Pubblichiamo il comunicato stampa della Segreteria Fp Cgil territoriale e del Coordinamento nazionale Fp Cgil VVF con il quale confermano la sede di Menaggio come disagiata, una vittoria per i lavoratori e la cittadinanza
In data 9 febbraio 2024 a Roma è proseguita la trattativa relativa al rinnovo del CCNL tra ANFFAS le OO.SS Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
Il negoziato nell’ambito della rivisitazione della parte normativa del CCNL si è concentrato sul sistema di classificazione, l’esigibilità delle progressioni di carriera, la rivisitazione dell’obbligo
di residenza in struttura e il cambio di gestione.
Su queste materie si è convenuto di proseguire il confronto nell’incontro previsto per il 20 febbraio prossimo sulla scorta di una proposta che formuleremo nei prossimi giorni.
Le parti, pur persistendo un importante distanza sulla proposta economica di parte datoriale, hanno ribadito la volontà di procedere celermente con l’obiettivo di verificare se esistano le
condizioni per arrivare ad una sintesi utile alla sottoscrizione della pre-intesa.
Sarà nostra cura continuare a tenervi tempestivamente informati sull’andamento del percorso di rinnovo del CCNL.
FP CGIL CISL FP UIL FPL
M. Vannini F. Berardi P.Bardoscia
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito l’invio della procedura di selezione per 18 posti di specialista di aeromobile VVF per le esigenze dei reparti volo del CNVVF e l’invio a visita medica per coloro risultati idonei nella selezione precedente
“Questa mattina si è svolta l’udienza davanti al GIP di Viterbo per la convalida dell’arresto di due donne che erano state individuate e tradotte l’altro ieri nel carcere di Civitavecchia dopo aver tentato di introdurre sostanze stupefacenti nel carcere viterbese durante i colloqui con i propri rispettivi familiari reclusi. Il GIP ha ha disposto per entrambe la convalida dell’arresto e il divieto di dimora nel comune di Viterbo. Una delle arrestate ha chiesto il patteggiamento della pena per anni 2 mesi 10 e 12.000 euro di multa. Mentre l’altra ha chiesto il giudizio abbreviato.”
Lo afferma Ciro Di Domenico, Coordinatore regionale per la FP CGIL Polizia Penitenziaria: “In data 07 02 2024 il Reparto di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Viterbo unitamente al Nucleo cinofilo di Roma, durante un servizio di contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere viterbese, ha arrestato due donne che si erano recate nell’istituto di pena della Tuscia per sostenere il colloquio visivo con i propri familiari reclusi. Le donne, segnalate dal cane antidroga ‘Kenya’, sono state perquisite e trovate in possesso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. La prima, moglie di un detenuto, aveva occultato nelle parti intime un involucro contenente 15 grammi di hashish, 15 grammi di cocaina e 15 grammi di sostanza da taglio. L’altra donna, madre di un altro detenuto, aveva occultato all’interno delle parti intime un involucro contenente 100 grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish. Le due donne su disposizione del pm di turno della Procura della Repubblica di Viterbo, il Sostituto Procuratore dott. Flavio Serracchiani, sono state immediatamente associate alla casa circondariale di Civitavecchia nel Reparto femminile. Nei confronti di una delle due, i Carabinieri competenti per territorio, avuta la notizia dell’arresto, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione della signora e hanno rinvenuto circa 2 kg di hashish e 60 grammi circa di cocaina, bilancini di precisione, un libro mastro con la contabilità dello spaccio e 8 telefoni cellulari, ponendo tutto sotto sequestro e arrestando il genero della donna.”
Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “L’introduzione di sostanze stupefacenti sono una grave minaccia per la sicurezza delle carceri e minano alle fondamenta i tentativi di recupero dei detenuti nella società. Dietro il traffico di stupefacenti e telefonini, ruotano giri di affari per milioni di euro con conseguente gestione di potere fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno e al di fuori delle carceri. Abbiamo chiesto più volte il potenziamento delle Unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria che hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche per colpa delle poche unità in servizio.”
