In una ricerca elaborata dal think tank della New economics foundation (Nef), (http://www.neweconomics.org/ ) un gruppo di 50 economisti famosi per aver portato nell’agenda del G7 e G8 temi quali quello del debito internazionale è stato calcolato il valore economico di sei diversi lavori, tre pagati molto bene e tre molto poco.
Un’ora di lavoro di un addetto alle pulizie in ospedale, ad esempio, crea dieci sterline di profitto per ogni sterlina di salario. Al contrario, per ogni sterlina guadagnata da un banchiere, ce ne sono sette perdute dalla comunità. I banchieri, conclude il Nef, prosciugano la società e causano danni all’economia globale. Non bastasse questo, valutano ancora gli economisti impegnati in un’etica della finanza, i banchieri sono i responsabili di campagne che creano insoddisfazione, infelicità e istigano al consumismo sfrenato.
“Abbiamo scelto un nuovo approccio per valutare il reale valore del lavoro – spiega il Nef nell’introduzione alla ricerca – . Siamo andati oltre la considerazione di quanto una professione viene valutata economicamente ed abbiamo verificato quanto chi la esercita contribuisce al benessere della società. I principi di valutazione ai quali ci siamo ispirati quantificano il valore sociale, ambientale ed economico del lavoro svolto dalle diverse figure”.
Un altro esempio che illustra bene il punto di partenza del Nef è quello della comparazione tra un operatore ecologico e un fiscalista. Il primo contribuisce con il suo lavoro alla salute dell’ambiente grazie al riciclo delle immondizie, il secondo danneggia la società perché studia in che modo far versare ai contribuenti meno tasse.
La ricerca, infine, smonta anche il mito della grande operosità di chi ha lavori ben retribuiti e di grande prestigio: chi guadagna di più, conclude il Nef, non lavora più duramente di chi è pagato poco e stipendi alti non corrispondono sempre a un grande talento. Eilis Lawlor, portavoce della Nef, ha voluto però precisare alla Bbc: “Il nostro studio vuole sottolineare un punto fondamentale e cioè che dovrebbe esserci una corrispondenza diretta tra quanto siamo pagati e il valore che il nostro lavoro genera per la società. Abbiamo trovato un modo per calcolarlo e questo strumento dovrebbe essere usato per determinare i compensi”.
“La nostra ricerca analizza nel dettaglio sei lavori diversi – si legge ancora nell’introduzione – scelti nel settore pubblico e privato tra quelli che meglio illustrano il problema. Tre di questi sono pagati poco (un addetto alle pulizie in ospedale, un operaio di un centro di recupero materiali di riciclo e un operatore dell’infanzia), mentre gli altri hanno stipendi molto alti (un banchiere della City, un dirigente pubblicitario e un consulente fiscale). Abbiamo esaminato il contributo sociale del loro valore e scoperto che i lavori pagati meno sono quelli più utili al benessere collettivo”.
Queste sono le principali constatazioni dello studio:
Il banchiere di fama
“piuttosto che essere fonte di ricchezza banchieri sono stati premiati per aver portato il sistema finanziario globale sull’orlo del collasso. Pagati tra le 500mila e gli 80 milioni di sterline all’anno, un banchiere di punta distrugge 7 sterline di valore per ognuna che ne genera. ”
L’operatore per l’assistenza all’infanzia
“Sia per famiglie sia per la società nel suo insieme, chi controlla i bambini non sembra essere così importante. Ma oltre che fornire un prezioso servizio per le famiglie, essi permettono guadagni potenziali consentendo ai genitori di continuare a lavorare. Per ogni sterlina per cui sono pagati essi generano fino a 9. 50 sterline di benefici per la società. ”
Gli addetti alle pulizie in ospedale
“Svolgono un ruolo vitale nel funzionamento delle strutture sanitarie. Essi non solo puliscono gli ospedali e mantengono le norme di igiene ma anche contribuiscono a migliori risultati sanitari. Per ogni sterlina ricevuta creano oltre 10 sterline di valore sociale. ”
Il direttore di un’agenzia pubblicitaria
“Incoraggia a spendere molto e ad indebitarsi”. Può creare aspirazioni insaziabili alimentando sentimenti di insoddisfazione, inadeguatezza e stress. Per un salario tra i 50mila e i 12milioni di sterline distrugge 11 sterline di valore per ogni sterlina che produce”
Il fiscalista
“Ogni sterlina che fa risparmiare al cliente è una sterlina sottratta al bilancio pubblico. Per un guadagno tra i 75mila e 200mila sterline, il fiscalista distrugge 47 sterline per ognuna che ne produce.”
