Sanità Penitenziaria – Riforma sistema sanitario

18 Luglio 2011

Sanità Penitenziaria – Riforma sistema sanitario

Lettera inviata Al Presidente della Conferenza Stato – Regioni On. Vasco Errani da Rossana Dettori Segretaria Nazionale FP Cgil

Egregio Presidente,
L’articolo 5 della legge 30 Novembre 1998 n. 419 ed il successivo Decreto Legislativo n. 230 del 22 Giugno 1999, hanno riformato il sistema sanitario penitenziario stabilendo il trasferimento delle funzioni dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale e quindi alle Regioni; a tale processo riformatore si è poi aggiunto, per lo specifico tema, la riforma del titolo V della Carta Costituzionale che ha definitivamente affidato alle Regioni la competenza esclusiva sull’assistenza sanitaria.
Nonostante fosse più che chiara la precisa volontà del legislatore di rendere universalmente garantito il diritto alla salute anche nei luoghi di detenzione l’intera passata legislatura è trascorsa senza alcuna conseguente decisione dei Ministeri interessati, Giustizia e Salute, e quelle indicazioni del Parlamento, alle quali si aggiungono quelle chiaramente espresse dai cittadini nel referendum confermativo alle modifiche costituzionali apportate al citato titolo V, rimangono ad oggi assolutamente disattese.
Dopo quasi nove anni dall’avvio del processo di riforma della sanità penitenziaria il Ministero della Giustizia continua ad esercitare indisturbato le sue illegittime prerogative sul diritto alla salute in carcere.
Ripetutamente abbiamo sollecitato la Conferenza Stato-Regioni ad assumere chiare iniziative tese a sottrarre il tema dell’assistenza sanitaria ad un Ministero che ha, evidentemente, missione diversa da quella della tutela della salute dei cittadini e, nel contempo, abbiamo rivendicato interventi rispondenti ai principi costituzionali che definiscono l’esclusività dei sistemi sanitari regionali nella garanzia di quel diritto.
Tutto ciò, però, mai sottovalutando le enormi resistenze che i due ex Ministri della Giustizia e della Salute, Castelli e Sirchia, hanno profuso a piene mani; abbiamo registrato più volte quanto fosse oggettivamente difficile operare il trasferimento delle funzioni di assistenza sanitaria dalla Giustizia alla Salute e, successivamente, ai sistemi sanitari regionali di fronte alla resistenze dei due principali attori istituzionali del processo.
Ora, invece, onorevole Errani , ci troviamo di fronte ad una dichiarata disponibilità sia del Ministro Mastella che della Ministra Turco a dare finalmente avvio alla riforma sancita nel lontano 1998; nuove sensibilità che, oltretutto, sono più che mai presenti non solo nel Governo, ma anche nella maggioranza parlamentare che lo sostiene.
Si tratta, allora, di definire finalmente un piano operativo che consenta:

– l’immediato trasferimento alle Regioni, con vincolo di destinazione, di tutte le risorse finanziarie oggi nella disponibilità del Ministro della Giustizia per la sanità penitenziaria, adeguandole eventualmente nella loro consistenza, in modo di garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria per tutti i detenuti, adulti e minori, di tutte le tipologie e condizioni di restrizione;

– l’apertura di un tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali confederali per l’avvio di un garantito processo di trasferimento del personale sanitario, allo stato attuale impegnato nello svolgimento delle attività sanitarie penitenziarie, nei ruoli dei servizi sanitari regionali;

– il trasferimento alle competenze regionali delle convenzioni in atto tra il personale sanitario ed il Ministero della Giustizia per essere riordinate dalle Regioni nel rispetto degli attuali istituti normativi vigenti nel Servizio sanitario nazionale;

– il trasferimento alle regioni della documentazione clinica riguardante i detenuti insieme alle strutture logistiche ed alla strumentazione diagnostica attualmente in uso all’amministrazione penitenziaria;

– la messa a disposizione delle regioni delle sedi interne ed esterne al carcere utilizzate per lo svolgimento delle attività di cura e riabilitazione, compresi i centri clinici;

– l’avvio di un processo di concertazione fra il servizio sanitario regionale, le ASL, i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria e le Direzioni degli Istituti di Pena per stabilire criteri e procedure di gestione del servizio e per individuare i necessari rapporti di collaborazione istituzionale sul tema;

– favorire la discussione e la necessaria approvazione nella Conferenza Stato-Regioni del progetto obiettivo a suo tempo predisposto in applicazione dell’articolo 5 del citato decreto legislativo.

Non le sfuggirà certamente, dato il contesto profondamente diverso da quello vissuto per l’intera 13° legislatura, quanto determinanti saranno le iniziative che in seno alla Conferenza da Lei presieduta verranno assunte per favorire, anzi, rivendicare l’immediato avvio di quel trasferimento delle funzioni e quanto chiara potrà essere la responsabilità della stessa Conferenza nel caso in cui permanesse oltremodo questa sostanziale situazione di empasse.
Non le saranno certamente sfuggite le ormai numerose iniziative di legge promosse da alcune assemblee regionali tese a garantire il diritto alla salute nei luoghi di detenzione esclusivamente all’interno dei sistemi sanitari regionali.
La invitiamo, pertanto, ad assumere un ruolo da protagonista in questa vicenda ed a farsi carico di una precisa sollecitazione ai Ministri interessati affinché dalle dichiarazioni di intenti, dai programmi elettorali si passi ad una coerente azione di Governo.
Lo impone la legge 419/98, il decreto legislativo 230/99, il titolo V della Carta Costituzionale; lo rende necessario anche la doverosa difesa delle prerogative affidate alle Regioni di cui Lei è autorevole garante.
In attesa di un cortese riscontro l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

Roma, 29 Gennaio 2007

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