“La notizia di oggi del sequestro di droga e degli arresti nel carcere di Viterbo – conclude Manna – testimoniano l’attenzione e la determinazione della Polizia Penitenziaria in ogni singolo aspetto nella gestione delle carceri a dispetto delle carenze d’organico e ai pochi mezzi a disposizione. A loro, va la conferma dei nostri quotidiani ringraziamenti per l’ottimo lavoro svolto”.
Viterbo, 9 febbraio 2024
Al Direttore Generale
Dott. Vincenzo Caridi
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
Al Direttore Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione
Dott. Massimiliano D’Angelo
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: Richiesta attivazione cambio profilo
Lo abbiamo detto di fronte al Direttore Generale in occasione del confronto del 30 novembre, l’abbiamo ribadito alla Commissaria Micaela Gelera e, ancora, in sede di definizione del Piano triennale dei Fabbisogni: la coperta è corta, i pensionamenti all’orizzonte sono tanti e l’INPS ha necessità di assumere se non vuole pregiudicare l’imprescindibile servizio fornito alla cittadinanza. È un dato di fatto che l’Amministrazione non può ignorare, è un’esigenza che investe tutte le professionalità, sempre che si tenga al rapporto con la cittadinanza.
Tra i vari ruoli in grave sofferenza c’è sicuramente quello del personale addetto al Supporto Tecnologico Territoriale, incardinato dal 2022 nella DCTII. Mentre l’Istituto, infatti, sta correndo a passo spedito verso una piena digitalizzazione dei servizi, mentre la macchina organizzativa dell’INPS ha metabolizzato ampi processi di cambiamento con il lavoro agile, la prima linea rispetto alla risoluzione delle criticità informatiche resta appannaggio degli ex GAI, cui sono ancora oggi affidati compiti territoriali essenziali: dalla rilevazione del fabbisogno di dotazioni informatiche al supporto di secondo livello sui malfunzionamenti non risolvibili dall’help desk, sino al sostegno ai colleghi per ogni difficoltà sui sistemi.
Come spesso accade, a una ridefinizione del ruolo che aumenta le attribuzioni non corrisponde però un incremento del personale destinato alle stesse attività: la possibilità per quei colleghi che svolgono queste attività di cambiare profilo da amministrativo a informatico risulta da troppo tempo congelata; stesso si dica sulle assunzioni, ancora ferme al palo. A zero immissioni non corrisponde un saldo neutrale, stante l’uscita di lavoratrici e lavoratori dotati di competenze e professionalità rodate nel tempo.
Tutto questo, lo ribadiamo, non è soltanto una spada di Damocle sull’efficienza dell’Istituto, perché anche non decidere è una scelta. È in stridente contrasto con la linea adottata da INPS: si progetta l’automazione nell’erogazione delle prestazioni ma non si pensa a chi, parallelamente e pragmaticamente, configura e predispone gli strumenti di lavoro. I colleghi sono sempre di meno.
Questo importante servizio di secondo livello deve essere presidiato da personale in possesso di conoscenze specifiche e senso di appartenenza all’Istituto, stante anche i rapporti con amministrazioni esterne. Sarebbe un azzardo e un salto nel buio anche solo ipotizzare di poterlo appaltare all’esterno.
Se si vuole dare un segnale di attenzione, la via è una, e la presente istanza va in questa direzione: nell’attesa di un concorso specifico, chiediamo l’apertura di un bando per cambio profilo, una mobilità orizzontale che consenta ai colleghi interessati di potersi mettere alla prova in un nuovo ruolo.
In attesa di riscontro,
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Nel pomeriggio dell’8 febbraio abbiamo discusso della bozza di Decreto Direttoriale riguardante le missioni del personale. Alcuni punti sono ancora da discutere, intanto abbiamo notato che nella bozza presentata è stata accolta la nostra richiesta di considerare il tempo di viaggio anche per il personale incaricato di recarsi presso altri uffici dell’ambito interregionale (ad es. il personale informatico).
