Terzo settore

18 Gennaio 2021

Fino ad oggi discriminati nel calcolo pensionistico che non gli riconosceva i periodi di pausa lavorativa, i lavoratori in part-time verticale accedevano alla pensione molto più tardi degli altri, lavorando più anni. Oggi, dopo anni di battaglie e di ricorsi legali, con la Legge di bilancio 2021 finalmente giustizia è fatta.

È stata una battaglia dura e lunga anni quella della Cgil al fianco dei lavoratori in part-time verticale ciclico. Chi sono? Sono quei lavoratori regolarmente contrattualizzati ma la cui professione, spesso per sua stessa natura, si svolge stagionalmente. Pensiamo al settore dell’educazione e dell’istruzione, ma anche al turismo, alla ristorazione (in particolare delle mense) e tanto altro ancora.

Lavoratori che fino ad oggi hanno subito un’enorme ingiustizia e discriminazione in quanto, nel calcolo dei contributi per acquisire il diritto alla pensione, non venivano contati i periodi di sosta lavorativa. Il risultato? Dover lavorare molti più anni per accedere alla pensione. La colpa? Aver scelto una professione stagionale.

Una discriminazione la cui visibilità ha varcato persino i confini nazionali. Nel 2010, infatti, la Corte di Giustizia Europea constatò la discriminazione subita da questi lavoratori in Italia. Principio recepito in moltissime sentenze, anche di Cassazione.

E dopo tante ingiustizie subite, ricorsi fatti e cause imbracciate, finalmente il Governo è stato indotto ad un intervento risolutivo. Con la nuova Legge di Bilancio 2021, infatti, si stabilisce finalmente che sarà permesso ai lavoratori in part time verticale di accedere al pensionamento considerando tutti gli anni di lavoro, al pari di tutti gli altri lavoratori. Secondo alcune stime dell’Inps, questa misura permetterà, già nel 2021, un accesso al pensionamento a circa 5mila persone.

“Si tratta di un risultato politico importante – commenta la Cgil – ottenuto grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, grazie ai presidi ai e tantissimi ricorsi legali degli ultimi anni. Una grande vittoria per noi, un diritto riconosciuto per chi lavora. Finalmente giustizia è fatta!”.

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto