MEF: Progressioni economiche 2016 – Comunicato

29 Marzo 2016

MEF: Progressioni economiche 2016 – Comunicato

Roma 29 marzo 2016 

E’ ancora in salita  il percorso che dovrebbe portare  alla sottoscrizione dell’accordo riguardante le progressioni economiche per il 2016,
infatti  di fronte ad alcune rigidità manifestate da più parti, c’è il rischio
concreto di un nulla di fatto e che il passaggio di fascia slitti  al prossimo anno. Sarebbe per i lavoratori una beffa, oltre che un danno
economico presente e futuro ( vedi pensioni e tfr) se, dopo il  blocco di  5 anni imposto dalla legge di stabilità del
2010, non si riuscisse a trovare un accordo che consenta a
tutto il personale di ottenere un avanzamento economico  nel biennio 2016/2017.
La
difficoltà maggiore nella sottoscrizione dell’accordo  è determinata 
dai moduli formativi  proposti  dall’Amministrazione che  si discostano  da quanto previsto dal CCNL 2006/2009, che all’art
18 c. 6  stabilisce: I passaggi alle fasce retributive successive a quella iniziale
avvengono sulla base dei seguenti criteri e principi di meritocrazia:
a) esperienza professionale
maturata;

b) titoli di studio, culturali
e pubblicazioni, tutti coerenti con la attività del profilo, nonché ulteriori
titoli culturali e professionali non altrimenti valutabili;

c) percorsi formativi con esame finale qualificati quanto alla durata e ai
contenuti che devono essere correlati all’attività lavorativa affidata.

Ove le Amministrazioni non garantiscano la formazione a tutto il personale
interessato alla selezione, il presente criterio non può essere utilizzato.

Riteniamo
che il piano formativo proposto   è  più attinente
  ad una formazione accademica, utile  per un passaggio dalla seconda alla terza
area, che  per riconoscere  e valorizzare il grado di competenza professionale maturato
dai lavoratori  nell’espletamento dell’attività
lavorativa affidata.

Lungi dalla CGIL pensare  che  la
conoscenza della lingua Inglese non sia importante, ma è difficile  credere  che un corso di 8 ore sia utile a soddisfare
le esigenze sia 
dell’Amministrazione  sia del
lavoratore e indispensabile
 per ottenere un aumento retributivo.
Un
corso di lingua Inglese non deve essere vincolato a un passaggio di  fascia economica, anzi è  auspicabile che l’Amministrazione provveda immediatamente a programmare corsi per tutto il personale interessato. Stesso ragionamento può essere
fatto per tutte le attività dei singoli Dipartimenti.
Per esempio il personale delle
commissioni tributarie negli ultimi venti anni ha avuto la possibilità di partecipare  ad un solo corso di formazione riguardante il contenzioso tributario, corso che risale ad  almeno dieci anni fa. Non è stato mai  formato 
sul CUT, sulle modifiche  introdotte dalla legge delega sulla riforma
del  contenzioso, né  sull’utilizzo della nuova piattaforma
informatica utilizzata in tutti  gli
uffici.  Sarebbe prioritario un piano
formativo riguardante queste materie, sicuramente più utile a migliorare le conoscenze
professionali dei lavoratori,  che un
generico corso concernente elementi di  diritto amministrativo , di scienza delle
finanze  o di politica economica ed
economia politica.
La formazione deve rappresentare uno strumento fondamentale per la crescita professionale dei lavoratori, indispensabile per il continuo aggiornamento dovuto alle modifiche normative e alle innovazioni tecnologiche. La formazione deve essere programmata e garantita nel corso dell’anno. Non può essere “somministrata” esclusivamente  per un passaggio di fascia. La proposta dell’Amministrazione rischia di trasformare le progressioni economiche in un concorso a titoli ed esami, non proprio quanto previsto dal CCNL, anche se in questi anni di blocco contrattuale gli interventi legislativi hanno depotenziato e tolto spazio alla contrattazione, limitando l’applicazione di   alcune disposizioni  contrattuali.
Ricordiamo   che l’art 23 della  legge 150 del  2009 ( legge Brunetta) stabilisce: 1. Le  amministrazioni  pubbliche  riconoscono selettivamente  le progressioni  economiche…. sulla base di quanto previsto dai  contratti  collettivi  nazionali  e  integrativi di lavoro e nei limiti delle risorse disponibili.

 
2. Le progressioni economiche sono attribuite
in modo selettivo, ad una  quota limitata 
di dipendenti, in relazione allo
sviluppo delle competenze 
professionali  ed  ai 
risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione.

In considerazione di ciò sia  l’IGOP sia  il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno  imposto a tutte le Pubbliche Amministrazioni,
tra i criteri previsti per le progressioni economiche, la valutazione del
dirigente,   pena la mancata certificazione degli accordi
sottoscritti.

Per questo riteniamo importante il confronto avviato
sulla formazione, strumento oggettivo e trasparente, ma  è
fondamentale che  rimanga all’interno di
quanto previsto dal CCNL, ancora vigente.
Su questo invitiamo i lavoratori a esprimere
il loro giudizio.

CGIL FP Nazionale

Luciano Boldorimi  

 

 
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