Il principale punto di discussione riguarda la riconoscibilità dell’indennità chilometrica anche per i percorsi inferiori a 10 km nell’ambito della vigilanza ispettiva. Si tratta di un elemento fondamentale, considerando che un eventuale mancato riconoscimento determinerebbe di certo un mancato uso dell’auto in queste tratte. Abbiamo apprezzato la disponibilità dell’INL a risolvere il problema. Una prima ipotesi che abbiamo lanciato riguarda l’uso dell’autonomia di cui INL dispone in questo ambito, la stessa che ha consentito finora l’emanazione di un decreto Direttoriale per disporre l’aumento del rimborso chilometrico. Si potrebbe, quindi, emanare un decreto Direttoriale per disporre il rimborso delle spese anche per attività di vigilanza nell’ambito dei 10 km. Sarebbe questa la strada maestra da imboccare, per risolvere rapidamente e definitivamente il tema, dando anche un importante segnale verso i lavoratori.
Nostra ulteriore proposta in merito riguarda l’ampliamento dei casi in cui si prevede il rimborso dei chilometri percorsi all’interno del Comune, aggiungendovi non solo le frazioni – non presenti in tutti i Comuni – ma anche le diverse località come zone industriali, zone artigianali o di sviluppo industriale, località agricole, marittime, etc.
La discussione sul punto non è ancora conclusa, ma nei prossimi giorni l’Amministrazione si è impegnata ad inviare un’ulteriore bozza.
Si è poi avviato il confronto sul regolamento per l’attribuzione degli incarichi di PO. In merito, abbiamo evidenziato le prime osservazioni, riservandoci di farne ulteriori nel prossimo incontro, che si terrà il 13. Anzitutto, abbiamo evidenziato a monte il cortocircuito che rischia di prodursi con un numero così elevato (e maldistribuito) di incarichi di coordinamento a vario titolo: circa 900 posizioni di coordinamento che attingeranno tutte dal FRD o verranno pagate male o rischiano di depauperarlo a scapito del resto dei lavoratori. Sarebbe pertanto utile ragionare su una riduzione di tutti questi incarichi, in particolare nelle realtà medio grandi, per poterli pagare meglio.
A tal proposito, abbiamo contestato la graduazione delle PO in tre fasce economiche, ritenendo che ne debba esistere una sola, in quanto la responsabilità del processo è la medesima per tutti. Chiediamo anche non formule poco chiare e fluttuanti, ma cifre intellegibili per tutti, da definire ovviamente in sede di contrattazione FRD, ricordando che il CCNL prevede che l’indennità debba essere corrisposta per tredici mensilità.
Non è ancora chiaro, inoltre, il rapporto tra responsabili di team e responsabili di processo da un lato, e responsabili di processo ed Elevate Professionalità dall’altro, e questo è fondamentale per la funzionalità dell’intera struttura ed evitare possibili rischi di conflittualità.
Rispetto ai compiti del responsabile di processo, se da un lato accogliamo con favore la presenza di attività più chiare rispetto al passato, dall’altro abbiamo evidenziato che responsabile del procedimento ispettivo può essere solo l’ispettore che ha svolto l’attività e redatto gli atti conclusivi, per cui non può attribuirsi questo incarico al responsabile di processo, come invece fa il documento.
Riguardo alla procedura di conferimento, riteniamo che sia stato dato eccessivo peso all’anzianità di servizio e all’anzianità nella posizione di responsabilità, potendo retroagire addirittura agli ultimi venti anni! Questo avrà l’effetto di cristallizzare le situazioni attuali, attribuendo 30 punti su 50 già solo in base all’anzianità e non è per noi accettabile. E’ necessario, pertanto, riequilibrare il rapporto tra colloquio, requisiti culturali ed esperienza, trovando un equilibrio corrispondente a quello presente nel regolamento tuttora vigente, quindi riducendo di molto il peso dell’esperienza e aumentando quello del colloquio e anche dei requisiti culturali.
Ulteriore questione è quella dell’anzianità di servizio minima per poter accedere alle posizioni organizzative. Se l’INL fosse in una situazione rosea di certo il termine minimo di cinque anni potrebbe essere soddisfacente ma, considerando che molti uffici – in particolare quelli più piccoli – rischiano di non avere personale, occorre valutare una riduzione a due o tre anni di anzianità minima.
Dulcis in fundo, c’è il tema della rotazione degli incarichi; su questo, la nostra posizione è nota da anni: riteniamo che debba essere data a tutti coloro che lo vogliano la possibilità di mettersi in gioco, senza creare posizioni di rendita solo per alcuni. Dall’altra parte, non riteniamo neanche corretto congedare coloro che per tanto tempo hanno messo a disposizione dell’Ufficio la propria professionalità e maturato competenze. Per questo, riteniamo che debba essere previsto un termine massimo alla durata di questi incarichi, considerando però anche il pregresso. Coloro che abbiano maturato il termine massimo, potranno – a nostro parere – candidarsi per una PO diversa all’interno dello stesso ufficio ovvero per la medesima PO ma in un ufficio diverso.
Infine, riteniamo che debba essere sempre posta la massima attenzione sui conflitti di interesse o su vincoli parentali o coniugali con dirigenti o altri titolari di PO e che questo requisito debba essere mantenuto e verificato.
Il 13 febbraio, oltre a proseguire la discussione su direttiva missioni e regolamento per le PO, verrà avviata anche la discussione sul regolamento per gli incentivi al personale che – a vario titolo – si occupa di appalti, come avevamo chiesto.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |
Fp Cgil Medici commenta la firma dell’Accordo collettivo nazionale per la medicina generale 2019/2021: “nessuna novità, né maggiori tutele per i professionisti. Solo un accordo-ponte, fotocopia dei precedenti”
Roma, 9 feb – “È necessario un profondo cambiamento del rapporto di lavoro che per prima cosa dovrebbe liberarci, anche con l’Accordo collettivo nazionale, dalla spada di Damocle della quota capitaria. È ormai chiaro a tutti come sia necessario superare il rapporto libero professionale, che frammenta il sistema”: così il coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale commenta l’Accordo sottoscritto dalle altre organizzazioni sindacali di categoria.
“E invece, nulla di tutto ciò si intravede nell’Accordo. E’ mancato persino il coraggio di cancellare il riferimento alle ‘tre ore’ di lavoro quotidiano, da sempre tallone d’Achille della nostra categoria, che spesso viene additata come la parte debole dell’assistenza territoriale puntando il dito sui professionisti e non invece sul modello organizzativo e sui mancati investimenti. Nessuna innovazione organizzativa né contrattuale, solo una parziale restituzione degli arretrati”.
Secondo Fp Cgil “ancora una volta si svendono le tutele per un piatto di lenticchie. Aumenta al contrario da 1.000 a 1.200 il cosiddetto rapporto ottimale di assistiti da prendere in carico con la possibilità di estenderlo fino 1.890 per ogni medico e con la previsione per i colleghi in pensione di tornare al lavoro come sostituti. Queste operazioni servono solo a nascondere la smisurata carenza di professionisti, causata negli anni dalla perdita di attrattività per i giovani medici di una professione che avrebbe dovuto essere il fulcro della garanzia di salute della cittadinanza. È un accordo che appesantisce i carichi di lavoro, invece di migliorarne le condizioni. Si arriva addirittura a ribadire la responsabilità dei medici di medicina generale negli accessi impropri nei pronto soccorso dimenticando il vero problema delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche”.
“Inoltre – prosegue il coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale, che nell’occasione ha rilanciato il proprio Manifesto pubblicato al link https://www.fpcgil.it/wp-content/uploads/2023/06/Manifesto-Medicina-Generale_190623-1.pdf – nell’Acn vengono introdotti elementi che favoriscono la regionalizzazione e la privatizzazione, ma viene ignorato il problema delle prestazioni erogate da anni per l’INAIL e mai contrattualizzate, cosi come la conciliazione dei tempi di vita-lavoro diventa argomento di eventuale tavolo tecnico e non articolo di contratto, antistorico peraltro che questo riguardi solo le colleghe, come ad intendere che il prendersi cura dei propri cari sia compito e prerogativa solo femminile”.
“Insomma – conclude la nota – l’unico elemento ad emergere è l’abissale distanza tra la fatica quotidiana dei medici di medicina generale e chi li rappresenta con una visione antiquata e frammentata del sistema che favorisce solo i tagli dei servizi a vantaggio di interessi privati. Oggi abbiamo perso l’occasione di cambiare il sistema e il rapporto di lavoro, migliorando tutele e diritti dei professionisti. Chi ha firmato dovrà spiegare alle lavoratrici ed ai lavoratori i motivi di scelte che non modificano nulla o addirittura peggiorano le attuali condizioni di lavoro. Soprattutto, dovrà chiarire quale progetto di medicina generale stanno proponendo se quella che entra a pieno titolo nell’integrazione del sistema salute o al contrario quella che rimane una monade che fa lavorare in condizioni non ottimali i professionisti il cui unico obiettivo è curare al meglio i pazienti”.
“Nella tarda mattinata di ieri, nella sala colloqui del carcere di Velletri, una donna è stata individuata dalla Polizia Penitenziaria mentre tentava di introdurre 20 grammi di cocaina da consegnare al figlio 45enne, detenuto per rapina. Nei confronti della donna è scattato subito l’arresto.
Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “L’introduzione di sostanze stupefacenti sono una grave minaccia per la sicurezza delle carceri e minano alle fondamenta i tentativi di recupero dei detenuti nella società. Dietro il traffico di stupefacenti e telefonini, ruotano giri di affari per milioni di euro con conseguente gestione di potere fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno e al di fuori delle carceri. Abbiamo chiesto più volte il potenziamento delle Unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria che hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche per colpa delle poche unità in servizio.”
Velletri, 9 febbraio 2024
Giovedì 8 febbraio 2024 si è tenuto l’incontro tra le Organizzazioni Sindacali e l’Amministrazione sulla bozza di policy sul progetto di c.d. Co-working “Working from Anywhere”, fatta circolare a dicembre 2023. L’aumento delle postazioni disponibili da poco più di 100 a 350 è una buona notizia, ma il documento contiene diverse criticità che nel complesso ci portano a formulare un giudizio negativo. In particolare:
la riduzione dei giorni di co-working (da “fino a 7” a “fino a 5”) costituisce un grave arretramento rispetto alle regole precedenti, che concretamente rischia di frustrare le finalità e l’efficacia dell’istituto;
siamo contrari alla possibilità che vengano ridotte le giornate di lavoro agile, nell’ipotesi di fruizione contemporanea dei due istituti. Il coworking è una forma di lavoro in presenza, con caratteristiche e dinamiche diverse da quelle del lavoro agile.
siamo contrari all’attribuzione di punteggi differenziati per i titoli di preferenza e comunque riteniamo insufficiente il peso attribuito al criterio della residenza;
abbiamo chiesto di includere anche altre situazioni di fatto che rendono disagevole il raggiungimento della sede ordinaria di lavoro (residenza nella stessa regione ma in comuni diversi);
abbiamo sottolineato l’iniquità della previsione di recesso dall’accordo “anche senza preavviso” da parte datoriale;
abbiamo chiesto di avviare i lavori dell’Organismo Paritetico per l’innovazione (OPI) per portare a regime il co-working ed estendere il funzionamento del lavoro agile.
L’Amministrazione si è resa disponibile ad apportare miglioramenti alla policy e ad inviare una nuova bozza entro la fine del mese, in particolare con riguardo ai criteri di preferenza e al recesso senza preavviso (tali suggerimenti erano stati già trasmessi dalla FP CGIL con un nota nel mese di gennaio).
Tuttavia, il tema dell’abbassamento dei giorni di coworking accessibili resta privo di risposta, se non con fumose rassicurazioni sulla possibilità di superare il limite stabilito in casi particolari, che danno però ai dirigenti una eccessiva discrezionalità, di cui i lavoratori e le lavoratrici conoscono già i frequenti abusi.
In generale, ci sembra che l’Amministrazione concepisca questo strumento come una forma di assistenzialismo, mentre manca una prospettiva di vera innovazione organizzativa e gestionale. Questa mancanza è dovuta alle resistenze ed all’ottusità di alcuni Dipartimenti e di una parte della dirigenza, anche a scapito dell’efficienza e dell’efficacia dei processi di produzione.
Questa bozza, quindi, ci pare un arretramento concettuale rispetto alla sperimentazione in via di conclusione; attendiamo però la nuova bozza per capire se l’Amministrazione ha recepito le nostre osservazioni e potere quindi dare un giudizio definitivo.
