ddl approvato dal Senato:
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01084722.pdf
Al Presidente
Prof. Tito Michele Boeri
Al Direttore Generale
Dott.ssa Gabriella Di Michele
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giovanni Di Monde
Oggetto: regolamentazione delle selezioni per l’accesso al secondo livello differenziato per i professionisti.
Il 3 ottobre scorso è stata presentata alle OO.SS. una bozza dei nuovi criteri per l’attribuzione del secondo livello differenziato di professionalità.
Pur ritenendo intempestiva l’iniziativa – perché siamo alla vigilia della sottoscrizione del nuovo CCNL, che certamente si occuperà dell’argomento – abbiamo tuttavia esaminato il documento, evidenziando numerose incongruenze della nuova regolamentazione proposta.
Ed in ogni caso, poiché l’Amministrazione non bandisce da anni selezioni per l’attribuzione del secondo livello di professionalità e l’ultima selezione effettuata risulta anzi sospesa e oggetto di contenziosi giudiziari, abbiamo richiesto, nelle more dell’approvazione della nuova regolamentazione, che fosse bandita con urgenza una selezione per la copertura dei posti eventualmente disponibili, sulla base dei criteri oggi vigenti, previa composizione dei contenziosi pendenti.
A tale incontro non è seguito nulla, sebbene su molte delle osservazioni formulate al tavolo si fosse registrata l’adesione della stessa delegazione datoriale, che, concludendo l’incontro, si era impegnata a riconvocare a breve le parti su un nuovo testo che recepisse le osservazioni stesse, se non ad incardinare un tavolo tecnico, data la specificità della materia.
Sollecitiamo pertanto la convocazione sull’argomento, non senza ricordare le principali proposte formulate al tavolo:
– armonizzazione della disciplina, a parità di previsioni contrattuali, quanto all’attribuzione dei punteggi tra legali da una parte, tecnici ed attuari dall’altra, in riferimento ad esempio al parametro dell’anzianità effettiva;
– razionalizzazione nella distribuzione del punteggio tra i diversi titoli professionali (la bozza proposta prevedeva 8 punti per un dottorato di ricerca conseguito anche 30 anni addietro contro i 3 punti per l’iscrizione all’Albo dei Cassazionisti o, per tecnici e attuari, per lo svolgimento di incarichi di particolare rilevanza);
– ampliamento almeno fino a 10 anni dell’arco temporale di riferimento per la valutazione del professionista, riducendo il punteggio attribuito agli incarichi di coordinamento e valorizzando l’esperienza professionale;
– inopportunità di utilizzare quale criterio di selezione il punteggio attribuito al professionista in sede di valutazione della qualità individuale, posto che i criteri attualmente in uso per la valutazione dell’attività dei professionisti sono notoriamente inadeguati e non riferiti all’attività professionale del singolo, tant’è che è la stessa Amministrazione ha recentemente avviato un percorso di revisione di detti criteri;
– eliminazione, per i legali, del rilievo attribuito all’adesione a richieste di mobilità
temporanea verso sedi critiche per periodi di 10 giorni, a scapito di chi in quelle sedi lavora stabilmente da anni;
– eliminazione, sempre per i legali, del riferimento alla percentuale delle costituzioni in giudizio o, peggio, delle cessazioni della materia del contendere o abbandoni della causa da parte delle controparti, in quanto criteri che nel primo caso penalizzano gli avvocati delle sedi con un maggiore volume di contenzioso, nel secondo attengono a circostanze che non rientrano nella disponibilità del professionista e non sono pertanto utili a valutarne il merito.
Sollecitiamo pertanto la convocazione, anche in considerazione dell’urgenza di sbloccare le selezioni, ormai da troppi anni ingiustificatamente sospese.
Roma, 7 dicembre 2018
FP CGIL/INPS CISL FP/INPS UIL PA/INPS CIDA/INPS
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO Lucio PALADINO
NO alle telecamere nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Il ddl in discussione al Senato pensa di contrastare le condotte di maltrattamento o di abuso con l’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro.
La videosorveglianza toglie a priori la fiducia alle migliaia di lavoratrici e di lavoratori che si dedicano tutti i giorni con passione e dedizione al lavoro di tutela cura ed educazione dei nostri figli dando un servizio di alta qualità. Trasmette ai bambini e alle famiglie e all’opinione pubblica un messaggio distorto fondato sul sospetto generalizzato compremettendo il clima di benessere e la spontaneità delle relazioni. Il benessere dei bambini passa anche attraverso il benessere di chi si occupa di loro!
