Si pubblica la Circolare del Ministro Brunetta relativa al Decreto legge n. 98 del 2011, convertito in legge n. 111 del 2011 – “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria.” – art. 16, commi 9 e 10 – controllo sulle assenze dal servizio per malattia dei pubblici dipendenti – regime della reperibilità – assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. Nella Circolare principalmente si specifica che il controllo sulle assenze è diventato discrezionale, ad esclusione dei giorni pre e post festivi.
In allegato si riporta la “Lettera aperta” destinata al Capo del Corpo ed inviata, per conoscenza, al Presidente della Repubblica in merito alla questione del Sottosegretario Roberto Rosso al quale sarebbero stati destinati dei locali di riferimento presso il CFS – Comando regionale di Torino. Ovviamente in assenza di qualsiasi informazione.
Insediamento del Sottosegretario Roberto Rosso al Comando Regionale del CFS Piemonte – Proteste CGIL CFS: “Risorse sprecate”
In allegato, l’articolo pubblicato da LA REPUBBLICA il 19/06/2011, relativo alle proteste della CGIL CFS sull’insediamento presso gli Uffici del CFS – Comando regionale Piemonte del Sottosegretario Mi.P.A.A.F. Roberto Rosso, che ammette di non avere alcuna delega per le questioni legate al Corpo Forestale dello Stato!
Perchè mai il Comando regionale CFS Piemonte dovrebbe mettere a disposizione di un Sottosegretario senza deleghe al CFS addirittura due uffici del Corpo forestale dello Stato, impoverendo le già limitatissime risorse?
E’ difficile pensare che in assenza di deleghe possano arrivare benefici per il CFS piemontese, così come è difficile credere che proprio senza l’ufficio presso il CFS i suoi piani che, tra le altre cose, prevedono un rilancio dei fagioli di Saluggia e dei peperoni di Carmagnola, possano subire dei ritardi… (leggere l’articolo).
Risorse sprecate dunque! Alle quali la CGIL CFS aggiunge la non opportunità da parte di politici coinvolti in questioni giudiziarie non ancora chiarite, di pretendere l’utilizzo di uffici di un Corpo di Polizia, peraltro nella stessa regione che li vede coinvolti.
Per opportuna conoscenza, informiamo che la CGIL CFS ha sollecitato l’Amministrazione a chiarire la mancata previsione di concorsi interni per la nomina a vice sovrintendenti per le vacanze riferite agli anni 2004-2005-2006, penalizzando il personale che avrebbe maturato l’anzianità di servizio (4 anni di servizio) per l’eventuale partecipazione ai concorsi in tale periodo.
In allegato, il comunicato CGIL del 22/08/2011 e la precedente richiesta all’Ufficio Relazioni Sindacali del 12/08/2011.
Seguiranno aggiornamenti sulla questione.
Ad integrazione di quanto precedentemente inviato, si allega – per opportuna informazione – lo schema riepilogativo e coordinato delle novità legislative in materia previdenziale elaborato dalla Divisione 15 dell’Ispettorato Generale CFS con nota 992 del 01/08/2011.
I riferimenti normativi sono quelli previsti dall’art. 12 della Legge 122/2010 (misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) e dall’art. 18 della Legge 111/2011 (disposizioni per la stabilizzazione finanziaria).
Come già evidenziato, gli interventi in materia previdenziali del Governo interessano e penalizzano anche il personale del Comparto Sicurezza.
In data 27/07/2011 si è tenuto l’incontro tra Amministrazione e OO.SS., alla presenza del Capo del Corpo, che prevedeva – tra le altre cose – l’eventuale sottoscrizione dell’accordo nazionale per la ripartizione delle risorse destinate al Fondo efficienza servizi istituzionale per l’anno 2011.
