20 Giugno 2025

Il 24 ottobre del 2024 l’Amministrazione varò ufficialmente il regolamento per il cambio di famiglia professionale. Il documento doveva dispiegare i suoi effetti in tempi brevissimi per consentire il ripopolamento di due profili in particolare, quello ispettivo e quello degli STT, ormai in evidente stato di difficoltà.

Il 3 marzo del 2025, a distanza di cinque mesi, l’Amministrazione comunicò le sue intenzioni: dar seguito al mandato, più volte sollecitato da quest’organizzazione, per consentire l’arruolamento di 47 unità tra gli STT e di 69 funzionari nelle fila del personale ispettivo.

Il 21 marzo partì il primo interpello per il mondo dell’informatica, con il messaggio 981/2025.

Questa breve cronistoria purtroppo finisce qui.

Non abbiamo ancora notizia, infatti, dell’esito di quella procedura, né della promessa selezione dei responsabili di progetto rimasta in fieri. Il mondo dell’informatica vive una stagione densa di trasformazioni, di cambiamenti, è stato investito della necessità di adempiere al PNRR e di costruire una via pubblica all’adozione dell’Intelligenza Artificiale, ma la valorizzazione professionale delle sue risorse, la possibilità di costruire percorsi di carriera appaganti per chi realmente crea un valore aggiunto, non sembra essere percepita come una necessità.

Analogamente si sta abbassando il sipario sul destino degli aspiranti ispettivi, interni o esterni che siano, laddove il terreno da recuperare è ancor più vasto considerando il blocco alle assunzioni da un lato e i pensionamenti dall’altro.

È calato il silenzio. Un silenzio profondo e cupo, considerando che appena un anno fa moriva Satnam Singh, il bracciante indiano che lavorava in nero in un’azienda laziale. E allora il Ministro Marina Calderone, tuonando dall’indignazione di fronte alle agenzie, prometteva un impegno deciso sul versante legalitario: un impegno che stenta a decollare, tra concorsi bloccati e atteggiamenti punitivi assunti da questo Governo proprio verso quegli enti che dovrebbero presidiare la funzione.

Ne vien fuori un quadro a tinte fosche, dove il rischio più grande è quello di avere così poche unità da smantellare implicitamente l’operato della vigilanza.

Nel frattempo i lavoratori resistono a tutto: ai carichi in aumento e alle promesse da marinaio. Ma per quanto ancora?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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