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18 Gennaio 2021

Dopo il Sì della Camera, anche il Senato, su proposta dell’Onorevole Laura Boldrini, approva la Convenzione Oil sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro. Ora anche l’Italia, come gli altri stati membri dell’Oil (organizzazione internazionale del lavoro), dovrà impegnarsi a garantire, attraverso leggi e regolamenti, il diritto ad un mondo del lavoro libero dalla violenza e dalle molestie.

Secondo la Convenzione Oil sono molestie anche i comportamenti che violano la dignità della persona.

Uno dei punti innovativi della Convenzione Oil è la sua ridefinizione di che cosa sia da ritenersi violenza o molestia. Non sempre infatti questi comportamenti sono facili da individuare, perché più velati, più subdoli. La Convenzione lo dice chiaramente, la violenza e le molestie si verificano quando un individuo subisce aggressioni, abusi, minacce o umiliazioni in un contesto di lavoro. Sono da considerarsi molestie anche i comportamenti che, seppur non perpetrati con tale scopo, hanno l’effetto di violare la dignità della persona, nuocere alla salute o creare un ambiente di lavoro ostile.

Convenzione Oil

In Italia 1,4 milioni di donne subisce violenza o molestie a lavoro.

Una ridefinizione del concetto di molestia che si rendeva necessaria, se pensiamo che violenza e molestie sono un fenomeno che colpisce milioni di persone in tutti il mondo e in tutte le professioni. In Italia circa 1,4 milioni di donne subisce violenza o molestie nell’arco della propria vita lavorativa. Il settore più colpito è quello dei servizi, la fascia di popolazione maggiormente interessata è quella di età medio-giovane e, incredibilmente, con un livello di educazione medio-alto.

Convenzione Oil: prevenzione e risarcimento da una parte, ma soprattutto sensibilizzazione per sradicare questa sub-cultura da quattro soldi.

Ma come intervenire per scardinare un fenomeno così radicato? Secondo la Convenzione Oil, bisognerà agire in tre direzioni: prevenzione, risarcimento e sensibilizzazione. Bisognerà mettere in atto tutti gli strumenti possibili per far sì che questi eventi drammatici non si verifichino, poi bisognerà intervenire con misure repressive e di risarcimento per coloro che cadono vittima di tali dinamiche, accompagnarli e sostenerli nell’accedere alla giustizia senza difficoltà, e infine bisognerà intervenire alla radice del problema: nella formazione e sensibilizzazione di uomini e donne sui posti di lavoro, per sradicare questa sub-cultura da quattro soldi ed eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna e su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini. Tutti gli Stati che hanno aderito alla Convenzione dovranno impegnarsi in tal senso, attraverso l’emanazione di leggi e regolamenti per attuare tutte le misure necessarie di prevenzione e di repressione, e attraverso il coinvolgimento e l’impegno dei datori di lavoro.

Convenzione Oil

“I posti di lavoro devono diventare zone sicure, dove sia possibile lavorare senza avere paura”

“L’abbiamo chiesto a gran voce – spiega Lara Verbigrazia, Responsabile delle Politiche di Genere della Fp Cgil – perché purtroppo nel mondo del lavoro le aggressioni e le molestie non sono affatto un fenomeno marginale. È assolutamente necessario proteggere tutti, uomini o donne che siano, non soltanto dell’abuso fisico, ma anche da quello verbale, oltre che dai fenomeni di stalking e mobbing”. Dunque ci lasciamo con questo ottimo traguardo raggiunto e i buoni propositi che ne conseguono, ma con la promessa di monitorare l’efficacia delle misure adottate, affinché i posti di lavoro diventino davvero delle zone sicure, dove sia possibile lavorare serenamente e senza timori.

E come è scritto ne “I nuovi femministi” di Pastore e Giolo, si può “scorgere quanto spesso, nelle società occidentali, sia solo retorico il riferimento ai diritti fondamentali delle donne e quanta distanza ancora intercorra tra le dichiarazioni d’intenti e le tutele effettive dei bisogni delle donne”.

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