news

Sicurezza – Polizia Penitenziaria – Comunicato OO.SS. Comparto Sicurezza sull'incontro a palazzo Chigi del 4 dicembre 2011.

 

NO al trasferimento dei poteri
della Protezione Civile al Ministero degli Interni
il soccorso si bloccherebbe.

Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte,
Segretario Nazionale Fp-Cgil

 

Circolano voci secondo le quali il Governo intenderebbe conferire al Ministero dell’Interno la delega alla Protezione Civile. Se queste voci trovassero conferma, si tratterebbe di un ritorno a un modello che non ha funzionato in passato e non può funzionare adesso, causando ripercussioni negative su soccorsi e assistenza alla popolazione.

Con il passaggio al Ministero dell’Interno, o ad altri ministeri, si paralizzerebbe il coordinamento operativo tra Difesa, Trasporti, Sanità, Lavori Pubblici e Strutture Operative, oggi garantito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento di Protezione Civile, ci si scontrerebbe con il netto dissenso della associazioni di Volontariato, pregiudicando, forse, l’apporto che oggi offrono.

Se il Governo avverte la necessità di modificare l’attuale modello, convochi le Parti Sociali, le Istituzioni e tutti i soggetti impegnati nel sistema di Protezione Civile, ed esponga le proprie ragioni, sulle quali ci confronteremo nel merito. Fare tutto in fretta e con improvvisazione non gioverebbe alla salvaguardia e all’incolumità dei cittadini e del territorio.

Le voci che corrono vanno fermate. La serietà impone un tavolo di discussione in attesa del quale è necessario lasciar lavorare serenamente gli operatori. Se qualcosa va fatto in fretta, si elimini immediatamente la gestione dei Grandi Eventi dalle competenze del Dipartimento della Protezione Civile, che ha ben altro a cui pensare.

 

 

Igiene ambientale privata – Incontro del 1 dicembre 2011 con Fise/Assoambiente

 
Lo scorso 1 dicembre, dopo la riuscitissima giornata di sciopero nazionale del 29 novembre, abbiamo avuto l’annunciato incontro con la delegazione politica di Assoambiente per verificare la dichiarata volontà delle imprese private, nel corso dell’incontro del presidio di Roma, di volere rinnovare il CCNL scaduto.

All’incontro, oltre a ribadire la necessità – ora l’improcrastinabile – che occorre rafforzare le regole per il comparto e le tutele per i lavoratori, abbiamo ribadito l’urgenza di completare il contratto unico di settore come elemento centrale nella liberalizzazione dei servizi ambientali, già a partire da questo triennio contrattuale.

Come Segreterie nazionali, ancora più convinte dall’esito dello sciopero che ha rafforzato l’adesione tra le lavoratrici e i lavoratori alla piattaforma rivendicativa, abbiamo ribadito che la chiusura del contratto nazionale di Assoambiente non deve divergere dall’accordo sottoscritto con la Federambiente lo scorso 17 giugno, e gli unici o eventuali di scostamenti possono essere considerati solo nell’ipotesi che il saldo economico del rinnovo con Assoambiente non vari da quello Federambiente.

Inoltre, abbiamo anche precisato che, per dare coerenza ed evidenza della nostra consapevolezza della grave fase economica del Paese, degli Enti locali e anche delle imprese sulla crescente problematicità del ritardo dei pagamenti, accetteremmo l’ipotesi che le quote economiche già pattuite con Federambiente – e che dovranno essere sottoscritte con Fise – potranno variare nella loro erogazione ma, ovviamente e assolutamente, non nel loro importo complessivo a regime.

Assoambiente, ovviamente, ha ancora manifestato la propria contrarietà sul rinnovo soprattutto sul piano economico e ha ribadito il concetto che, per ora, il contratto non potrà caratterizzarsi come un CCNL unificato.

Nel merito, seppur attenuando rispetto ai giorni passati parte delle richieste, le imprese private hanno confermato che la grave crisi economica e di liquidità debba tradursi nel comparto attraverso il taglio generalizzato del costo del lavoro.

Comunque, anche in considerazione della ridotta delegazione, Assoambiente ha chiesto di aggiornare il confronto successivamente alla riunione del loro consiglio direttivo che avverrà il prossimo 7 dicembre, e solo successivamente esprimerà una posizione definitiva nel merito della vertenza a seguito dello sciopero nazionale.

Evidentemente, in attesa dei sviluppi dei prossimi giorni, non possiamo abbassare la tensione ne tanto meno l’attenzione sulla controversia sapendo che, in caso di risposte negative o dilatorie, indiremo immediatamente una doppia giornata di sciopero per la metà del mese di gennaio.

Abbiamo lanciato la sfida della modernizzazione e dell’efficientamento industriale nel rinnovo contrattuale, le imprese private accettino l’idea che diritti e tutele servono, in questo momento critico, ai lavoratori e alle lavoratrici.

Nella qualità e nello sviluppo si può condividere un progetto per il comparto, passando dal contratto unico di settore e non dalla “giungla”, che qualcuno si auspica ecerca con forza.

Le Segreterie Nazionali
    FP CGIL            FIT CISL            UILTRASPORTI            FIADEL
Sgrò/Cenciotti   Paniccia/Curcio        Tarlazzi/Modi        Verzicco/D’albero

Roma, 5 dicembre 2011
 

 

L'analisi annuale della crescita per il 2012

E il libro verde sugli Stability Bonds

L’analisi annuale della crescita per il 2012 definisce quelle che devono essere, a giudizio della Commissione, le priorità dell’UE per i prossimi 12 mesi in termini di politiche di bilancio e riforme strutturali. L’analisi annuale della crescita pe ril 2012, che dà il via al secondo semestre europeo di governance economica, viene presentata adesso anziché in gennaio affinché gli Stati membri e le istituzioni dell’UE abbiano tutto il tempo di esaminarla.

Il Consiglio europeo del 9 dicembre prenderà atto dell’analisi, che tuttavia rappresenta soprattutto il principale contributo della Commissione al Consiglio europeo di primavera dell’1-2 marzo 2012. Tutti i programmi nazionali di riforma (sulle riforme strutturali) e i programmi di stabilità e di convergenza (sulle politiche di bilancio) che gli Stati membri presenteranno in primavera e le raccomandazioni specifiche per paese nuove o aggiornate che la Commissione presenterà a giugno devono essere coerenti con le priorità politiche indicate nell’analisi annuale della crescita. Per la prima volta, nell’ambito del semestre europeo saranno utilizzati anche i nuovi strumenti di sorveglianza contenuti nel “six-pack”.

Nota della CGIL – Ufficio per le politiche europee

Secondo le previsioni attuali, la stagnazione del PIL nell’UE si trascinerà ben oltre il primo trimestre 2012. La debolezza della crescita mondiale frena le esportazioni, e il risanamento dei conti pubblici grava sulla domanda interna
Per la crescente incertezza – e prospettive sempre più cupe – si prevede che le imprese rinvieranno o addirittura annulleranno gli investimenti. I consumi delle famiglie (che in alcuni Stati membri dovranno anche cercare di ridurre il proprio forte indebitamento) saranno orientati alla prudenza. Le banche saranno più parche nella concessione di crediti. La disoccupazione rimarrà attestata sugli alti livelli attuali (intorno al 9,5%). La crescita dell’occupazione rallenterà fino a fermarsi nel 2012. La lentezza della crescita grava sui debitori sovrani, (la cui debolezza incide sulla solidità del settore finanziario). Arrivando a colpire la Francia, la crisi del debito sovrano, ai sta avvitando su se stessa allargando il contagio non più solo ai Piigs. Mentre la tensione tra Francia e Germania sulla proposta degli eurobond e sul ruolo della Banca centrale europea nel salvataggio dell’euro è oramai alle stelle, i Paesi della zona euro sembrano prendere coscienza che lo sconquasso debitorio necessita di una risposta istituzionale, non solo finanziaria.

