Contratti: Fp Cgil, Dadone nel paese delle meraviglie che non c’è

07 Gennaio 2021

Vogliamo una Pa rinnovata, da assunzioni a valorizzazione professionale

“Dadone nel paese delle meraviglie. Forse alla ministra bisogna ricordare che i contratti si fanno con le organizzazioni sindacali e che noi un contratto che non dia spazio alla valorizzazione professionale, alla riforma delle carriere e all’innovazione non lo sottoscriveremo”. Così la Fp Cgil in merito alle parole di oggi della ministra della Pa, Fabiana Dadone.

“Se poi la ministra – continua – vuole solo distribuire quelli che scarsi saranno poco più di 70 euro lordi lo faccia con chi è d’accordo con lei. Noi ad un’ipotesi che dice ai dipendenti della Pa che l’unica innovazione sono le pagelle e le faccette date dai cittadini di brunettiana memoria abbiamo già detto che non saremmo d’accordo. Piuttosto la nostra è una battaglia coerente: la Pa va rinnovata con assunzioni e riforma professionale, il Ministro e il Governo non hanno finanziato né l’una né l’altra. La propaganda, anche quella di autorevoli quotidiani economici, va usata con cura perché poi al tavolo del contratto le carte sul tavolo bisogna metterle e il bluff si scopre”.

In questo approccio, prosegue la categoria della Cgil, “non si innova la Pa. I cittadini devono valutare i servizi non i dipendenti la cui programmazione e indirizzo è responsabilità di chi guida l’amministrazione non di chi esegue gli ordini di servizio e i dipendenti hanno il diritto di essere valutati con obiettività e di valutare a loro volta i dipendenti. Ma in questo ragionamento bisogna dare a tutti mezzi sufficienti: semplificazione dei procedimenti, risorse per le carriere e incentivi adeguati e liberi da vincoli di legge e demandati alla contrattazione per valorizzare la produttività, infrastrutture informatiche e formazione per sostenere l’innovazione. Tutte questi temi presuppongono investimenti e riforme che, come leggiamo nelle bozze che circolano sul nuovo Recovery Plan ‘sono ulteriormente da precisare’. Infine, sommessamente, il tavolo per rinnovare il contratto è un obbligo della ministra non una promessa, leggi concessione. Così, solo per ricordare che le regole della democrazia e il rispetto delle leggi, soprattutto in queste ore, vanno difese sempre e in ogni parte del mondo”, conclude la Fp Cgil.

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