Come FP CGIL, continuiamo a portare avanti l’impegno preso nei confronti delle colleghe e dei colleghi di lottare in ogni sede e tavolo per la piena applicazione del CCNL e il miglioramento dell’organizzazione del lavoro in questa Amministrazione, a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici del MEF.
L’incontro dell’8 febbraio è stato l’occasione anche per chiedere chiarimenti su altri temi importanti per le lavoratrici e i lavoratori.
Rispetto al tema del lavoro agile per i lavoratori fragili, abbiamo chiesto nuovamente che sia loro garantita la possibilità di continuare a lavorare in modalità agile al 100%. L’Amministrazione ha preso l’impegno ad integrare la policy sul lavoro agile con previsioni specifiche, secondo cui per i lavoratori e le lavoratrici che rientravano nella categoria di “fragile”, in presenza di certificazione del proprio medico curante e conferma del medico competente, i dirigenti dei relativi uffici potranno derogare al principio di prevalenza della prestazione in presenza e arrivare fino al 100% di giornate in lavoro agile.
Per le Progressioni Economiche Verticali, la nuova graduatoria dovrebbe essere ultimata entro la fine del mese.
La cartolarizzazione dovrebbe essere pagata a fine marzo o al più tardi ad aprile, lo straordinario di dicembre 2023 e gennaio 2024 dovrebbe essere pagato a marzo 2024, per il 20% del FRD 2022 c’è la proposta di contrattazione, è al vaglio dell’UCB MEF che dovrebbe dare il suo responso la prossima settimana.
Verrà avviata in primavera la sperimentazione del telelavoro domiciliare, con 6 postazioni, in seguito a verifica delle condizioni di sicurezza.
Sui problemi di sicurezza nella sede di Largo di Santa Susanna, l’Amministrazione si è impegnata ad intervenire, laddove necessario.
Rispetto alla disparità di retribuzione tra vincitori del concorso per assistenti assunti come Area II F2 e idonei subentranti assunti col nuovo CCNL (quindi senza il sistema delle fasce), l’Amministrazione verificherà con IGOP la possibilità di rimediare a questa disparità.
Progressioni Economiche Orizzontali: il tema è rinviato ai prossimi incontri del 2024.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL MEF
Andrea Mosca
Pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF riguardo la richiesta dell’istituzione di un Gruppo di lavoro che affronti le problematiche legate alla salute e sicurezza, nel rispetto delle donne e degli uomini del Corpo
Si è svolta, tra martedì e mercoledì, la doppia sessione di incontri sindacali riservata a dirigenti, medici e professionisti. All’ordine del giorno i contratti integrativi del 2023, trasmessi dall’Amministrazione per eventuale sottoscrizione, e le prime bozze relative agli integrativi del 2024.
DIRIGENTI
Il CCNI 2023 è stato sottoscritto, anche dalla nostra sigla, il 6 febbraio. Come FP CGIL abbiamo però evidenziato un dato: il testo viene adottato in vigenza di un contratto collettivo che in realtà innova profondamente il quadro di riferimento. Abbiamo pertanto constatato l’esigenza di allinearsi celermente.
Non mancano, del resto, elementi di perplessità nell’impianto. Uno su tutti: non è stato sanato il vulnus che esiste tra le segreterie del Presidente, quella del CdA e quella del CIV. Non è una questione di ruoli o attribuzioni, ma di organi: le attività non possono essere ancorate a coefficienti diversi; sussiste una difformità di fondo non giustificata, né tantomeno comprensibile in un ente dalla governance duale.
L’Amministrazione ha manifestato la propria disponibilità a discutere questo elemento per il 2024, dichiarandosi indisponibile ad alterare il quadro per il 2023, un anno ormai concluso che imporrebbe una revisione delle regole ex post.
Proprio con riferimento al 2024 se l’auspicio dell’Amministrazione è quello di agire tempestivamente, è un auspicio che sentiamo di condividere, purché si lavori nel merito alle questioni che abbiamo sollevato al tavolo: percorsi di carriera chiari e intellegibili, parità di genere, determinazione delle aree complesse (tanto più in vista di una possibile riorganizzazione), interim. La prossima convocazione è prevista per il 21 febbraio.
