riqualificazione professionale

18 Luglio 2011

Riqualificazione professionale

Ai lavoratori e alle lavoratrici dell’Organizzazione Giudiziaria

Il protocollo d’intesa del 9 novembre firmato dalla maggioranza delle OO.SS. e l’amministrazione della giustizia ha rappresentato dopo molti anni il primo vero segnale di cambiamento nel rapporto fra la politica e il lavoro pubblico nel settore giudiziario.
La politica, riconoscendo l’anomalia rappresentata dalla vicenda della riqualificazione professionale del personale degli uffici giudiziari, ha assunto l’iniziativa coraggiosa di mettere mano alla soluzione del problema cercando di unire lo strumento legislativo e quello contrattuale, la ricerca di risorse economiche con l’impegno alla modifica organizzativa.
Per questi motivi, per tenere insieme il miglioramento professionale dei lavoratori con il miglioramento dell’efficienza degli uffici giudiziari, abbiamo contribuito a costituire la base che ha portato il consiglio dei ministri del 23 maggio scorso a licenziare un disegno di legge che riguarda appunto la carriera dei lavoratori dell’organizzazione giudiziaria e la costituzione dell’ufficio per il processo.
C’è un modo per leggere il disegno di legge di cui parliamo?
Si, bisogna vedere se è aderente o no alla lettera e allo spirito del protocollo d’intesa del 9 novembre.
Ebbene dal nostro punto di vista il disegno di legge licenziato dal consiglio dei ministri non rispetta gli impegni che il governo si è assunto con la maggioranza delle OO.SS. il 9 novembre 2006.
Certo si prospettano delle assunzioni e ciò è positivo, si prospettano investimenti economici sull’organizzazione del lavoro, si prospettano modifiche normative per migliorare le procedure del lavoro. Tutte cose necessarie ma non sufficienti alla svolta che abbiamo contribuito a delineare.
Se non si sana la situazione di tutto il personale giudiziario attraverso un riconoscimento della professionalità ormai consolidata e riconosciuta, qualunque discorso organizzativo rimane monco. Proprio nel protocollo d’intesa le parti avevano dichiarato che la riqualificazione professionale fosse indispensabile e prodromica all’istituzione dell’ufficio per il processo.
Senza riqualificazione di tutto il personale non c’è ufficio per il processo e c’è scritto chiaramente fra gli impegni che l’amministrazione si è assunta.
Oggi quindi si può dire che la costruzione organizzativa che il consiglio dei ministri ha disegnato viene inficiata proprio dal mancato rispetto degli impegni contenuti nel protocollo d’intesa.
Da più parti si parla di possibili miglioramenti da ottenere in sede parlamentare nelle varie commissioni ma questo è un impegno che realisticamente nessuno può assumere pretendendo di essere creduto, può darsi che ciò accada ma non ci si può affidare ai giochi incrociati della politica.
Bisogna reclamare il rispetto degli impegni assunti col protocollo d’intesa e se non fosse possibile perseguire quella strada rimettere mano agli strumenti nella piena disponibilità delle parti.
Ci aspettiamo a breve un chiarimento con l’amministrazione e poi assumeremo le nostre determinazioni perché le cose che scriviamo in un accordo per noi hanno valore.
Lo sciopero del 1 giugno assume a questo punto un significato ancora più forte per i lavoratori e le lavoratrici della organizzazione giudiziaria, la sua riuscita negli uffici giudiziari sarà un segno della volontà che abbiamo di non mollare la presa e raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi.
Roma, 28 maggio 2007

Per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

 
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