Ma cosa serve realmente sono: assunzioni e organici adeguati, contratti di lavoro dignitosi, partecipazione delle famiglie, coordinamento pedagogico e formazione permanente. Sono soprattutto necessari investimenti per rendere l’accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia un diritto universalmente riconosciuto!
Scarica l’appello qui, sottoscrivilo, e invialo ai componenti della Commissione affari costituzionali del Senato al:
Presidente BORGHESI Stefano (stefano.borghesi@senato.it)
Vice Presidente PERILLI Gianluca (gianluca.perilli@senato.it)
Vice Presidente VITALI Luigi (luigi.vitali@senato.it)
Segretario MANTOVANI Maria Laura (marialaura.mantovani@senato.it)
Segretario CERNO Tommaso (tommaso.cerno@senato.it)
Pubblichiamo l’informativa inviata dalla Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie, riguardo i pagamenti per il personale del CNVVF impegnato alla campagna AIB 2017.
Pubblichiamo il documento presentato lunedì 26 novembre 2018 in occasione dell’audizione presso la Commissione Lavoro del Senato sull’Atto Senato 920 “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”.
LEI NON SA CHI SONO IO
L’art. 7 del CCNL al comma 3 recita: ” I soggetti sindacali titolari della contrattazione integrativa
nazionale sono i rappresentanti delle OO.SS. di categoria firmatarie del presente contratto”.
L’art. 7 del CCNL al comma 4 recita: “I soggetti sindacali titolari della contrattazione integrativa di sede territoriale o di sede unica sono: la RSU e i rappresentanti territoriali delle OO.SS. di categoria firmatarie del presente CCNL”.
Dalla lettura di questi due articoli si evince in modo chiaro che esistono diversi livelli di contrattazione e che soprattutto ogni livello ha il suo soggetto sindacale di competenza.
Nella fattispecie emerge che, per temi quali le indennità specifiche, i soggetti sindacali previsti dal CCNL sono le OO.SS. nazionali.
In questi giorni abbiamo letto, con un certo stupore, una comunicazione inviata da parte di un gruppo ristretto di persone (4) che appartiene alla RSU della sede centrale MEF, che si attribuiva la paternità della avvenuta firma del decreto ministeriale sulla “prelex”. Tale comunicazione riguarda tematiche che nulla hanno a che fare con il livello di relazioni sindacali proprie della RSU, ma soprattutto millanta un’azione sindacale, portata avanti a titolo “assolutamente personale”, avvalendosi della loro appartenenza ad un organo collegiale composto da un numero molto superiore di partecipanti dei quali non rappresentano che una sparuta minoranza.
Senza voler entrare in polemica con chicchessia vogliamo sottolineare che la RSU è un organo rappresentativo collegiale; in quanto tale agisce il proprio ruolo sindacale attraverso una maggioranza
numerica composta perlomeno dal 50% +1 e che in nessun modo singoli componenti possono svolgere attività a titolo personale.
La vicenda “comma 685” è una faccenda che ci vede da sempre contrari, sia nel merito che nel metodo. Nel corso di questi mesi non abbiamo mai smesso di provare a risolvere questa ingarbugliata matassa in modo unitario con CISL e UIL, cercando una interlocuzione sia a livello amministrativo che politico. Ricordiamo a tutti che questa indennità non è mai stata oggetto di contrattazione o confronto con le OO.SS. e che il decreto ministeriale è stato fornito meramente a titolo di informativa. Questo ha azzerato il ruolo sindacale e ha generato questa situazione di “tutti contro tutti” che purtroppo da mesi viviamo all’interno della nostra Amministrazione.
Quello che però è inaccettabile è che qualcuno possa utilizzare “a fini assolutamente personali” il fatto di appartenere ad un organo sindacale per ottenere vantaggi per se’ stessi e per pochi eletti.
Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a tutti i componenti RSU, che nonostante tutto questo continuano ad agire quotidianamente il proprio ruolo, ovviamente soprattutto alle componenti elette
nelle liste CGIL, che continuano a svolgere il proprio mandato in continuità con la linea politica della O.S. cui appartengono, a differenza di altri che utilizzano la loro copertura sindacale solo “Cicero pro
domo sua”.
Infine chiediamo all’Amministrazione di mantenere relazioni sindacali attenendosi rigorosamente a quanto stabilito dal CCNL, evitando di fornire informazioni a soggetti non legittimati, che poi magari sarebbero tentati di intestarsi la risoluzione anche del problema della fame nel mondo.
FP CGIL MEF
Americo Fimiani
“Misure inaccettabili, che introducono una disparità tra regioni e, di conseguenza, una diversificazione nell’esigibilità del diritto alla salute”. Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl commentano le indiscrezioni di stampa, che riportano fonti governative, secondo le quali sarebbe in arrivo un tetto di spesa per le assunzioni di personale sanitario diversificato tra regioni e regioni.
“Se dovessero essere confermate queste misure – proseguono – ci troveremmo difronte a una intollerabile diversificazione che determinerà una ulteriore esplosione delle diseguaglianze in termini di diritto alla salute. Per queste ragioni, in attesa del confronto che ci sarà oggi tra governo e sindacati, sulla legge di bilancio, ribadiamo le priorità relative non solo allo sblocco del turn over ma, soprattutto, all’adozione di un piano straordinario di nuova e stabile occupazione“.
“Bisogna concretamente riaffermare il valore della Pubblica amministrazione, così come recita la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, come cerniera tra cittadini, imprese e servizi e quindi fondamentale strumento per accompagnare le politiche per la crescita e lo sviluppo nel paese. Per queste ragioni sollecitiamo il governo a smentire queste indiscrezioni che, al contrario, se dovessero essere confermate oggi durante l’incontro troveranno la nostra ferma e determinata opposizione“, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
On.le Vittorio Ferraresi
Sottosegretario alla Giustizia
e per conoscenza
Dott. Fulvio Baldi
Capo di gabinetto
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi
Dott. Francesco Basentini
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili
Oggetto: Sollecito convocazione tavolo nazionale.
Sig. Sottosegretario
Le scriventi Organizzazioni Sindacali, con varie note inviate unitariamente o singolarmente, hanno più volte sollecitato codesta Amministrazione a convocare le organizzazioni sindacali al fine di definire:
– i criteri di pagamento del FUA 2018 (la cui entità risulta considerevolmente incrementata rispetto al recente passato) e l’impegno di spesa per la terza tornata di progressioni economiche, quelle relative all’anno 2019;
– la sottoscrizione dell’accordo definitivo sulle progressioni economiche relative all’anno 2018 sì da consentire la pubblicazione dei relativi bandi entro fine anno;
– l’avvio del confronto relativo ai passaggi dalla prima alla seconda area del personale;
– l’attuazione dell’accordo sulla mobilità volontaria del personale (interpelli ordinari e straordinari per tutte le figure professionali);
– lo scorrimento integrale delle graduatorie ex art.21 quater L.132/15 per cancellieri ed ufficiali giudiziari;
– la pubblicazione dei bandi ex art.21 quater L.132/15 per contabili ed assistenti informatici e linguistici ed ex 22 n.15 del D.L.vo 25 maggio 2017, n. 75 per gli assistenti di area pedagogica;
– la pubblicazione dei bandi per le progressioni giuridiche (passaggio da una figura all’altra nella stessa area attraverso l’istituto della flessibilità);
– l’attuazione dell’art. 492 bis CPC per gli ufficiali giudiziari.
Orbene nulla è stato fatto di tutto ciò. Se la trattativa sul FUA 2018 risulta piuttosto complessa, attesa la necessità sia di disciplinare ex novo alcuni istituti, quali le posizioni organizzative per l’organizzazione giudiziaria, sia di quantificare le ulteriori progressioni economiche per ciascun settore del Ministero, non si comprende l’inerzia dell’amministrazione in merito alle progressioni economiche 2018. Per realizzare queste ultime, infatti, occorre non una trattativa ma la mera sottoscrizione di un accordo già raggiunto ed approvato mesi fa dagli organi di controllo nonché la successiva pubblicazione, sulla piattaforma telematica in uso al Ministero, dei bandi che sono del tutto identici a quelli già pubblicati nel dicembre 2017 atteso che i criteri non sono stati modificati.
Cosi come pare non giustificabile il mancato avvio del confronto sugli ulteriori punti sopra elencati, considerati anche gli impegni formalmente assunti nel corso degli incontri avuti con l’Amministrazione. Tale inerzia, che concerne adempimenti di ordinaria amministrazione (gli stessi infatti non richiedono interventi legislativi da parte delle Camere e/o finanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli già nella disponibilità della Direzione Generale del bilancio), non trova giustificazione alcuna e risulta, per tale motivo, oltremodo offensiva nei confronti dei lavoratori degli uffici giudiziari, delle strutture penitenziarie, anche minorili, e degli archivi notarili che ogni giorno non si sottraggono ai loro doveri ed assicurano i servizi tra mille difficoltà a tutti note.
Sic stantibus rebus si chiede ancora una volta la convocazione entro l’anno del tavolo negoziale al fine di definire le problematiche elencate, specificando che, nel caso di ulteriore mancato riscontro alla presente richiesta, le scriventi OO.SS. si riservano ogni ulteriore valutazione in ordine ad eventuali iniziative conseguenti.
Distinti saluti
Confsal- Unsa FPCGIL CISL FP UILPA Confintesa FP
Battaglia Meloni Marra Amoroso Ratti
Alla Direzione Generale del Personale Civile
Oggetto: Circolari pausa ed orario di lavoro
In riferimento alla circolare sulla pausa e l’orario di lavoro, inviata per la preventiva visione, le scriventi rilevano quanto segue:
1. Quando è possibile usufruire della pausa psicofisica
La circolare richiama l’art. 23 del CCNL 2016/18 che sancisce il diritto del lavoratore a fruire di una pausa di almeno 30 minuti. Peraltro l’articolo medesimo precisa il diritto al lavoratore purché non in turno. A quest’ultima fattispecie, dunque, si applicano necessariamente le disposizioni dei precedenti CCNL (pausa per turni di almeno 8 ore, previsione di 15 minuti come da accordo Persociv, ecc.), così come disposto dall’art. 96 del CCNL 2016/2018 “Per quanto non previsto, continuano a trovare applicazione, in quanto compatibili con le previsioni del presente CCNL e non disapplicate, le disposizioni dei precedenti CCNL concernenti le amministrazioni confluite nel presente comparto delle Funzioni centrali”.
È dunque indispensabile che in tutte le circolari sia richiamata la precisazione contrattuale e, successivamente, in sede di definizione del Contratto integrativo giuridico, valutare la possibilità di non applicare la pausa di 15 minuti al personale turnista, così come previsto fino al 2007.
Sarebbe altresì coerente modificare la dicitura “Accordo su tipologie degli orari di lavoro del 12 gennaio 1996, abrogato nell’attuale disposizione del CCNL”, tenuto conto che per il personale turnista l’accordo medesimo continua a trovare applicazione.
2. Fruizione pausa all’esterno
Al par. B la circolare prevede l’autorizzazione del responsabile dell’ente alla fruizione della pausa all’esterno, precisando che il diniego deve essere motivato.
Ricordiamo che la pausa è una sospensione dell’attività lavorativa a carico e nella esclusiva disponibilità del lavoratore e non può essere soggetta a limitazioni o autorizzazioni.
La disciplina dell’orario di lavoro, di cui al dl 66/03, prevede all’art 1 comma 2 lettera a) , che l’ “orario di lavoro è qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”. La pausa dunque non è in nessun caso riconducibile o assimilabile all’orario di lavoro e non può essere introdotta, neppure indirettamente, una disciplina che possa ricondurla ad una forma di controllo o ad una restrizione analoga all’orario di lavoro.
Si suggerisce di sostituire la richiesta di autorizzazione con la comunicazione al responsabile dell’ente
5. Pausa psicofisica e vitto gratuito
La circolare prevede che la individuazione di fasce temporali deve avvenire a cura del responsabile dell’Ente il quale almeno dovrà fornire le informazioni ai soggetti sindacali.
Peraltro la individuazione di fasce temporali, avendo diretta incidenza sull’orario di lavoro e sulla sua articolazione, rientra tra le materie che il CCNL 2016/2018 all’art 5 comma 3 lettera a) dispone essere obbligatoriamente oggetto di confronto.
Non si ritiene dunque opportuna il riferimento ad una unilaterale determinazione da parte dei responsabili degli enti che certo non favorirebbe il dialogo costruttivo e trasparente tra le parti, come richiamato dalla circolare.
Tenuto conto della complessità degli istituti trattati che non sono circoscritti alla sola pausa ma ricomprendono l’argomento più generale dell’orario di lavoro e della sua articolazione, argomento sul quale si richiede apposito confronto ai sensi del CCNL F.C. 2016/18, le scriventi invitano a sospendere l’emanazione della richiamata circolare che potrà trovare occasione di approfondimento nell’ambito del CCNI nella parte normativa.
