Pubblichiamo il comunicato delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl,Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo con il quale evidenziano come le ripetute criticità, alle quali non si è avuta ancora alcuna risposta vedranno le lavoratrici e I lavoratori impegnati in iniziative di lotta

La Segreteria territoriale Fp Cgil chiede l’ incontro per  discutere  l’argomento ferie

Pubblichiamo il Decreto sui criteri di mobilità interna del personale amministrativo non dirigenziale.

p.la FP CGIL Nazionale

Susanna di Folco

In seguito all’evento critico verificatosi questa mattina al Carcere di Civitavecchia, dove un detenuto ha causato esplosioni lanciando bombolette incendiarie e barricandosi in cella, vogliamo esprimere la nostra vicinanza e i migliori auguri di pronta guarigione al nostro rappresentante CGIL, colpito direttamente dall’incidente.

Questo grave episodio sottolinea ancora una volta l’urgente necessità di rivedere e potenziare le misure di sicurezza a tutela del personale penitenziario. Fortunatamente la professionalità del Personale di Polizia è riuscito ripristinare l’ordine e la sicurezza senza ulteriori feriti.

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale Comparto Sicurezza FP CGIL, insieme a Ciro Di Domenico, Coordinatore Regionale del Lazio, lanciano un appello al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, chiedendo una  convocazione immediata di un tavolo di confronto. L’obiettivo è discutere e implementare soluzioni efficaci per prevenire futuri eventi critici, garantendo così un ambiente di lavoro sicuro per il personale, non basta un manuale se poi non si dispongono corsi di formazioni e circolari attuative.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria ribadisce l’importanza di un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni per affrontare con serietà le criticità del sistema carcerario, con la sicurezza dei lavoratori come prioritaria e non più procrastinabile.

Civitavecchia, 10 febbraio 2024

Pubblichiamo il comunicato stampa della Segreteria Fp Cgil territoriale e del Coordinamento nazionale Fp Cgil VVF con il quale confermano la sede di Menaggio come disagiata, una vittoria per i lavoratori e la cittadinanza

In data 9 febbraio 2024 a Roma è proseguita la trattativa relativa al rinnovo del CCNL tra ANFFAS le OO.SS Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
Il negoziato nell’ambito della rivisitazione della parte normativa del CCNL si è concentrato sul sistema di classificazione, l’esigibilità delle progressioni di carriera, la rivisitazione dell’obbligo
di residenza in struttura e il cambio di gestione.
Su queste materie si è convenuto di proseguire il confronto nell’incontro previsto per il 20 febbraio prossimo sulla scorta di una proposta che formuleremo nei prossimi giorni.
Le parti, pur persistendo un importante distanza sulla proposta economica di parte datoriale, hanno ribadito la volontà di procedere celermente con l’obiettivo di verificare se esistano le
condizioni per arrivare ad una sintesi utile alla sottoscrizione della pre-intesa.
Sarà nostra cura continuare a tenervi tempestivamente informati sull’andamento del percorso di rinnovo del CCNL.

 

FP CGIL             CISL FP         UIL FPL

  M. Vannini         F. Berardi      P.Bardoscia

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito l’invio della procedura di selezione per 18 posti di specialista di aeromobile VVF per le esigenze dei reparti volo del CNVVF e l’invio a visita medica per coloro risultati idonei nella selezione precedente 

“Questa mattina si è svolta l’udienza davanti al GIP di Viterbo per la convalida dell’arresto di due donne che erano state individuate e tradotte l’altro ieri nel carcere di Civitavecchia dopo aver tentato di introdurre sostanze stupefacenti nel carcere viterbese durante i colloqui con i propri rispettivi familiari reclusi. Il GIP ha ha disposto per entrambe la convalida dell’arresto e il divieto di dimora nel comune di Viterbo. Una delle arrestate ha chiesto il patteggiamento della pena per anni 2 mesi 10 e 12.000 euro di multa. Mentre l’altra ha chiesto il giudizio abbreviato.”

Lo afferma Ciro Di Domenico, Coordinatore regionale per la FP CGIL Polizia Penitenziaria: “In data 07 02 2024 il Reparto di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Viterbo unitamente al Nucleo cinofilo di Roma, durante un servizio di contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere viterbese, ha arrestato due donne che si erano recate nell’istituto di pena della Tuscia per sostenere il colloquio visivo con i propri familiari reclusi. Le donne, segnalate dal cane antidroga ‘Kenya’, sono state perquisite e trovate in possesso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. La prima, moglie di un detenuto, aveva occultato nelle parti intime un involucro contenente 15 grammi di hashish, 15 grammi di cocaina e 15 grammi di sostanza da taglio. L’altra donna, madre di un altro detenuto, aveva occultato all’interno delle parti intime un involucro contenente 100 grammi di sostanza stupefacente di tipo hashish. Le due donne su disposizione del pm di turno della Procura della Repubblica di Viterbo, il Sostituto Procuratore dott. Flavio Serracchiani, sono state immediatamente associate alla casa circondariale di Civitavecchia nel Reparto femminile. Nei confronti di una delle due, i Carabinieri competenti per territorio, avuta la notizia dell’arresto, hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione della signora e hanno rinvenuto circa 2 kg di hashish e 60 grammi circa di cocaina, bilancini di precisione, un libro mastro con la contabilità dello spaccio e 8 telefoni cellulari, ponendo tutto sotto sequestro e arrestando il genero della donna.”

Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “L’introduzione di sostanze stupefacenti sono una grave minaccia per la sicurezza delle carceri e minano alle fondamenta i tentativi di recupero dei detenuti nella società. Dietro il traffico di stupefacenti e telefonini, ruotano giri di affari per milioni di euro con conseguente gestione di potere fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno e al di fuori delle carceri. Abbiamo chiesto più volte il potenziamento delle Unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria che hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche per colpa delle poche unità in servizio.”

“La notizia di oggi del sequestro di droga e degli arresti nel carcere di Viterbo – conclude Manna – testimoniano l’attenzione e la determinazione della Polizia Penitenziaria in ogni singolo aspetto nella gestione delle carceri a dispetto delle carenze d’organico e ai pochi mezzi a disposizione. A loro, va la conferma dei nostri quotidiani ringraziamenti per l’ottimo lavoro svolto”.

Viterbo, 9 febbraio 2024

Al Direttore Generale

Dott. Vincenzo Caridi

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

Al Direttore Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione

Dott. Massimiliano D’Angelo

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: Richiesta attivazione cambio profilo

Lo abbiamo detto di fronte al Direttore Generale in occasione del confronto del 30 novembre, l’abbiamo ribadito alla Commissaria Micaela Gelera e, ancora, in sede di definizione del Piano triennale dei Fabbisogni: la coperta è corta, i pensionamenti all’orizzonte sono tanti e l’INPS ha necessità di assumere se non vuole pregiudicare l’imprescindibile servizio fornito alla cittadinanza. È un dato di fatto che l’Amministrazione non può ignorare, è un’esigenza che investe tutte le professionalità, sempre che si tenga al rapporto con la cittadinanza.

Tra i vari ruoli in grave sofferenza c’è sicuramente quello del personale addetto al Supporto Tecnologico Territoriale, incardinato dal 2022 nella DCTII. Mentre l’Istituto, infatti, sta correndo a passo spedito verso una piena digitalizzazione dei servizi, mentre la macchina organizzativa dell’INPS ha metabolizzato ampi processi di cambiamento con il lavoro agile, la prima linea rispetto alla risoluzione delle criticità informatiche resta appannaggio degli ex GAI, cui sono ancora oggi affidati compiti territoriali essenziali: dalla rilevazione del fabbisogno di dotazioni informatiche al supporto di secondo livello sui malfunzionamenti non risolvibili dall’help desk, sino al sostegno ai colleghi per ogni difficoltà sui sistemi.