L’operatore ecologico
” Svolge una gamma di lavori che si riferiscono al trattamento e alla prevenzione dei rifiuti e alla promozione del riciclaggio. Le emissioni di carbonio sono significativamente ridotte. C’è anche un valore nel riutilizzo delle merci. Per ogni sterlina di salario ne genera 12 di valore per la società”
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
I sindacati spagnoli “di classe” Comisiones Obrears (CCOO) e UGT hanno indetto una mobilitazione generale ed una manifestazione nazionale all’insegna del 12. Il 12 dicembre alle ore 12 a Madrid le lavoratrici e i lavoratori spagnoli diranno con forza “Nessuno si approfitti della crisi, si deve e si può fare di più per uscire dalla crisi”. Si chiede al governo nazionale e ai governi locali , alle forze politiche ed ai datori di lavoro impegni più forti e politiche più decise e più ambiziose per uscire dalla crisi. Si dice nel manifesto unitario “risulta sorprendente che coloro che ci hanno portato al disastro economico che stiamo vivendo… pretendano di convincerci che l’uscita dalla crisi passi per un ritorno al passato… mercato del lavoro meno regolato, meno diritti, fine delle politiche pubbliche… Noi non accettiamo queste vecchie ricette… Piuttosto si preoccupino dei quasi 4 milioni di disoccupati e delle centinaia di migliaia di persone a rischio di esclusione.”
I 12 motivi per la mobilitazione del 12 dicembre sono , tra gi altri, sbloccare le contrattazione collettiva per il 2009; negoziare con i datori di lavoro un Accordo pluriennale per le politiche salariali che miri a combattere la precarietà; consolidare e migliorare gli ammortizzatori sociali; migliorare il sistema fiscale; chiedere investimenti pubblici, in particolare per l’educazione, compresa la formazione professionale, e la sanità; applicare al meglio la legge di promozione dell’autonomia personale (Ley de Dependencia); rivedere e regolare il sistema finanziario;rafforzare il sistema pubblico delle pensioni.
Manifesto di UGT e CCOO per la mobilitazione generale del 12 dicembre 2009 (in spagnolo)
Ricorso ex art. 4 comma 4 L.300/70 – contro provvedimento DPL Venezia
AGENZIA DELLE ENTRATE – PIANO AZIENDALE 2011 E ESPERTI
Mercoledì 13 si è svolta la riunione convocata dall’Amministrazione per illustrare alle OO. SS. il piano aziendale dell’agenzia per l’anno 2011.
Il materiale consegnatoci, che alleghiamo, dà il segno del modo con il quale è stato affrontato questo importante argomento. I dati forniti sono parziali, assolutamente insufficienti a fornire un quadro esauriente dell’attività che l’agenzia vorrà svolgere per il 2011 (oramai per la parte residuale dell’anno).
Ciò non toglie che dalla discussione è emersa una volontà chiara del mutare dei tempi e del rapido adeguamento dell’Agenzia alle sollecitazioni politiche e governative, riportate negli ultimi tempi anche sulla stampa, di “attenzione” nei confronti dei contribuenti che devono affrontare questo particolare momento di crisi senza la preoccupazione di essere “vessati” dal fisco.
L’evasione presente nel nostro paese, invece di sollecitare politiche di contrasto e riduzione del fenomeno, ha fatto emergere un piano aziendale che difficilmente aumenterà il livello di “adeguamento volontario” alla normativa fiscale.
Queste osservazioni, insieme alla denuncia di tutte le OO.SS. sulla mancanza assoluta di politiche aziendali tese alla valorizzazione dei dipendenti dell’agenzia, anche attraverso un sistema premiante adeguato agli sforzi organizzativi e lavorativi richiesti, ci hanno portato a dare un giudizio estremamente negativo dell’esito della riunione. Non ci soddisfa né il metodo del confronto, convocati alle 16 del pomeriggio con scarsa possibilità di svolgere una riunione minimamente proficua anche solo per i tempi, né nel merito della discussione che, a voler essere buoni, è stata carente sia sotto il profilo della documentazione fornita sia sotto il profilo della volontà di voler veramente discutere delle scelte aziendali.
Ci è sembrato che la riunione fosse stata programmata solo come “atto dovuto” e non come confronto con le opinioni dei rappresentanti dei lavoratori.
