FIRMATO L’ACCORDO DEFINITIVO

SUI PASSAGGI ECONOMICI ANNO 2023

Questa mattina si è tenuto l’incontro con l’Agenzia per la sottoscrizione definitiva dell’Accordo sui passaggi di fascia anno 2023 e per la definizione dell’Accordo sul Welfare siglato nel 2021.

L’Amministrazione in premessa ha comunicato che il Dipartimento di Funzione Pubblica ha osservato che il numero dei posti individuati sull’Accordo sui passaggi economici 2023 superavano il limite del 50% per Area Funzionale, ovvero il limite massimo che, secondo la loro interpretazione, può essere raggiunto in un anno.

Pertanto per renderlo applicabile richiedeva la rimodulazione dei posti individuati nella Pre-intesa del 14.09.2023

L’Amministrazione ha quindi riproposto una nuova versione dell’Accordo comunicando che, laddove fosse stato immediatamente sottoscritto, avrebbe avuto rassicurazioni da Funzione Pubblica che lo stesso poteva essere immediatamente esigibile e di conseguenza i passaggi avrebbero avuto decorrenza 1/1/2023.

Come FP CGIL abbiamo dichiarato che, per quanto ci riguarda, non condividiamo assolutamente l’interpretazione restrittiva di Funzione Pubblica perché a nostro avviso non in linea con l’impostazione del nuovo CCNL 2019 – 2021.

Al riguardo abbiamo ribadito che i passaggi economici si basano sulla quantità di risorse fisse e stabili del Fondo del personale che destina ogni anno la Contrattazione Integrativa come prevede l’art 14 c.2 del CCNL 2019 – 2021 e che nessun limite ci risulta essere sulla destinazione di queste somme e di conseguenza sul numero di passaggi da effettuare.

Abbiamo comunque deciso di firmare l’Accordo per permettere al personale di poter fruire già dal 2023 di un passaggio economico.

Per i rimanenti posti non coperti da questo Accordo e tagliati da Funzione Pubblica, come FPCGIL abbiamo comunque richiesto e ottenuto di sottoscrivere subito già un accordo di programma che impegna Amministrazione e OO.SS. a definire per il 2024 una ulteriore procedura volta a completare una progressione economica per tutti, preso atto delle osservazioni di Funzione Pubblica.

La nostra O.S. sarebbe anche stata disponibile ad altre possibili variazioni sui criteri, ma tale operazione avrebbe comportato una riproposizione di tutti controlli previsti dagli organi competenti (IGOP e Funzione Pubblica) rimandando di fatto, viste le tempistiche ristrette, tutte e due le procedure sugli anni 2024/2025 anziché 2023/2024.

Pertanto abbiamo sottoscritto oggi l’Accordo definitivo per il passaggio di 22 posti in Area Operatori, 900 posti in Area Assistenti e 1344 posti di in Area Funzionari dando così la possibilità a questi colleghi di vedersi riconoscere gli arretrati già da Gennaio 2023.

Abbiamo però, unitamente ad alcune altre sigle sindacali, una nota a verbale dove dichiariamo la nostra contrarietà all’interpretazione di Funzione Pubblica sui limiti numerici dei passaggi annuali possibili, consci che per noi questa è e sarà una battaglia che dovremo superare nelle sedi opportune e sicuramente all’interno della trattativa sul nuovo CCNL visto che questa materia era tra quelle poste al centro della mobilitazione e dello sciopero proclamato lo scorso 17 novembre dalla CGIL.

A seguire abbiamo ripreso un confronto per rendere esigibile entro l’anno l’Accordo sul Welfare siglato nel 2021 che prevedeva, tra l’altro, una serie di misure di sostegno per spese scolastiche e/o sanitarie.

Sull’argomento dovremo fare ulteriori approfondimenti ma crediamo di poter chiudere già nel prossimo incontro che si dovrebbe tenere intorno alla metà di dicembre dove sarà anche trattato il Fondo del personale anno 2022.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi che ci saranno.

