La commissione europea si rifiuta di attuare l’accordo del 2015 sul dialogo sociale europeo nelle Amministrazioni Centrali

La Commissione Europea dice no all’attuazione dell’accordo sul diritto all’informazione a alla consultazione dei lavoratori pubblici delle Amministrazioni Centrali firmato lo scorso 21 dicembre 2015, a Bruxelles, tra le parti sociali europee, sindacati e amministrazioni pubbliche.

Attraverso l’accordo, i lavoratori europei avrebbero avuto il diritto di partecipare alle scelte relative a questioni come le ristrutturazioni, l’equilibrio vita-lavoro e la salute e la sicurezza. Una direttiva già esistente per i lavoratori privati, che finalmente si sarebbe estesa ai lavoratori del pubblico impiego, tenendo fede a uno dei diritti della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione.

Eppure, dopo due anni di ritardi burocratici, lo scorso 17 gennaio, la Commissione ha espresso il proprio rifiuto e ha dichiarato la mancata volontà di trasporre l’accordo in direttiva. Decisione confermata con una nota ufficiale del 6 marzo. “È una discriminazione bella e buona tra lavoratori privati e lavoratori pubblici”, dichiara Nicoletta Grieco, referente della Fp Cgil nonché vicepresidente del Comitato europeo delle amministrazioni centrali. Secondo la maggioranza dei sindacati aderenti al Comitato questa decisione della Commissione è in contrasto con il Trattato del Funzionamento dell’Unione che “prevede una procedura di attuazione degli accordi automatica e non discrezionale” specificano i sindacati. “È inoltre gravissimo perché costituisce un pericoloso precedente che darebbe d’ora in poi alla Commissione il potere di decidere unilateralmente quali accordi trasporre e quali no”.

Per contrastare la decisione della Commissione, durante la quarta riunione del Comitato europeo delle Amministrazioni centrali, tenutasi a Bruxelles lo scorso 27 marzo, è stato concordato un piano strategico che comprende una raccolta firme ed una campagna mediatica contro tale rifiuto. Inoltre, è stato dato mandato al Segretario generale dell’Epsu di esplorare la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per la violazione del trattato. La decisione fa seguito a quanto proposto dall’ordine del giorno del Comitato direttivo nazionale della Fp Cgil del 26 gennaio scorso. “La campagna politica è già in atto. La decisione di portare la Commissione davanti alla Corte di giustizia europea sarà presa al Comitato esecutivo di Epsu, che si terrà i prossimi 8-9 maggio a Bruxelles e a cui parteciperanno tutti i segretari generali europei” spiega Concetta Basile, segretaria nazionale della categoria. E conclude con una precisazione: “La Fp Cgil difende i diritti dei lavoratori pubblici in ogni sede, anche in Europa. Siamo gli unici a farlo, con l’attiva partecipazione ai comitati settoriali”.

 

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