MOBILITÀ – I RISULTATI DELLA RIUNIONE DEL 26 APRILE 2019
Si è svolto ieri 26 marzo il programmato incontro sulla definizione dei criteri di mobilità interna del personale del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.
I lavori, che hanno avuto inizio verso le ore 11.00, si sono sviluppati sui contenuti della proposta di accordo inviata dall’amministrazione alle organizzazioni sindacali e si sono conclusi corso le 16.30.
Al termine dell’incontro il Direttore Generale del personale Starita, nelle sue conclusioni, ha preannunciato la prossima assunzione di sei contabili (area seconda) da una graduatoria di un concorso per tale figura professionali bandito dalla Università Partenope. Tale graduatoria è stata messa a disposizione del DGMC dalla Funzione Pubblica.
I lavori del tavolo sulla mobilità sono stati aggiornati al prossimo 9 aprile. Entro tale data l’amministrazione si è impegnata ad inoltrare alle organizzazioni sindacali una nuova proposta di accordo sulla mobilità interna, recante le modifiche concordate in data odierna, nonché una proposta di accordo sulla stabilizzazione del personale distaccato
FP CGIL CISL FP UIL PA
Macigno Marra Amoroso
Polizia Penitenziaria in piazza a Roma il prossimo 16 aprile davanti al Ministero della Giustizia. Al centro della protesta, promossa da Ssppe, Osapp, Uil Pa Pp, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil, “le gravi condizioni in cui versa il corpo della Polizia Penitenziaria.” Tra queste, spiegano i sindacati, “oltre all’annosa questione delle aggressioni”, due punti in particolare: “La revisione del Dm del 2 ottobre 2017, e provvedimenti conseguenti, relativi alla dotazione organica del Corpo, la cui urgenza è strettamente connessa all’assegnazione del prossimo corso allievi agenti; la chiarificazione in merito alla gratuità delle caserme, rispetto alle quali è stato ripristinato il contributo economico a carico del fruitore nonostante la chiara previsione normativa di senso contrario”.
Per i sindacati della Polizia Penitenziaria, “nonostante l’atteggiamento di apertura avuto nei confronti dell’apparato politico di via Arenula e del suo massimo esponente, Alfonso Bonafede, certi di incontrare una sensibilità che, andando oltre le rassicurazioni, si trasformasse in interventi concreti, le rassicurazioni ricevute dal Ministero sono state disattese”. Per queste ragioni, “vista l’assoluta sordità rispetto alle esigenze della polizia penitenziaria dimostrata tanto dai vertici amministrativi, quanto dal vertice politico, parte l’azione di protesta sindacale”. I sindacati, “già in conclamato stato di agitazione, annunciano per il prossimo 10 aprile una conferenza stampa per un focus sulle motivazioni della protesta e per il giorno 16 aprile una manifestazione di protesta innanzi la sede del Ministero della Giustizia“, concludono.
“I medici pensionati richiamati in servizio sono la dimostrazione palese di un sistema sanitario a un passo dal collasso”. A denunciarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti del Ssn, Andrea Filippi, aggiungendo che: “Operatori, Aziende sanitarie e Regioni, tutti si sono accorti delle gravi carenze di medici nei servizi sanitari, tranne il Governo”.
Come abbiamo denunciato, i medici pensionati richiamati in servizio rappresentano il collasso del Servizio sanitario nazionale.Servono interventi, servono #AssunzioniSubito!📹 Ne abbiamo parlato al Tg3#CiSiamo
Pubblicato da Fp Cgil Medici Nazionale su Mercoledì 27 marzo 2019
Per Filippi, infatti, “gli organici sono ormai sotto il livello di sostenibilità dei servizi, che spesso devono chiudere proprio per le carenze di personale, e i concorsi vanno deserti perché mancano i medici specialisti. In questo scenario drammatico il Governo, sordo e cieco, fa poco o nulla. Assolutamente inefficaci gli interventi messi in campo con il semplice spostamento del tetto sulla spesa del personale mentre le Regioni ricorrono a rimedi aberranti, tappabuchi che non risolvono nulla, richiamando a lavoro i pensionati, come sta avvenendo in Veneto e in Molise, a danno dei giovani medici disoccupati”.
Una fotografia della realtà, osserva il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, “veramente allarmante che denunciamo da anni e che nessuno, dal Governo alle Regioni, vuole affrontare in modo strutturale. Serve aumentare i contratti per la formazione dei medici specialisti, serve snellire le procedure di selezione concorsuale e serve un piano assunzionale urgente. Il governo giallo-verde ha bisogno di altre prove per capire che deve intervenire con urgenza per evitare il collasso del Servizio sanitario nazionale? Gli utenti, i cittadini, devono sapere che la colpa delle liste d’attesa e delle inefficienze non è degli operatori, ormai stremati dal sovraccarico di lavoro, ma di un governo incapace di affrontare questa emergenza”, conclude Filippi.
Si è svolto ieri l’incontro, all’interno dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione, sul piano dei fabbisogni del personale per il triennio 2018/2020, a seguito della volontà, espressa dal Presidente, di modificare la determinazione n. 153/2018: l’incontro è stato preceduto nel corso della mattinata da un’analoga riunione del Tavolo nazionale per l’ambito riguardante i dirigenti, professionisti e medici.
Possiamo dire, senza mezzi termini, che se non avessimo presentato i due ricorsi (dinanzi al T.A.R. del Lazio ed al Tribunale di Roma nelle vesti di giudice del lavoro), oggi quella determinazione non sarebbe stata toccata: se, quindi, dei concreti cambiamenti in meglio ci saranno, non è certo merito dei soloni sempre pronti a scrivere comunicati di fuoco ovvero pieni di falsità, ma di chi ha avuto il coraggio dello scontro duro.
In apertura dell’incontro, abbiamo evidenziato la necessità che le relazioni sindacali avvengano all’interno di un sistema di regole ben precise: quel sistema, piaccia o no, è scritto nel CCNL da vent’anni e lascia a tutte le organizzazioni sindacali rappresentative la piena libertà di scegliere se sottoscriverlo o meno, assumendosene la responsabilità, come chiarito da diversi tribunali.
Riguardo al piano di assunzioni ci è stato comunicato che, oltre alle 4.054 persone già previste, ci saranno altre 2.000 assunzioni nel 2020, così da rimpinguare ulteriormente gli organici dell’Istituto; inoltre, il Presidente, superando la preclusione verso l’area B, preclusione che aveva caratterizzato la precedente gestione, ed accogliendo una richiesta da noi fatta formalmente in più occasioni, ha espressamente garantito che si procederà allo scorrimento – fino ad esaurimento dei posti – della graduatoria del 2010 del concorso pubblico (Gazzetta ufficiale n.67 del 24/8/2007) per B1, in cui residuavano ancora 74 posti. Sulla base di questo, si aprirà un primo spiraglio per le progressioni dall’area A all’area B, per 18 posti nel 2019.
Per l’area C, invece, si è confermato il numero di 300 posti per i passaggi verticali relativamente al biennio 2018/2019 e 199 per il 2020.
A tale riguardo, considerato che, per effetto dei nuovi numeri dati dall’Amministrazione, aumenterà anche il piano del fabbisogno, abbiamo chiesto che per il 2020 sia aumentato, in maniera corrispondente, anche il numero dei passaggi verticali, sia verso l’area B che verso l’area C: su questo punto, ci è stata data la disponibilità ad aprire un confronto.
Abbiamo poi chiesto chiarimenti sulla distribuzione territoriale dei lavoratori che arriveranno in Inps a partire dal 1° giugno (ci è stato comunicato che saranno 3.100 persone). In particolare, abbiamo chiesto un coinvolgimento delle OO.SS. tramite informativa preventiva, così da poter formulare delle proposte.
Ulteriore dato positivo riguarda l’altrettanto famigerata determinazione n. 177/2018, relativa ai criteri per le progressioni verticali verso l’area C: anche su questo tema, da noi sollevato già in occasione del primo incontro del 15 marzo scorso, il Presidente ci ha dato la sua disponibilità a fissare un incontro specifico, per rivedere i parametri, a nostro parere eccessivamente rigidi, formulati in quell’atto.
