Accelerazioni degli effetti della riforma Brunetta. Il protocollo sul sistema di valutazione è contro il lavoro e contro il sindacato. Comunicato Stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale FP CGIL

18 Luglio 2011

In data 20/01/2010 è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Funzione Pubblica, Formez, AgeNaS, FIASO e 17 aziende sanitarie (afferenti a diverse regioni, tra cui Emilia Romagna, Lombardia e Toscana) al fine di sperimentare l’adozione di una serie di procedure e di strumenti previsti dalla legge 15/2009, la cosiddetta “riforma Brunetta”.

La Fp-Cgil non può che stigmatizzare nel merito e nel metodo l’accordo sottoscritto, i cui contenuti sono in antitesi con gli obbiettivi alla base delle iniziative di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, non da ultimo lo sciopero generale di tutti i comparti pubblici dell’11 Dicembre, basate su un giudizio fortemente negativo sulla controriforma Brunetta, che a nostro avviso non porta ne all’ottimizzazione delle prestazioni ne al miglioramento della qualità dei servizi, primo tra tutti quello sanitario che tutela la salute dei cittadini.

Nonostante si affermi che tale protocollo sia ispirato da un’attenta analisi della controriforma e dell’impatto che questa ha sul Sistema Sanitario Nazionale, in realtà esso contiene una sostanziale condivisione di alcuni principi ispiratori della legge 15 (a partire dall’esclusione del confronto democratico con le organizzazioni sindacali), predisponendo persino una scheda di valutazione individuale del personale del comparto e della dirigenza, identica per tutte le aziende, che verrà introdotta con una fase sperimentale.

Appare chiaro come oltre a continuare a colpire il sindacato, la dignità ed il ruolo del lavoro pubblico, si spenderanno risorse per cercare di mostrare quanto importante sia l’apporto individuale ed il merito, senza per questo valorizzarlo, attraverso meccanismi discrezionali e non condivisi che nulla hanno a che fare con il lavoro di equipè, e tra l’altro risultano incoerenti con gli obbiettivi previsti dai piani sanitari regionali e dai piani attuativi locali.

Sarebbe preferibile, anzi utile, investire tempo e risorse fondamentali per riorganizzare e potenziare il servizio sanitario, sulla scia di quanto contenuto nel recente Patto per la Salute. Ci sorprende che, nonostante la positiva attività del sindacato, svolta a partire dal ruolo fondamentale delle Rsu, che hanno sottoscritto numerosi accordi decentrati per valorizzare realmente il personale ed il merito e dare servizi più efficienti ai cittadini, invece di battere questa strada si preferisca aderire a tale protocollo spacciandolo come un tentativo di depotenziare il cosiddetto “effetto brunetta” quando in realtà lo si asseconda.

La nostra organizzazione non potrà restare a guardare, e metterà in campo tutte gli strumenti utili a smontare questo protocollo, per ripristinare un sistema di relazioni basato sulla democrazia e la partecipazione sindacale.

Roma, 22 Gennaio 2010

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