettura diversa, in tal senso, appare come una forzatura dell’impianto contrattuale non tollerabile. Per questa ragione le scriventi organizzazioni, considerata anche la trascorsa scadenza del 15 febbraio per l’individuazione dei progetti da parte dell’Amministrazione, richiedono alla stessa l’adozione di tempestivi correttivi.

FP CGIL

Giuseppe Lombardo

CISL FP

Paolo Scilinguo

UIL PA

Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA

Francesco Viola

“Da tempo denunciamo distorsioni e mancanza di personale”
Roma, 16 feb – “Più e più volte abbiamo denunciato le ‘distorsioni’ dell’Assegno di inclusione. In più, la carenza di personale a tutti i livelli, assistenti sociali, psicologi, educatori, amministrativi dedicati, spesso impedisce il dispiegarsi di quell’azione di rete che è necessaria per sostenere chi è in difficoltà. Le conseguenze dell’iniquità della misura ricadono dunque sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, circostanza alla quale si aggiunge il peso del processo amministrativo che ha mostrato e continua a mostrare falle di sistema nel rapporto informatico tra amministrazioni”.
Lo scrive in una nota la segretaria nazionale di Fp Cgil Tatiana Cazzaniga.
“Si ascolti la voce dei professionisti che ogni giorno affrontano le conseguenze di decisioni sbagliate e, in caso si studino interventi, lo si faccia senza ulteriori aggravi burocratici”, conclude.

Al Direttore Generale

Dott. Vincenzo Caridi

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: Richiesta estensione lavoro agile per soggetti fragili al 30 giugno

La scadenza del 29 febbraio è alle porte e INPS, ad ora, non risulta aver rinnovato l’estensione del lavoro agile ai soggetti in condizione di fragilità.

L’evidente ritardo risulta ancor più chiaro e incomprensibile se comparato con altre realtà pubbliche, che hanno già disposto l’estensione della proroga, financo al 30 giugno. È il caso del Consiglio Nazionale delle Ricerche, laddove la scelta organizzativa non è dettata da una strategia tesa al rilancio, ma dalla consapevolezza che – per un dipendente fragile – la letalità delle infezioni virali tende ad attenuarsi nella stagione estiva.

E, del resto, la direttiva ministeriale vigente riconosce in tal senso discrezionalità alle amministrazioni. Per questa ragione sfuggire dalla logica della proroga a breve termine può essere non solo un elemento di certezza per le lavoratrici e i lavoratori interessati, ma anche un elemento di chiarezza nel quadro organizzativo dell’Istituto. Da qui la presente richiesta per un’azione in tal senso dell’INPS, per dimostrare, anche agli “utenti interni”, la tradizionale attenzione rivolta alla tutela sociale.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

A seguito dei solleciti della Fp Cgil VVF pubblichiamo la circolare applicativa del decreto legislativo n. 36/2021 ( successive modificazioni e integrazioni) emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo il lavoro sportivo extraistituzionale

Pubblichiamo il decreto della Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo gli scatti convenzionali per il personale del Corpo

Le Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF,Confsal VVF, Usb VVF e Conapo annunciano lo sciopero di categoria

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