Roma 01 dicembre 2023

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL

Agenzia Dogane e Monopoli

Florindo Iervolino

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF riguardo le problematiche della sede do Corato

Pubblichiamo la nota a firma della Segreteria territoriale Fp Cgil Frosinone e Latina riguardo l’assegnazione del secondo buono pasto

Il perdurare di mancanze di risposte alle lavoratrici e ai lavoratori e le pessime relazioni sindacali hanno scaturito lo stato di agitazione unitario delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Confsal VVF, Usb VVF e Conapo

Si è svolto questa mattina un nuovo incontro del tavolo tecnico per il rinnovo del CCNL FEDERCASA 2022-2024.

La delegazione trattante ha aperto la discussione riepilogando in modo alquanto arbitrario i dati relativi all’inflazione registrata nel periodo di riferimento, asserendo che nel 2022 si è registrato l’8,7%, nel 2023 (gennaio – ottobre) lo 0,8% e che le aziende stanno già riconoscendo una IVC pari al 2,15%.

Federcasa, dunque, ha inizialmente reiterato la proposta già presentata pari ad un incremento tabellare del 4,5%. A fronte della conferma del netto rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali di una simile ipotesi, troppo lontana dal tutelare il potere d’acquisto dei salari alla luce dell’incremento dei prezzi già registrato nel periodo di vigenza del CCNL in oggetto, Federcasa ha avanzato una ulteriore proposta che prevede un incremento medio pari al 5,2% articolato in misura differente tra le diverse Aree di classificazione, dal 6% dell’area D al 4,5% per Q.

Le OO.SS. hanno unitariamente respinto anche questa proposta giudicandola ancora lontana dalla necessità di riconoscere a lavoratrici e lavoratori un incremento delle retribuzioni idoneo a tutelare i salari a fronte della crisi inflattiva che si è riscontrata in questi anni.

La delegazione trattante di Federcasa, non avendo un diverso mandato, ha rinviato all’assemblea delle aziende, che si terrà il prossimo 14 dicembre, la verifica della possibilità di effettuare una nuova proposta in relazione all’incremento tabellare, confermando che al momento non vi è disponibilità ad incrementare l’ammontare complessivo delle risorse a disposizione per il rinnovo del CCNL.

Diventa indispensabile, quindi, porre in essere sul territorio tutti gli strumenti di pressione (assemblee sindacali, richieste di incontro agli assessori competenti…) utili a spingere le aziende a dare mandato alla delegazione trattante per riconoscere un incremento tabellare che soddisfi le richieste delle OO.SS.

p. FP CGIL              p. CISL FP              p. UIL FPL

Giordana Pallone  Chiara Severino     Rita Longobardi

Roma, 1 dic – Abbiamo proclamato lo stato di agitazione a livello nazionale di tutto il personale delle strutture che applicano il CCNL Aris RSA”: lo annunciano in una nota le Federazioni Nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
“Come sindacati abbiamo concluso tutte le azioni necessarie per una risoluzione non conflittuale della questione relativa al CCNL Aris RSA, in particolare sollecitando la convocazione di un tavolo di confronto per  la stipula di un ‘accordo ponte’ che adeguasse i tabellari economici alla stregua di quanto già fatto con Aiop RSA. Prendiamo atto del disinteresse della controparte su questa priorità. Aris, peraltro, il 21 marzo scorso si era resa disponibile a riunire in tempi brevi un tavolo di trattativa per adeguare il CCNL ai livelli economici garantiti nei maggiori contratti di riferimento del settore. Successivamente, il confronto con le organizzazioni sindacali è stato più volte rimandato. Inoltre, le posizioni emerse negli ultimi mesi ci spingono a ritenere che la controparte possa aver cambiato idea sia sull’intenzione di stipulare un ‘accordo ponte’ ai fini dell’immediata tutela retributiva che sulla predisposizione di un contratto unico di settore in accordo anche con Aiop RSA”.
“Il CCNL Aris RSA è stato stipulato 11 anni fa e non rappresenta più uno strumento efficace per tutelare le situazioni giuridico-economiche di lavoratrici e lavoratori i cui salari sono gravemente erosi dall’inflazione. Alla luce dei profondi cambiamenti del mercato economico e del lavoro appare necessario un adeguamento dei principali istituti giuridici e un aumento delle retribuzioni. Essendo scaduto il termine di 7 giorni per la convocazione di un tavolo di confronto, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione a livello nazionale di tutto il personale delle strutture che applicano il CCNL Aris RSA. In tutte le regioni – conclude la nota di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl – saranno definite iniziative da svolgersi, a conclusione del tentativo obbligatorio di conciliazione. In caso di mancato accordo, siamo pronti a mettere in campo ulteriori iniziative di mobilitazione fino allo sciopero di comparto”.

