Sanità

18 Gennaio 2021

Per la campagna di vaccinazione ancora una volta si reclutano nuovi precari. Medici e infermieri che, concluso il Piano Vaccini, torneranno a casa. E il bando è un flop, mancano gli infermieri. Fp Cgil: “Serve un investimento stabile, non solo quando siamo nei guai”.

Stiamo assistendo a quella che è probabilmente la più grande campagna di vaccinazione di tutti i tempi. In tutto il mondo ci si mette “in fila” in attesa del proprio turno, secondo un indice di priorità che vede ai primi posti operatori sanitari, ospiti delle rsa e soggetti “fragili”, per vaccinarsi contro il Covid-19, che da gennaio 2020 ha stravolto le nostre vite.

Per affrontare questa gigantesca impresa è necessario chiamare a raccolta tutte le risorse possibili. Per questo il governo italiano, attraverso il Commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, ha lanciato un appello a medici, infermieri e assistenti sanitari di tutto mondo, per il reclutamento di 15mila operatori a sostegno della campagna di somministrazione del vaccino.

Per farlo, il mese scorso è stato istituito un bando che, attraverso cinque agenzie per il lavoro, prevede la selezione e il reclutamento di 3mila medici e 12mila infermieri e assistenti sanitari che saranno inquadrati con un contratto di somministrazione a tempo determinato della durata massima di 9 mesi. Il rapporto di lavoro continuerà solo nel caso in cui il Piano Vaccini richiedesse un ulteriore sforzo. In caso contrario i rapporti di lavoro cesseranno, in quanto “non danno diritto all’accesso ai ruoli del servizio sanitario regionale”. Così si legge nel testo. Un bando che, per il momento, è andato deserto, con la candidatura di meno di 4mila infermieri, sufficienti a coprire meno di un terzo dei posti necessari.

“Affidare il reclutamento alle agenzie per il lavoro vuol dire perdere tempo e denaro utili alle vaccinazioni”

Un reclutamento, quello stabilito dal Commissario Arcuri, che è cominciato lo scorso 16 dicembre e che prevede che medici e infermieri entrino in servizio a fine gennaio. Questo è solo uno degli aspetti che lascia perplessa la Fp Cgil. “Una perdita di tempo che in questa fase non possiamo permetterci. Un mese in più di lavoro e di personale in campo vuol dire migliaia di persone vaccinate in più. Perché istituire un bando, che richiede dei tempi di valutazione e selezione dei candidati, quando abbiamo diverse fonti cui attingere nell’immediato?”. Ci si riferisce ai tantissimi esclusi dai corsi di specializzazione ma pur sempre laureati, o anche ai medici di continuità assistenziale (la guardia medica), per non parlare delle tantissime graduatorie dei vecchi concorsi pubblici, piene di nomi di candidati risultati idonei che sarebbero già pronti per un reclutamento immediato. Senza contare che affidare ad un soggetto terzo il compito di reclutare medici e infermieri vuol dire disperdere anche risorse economiche che, piuttosto che a remunerare le agenzie sarebbero potute servire per l’assunzione di un numero maggiore di operatori sanitari, procedendo più velocemente con il Piano Vaccini. Dunque, che bisogno c’era di affidarsi ad agenzie piuttosto che procedere con assunzioni dirette? È questo il grande interrogativo del sindacato.

“Non si può agire solo quando si è nei guai. Bisogna rafforzare la sanità pubblica in modo stabile”.

L’altro aspetto che lascia perplesso il sindacato è la scelta, ancora una volta, di creare un nuovo esercito di precari. “Questa pandemia non ci ha insegnato quanto sia necessario rafforzare il nostro Servizio Socio Sanitario Nazionale? Pensiamo ancora di procedere per le scorciatoie del lavoro precario?”. In effetti, abbiamo tutti vissuto un 2020 da incubo che ci ha mostrato le fragilità della nostra sanità pubblica, su cui negli anni si è progressivamente disinvestito. “E noi pensiamo ancora di agire in emergenza. Non è possibile spendere soldi e cercare risorse solo quando si è nei guai”. Bisogna rafforzare la sanità pubblica di questo paese in modo stabile, questo il punto cruciale per la Fp Cgil. “Ma se anche volessimo guardare solo alla campagna di vaccinazione, si sta affrontando la questione come se si risolvesse in qualche settimana, quando invece è chiaro che il processo andrà avanti perlomeno per tutto il 2021”.

“Vaccinarsi è un atto di responsabilità”.

Ovviamente la Fp Cgil non dimentica di fare un appello sul vaccino, rivolto a tutti, cittadini e governanti. “Un atto di responsabilità dello Stato nei confronti della popolazione. Un atto di responsabilità del singolo nei confronti della propria salute e di quella dei propri cari. Ed è un
atto di responsabilità di ciascuno nei confronti della collettività”.

“Abbiamo la responsabilità di fare informazione sul vaccino”.

Eppure una grossa diatriba gira attorno al tema del vaccino, tra no-vax da una parte e comunità scientifica dall’altra. Per questo un’enorme responsabilità è quella di informare. “Bisogna assicurare una campagna informativa chiara e diffusa dappertutto. Bisogna garantire a tutti il diritto alla corretta informazione e alla tutela della propria salute, e di quella altrui. Noi, per farlo, come sempre, saremo in campo”.

Leggi il nostro appello per la campagna di vaccinazione

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