Pertanto si è conclusa con un giudizio negativo unanime.
Valutiamo sempre più urgente affrontare l’argomento della necessità di riappropriarsi di un modello contrattuale partecipativo, che valorizzi l’impegno dei lavoratori e li coinvolga nelle scelte da concertare con le OO.SS..
Per quanto riguarda l’argomento “esperti”, oggetto del secondo punto all’ordine del giorno, è venuta fuori con tutta evidenza l’assoluta strumentalità dell’incontro, in quanto la preintesa del 5 agosto 2010 è stata sostituita integralmente dall’accordo del 22 dicembre 2010 (firmato soltanto da Cisl e Salfi), che riguarda esclusivamente l’utilizzo di una parte delle risorse economiche del FPSRUP per la remunerazione delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità e lascia all’Agenzia la totale discrezionalità sui criteri di attribuzione e di graduazione delle posizioni e degli incarichi.
In questo contesto, ovviamente, la richiesta di incontro avanzata da alcune organizzazioni sindacali ha portato l’unico risultato possibile: nulla di nulla, con l’Agenzia che andrà avanti per la sua strada con la nomina unilaterale degli esperti.
Ripetiamo che è sempre più necessario ricostruire un percorso di recupero della contrattazione, piuttosto che far finta di non aver capito il contenuto degli accordi firmati.
Sulle progressioni economiche l’Agenzia si è impegnata ad inviare una bozza di circolare finalizzata ad interpretare alcuni punti (lavoro a tempo determinato, corsi post-universitari, ecc.) ed aspetterà, nel giro di pochissimi giorni, le nostre eventuali osservazioni prima di trasmetterla alle Direzioni Regionali.
Su nostra specifica richiesta l’Agenzia ha precisato che sarà data a tutti i dipendenti la possibilità di integrare, se necessario, la propria scheda.
p. il Coord.to Naz. Agenzia Entrate CGIL FP Nazionale
Bartuccio – Ronca – Lauri – Fratelli Comparto Agenzie Fiscali
L. Boldorini
A fronte dei dati drammatici sulla crisi finanziaria che si sta abbattendo sulle economie e dei dati sempre più gravi che anche stamattina ci arrivano dalle Borse europee e da quella italiana, è a mio parere necessario non solo fare in fretta, è indispensabile cambiare le ricette economiche che, a pochi anni di distanza dalla crisi precedente, hanno fatto ripiombare il nostro Paese sull’orlo del baratro.
Le ricette liberiste si sono dimostrate inefficaci, quindi sarebbe utile prenderne atto e non riproporle. Pensare di risolvere parte dei problemi con la cancellazione del Welfare e un’ondata di privatizzazioni del patrimonio pubblico è non solo sbagliato ed iniquo, è, come dimostrato dai fatti, inutile.
Privatizzare servizi, ridurre i trasferimenti a Regioni ed Enti Locali, svendere le municipalizzate per fare cassa, è un tragico errore che avrà come conseguenza un ulteriore aumento delle disuguaglianze, un impoverimento di tanta parte della popolazione che sarà costretta a pagare i servizi essenziali.
Non neghiamo affatto la necessità di una rivisitazione dei servizi ai cittadini, anzi abbiamo noi per primi, spesso in solitudine, affermato che la sedicente riforma Brunetta non avrebbe risolto nessun problema delle Pubbliche Amministrazioni.
Noi pensiamo però che la strada che è necessario percorrere sia quella di rendere i servizi pubblici un volano per la crescita. Dismettere la mano pubblica sull’economia significa consegnare ai mercati le scelte politiche che disegnano un modello di società: a questo non ci arrendiamo. Per queste ragioni non condividiamo quanto emerso nell’incontro di ieri tra le parti sociali su liberalizzazioni e privatizzazioni: è una scorciatoia sbagliata.
Roma, 5 luglio 2011
Confermato il blocco dei contratti: per i pubblici dipendenti al massimo disponibile solo eventuale ipotetico “dividendo sull’efficienza”. Comunicato di Fabrizio Fratini Segretario Nazionale FP CGIL
In occasione dell’incontro convocato dal Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta con le organizzazioni sindacali, per illustrare i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria e le conseguenti ricadute per il mondo del lavoro pubblico, è stato riconfermato il blocco dei contratti pubblici.