Nell’incontro di martedì 28 sul nuovo sistema di misurazione e valutazione delle performance, l’Amministrazione ha presentato al tavolo un riscontro rispetto alle perplessità espresse dalle organizzazioni sindacali in occasione della prima interlocuzione.

In particolare ci si è soffermati su:

  • Prodotti Star alla base del nuovo sistema;

  • incentivo ordinario;

  • processo di clusterizzazione;

  • cruscotto qualità e impatto.

Come già evidenziato nel corso della prima riunione, la logica alla base del nuovo impianto dovrebbe essere quella di orientare l’azione INPS al raggiungimento di un risultato finale, senza disperdere gli sforzi delle colleghe e dei colleghi: ciò implica una maggiora attenzione rivolta al benessere del cittadino, coprendo non l’adempimento singolo nella lavorazione della pratica, ma il prodotto che viene erogato all’utente.

Cosa sono, dunque, i “prodotti star”? Si tratta di elementi, prestazioni o servizi, che producono valore pubblico percepito dal cittadino, quindi con un più alto impatto sulla vita quotidiana dell’utente. Un esempio tipico potrebbe essere quello della disoccupazione, la cui celere lavorazione determina una ricaduta positiva all’esterno. L’adozione di questo principio dovrebbe portare, nei desiderata dell’Amministrazione, a un superamento della dimensione autoreferenziale dell’ente. I prodotti attualmente individuati sarebbero 54, 28 dell’area prestazioni e 26 dell’area flussi. L’elenco, tuttavia, non dovrebbe essere fisso: in due momenti all’anno, verosimilmente con una proiezione semestrale, potrebbero essere effettuati interventi sostitutivi di aggiornamento.

Come FP CGIL abbiamo richiesto maggiori chiarimenti sulla futura definizione dell’indice di produttività obiettivo che, da una prima lettura della documentazione offerta al tavolo, sembrerebbe essere in tutto e per tutto regionalizzato. Pur apprezzando ogni elemento di elasticità, stante le differenti situazioni esistenti a livello nazionale, resta la riserva su quale sia l’obiettivo che le direzioni territoriali avranno una volta entrato a regime il nuovo modello. Un conto, a nostro avviso, è studiare degli elementi di manutenzione del sistema; altro, invece, è rendere meno chiare le regole della parametrazione iniziale. Su questo continuiamo a chiedere un approfondimento chiarificatore, al netto delle rassicurazioni sulla negoziazione che l’Amministrazione ha fornito in merito a un preventivo confronto, di anno in anno, con le diverse Direzioni Regionali.

Non vorremmo che l’adozione di un modello di miglioramento tarato sede per sede, anno per anno, porti a determinare a regime disparità nei meccanismi di produzione. L’obiettivo del sistema deve riflettere coerenza, non far sì che una sede andata bene debba magari avere un obiettivo ancora più “sfidante” per l’anno successivo, differenziando così la quantità di lavoro sui singoli territori.

Abbiamo ribadito che le soglie per l’erogazione degli anticipi relative agli obiettivi trimestrali dell’incentivo ordinario debbono fotografare il quadro attuale, per non penalizzare il salario dei lavoratori durante l’anno. L’innalzamento di dodici punti percentuali sul primo trimestre (dell’80% al 92%) e in scala anche nei mesi seguenti (da 87 a 94, da 93 a 97) non ci convince e chiediamo di ritornare al precedente impianto.

La stessa Amministrazione ha poi specificato che il nuovo modello si libera della clusterizzazione come l’abbiamo conosciuta finora: la nuova clusterizzazione servirà, per la struttura e per il contesto, a calibrare il valore del territorio, registrando criticità cui è sottoposto. Più è complessa la realtà, più il valore che produce dovrebbe essere moltiplicato considerando un coefficiente di difficoltà. Verrebbe meno, in questa dimensione, la logica di miglioramento del cluster, il quale servirebbe come strumento di calcolo per la performance di ente, quale unità di misura. È chiaro che un approccio del genere, apprezzabile sul piano teorico, richiede di essere calato nella realtà: per questo vogliamo comprendere, attraverso una simulazione, come ciò ricadrà sulle sedi.

Abbiamo espresso, infine, tutta la nostra soddisfazione per il monitoraggio della produzione automatizzata relativamente alla singola sede, richiedendo al contempo un chiarimento su come sarà valorizzata la consulenza, anche in considerazione della necessità di dare un apporto critico alla lavorazione degli scarti, cioè delle pratiche più articolate e complesse.

E proprio in tema di consulenza abbiamo posto un problema a latere: come organizzazione sindacale, la FP CGIL crede fermamente nei processi di semplificazione e nelle sperimentazioni innovative. Poiché l’Istituto ha provato la modalità web-meeting, vorremo capire se la creazione di questo canale riscuote consenso tra gli utenti in rapporto agli accessi telefonici e agli accessi fisici. Le sperimentazioni servono a questo: a monitorare se un elemento contribuisce all’erogazione dei servizi o se diventa un adempimento in più, oneroso e poco apprezzato. Noi abbiamo questa percezione.

In coda alla riunione, l’Amministrazione ha comunicato che sta lavorando a un sistema che renda il modello organizzativo coerente con il nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance. Si è scelto un approccio non top/down, ma bottom up, con la consultazione del management INPS dal livello provinciale al quadro nazionale. Nella giornata di oggi dovrebbero essere raccolte le idee proposte per poi attivare una nuova sperimentazione in alcune sedi campione, ancora non indicate.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Pubblichiamo la nota di sollecito della Fp Cgil VVF  in merito la richiesta di incontro sull’ ipotesi di accordo del sistema delle indennità ruolo D.D. funzioni specialistiche

Roma, 1 dic – “Il ministro Zangrillo in queste ore continua a fare affermazioni fuori dalla realtà, a partire dal rinnovo dei CCNL pubblici: persevera, infatti, nell’utilizzare la media del pollo. Piuttosto, dica esattamente quella media di 170 euro quanto realmente si trasformerà in incrementi salariali per i Comparti e quanto invece andrà alla dirigenza”.
Lo dichiara in una nota la Funzione pubblica Cgil in relazione all’intervista su “La Stampa” del ministro della P.a. Paolo Zangrillo.
“E’ fondamentale ricordare che nella tornata passata il CCNL è valso un po’ più del 4% attestandosi sopra l’IPCA (l’indice dei prezzi al consumo armonizzato) di quel triennio, e in sanità siamo arrivati al 7% circa, comprese le indennità specifiche introdotte come risposta allo sforzo nella pandemia. In più, l’allora ministro Brunetta, a cui Zangrillo sembra ispirarsi sul tema ‘pagelline punitive’ – si legge ancora – aveva sottoscritto con i sindacati un accordo che aveva sommato alle risorse per il rinnovo del contratto 19/21 delle risorse aggiuntive per riformare l’ordinamento professionale e aumentare i fondi per il salario accessorio con una prima deroga ai tetti. Oggi, alla nostra richiesta di garantire il rispetto di quegli impegni, la risposta del ministro della Pa è stata quella contenuta nell’attuale legge di bilancio. Legge che, come lo stesso Zangrillo evidenzia, non è sopra l’inflazione né pari all’inflazione del triennio 22/24, a differenza del contratto 19/21. E i lavoratori sanno bene che pochi euro non sono sufficienti”.
“Ma non è finita qui”, prosegue la nota. “Con il mancato rifinanziamento delle risorse su ordinamento e deroghe al salario accessorio e la sostituzione dell’una tantum del 2023 con l’Indennità di Vacanza contrattuale 2024 anticipandola al 2023, si penalizzano i lavoratori che non vedranno riconosciuta la decontribuzione per effetto del cumulo dell’anticipo con i redditi del 2023. E’ la stessa Inps a confermarlo nel messaggio 4191. In questo modo le buste paga vedranno un taglio nel 2024, a cui si aggiunge la riduzione delle progressioni e il taglio al salario accessorio che non sono rifinanziati. Inoltre, la campagna sulle ‘pagelline’ ha come unico obiettivo attaccare la contrattazione, perché come sanno Aran e Funzione Pubblica, i contratti già prevedono criteri che non consentono ‘premi a pioggia’”.
“La verità – conclude Fp Cgil – è che siamo stufi di questo continuo attacco al lavoro pubblico e al sindacato, utile solo a mascherare che in realtà i lavoratori pubblici saranno penalizzati dal governo sia sul fronte degli aumenti salariali che delle carriere. Altro che innovazione: Zangrillo è il ministro della restaurazione, dalla limitazione dei salari alle pagelline. Siamo tornati al brunettismo del 2009”.