Distinti saluti
Fp Cgil Cisl Fp Uil Pa Confsal Unsa
Francesco Quinti Massimo Ferri/Franco Volpi Sandro Colombi Gianfranco Braconi
Il prossimo 10 dicembre siamo stati convocati dall’Amministrazione,unitamente alle altre Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL di comparto, per discutere del contratto integrativo delle aree relativo al 2018.
Anticipiamo in questo comunicato le richieste, già rappresentate informalmente alla Delegazione di parte datoriale in occasione di precedenti riunioni ed il cui mancato accoglimento, contrariamente a quanto qualcuno afferma e scrive, determinerà la nostra non sottoscrizione del CCNI 2018:
1. Inserimento nel contratto integrativo degli stanziamenti relativi al finanziamento delle progressioni orizzontali 2018 comprensivi anche dei passaggi per gli attuali A2 e B2 così come già richiesto in sede di trattativa nazionale;
2. Riallineamento del trattamento economico di professionalità (TEP) ai valori ante-passaggio per tutti i colleghi interessati dalle progressioni orizzontali 2016 e 2017;
3. Incremento di 50,00 euro mensili del TEP per tutto il personale e riduzione da due anni a 12 mesi dell’anzianità di servizio richiesta per l’accesso a tale istituto;
4. Ripristino delle funzioni di tutoraggio, secondo la formula contenuta nel CCNI 2017, con impegno a far decollare tale istituto in tempi brevi in applicazione della circolare n.147/2015;
5. Introduzione di una specifica indennità per il personale amministrativo addetto, in forma prevalente e continuativa, all’attività di contenzioso in materia di invalidità civile così come convenuto con specifico verbale di intesa sottoscritto il 5/10/2017;
6. Estensione a tutto il personale dell’Istituto della maggiorazione oraria della retribuzione per le attività di front-office senza perimetrazione a specifiche aree professionali;
7. Impegno formale alla rivisitazione, per tutte le posizioni organizzative, senza alcuna discriminazione, dell’attuale sistema indennitario;
8. Aggiornamento del sistema indennitario per i profili specialistici;
9. Reintroduzione nel testo del contratto integrativo della figura, con relativa indennità già contemplata nel CCNI 2017, del Coordinatore del gruppo di lavoro posizione assicurativa dipendenti pubblici ex circolare 36/2014 (figura immotivatamente scomparsa nei testi sino ad oggi consegnati alle Organizzazioni Sindacali);
10. Estensione ai colleghi incardinati nella Sede Virtuale della Direzione servizi agli utenti ed al personale del Progetto Estratto Conto dipendenti pubblici della maggiorazione del coefficiente individuale di attribuzione degli incentivi nella misura del 10%.
A latere, rispetto ai dieci punti esplicitati, chiederemo l’attivazione di un bando di mobilità nazionale in vista dell’immissione in ruolo dei vincitori del concorso pubblico a 967 posti di consulente protezione sociale, area C, posizione economica C1, per il quale sono in fase di svolgimento le prove orali.
FP CGIL/INPS CISL FP/INPS UIL PA/INPS
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO
“Ma dov’è il cambiamento? Da mesi denunciamo le criticità dei dipendenti civili della Difesa, il problema delle assunzioni, della formazione professionale e altre questioni che sono rimaste inascoltate dopo una serie di promesse vuote. Ora basta, proclamiamo lo stato di agitazione nazionale!”. Queste le parole di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa della Difesa, con cui dichiarano, dietro l’hashtag #CambiamentoCercasi, l’avvio di iniziative di protesta per sostenere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori civili del settore.
“Dopo l’incontro avuto con il ministro Trenta, durante il quale discutemmo dei problemi dei dipendenti civili, ad oggi ancora nessun cenno di riscontro – commentano i sindacati -. Il ministro ci assicurò un cambiamento, attraverso il rilancio della formazione e dell’aggiornamento professionale e con l’assunzione del personale civile necessario, utilizzando tutte le forme possibili di reclutamento consentite. Lo stesso ministro della Funzione Pubblica dichiarò di voler predisporre un massiccio reclutamento di almeno 450 mila dipendenti pubblici da inserire nella legge di bilancio 2019. Peccato che di quei solenni impegni, tutt’oggi, non vi sia alcuna traccia nella bozza. Dove sarebbe il cambiamento?”.
Un’ingiustificabile assenza di attenzione, secondo i sindacati. “Ormai da mesi denunciamo, inascoltati, il problema dei colleghi di prima area, bloccati da anni nella crescita professionale, o la mancata attuazione della norma che consentirebbe i passaggi fra le aree, il problema dei lavori insalubri, per non parlare dell’impossibilità di accedere ad un corretto sistema di relazioni sindacali basato su un dialogo costruttivo e trasparente”. Per queste ragioni, concludono, “proclamiamo lo stato di agitazione nazionale del personale civile della Difesa e nei prossimi giorni avvieremo le conseguenti iniziative di protesta, dietro l’hashtag #CambiamentoCercasi”.
Al Ministro della Difesa
Dr.ssa Elisabetta Trenta
Signora Ministro,
siamo purtroppo costretti a rilevare che, dopo l’incontro dello scorso 19 Luglio sulle criticità
del sistema Difesa e dei problemi dei dipendenti civili -questioni irrisolte e successivamente richiamate nella nota trasmessa lo scorso 7 Novembre e, da ultimo, nel comunicato stampa diffuso il 15 Novembre- ad oggi nessun cenno di riscontro è pervenuto alle scriventi organizzazioni sindacali confederali.
In quella prima ed unica occasione d’incontro, dopo averci frettolosamente ascoltato, Lei ci assicurò che la Sua politica del cambiamento si sarebbe concretizzata attraverso:
– il rilancio della formazione e dell’aggiornamento professionale di tutto il personale delle aree funzionali della Difesa;
– l’assunzione del personale civile necessario, utilizzando tutte le possibile forme di reclutamento
consentite dalla vigente normativa;
– la trattazione “a step” delle rilevanti problematiche che avevamo portato alla Sua attenzione.
Accogliemmo con favore l’assunzione di quegli impegni e, in tal senso, giudicammo in maniera più che positiva anche la decisione di mantenere per sé la delega alle relazioni sindacali, intesa come segno concreto di attenzione verso quelle antiche e annose problematiche che, ovviamente, hanno in parte contribuito a caratterizzare l’intervento da Lei prodotto nell’audizione svolta dinanzi alle Commissioni Difesa di Camera e Senato.
Solo pochi giorni dopo il nostro incontro, fu lo stesso Ministro della Funzione Pubblica a dichiarare
di voler predisporre un massiccio reclutamento di almeno 450.000 dipendenti pubblici da inserire nella legge di bilancio 2019 e, a tal fine, con apposita circolare diramata nei primi giorni dello scorso mese di Agosto, chiese a tutte le amministrazioni statali di far pervenire al competente Dipartimento un nuovo piano straordinario di fabbisogno di personale. In relazione all’avvio di questa ormai prossima campagna straordinaria di assunzioni, Le chiedemmo di organizzare uno specifico incontro che poi Lei decise di affidare ai Suoi più stretti collaboratori e consiglieri. Costoro, lo scorso 26 Ottobre, tentarono di rassicurarci, sostenendo che la richiesta di assunzione di circa 2.000 dipendenti civili della Difesa, tra quelli inseriti nel piano ordinario e quelli previsti nello straordinario, era stata correttamente trasmessa.
Peccato che di quei solenni impegni, tutt’oggi, non vi sia alcuna traccia nella bozza di legge di bilancio 2019 bollinata e trasmessa in Aula per l’avvio della discussione parlamentare iniziata ieri sera alla Camera, mentre risultano essere presenti numerose assunzioni destinate ad altre amministrazioni pubbliche che, evidentemente, anche se comprenderne le ragioni è faticoso, pesano politicamente molto più del Ministero della Difesa.
Ciò detto, in costanza di un’ingiustificabile assenza di attenzione/soluzione alle molte e importanti
vertenze che denunciamo, inascoltati, ormai da mesi quali, ad esempio, il problema dei colleghi di prima area bloccati da anni nella crescita professionale, la mancata attuazione della norma che consentirebbe i passaggi fra le aree, la mancata soluzione del problema dei lavori insalubri e, soprattutto, in considerazione della manifesta impossibilità di poter accedere ad un corretto sistema di relazioni sindacali improntato all’auspicato dialogo costruttivo e trasparente con la massima Autorità politica del Ministero, con la Direzione generale del personale civile e con alcuni tra gli Stati maggiori delle Forze armate, le scriventi OO.SS. proclamano lo “Stato di agitazione nazionale del personale civile della Difesa”, riservandosi di avviare nei prossimi giorni le conseguenti iniziative di protesta ritenute necessarie a sostenere pubblicamente le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa.
Cordiali saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL UNSA
Francesco Quinti Massimo Ferri/Franco Volpi Sandro Colombi Gianfranco Braconi