CIRCOLARE “FRONT END:UNO SCHIAFFO AI LAVORATORI ENESSUNA QUALITA’ AGLI UTENTI
La pubblicazione della circolare 103/19, avvenuta pochi giorni fa nel bel mezzo della discussione di merito all’interno dell’organismo paritetico per l’innovazione, la dice lunga sulle reali intenzioni da parte dell’amministrazione di avviare un percorso di reale condivisione e confronto con le rappresentanze dei lavoratori.
Ma andiamo per gradi. Intanto siamo a dir poco sorpresi con riguardo alla tempistica, ovvero, ci chiediamo se a fronte dell’ennesima revisione del modello organizzativo, già annunciata, sia normale che si parta dalla rivisitazione del modello di servizio.
E così si va un po’ a spanne, una circolare di qua ed una determina di la, senza una meta ed un obiettivo preciso da perseguire, senza una visione di prospettiva e d’insieme dell’Istituto.
È in questo quadro che incardiniamo le nostre valutazioni sulla circ. 103, un provvedimento “posticcio” che non affronta e non risolve i problemi. Per la Cgil, per i lavoratori e per i cittadini, le criticità agli sportelli purtroppo esistono veramente, sono tangibili quotidianamente, e non hanno trovato soluzioni nelle circolari sin qui emanate, tanto meno nell’ultima, che, a nostro avviso, invece di migliorare la situazione, ha come unico effetto quello di determinare un aggravio di lavoro per il personale, con ulteriori ricadute negative anche sulle attività di back office.
Come abbiamo già abbondantemente illustrato all’amministrazione negli incontri avuti, ma anche con
osservazioni scritte, intendiamo ribadire con forza che è solo affrontando seriamente ed in profondità le questioni che stanno in capo all’organizzazione dell’Istituto che si determineranno le condizioni per il miglioramento in termini di servizio reso e di gestione del front-end. Spiace invece dover registrare, ancora una volta, provvedimenti “spot” che non contemplano e non tengono in alcun modo le dinamiche che si verificano nei territori.
Evidenziamo, a titolo di esempio:
– L’attuale chiusura degli sportelli prevista alle 12.30, di solito, si protrae a tal punto da sovrapporsi con l’inizio delle attività legate all’agenda appuntamenti;
– L’utenza arriva dopo aver già utilizzato tutti i molteplici e ridondanti canali telematici offerti dall’Istituto.
È evidente come l’origine dei problemi risieda altrove e il front-end rappresenta solo il luogo dove la cittadinanza scarica, non di rado con rabbia e aggressività, la propria frustrazione, individuando nel
malcapitato operatore il colpevole delle mancate o tardive risposte alle proprie istanze.
Ma nonostante il quadro complessivo rappresentato, nel corso degli incontri che si sono tenuti sulla circolare in parola, ci siamo assunti l’onere di rappresentare alcune tra le criticità palesi. Nel merito, tra le nostre proposte, realizzabili nell’immediato e rimaste inascoltate dall’amministrazione, quella di costruire un percorso che puntasse alla riduzione dei canali di comunicazione e che si intervenisse in modo efficace sulla tempistica e qualità dei servizi anche attraverso il miglioramento delle procedure informatiche ed intervenendo sulla velocità delle reti.
Non da ultimo, siamo molto preoccupati per il percorso del CCNI 2018 che, tra l’altro, contempla i primi segnali di attenzione nei confronti degli operatori che svolgono attività di sportello e di consulenza ed è bloccato da alcuni mesi per le certificazioni ministeriali.
Riteniamo che quanto rappresentato, alle ricadute palesi sull’orario di lavoro del personale, unitamente a situazioni logistiche spesso inadeguate, se non pericolose, sia dal punto di vista dell’accoglienza che per quello relativo alla sicurezza, costituiscano il fondamento per una nostra azione incisiva di contrasto alla circolare 103.
Mentre l’amministrazione metteva in scena un falso confronto noi, nell’interesse del personale e dei cittadini, eravamo pronti a dare il nostro contributo sul cuore vero dei problemi dell’Istituto per il benessere lavorativo del personale e per la qualità dei servizi alla cittadinanza. Lo abbiamo dichiarato
agli incontri e lo ribadiremo, non ci stiamo e con noi le lavoratrici e i lavoratori dell’Inps ad operazioni di “facciata” che non aggrediscono e non risolvono le vere ed annose problematiche che affliggono l’Istituto, e che hanno determinato nella cittadinanza la percezione dell’Inps quale ostacolo alla fruizione di un loro diritto.
Attiveremo, per questo, tutte le iniziative a tutela del personale e per servizi efficaci ai cittadini.
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano
Uffici svuotati, servizi in crisi e graduale scomparsa di figure professionali qualificate. Lo Stato si ritira mentre avanza il privato. È l’immagine del declino che sta investendo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, seppur in condizioni di emergenza, continua ad erogare servizi cruciali ai cittadini, come ad esempio il rilascio petenti, le pratiche di revisione dei mezzi di trasporto o la gestione delle imbarcazioni, mentre perde progressivamente figure professionali di livello, quali ingegneri e tecnici specializzati. A denunciarlo è la Funzione Pubblica Cgil nel dare conto dell’avvio dello stato di agitazione del personale del ministero di Porta Pia.
Un declino che si raffigura nel venir mento di competenze, quelle specifiche che operano nel campo dei controlli sulle opere pubbliche e sulle infrastrutture ferroviarie e stradali, per arrivare a chi si occupa delle revisioni dei mezzi fino al rilascio delle patenti. Il tutto a favore di nuove agenzie e di privati. I numeri, infatti, spiega la Fp Cgil, ci dicono che al momento il Mit impieghi poco più di 7 mila addetti, con una grave carenza di organico pari a circa 500 unità, frutto del combinato disposto dato da pensionamenti e prolungato blocco del turn over.
Uno dei più importanti ministeri, quello di Porta Pia, rischia quindi di collassare per la forte riduzione di personale. Una realtà che emerge dai numeri e contro la quale i sindacati si oppongono proclamando lo stato di agitazione nazionale, per dire no al declino del Mit. Basti pensare al caso delle Motorizzazioni, tra i più gravi, che hanno un personale talmente ridotto che sta producendo difficoltà nell’assicurare le normali attività quali le pratiche di revisione dei mezzi o del rilascio delle patenti. I numeri, sul territorio nazionale, parlano chiaro. I casi più eclatanti sono quelli di Vicenza e Brescia, dove il personale a disposizione è appena la metà di quello previsto: 36 addetti dei 70 previsti in organico a Vicenza e 34 su 70 a Brescia.
Non va tanto meglio per le Capitanerie di Porto che dovrebbero occuparsi, ad esempio, delle patenti nautiche e della gestione delle imbarcazioni, che si vedono anch’esse svuotate di personale. A Genova sono presenti solo 12 lavoratori dei 20 previsti in organico, a Napoli 23 su 51 (meno della metà), a Trapani 9 su 17, fino ad arrivare al caso emblematico di Livorno dove è presente un solo lavoratori dei 5 previsti. Un rapido smantellamento dei servizi che è destinato ad acuirsi a seguito dell’introduzione di Quota 100 e dei pensionamenti già previsti.
Il declino de Mit, commenta il responsabile del ministero per la Fp Cgil Nazionale, Paolo Camardella, “è una emergenza che riguarda anche i Provveditorati, le Motorizzazioni e le Capitanerie di Porto. La situazione nella quale devono operare gli uffici è disastrosa, in assenza degli investimenti necessari per rafforzare le risorse infrastrutturali e umane. Molte sedi periferiche versano in condizioni indecenti mentre la situazione si aggrava di giorno in giorno”. Da qui l’impegno del sindacato: “Vogliamo contrastare questo declino – afferma Camardella – e per questo rivendichiamo un piano straordinario di assunzioni, certe e veloci; interventi per affrontare le inefficienze e i problemi, frenando l’espropriazione di funzioni del Ministero a vantaggio dei privati; maggiori risorse sul salario. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e andremo avanti per ottenere risposte. Perché questo pezzo cruciale dell’assetto istituzionale del paese continui a vivere. Servono occupazione e risorse per invertire il declino del Mit“, conclude.
Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. provinciali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF in cui continuano a denunciare la cronica situazione degli automezzi in cui desta il Comando, mettendo a dura prova l’operato del soccorso e la sicurezza degli operatori e dei cittadini.