Come spesso accade, a una ridefinizione del ruolo che aumenta le attribuzioni non corrisponde però un incremento del personale destinato alle stesse attività: la possibilità per quei colleghi che svolgono queste attività di cambiare profilo da amministrativo a informatico risulta da troppo tempo congelata; stesso si dica sulle assunzioni, ancora ferme al palo. A zero immissioni non corrisponde un saldo neutrale, stante l’uscita di lavoratrici e lavoratori dotati di competenze e professionalità rodate nel tempo.

Tutto questo, lo ribadiamo, non è soltanto una spada di Damocle sull’efficienza dell’Istituto, perché anche non decidere è una scelta. È in stridente contrasto con la linea adottata da INPS: si progetta l’automazione nell’erogazione delle prestazioni ma non si pensa a chi, parallelamente e pragmaticamente, configura e predispone gli strumenti di lavoro. I colleghi sono sempre di meno.

Questo importante servizio di secondo livello deve essere presidiato da personale in possesso di conoscenze specifiche e senso di appartenenza all’Istituto, stante anche i rapporti con amministrazioni esterne. Sarebbe un azzardo e un salto nel buio anche solo ipotizzare di poterlo appaltare all’esterno.

Se si vuole dare un segnale di attenzione, la via è una, e la presente istanza va in questa direzione: nell’attesa di un concorso specifico, chiediamo l’apertura di un bando per cambio profilo, una mobilità orizzontale che consenta ai colleghi interessati di potersi mettere alla prova in un nuovo ruolo.

In attesa di riscontro,

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Nel pomeriggio dell’8 febbraio abbiamo discusso della bozza di Decreto Direttoriale riguardante le missioni del personale. Alcuni punti sono ancora da discutere, intanto abbiamo notato che nella bozza presentata è stata accolta la nostra richiesta di considerare il tempo di viaggio anche per il personale incaricato di recarsi presso altri uffici dell’ambito interregionale (ad es. il personale informatico).

Il principale punto di discussione riguarda la riconoscibilità dell’indennità chilometrica anche per i percorsi inferiori a 10 km nell’ambito della vigilanza ispettiva. Si tratta di un elemento fondamentale, considerando che un eventuale mancato riconoscimento determinerebbe di certo un mancato uso dell’auto in queste tratte. Abbiamo apprezzato la disponibilità dell’INL a risolvere il problema. Una prima ipotesi che abbiamo lanciato riguarda l’uso dell’autonomia di cui INL dispone in questo ambito, la stessa che ha consentito finora l’emanazione di un decreto Direttoriale per disporre l’aumento del rimborso chilometrico. Si potrebbe, quindi, emanare un decreto Direttoriale per disporre il rimborso delle spese anche per attività di vigilanza nell’ambito dei 10 km. Sarebbe questa la strada maestra da imboccare, per risolvere rapidamente e definitivamente il tema, dando anche un importante segnale verso i lavoratori.

Nostra ulteriore proposta in merito riguarda l’ampliamento dei casi in cui si prevede il rimborso dei chilometri percorsi all’interno del Comune, aggiungendovi non solo le frazioni – non presenti in tutti i Comuni – ma anche le diverse località come zone industriali, zone artigianali o di sviluppo industriale, località agricole, marittime, etc.

La discussione sul punto non è ancora conclusa, ma nei prossimi giorni l’Amministrazione si è impegnata ad inviare un’ulteriore bozza.

Si è poi avviato il confronto sul regolamento per l’attribuzione degli incarichi di PO. In merito, abbiamo evidenziato le prime osservazioni, riservandoci di farne ulteriori nel prossimo incontro, che si terrà il 13. Anzitutto, abbiamo evidenziato a monte il cortocircuito che rischia di prodursi con un numero così elevato (e maldistribuito) di incarichi di coordinamento a vario titolo: circa 900 posizioni di coordinamento che attingeranno tutte dal FRD o verranno pagate male o rischiano di depauperarlo a scapito del resto dei lavoratori. Sarebbe pertanto utile ragionare su una riduzione di tutti questi incarichi, in particolare nelle realtà medio grandi, per poterli pagare meglio.

A tal proposito, abbiamo contestato la graduazione delle PO in tre fasce economiche, ritenendo che ne debba esistere una sola, in quanto la responsabilità del processo è la medesima per tutti. Chiediamo anche non formule poco chiare e fluttuanti, ma cifre intellegibili per tutti, da definire ovviamente in sede di contrattazione FRD, ricordando che il CCNL prevede che l’indennità debba essere corrisposta per tredici mensilità.

Non è ancora chiaro, inoltre, il rapporto tra responsabili di team e responsabili di processo da un lato, e responsabili di processo ed Elevate Professionalità dall’altro, e questo è fondamentale per la funzionalità dell’intera struttura ed evitare possibili rischi di conflittualità.

Rispetto ai compiti del responsabile di processo, se da un lato accogliamo con favore la presenza di attività più chiare rispetto al passato, dall’altro abbiamo evidenziato che responsabile del procedimento ispettivo può essere solo l’ispettore che ha svolto l’attività e redatto gli atti conclusivi, per cui non può attribuirsi questo incarico al responsabile di processo, come invece fa il documento.

Riguardo alla procedura di conferimento, riteniamo che sia stato dato eccessivo peso all’anzianità di servizio e all’anzianità nella posizione di responsabilità, potendo retroagire addirittura agli ultimi venti anni! Questo avrà l’effetto di cristallizzare le situazioni attuali, attribuendo 30 punti su 50 già solo in base all’anzianità e non è per noi accettabile. E’ necessario, pertanto, riequilibrare il rapporto tra colloquio, requisiti culturali ed esperienza, trovando un equilibrio corrispondente a quello presente nel regolamento tuttora vigente, quindi riducendo di molto il peso dell’esperienza e aumentando quello del colloquio e anche dei requisiti culturali.

Ulteriore questione è quella dell’anzianità di servizio minima per poter accedere alle posizioni organizzative. Se l’INL fosse in una situazione rosea di certo il termine minimo di cinque anni potrebbe essere soddisfacente ma, considerando che molti uffici – in particolare quelli più piccoli – rischiano di non avere personale, occorre valutare una riduzione a due o tre anni di anzianità minima.

Dulcis in fundo, c’è il tema della rotazione degli incarichi; su questo, la nostra posizione è nota da anni: riteniamo che debba essere data a tutti coloro che lo vogliano la possibilità di mettersi in gioco, senza creare posizioni di rendita solo per alcuni. Dall’altra parte, non riteniamo neanche corretto congedare coloro che per tanto tempo hanno messo a disposizione dell’Ufficio la propria professionalità e maturato competenze. Per questo, riteniamo che debba essere previsto un termine massimo alla durata di questi incarichi, considerando però anche il pregresso. Coloro che abbiano maturato il termine massimo, potranno – a nostro parere – candidarsi per una PO diversa all’interno dello stesso ufficio ovvero per la medesima PO ma in un ufficio diverso.

Infine, riteniamo che debba essere sempre posta la massima attenzione sui conflitti di interesse o su vincoli parentali o coniugali con dirigenti o altri titolari di PO e che questo requisito debba essere mantenuto e verificato.

Il 13 febbraio, oltre a proseguire la discussione su direttiva missioni e regolamento per le PO, verrà avviata anche la discussione sul regolamento per gli incentivi al personale che – a vario titolo – si occupa di appalti, come avevamo chiesto.

 

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

 

Fp Cgil Medici commenta la firma dell’Accordo collettivo nazionale per la medicina generale 2019/2021: “nessuna novità, né maggiori tutele per i professionisti. Solo un accordo-ponte, fotocopia dei precedenti”

Roma, 9 feb – “È necessario un profondo cambiamento del rapporto di lavoro che per prima cosa dovrebbe liberarci, anche con l’Accordo collettivo nazionale, dalla spada di Damocle della quota capitaria. È ormai chiaro a tutti come sia necessario superare il rapporto libero professionale, che frammenta il sistema”: così il coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale commenta l’Accordo sottoscritto dalle altre organizzazioni sindacali di categoria.
“E invece, nulla di tutto ciò si intravede nell’Accordo. E’ mancato persino il coraggio di cancellare il riferimento alle ‘tre ore’ di lavoro quotidiano, da sempre tallone d’Achille della nostra categoria, che spesso viene additata come la parte debole dell’assistenza territoriale puntando il dito sui professionisti e non invece sul modello organizzativo e sui mancati investimenti. Nessuna innovazione organizzativa né contrattuale, solo una parziale restituzione degli arretrati”.

Secondo Fp Cgil “ancora una volta si svendono le tutele per un piatto di lenticchie. Aumenta al contrario da 1.000 a 1.200 il cosiddetto rapporto ottimale di assistiti da prendere in carico con la possibilità di estenderlo fino 1.890 per ogni medico e con la previsione per i colleghi in pensione di tornare al lavoro come sostituti. Queste operazioni servono solo a nascondere la smisurata carenza di professionisti, causata negli anni dalla perdita di attrattività per i giovani medici di una professione che avrebbe dovuto essere il fulcro della garanzia di salute della cittadinanza. È un accordo che appesantisce i carichi di lavoro, invece di migliorarne le condizioni. Si arriva addirittura a ribadire la responsabilità dei medici di medicina generale negli accessi impropri nei pronto soccorso dimenticando il vero problema delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche”.

“Inoltre – prosegue il coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale, che nell’occasione ha rilanciato il proprio Manifesto pubblicato al link https://www.fpcgil.it/wp-content/uploads/2023/06/Manifesto-Medicina-Generale_190623-1.pdf – nell’Acn vengono introdotti elementi che favoriscono la regionalizzazione e la privatizzazione, ma viene ignorato il problema delle prestazioni erogate da anni per l’INAIL e mai contrattualizzate, cosi come la conciliazione dei tempi di vita-lavoro diventa argomento di eventuale tavolo tecnico e non articolo di contratto, antistorico peraltro che questo riguardi solo le colleghe, come ad intendere che il prendersi cura dei propri cari sia compito e prerogativa solo femminile”.

“Insomma – conclude la nota – l’unico elemento ad emergere è l’abissale distanza tra la fatica quotidiana dei medici di medicina generale e chi li rappresenta con una visione antiquata e frammentata del sistema che favorisce solo i tagli dei servizi a vantaggio di interessi privati. Oggi abbiamo perso l’occasione di cambiare il sistema e il rapporto di lavoro, migliorando tutele e diritti dei professionisti. Chi ha firmato dovrà spiegare alle lavoratrici ed ai lavoratori i motivi di scelte che non modificano nulla o addirittura peggiorano le attuali condizioni di lavoro. Soprattutto, dovrà chiarire quale progetto di medicina generale stanno proponendo se quella che entra a pieno titolo nell’integrazione del sistema salute o al contrario quella che rimane una monade che fa lavorare in condizioni non ottimali i professionisti il cui unico obiettivo è curare al meglio i pazienti”.

“Nella tarda mattinata di ieri, nella sala colloqui del carcere di Velletri, una donna è stata individuata dalla Polizia Penitenziaria mentre tentava di introdurre 20 grammi di cocaina da consegnare al figlio 45enne, detenuto per rapina. Nei confronti della donna è scattato subito l’arresto.

Mirko Manna della FP CGIL Nazionale: “L’introduzione di sostanze stupefacenti sono una grave minaccia per la sicurezza delle carceri e minano alle fondamenta i tentativi di recupero dei detenuti nella società. Dietro il traffico di stupefacenti e telefonini, ruotano giri di affari per milioni di euro con conseguente gestione di potere fondamentale per stabilire le gerarchie all’interno e al di fuori delle carceri. Abbiamo chiesto più volte il potenziamento delle Unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria che hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche per colpa delle poche unità in servizio.”

Velletri, 9 febbraio 2024

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