MEF: Burocrazia vs efficienza

07 Agosto 2015

 

News

 
MEF – BUROCRAZIA vs EFFICIENZA

 
E’ la burocrazia il vero male della Pubblica Amministrazione: gestione
acritica di  norme che modificano altre
norme in sostituzione di vecchie norme. Il burocrate vive di questo, di
interpretazioni autentiche, di disposizioni di servizio che non dispongono
nulla, utili  solo a rinviare sine die
decisioni importanti per il funzionamento della struttura. Chi gestisce il
lavoro pubblico  con questa ritualità non
è interessato alla produttività degli uffici, alla loro efficienza, all’utilizzo
del personale in funzione di un obiettivo. Quello che conta, nella teoria
appena esposta, è che l’organico sia corrispondente a quanto  previsto da quel  tale decreto, emanato in funzione di uno scopo
non ben definito: che la realtà diventi surreale.
Certo, la questione è
particolarmente preoccupante quando le strutture coinvolte  sono uffici pubblici, che devono garantire un
servizio adeguato alle richieste del cittadino utente. La produttività del
personale, separata dalla razionale organizzazione degli  uffici operativi, può determinare una
situazione kafkiana. Le lavoratrici e i lavoratori, peggio ancora se comandati
o distaccati, perdono qualsiasi certezza.
Dopo anni di attività prestata presso
strutture, nel nostro “ipotetico” esempio del Mef, con ottimi livelli di
professionalità,  rischiano di essere
rinviati, o essere stati già rinviati, 
alle sedi di “organica appartenenza” senza un valido motivo reale, se
non la burocratica applicazione della norma.
La burocrazia non si preoccupa minimante
che una Commissione Tributaria    o una Ragioneria
Territoriale possano andare in difficoltà produttiva o non essere più  in grado di garantire il proprio
funzionamento: interessa solo tradursi in atto attraverso la  revoca o 
l’accoglimento di una richiesta di comando o di  trasferimento, o altro ancora.  In tal modo, si  può anche non sapere che le commissioni tributarie devono
ridurre  il numero dei ricorsi
pendenti  del 10% e che il  mancato raggiungimento dell’obiettivo
determina  meno entrate tributarie o che
le RTS devono rispondere ad una utenza esterna.
Professionalità? Efficienza? Garanzia
dei servizi?  Sono formule vuote,
senza  alcun significato. La burocrazia
diventa una ritualità tanto più forte quanto più riesce ad estraniarsi e porsi
al di sopra di  queste questioni. Il suo
motto è : la regola sono io. 

Le varie riforme della pubblica amministrazione sono sempre fallite
proprio perché  la burocrazia è sopravvissuta ad ogni
cambiamento.

Roma, 7 agosto 2015          

                                                            FP
CGIL Nazionale

                 
                                                             Luciano
Boldorini

                                                                                                                                            

 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto