Medici di medicina generale, dipendenza per superare le fratture

07 Ottobre 2021

All’iniziativa promossa da Fp e Spi ‘L’assistenza si costruisce insieme. I protagonisti del SSSN dialogano’ irrompono le parole del ministro della Salute Speranza sull’ipotesi del passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale come tema per ‘alimentare lo scontro’. Sorrentino replica: ‘Al contrario: vogliamo sanare la frattura’. D’Amato, Boldrini e Filippi commentano.

Ipotizzare un passaggio dei medici di medicina generale alla dipendenza, nell’ambito di una complessiva riforma della medicina generale, non vuol dire perseguire lo scontro, ma al contrario rappresenta la volontà di sanare una frattura già in essere. Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, replica così al ministro della Salute, Roberto Speranza. Un botta e risposta a distanza: da una parte la dirigente sindacale nel corso del suo intervento all’iniziativa, promossa dalla categoria insieme allo Spi Cgil, ‘L’assistenza si costruisce insieme. I protagonisti del SSSN dialogano’, dall’altra il titolare della Salute che, a margine 78esimo Congresso nazionale della Federazione italiana medici di famiglia, è intervenuto sull’ipotesi di un passaggio alla dipendenza per i medici di famiglia, sostenendo che ‘chi oggi pone il tema della dipendenza lo fa per alimentare lo scontro’.

“Non vogliamo lo scontro, al contrario: vogliamo sanare la frattura”, ha affermato Sorrentino dal palco dei Frentani a Roma, aggiungendo: “La divisione è quella che c’è oggi tra convenzionati e dipendenti, noi al contrario lavoriamo per l’integrazione. Andiamo in direzione completamente opposta, noi vogliamo sanare la frattura che si è determinata. Perché è solo una delle tante: convenzionati sono i medici di medicina generale ma lo sono anche gli specialisti ambulatoriali. Quindi se casa della comunità significa prossimità della salute nel territorio, multiprofessionalità e multidisciplinarietà, dobbiamo mettere al centro una discussione seria sui tanti regimi che compongono il sistema salute e che oggi, contrapponendo interessi professionali, rompono la catena del valore della cura tra convenzionati e strutturati. Ci sono tanti modi per poter integrare la medicina generale nelle case di comunità e noi siamo pronti a discutere”.

Sullo stesso tema anche l’assessore alla Sanità e integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ospite dell’iniziativa Fp e Spi: “Noi dobbiamo ragionare di un modello nuovo – ha detto D’Amato -, abbiamo bisogno di vino nuovo in otri nuove. Puntare sulle giovani generazioni che devono avere un’opzione e consentire loro di essere dipendenti del servizio sanitario nazionale. Questo ci consente di dare delle risposte ai fabbisogni che abbiamo e che saranno sempre maggiori. Non possiamo uscire dalla pandemia come ci siamo entrati”.

Al dibattito anche Paola Boldrini, vicepresidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha affermato sul tema della dipendenza: “Per superare le difficoltà che abbiamo registrato nella pandemia prevediamo nel tempo di cambiare il sistema, migliorando la loro formazione e andando in una transizione verso la dipendenza. Questo non vuol dire che siamo contro i medici di medicina generale, al contrario: proprio per aiutarli devono essere in rete con il sistema sanitario nazionale”. Per il futuro quindi l’idea è che vadano “inseriti tout court nel sistema sanitario nazionale perché possano usufruire delle prerogative che questo gli può dare”.

Infine l’opinione di Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn: “Stiamo cercando di superare una frammentazione che già esiste, questa divisione fra convenzione e dipendenza, anche per mettere in valore le condizioni di lavoro, con le tutele e i diritti, che servono per lavorare bene, per il bene della cittadinanza. E questo non è secondario, è il cuore del problema”.


Rivedi in basso l’intervento integrale di Serena Sorrentino

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