Pubblichiamo la nota unitaria delle OO.SS. Regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Conapo e Confsal inviata all’Amministrazione, con la richiesta di chiarire quale tipo di organizzazione intenda adottare per il settore e per il personale TLC della Regione
Pubblichiamo la nota di chiarimento emanata dalla Direzione Centrale Risorse Umane riguardo le modalità di controllo assenze per malattie del personale del CNVVF.
Non funziona nulla, la Formazione fa acqua da tutte le parti, quindi mettiamo i corsisti dell’85° Corso tutti ai Comandi di residenza.
Che problema c’è?
Nessuno!
Il carico di lavoro già elevato dei Comandi provinciali li trasformerà in vittime inermi del far nulla.
“Nessuna concreta misura a favore dei Vigili del Fuoco, a dispetto degli impegni assunti dalla maggioranza di governo e dati in pasto all’opinione pubblica. Tra gli emendamenti al decreto sicurezza bis relativi al corpo dei Vigili del Fuoco che hanno ottenuto il via libera dalle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera si registrano solo misure gradite ai vertici“. A denunciarlo è il responsabile nazionale della Fp Cgil Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella.
Soltanto una settimana fa, osserva il dirigente sindacale, “finivamo, come Vigili del Fuoco, nel tritacarne del dibattito politico, stretti nella propaganda di governo. Ma le parole, le ‘rassicurazioni’, non hanno avuto seguito: nessuna misura concreta a favore dei circa 34 mila appartenenti al corpo dei Vigili del fuoco ma solo toppe, in parte utili all’Amministrazione ma non risolutive dei problemi che investono il personale. Gli emendamenti approvati, infatti, certificano la carenza di organico del corpo, attraverso la possibilità di ricorrere più facilmente al richiamo di volontari e all’utilizzo delle ore di straordinario. Si coprono i buchi con i volontari e si fanno lavorare di più i Vigili del Fuoco, barattando più lavoro con più salario”.
Per Giulianella, inoltre, “si strizza l’occhiolino al personale con i passaggi di qualifica, necessari all’Amministrazione per coprire la carenza di figure qualificate, mentre diminuisce la quota di ore dedicate alla formazione in ingresso. Misura che in parte agevola i tempi dei nuovi ingressi ma allo stesso tempo taglia le ore di formazione per questi ultimi. In sostanza briciole ma niente di concreto in termini di risorse per i Vigili del Fuoco sul salario, nessuna ulteriore assunzione, nessuna copertura per l’assicurazione Inail e niente sulla pensione integrativa. Questi i fatti, le chiacchiere stanno a zero. Intensificheremo lo stato di agitazione affinché nella legge di Stabilità si possano concretizzare misure per dare il giusto riconoscimento ai Vigili del Fuoco“, conclude.
COMUNICATO UNITARIO A TUTTO IL PERSONALE
Come già anticipato dal Segretario Generale negli incontri con le OO.SS. circa l’intenzione di firmare una convenzione che prevedesse la fruizione delle strutture sanitarie militari presenti sul territorio nazionale, incluso l’ospedale del Celio con sede in Roma, oggi 19 luglio 2019 presso lo Stato Maggiore della Difesa è stata sottoscritta dal Segretario stesso e dal Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, la Convenzione di cui sopra (in allegato).
Sempre a proposito di convenzioni, nella giornata del 15 luglio 2019 si è tenuto un incontro tra il Segretario Generale e le Organizzazioni sindacali alla presenza di un funzionario Consip, per esporre i vantaggi economici per tutto il personale derivanti da Convenzioni in tema di noleggio auto a lungo termine.
Nei prossimi giorni verranno pubblicate sulla Intranet le Convenzioni con relative circolari esplicative per entrambe le convenzioni sulle modalità di fruizione delle stesse.