In questo contesto – e a due settimane dal prossimo vertice europeo del 9 dicembre – la Commissione ha presentato un Pacchetto di proposte con l’obiettivo di promuovere la crescita economica, un miglior Governo dell’Unione, stabilità della zona euro, stabilità finanziaria e disciplina di bilancio. Vi rientrano: il Rapporto sulla crescita; le Linee-guida di politica economica per i prossimi 12-18 mesi; due proposte di Regolamento per stringere la sorveglianza economica e di bilancio che devono servire a rafforzare il controllo delle autorità comunitarie sull’andamento dei conti pubblici nazionali; e un Libro Verde sugli Stability Bonds, che passa in rassegna tre modelli di emissione di euro-obbligazioni (con una sostituzione totale o parziale dei debiti nazionali e con garanzie degli Stati in solido o pro quota). Il primo (il più efficace) coprirebbe tutto il debito europeo; il secondo prevede l’emissione di eurobbligazioni solo per una quota del debito europeo (si era parlato di un 60%); per il terzo, ogni paese sarebbe chiamato a dare garanzie per la propria quota di emissione di eurobond, limitata solo a una parte del debito. Non si tratta di mutualizzare i debiti dall’oggi al domani.
Le obbligazioni europee – precisa la Commissione – devono essere associate a un rafforzamento del controllo comunitario sull’andamento dei disavanzi pubblici. Dal momento che la recessione incombente fa temere un nuovo peggioramento della crisi, nelle sue Linee-guida economiche Barroso ha messo l’accento soprattutto sull’innovazione tecnologica e la formazione giovanile. Inoltre, nella sua conferenza stampa, il presidente della Commissione ha dovuto difendersi su almeno due fronti. Prima di tutto ha smentito categoricamente che il libro verde sugli eurobond fosse un attacco alla Germania. E, per chi mette in dubbio la legittimità politica da parte di una istituzione tecnica di controllare Paesi sovrani, ha precisato: “Vi sono poteri originali e poteri delegati. I poteri della Commissione derivano dai Paesi. Vi tengo a precisare che le nostre proposte di oggi sono basate su una decisione del Consiglio europeo. Non sono iniziative nate dal nulla”.

Il Libro verde sugli Stability Bonds
Per riferirsi alle obbligazioni comuni dell’area euro, la Commissione preferisce parlare di ”Stability Bonds” piuttosto che di Eurobonds, invocati da molti paesi dell’area euro e visti con forte diffidenza dalla Germania. Il punto cruciale è capire la fattibilità di una emissione obbligazionaria comune ai membri della Zona Euro. Il libro verde organizza “il dibattito politico nell’Unione Europea sulle motivazioni, le precondizioni e le possibili opzioni del finanziare il debito pubblico con gli Stability bonds”. Alcune ipotesi – prese in esame per il varo del sistema degli Stability Bond – potrebbero richiedere anche un cambiamento del Trattato.
Si tratterebbe di un sistema di emissione comune di bond da parte degli stati membri dell’eurozona che “implicherebbe un significativo rafforzamento dell’Unione Economica e Monetaria” e creerebbe modalità nuove e differenti attraverso le quali i governi finanzierebbero il loro debito. Offrendo cosi’- secondo la Commissione UE – “opportunità di investimento sicure e liquide per i risparmiatori e per le istituzioni finanziarie e istituendo un mercato obbligazionario grande ed integrato a livello di area euro che corrisponda a quello dell’area del dollaro in termini di dimensioni e liquidità”. Se lo strumento fosse utilizzato cambierebbe in modo sostanziale anche il quadro fiscale dell’Eurozona visto che gli Stability Bonds implicherebbero una sorveglianza dei conti pubblici molto più stretta per assicurare la disciplina di bilancio. La Germania si oppone, ma Berlino non è riuscita a piazzare tutti i sui titoli di Stato messi all’asta e le Borse ne hanno pesantemente risentito.
Il Libro Verde prospetta tre possibili opzioni: Stop ai bond nazionali, Sistema misto, Garanzie nazionali (opzioni 1, 2 e 3). La prima – vista come la via più ambiziosa di tutte – riguarda la sostituzione completa delle emissioni sovereign con gli Stability Bond. Secondo la Commissione una simile scelta aumenterebbe notevolmente l’integrazione ma anche i rischi di moral hazard, e avrebbe bisogno di un significativo cambiamento dei Trattati.
La seconda opzione riguarda una sostituzione parziale dei bond nazionali con gli Stability Bond con varie garanzie in comune. In questo caso le obbligazioni comunitarie coprirebbero solo una parte delle necessità finanziarie degli Stati Membri, che però in questo modo sarebbero ancora soggetti a diverse condizioni di accesso ai mercati. L’azzardo morale ci sarebbe ancora ma in forma ridotta, e comunque bisognerebbe stabilire gli specifici volumi o porzioni di rifinanziamento derivante dagli Stability bond.
La terza opzione è la stessa della seconda, ma in questo caso le garanzie non sono in comune. Si tratterebbe di una via di rapida realizzazione e molto simile all’European Financial Stability Facility, con la differenza che gli Eurobond sarebbero disponibili per tutti anche in momenti di non crisi. Il libro verde avvia una fase di consultazione formale tra gli stati che si concluderà l’8 gennaio prossimo. La Commissione si è riservata la possibilità di indicare le proprie preferenza al termine del dibattito. In base ai feedback, verrà indicata la via ritenuta più appropriata.

Più governance – Per la Commissione europea il rafforzamento della governance
europea è la premessa alla proposta di lanciare eurobond. In attuazione del cosiddetto “six pack”, la Commissione europea propone due Regolamenti che – tra l’altro – fissano scadenze precise per l’iter delle leggi finanziarie nazionali: 1. Entro il 15 aprile di ogni anno, ogni governo dovrà presentare il programma di bilancio a medio termine, che passerà all’esame della Commissione e dell’Ecofin. 2. Entro il 15 ottobre, dovranno essere presentate le bozze della legge di bilancio, che dovrà tenere conto di eventuali osservazioni fatte sul programma presentato in aprile. 3. Entro il 30 novembre, la Commissione potrà avanzare richieste di modifica alla finanziaria,che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre.
I bilanci nazionali sarebbero – quindi – oggetto del controllo dell’esecutivo comunitario ex ante ed ex post. Tutti i Paesi dovrebbero presentare le loro finanziarie entro il 15 ottobre. La Commissione potrebbe suggerire eventuali cambiamenti. Se nel corso dell’anno le misure di politica economica dovessero discostarsi dagli obiettivi le autorità comunitarie potrebbero intervenire. Le nuove regole dovrebbero dare la possibilità alla Commissione di imporre ai Paesi un aiuto finanziario se necessario. Gli Stati membri a rischio di essere esclusi dall’accesso ai mercati sarebbero oggetto di una sorveglianza particolare. Nel caso il Paese si rifiuti, lo stato rischierebbe di non ricevere sostegno finanziario.

 
 

Servizi Educativi all'Infanzia – 40° Anniversario Asili Nido Pubblici 6 dicembre 2011

 
40° Anniversario Asili Nido Pubblici

6 dicembre 2011 distribuzione volantino davanti agli asili comunali in difesa del nido pubblico.

In questi giorni ricorre il quarantesimo anniversario della legge 1044 del 1971. 
 
L’anniversario ricade in una fase molto problematica per il sistema delle Autonomie locali ed in particolar modo per i nidi comunali, a causa degli enormi tagli che stanno caratterizzando tutti i servizi pubblici.
 
I tagli stanno mettendo a rischio la qualità del lavoro del personale impegnato negli asili, nonché la qualità degli stessi servizi educativi. Il rischio che corriamo è di sacrificare una grande tradizione di politiche locali di qualità a fronte della caduta di attenzione sul tema del diritto all’educazione dei bambini e delle bambine.

Per tali ragioni, abbiamo ritenuto opportuno realizzare un volantino sul tema che vi invitiamo a distribuire il 6 dicembre davanti agli asili comunali.
 
Vi informiamo, inoltre, che in tempi molto rapidi convocheremo una riunione nazionale sulle politiche del settore educativo scolastico in modo da fare il punto della situazione sulle vertenze in corso.
 

Il Coordinatore AA.LL. FP CGIL                       il Segretario Nazionale FP CGIL
           Luigino Baldini                                         Federico Bozzanca
 
Roma, 2 dicembre 2011

 
 

 

 

Iniziative Territoriali:

 

Rifiuti-Napoli: Ministro Clini sbaglia sull'utilizzo dei militari. Convochi i sindacati – Comunicato stampa di Adriano Sgrò, Segretario Nazionale Fp-Cgil

Sbaglia il Ministro Clini a paventare l’intervento dell’Esercito per svuotare Napoli dai rifiuti. Un errore già commesso dallo scorso Governo e che, con tutta evidenza, non ha prodotto risultati. La gestione dei rifiuti in Campania non può essere sempre affrontata come un’emergenza. Per quel territorio è necessario uno sforzo di programmazione e la costruzione di un ciclo industriale chiuso, che dalla raccolta allo smaltimento sia dotato di strumenti e impianti moderni.

Siamo disposti a discutere con il Ministro e con le altre controparti, a trovare soluzioni condivise che diano risposte celeri, ma l’utilizzo dei militari è uno specchietto per le allodole, non risolve i problemi e ha una sapore meramente propagandistico. Dopo lo sciopero nazionale del settore privato dell’igiene ambientale, ci attendiamo che il Ministro Clini ci convochi e si spenda affinché Assoambiente-Confindustria abbandoni la posizione pregiudiziale che ha bloccato la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale.

Per uscire dall’emergenza è necessario predisporre un piano strategico di lungo respiro e abbandonare la logica dell’emergenza perpetua. Il territorio Campano ha le risorse umane per gestire i propri rifiuti, ma mancano le infrastrutture industriali e una moderna forma organizzativa, manca legalità e sicurezza, tutela del lavoro e della professionalità degli operatori. Clini parta da questo e troverà il nostro sostegno.

Roma, 1 dicembre 2011

No al trasferimento dei poteri della Protezione Civile al Ministero degli Interni, il soccorso si bloccherebbe. Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

Circolano voci secondo le quali il Governo intenderebbe conferire al Ministero dell’Interno la delega alla Protezione Civile. Se queste voci trovassero conferma, si tratterebbe di un ritorno a un modello che non ha funzionato in passato e non può funzionare adesso, causando ripercussioni negative su soccorsi e assistenza alla popolazione.

Con il passaggio al Ministero dell’Interno, o ad altri ministeri, si paralizzerebbe il coordinamento operativo tra Difesa, Trasporti, Sanità, Lavori Pubblici e Strutture Operative, oggi garantito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento di Protezione Civile, ci si scontrerebbe con il netto dissenso della associazioni di Volontariato, pregiudicando, forse, l’apporto che oggi offrono.

Se il Governo avverte la necessità di modificare l’attuale modello, convochi le Parti Sociali, le Istituzioni e tutti i soggetti impegnati nel sistema di Protezione Civile, ed esponga le proprie ragioni, sulle quali ci confronteremo nel merito. Fare tutto in fretta e con improvvisazione non gioverebbe alla salvaguardia e all’incolumità dei cittadini e del territorio.

Le voci che corrono vanno fermate. La serietà impone un tavolo di discussione in attesa del quale è necessario lasciar lavorare serenamente gli operatori. Se qualcosa va fatto in fretta, si elimini immediatamente la gestione dei Grandi Eventi dalle competenze del Dipartimento della Protezione Civile, che ha ben altro a cui pensare.
 
Roma, 1 dicembre 2011

 

NO all'austerity: Giornata d'azione Europea. Alcune immagini del presidio

 

Presidio dei sindacati italiani alla rappresentanza della Commissione europea in Italia

In occasione dell’ECOFIN, riunione dei ministri economici a Bruxelles, il 30 novembre l’EPSU, la Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici, ha organizzato in ogni paese una giornata di azione in tutti i 27 paesi della UE  per presentare le proprie richieste e le proprie proposte per uscire dalla crisi economica e finanziaria.

In Italia si è tenuto un presidio dalle 14,30 presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, a Roma, in via IV Novembre, 149

 

Una delegazione della FP CGIL e della CISL FP ha incontrato il direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Lucio Battistotti ed il Vice Direttore e Capo Settore Comunicazione, Emilio Dalmonte.

A loro ha consegnato le proposte dell’EPSU per un cambio di direzione della politica economica europea e degli stati nazionali davanti la crisi. E’ stata rimarcata la necessità di avviare politiche di rilancio economico e sociale, centrate sul ruolo fondamentale dei servizi pubblici e delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.
E’ emersa inoltre una reciproca preoccupazione che in gioco ci sia il futuro stesso dell’idea di Europa unita.

 
 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

Incontro con il Presidente del Consiglio, Mario Monti.

 

4.12.2011 – Nella tarda mattinata di oggi, siamo stati convocati a Palazzo Chigi per una presunta illustrazione degli interventi economici e finanziari che verranno adottati dal Consiglio dei Ministri.
L’incontro è stato presieduto dai Ministri dell’Interno, della Giustizia e della Difesa.
 
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, in una breve apparizione, durata poco meno di quattro minuti, ha dichiarato la propria soddisfazione nell’incontrare il cuore dello Stato dopo una lunga riunione con le parti sociali, differenziandole in tal modo, forse anche inconsciamente, dalle numerose rappresentanze sindacali presenti nella sala.
 
Il Premier ha inoltre evidenziato l’importanza di illustrare al tavolo la complessa operazione politica economica e sociale che il Governo si appresta a varare nelle prossime ore:
 
“Mai come oggi è stato determinante il nostro Paese per il corso della storia Europea. Noi legheremo ogni nostra discussione all’orientamento Europeo, non perché ci viene imposto, bensì perché è l’interesse dell’Italia e delle future generazioni.
In questo intervento abbiamo inserito tre principi semplici da enunciare ma difficili da realizzare, anche se credo che ci riusciremo, ovvero rigore, equità, crescita.
I Ministri presenti sono in grado di approfondire il tema senza enunciare l’articolato della manovra, ben consapevoli della specificità del comparto.”
 