Il Ministro assume l’impegno, ai sensi dell’accordo separato del 4 febbraio u.s. di mettere a disposizione (non per tutti i comparti come si evince dalla lettura delle norme contenute del decreto correttivo 150 del 2009) il cd dividendo sull’efficienza, ovvero risorse provenienti da eventuali risparmi nella misura del 50%) a partire dal 2013 e con la modalità delle 3 fasce e senza relazioni sindacali vere, in una fase caratterizzata da ulteriori pesanti e violenti tagli al funzionamento delle amministrazioni e dei servizi ai cittadini e alle imprese.
IL Ministro ha dichiarato la volontà di emanare una circolare prescrittiva in merito dopo un nuovo confronto sindacale sulla materia. Le strutture di categoria della Cgil presenti all’incontro (Fp e Flc) hanno riconfermato che considerano la manovra del Governo ingiusta, iniqua, ed inefficace per la ripresa sociale, economica, culturale del Paese, e che metteranno in campo ulteriori iniziative di lotta e di mobilitazione per modificarne la consistenza e l’orientamento.
E che i dipendenti pubblici, come tutti i lavoratori ovviamente, hanno diritto ad un contratto nazionale e ad una contrattazione decentrata, utili a rendere omogeneo i servizi erogati ed i trattamenti minimi, in grado di affrontare realmente, diffusamente, ed in maniera organica problemi organizzativi, di qualità del servizio, di stabilità e sicurezza del e nel lavoro. Per noi, rinnovare e rendere esigibile il contratto nazionale rappresenta la strada maestra per una forte coesione sociale e per non costruire un modello di contrattazione frantumato e corporativo.
Riconfermando la disponibilità al confronto, in ogni tavolo ed in ogni sede, continueremo ed intensificheremo le iniziative a sostegno di questo obiettivo utilizzando tutti gli strumenti sindacali a disposizione.
Roma, 3 agosto 2011.
L’incontro di domani fra la Regione Puglia e Ministero della Salute è emblematico di come lo strumento del piano di rientro e dell’amministrazione controllata nella gestione dei deficit sanitari regionali sia stato completamente snaturato, stravolto.
Da sempre sosteniamo che qualsivoglia intervento “centrale” sui piani di rientro deve avere immancabilmente due ordini di valutazione, altrettanto determinanti: l’esigenza di razionalizzare la spesa e di riportare i bilanci in pareggio con quello, irrinunciabile, di continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza ai cittadini di quelle regioni sottoposte ad “amministrazione controllata” o “commissariate”.
Ciò che invece si sta via via determinando è una gestione che fa sopravanzare valutazioni politiche, oltretutto spesso non oggettive, a quelle “tecniche”.
Mettere in discussione il rapporto di lavoro di circa 350 professionisti della sanità pugliese (medici ed infermieri) sulla base della sola valutazione economica (oltretutto tutta da verificare) e non sul fatto che senza quei 350 operatori i livelli essenziali di assistenza per i cittadini di una intera regione sono violati, non garantiti, è il risultato di una scorretta interpretazione dello strumento del piano di rientro.
Se, così come dimostrato, senza quelle lavoratrici e quei lavoratori, chiudono servizi, ambulatori, reparti ospedalieri non esiste valutazione di opportunità economica che tenga: i LEA prima di tutto.
E di questi esempi ne potremmo fare in tutte le regioni sottoposte a piano di rientro o in amministrazione “controllata”: dalla Calabria alla Campania, dall’Abruzzo al Lazio.
E’ vero che in questo Paese è in atto da anni una vera e propria operazione di destrutturazione del Servizio Sanitario Nazionale e dei suoi principi di universalità e solidarietà, ma farlo attraverso strumenti “tecnici”, tavoli “tecnici”, procedure “tecniche” è, non solo sbagliato, ma anche ipocrita.
La gestione coordinata dei deficit sanitari regionali va riportata entro i giusti limiti. E, comunque, il diritto al livello essenziale di assistenza non può essere messo in discussione.
Roma, 3 agosto 2011
Nel loro nono incontro, a Stoccolma l’11 dicembre 2009, i rappresentanti della delegazione sindacale europea (TUNED, formata da rappresentanti della FSESP e del CESI) e dei direttori generali responsabili della pubblica amministrazione nei 27 stati membri (EUPAN) hanno concordato la creazione di un Comitato di dialogo sociale settoriale per l’amministrazione dello Stato.
La decisione fa seguito ad una discussione sui risultati della fase di prova 2008-2009 su alcuni aspetti di dialogo sociale formale e la valutazione positiva della Fase di prova fatta dalla agenzia di valutazione Ramböll-Management.
In meno di due anni, EUPAN e TUNED hanno concordato una posizione comune sullo stress sul lavoro e una relazione sulle buone pratiche su questo argomento, e completato un progetto finanziato dalla UE che ha previsto una conferenza congiunta e un rapporto di ricerca. La discussione sull’efficienza delle amministrazioni, con particolare attenzione alla parità e alla diversità, lo sviluppo delle competenze e la delega di responsabilità è stata avviata sotto la Presidenza svedese (seconda metà 2009).
Accogliendo con favore i risultati positivi , i direttori generali del Belgio (presidenza UE nel secondo semestre 2010) e della Spagna (presidenza UE nel primo semestre 2010), Jackie Leroy e José Martín Arahuetes hanno dichiarato che la Risoluzione dei Direttori Generali sul dialogo sociale, adottata il 10 dicembre 2009, sarà pienamente attuata nell’ambito delle rispettive Presidenze della UE.
Leroy ha chiarito che, “per quanto riguarda formalizzazione del dialogo sociale, insieme con la futura Presidenza spagnola, prepareremo le norme di procedura e la richiesta congiunta alla Commissione per un Comitato di dialogo sociale settoriale. Speriamo che il Comitato possa essere avviato al caldo di Madrid o nell’ autunno a Bruxelles”.
I direttori generali di Francia, Germania, Repubblica Ceca e Regno Unito hanno espresso il pieno sostegno per il piano d’azione per la formalizzazione. I rappresentanti dei Paesi Bassi e Danimarca hanno espresso la loro opposizione a un Comitato di dialogo sociale e preferirebbero mantenere un dialogo sociale informale.
Più precisamente si legge nella risoluzione dei direttori generali si dice ” Si prende nota della possibilità per gli Stati membri – che su base individuale e su base volontaria intendano farlo – di creare una piattaforma datori di lavoro al di fuori di EUPAN, da presentare congiuntamente con il TUNED alla Commissione per la creazione di un Comitato per il dialogo sociale settoriale per l”amministrazione pubblica centrale.
E poi ” Si prende nota della possibilità per gli Stati membri – che su base individuale e su base volontaria intendano farlo- di partecipare, al di fuori EUPAN, al dialogo sociale intersettoriale – attraverso il CEEP (il Centro europeo dei datori di lavoro e delle imprese che forniscono servizi pubblici).
Conclude dicendo che ” Incoraggia, se del caso ,lo scambio di informazioni e il coordinamento delle attività con CEEP e se dovesse essere creato, con un Comitato di dialogo sociale settoriale per le amministrazioni centrali.
La FSESP ha dichiarato di essere lieta dei passi in avanti ottenuti, “che sono lo logica conclusione della fase di prova durata due anni. Il fatto che alcuni paesi non siano ancora pronti ad impegnarsi in questo processo non dovrebbe impedire agli altri di andare avanti. Il sindacato europeo è pronto alla formalizzazione già da gennaio 2010”.
Il TUNED definirà, a breve, un programma di lavoro , per continuare intanto il dialogo sociale informale, con i rappresentanti spagnolo e belga.
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
14.07.2011 – Con nota a firma del Capo Dipartimento Tronca è stato dato seguito alla mobilità straordinaria del personale appartenente al ruolo di Vigile del Fuoco – Specialista Portuale; allegato di seguito l’elenco degli interessati al trasferimento, che avverrà con decorrenza immediata.
15.07.2011 – Il 27 giugno u.s. avevamo pubblicato una nota esplicativa, firmata dal Capo Dipartimento, per quanto riguarda i “Corsi di formazione di rilevanza nazionale organizzati dalla Direzione Centrale per la Formazione. Partecipazione degli staff didattici”; il Direttore Centrale della Formazione ha ritenuto necessario fornire ulteriori chiarimenti che, di seguito, pubblichiamo
18.07.2011 – Come preannunciato nella riunione del 21 giugno u.s., tra Amministrazione Centrale e OO.SS. Nazionali e Regionali, l’impegno a reperire i fondi necessari a saldare le competenze straordinarie del personale intervenuto nell’emergenza Messina, sembra aver trovato una prima tangibile concretezza: alleghiamo di seguito l’informativa a firma del Capo Dipartimento.
19.07.2011 – Di seguito, in allegato, pubblichiamo la convocazione per il prossimo incontro concernente l’accordo in oggetto unitamente all’ultima bozza fornita dall’amministrazione.