S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero A. Benedetti F. Stefanangeli
Pubblichiamo la nota del Coordinatore Regionale relativa all’organizzazione per la campagna AIB 2019/2021
COMUNICATO SULL’INCONTRO DEL 18 LUGLIO 2019 CON IL DOTT. AMATO, CAPO DELLA SEGRETERIA TECNICA DEL MINISTRO DELLA SALUTE GRILLO
Nella mattinata del 18 giugno 2019, alle ore 11.00, nella sede di Lungotevere Ripa, si è tenuto l’incontro con il Dr. Amato, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Grillo, dove sono state affrontate le problematiche collegate alla stabilizzazione dei lavoratori a convenzione in servizio presso le strutture SASN . La parte pubblica era composta dal Dott. Amato, dal Dott. Celotto, dal Dott. Da Mario, dalla D.ssa Chiurato (Ufficio di Gabinetto), dal Dott. Milonis, dalla Dott.ssa Damonte e dalla Dott.ssa Salbitani, mentre le OO.SS. presenti erano la FP CGIL, la USB, la UIL, la CISL e FSI USAE .
L’incontro è stato introdotto dal Dr. Amato che ha illustrato il quadro complessivo della questione dei lavoratori a convenzione SASN, richiamando l’attuale inquadramento giuridico, le decisioni giurisprudenziali in materia e il vecchio parere dell’Ufficio Legislativo del 2016.
Ha anche analizzato la bozza di ACN in attualmente contrattazione, che risponde ad un contratto di rapporto di lavoro dipendente in quasi tutte le sue articolazioni, così come l’ACN vigente. Ha anche espresso la massima apertura del Ministro ad effettuare quanto è possibile per arrivare ad una stabilizzazione dei ruoli del Ministero della Salute, osservando che la sottoscrizione dell’ACN con dei tratti marcatamente caratterizzanti della condizione dei lavoratori dipendenti, aiuterebbe nella trattativa con le altre Amministrazioni da coinvolgere (Dip. Funzione pubblica e Ministero dell’Economia).
Nel nostro intervento abbiamo ribadito le nostre posizioni già note ai componenti del tavolo tecnico . Per quanto ci riguarda, l’accordo collettivo nazionale in trattativa risulta carente nella parte che prevede le tutele sociali in particolare la parte facoltativa della maternità, i congedi parentali e i permessi collegati alla legge 104 .
Inoltre, c’è da risolvere la controversia collegata alla parte economica.
Per quanto attiene alla tematica del tavolo tecnico, abbiamo richiesto la immissione nei ruoli del Ministero delle lavoratrici e dei Lavoratori a convenzione dei SASN che svolgono il loro lavoro ormai da oltre vent’anni con tutte le caratteristiche del lavoratore dipendente : orario di lavoro, ordini di servizio, ferie, sanzioni disciplinari, tenendo aperte le strutture ambulatoriali del Ministero con compiti che vanno al di là dell’esercizio delle loro professioni sanitarie .
Inoltre, abbiamo osservato che la stabilizzazione del personale SASN servirebbe anche a migliorare il servizio offerto all’utenza che avrebbe di fronte dei professionisti che opererebbero nel Ministero e non come precari strutturali.
Pertanto, la fine del precariato del personale sanitario a convenzione delle strutture SASN appare come una misura imprescindibile .
Il Dr. Celotto è intervenuto dichiarandosi disponibile a compiere un complesso studio di fattibilità dell’operazione che va dall’ampliamento della pianta organica attuale, alla nuova strutturazione del fabbisogno del personale, alla verifica della attuale situazione del personale sanitario in servizio per rappresentare al Ministro un possibile supporto ad una iniziativa normativa che deve essere la base da cui partire per stabilizzare i lavoratori SASN.
Il Dr. Da Mario si è reso disponibile a compiere uno studio sulla realtà SASN che presenta una offerta di servizi sanitari molto diversa da sede a sede che invece andrebbe standardizzata su tutto il territorio nazionale .
Il Dr. Amato è intervenuto osservando che la stabilizzazione sarebbe un giusto riconoscimento alle persone che lavorano da decenni per l’Amministrazione.
In conclusione, il Dr. Amato ha proposto di aggiornare il tavolo tecnico a settembre per fare il punto della fattibilità dell’operazione prima di coinvolgere le Amministrazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia .
Vi terremo informati sugli sviluppi della vicenda.
La delegazione FP CGIL
Fabio Lupi
Carla Mari
Cari colleghi,
ieri 18 luglio abbiamo incontrato il Ministro On. Alberto Bonisoli sull’importante argomento della
riorganizzazione del Ministero.
