INL, Fp Cgil – La rincorsa alle 40 ore

06 Giugno 2025

Nelle scorse settimane siamo già intervenuti sulle 40 ore di formazione previste dal Ministro della PA, ricordando – tra l’altro – che è dovere dell’Amministrazione organizzare le attività del personale, facendovi rientrare anche la formazione e che questa deve “neutralizzare” le altre attività. In buona sostanza e detto in parole semplici, durante le ore di formazione il personale deve seguire solo quella, senza essere chiamato a fare altro e tutto ciò porta necessariamente a ricalibrare le varie attività istituzionali previste, rispetto alle ore di formazione.

Del resto, che questo dovere incomba sulla parte datoriale è lo stesso Ministro Zangrillo a scriverlo nella direttiva: “La promozione della formazione costituisce, quindi, uno specifico obiettivo di performance di ciascun dirigente, che deve assicurare la partecipazione attiva dei dipendenti alle iniziative formative“, aggiungendo poi che “il mancato raggiungimento degli obiettivi delle politiche e dei programmi formativi […] espongono il dirigente, cui tali risultati negativi siano imputabili, ad ulteriori conseguenze, anche sul piano della corresponsione del trattamento accessorio collegato ai risultati stessi”.

Cosa sembra stia accadendo in INL? Che si stia scaricando la responsabilità sui lavoratori dell’Ente, inserendo il raggiungimento delle 40 ore tra gli obiettivi di ciascun lavoratore, così che, se non si raggiungano le 40 ore, la responsabilità finale possa essere dei lavoratori.

Tuttavia, non si considera che il raggiungimento delle 40 ore non è automatico e facile, ma può diventare una vera e propria corsa a ostacoli per ogni lavoratore. Basti pensare, ad esempio, che i corsi SNA non sempre ammettono tutti i richiedenti, essendo corsi strutturati per un certo numero di persone, ovvero che il personale di seconda area non possa accedervi.

Allora, invece di lasciare che i lavoratori si sentano soli anche in questo, perché non si immagina di affiancare l’offerta formativa esterna realizzando progetti formativi interni, su base nazionale e/o territoriale, certificati dalla dirigenza, avvalendosi anche delle tante professionalità interne presenti? Perché non si riprende l’albo dei formatori interni e non si prevedono corsi sulle tante materie di interesse del personale? Ci sono diversi argomenti che potrebbero essere trattati da docenti interni, di interesse per le varie attività dell’INL, che potrebbero essere validi e, soprattutto utili al fine di una formazione qualificata e qualificante.

Visto che siamo ancora a metà anno, si inizi a progettare e realizzare alcuni di questi corsi già per quest’anno: sarebbe un gesto di attenzione importante verso il personale!

Coordinatore nazionale FP CGIL INL

Matteo Ariano

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