Venerdì 14 dicembre sciopero nel Lazio, dopo 12 anni di blocco tempo di rinnovo

Sanità privata senza contratto da oltre 12 anni, una trattativa per il rinnovo che procede lentamente, tempo di rinnovo per i circa 150 mila lavoratori interessati. Per queste ragioni domani (venerdì 14 dicembre) sciopereranno le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata nel Lazio, seguiti nelle prossime settimane da altre regioni, come ad esempio in Emilia Romagna il 28 gennaio, per una mobilitazione che cresce in tutti i territori. A farlo sapere sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

“In attesa da oltre dieci anni del rinnovo – scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl -, per le lavoratrici e i lavoratori della Sanità privata è ora di rinnovare il contratto nazionale: ‘Ora basta, #TempoScaduto!‘. La trattativa va, infatti, sbloccata ed è per questa ragione che chiamiamo in causa le associazioni datoriali, Aris e Aiop in primis: la pazienza è finita, insieme alle istituzioni è tempo che i datori di lavoro facciano la loro parte. Per queste ragioni sosteniamo lo sciopero proclamato dalle federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil del Lazio in programma domani e le altre iniziative che si stanno calendarizzando per i prossimi giorni. Aumentare gli stipendi, raggiungere relazioni sindacali più forti, migliorare le condizioni e valorizzare il lavoro, sono questi i nostri obiettivi, questi i riconoscimenti che le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata meritano dopo tanti, troppi, anni di blocco contrattuale”.

Domani incroceranno le braccia quindi le lavoratrici e i lavoratori della Sanità privata nel Lazio: sciopero regionale con manifestazione a Roma a partire dalle ore 9 in piazza Oderico da Pordenone alla presenza dei segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi.

Pubblichiamo la circolare con le sedi disponibili per gli allievi attualmente impegnati nell’83° Corso

Senato della Repubblica
Al Presidente e ai membri della IV Commissione Difesa
Sen. Donatella Tesei
Egregie Senatrici e illustri Senatori,

nell’unica occasione d’incontro fin qui avuta con il Ministro della Difesa – si era ormai al 19 luglio scorso – le scriventi organizzazioni sindacali confederali, che insieme rappresentano circa il 92% dei 26000 lavoratori civili sindacalizzati, ebbero modo di rappresentare a voce i contenuti di un più complessivo e costruttivo documento fatto pervenire al Gabinetto prima della riunione, dal titolo “Per la tutela dell’industria italiana e la valorizzazione del patrimonio pubblico il Ministero della Difesa deve saper interpretare l’istanza di cambiamento e rappresentare il volano di sviluppo del Paese” (che ad ogni buon fine alleghiamo).
Si analizzarono le scelte politiche compiute, le criticità e le prospettive di sviluppo del sistema difesa e del lavoro pubblico, gli annosi problemi strutturali che condizionano la funzione dei dipendenti civili mortificandone la professionalità, le conseguenze generate dal prolungato blocco del turn over e l’impossibilità di mantenere adeguati standard operativi per un area tecnico-industriale di eccellenza che, invece, avrebbe bisogno di investimenti pubblici (della Cassa Depositi e Prestiti, ad esempio), di nuove commesse su mercati nazionale ed internazionale, e di un buon numero di assunzioni, per un non più ulteriormente rimandabile ricambio generazionale delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, in particolare dei ruoli tecnici negli arsenali e nei poli, come bene hanno evidenziato le RSU e le nostre strutture sindacali territoriali ieri nell’ambito dell’iniziativa pubblica tenuta a Taranto in occasione del passaggio della portaerei Cavour dal canale navigabile.
Questioni assai rilevanti sulle quali il Ministro assunse con noi impegni precisi, invero al momento disattesi, con particolare riguardo alle assunzioni, di cui non si ravvisa traccia nella legge di bilancio 2019, nonostante siano presenti nel testo approvato alla Camera per altre amministrazioni pubbliche.
Sono queste le argomentazioni che hanno costretto le scriventi OO.SS. a dichiarare lo stato di agitazione nazionale del personale e a prevedere l’avvio di incisive forme di lotta e mobilitazione dei lavoratori, di cui peraltro non si parla mai in ambito istituzionale, a differenza dei colleghi militari, ma che sono essenziali per la tenuta e il buon funzionamento del sistema difesa del Paese.
Nelle more delle iniziative che saranno assunte per richiamare l’attenzione sui bisogni dei lavoratori civili della Difesa e del mantenimento del ruolo pubblico delle attività, che non possono prescindere dall’aggiornamento della legge 244/2012, le scriventi organizzazioni sindacali avvertono comunque l’esigenza di avviare un interlocuzione con codesta Commissione, a cui si richiede apposito incontro sugli argomenti innanzi rappresentati e a cui inviamo l’unita proposta di emendamento alla legge di bilancio 2019.
Restiamo in attesa di cortese riscontro.