RIORGANIZZAZIONE DEL MIBAC
Il Ministro ci comunicato che il testo del DPCM di riorganizzazione che è stato approvato in
Consiglio dei Ministri lo scorso 19 giugno, è attualmente al vaglio della Corte dei Conti. Abbiamo
chiesto la trasmissione ufficiale del testo definitivo che è stato approvato.
Il Ministro ci ha illustrato il progetto complessivo partendo dalla presentazione di quelle che è la
ripartizione delle sedi Dirigenziali non generali, cui vanno aggiungere le sedi dirigenziali generali:
Ufficio di Gabinetto 1
OIV 1
Segretariato Generale 9
Segretariati distrettuali 12
DG Educazione e Ricerca 6
DG ABAP 5
Soprintendenze ABAP 39
Uffici esportazione 2 (con sede a Firenze e Milano)
DG Archivi 5
Sopr. Archivistiche e bibliografiche e Archivi 22
DG Biblioteche ed Istituti culturali 7
Biblioteche 4
DG Musei 3
Reti museali 11
Musei autonomi 19
Dirigenti amministrativi per musei autonomi 2
DG Creatività contemporanea e rigenerazione urbana 3
DG Spettacolo 2
DG Cinema ed Audiovisivo 3
DG Organizzazione 3
DG Bilancio 2
DG Contratti e concessioni 2
A queste posizioni dirigenziali l’Amministrazione ha comunicato che ne vuole aggiungere ulteriori
30 che saranno aggiunte con una specifica norma nella legge di bilancio e che si prevede
potrebbero essere così ripartite:
Soprintendenze del Mare 2
Uffici esportazione 3 (con sede a Roma, Venezia e Napoli)
Musei autonomi 5 (Museo del Vittoriano a Roma e
Museo della Moda a Firenze e altri tre
musei)
Direttori amministrativi dei Musei autonomi 5
Segretariati e reti museali 5
Biblioteche 4
Archivi 4
DG Biblioteche e Spettacolo 2
Alla luce di questa articolazione l’Amministrazione sta predisponendo diversi decreti attuativi che
andranno a dettagliare competenze e servizi della Direzioni generali, delle articolazioni periferiche,
della governance dei Musei autonomi (compresa l’eliminazione dei CDA e il potenziamento dei
Comitati scientifici), le aree archeologiche che tornano alle Soprintendenze e i musei in capo ad
ogni rete museale, le soglie e l’articolazione funzionale della DG Contratti.
Su questo ultimo punto l’Amministrazione ha presentato una ipotesi di soglie per la gestione di
appalti e contratti che vi sintetizziamo in questo testo ma che ci riserviamo di dettagliare meglio
appena avremo comunicazioni ufficiali:
– Fino a € 500.000 per Archivi, Biblioteche e Soprintendenze (che sarà elevato ad 1 milione
dal 1 gennaio 2022 per le Soprintendenze);
– Fino a 2 milioni per Segretariati e Reti museali (che sarà elevato ad 5 milioni dal 1 gennaio
2022);
– Sopra i 2 milioni per la DG Contratti (che sarà elevato ad 5 milioni dal 1 gennaio 2022);
– Nessuna soglia per gli istituti autonomi, salvo la facoltà di avvalersi della DG Contratti.
Questa precisazione rende un po’ più chiaro il ruolo della nuova DG Contratti.
L’Amministrazione non ha ancora definito una tempistica precisa per l’attuazione della riforma
anche se si sta lavorando per renderla operativa dal 1 gennaio 2020. In questo contesto, ritenendo
che le ulteriori 30 risorse dirigenziali (che noi crediamo che debbano essere maggiori) siano
fondamentali per la composizione di un quadro complessivo di riorganizzazione, abbiamo richiesto
che i decreti attuativi vengano emanati contestualmente all’incremento della dotazione di dirigenti,
anche per scongiurare gli uffici interregionali di cui non condividiamo la creazione.
Rimaniamo comunque contrari alla soppressione della CO.RE.PA.CU. perché sarebbe tutto in
capo alla DG, sia i provvedimenti di vincolo che di verifica. Oltretutto la possibilità che la DG si
discosti dall’istruttoria tecnica del Soprintendente può portare ad un incremento dei contenziosi.
