Inpdap: Posizioni Organizzative: il pensiero della CGIL

27 Settembre 2011

 
 

Comunicato

 

LE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

Per la Cgil, la proposta dell’Amministrazione sulle posizioni organizzative da attribuire nelle sedi, in attuazione della Circolare 5, è INACCETTABILE:

1) RIDUCE LE POSIZIONI ORGANIZZATIVE NELLE SEDI E LASCIA INVARIATO IL NUMERO DI QUELLE AL CENTRO. Al di là di una evidente disparità di trattamento del lavoratori, tale comportamento dell’Amministrazione rende, ancora una volta, poco organica e rigida un’organizzazione che, invece, dovrebbe interessare globalmente centro e territorio, per garantire fluidità ai processi e più efficienza ai servizi.

2) PREVEDE POSIZIONI ORGANIZZATIVE NUOVE O DIVERSAMENTE REMUNERATE,sempre a scapito delle Sedi, disponendo arbitrariamente di soldi che, invece, sono del fondo di Ente e, quindi, dei lavoratori e appannaggio della contrattazione con i sindacati.

3) RIPROPONE UNA DIVISIONE DELLE SEDI IN FASCE che non tiene in alcun conto le diverse difficoltà e criticità delle sedi. Il calcolo elementare che è stato fatto dall’Amministrazione è sempre quello, solito, dei bacini d’utenza.
Peccato che non si siano accorti che oltre al bacino d’utenza bisogna rapportare le posizioni organizzative al numero dei lavoratori nelle sedi e alla distribuzione di questi lavoratori nelle varie aree funzionali.
Se l’Amministrazione avesse fatto questo si sarebbe accorta che nelle sedi più piccole, e principalmente al nord, ci sono più posizioni organizzative che lavoratori in area C; e la percentuale di posizioni organizzative rispetto ai lavoratori diminuisce vertiginosamente nelle sedi grandi dove ci sono, infatti, più problemi legati alla produttività e all’organizzazione.

4) SU 1401 lavoratori in Direzione Generale le posizioni organizzative sono, in proporzione, circa il doppio di quelle utilizzate sul territorio.

Su queste basi nessun accordo che riguardi le Posizioni Organizzative può essere sottoscritto dalla CGIL che, invece, è convinta:
a) Sia necessario un riequilibrio delle posizioni tra centro e territorio. Non è possibile puntare la credibilità dell’Ente sulle attività istituzionali, sulla produzione, e poi, continuare a fare esclusivamente politiche anacronistiche e clientelari;
b) Sia necessario rivedere le fasce delle sedi e l’attribuzione delle posizioni organizzative rispetto al nuovo ordine ,che tenga conto di fattori più complessi del solo bacino d’utenza per differenziare i posti di lavoro su tutto il territorio nazionale;
c) Sia necessario un aumento e non una diminuzione delle posizioni organizzative sul territorio, ma non vada riconosciuta alcuna figura di integratore funzionale e men che meno l’attribuzione a questi di una maggiore indennità rispetto agli altri responsabili di processo.
d) Sia necessario individuare nuovi e più oggettivi criteri di professionalità utili per l’attribuzione delle responsabilità di processo e, quindi, delle posizioni organizzative ad esse connesse, che fino ad oggi sono state lasciate al genio artistico dirigenziale.

SENZA UN NUOVO ACCORDO SULLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE NESSUNA POSIZIONE PUO’ ESSERE CONFERITA. Questo è evidente, essendo l’argomento oggetto di CONTRATTAZIONE con le OO.SS.
La CGIL diffida, pertanto, la dirigenza dall’attribuzione di artificiose posizioni e responsabilità non RICONOSCIUTE da accordo sindacale.
Non potranno esserci Ordini di Servizio con Responsabili del Welfare in Direzione Regionale, né potranno esistere altre figure per cui non è stata prevista alcuna indennità, a meno che non si voglia incorrere nel contenzioso ex art. 28 L. 300/70 per condotta antisindacale.

Roma 18/4/2011
 

Il Coordinatore Nazionale
FPCGIL Inpdap
Marinella Perrini

 
 
 
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