 

Fp Cgil                       Cisl Fp                       Uil Pa                            Confsal Unsa
Francesco Quinti       Massimo Ferri           Sandro Colombi       Gianfranco Braconi

Rinnovo CCNL Sanità Privata

Sono proseguiti gli incontri per il rinnovo del CCNL della Sanità Privata, nel corso dei quali sono
stati affrontati diversi articoli di cui vi forniamo una breve sintesi.
Sono stati definiti: l’articolo 32 sulla tutela dei dipendenti in particolari condizioni psicofisiche, con
l’inserimento della ludopatia; l’art. 33 sulla tutela dei dipendenti con disabilità, con l’inserimento di
misure per abbattere le barriere architettoniche; l’art.37 su patrocinio legale; l’art. 38 sul comportamento in servizio e l’art. 40 sui permessi e recuperi che sarà spostato all’interno dell’art. 31 relativo ai permessi retribuiti e non retribuiti che è ancora tutto da discutere.
Per quanto attiene l’art. 41 relativo i provvedimenti disciplinari, sono stati apportati alcuni
aggiustamenti e precisazioni rispetto alla vigente normativa, mentre abbiamo ritenuto non accoglibile la loro richiesta di inserire fra i provvedimenti di natura conservativa, le sanzioni per quanti non rispettano l’obbligo di acquisizione dei crediti ECM e per quanti non rispettano le regole sul preavviso per la fruizione dei permessi di cui alla legge 104.
Ciò in ragione del fatto che ci siano opposti di ragionare attorno a queste due questioni, senza prima di aver affrontato compiutamente gli articoli sulla formazione e senza aver condiviso le regole per la richiesta di fruizione dei permessi.
Un altro tema lungamente dibattuto e non concluso riguarda il diritto allo studio, l’aggiornamento
e la riqualificazione professioni, i crediti ECM.
La controparte ci ha presentato una proposta articolata, che sostanzialmente prevede la
creazione di un fondo ore, eliminando le attuali percentuali, ma lasciando le 4 ore settimanali retribuite.
Abbiamo unitariamente giudicato d’interesse la proposta della costituzione di un fondo e la
definizione delle causali, fra cui gli ECM, proponendo 13 ore annue da moltiplicare per il numero dei
dipendenti, proposta che vede l’accondiscendenza dell’AIOP, mentre ARIS si riserva di valutarla.
Inoltre, hanno convenuto che la formazione ECM promossa dalle aziende deve essere
considerata, in ogni caso, come orario di lavoro.
I programmi di formazione e i fabbisogni, le modalità attuative, i criteri di attuazione sono rimessi
alla contrattazione integrativa.
In ogni caso, la materia concernente la formazione resta in sospeso.
Un altro tema su cui è iniziato il confronto riguarda l’apprendistato per il quale propongono il
recepimento di tutte le tipologie.
Mentre siamo favorevoli a recepire e normare l’apprendistato professionalizzante, ad esclusione di tutte le professioni sanitarie della legge 502/1992 e delle professioni sociosanitarie, ci siamo riservati di verificare l’inserimento nel CCNL dell’apprendistato per alta formazione e ricerca.
Come FP CGIL abbiamo espresso forti perplessità circa l’eventuale recepimento dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore.
Per quanto riguarda la retribuzione, come sapete, è possibile sia definire una percentuale sia
l’inquadramento fino a due “livelli” inferiori.
Abbiamo dichiarato che non siamo disponibili a ragionare sulla parte retributiva
dell’apprendistato in totale assenze di risposte sugli incrementi economici.
Infine, ci hanno poi consegnato proposte riguardanti: Il lavoro notturno, i rapporti di lavoro a
termine, la somministrazione lavoro e la percentuale complessiva del ricorso al lavoro atipici, che
dovremo esaminare con la delegazione trattante e, quindi, con CISL e UIL.
Mentre seguitano ad essere inevase le nostre insistenti richieste sulla parte economica,
assistiamo al solito atteggiamento dilatorio, comprovato dalla comunicazione, da parte dell’AIOP, che
non ha fornito alcuna motivazione, di non essere più disponibile all’incontro che avevamo convenuto per il 19 dicembre a Milano, mentre, al momento, sono confermati gli incontri programmati per il 10 e 12 gennaio a Roma.
Di tutto ciò, è necessario informare le lavoratrici e i lavoratori con una campagna di assemblee,
anche per definire un’intensificazione della mobilitazione.
Oltre allo sciopero unitario del giorno 14 nel Lazio, è già programmato uno sciopero per l’8
gennaio a Bari, uno sciopero per il 28 gennaio in Emilia Romagna.
Oltre che invitarvi a tenerci informati sulle iniziative di mobilitazione che state definendo, l’approssimarsi delle feste può rappresentare l’occasione per sviluppare una campagna di sensibilizzazione rivolta agli utenti e alla cittadinanza, nelle forme e nelle modalità che ritenete più
opportuno.
Resta la nostra piena disponibilità a partecipare alle azioni che metterete in campo.
Buon Lavoro.

Per il Comparto Sanità/SSAEP                        Il Capo area Sanità/SSAEP
FP CGIL Nazionale                                                       FP CGIL Nazionale
Antonio Marchini                                                            Michele Vannini

Pubblichiamo la nota del Coordinatore Provinciale  Fp Cgil VVF nella quale si evidenzia la mancanza dei DPI in sostituzione di quelli usurati o fuori servizio per il personale, mettendo in discussione la sicurezza degli operatori

Pubblichiamo la nota della Fp Cgil VVF a firma del Coordinatore  Regionale e Provinciale di Vibo Valentia nella quale chiedono al Direttore Regionale il potenziamento del personale nel dispositivo di soccorso in caso di allerta meteo arancione

Comunicato corsi di qualificazione iniziale per esaminatori

Purtroppo avevamo ragione. Ora si provveda a rimediare.
In merito alla Circolare relativa alla qualificazione degli esaminatori, avevamo sostenuto, non
ascoltati, che il prevedere come elemento necessario la dichiarazione resa dai Dirigenti potesse
condurre al risultato di uno svuotamento di senso della Circolare stessa.
Ebbene, eravamo stati facili profeti. A quanto ci risulta il Provveditore del Piemonte, quello della
Lombardia e quello del Lazio, hanno ritenuto di non autorizzare i lavoratori che avevano dato la
loro disponibilità alla formazione per frequentare il corso da esaminatori.
Con il che si vanifica non solo il sacrosanto diritto dei lavoratori stessi a porre in essere la
formazione, elemento sempre declamato di miglioramento del personale, spesso non perseguito,
ma, in questo caso, vanificando di fatto, lo stesso obiettivo che l’Amministrazione si prefiggeva che
era quello di risolvere, in qualche modo, il problema dei c.d. fogli rosa.
Adesso c’è solo una strada da percorrere: quella che come Organizzazioni Sindacali avevamo
suggerito. Eliminare l’autorizzazione del Dirigente.
Chiediamo pertanto che venga emanata subito una nuova Circolare che ponga rimedio ai guasti
che, altrimenti, continuerebbero a prodursi.

Paolo Camardella                                                                  Duilio Carino
Coordinatore nazionale MIT                                         Segretario Nazionale UIL Pa Mit

FUA 2017 – COSI’ NON VA PROPRIO

Considerato il caos che in molti uffici del territorio si è venuto a creare, in particolare rispetto alla quota del 25%, riteniamo doveroso far presente cosa sia accaduto al tavolo della contrattazione.
L’Amministrazione, nel presentare la proposta di accordo, ha precisato che la somma globale del FUA
2017 sarebbe stata leggermente più alta rispetto al passato e che, pertanto, riteneva ci fossero i
presupposti per un’operazione di equità redistributiva, tesa a ridurre il divario esistente tra personale
amministrativo e ispettivo. A nostra precisa richiesta e di altre sigle confederali, parte datoriale ha
specificato che le stime da loro effettuate non davano risultati economici tali da alterare gli equilibri
esistenti tra i lavoratori, ma si poneva nella direzione di lanciare un segnale di giustizia a tutti i
lavoratori.
Su queste basi e fidandoci dei calcoli dell’Amministrazione abbiamo ritenuto di firmare quell’accordo,
ribadendo, peraltro, che quello sarebbe stato per noi l’ultimo accordo FUA improntato a logiche
importate dal Ministero mentre con l’accordo 2018, anche considerando la necessità di siglare il primo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo dell’INL, avremmo voluto dare un reale segnale di
cambiamento, ad es. introducendo un sistema indennitario.
Nei giorni scorsi, in sede di contrattazione decentrata, abbiamo appreso che in moltissimi uffici non
sono stati svolti progetti e già questo ha creato un problema di cui credevamo l’Amministrazione avesse tenuto conto in fase di preparazione e stipula dell’accordo. Per questo, abbiamo chiesto unitariamente alle altre sigle confederali un intervento dell’Amministrazione, ma la risposta/interpretazione unilaterale dell’Amministrazione ci lascia molto perplessi: non si può pensare di stravolgere il testo di un accordo e trasformare unilateralmente i “progetti” in “attività”.
Come se non bastasse, i calcoli dell’Amministrazione sull’entità del 25% sembrano essersi rivelati
errati, per cui si paventa anche il rischio di una possibile alterazione degli equilibri esistenti, con
conseguente guerra tra lavoratori. Proprio quello di cui (non) si sentiva il bisogno …
Come sindacato confederale, che rappresenta tutti i lavoratori e non solo sue categorie di lavoratori,
eravamo e siamo d’accordo sulle finalità dell’intesa, ma le sue modalità si sono rivelate palesemente
inadeguate.
Per questo, laddove vi siano degli accordi territoriali non ancora siglati, invitiamo i nostri
rappresentanti territoriali e i membri della RSU a non firmarli, qualora questi possano scatenare
inutili guerre fratricide fra colleghi. E’ giusto che chi ha combinato questo pastrocchio, se ne
assuma pienamente e interamente le responsabilità.
Aggiungiamo anche che se al tavolo nazionale fissato per oggi si intende presentare anche per
il 2018 un accordo sulla falsariga del 2017, ci dichiariamo sin d’ora indisponibili alla firma.
O si cambia sul serio e una volta per tutte, azzerando l’esistente e sostituendolo con un impianto
radicalmente nuovo, che preveda ad es. un sistema di indennità di funzione e di responsabilità, o noi
non ci stiamo. Il tempo delle eterne soluzioni temporanee in attesa di futuri tempi migliori, per noi, è
scaduto.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

HABEMUS PAPAM

Finalmente possiamo annunciare l’insediamento DELL’OIV che ha immediatamente firmato la
certificazione della performance, atto propedeutico alla corresponsione del FUA 2017, gli atti sono
stati passati alla Direzione del Personale che ha immediatamente attivato le procedure per il
pagamento, che avverrà nei prossimi giorni.

 

                  FPCGIL MEF                           CISL FP MEF                         UILPA MEF
A. Fimiani                         W. De Caro                                  A.G. Bordini

Oggi a Roma l’Attivo nazionale delegati della Cooperazione Sociale Fp Cgil. Siamo #FuoriTempoMassimo! È ora di rinnovare il contratto nazionale. Atteso da oltre sei anni per una platea di circa 350 mila lavoratori.

Lavorano con le persone più in difficoltà: stranieri che vengono da chissà quali condizioni di vita e che non parlano la nostra lingua, persone con disabilità, bambini, anziani. Sono operatori dell’accoglienza, educatori, operatori sociosanitari, mediatori culturali, pedagogisti. E sono una platea di circa 350 mila tra lavoratrici e lavoratori, che lavorano in condizioni mortificanti, con carichi di lavoro oltre le loro possibilità, turni infiniti e spesso senza alcuna forma di tutela – o semplicemente di buon senso?! – da parte del proprio datore di lavoro. Sono le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali del terzo settore e sono in attesa di un contratto di lavoro dignitoso da oltre 6 anni. E in virtù di tutto questo si sono incontrati oggi, all’attivo nazionale della Fp Cgil #FuoriTempoMassimo, per ascoltare, ma soprattutto per raccontare, testimoniare, confrontarsi, ognuno con la propria esperienza sulle spalle. Fuori tempo per il contratto, fuori tempo per i diritti, fuori tempo per garantire un servizio di qualità a tutte le persone che hanno bisogno, nella quotidianità, del loro aiuto. E dunque è tempo di confronto – e di scontro se necessario – per ottenere al più presto solo il primo dei traguardi che a questa platea di lavoratori spetta: il contratto nazionale di lavoro.

C’è Sara, educatrice in un asilo nido dell’Emilia Romagna, che racconta di come spesso gli educatori vengano visti come dei volontari, abbiano paghe misere e una domanda di lavoro sempre molto alta. “Questo contratto, che va rinnovato e va rinnovato bene, deve portarci il diritto ad avere dei diritti, ad essere ascoltati”. Oppure c’è Roberto, assistente domiciliare di Napoli, che invece racconta di come tra gli stessi operatori non ci sia consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo e dell’indecenza delle condizioni in cui si è costretti a lavorare. “I servizi sociosanitari versano in una situazione drammatica. Eppure c’è una scarsissima sensibilità e consapevolezza da parte degli operatori. Io alcuni giorni trascorro 13 ore in strada per essere pagato appena 4 ore. Vige un sistema di ribasso”. Poi c’è Antonio, educatore fiorentino da ben 30 anni, che racconta di come il fenomeno del burn-out sia, all’interno delle cooperative, una realtà molto nota. “Nel nostro settore c’è un’epidemia: quella dello stress da lavoro correlato, che produce danni non solo al lavoratore, ma anche alla qualità del servizio. Di questo però nella mia cooperativa non se ne parla mai”. O ancora Najua, operatrice sociosanitaria di Mantova, racconta di come dopo l’ennesima proroga di contratto a tempo determinato, abbia ‘finalmente’ ricevuto un indeterminato. Finalmente sì, ma solo in un certo senso, perché è stata costretta ad accettare un part-time involontario e un declassamento in cambio di quel contratto di lavoro definitivo. Come se non bastasse ha dovuto subire l’ennesima umiliazione. ‘”Mi raccomando, se devi rimanere incinta avvisaci almeno 5 anni prima’ è la frase che mi sono sentita dire – racconta Najua -. Il contratto dovrebbe tutelare di più la lavoratrice madre che combatte con i pregiudizi del datore di lavoro e della società, e viene vista come un peso da sostituire più che come una risorsa”.

Infine Marika, educatrice di un asilo nido del Veneto, tira le somme e spiega come il sociale, in questo paese, sia sempre stato considerato ‘il fanalino di coda’. “La rincorsa al massimo ribasso si riversa sulle lavoratrici e sui lavoratori del terzo settore, senza riconoscere il nostro lavoro, la passione che mettiamo in campo, le nostre professionalità”. Chiude l’attivo nazionale un intervento fuori programma, quello di Barbara, un’operatrice fiorentina costretta sulla sedia a rotelle, che non ci gira intorno: “Io lo vedo, con i miei occhi, il lavoro che fate. Avere a che fare con persone con disabilità non è facile, è impegnativo, richiede pazienza, forza, professionalità. Vuol dire relazionarsi a persone molto spesso depresse. Vi spaccate la schiena, vi prendete cura di noi. Nelle scuole se non ci foste voi, noi disabili non studieremmo neanche. Eppure siete sottopagati e svalutati. Io voglio che la vostra retribuzione sia commisurata agli sforzi che fate. Questo contratto vi deve dare dignità se no si scende tutti in piazza! Io per prima, insieme a voi!’.
Tantissime le voci che questa mattina hanno dato testimonianza delle condizioni in cui versa il settore, rivendicando maggiore considerazione e dignità e fornendoci diverse fotografie di ciò che accade su tutto il territorio nazionale: Francesco da Bari, Gaia dal Friuli Venezia Giulia, Debora dalla Liguria, Janet dalla Lombardia, Donata dal Piemonte, Pierpaolo dalla Toscana, Francesca dall’Emilia Romagna, Luisa dalla Sardegna. Tutti d’accordo sul fatto che questo è il momento propizio per l’azione sindacale, per una lotta per restituire a tutte le lavoratrici e i lavoratori i propri diritti.

Dunque un salario adeguato, un contratto di lavoro dignitoso, diritti e tutele, relazioni sindacali appropriate, corretti inquadramenti per i profili professionali e la corretta applicazione del contratto di lavoro. Tutto questo spetta da oltre 6 anni alle lavoratrici e ai lavoratori delle cooperative sociali. “La nostra è una volontà ferma – ha affermato Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil -. Noi il contratto della Cooperazione sociale lo vogliamo rinnovare e metteremo in campo tutte le azioni necessarie. Oggi abbiamo individuato le priorità da portare al tavolo, valuteremo insieme i risultati e sempre insieme decideremo come andare avanti’”. Così come Michele Vannini, capo Area del settore per la Fp Cgil Nazionale, nel tirare le fila della giornata ha spiegato: “Vogliamo fare il contratto, vogliamo rinnovarlo, perché il nostro progetto è sollevare le condizioni di vita e di lavoro per le donne e gli uomini che stanno nella cooperazione sociale. Ma deve essere chiara una cosa: potremmo sottoscrivere il miglior contratto possibile ma se non avremo la forza di farlo vivere nei posti di lavoro saranno solo parole”. L’agenda della trattativa vede infatti due incontri a breve e poi l’avvio della No Stop per giungere nelle prossime settimane al rinnovo di un contratto che ristabilisca quanto, a vario titolo, hanno sottolineato tutti gli interventi: la dignità di chi opera nella Cooperazione sociale.

TAVOLO TECNICO UNEP I RISULTATI DELLA RIUNIONE DI OGGI

Si è svolta oggi la programmata riunione in sede di tavolo tecnico sulle problematiche degli ufficiali giudiziari e dell’UNEP.
Nel corso della riunione CGIL CISL e UIL hanno illustrato i contenuti della piattaforma unitaria, già a conoscenza del Ministero. In particolare sono stati denunciati i gravi ritardi nell’attuazione delle indagini patrimoniali e le problematiche che ancora ne impediscono la piena attuazione: applicazione dell’art. 492 bis cpc; inserimento a pieno titolo degli UNEP nel PCT; mancata liquidazione delle somme relative alla percentuale di cui all’art.122 commi 2 e 3 DPR 1229/59; nuove e più incisive funzioni dell’ufficiale giudiziario; reinternalizzazione del recupero crediti e spese di giustizia; scorrimento integrale delle graduatorie ex art.21 quater L.132/2015 per funzionario NEP.
CGIL CISL e UIL hanno perseverato nella denuncia delle disfunzioni causate dalla mancata applicazione dell’art.492 bis cpc: inefficienza del sistema del recupero dei crediti con particolare riferimento alla circostanza che, eludendo la normativa vigente, il recupero viene svolto di fatto e a pagamento con l’ausilio di soggetti privati non abilitati da norma di legge a svolgere attività nell’ambito del processo di esecuzione mediante l’acquisizione non autorizzata di informazioni patrimoniali sui cittadini.
Dopo ampia discussione, nel corso della quale l’amministrazione ha mostrato ampio interesse verso le problematiche affrontate, al fine di sviscerare le problematiche le parti hanno convenuto di calendarizzare una serie di incontri che termineranno alla fine del prossimo gennaio.
CGIL CISL e UIL hanno chiesto anche l’integrazione della delegazione di parte pubblica con il Capo Gabinetto (o suo delegato) e con il Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero (o suo delegato).
I lavori del tavolo tecnico si concluderanno con la elaborazione di una proposta complessiva, condivisa dall’amministrazione e dalle oo. ss. la quale sarà sottoposta agli organi politici.
Il nuovo incontro ci sarà il prossimo 20 dicembre.

 

FP CGIL                   CISL FP                  UIL PA
Meloni                      Marra                          Amoroso

Rinnovo assistenza sanitaria integrativa Uneba 11 dicembre 2018

nella mattinata di ieri 11 dicembre si è tenuto l’incontro tra le OO.SS., Uneba e Unisalute per proseguire il confronto per il rinnovo dell’accordo per l’istituto dell’assistenza sanitaria  integrativa.
Dopo approfondita verifica dell’andamento negli anni precedenti, anche alla luce dei dati forniti da Unisalute, si è convenuto di dare continuità alla polizza assicurativa prevedendo una durata biennale a far data del 1 gennaio 2019.
Sono state rimodulate alcune prestazioni, nella fattispecie franchigie e massimali, senza intervenire in misura rilevante sul nomenclatore delle prestazioni.
E’ stato introdotto il rimborso totale dei ticket sanitari per le prestazioni nel SSN, non prevedendo più alcuna franchigia.
Vi alleghiamo copia dell’accordo sottoscritto, nei prossimi giorni, vi verrà inviata la documentazione di dettaglio, unitamente alle brochure divulgative.

 

FP CGIL            CISL FP             FISASCAT               UILTuCS             UIL FPL
Vannini                  Berardi                Ferrari                    Proietti                   Perna

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