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DAP: interpello agenti e assistenti donne per Palermo Pagliarelli, Ragusa e Trapani.

FVG: Orari degli uffici e tempi della città

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DAP: intitolazione SFAPP Cairo Montenotte in memoria dell'Agente di Custodia Andrea Schivo.

Circolare mobiltà vigili del fuoco.

22.11.2011 – Pubblichiamo, in allegato, la circolare prot. n. 35581 del 23.11.11 concernente la circolare di mobiltà vigili del fuoco con l’ elenco numerico allegato, inviata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane – Area IV. 


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Campagna adesioni alla FPCGIL Medici e Dirigenti, difendi la sanità pubblica e la tua professionalità

 E’ in corso la campagna di tesseramento dei medici e dei dirigenti stpa alla FPCGIL con la pubblicazione della pagina web www.fpcgil.net/adesioni.htm contenente il Pdf della locandina, il Pdf “Noi Vogliamo. Punto per punto” con i nostri obbiettivi, e i tre spot contro i tagli nella sanità.
Tutti medici e i dirigenti possono inoltre richiedere ai responsabili aziendali i segnalibri della campagna contenenti il calendario 2012 e il righello. E’ inoltre possibile scaricare i banner della campagna dalla pagina web http://bit.ly/rzddKw.
 

 

 
 

Comunicato

  
Il giorno 17 novembre 2011 si è svolta l’assemblea nazionale del coordinamento dei lavoratori penitenziari e della giustizia minorile Fp Cgil alla quale hanno partecipato delegati ed eletti FpCgil nelle RSU dei posti di lavoro nonché le delegazioni trattanti dei coordinamenti DAP e della Dirigenza penitenziaria. Presenti all’incontro anche alcuni componenti delle segreterie territoriali FpCgil.

Sono intervenuti, inoltre, il Segretario generale FpCgil Rossana Dettori ed il segretario Nazionale FpCgil -Funzioni Centrali Antonio Crispi.
La discussione ed il confronto pur nel rispetto dell’ordine del giorno si sono concentrati e sviluppati in maniera particolare sulla tematica dei “ruoli tecnici” della polizia penitenziaria argomento sul quale  in questi ultimi mesi si è focalizzata nuovamente l’attenzione dei lavoratori del comparto ministeri soprattutto a seguito dell’audizione delle OO.SS. alla commissione lavoro del senato in merito ai disegni di legge Catanoso, Carlucci e altri che dal 2008 sembrano rappresentare, per alcune OO.SS., un punto  fermo, la panacea  per la soluzione delle annose ed endemiche problematiche del personale penitenziario afferente al comparto Ministeri.

Le diverse proposte hanno sviluppato nel tempo  ciclicamente forti aspettative tra il personale proiettato in una dialettica  confusa  e a tratti ingannevole o basata su informazioni imprecise soprattutto quando si sono poste in parallelo altre esperienze , quella del corpo dei vigili del Fuoco, quella del Corpo Forestale o  della Polizia di Stato.

La FpCgil per favorire  un costruttivo sereno confronto tra e con i lavoratori  ha inteso approfondire la questione elaborando  un documento nel quale sono stati evidenziati gli effetti e le problematiche dal punto di vista contrattuale e funzionale dei “ruoli tecnici” già esistenti in altri  corpi di polizia  e come la trasposizione di tali collaudate esperienze nel contesto penitenziario  possa trovare  allocazione senza ricadute devastanti per i lavoratori e per il mandato istituzionale di riferimento che, nonostante l’approccio alla tematica sia stato fondamentalmente laico, risultano evidenziarsi  fortemente.

L’assemblea ritenendo  infruttuoso  e forviante improntare la discussione  sull’analisi dei disegni di legge  per le evidenti inesattezze ed incongruenze nelle stesse riscontrate riguardo sia l’ordinamento professionale del personale e sia i compiti istituzionali loro demandati, ha preferito avviare la riflessione ed il confronto sulla effettiva necessità e possibilità  di valorizzare le professionalità penitenziarie e le loro competenze perché siano considerate e, quindi, riconosciute come  “specialistiche”  del mandato istituzionale di riferimento senza per questo modificare il loro status giuridico ed in quanto tali adeguatamente retribuite.

Una discussione appassionante che ha superato il gap determinato dai disegni di legge che prevedono il personale penitenziario del comparto ministeri confluire nei “ruoli tecnici” della polizia penitenziaria, obiettivo che sembrerebbe eluso persino dai  firmatari e quindi promotori delle proposte i quali, evidentemente  in difficoltà anche per le ultime vicende politico-governative, nel corso di una iniziativa promossa dai sostenitori, hanno evidenziato un certo disinteresse alla questione.

I contributi offerti dai compagni presenti all’assemblea di coordinamento si sono rivelati particolarmente preziosi e degni di attenzione e di approfondimento ed  essi troveranno la giusta sintesi in una proposta  e   la loro concretezza attraverso lo strumento contrattuale  in particolare quello integrativo di comparto.

A tal proposito è stato ribadito l’iniquità del contratto integrativo nazionale  Giustizia del 2010, siglato dalla minoranza delle OO.SS.,  che ha demansionato e mortificato ulteriormente le professionalità.

La Fp Cgil ne ha chiesto, come è noto, fin da subito l’annullamento nella consapevolezza che la riaffermazione delle competenze operative ed il riconoscimento specialistico delle professioni penitenziarie sia uno, se non il primo, degli aspetti che possono contribuire a dare dignità  al contesto e a tutti i lavoratori che nello stesso esprimono il loro agito professionale ed il loro  sapere specialistico fortemente in linea con i principi istituzionali.

Vi terremo informati sugli sviluppi e auspichiamo , inoltre, nel prezioso contributo che vogliate nel merito offrire per condividere al massimo i contenuti della piattaforma  contrattuale che presenteremo.
Roma, 23-11-2011
 

Il coordinatore nazionale DGM                Il coordinatore nazionale DAP
             Macigno                                                Lamonica

 

 
 

 
 

Comunicato

 
Si è svolta il 16 novembre 2011, la prevista riunione sul rinnovo della parte normativa per il personale in convenzione.
Come è noto questa trattativa è fortemente condizionata dal fatto che gli istituti a carattere normativo aventi contenuto economico non possono essere modificati, perché altrimenti verrebbe messo in discussione tutto il percorso già fatto dall’accordo del dicembre 2009, con conseguente allungamento esponenziale del pagamento degli adeguamenti e degli arretrati contrattuale.
Tale condizione è determinata dalle varie manovre del governo che appunto impediscono per il settore pubblico allargato, il rinnovo economico dei contratti di lavoro, o come nel nostro caso delle convenzioni.
Ogni parte della trattativa deve, dunque, essere inquadrata in questa ottica e in quella di costruire, nei limiti del possibile, maggiori garanzie per i personale in convenzione nella prospettiva del passaggio del servizio alle regioni.
Sulla mobilità del personale SASN a convenzione, si è discusso della  mobilità volontaria fra sedi , la mobilità temporanea per inagibilità delle sedi SASN, per temporanee esigenze di servizio ed  per soppressione sedi SASN, cercando di costruire criteri  oggettivi e condivisi. In margine abbiamo introdotto l’esigenza di esplicitare anche il criterio dl  calcolo dei rimborsi delle spese di viaggio eventualmente sostenute
Riguardo l’articolo 8  che disciplina l’assenza del servizio, si sta lavorando sugli istituti  che  pur non rappresentando un costo contrattuale rappresentino nella loro declinazione,comunque un elemento di garanzia e tranquillità per la lavoratrice o il lavoratore. Al momento una delle nostre richieste più importanti cioè l’allungamento del periodo retribuito di malattia quindi non può essere accolta e su questo punto la situazione rimarrà invariata.
Si sta lavorando inoltre sulla festività del santo patrono e sulle modalità di recupero dei ritardi.
C’è un ulteriore punto dolente che avremmo voluto affrontare in maniera diversa e che riguarda le agibilità sindacali: Le ore retribuite destinate alle assemblee del personale sono poche e ne siamo consapevoli, oggi non c’è lo spazio per aumentarne il numero, stiamo lavorando affinché ci sia comunque un’agibilità maggiore nell’orario di lavoro, anche se non retribuita.
Sempre sul tema dei diritti sindacali e delle relative agibilità dovremo affrontare il tema dello sciopero e la presenza organizzata di spazi informativi a disposizione delle Organizzazioni Sindacali.
 

P.S. abbiamo omesso nel comunicato di specificare le nostre richieste specifiche e quelle di altre organizzazioni, considerando il risultato raggiunto un punto di tutti i protagonisti della trattativa.
 
Roma, 23 novembre 2011
 

Per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

 
 

 
 

LAVORI INSALUBRI: ANCORA ISTRUZIONI PER LA VERTENZA

   
COMUNICATO
 

Di seguito il parere che ci ha cortesemente fornito l’avvocato Paolo Montaldo, che chiarisce ulteriormente i termini giuridici della vertenza. Come avrete modo di notare si sottolinea che la vertenza deve essere indirizzata alla Corte dei Conti ed aggiungiamo che questa procedura deve essere avviata sia da chi è ancora in servizio che da coloro che sono già in pensione.
Ovviamente siamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Roma, 23 novembre 2011 

FPCGILBAC Nazionale
Claudio Meloni

 

 

 
Il DPR 1092/73 prevede che gli operai addetti a lavori insalubri ottengano una sorta di supervalutazione dell’anzianità di servizio ai fini pensionistici; in sintesi, il periodo di effettiva adibizione a tali lavorazioni comporta un incremento del percentuale dell’anzianità, a valere sulla pensione.
La individuazione dei lavori insalubri è stata effettuata  con apposita tabella; tra le varie fattispecie, ve n’è una che riguarda i ricercatori del Ministero dei Beni Culturali.
Costoro infatti sono stati in alcuni periodi, tutti documentati o documentabili, a contatto con tali sostanze, tanto è vero che proprio in ragione di tale esposizione hanno percepito negli stessi periodi l’indennità di rischio.
Con l’ausilio della CGIL F.P. molti di costoro hanno chiesto che venisse riconosciuto il loro diritto alla suddetta supervalutazione ai fini pensionistici.
Il Ministero ha peraltro negato tale diritto rifacendosi al testo della norma di legge che esplicitamente concede tale beneficio ai soli appartenenti alla carriera operaia.
E’ assai probabile che il legislatore del 1973 non abbia preso in considerazione l’ipotesi che ai lavori insalubri e in particolare a quello di cui si discute potessero essere adibiti anche lavoratori non operai, probabilmente perché all’epoca l’esposizione e la manipolazione di alcune specifiche sostanze era previsto che venisse effettuata solo da operai.
E’ chiaro però che la disposizione va letta secondo principi costituzionali. Non ha senso che la esposizione alle medesime sostanze comporti solo per alcuni un riconoscimento ai fini pensionistici in ragione di un fattore puramente estrinseco quale è la appartenenza ad un carriera piuttosto che ad un’altra: ciò infatti si risolve in una palese violazione dei principi di uguaglianza e di imparzialità dell’azione della P.A.
Si sta quindi consumando una palese ingiustizia in danno dei restauratori e dei fotografi.
Le iniziative sindacali hanno indotto l’Amministrazione ad un approfondimento della questione.
Peraltro c’è il rischio che questo si risolva solo in una dilazione senza esito delle determinazioni finali. E’ assai probabile che l’Amministrazione pur dopo l’approfondimento riconfermerà la sua lettura rigida e formalistica della norma di legge ribadendo che solo gli operai possono usufruire del beneficio.
Per tale ragione va valutata l’opportunità di un’azione legale per riconoscere anche ai restauratori ed ai fotografi esposti alle sostanze nocive di cui alla tabella di ottenere l’incremento percentuale della anzianità ai fini pensionistici.
L’azione va proposta alla Corte dei Conti della regione in cui risiedono i lavoratori interessati, a prescindere dalla loro sede di lavoro; nel ricorso verrà sollevata la questione di incostituzionalità della legge che discrimina senza ragione lavoratori che sono sottoposti agli stessi rischi e che però vengono trattati diversamente quanto agli effetti sulla pensione.

 

 
 

Lettera al Ministro della Giustizia Avv. Paola Severino

Roma, 22 novembre 2011
  

Al Ministro della Giustizia
                                                                                                          Avv. Prof. Paola Severino

  
 
  Signor Ministro, 

  vogliamo esprimere il nostro compiacimento per il suo nuovo incarico e per il fatto  che, per la prima volta nella storia della Repubblica, sia stato assegnato ad una donna.
  Abbiamo apprezzato le sue dichiarazioni sulla stampa relative al mondo del carcere che dimostrano una spiccata attenzione per questo tema così importante; siamo stati promotori,insieme ad altre associazioni, di un documento contro il sovraffollamento che ha avuto la sua concretizzazione con la presentazione in parlamento lo scorso settembre di alcune norme di legge. Il nostro impegno è stato ed è forte anche sul fronte della Giustizia Minorile per la quale, grazie al nostro intervento, è stato bloccato un tentativo di regolamento che, tramite un improvvido accorpamento,  avrebbe fatto perdere a questo  dipartimento la sua specificità.
  Per quanto riguarda l’Organizzazione Giudiziaria siamo firmatari del Patto per la Giustizia e per i cittadini, insieme all’ANM, l’OUA ed altre OO.SS., auspichiamo dunque che sarà possibile sotto la sua direzione aprire una vera discussione sulla questione degli accorpamenti degli uffici giudiziari che non è stato possibile avviare con la passata Amministrazione.
  Questione per noi fondamentale è la necessità di rivedere al più presto il Contratto Integrativo di Ministero, firmato dalla minoranza delle OO.SS, che ha sancito gravissime ingiustizie per tutti i lavoratori e ha creato disservizi al sistema.
            Crediamo che il funzionamento della giustizia, soprattutto quella civile, sia un fattore fondamentale per il funzionamento dell’economia, pertanto le proporremo la nostra idea di riforma che possa rendere un servizio più efficace per i cittadini e crei fiducia per gli investitori.
  Nel porgerle un sincero augurio di buon lavoro le diamo la nostra disponibilità ad aprire al più presto una discussione ampia sulle problematiche del Ministero della Giustizia.
  Distinti saluti
 
                                                                                                                                        
                             La Segretaria Generale FPCGIL
                                        Rossana Dettori
 

 

 
 

Veneto: Incontro regionale sulle modifiche all'orario di lavoro

  

Venezia, 15 novembre 2011
 

Oggi si è tenuto in DRE del Veneto l’incontro sulle proposte di modifica all’orario di lavoro a seguito dell’Informativa data alle OO.SS. nazionali nello scorso aprile, della nota della DC personale del 19 settembre e del successivo Protocollo d’intesa sulla sperimentazione dell’orario di apertura al pubblico nelle grandi aree metropolitane del 14 ottobre.
 
La DR, in premessa, ha confermato il, carattere informativo dell’incontro, confermando la titolarità della trattativa in capo alle Direzioni Provinciali ed alle OO.SS. territoriali ed alle RSU delle diverse sedi, secondo quanto previsto dal CCNL. Ha peraltro comunicato che, secondo le prerogative proprie del Direttore regionale, è stato deciso:
 
 – che dal 1 febbraio 2012 l’orario di servizio di tutti gli uffici del Veneto, salvo eventuali e temporanee deroghe per specifiche necessità individuate e stabilite dallo stesso Direttore regionale, sarà dalle 8.00 alle 18.30.
Tale decisione è perentoria e non è prevista alcuna successiva trattativa per modificarla;
 – Che sono stati individuati gli uffici di Venezia 1 e 2, Padova 1 e 2, Verona 1 e 2 e Treviso che, collocandosi in province con oltre 300mila abitanti dovranno garantire un’apertura al pubblico di almeno 30 ore settimanali con orario continuato per almeno due giorni e per almeno 6 ore di apertura pomeridiana;
 – Che gli uffici di Vicenza 1 e 2, per le specifiche caratteristiche territoriali, dovranno garantire un’apertura al pubblico di almeno 26 ore settimanali e per almeno 6 ore di apertura pomeridiana;;
 – Che ANCHEgli Uffici di Belluno e di Rovigo dovranno garantire le 26 ore di apertura al pubblico;
 – Che al più presto saranno attivate le trattative nelle DP interessate.
 
È stato inoltre ribadito che orario di servizio ed orario di apertura al pubblico sono di totale competenza decisionale dell’Agenzia e che, di conseguenza, la disposizione non sarà argomento di contrattazione.
 
Appare evidente che, con tali presupposti, lo spazio di discussione è risultato oltremodo compresso, se non addirittura inesistente, per cui le immediate valutazioni delle OO.SS. sono state espresse sull’inutilità di un tavolo negoziale che non avesse altra possibilità se non quella di esprimere il proprio parere, che rimaneva però di fatto ininfluente.