La CGIL CFS ha sottoscritto il F.E.S.I. 2011 con riserva, per consentire la distrubuzione delle risorse senza ulteriori ritardi, ma ha informato l’Amministrazione – con nota a verbale, parte integrante dell’accordo – di non essere più disponibile in futuro per analoghi accordi F.E.S.I. che con prevedano almeno questi 3 criteri minimi indispenabili:
1. la discussione e la conclusione dei lavori entro e non oltre il primo quadrimestre dell’anno di riferimento;
2. l’introduzione del criterio della presenza effettiva;
3. tempistiche certe garantite per il pagamento delle indennità a tutti i livelli
In allegato alla presente:
– testo F.E.S.I. 2011 sottoscritto il 27/07/2011 (Suppl. B.U. CFS del 29/07/2011)
– nota a verbale CGIL CFS, parte integrante dell’accordo F.E.S.I. 2011
25.08.2011 – Di seguito, in allegato, pubblichiamo la circolare concernente l’applicazione dell’art. 18 D.L. 6 luglio 2011 n. 98, convertito con modificazioni nella L. 15 luglio 2011 n. 111, in materia previdenziale, inviata dall’Ufficio I: Gabinetto del Capo Dipartimento – Garanzia dei Diritti Sindacali.
Riorganizzazione, assegnazione degli incarichi, lotta all’evasione fiscale, sciopero del 6 settembre 2011.
Si avvicina l’autunno e molte delle problematiche interne che interessano i lavoratori del fisco si ripropongono.
In premessa non possiamo non ricordare che gli ultimi anni ci consegnano un modello contrattuale “depotenziato” (volutamente utilizziamo un termine “moderato”), con tutto quanto si porta dietro: da una limitata forza del sindacato a svolgere le proprie funzioni, alla possibilità dell’amministrazione di operare come meglio crede, con obiettivi “altisonanti” e “sfuggenti”, se non addirittura in contraddizione con le finalità per cui opera o dovrebbe operare.
Riorganizzazione
Si è conclusa una fase, quella della riorganizzazione, che come avevamo previsto, ha causato in questi anni una riduzione della potenziale attività dell’agenzia, indirizzandola su “linee di prodotto” importanti ma non condivise, abbandonando priorità per noi irrinunciabili. Abbiamo dato una lettura politica di tale fatto. La confermiamo senza possibilità di essere smentiti, dato che i miliardi di evasione fiscale, da tutti evidenziati proprio in questi giorni, confermano che l’agenzia avrebbe potuto operare alla loro riduzione e di fatto non lo ha fatto. Non ci interessa che siano stati recuperati x o y miliardi di evasione. Ci lamentiamo che si è proceduto ad una riorganizzazione, da nessuno voluta nei modi in cui è stata attuata, perlomeno dalla CGIL, e che ha determinato un allentamento della pressione/deterrenza sul territorio per le finalità di contrasto all’evasione fiscale. Se poi a questo ci leghiamo i provvedimenti legislativi approvati in questi ultimi anni, nessuno si dovrebbe meravigliare, se conserva ancora un po’ di amore per la verità dei fatti, se l’evasione aumenta e non diminuisce. La riorganizzazione ha dato i suoi frutti avvelenati e continuerà a darli sia per fattori interni (l’accentramento delle funzioni non sempre è funzionale agli obiettivi di recupero delle imposte evase), sia per l’assenza di una chiara volontà politica antievasione, seriamente riformista sul versante del reperimento delle risorse per il sistema paese, in particolare per le inadempienze del governo in carica.
A nostro giudizio avere subito ciò, non avere sufficientemente compreso i pericoli che il paese stava e sta correndo, è profondamente negativo e macchia indelebilmente i soggetti che si sono resi responsabili od hanno accettato senza batter ciglio tale situazione.
L’agenzia non può operare in modo burocratico e soddisfare solo le esigenze di affermazione della propria classe dirigente e dei quadri intermedi. Deve avere obiettivi più alti che né questa classe politica né quella dirigente, pur in presenza di una autonomia gestionale limitata, hanno portato avanti. Sarà molto difficile recuperare il rapporto di fiducia che dovrebbe legare i diversi soggetti che operano nella società. Comunque tutto passa attraverso il recupero di un modello contrattuale concertativo, ora abbandonato. In una società democratica le regole debbono essere condivise. Si dovrebbe rifuggire da facili scorciatoie, che alla lunga risultano inutili persino agli obiettivi che gli stessi soggetti che le praticano si sono dati. Il ritorno al coinvolgimento attivo dei lavoratori nella vita dell’agenzia, per le finalità istituzionali per cui esiste e vive, deve essere considerato esigenza prioritaria da parte di tutti quelli che credono che ancora ci sia una possibilità di crescita e miglioramento per il nostro paese.
Assegnazione degli incarichi
Ricordiamo che le assegnazioni degli incarichi di responsabilità sono state decise autonomamente dall’agenzia senza alcuna possibilità delle oo.ss. di esprimere la propria opinione, né tantomeno di contrattare alcunché. Secondo noi avremmo potuto e dovuto, unitariamente, esprimere parere contrario allo storno dei fondi per il loro finanziamento, cosa che non è stata fatta stante le divisioni profonde del fronte sindacale. Non avendo fatto ciò l’amministrazione è andata avanti sulla sua strada. C’è l’assoluta necessità di concordare regole certe, percorsi definiti, rendendo impossibile l’attivazione di scelte discrezionali. Oggi accade tutto il contrario con l’aggravante che la stessa amministrazione, pur nella solitudine delle scelte che adotta, non riesce nemmeno a rispettare le regole che da sola si è data (gli esempi sono molteplici e sotto gli occhi di tutti). A monte di tutto ciò c’è un sistema, un modello che è stato costruito solo per dare una giustificazione a scelte unilaterali e discrezionali. Se poi allarghiamo l’angolo visuale e ci soffermiamo per un attimo a vedere come nell’agenzia si selezionano i gruppi dirigenti, ci assalgono dubbi sempre più pressanti su un modello che nessuno garantisce e tutti tende ad omologare, asservire, fidelizzare. Era questo quello che volevamo nel 2001? No! Oggi abbiamo il dovere di batterci contro questo modello antidemocratico e sbagliato nelle sue scelte di fondo, cercando di recuperare modalità di selezione che garantiscano di più e meglio la qualità delle scelte e l’equità delle stesse. Tutto ciò anche rompendo il cerchio stretto che unisce tutti quelli che si sentono, secondo noi a torto, appartenenti alla “categoria/casta” e che, adottando comportamenti “coerenti”, da questa pensano prima o poi di trarre le dovute gratificazioni. Come rompere il cerchio? Anche appaltando all’esterno metodi e modelli di selezione che oggi sono invece tutti autoreferenziali e perciò chiusi su sé stessi, difficilmente permeabili al nuovo e ai cambiamenti, oltre ad essere potenzialmente influenzabili, condizionabili.
Lotta all’evasione fiscale
Dispiace doverlo ammettere, ma la lotta all’evasione fiscale si può fare solo se c’è una politica che la sostiene e la pone come suo obiettivo prioritario, imprescindibile e non contrattabile. Per essere chiari l’agenzia realizza la lotta all’evasione fiscale che le scelte governative/parlamentari le consentono di realizzare. Risulta pertanto chiaro come l’attuale situazione è diametralmente opposta a quella che dovrebbe esserci per poter discutere nel merito le difficili scelte da fare. Quindi o cambia l’attuale assetto politico nel nostro paese oppure di lotta all’evasione fiscale se ne può parlare quanto si vuole ma poi di fatto le centinaia di miliardi di evasione continueranno ad esserci e non si ridurranno, con buona pace dei dirigenti dell’agenzia anche quelli democratici.
SCIOPERO GENERALE
Il sei di settembre la CGIL ha proclamato lo sciopero generale. CISL E UIL hanno criticato tale scelta. Chiediamo a tutti quanti ritengono sbagliato scioperare: cosa dovrebbe fare una grande organizzazione sindacale confederale che ha l’onere di rappresentare gli interessi dei lavoratori ma anche di contemperarli con quelli della società tutta?
Con la recente manovra chi ci governo impoverisce il paese, aumenta le disuguaglianze, non risolve i problemi dell’economia, bastona i soliti noti, non introduce elementi di equità fra i diversi soggetti sociali.
Se discutendo non si raggiunge gli obiettivi che si vogliono raggiungere, oppure se non ci è consentito nemmeno di iniziare una “vera” discussione (come ora sta avvenendo) una organizzazione sindacale seria, fino a prova contraria, non può fare altro che manifestare il proprio dissenso chiamando gli associati e non solo allo sciopero. Questo abbiamo fatto e questo continueremo a fare fino a che avremo la possibilità di farlo, con il sostegno delle donne e degli uomini che ci vorranno dare fiducia.
FP CGIL Toscana
Santi Bartuccio
COMUNICATO FP CGIL DIFESA
MANOVRA FINANZIARIA AGOSTO 2011
Effetti della manovra:
Colpito lo stato nella sua essenza: nei servizi pubblici e nella parte di vita più debole dei cittadini: lo stato sociale;Dipendenti pubblici: non è stato sufficiente bloccare il contratto nazionale ed elevare l’età pensionabile delle donne, il blocco della tredicesima mensilità per mancato raggiungimento degli obiettivi da parte dei dirigenti;Pagamento del tfr/tfs posticipato;Taglio di tutti i precari (scuola) e riduzione degli organici; Mobilità forzata dipendenti pubblici e privatI.
Ecco come il Governo interviene su alcune procedure che dovrebbero essere oggetto di trattativa con le OO.SS...
La mobilità da volontaria e con criteri definiti in contrattazione, congrua alle esigenze delle amministrazioni e dei dipendenti, diviene FORZATA.
ATTO POLITICO DI VERO E PROPRIO ESPROPRIO DELLE MATERIE OGGETTO DI CONTRATTAZIONE.
Una manovra iniqua e priva di progetti futuri orientati al reale risanamento dei conti pubblici e dell’economia reale in crisi.
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL Difesa proclama da subito iniziative territoriali che evidenziano come tale manovra finanziaria incida sulla politica governativa che depaupera ancora di più i dipendenti civili della Difesa.
Riforma del Ministero inserita nella più ampia riorganizzazione di tutta la P.A., annunciata dal Ministro della difesa: strisciante, nascosta, attuata mediante singoli provvedimenti (Decreti Ministeriali che riordinano le DD.GG., il Segretetariato generale ecc.).
Di contro mancati investimenti per l’area T.I. (arsenali-poli), mancata programmazione di formazione del personale, blocco del turn-over, privatizzazione degli organismi di protezione sociale, vendita di immobili.
Al Governo decreti legge, alla difesa decreti ministeriali, direttive degli SS.MM. di forza armata, circolari dirigenziali, insomma solo ed esclusivamente atti unilaterali privi di confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
PER QUESTO I DIPENDENTI CIVILI DELLA DIFESA SONO STUFI DI PAGARE
IL 6 SETTEMBRE SCIOPERIAMO!
In molti l’hanno definita “macelleria sociale”. Di certo tra le oltre dodici fra manovre e manovrine economiche-finanziarie che dall’inizio della legislatura il governo ci ha imposto in nome di una crisi, peraltro sempre negata, quella che il Senato si accinge a discutere è sicuramente la più odiosa, la più iniqua, la più cattiva per dirla come il Segretario Generale FP CGIL Nazionale.
I cospicui tagli al sistema delle autonomie daranno il colpo definitivo al welfare locale, già duramente ridotto da tre anni di governo delle destre. Di fatto per i comuni e le regioni sarà impossibile continuare ad erogare e garantire servizi essenziali quali l’assistenza agli anziani e ai disabili, le scuole dell’infanzia, servizi sociali, l’igiene ambientale.
Mentre si salvano i grandi patrimoni e le rendite da speculazione, si abbassano i controlli su evasione ed elusione fiscale si affondano le mani nelle tasche dei cittadini aumentando le tassazioni locali e introducendo i ticket.
A rendere la “manovra” cattiva è l’introduzione di norme che nulla hanno a che fare con l’economia ma riguardano questioni politiche come l’erga omnes sulle deroghe aziendali ai contratti nazionali che non produrrà nessun risparmio ma solo conflitto e divisione tra lavoratori e tra le parti sociali, e conferma la volontà ossessiva del ministro del lavoro di dividere il fronte sindacale e di isolare la CGIL.
L’inasprimento dell’attacco contro il lavoro pubblico conferma un vero e proprio odio di classe verso questa categoria di lavoratori.
Bloccare il contratto nazionale; elevare l’età pensionabile delle donne; bloccare la tredicesima mensilità per mancato raggiungimento degli obbiettivi da parte dei dirigenti; scippo del TFR/TFS; taglio di tutti i precari della scuola e riduzione degli organici per tutti; mobilità forzata per pubblici e privati; questi i provvedimenti punitivi per i lavoratori pubblici.
I lavoratori della DIFESA sono tra quelli più colpiti perché la manovra si inserisce in un quadro di ristrutturazione strisciante, occulta, attuata mediante Decreti ministeriali quali il riordino delle Direzioni Generali, o del Segretariato Generale, o tramite direttive degli SS.MM. di forza armata o tramite circolari dirigenziali. Comunque con atti unilaterali privi dell’indispensabile e necessario confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Al contrario non si investe sull’area T.I. (Arsenali e poli), manca una seria formazione del personale, si prolunga il blocco del turn-over, si anemizza la componente civile in favore di una militarizzazione selvaggia, si privatizza il lavoro e perfino gli organismi di protezione sociale.
Noi lavoratori civili della difesa colpiti dalla manovra come lavoratori, come utenti, come cittadini, il 6 settembre scioperiamo e manifestiamo per difendere il lavoro pubblico e il sistema dei diritti di cittadinanza da questo attacco senza precedenti. Partecipiamo ad ogni iniziativa territoriale e gridiamo con forza il nostro dissenso verso una manovra sbagliata, iniqua,
cattiva.
IL 6 SETTEMBRE SCIOPERIAMO TUTTI!
Roma 25 agosto 2011
Delegazione Trattante Nazionale – Lazio FPCGIL DIFESA
Francesco Quartu Noemi Manca
ED ECCOCI……………………………….
Con Questa iniqua manovra il Governo colpisce i servizi essenziali per i cittadini “trova” i soldi sempre nel solito modo; il “perimetro sociale” è sempre lo stesso colpisce i lavoratori dipendenti (pubblici e privati), protrae incertezza e confusione nell’età del pensionamento, non favorisce alcuna equità distributiva e fiscale, non sostiene lo sviluppo e anzi lo deprime ulteriormente e, dulcis in fundo, interviene in modo autoritario nella sfera delle relazioni industriali e programma una guerra frontale contro i diritti fondamentali quali quelli della garanzia contro i licenziamenti senza giusta causa.
In più, ad adiuvandum, colpisce i pubblici dipendenti con la minaccia di non pagargli più le tredicesime e non gli si vuole dare neanche il TFS quando , dopo tanti anni di lavoro, vanno finalmente in pensione ( ma andremo in pensione?) e forse con quel magro compenso potranno comprarsi la roulotte per andare in vacanza ( ma potremo andare in vacanza?).
Ma come si fa in un paese dove, secondo Bankitalia, la ricchezza nazionale assomma a 4 trilioni e mezzo di euro, pensare che questi patrimoni non debbano in modo ordinario contribuire minimamente alle azioni di risanamento e che invece tocca sempre ai soliti fare sacrifici come da vent’anni a questa parte e cioè i lavoratori, i pensionati, i cittadini meno abbienti?
Ma come si fa a proporre di aumentare l’iva che colpisce, indipendentemente dal reddito, tutti i cittadini ed ovviamente pesa di più su chi ha meno; chi propone ed auspica questo non paga proprio niente.
Nel pubblico impiego c’è inoltre un altro grave problema: il potere d’acquisto degli stipendi. Infatti, come ricorderete, non vedremo lo stipendio aumentato fino al 2017 e nel frattempo, l’inflazione avanza.
Ci vuole altro per proclamare lo sciopero generale? Penso che sia abbastanza.
Colleghi difendete i diritti conquistati con tante lotte
Difendete la vostra dignità di lavoratori
Difendete il vostro salario date forza alle giuste rivendicazioni
Aderite allo sciopero indetto dalla CGIL il 6 settembre
Se non ora quando!
MICHELE PIETRAFESA