Rimane non risolta la questione della rivisitazione delle aree funzionali interne delle
Soprintendenze con la soppressione delle aree della Demoetnoantropologia (accorpata ad altra
area) e Educazione e Ricerca, con evidente penalizzazione professionale per i colleghi con queste
professionalità e l’eliminazione del Servizio VI della DG ABAP sulla Demoetnoantropologia.
Pur avendo ricevuto delle rassicurazioni rimangono molte perplessità sulla gestione degli uffici
esportazione quali sedi dirigenziale non essendo stato precisato che rapporto avranno con le
Soprintendenze e gli altri istituti del MiBAC in merito alla gestione dei prestiti. Abbiamo inoltre
chiesto rassicurazioni sullo sganciamento delle Biblioteche Storiche annesse ai Poli ed ai Musei
autonomi ed il loro immediato rientro nel loro alveo naturale, denunciando le operazioni di
smantellamento in atto ad opera dei cosiddetti Direttori manager.
Il Ministro, il Capo di Gabinetto ed il Segretario Generale hanno manifestato massima disponibilità
al confronto di dettaglio sui decreti, ipotizzando un tavolo tecnico già la prossima settimana.
Questo aspetto per noi è fondamentale al fine di intervenire per i necessari miglioramenti, anche e
soprattutto per verificare nel dettaglio le aggregazioni interregionali che ampliano il territorio di
riferimento e rendono complicato, se non inefficiente la rete connettiva all’interno
dell’Amministrazione unificata. La volontà di coinvolgimento delle OO.SS. è sicuramente positiva, a
patto che le osservazioni che verranno portate all’attenzione dell’Amministrazione trovino fattivo
riscontro nei decreti, cosa che non è avvenuta nel testo definitivo del DPCM.
DEFINIZIONE DEL FABBISOGNO OCCUPAZIONALE E PROGRAMMAZIONE DEI CONCORSI
Il Ministro ha confermato che il 31 luglio pv. verranno pubblicati i bandi per:
– 1052 unità area seconda vigilanza Area II F2
– 250 unità amministrativi F1
A seguire entro ottobre e dicembre rispettivamente gli ulteriori concorsi per la II area e per la III
area, all’interno dei quali è stata confermata l’intenzione di selezionare anche figure professionali
quali chimici, fisici, biologi, ingegneri, informatici. Ulteriori 250 unità della II area F1 verranno
reclutati attraverso i Centri per l’impiego. Complessivamente saranno banditi entro l’anno concorsi
per circa 5600 unità.
Ad ottobre verrà pubblicato il Bando per Dirigenti.
In questo contesto abbiamo ribadito che è necessario avviare quanto prima le procedure previste
dall’art. 22 comma 15 del D.Lgs. 75/2017, ricevendo rassicurazioni dall’Amministrazioni in tal
senso.
RISORSE PER IL FONDO DEL PERSONALE E INDENNITA’ DI AMMINISTRAZIONE
Il Ministro ha confermato la volontà di intervenire con una norma che permetterà di utilizzare una
percentuale degli introiti della bigliettazione per finanziare il Fondo del personale. Abbiamo
pertanto richiesto che lo sforzo economico sia adeguato, allo scopo di adeguare l’indennità di
Amministrazione dei MiBAC a quella di altri Ministeri (ad esempio Giustizia).
In conclusione riteniamo apprezzabile il metodo di confronto definito, basato su una disponibilità
franca e costruttiva, ma restano ancora molti aspetti molto importanti da chiarire che riguardano la
concreta attuazione del DPCM, al momento al vaglio della Corte dei Conti, relativi al percorso con
cui si articoleranno i Decreti Ministeriali, previsto a partire dal mese di settembre, e resta la
necessità di un confronto approfondito sul piano occupazionale, nel cui ambito noi abbiamo chiesto
di chiarire la programmazione che riguarda la riqualificazione del personale interno.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Claudio Meloni Giuseppe Nole’ Federico Trastulli
Valentina Di Stefano
Pubblichiamo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – ACCORDO INTEGRATIVO AREA DIRIGENZIALE – ANNO 2018