 Come CGIL abbiamo dichiarato che solamente un sindacato ottuso poteva rifiutare pregiudizialmente un orario d apertura che favorisse i contribuenti o strumentalizzarlo per bassi scopi, ma che non è assolutamente accettabile che l’Agenzia proponga l’estensione dell’orario di sportello con le medesime persone e senza alcun rafforzamento degli organici. Che è impensabile oltre che irrazionale, immaginare un orario più ampio ma con un minor numero di sportelli aperti. Abbiamo denunciato che, le prospettazioni dell’Agenzia si ripetono quasi identiche ai vari livelli di contrattazione, dal nazionale in giù, promettendo evoluzioni organizzative che avranno effetti concreti solo tra un paio d’anni nelle previsioni più ottimistiche, e che gli Uffici Territoriali, soprattutto dopo la presunta riorganizzazione, si scontrano quotidianamente con una serie di emissioni di comunicazioni, di cartelle, di avvisi di accertamento da 36-ter e da 41-bis, oltre che a modifiche normative che richiedono assistenza specifica (ad es. la Cedolare secca) che vanificano qualsiasi tentativo di programmazione locale e che rendono pretestuosa qualsiasi proposta di modifica di orari di sportello. Tra l’altro, mentre per le Aree metropolitane è stata prevista una remunerazione aggiuntiva per il raggiungimento delle 32 ore di apertura al pubblico, nei sette UT regionali per i quali è prevista l’apertura per 30 ore, per il personale costretto a garantirle non vi è alcun incentivo.
La CGIL ha quindi evidenziato come le annunciate riduzioni di emissioni di notifiche ai contribuenti, quando pure ci fossero state, sono di fatto ininfluenti sulla pressione agli sportelli poiché comunque molto superiori alle reali capacità operative degli stessi. Inoltre, ha dichiarato che l’Agenzia, piuttosto che apprezzare i lavoro dei propri dipendenti e, al limite, chiederne la collaborazione, interviene pesantemente con modifiche peggiorative sulle condizioni di lavoro e di vita del personale in un momento in cui, al di là del periodo particolare dello stato del Paese, l’attacco al Pubblico Impiego secondo le modalità introdotte dal Governo, finalmente uscente, appare come l’unica soluzione ai problemi creati dall’Amministrazione stessa con le proprie inadempienze e disorganicità.
La CGIL ha quindi dichiarato di rifiutare le proposte presentate, se non verranno date in cambio in sede di decentrata, unica titolata alla trattativa, possibilità di migliorare le condizioni di lavoro, a fronte di richieste sempre più restrittive. Altrimenti, lo stato di agitazione del personale non potrà che assumere toni più alti.
 
Sulla stessa linea, per quanto con toni diversificati, sono stati i successivi interventi delle altre OO.SS. 
 
La DRE ha comunicato la propria disponibilità, tra lo scetticismo dei rappresentanti sindacali,a prendere in considerazioni proposte operative che consentano di ottemperare alle richieste della DC, e che contemporaneamente tentino di venire incontro alle esigenze del personale.
Ci è stato comunicata anche l’istituzione di un organismo dell’Agenzia che farà il tentativo (a nostro avviso arduo) di coordinare i tempi di emissione dei vari provvedimenti nei confronti dei contribuenti e dei periodi di informazione specifiche, così da diluire la pressione dei contribuenti agli sportelli, in un arco temporale più ampio.
 
A margine dell’incontro sono state date informazioni sulla prossima procedura di interpello per coprire cinque posizioni Art. 18, previste nell’organigramma regionale, per le quali non sono state individuate idonee professionalità nell’interpello precedente.
 
È stato illustrato il piano di programmazione del fabbisogno formativo per il 2012 con l’individuazione di una serie di argomenti che verranno poi proposti al personale.
A tale proposito abbiamo chiesto che sia riservata una quota del budgetassegnato ad argomenti non preventivabili ma fortemente probabili in seguito ai nuovi assetti governativi ed ai provvedimenti normativi urgenti che saranno presi e per i quali diverrà indispensabile una specifica formazione.
 
Infine, è stata data informazione sul due progetti di formazione: uno per i nuovi capi team, l’altro per sviluppare obiettivi e funzionalità degli Uffici, facendo dialogare tra loro i vari livelli organizzativi, al fine di migliorare il funzionamento degli Uffici stessi e, conseguentemente, aumentare il benessere organizzativo generale di tutto il personale.
 