Purtroppo, né il Capo del Governo in questo sintetico intervento, né i Ministri presenti in assoluto silenzio, hanno minimamente accennato alla necessaria copertura finanziaria per dare seguito, finalmente, alla tanto declamata “specificità” che i Vigili del Fuoco meritano, per quanto ci riguarda, in virtù del proprio lavoro svolto.
 
Per il momento, gli unici elementi che uniscono il CNVVF, le Forze di Polizia e le Forze Armate sono i tagli subiti nel corso degli ultimi mesi.
 
I Vigili del Fuoco hanno ricevuto numerosi encomi ed onorificenze, in ragione dei compiti svolti e per la vicinanza alle popolazioni colpite da calamità e disastri. Nelle stesse due tristissime alluvioni in Liguria ed a Messina, si sono prodigati per il soccorso nei confronti di quei martoriati territori.
 
Eppure il Corpo Nazionale ha solo di recente subito pesantissimi interventi economici e finanziari che, sommati alle responsabilità dei Governi succedutisi alla guida del Paese negli ultimi anni, hanno peggiorato le condizioni degli operatori del soccorso, ponendo seriamente a rischio lo svolgimento del servizio reso alla popolazione. L’ennesimo taglio di risorse si è abbattuto su di un bilancio già esiguo e, dunque, assolutamente inadeguato a sostenere la gestione dell’organizzazione nell’insufficienza delle dotazioni tecniche a disposizione, acutizzando la situazione debitoria pregressa.
 
Il risultato negativo di tali scelte politiche è evidente, peraltro, nelle drammatiche carenze di organico ordinario e strutturale, non solo inadeguato rispetto agli standard europei, ma attualmente in passivo di almeno 3.000 operatori. 
 
La delegazione FP CGIL ha chiesto, quindi, che si proceda con il turn over, che si continui ad assumere utilizzando le graduatorie aperte, anche attraverso l’assunzione dei precari, per il ripristino delle dotazioni vigenti.
 
Abbiamo sottolineato, inoltre, la mancata attenzione nei confronti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che si manifesta nella ristrettezza delle retribuzioni di un mestiere così importante, sempre al centro del soccorso alle popolazioni. Ancor oggi, non è dato di capire se saranno riconosciuti i giusti aumenti salariali per stipendi fermi da lungo tempo:lavoriamo con un contratto scaduto da più di 21 mesi, senza alcuna considerazione e rispetto alle retribuzioni già basse, ma la condizione inaccettabile è il contenzioso amministrativo che blocca ancora parte dell’arretrato aumento salariale, poiché dovuto ai pompieri non dallo Stato, bensì dalle società private aeroportuali.
 
Inoltre, poiché in questi giorni si parla insistentemente di riforma delle pensioni, abbiamo puntualmente rammentato al Ministro dell’Interno come i Vigili del Fuoco, dopo tanti anni di rivendicazione, non godono ancora di un trattamento pensionistico specifico che riconosca l’usura ed il rischio professionale degli operatori, per un lavoro svolto sempre in condizioni dure e disagiate.
 
Abbiamo ribadito, infine, la necessità di ridare centralità al Corpo nazionale di Vigili del Fuoco nel sistema integrato di Protezione Civile, così come già previsto dalle leggi vigenti in materia, attraverso un progetto che guardi al futuro del Paese, il cui elemento risolutivo è costituito dal rapporto tra gli enti locali e tutti i diversi soggetti che concorrono all’attività di protezione della popolazione ed alla salvaguardia dell’ambiente. 
 
In conclusione, tutte le ragioni fin qui esposte ci hanno spinto a richiedere urgenti interventi riparatori nonchè la disponibilità e l’impegno concreto del nuovo Governo per una definitiva soluzione delle tematiche, poste in controluce dalla FPCGIL, con l’obiettivo di migliorare i servizi e la tutela dei cittadini del nostro Paese.

 
Mario Mozzetta

NEWS

Nota operativa Inpdap 41 su TFR con ulteriori istruzioni

 

NEWS

Convocazione riunione tecnica all'Aran per raccolta sistemica dei contratti il 14 dicembre

 
E’ stata convocata il 14 dicembre 2011 una  ulteriore riunione tecnica all’Aran per la redazione della raccolta sistemica delle disposizioni dei contratti.
 

NEWS

Per il Censis minore spesa non vuol dire migliore spesa. Confermate le denunce della FPCGIL

 
« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto