Mibac: Comunicato su esito riunione 19 dicembre – accordi e non accordi

20 Dicembre 2018

CONTRATTAZIONE DEL 19 DICEMBRE: ACCORDI E NON ACCORDI

Giornata piena ieri al MIBAC, un incontro che è proseguito per tutta la giornata, che ha toccato vari
temi, tutti di grande importanza, ma alcuni toccati in modo non propriamente accettabile da parte
dell’Amministrazione. Andiamo per ordine:

Accordo sugli incentivi alle funzioni tecniche
Ve lo consegniamo firmato da tutti e non da noi. IL motivo della nostra mancata firma è semplice: il
testo dell’accordo ci è stato consegnato in pre visione solo mezza giornata prima e noi non abbiamo
avuto modo di verificarne i contenuti con i nostri delegati ed i funzionari tecnici che a noi fanno
riferimento. Quindi abbiamo ritenuto profondamente scorretta la modalità con la quale  l’amministrazione ha ritenuto di approcciare il problema: si tratta di un passaggio delicato le cui conclusioni vengono recepite in un DM e quindi dovrà regolamentare la materia per gli anni a venire. Pensare di farlo in mezza giornata lo troviamo veramente singolare. Analoga sensazione non l’hanno avuta i nostri colleghi di quasi tutte le altre sigle, comprese quelle normalmente non firmatarie, ma questo riguarda le legittime scelte di ognuno che in questo caso noi non abbiamo condiviso. Quindi invitiamo i nostri delegati ed i lavoratori interessati a farci pervenire valutazioni sul merito dell’accordo, che noi avremo modo di valutare ed eventualmente rappresentare alla controparte. Resta peraltro in piedi la questione della fase transitoria pre accordo, ovvero il periodo che intercorre dalla data di modifica della normativa a quella in cui sarà emanato il DM. Ed anche in questo caso troviamo singolare che la fretta di regolamentare la materia non abbia affrontato proprio la causa principale di tale fretta, che era quella di dare orientamenti generali agli Uffici per evitare esattamente che ognuno facesse da sé. Quindi possiamo ragionevolmente desumere che si è trattato di un atto imposto al tavolo nazionale, anche in considerazione del quasi nullo recepimento delle osservazioni che i colleghi hanno fatto sul tavolo sul merito dell’accordo.
Posizioni organizzative
La seconda tranche di dibattito surreale si è avuta poi sulla questione della regolamentazione delle
posizioni organizzative. In questo caso l’Amministrazione si è presentata con una proposta che si
limitava ad una mera ripartizione delle posizioni organizzative sulla base del budget previsto
nell’accordo FUA (aumentato quest’anno a tre milioni di euro), senza l’indicazione di alcun criterio che
ne corroborasse la scelta. Il tutto sempre motivato dalla questione della fretta, altrimenti definita
sindrome della gattina frettolosa, perché siamo a fine anno e c’era il rischio di perdere la quota FUA,
che, per la somma non impegnata che finirebbe nelle economie ma non andrebbe perduta, ma
recuperata sul FUA 2019. Quindi sostanzialmente ci hanno proposto una sanatoria, richiamando
l’accordo a sanatoria dell’anno passato, ma “dimenticandosi” del fatto che l’accordo del 2017 era stato stipulato con il preciso impegno delle parti ad andare ad una regolamentazione a regime con criteri certi, trasparenti e verificabili e considerato che la scelta dei destinatari in quella fase si è basata su criteri certi dettati dalla norma, per quel che riguarda i funzionari capi area ed i direttori funzionari dei Musei. Noi abbiamo subito dichiarato l’indisponibilità a procedere ulteriormente a sanatoria, senza avere parametri minimi di riferimento ed abbiamo proposto invece di andare ad una declaratoria dei criteri, mutuando la norma introdotta nel CCNL Funzioni Locali, che ci pare ben scritta, definire un sistema di relazioni sindacali sulla materia e le modalità di conferimento, valutazione e revoca dell’incarico che dà diritto alla posizione, nonché una gradazione del compenso rapportata ai livelli effettivi di responsabilità richiesti.. Abbiamo anche molto da dire sulla proposta di ripartizione partita dall’amministrazione, ed in  particolare sul forte addensamento delle stesse in alcune Direzioni Generali, dimenticando ad esempio figure professionali come i Direttori SAF. E per un pelo non siamo finiti sul banco degli imputati accusati di non voler dare le posizioni organizzative alle funzioni centrali del Ministero.
L’accordo di mediazione che ne è scaturito, come potete verificare, si limita ad impegnare tutta la somma FUA 2018, prevedendo un numero di posizioni organizzative fino a copertura totale dell’importo e rinviando ad una successiva fase il confronto per l’individuazione dei criteri e dei destinatari. Noi abbiamo aderito perché questo consente di riportare la materia nell’ambito ordinario e più precisamente nella regolamentazione che definiremo nel nuovo Contratto integrativo.
Gli altri accordi firmati.
Abbiamo sottoscritto l’accordo che consente l’anticipazione dei pagamenti delle turnazioni 2019,
l’accordo sui progetti locali e l’accordo definitivo sul conto terzi, finalmente certificato dagli organi di
controllo e portato al tavolo otto mesi dopo la firma originaria, sempre per rimanere in tema delle
tempistiche degli organi di controllo. L’accordo sul conto terzi lo abbiamo firmato con soddisfazione, ci auguriamo una sua applicazione puntuale e le modalità applicative concordate saranno contenute in una Circolare di imminente emanazione, con riferimento alle prestazioni di tale natura maturate a far data dal 1 gennaio 2018. Per quanto riguarda i progetti locali, gli stessi sono finanziate dalle economie maturate sui fondi 2017 e 2018 e le procedure applicative rimangono le stesse degli anni passati, per procedere alle contrattazioni locali in ogni caso si dovrà attendere la famosa certificazione da parte dei celebri organi di controllo.
Il Ministro e le promesse mancate.
Infine un pensiero per il Ministro: sappiamo, da uomini di mondo, che l’esercizio del potere è materia
complessa e spesso le buone intenzioni si scontrano con la realtà effettuale. Quindi verificheremo
puntualmente quanti degli impegni presi con noi si tradurranno in provvedimenti, al termine di questo
iter faticoso e contraddittorio che riguarda la legge di stabilità. A naso non ci pare molto, ma quello che oggi ci preme denunciare è il mancato rinnovo dei lavoratori precari a tempo determinato. Insomma una contraddizione evidente rispetto alla volontà di assumere, che peraltro viene rinviata a fine 2019, partendo invece da licenziamenti veri e propri. Abbiamo proposto per le vie brevi una soluzione e questa soluzione riguarda la possibilità di procedere alla proroga di questi contratti attingendo a risorse interne derivanti dal budget ordinario per le assunzioni. Si tratta di un milione e mezzo di euro a fronte di una disponibilità complessiva che è quantificabile in più di 120 milioni di euro in tre anni. Per fare questo occorre una norma che legittimi questa scelta. Ebbene ci si dica se queste è una ipotesi percorribile oppure no. E, se è no, quali sono le motivazioni. Perché noi non ci accontenteremo delle solite spiegazioni dovute alla compatibilità economica delle scelte di bilancio perché queste sono esattamente le stesse che abbiamo ricevuto dal precedente Ministro, con buona pace dei cambiamenti annunciati.
Appena disponibili invieremo i testi degli accordi.

Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni

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