          Per la CGILFP Veneto                               Per la CGILFP Veneto
Coordinamento delle Agenzie Fiscali    Delegazione Trattante AgenziaEntrate
              Carmine Ruocco                                        Agostino Di Maria

Chiusura della sede di Via Paolo Nanni Costa e nuovo assetto della D.P.di Bologna

Al Direttore Provinciale di Bologna

 e p.c. al Direttore Regionale dell’Emilia Romagna 
 Ufficio Relazioni Sindacali
Direzione Regionale dell’E. R.

 

Oggetto: chiusura della sede di Via Paolo Nanni Costa e nuovo assetto della Direzione Provinciale di Bologna
 
 
La scrivente O.S., valutate le proposte formulate dalla parte pubblica in relazione alla riorganizzazione delle strutture della DP di Bologna e all’allocazione del personale nelle nuove sedi di via Marco Polo e Via Larga, ha ritenuto imprescindibile una consultazione dei lavoratori e a tal fine ha convocato un’assemblea in cui si è dato conto dell’esito della trattativa in corso.
 
I lavoratori intervenuti, dopo un’approfondita discussione, hanno valutato insufficiente, rispetto alle opzioni, il piano predisposto dalla Direzione Provinciale ed hanno dato mandato alla FP/CGIL di concordare con le altre OO.SS e la RSU la richiesta di riaprire un tavolo di confronto che individui soluzioni nel breve e medio periodo e dia prospettive tangibili ai lavoratori di Nanni Costa, tenendo fermi i contenuti del documento approvato a maggioranza nell’assemblea del 20 ottobre scorso trasfusi nella proposta trasmessa dai membri RSU.
 
Considerato che i tempi stretti non consentono di definire compiutamente le problematiche emerse, l’attuale assetto deve intendersi provvisorio e, superata l’emergenza, dovranno essere affrontate questioni già rappresentate nel corso degli incontri sull’argomento.
 
In buona sostanza si propone una procedura basata su criteri di equità e trasparenza attraverso un percorso articolato in varie fasi e col coinvolgimento di più soggetti.
 
In sintesi, i punti essenziali:
 
1.      informazione puntuale ai lavoratori, alle OO.SS., ai cittadini, dell’attuazione del piano di chiusura di Nanni Costa, dei tempi e delle modalità di trasferimento di cose e persone;
2.      informazioni sull’operatività dello sportello di Vergato;
3.      rispetto delle norme in materia di sicurezza e salubrità degli ambienti, verifica della funzionalità degli impianti di climatizzazione, predisposizione di interventi immediati di pulizia dei locali;
4.      attivazione urgente della mobilità regionale e destinazione alla struttura di Via Larga di tutto il personale assegnato a Bologna;
5.      reperimento di spazi nella sede di Via Marco Polo;
6.      interpello generale del personale dopo il primo periodo di assestamento;
7.      mantenimento della possibilità di trasferimento presso la sede di Marco Polo dei dipendenti provenienti dalla sede di Nanni Costa fino allo scorrimento completo della graduatoria di tutti coloro che hanno indicato quella sede come sede preferita;
8.      definizione concordata di criteri e punteggi che colgano e apprezzino adeguatamente il disagio; corretta rilevazione dell’anzianità, considerata ora solo titolo preferenziale, nonché valutazione delle recenti procedure di mobilità  che hanno interessato i lavoratori dei soppressi Uffici di Via Marco Emilio Lepido e Via da Formigine;
9.      riconoscimento di una maggiore flessibilità in ingresso ai lavoratori destinati alla struttura di via Larga e garanzie di accoglimento di tutte le richieste pervenute.
 
In conclusione, preso atto della proposta consegnata alle OO.SS., dell’esito della consultazione e degli impegni assunti verbalmente dal Direttore Regionale si chiede di aprire un confronto non blindato che metta sullo stesso piano le richieste di funzionalità delle strutture con quelle dei lavoratori, declinando tutte le esigenze: logistica, mobilità, professionalità.
 
Cordiali saluti.                                                         
 
        FP CGIL Agenzia Entrate                        F.P. CGIL Funzioni Centrali Bologna
               G. Loconte                                                 Maurizio Serra
                                                                      

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Elenco Sedi destinazione neo Agenti del 163° Corso.

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