Mercoledì 24 gennaio l’Amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali per la prosecuzione delle trattative relative al CCNI 2023 e per l’apertura delle trattative sul CCNI 2024.
L’impegno assunto dall’Amministrazione in occasione del precedente confronto, volto a ripristinare il ciclo fisiologico della contrattazione programmando per tempo l’impiego dei fondi disponibili in relazione alle esigenze imposte dagli obiettivi di volta in volta determinati, è stato quindi rispettato.
Perché il fine non resti disatteso, come spesso è accaduto in passato, abbiamo quindi richiesto una stringente calendarizzazione dei lavori in modo da garantire, nella prima frazione dell’anno, una ipotesi di CCNI 2024 con adeguati correttivi.
DIRIGENTI
Come FP CGIL abbiamo ribadito, ancora una volta, la necessità di un impegno per delineare percorsi di carriere coerenti e intellegibili, che consentano di tendere alla parità di genere trascurata nel corso del tempo. È necessario fare uno sforzo per rendere chiaro cosa fare, come muoversi e quali obiettivi conseguire per poter avere una strada aperta verso i propri traguardi di carriera.
Abbiamo quindi salutato con favore l’aumento del fondo scaturito dal nuovo contratto collettivo, chiedendo un chiarimento all’Amministrazione sui progetti specifici speciali: malgrado la riduzione numerica di questi, infatti, la voce di spesa è rimasta pressoché invariata, la qual cosa non può non destare perplessità.
Rimane, infine, sullo sfondo la necessità di superare un’anomalia evidente: oggi la segreteria del Presidente e quella del Cda rispondono a un parametro diverso rispetto alla segreteria del CIV. È chiaro che l’azione di quest’ultima deve essere quindi apprezzata con un coefficiente analogo in virtù delle responsabilità connesse all’azione svolta.
MEDICI
Per il contratto dei medici c’è stato un aumento del fondo per la retribuzione accessoria 2023 dovuto agli arretrati contrattuali del CCNL 2019-2021 (il prossimo anno molto probabilmente scenderà di nuovo l’importo).
Per il resto, l’impianto della bozza di rinnovo 2023 è sovrapponibile al CCNI 2022: nessuna nuova prospettiva di crescita è stata pensata per i medici, malgrado il grave danno economico subito ormai due anni addietro con il crollo della retribuzione di risultato.
Nel corso dell’incontro l’Amministrazione non ha chiarito che fine abbiano fatto i fondi trasferiti dal MEF all’INPS per le commissioni mediche di verifica, di cui abbiamo chiesto l’individuazione anche per valutarne un possibile impiego correlato all’indennità di esclusività.
E veniamo così ai punti estremamente critici della negoziazione: su intramoenia e indennità si è incentrata una lunga discussione, considerato che i medici INPS sono ormai gli unici medici nel contesto del pubblico impiego a non averla istituita e regolamentata. Una discussione che parte da lontano, dal 2010, e che vede l’Amministrazione ancora priva di mandato (sic) per discutere l’argomento.
È ormai evidente il distacco nei riguardi della categoria:
non si prevede alcuna forma di premialità;
non si discute di intramoenia;
non ci sono idee su forme di lavoro extraorario come è oramai previsto nelle ASL.
Nel frattempo, però, i carichi di lavoro aumentano sempre di più e le responsabilità diventano via via più gravose.
Relativamente al trattenimento in servizio dei medici fino a 70 anni non è stato emesso alcun regolamento e andremo a perdere preziose competenze ormai destinate a lasciare il servizio per raggiunti limiti di età.
L’eventuale sottoscrizione del contratto 2023, dunque, non deve trarre in errore: la volontà di ripristinare la contrattazione in canoni temporali meno surreali non cancella i problemi. Le questioni inevase devono essere affrontate tempestivamente, altrimenti sarà impossibile dare significato e valore alla stagione negoziale appena inaugurata.
PROFESSIONISTI
Anche qui si registra per il 2023 un incremento notevole, dovuto alle risorse derivanti dal CCNL firmato lo scorso ottobre, dell’importo del Fondo per la retribuzione di risultato e, nell’ambito di esso, di quello dedicato alla realizzazione dei progetti speciali.
Anche alla luce di tale disponibilità, abbiamo pertanto richiesto chiarimenti in merito agli aumenti della indennità di funzione professionale proposti solo per tecnici ed attuari e non anche per i legali.
Quanto al tavolo di lavoro relativo al CCNI 2024, di cui si è chiesta la calendarizzazione, ne costituiranno oggetto certamente la riscrittura dell’art. 7 del CCNI in materia di maggiorazioni sulla retribuzione di risultato, con l’individuazione di parametri utili ad individuare le situazioni di effettiva sofferenza lavorativa che ne giustifichino l’attribuzione, e la razionalizzazione della disciplina dell’indennità di mobilità, volta a graduarne l’ammontare in relazione a situazioni differenti, anche al fine di attenuare al massimo la sottrazione di risorse dal Fondo. Abbiamo pertanto insistito per avere dati dettagliati in merito alla composizione e alla spendita del Fondo, distinguendo in maniera trasparente parte fissa e accessoria per ciascuna delle “famiglie professionali” (legali, tecnici, attuari).
Infine, con riferimento alle selezioni per l’attribuzione dei livelli differenziati di professionalità, abbiamo insistito per l’apertura al più presto di un confronto, anche questo da calendarizzare in modo stringente, per la revisione dei criteri di selezione. Confronto imprescindibile, considerato che il regolamento attuale sacrifica anzianità e titoli professionali a vantaggio dei soli titoli di servizio, in contrasto con la disciplina contrattuale, ed altresì urgente, se non si vuole arrecare un rilevante pregiudizio a tantissimi colleghi.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Fabrizio Ottavi
Francesco Reali
Alla cortese attenzione del Capo di Gabinetto Cons. Francesco Gilioli
Oggetto: Osservazioni sulla riorganizzazione del MIC
Egregio Consigliere, nell’imminenza dell’incontro sulle ulteriori fasi di riorganizzazione del Ministero desideriamo rappresentarle alcune nostre osservazioni, per altro comunicate anche nella precedente occasione di incontro.
Nella scheda di sintesi di dpcm di riorganizzazione del MiC viene accentuato il disallineamento funzionale e organizzativo fra la tutela del patrimonio nazionale e la conservazione e gestione del patrimonio in carico al MiC (cioè fra Soprintendenze e musei) già contestato da OO.SS. e operatori della cultura nel precedente assetto, separandole ora fra dipartimenti diversi. A tal fine dovranno essere comunque previste anche forme di coordinamento delle competenze separate nei nuovi dipartimenti (p. es. fra le competenze in materia di beni bibliografici della direz. gen. archivi e quelle della direz. gen. biblioteche). La scheda mantiene anche lo squilibrio fra esigenze di competenza specifica/specializzazione e soluzioni adottate di genericità e fungibilità funzionale e organizzativa (p.es. non distinguendo le specifiche competenze sui beni archeologici nel Paese con il più ricco patrimonio archeologico europeo).
Per la (implicitamente) prevista soppressione dei Segretariati regionali non si prevedono adeguate e determinate soluzioni transitorie e sostitutive sotto i rilevanti profili:
1) dell’attribuzione delle loro funzioni di supporto e relativi appositi uffici ad altri istituti esistenti, evitando una dispersione di tali funzioni che ne renderebbe problematica l’efficienza per eccessiva riduzione delle dimensioni organizzative così frammentate;
2) della conseguente destinazione del personale addetto, a partire dai dirigenti, per i quali sarebbe più logico prevedere la direzione di uffici di seconda fascia annessi a istituti regionali di prima fascia investiti delle funzioni dell’ex segretariato, piuttosto che una problematica e gravosa diaspora interregionale (anche considerato che si sono appositamente assunti all’uopo dirigenti amministrativi uscenti dal corso-concorso della Scuola della PA), nonché del restante personale, per il quale va anche tempestivamente concordata e predisposta un’apposita mobilità, la quale dovrà avere naturalmente una dimensione nazionale (e non soltanto locale) in quanto alcune lavoratrici e alcuni lavoratori non hanno partecipato alla recente procedura telematica in attesa di sapere quale destino avrebbero avuto i Segretariati.
In sede regolamentare andrà comunque previsto un più articolato regime transitorio, a cui nella scheda non si fa cenno, per assicurare una transizione funzionale e organizzativa che non penalizzi il personale e le attività stesse del Ministero.
Per quanto riguarda l’Istituto centrale per la grafica, la sua collocazione nell’ambito della Direz. Gen. Biblioteche del Dipartimento Attività culturali è altresì del tutto incongrua con le sue competenze tecnico-istituzionali storico-artistiche, che fin dalla sua fondazione si sono sempre collocate nel settore della conservazione e gestione delle Belle Arti, direzione generale alla quale dovrà essere assegnato nei DM di organizzazione degli uffici e istituti centrali.
Appare, infine, del tutto incongrua la declassificazione dell’Archivio Centrale dello Stato da istituto autonomo di livello dirigenziale generale a non generale che risulta sia contenuto nello schema di DPCM di riorganizzazione del MiC presentato al Consiglio Superiore. In tutti i Paesi sviluppati un analogo istituto che conserva la documentazione degli organi centrali dello Stato e del Governo gode del massimo rango istituzionale (negli USA la National Archives and Records Administration, che conserva quella Costituzione – come l’ACS conserva quella italiana – è un’azienda autonoma il capo è nominato dal presidente degli Stati Uniti), e non può certo sostenersi che tale istituto abbia un nazionale meno importante sul piano nazionale di quelli di tutti i musei territoriali a cui il co. 3 dell’art. 23 assegna il rango generale. La soluzione prospettata sarebbe inevitabilmente considerata in tutto il mondo come un palese atto di svalutazione della sua memoria e della sua storia da parte dello Stato italiano.
FP CGIL UIL PA
V. Giunta F. Trastulli
Si è tenuta stamattina l’informativa da parte del Capo di Gabinetto sulle ulteriori fasi attuative della riforma organizzativa. Va premesso che non abbiamo ricevuto documentazione preventiva (che però il cons. Giglioli ha assicurato ci verrà inviata a breve) dunque l’esposizione ha proceduto con l’illustrazione a braccio delle principali modifiche normative. Abbiamo, perciò, espresso osservazioni generali e ribadito la necessità di una lettura della documentazione per esprimere un giudizio complessivo ed entrare nello specifico.
A breve il Ministro interverrà per aggiornare i contenuti del DM 28/1/2020 relativo all’articolazione degli uffici dirigenziali di seconda fascia. Queste le novità: viene cristallizzato l’accorpamento fra alcune DRM e altrettanti Istituti autonomi ricadenti nel medesimo territorio (DRM Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata e Puglia; temporaneamente verrà accorpata anche la DRM Calabria con Crotone e Sibari, non è detto che questa soluzione diventi definitiva); la DG Musei acquisisce il servizio Fruizione e comunicazione, quindi passa da 2 a 3 uffici; la DG Cinema acquisisce il servizio Promozione della cultura cinematografica, quindi passa da 3 a 4 uffici; vengono accorpate le deleghe di alcuni servizi della DG Creatività contemporanea, cosicché si conferma la perdita di 2 servizi, che per altro erano sedi vacanti da moltissimo tempo.
Il Ministro interverrà modificando anche il DM 29/1/2020 sulla graduazione delle posizioni dirigenziali. Al momento non è prevista una vera e propria modifica dei criteri – operazione per la quale il relativo CCNL prevede il confronto con le OO. SS. – bensì solamente l’adeguamento alle posizioni esistenti di quelle che si verranno a creare ex novo. Nelle intenzioni del vertice politico c’è il desiderio di rendere questa Amministrazione più appetibile ai ruoli della dirigenza istituendo tre graduazioni. Ci siamo, in proposito, preoccupati di raccomandare la Cao di Gabinetto una verifica puntuale delle disponibilità economiche prima di partire con qualsivoglia forma di modifica.
Il terzo decreto sottoposto a modifica è il DM 23/12/2014 relativo ai Musei autonomi. Come detto nei precedenti comunicati, ci sono sedi museali che verranno accorpate ad altre ovvero rese autonome. Nel merito ci aspettavamo di vedere la lista degli Istituti coinvolti ma così non è stato. A livello metodologico, il Cons. Gilioli ha riferito che il criterio adottato non è stato solo e soltanto territoriale; talvolta si è ragionato anche in termini di funzionalità scientifica, come nel caso della Pilotta di Parma che si vedrà assegnata l’area di Velleia Romana (che ricade in territorio piacentino) in quanto i ritrovamenti delle campagne di scavo sono già conservati nel museo parmense.
Appare chiaro che queste misure, oltre ad essere la fase attuativa della riforma, servono a consentire la rapidissima immissione in ruolo dei dirigenti vincitori del corso-concorso SNA8 dei vincitori del corso-concorso Scuola del Patrimonio, che hanno terminato gli esami finali e per i quali siamo in attesa delle graduatorie. In totale 63 unità. Abbiamo appreso che probabilmente per i vincitori SNA8 si procederà – in analogia con quanto accaduto in altre Amministrazioni – per assegnazione diretta delle sedi (e a tal proposito da questo contingente verrà attinta il/la nuovo/nuova dirigente del Servizio II della Dg Or) mentre per i tecnici si dovrebbe arrivare a un interpello. Nulla è stato garantito sulla tempistica ma riconfermato l’impegno a procedere celermente, come abbiamo richiesto espressamente. Sinceramente non siamo convinti che sia condivisibile un “doppio binario” per l’assegnazione delle sedi ma il Capo di Gabinetto ha affermato che è un dato in itinere, un elemento di riflessione. Come che sia, a noi preme che i vincitori vengano assegnati quanto prima agi Istituti.
Abbiamo sollevato un aspetto, legato a questa riforma, che ci sta molto a cuore, ovvero le sorti del personale che lavora nei Segretariati regionali, oggetto di futura soppressione. Abbiamo ribadito con forza la necessità di una mobilità dedicata – o comunque di una procedura guidata, da estendere a tutte le sedi oggetto di riforma – sia per recuperare la perdita di chance per quanti non hanno partecipato alla mobilità nazionale in attesa di conoscere il destino dei Segretariati, sia per evitare la duplicazione delle competenze, fattispecie altamente probabile se la diversa allocazione fosse limitata ai confini regionali. Sempre in relazione a questo tema abbiamo invitato il Consigliere a riflettere sulla necessità di uffici dislocati in realtà funzionalmente diverse rispetto alla mera subordinazione logistico-amministrativa in virtù di mansioni trasversali (come nel caso degli appalti o delle pensioni). Il Capo di Gabinetto ha riferito che è stato attivato un tavolo con i Segretari Regionali e si è dimostrato disponibile ad accogliere la nostra proposta di gestire la mobilità a livello territoriale per garantire i lavoratori coinvolti.
In ogni caso, dopo la firma dei decreti da parte del Ministro sarà opportuna una prima revisione della pianta organica di dettaglio, anche e soprattutto per popolare gli Istituti nuovi. L’obiettivo del vertice politico sarebbe, in assoluto, quello di riportare la dotazione complessiva a 20.000 unità; a prescindere dal risultato, ciò è apprezzabile perché corrisponde a quanto abbiamo sempre chiesto ai Ministri che si sono succeduti (in realtà abbiamo chiesto che si ritornasse almeno alle 23.000 unità).
A breve dovremmo ricevere anche un’informativa aggiornata dalla DG OR rispetto al Piano dei Fabbisogni e un resoconto sulla situazione delle procedure assunzionali.
In coda è stato richiesto di procedere con un riaggiornamento del CUG, visti i pensionamenti di alcuni rappresentanti dell’Amministrazione e delle parti sociali.
Nel pomeriggio è proseguito il lavoro con il tavolo tecnico sui profili professionali, che ha portato ad avanzamenti su alcuni profili già discussi e ha inaugurato il confronto su altri. Auspichiamo una conclusione dei lavori in un tempo ragionevolmente breve, perché dovremo partire con il confronto sui passaggi fra le aree, che per noi resta una priorità assoluta. A scanso di smentite, la prossima riunione dovrebbe tenersi il 1 febbraio in orario antimeridiano.
FP CGIL MIC UILPA MIC
V. Giunta F. Trastulli
Nella giornata di oggi abbiamo tenuto un lungo incontro con Amministrazione su due questioni: il Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale e la bozza di Decreto Direttoriale riguardante la riorganizzazione del territorio. Su quest’ultimo aspetto, trasmetteremo a breve un documento di analisi e proposta come già facemmo in occasione della prima parte della riorganizzazione.
Anzitutto, due questioni di metodo: il CCNL vigente prevede che l’informativa sindacale debba essere preventiva, scritta e data in tempi tali da permettere l’esame dei documenti. Se come FP CGIL non avessimo sollecitato per due volte la trasmissione dei documenti, forse non sarebbero stati nemmeno trasmessi, senza rispetto delle corrette relazioni sindacali. Ad oggi, non abbiamo ancora avuto lo schema di decreto Direttoriale sul trattamento di missione e chiediamo che ci sia inviato prima del prossimo incontro dell’8 gennaio.
Altra nota di metodo, che denota la scarsissima attenzione per le relazioni sindacali, è l’assenza del vertice di INL alla riunione, lo stesso che ha anticipato alcuni pezzi della riorganizzazione a soggetti esterni (?) e privati, come i consulenti del lavoro. Non è un mistero, ad esempio, che la regionalizzazione della vigilanza tecnica sia stata già pubblicamente anticipata nei giorni scorsi, con tanto di video disponibile sul sito dei consulenti del lavoro.
Riguardo al Piano assunzioni 2024-2026, rileviamo una sua vaghezza riguardo agli strumenti che si ritiene di voler impiegare per procedere alle future assunzioni di personale, rispetto al quale si rileva una carenza di 2.631 unità. Abbiamo nuovamente evidenziato l’urgenza di scorrere integralmente la graduatoria degli ispettori del lavoro del “concorso unico lavoro”, la cui scadenza è prevista per il 31 maggio. L’amministrazione ci ha rassicurato di aver fatto richiesta di scorrimento al Formez per circa duecento unità e che nei prossimi mesi procederà a una nuova richiesta di scorrimento di quella graduatoria, con l’obiettivo di esaurirla. Vedremo. Nel frattempo, continueremo a sollecitare.
Ci è stato anche comunicato che 49 funzionari amministrativi della graduatoria CU/GIUL del “concorso unico lavoro” saranno convocati a Roma per la scelta sedi, al fine di ridurre il numero di rinunce.
Allo stesso modo, saranno convocati a Roma i 97 assistenti amministrativi del concorso Ripam per la scelta della sede, sempre col medesimo obiettivo.
Nel Piano delle assunzioni si prevede l’assunzione, nel 2024, di 44 Elevate Professionalità (13 con progressione verticale dall’interno e 30 con concorso pubblico aperto a tutti, alla faccia della valorizzazione degli interni), riducendo di 104 unità il numero di assunzioni degli ispettori del lavoro. Ma non era questo l’anno dell’aumento dei numeri delle ispezioni deciso in sede di PPNRR? E chi li farà questi famosi numeri in più con 104 ispettori in meno da assumere, oltre ai pensionamenti? Gli ispettori percentualizzati?
Sull’assunzione di queste 44 Elevate Professionalità nel 2024 abbiamo espresso fortissimi dubbi, non soltanto per l’impatto sulle facoltà assunzionali di ispettori, ma anche perché non ne sono stati definiti compiti e responsabilità, il che potrebbe essere foriero di svariati problemi, anche giudiziari.
In INL nessuno sembra essersi chiesto perché finora nessun altro Ente del comparto delle Funzioni Centrali si è attivato per la creazione di queste figure; forse perché i loro contorni vanno meglio precisati? Su questo potrebbe essere utile aspettare il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, nel quale di certo l’argomento sarà affrontato.
Per questo, meglio immaginare un avvio del percorso iniziando a istituire alcune EP, verificarne l’impatto sull’organizzazione e poi eventualmente ampliare.
Non abbiamo capito, poi, l’utilità di tre elevate professionalità di carattere giuridico amministrativo nella sede centrale, una sede con 5 Direttori di prima fascia e quasi 20 dirigenti di seconda, che certo non ha bisogno di professionalità giuridico amministrative. Un Ente che ha serissimi problemi con l’informatica dovrebbe investire su professionalità esterne che aiutino finalmente a far decollare quel pezzo, che è strategico per tutto il resto.
Il dubbio che la previsione di così tante EP sparse a pioggia sia solo un regalo e non sia funzionale all’efficienza della struttura ci assale.
Sulla riorganizzazione, abbiamo evidenziato la necessità di una struttura più snella e agile e non di un suo appesantimento. La struttura che si delinea, invece, ricalca più quella ottocentesca ministeriale che quella di una snella Agenzia degli anni 2000; ci sembra eccessivamente rigida e non flessibile come dovrebbe essere quella di un’agenzia, con il rischio di paralizzare l’attività degli uffici medi e piccoli. Si continua a parlare di processi e di teams, ma continua a essere totalmente assente un reale lavoro per processi e in team.
Nello schema inviato e discusso si aggiungono ulteriori strutture a quelle già presenti, con tanti soggetti deputati al coordinamento… Come avere un esercito con tanti generali e poca truppa sul campo. In media, si ipotizza un soggetto “coordinatore”, variamente denominato, ogni 6 dipendenti.
Francamente, un ente che ha grave carenza di personale e ragiona come se fosse a pieno regime, ci sembra stia facendo uno strategico errore di valutazione.
Da ultimo, la vigilanza: benissimo ricostituire i processi di vigilanza tecnica e bene anche immaginare delle specializzazioni della vigilanza tecnica per settori produttivi, ma ipotizzare che la vigilanza tecnica diventi un pezzo a sé, che non dialoga con la vigilanza del lavoro, significa smentire la genesi stessa di un’agenzia nata per ottimizzare e razionalizzare le ispezioni sul lavoro. Anche in questo caso, significa portare indietro le lancette dell’orologio al secolo scorso, con una vigilanza del lavoro a compartimenti stagni e non a 360°, come finalmente si potrebbe fare.
Non è pensabile che gli ispettori tecnici vadano in ispezione per conto loro come fossero un pezzo separato dal resto della struttura. Allo stesso modo, siamo poco convinti che la regionalizzazione della vigilanza tecnica sia funzionale alla sua efficienza e temiamo, anzi, che complicherà non poco le cose.
Di fondo, c’è un tema che continua a essere nascosto dall’INL, nonostante la mobilitazione dei mesi scorsi: cosa si pensa di fare per aumentare il salario accessorio dei lavoratori? Ad esempio, nel documento si prevede l’istituzione in Direzione Generale di 41 aree, sui territori di 369 processi, 468 teams, 14 unità di raccordo regionali. Con quali soldi si pensa di incentivare queste 892 (sic!) persone? Dedichiamo l’FRD solo a questo o continuiamo a dare due spiccioli a tutti? Si pensa davvero che ci sarà gente che continuerà, a queste condizioni, a voler assumere quei ruoli?
Ancora: il personale ispettivo (tecnico e del lavoro) consta di 3.223 unità, per effetto delle assunzioni. Come si pensa di incentivarli con un Fondo Poletti bloccato?
Se non si aumenterà in modo consistente l’FRD e il Fondo Poletti tra qualche mese prenderemo atto che altre centinaia di neoassunti hanno abbandonato l’INL o non vi prendono servizio perché non appetibile. Su questo abbiamo chiesto che il vertice dell’INL faccia sentire la propria voce con il vertice politico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per rappresentare l’urgenza di una soluzione.
Nel frattempo, noi aspettiamo che il Ministero del Lavoro ci convochi, come promesso, per sapere che intenzioni abbia in proposito. Altrimenti lo solleciteremo a dovere, visto che lo stato di agitazione non è affatto chiuso, per quanto ci riguarda.
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Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
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Matteo Ariano |
Il Dipartimento ha convocato le Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl Uil PA VVF e Confsal VVF per la procedura di conciliazione a seguito dello stato di agitazione indetto per le problematiche del Corpo
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil PA VVF, Confsal VVF, Usb VVF, Conapo, Federdistat riguardo le problematiche del servizio mensa per le seda sede Centrale e quella Aeroportuale
Le Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil PA VVF, Confsal VVF, Conapo scrivono unitariamente al Dipartimento, una carenze di organici che non garantisce la tutela alle donne e agli uomini del Corpo tanto meno quella alla cittadinanza
pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF riguardo l’organizzazione dei servizi di vigilanza e formazione esterna per il personale delle specialità inquadrato come Ispettore

“È stato firmato l’accordo ponte del Contratto collettivo nazionale di lavoro Aris Rsa. Riteniamo fondamentale sottolineare come, grazie all’intesa sottoscritta nei due accordi ponte ARIS RSA e AIOP RSA, ciò costituisca l’impegno concreto di entrambe le parti datoriali a convocare tempestivamente il tavolo di confronto per giungere alla sottoscrizione di un CCNL unico e nuovo per le lavoratrici e i lavoratori di questo importante settore con le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.
È quanto annunciano i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, rispettivamente Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.
“Tra i punti salienti dell’accordo – proseguono – per le lavoratrici e i lavoratori che beneficiano del super-minimo previsto dall’art. 56, il riconoscimento di un Elemento Retributivo Aggiuntivo (ERA) per 13 mensilità di 40 euro lordi; per le lavoratrici e i lavoratori che non beneficiano del super-minimo previsto dall’art. 56, il riconoscimento di un Elemento Retributivo Aggiuntivo (ERA) per 13 mensilità in rapporto alla professione/inquadramento fino ad un massimo di 318,50 euro”.
“In considerazione di quanto pattuito, revochiamo anche lo sciopero nazionale di settore, indetto per il giorno 31 gennaio prossimo”, concludono i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Lettera a Calderone, Schillaci e Nordio: “così il sistema non funziona”
Roma, 25 gen – “Le procedure fissate per l’avviamento dell’Assegno di inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, evidenziano l’inadeguatezza dell’attuale strutturazione di questa misura: confusione, aggravio di burocrazia, personale a rischio di burn out. Raccogliamo ogni giorno segnalazioni che trasudano rabbia e frustrazione da parte del personale pubblico coinvolto, quali servizi sociali, sanitari, sociosanitari pubblici, compreso il settore della giustizia, che denuncia da un lato un aumento drammatico del carico di lavoro e dall’altro l’assoluta mancanza di valorizzazione e rafforzamento del personale stesso”.
Così i segretari nazionali di Fp Cgil Tatiana Cazzaniga e Michele Vannini, che hanno annunciato di aver inviato una lettera ai ministri del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Elvira Calderone, della Salute, Orazio Schillaci, e della Giustizia, Carlo Nordio.
“Ogni servizio – scrivono – ha a che fare con carenza di personale. L’Ufficio parlamentare di bilancio conferma, ad esempio, che per raggiungere il livello essenziale di un assistente sociale ogni 5000 abitanti nei soli Comuni servono 3216 unità, soprattutto al sud del paese, territorio in cui peraltro si è registrata la più alta incidenza di beneficiari del reddito di cittadinanza. E’ ancora molto alta la percentuale di personale precario, e perfino cronica è la carenza del personale amministrativo che opera nei servizi sociali”.
“Alla puntigliosità delle linee di indirizzo decise per la presa in carico, che prevede il coinvolgimento anche dei servizi sanitari, socio sanitari, dei centri per l’impiego, degli uffici per l’esecuzione penale esterna, insomma di una rete territoriale costituita ed organizzata, si oppone una realtà fatta di servizi che, ben lontani dall’essere coordinati, sono lasciati soli ad affrontare, senza alcuna informazione e formazione, questo rilevante compito”, scrivono Cazzaniga e Vannini.
“Più le procedure si complicano e più si ingolfa il personale, meno saranno le persone fragili che riusciranno ad ottenere un sostegno. Molte operatrici e operatori si sentono sempre più in prima linea; mancano i decreti attuativi; le procedure assomigliano sempre più ad un percorso ad ostacoli. Intanto, però, le persone in difficoltà precipitano sempre più in una condizione di estrema fragilità. E sono ancora tantissime le persone che, pur avendo tutti i requisiti per l’Assegno, non riescono ad essere intercettate dalle strutture, dalle associazioni, dagli enti preposti alla prevenzione e al sostegno. Ricordiamo infatti che per poter accedere al beneficio è necessario presentare la domanda di ADI, effettuare l’iscrizione al Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale del nucleo familiare. Successivamente, ogni novanta giorni i beneficiari, diversi dai soggetti attivabili al lavoro, sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali, o presso gli istituti di patronato, per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio economico è sospeso. A questo si aggiunga – spiegano ancora – che l’integrazione con servizi Asl e del lavoro, formalmente prevista sulla carta, praticamente è inesistente e gli obiettivi con indicatori quantitativi assurdi fissati dall’amministrazione non fanno altro che trasformare la cosiddetta ‘presa in carico’ in colloquificio puro e semplice. Chiediamo quindi un intervento urgente che ampli i tempi di attuazione per le amministrazioni pubbliche e l’organizzazione dei servizi, per metterle in condizione di affrontare questa ennesima emergenza con gli strumenti adeguati, senza che a rischio ci siano i diritti dei cittadini. È inoltre necessario che si completino al più presto le procedure assunzionali per colmare gli organici mancanti degli assistenti sociali, del personale amministrativo e degli altri operatori e che sia rapidamente affrontata anche la costituzione della rete territoriale”, concludono i segretari nazionali di Fp Cgil.
Al Direttore del Personale
Dott. Simone D’Ecclesiis
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
OGGETTO: Piano integrato di Attività e Organizzazione 2024/2026. Piano triennale dei fabbisogni di personale e procedure di acquisizione del personale dirigenziale e delle aree.
Richiesta avvio del confronto ai sensi dell’art. 5 del CCNL Funzioni Centrali.
Egregio Direttore,
in riferimento allo “Schema di Piano Integrato di attività e Organizzazione (PIAO) per gli anni 2024/2026” inviatoci in data 19 gennaio 2024, siamo a richiedere l’avvio del confronto come previsto dall’art. 5 del CCNL citato in oggetto.
Il richiesto confronto fa riferimento, in particolare, alla Sezione “Piano triennale dei fabbisogni di personale” comprendente, tra l’altro, indicazioni circa le procedure concorsuali per l’acquisizione di dirigenti di seconda fascia, procedure avviate nel 2021 e rispetto alle quali l’Amministrazione aveva proceduto sin qui ad un parziale scorrimento degli idonei.
Sulla citata Sezione del PIAO riteniamo necessario un intervento sulle procedure di acquisizione del personale non dirigenziale, volto alla piena valorizzazione del personale interno e di apprezzamento di coloro che hanno già partecipato a procedure concorsuali.
Ciò posto – considerata la imminente riorganizzazione amministrativa, viste anche le sfide della nuova Agenzia delle Dogane Europea e il nuovo dislocamento delle operazioni Frontex che richiedono una struttura amministrativa italiana qualificata ed efficiente – anticipiamo che nel corso del confronto proporremo, tra l’altro, il completamento dello scorrimento delle graduatorie oggi attive.
Per tutto quanto sopra evidenziato restiamo in attesa di riscontro, rendendoci disponibili sin d’ora alla prevista convocazione.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Iervolino De Caro Procopio