MEDICI
Anche per i medici, considerata la tempistica, abbiamo deciso di sottoscrivere l’ennesima copia dei contratti passati. Nulla innova nel 2023 ad eccezione del fondo che aumenta, sì, ma solo grazie al rinnovo del CCNL 2019-2021.
Va chiarito che per noi il 2023 indica lo spartiacque fra il vecchio e il nuovo: in questo senso la prima bozza del CCNI 2024 trasmessa non è in alcun modo ricevibile. Vanno riscritti interi articoli, oramai non più attuali rispetto all’organizzazione dell’Area Medica. Va semplificato tutto il sistema premiante, eliminando una serie di riferimenti obsoleti, compresi gli incarichi ad interim (su questo tema c’è condivisione con l’Amministrazione).
Andranno, inoltre, trovate obbligatoriamente altre forme di incentivazione per il personale medico dell’Istituto, penalizzato fortemente in questi anni. Si crei un fondo per finanziare l’attività intramoenia e si attivino forme premianti legate allo smaltimento dell’arretrato in ambito di invalidità civile. Si permetta, a tutti i colleghi, lo svolgimento dell’attività libero professionale uniforme su tutto il territorio nazionale, rimuovendo la facoltà di limitazione arbitraria da parte dei dirigenti. Lacci e lacciuoli non fanno altro che incentivare l’esodo verso altre amministrazioni.
Si riducano, ancora, gli abnormi carichi di lavoro: i medici sono esausti e la qualità degli accertamenti ne risente.
A margine della riunione, l’Amministrazione ha anticipato un rafforzamento del personale:
scorrimento di medici di II livello: 8 posti;
scorrimento di medici di I livello: 86 posti;
ampliamento della platea dei medici convenzionati da inserire con l’ACN : 800 posti a 35 ore.
Riguardo il trattenimento in servizio fino a 70 anni (sez.1, art.1, comma 165, Legge 30 Dicembre 2023 n. 213) l’Amministrazione sembra orientata a esprimersi favorevolmente: è allo studio, in tal senso, un regolamento ad hoc. La prossima convocazione è prevista per il 20 Febbraio.
PROFESSIONISTI
Ancora nessuna firma invece per il CCNI 2023 dei professionisti, in attesa di un nuovo incontro ancora da calendarizzare.
Si è registrata al tavolo una convergenza di intenti tra amministrazione e rappresentanze sindacali in merito ai punti su cui intervenire in sede di contrattazione integrativa per il 2024:
innanzitutto la revisione del sistema delle maggiorazioni sulla retribuzione di risultato, volta a definire contrattualmente un sistema di parametri oggettivi che consenta di individuare anno per anno, indistintamente per tutte le famiglie professionali, quelle situazioni di particolare disagio lavorativo che meritino di essere compensate con tale maggiorazione; ciò in attesa della promessa revisione del sistema di valutazione della performance dei professionisti e della introduzione di indici attendibili per la ponderazione dei carichi di lavoro;
in secondo luogo, la razionalizzazione della disciplina della indennità di mobilità, che persegua il contemperamento delle legittime aspettative di tutti i colleghi, tanto al ristoro per i disagi dovuti ad eventuali trasferimenti di sede quanto alla conservazione della retribuzione accessoria in godimento.
Su tali basi abbiamo anche dato la nostra disponibilità alla sottoscrizione immediata del CCNI 2023 (riferito ad un periodo ormai completamente esaurito) in termini conformi al CCNI 2022. Ma, considerato il rilevante incremento del Fondo dovuto alla stipula del contratto nazionale, abbiamo chiesto che l’Amministrazione consideri di destinare parte di tali risorse a un congruo aumento della indennità di funzione per tutte le famiglie professionali. L’Amministrazione su questo punto si è riservata di effettuare le sue valutazioni, rinviando la sottoscrizione a data da destinarsi.
Nessuna notizia ancora per le selezioni per i livelli differenziati di professionalità. Abbiamo rinnovato con forza la richiesta di apertura immediata del confronto in merito ai criteri della ormai improcrastinabile selezione.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Fabrizio Ottavi
Francesco Reali
Pubblichiamo la nota della Segreteria e del Coordinamento Territoriale Fp Cgil in merito la richiesta di chiarimenti sui criteri di mobilità interna