Riguardo ai dirigenti, pur apprezzando la rivisitazione verso l’alto dei numeri originariamente presenti, abbiamo sostenuto la necessità di un ulteriore possibile sforzo, così da offrire uno sbocco professionale al funzionariato del nostro Istituto e ricongiungere così il percorso professionale con quello economico.
Sui professionisti, rispetto ai quali avevamo contestato il mancato rispetto dei livelli differenziati previsti dal CCNL dell’Area VI, ci è stata data rassicurazione che i due livelli previsti dal contratto collettivo saranno rispettati e che verranno finalmente banditi i concorsi per il passaggio al secondo livello differenziato con criteri che andremo a definire mediante un successivo apposito tavolo di confronto.
Riguardo ai medici poi, l’Amministrazione ci ha palesato la volontà di procedere alla stabilizzazione dei medici attualmente in regime di convenzione: su questo, abbiamo chiesto di tener conto delle specificità presenti in quel settore, per evitare di lasciar fuori chi da anni lavora comunque per l’Istituto.
In chiusura di riunione, vertendo la discussione sulle politiche assunzionali dell’Istituto, abbiamo chiesto all’Amministrazione se vi è ancora la volontà politica di ricondurre la vigilanza all’interno dell’Ente, fermo restando il ruolo di coordinamento dell’INL, mettendo fine alla condizione del ruolo ad esaurimento del personale ispettivo: in tal senso il Direttore Generale ha ribadito il proprio impegno e quello del Presidente a trovare una soluzione che vada in tale direzione.
FP CGIL/INPS CISL FP/INPS UIL PA/INPS CONFINTESA/INPS
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO Francesco VIOLA
Pubblichiamo la nota Unitaria delle iniziative di protesta e manifestazione del 16 Aprile dinanzi alla
sede del Ministero della Giustizia in Roma.
“Un bollettino di guerra più che un annuario statistico. Il nuovo conto annuale dello Stato disegna una Pubblica amministrazione in estrema difficoltà, stretta tra una forte emorragia di dipendenti pubblici e un’età media molto alta. Il risultato di scelte politiche scellerate che continuano a perpetuarsi, senza che ci sia in vista alcun cambiamento”. Così la Fp Cgil commenta, in una prima lettura, i dati che emergono dal nuovo conto annuale della Ragioneria generale dello Stato relativo al quadro del lavoro pubblico, sottolineando “la necessità di un piano di occupazione, servono assunzioni subito“.
Il blocco del turn over ha, nei fatti, spiega la Funzione Pubblica Cgil, “inceppato la macchina pubblica, determinando allo stesso tempo una crescita esponenziale del precariato. Dai dati del Conto annuale emerge che il personale precario è aumentato nel corso degli ultimi dieci anni presi in esame del 72,2% nei ministeri e del 39,8% negli enti locali. Dati da leggere in parallelo con la contrazione di dipendenti pubblici. Eccone alcuni: gli Enti pubblici non economici hanno perso il 27,6% degli addetti, gli enti locali il 16,8%, i ministeri il 18,4% e in sanità sono calati del 6,2%. Dati che dimostrano come aver garantito l’offerta di servizi sia stato un vero e proprio miracolo“.
Per il sindacato dei servizi pubblici della Cgil si tratta “solo di alcuni dei dati che, se intersecati con l’età media pari a 50,6 anni e con le previsioni che danno circa 900 mila dipendenti pubblici oltre i 60 anni nel 2022, dimostrano quanto sia ormai ineluttabile dare corso ad un piano straordinario di nuova occupazione nella Pa. Ne vale della sopravvivenza stessa della Pubblica amministrazione. Una scelta non più rinviabile, un investimento sul futuro del paese, che passa attraverso #AssunzioniSubito“, conclude.
Avvio negoziato CCNL PCM
Si è svolto oggi l’incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le OO. SS. (alla presenza del Segretario Generale Cons. Roberto CHIEPPA e del Vice Segretario generale Cons. Francesca GAGLIARDUCCI della PCM) per l’informativa riguardante la trasmissione all’Aran dell’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2016/2018.
Il Segretario Generale, in premessa, ha ricordato il valore del Comparto autonomo di contrattazione che l’atto di indirizzo vuole riconoscere, individuando alcuni elementi specifici di miglioramento professionale del personale della PCM, limitandosi ad elencare sommariamente i titoli di alcuni contenuti dell’atto che verrà illustrato alle OO.SS. dall’Aran.
Non avendo elementi sufficienti per una valutazione approfondita di merito e fermo restando che l’atto di indirizzo rappresenta solo le volontà di una delle parti, abbiamo apprezzato le anticipazioni relative alla presenza nell’atto di indirizzo di elementi che potrebbero dare una prima risposta positiva ad una parte delle aspettative di valorizzazione delle specificità lavorative e professionali che insistono nella PCM, a cominciare dalla stabilizzazione nel tabellare dell’indennità di specificità organizzativa di cui all’art.18.
Abbiamo, però, ricordato la necessità di un rapido negoziato che colmi il grave ritardo temporale accumulatosi, in modo da pervenire in tempi il più possibile brevi ad una ipotesi di accordo che – nel prevedere anche nel CCNL 2016/2018 della Presidenza del Consiglio dei Ministri quegli importanti strumenti di partecipazione, già introdotti negli altri CCNL del pubblico impiego (per consentire alle OO.SS. di recuperare “voce in capitolo” su tutta una serie di aspetti legati all’organizzazione del lavoro degli uffici che impattano sul lavoro quotidiano) – possa venire incontro alle aspettative di tutto il personale, mettendo fine al lungo blocco contrattuale e rafforzando il sistema di relazioni sindacali anche nella sua articolazione integrativa. Questo anche per avviare, subito dopo, senza soluzione di continuità il negoziato per il rinnovo contrattuale 2019/2021.
La tutela della specificità del lavoro svolto nella PCM, il rafforzamento dell’organico con la valorizzazione del personale già in servizio, la definizione di un nuovo ordinamento professionale, maggiori opportunità di progressione all’interno e fra le Categorie, lo sviluppo del Welfare contrattuale e l’attivazione della previdenza complementare costituiscono gli elementi di patrimonio comune che FP CGIL, CISL FP, UIL PA intendono portare avanti nell’iter negoziale relativo alla stipula del CCNL 2016/2018 e nel confronto per il rinnovo contrattuale 2019/2021 coerentemente con quanto affermato nell’accordo 30/11/2016 che ha permesso di superare il decennale blocco dei CCNL e della contrattazione integrativa.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL CISL FP UIL PA
Oliverio Marinelli Colombi
DDL 755 – CGIL CISL E UIL ESPONGONO LE RAGIONI DEGLI UFFICIALI GIUDIZIARI ALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO
Si è svolta oggi presso la Commissione Giustizia del Senato l’audizione di CGIL CISL UIL relativa al disegno di legge 755 AS (Modifiche al procedimento monitorio ed esecutivo per l’effettiva realizzazione del credito).
Tutti i rappresentanti sindacali intervenuti hanno sottolineato la centralità dell’implementazione dell’art 492 bis cpc al fine di garantire l’effettività del recupero del credito. E’ stato denunciato perentoriamente l’intollerabile e perdurante comportamento omissivo dell’Amministrazione Giudiziaria nell’attuazione di una legge dello Stato vigente dal 2014 omissione che di fatto rende inesigibili diritti sanciti per via giudiziaria.
I delegati intervenuti hanno reso partecipi i componenti della Commissione dell’inquietante fenomeno del proliferare di soggetti non titolati che acquisiscono informazioni patrimoniali e dati sensibili, in violazione della privacy, esponendo ciascun cittadino ad indebite ingerenze nella propria sfera personale. L’unico modo per garantire con assoluta imparzialità i diritti e le tutele dei creditori e dei debitori è l’attribuzione di un ruolo di centralità al pubblico ufficiale dipendente del Ministero della Giustizia, terzo ed imparziale, naturalmente e normativamente preposto alla funzione di realizzazione coattiva del credito (l’ufficiale giudiziario).
Sotto questo punto di vista sono stati evidenziati due aspetti problematici del DDL in discussione.
Il primo aspetto critico è rappresentato dall’articolo del DDL 755 che mira ad introdurre nel cpc l’art. 492 ter (attribuzione al legale di parte della ricerca preventiva con modalità telematiche dei beni da pignorare) col quale, in assenza di un titolo esecutivo, gli avvocati avrebbero il potere di accedere direttamente alle informazioni rilevanti relative al patrimonio dei presunti debitori.
Il secondo aspetto critico è rappresentato dal nuovo procedimento monitorio, che assegnerebbe al legale di parte la possibilità di emettere un’ingiunzione di pagamento (notificabile solo a mezzo pec o a mezzo posta) che diverrebbe esecutiva in mera assenza di opposizione nel termine di 20 giorni.
E’ stato sottolineato che gli UNEP sono dotati delle professionalità adeguate per rendere un servizio efficiente ed efficace e dispongono di tutti gli strumenti informatici necessari e che è già stato istituito il registro informatico per le ricerche patrimoniali, la cui sperimentazione ha trovato esito positivo da molti mesi. Le OO.SS. da tempo sollecitano l’Amministrazione Giudiziaria affinché sia posta in essere la connessione con le banche dati comprensive dei rapporti finanziari e il rilascio delle necessarie password agli ufficiali giudiziari.
Il Presidente e i componenti della Commissione hanno prestato attenzione e dimostrato interesse verso le argomentazioni addotte e hanno garantito l’impegno ad assumere tutte le informazioni che si renderanno necessarie sulle denunciate omissioni. L’interesse emerso è quello di rendere funzionale ed efficace il sistema di ricerca dei beni finalizzato alla tutela del credito. Nessuna pregiudiziale è stata manifestata verso le istanze e le osservazioni presentate dalle OO. SS., emergendo piuttosto disponibilità ad esaminare le proposte di valorizzazione della professionalità dell’ufficiale giudiziario contenute nella piattaforma unitaria.
All’incontro programmato per il 2 aprile p.v. con il Ministro Buonafede saranno reiterate le istanze e le argomentazioni oggi illustrate, unitamente alle doglianze per le gravi omissioni e la trascuratezza che l’Amministrazione Giudiziaria sta esprimendo nei confronti dell’UNEP, settore nevralgico della giustizia.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Marra Amoroso
Provare a lavorare affinché sia possibile riunificare le figure educative. Dare una identità unica al profilo dell’educatore. Questo l’obiettivo esplicitato oggi dalla Fp Cgil, attraverso le parole di Gianluca Mezzadri, nel corso dell’Audizione in merito all’indagine conoscitiva per la ridefinizione dei profili e degli ambiti occupazionali delle figure di educatori e di pedagogisti presso la Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato della Repubblica.
Nel corso dell’audizione, la senatrice Vanna Iori ha proposto l’avvio di un tavolo istituzionale di confronto con sindacati e parte datoriale per avviare un percorso che possa portare ad un profilo unificato.
Qui il video dalla WebTv del Senato dell’audizione
CCNI: LA DISCUSSIONE PROSEGUE
Nella giornata del 25 marzo è proseguita la discussione sul CCNI – parte normativa ed economica – e c’è stato poi un secondo conclusivo incontro sulla riorganizzazione, su cui scriveremo altro comunicato.
Riguardo al CCNI, nell’ambito della piattaforma unitaria, abbiamo ribadito la necessità di una piena trasparenza sulle attività svolte. Pertanto, abbiamo chiesto che siano previsti:
– un prospetto di dettaglio, da consegnare alle OO.SS., sulle somme di salario accessorio attribuite ai singoli lavoratori, comprensivo anche dei criteri di calcolo;
– un’informativa sindacale a consuntivo sui corsi di formazione cui i lavoratori hanno partecipato – così da verificare che a tutti sia data possibilità di crescita professionale;
– trasparenza anche in materia di incarichi quali gli arbitrati, per evitare che l’assegnazione degli stessi possa concentrarsi su poche persone.
In questa stessa prospettiva, abbiamo chiesto di avere contezza dei criteri di distribuzione delle somme destinate al Gruppo Info-Vigilanza ed evidenziato che la creazione di una Direzione Centrale destinata all’informatica rende, ora, superate le esigenze che avevano portato alla creazione di questo gruppo.
Se davvero l’INL vuole dare segnali tangibili di novità e cambiamento, non dovrebbe avere alcun timore di introdurre norme sulla trasparenza, come invece ci sembra emerga dalla discussione in corso.
Per quanto riguarda il diritto di assemblea, con particolare riferimento alle sedi accorpate, diventa necessario prevedere la possibilità di assemblea in videoconferenza, se richiesta da parte sindacale. Laddove i lavoratori siano costretti a recarsi nella sede dove non prestano servizio, bisogna comunque considerare solo il tempo di assemblea e non anche quello di viaggio.
Sulla parte economica, relativamente al 25%, la nostra richiesta è stata di evitare l’effetto distorsivo che in alcune realtà quella quota ha prodotto; pertanto,
riteniamo debbano esservi ricomprese anche attività amministrative latamente intese – come il servizio di turno e le conciliazioni monocratiche, ad es. – e che il tetto massimo di 3.000 euro debba essere comprensivo di tutto quanto previsto dal CCNI, senza alcuna esclusione.
Abbiamo confermato la nostra contrarietà all’esclusione – fra le presenze equiparate ai fini della produttività collettiva – dell’art. 33, comma 3, della L. 104, facendo presente che, attualmente, chiunque abbia un figlio o un coniuge da assistere, si ritrovi spesso solo e senza welfare a sostegno.
Sulla differenziazione della premialità individuale, abbiamo unitariamente chiesto che la norma trovi applicazione solo per il secondo semestre del 2018, in modo da valutarne – come prima applicazione – portata ed effetti. Diventa comunque indispensabile attivare un confronto sul sistema di valutazione, come prevede il CCNL, visto che l’INL non ne ha ancora uno proprio.
E’ stato, poi, introdotto un articolo con cui l’Amministrazione si impegna a dare attuazione a due previsioni del CCNL: introduzione di assicurazioni per la responsabilità civile e attivazione del patrocinio legale, anche avvalendosi dei propri legali, per assistere i propri dipendenti messi sotto processo civile /penale per fatti connessi a ragioni di servizio.
Mentre riguardo al primo punto non possiamo che essere favorevoli – laddove Amministrazione ci dia la certezza dei fondi a copertura – sul secondo, pur condividendo pienamente le finalità di tutela, in particolare nei confronti degli ispettori – che spesso subiscono ingiusti processi a fini ritorsivi – dobbiamo evidenziare che l’INL non dispone di propri avvocati come accade in INPS e INAIL, visto che la contrattazione di provenienza è diversa e, quindi, l’unica strada praticabile ci pare quella di una convenzione con altri soggetti, ad esempio l’Avvocatura dello Stato. D’altra parte non vorremmo che questo incoraggi l’Amministrazione a proseguire con la consuetudine del “fare le nozze coi fichi secchi”, ossia di dare ulteriori incombenze ai colleghi in assenza di qualsivoglia riconoscimento agli stessi, come accaduto di recente proprio con l’attribuzione della difesa tecnica in appello agli uffici del legale e contenzioso, senza una formazione per tutti i funzionari.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
“Campione d’Italia, una città in ginocchio. Dipendenti comunali da 12 mesi senza stipendio, scuola dell’infanzia chiusa con 9 licenziamenti, il Casinò con 480 persone licenziate a seguito del fallimento decretato”. A denunciare lo stato di emergenza in cui versa il comune lombardo è la Funzione Pubblica Cgil Nazionale.
L’intera cittadinanza Campionese, fa sapere la Fp Cgil, “è in ginocchio da mesi: i cittadini si sono mobilitati e stanno continuando a farlo nella speranza che le sorti del paese siano risollevate; siamo a loro fianco, rivendicando continuamente la definizione di un percorso che dia una prospettiva di futuro a lavoratrici e lavoratori ed anche cittadini”. Il sindacato chiama in causa la politica che, osserva, “in questo momento non può permettersi di restare in silenzio: nella aule giudiziarie si sanno discutendo le sorti di un intero paese con circa 600 lavoratrici e lavoratori sospesi, ma le risposte dovrebbero arrivare anche dalla politica”.
La Funzione Pubblica nazionale è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e invita “il Governo ad intervenire per dare una prospettiva di futuro a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori coinvolti, passando dai dipendenti del Comune e del Casinò a quelli che si occupano della raccolta dei rifiuti, alle insegnanti della scuola dell’infanzia, al personale delle cucine della scuola”, conclude la Fp Cgil.
On.le Dott. Vittorio Ferraresi
Sottosegretario alla Giustizia
Dott. Fulvio Baldi
Capo di Gabinetto
Dott. Giuseppe Corasaniti
Capo Dipartimento per gli affari di giustizia
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria
Abbiamo preso atto con stupore e sconcerto della nota del 12 marzo del Direttore Generale Ufficio I di Codesto Ministero, condivisa anche dal Direttore Generale del Personale, recante a oggetto “Linee guida per i corsi di formazione per gli addetti alla notifica a mezzo posta degli atti giudiziari e delle violazioni del codice della strada”. In detta nota si stabilisce che “Nell’ambito della sessione pratica avrà anche luogo l’affiancamento dei discenti al personale UNEP addetto alle attività di notificazione degli atti giudiziari (in numero non superiore a tre discenti per ogni unità di personale). L’affiancamento avrà la durata complessiva di sei ore e si svolgerà nell’area territoriale di competenza della società abilitata”.
Risulta incomprensibile in base a quale declaratoria professionale si intenda adibire il personale di questo ministero a compiti di formazione di operatori postali privati. Si sottolinea, peraltro, che l’attività effettuata dall’agente postale non corrisponde affatto a quella dell’ufficiale giudiziario, che opera secondo le modalità di cui agli artt. 137 e segg. del codice di procedura civile. Tra l’altro l’ufficiale giudiziario DEVE prendere visione del contenuto dell’atto per attestare la conformità della copia notificata all’originale reso alla parte istante. In caso di presenza di soggetti estranei durante la fase di notificazione si pongono pertanto anche problematiche serie di privacy per il cittadino destinatario. Si osserva, infine, che tale anomala previsione di prestazioni professionali risulta oltremodo beffarda, in quanto rivolta a personale al momento in stato di agitazione per le ripetute e intollerabili mortificazioni professionali subite negli ultimi anni, inclusive dell’inaccettabile trascuratezza di Codesto Ministero nell’attuazione delle misure minime di modernizzazione degli uffici (ad esempio l’applicazione della riforma approvata dal parlamento nel 2014 dell’art. 492 bis). Ci consta altresì sottolineare che l’applicazione del cosiddetto “Progetto Tablet”, con la digitalizzazione della notificazione – progetto in attesa di sperimentazione da tempi biblici – consentirebbe di eliminare completamente i disservizi e le lungaggini legate al sistema di trasmissione postale, spesso causa di ritardi e rinvii nei procedimenti giudiziari. Ma evidentemente queste argomentazioni non sono ritenute di tale rilevanza da comportare una dignitosa accelerazione dei tempi di implementazione delle tecnologie del XXI secolo anche all’UNEP, con l’inserimento organico di tale ufficio all’interno del Processo Civile Telematico. Ma è tutto il mondo UNEP che interessa poco a codesta Amministrazione, come dimostra la mancata riconvocazione del tavolo tecnico su tale importante settore della Giustizia il quale, convocato a fine 2018, è stato messo da parte senza alcuna motivazione.
Nel comunicare che è nostra intenzione invitare il personale a non prestarsi alla suddetta indebita attività, aggiungiamo quest’ultimo capitolo alla lista delle doglianze che ci hanno indotto a proclamare lo stato di agitazione e a ragionare sui successivi necessari passaggi.
Roma, 25 marzo 2019
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Marra Amoroso