Nella giornata del 29 novembre il tavolo sindacale si è riunito per affrontare la proposta di ripartizione delle risorse derivanti dal PON Inclusione. Anzitutto, abbiamo chiesto e ottenuto chiarezza su alcuni punti: in particolare, il personale direttamente impegnato sui progetti comunitari non verrà computato nella ripartizione delle restanti risorse, destinate al resto dei dipendenti.

Il punto maggiormente discusso – che ha impedito di arrivare a definire e sottoscrivere un accordo soddisfacente – ha riguardato la ripartizione delle risorse per trovare un giusto equilibrio tra quelle destinate a i colleghi direttamente coinvolti nei progetti e il restante personale, per garantire il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze e delle professionalità maturate in questi anni dai colleghi impegnati, assicurando anche la partecipazione al resto dei lavoratori ed evitando eccessive sperequazioni che alimenterebbero solo dannose guerre tra colleghi. Proprio per questo, a nostro parere, occorrerà anche lavorare – sin da subito – sull’ampliamento della platea dei lavoratori che potranno partecipare ai progetti, così da immaginare anche un relativo allargamento delle Direzioni Generali coinvolte.

È poi proseguito il confronto sulle progressioni verticali in deroga: l’amministrazione continua a ritenere essenziale la presenza di test, al fine di verificare le competenze acquisite dai lavoratori. Da parte nostra continuiamo a obiettare che non è questa la sede in cui farlo, visto che si tratta di procedure in deroga alla legislazione vigente, che servono a sanare l’assurda situazione creata dal blocco ultradecennale dei passaggi di area, introdotta dalla cosiddetta riforma Brunetta, nel 2009.

Abbiamo pertanto ribadito che, considerati i numeri messi a disposizione (26 passaggi dalla seconda alla terza area), vada fatta una procedura non eccessivamente complessa e piuttosto automatica.

 

FP CGIL

M.ARIANO

F. DE RUGERIIS

 

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Fp Cgil VVF riguardo richiesta di revisione della dotazione organica per il personale del ruolo ad esaurimento AIB

Durante l’incontro sindacale tenutosi ieri, 30 novembre 2023, sono stati discussi e approvati gli Accordi per l’annualità 2022:

  • le risorse del Contributo Unificato (CUT) per il personale amministrativo della giustizia tributaria;
  • le risorse comma 165 per i dipendenti MEF (cartolarizzazione).

Entrambi questi accordi, in termini parametrali e di valutazione, sono stati redatti con le medesime caratteristiche e il medesimo importo medio degli anni trascorsi.

L’Amministrazione ha affermato che la cartolarizzazione dovrebbe essere erogata entro fine marzo 2024 mentre il CUT entro il mese di aprile 2024. La FP CGIL vigilerà sul rispetto di tali tempistiche.

La FP CGIL ritiene che l’esclusione di 6 Corti di Giustizia Tributaria locali dall’erogazione del CUT operata dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria sia iniqua e sproporzionata. Dall’annualità 2023 la procedura riguardante il CUT cambierà e la FP CGIL si attiverà per impedire simili iniquità in futuro.

L’Amministrazione è stata anche interrogata sulle tematiche recenti di maggior rilievo:

Il DAG si è impegnato a stilare la graduatoria per le progressioni verticali e ad esercitare le relative facoltà assunzionali entro dicembre.

Rispetto al Co-working (Progetto Working from anywhere), l’Amministrazione ha dichiarato che intende raddoppiare il numero delle postazioni disponibili e, in generale, rendere lo strumento il più accessibile possibile per i dipendenti.

Per quanto riguarda il Telelavoro, l’Amministrazione ha riferito che a breve intende avviare una sperimentazione preliminare dell’istituto, per il momento limitata a pochi lavoratori.

FP CGIL MEF

Andrea Mosca

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