Su Gino Giugni inaccettabile attacco di Brunetta. Delegittima, offende, ma non da risposte. Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

“Non ci sono parole per descrivere lo stupore con cui leggo la replica del portavoce del Ministro Brunetta alle mie dichiarazioni sulla controriforma della pubblica amministrazione”. Queste le parole con cui Carlo Podda replica al pesante attacco ricevuto dal portavoce del Ministro. “Accusarmi di “prendere in ostaggio” la memoria di Gino Giugni – continua Podda – risulta quantomeno grottesco, proprio oggi che il Ministro ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Tempo in cui, parlando del padre dello Statuto dei Lavoratori, dichiara testualmente: “Credo che sia stato orgoglioso quando, il 22 gennaio scorso, due ministri socialisti […] sono riusciti a riformare il modello contrattuale”.

“Davvero triste vedere che il Ministro, nella totale incapacità di tollerare il dissenso, forse troppo occupato a gonfiare il suo ego smisurato, usa argomenti tanto bassi per attaccarmi sul piano personale, incapace com’è di confrontarsi sul piano delle idee. Non una risposta sui contenuti, quelli non gli interessano. E adesso – conclude Podda – per attaccarmi utilizza la memoria di Giugni. Inaccettabile, francamente di cattivo gusto.”

Roma, 6 Ottobre 2009

Brunetta ed il suo staff continuano ad offendere. Ma pretendono il sorriso dai lavoratori – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Il portavoce del Ministro Brunetta, con la solita arroganza che caratterizza lo staff di Palazzo Vidoni, ha offeso a mezzo stampa un’intera organizzazione, la Funzione Pubblica Cgil e gli oltre 400mila lavoratori che ad essa aderiscono, rea di aver manifestato il suo dissenso in Piazza Vidoni e di scioperare l’11 Dicembre contro le sciagurate iniziative del Governo e del Ministro della Funzione Pubblica, usando parole che di certo non si addicono a chi ricopre cariche così prestigiose.

Ricordiamo al portavoce del Ministro che anche lui, volente o nolente, è un dipendente pubblico pagato con soldi pubblici, e che potrebbe iniziare a mettere in pratica le rivoluzionarie norme sull’educazione negli uffici pubblici proposte da Brunetta. Ma sappiamo di chiedere troppo.
 

Stiamo pensando di promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare per normare la buona educazione di chi ricopre cariche pubbliche, per uniformare questi ultimi ai lavoratori, obbligati al sorriso mentre vengono offesi e dileggiati, mentre persino il loro sacrosanto diritto di sciopero viene sbeffeggiato da quel Palazzo che un tempo fu sede del disciolto P.N.F., e che negli ultimi tempi sembra tener fede ai gloriosi fasti di un tempo andato.

Roma, 1 Dicembre 2009

"Colpirli tutti per educarne qualcuno" Dal "collegato lavoro" un altro attacco cieco al lavoro pubblico. In arrivo altre limitazioni dei diritti sindacali. Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale. – Articoli del Sole 24 Ore e dell'Unità.

“Oltre ad annientare l’articolo 18, il “collegato lavoro” opera una stretta incomprensibile ai diritti dei lavoratori e dei loro familiari, indebolendo strumenti come la legge 104 del ’92 che garantisce il diritto di assistenza ai diversamente abili. Come sempre Brunetta pretende con la legge di imporre a tutti quello che invece andrebbe imposto solo a chi sbaglia e con un rigido sistema di controlli: “colpirli tutti per educarne qualcuno”, potrebbe essere il suo motto. La solita demagogia, il solito populismo a cui ci ha abituato il Ministro Brunetta, che pur di fare operazioni mediatiche non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai diritti dei diversamente abili”. Con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale dell’Fp-Cgil, commenta il contenuto del “collegato lavoro”.

“La logica – continua Podda – è sempre la stessa: prendere un problema come gli abusi sull’utilizzo dei permessi di congedo, dei benefici della 104 o del part-time, che laddove esistono andrebbero contrastati con i controlli, e risolverlo limitando i diritti, visti come la fonte stessa del problema, senza calcolare quali e quanti danni comporti tutto ciò. Una logica miope che abbiamo già visto messa in pratica con i provvedimenti “balneari” del 2008 e con la controriforma Brunetta, che punta ad additare il nemico pubblico, il “fannullone”, a colpevolizzarlo, senza peraltro risolvere un singolo problema”.

“Le donne italiane – aggiunge Podda – e ancor più le donne del lavoro pubblico, prendano questo provvedimento come un regalo per l’8 Marzo: da oggi il loro diritto acquisito al part-time (i cui soggetti fruitori sono per oltre l’80% donne) potrà essere revocato o negato in caso di richiesta, per garantire il funzionamento di uffici che sono spesso al collasso, ma non certo a causa del part-time”.

“Un’altra buona ragione – conclude Podda – per scioperare e scendere in piazza il 12 Marzo, in occasione dello Sciopero Generale della Cgil, le cui ragioni, all’indomani dell’approvazione del “collegato lavoro”, non fanno che rafforzarsi.”

Roma, 8 Marzo 2010

 

CGIL Domani lo sciopero. Parla Carlo Podda (Fp Cgil) – Intervista pubblicata da Il Manifesto

Pubblichiamo di seguito il testo dell’intervista.
 
 
11/03/2010 | Manifesto | Sindacato

«La politica torni a parlare al lavoro»

Dello sciopero generale di domani su «fisco, lavoro e immigrazione», e anche del congresso con cui la maggiore confederazione delinea le proprie linee guida nel bel mezzo della peggiore crisi dal dopoguerra, parliamo con Carlo Podda, segretario della Fp Cgil.

Non è facile scioperare in un momento di crisi come questo. Dal tuo osservatorio, che partecipazione prevedi?
È uno sciopero che si colloca in un momento molto grave anche per i lavoratori pubblici, normalmente considerati “garantiti”. Quel che si tende a sottovalutare è che in molte zone del paese, compreso il nord, quella che era una fonte di reddito, è diventato l’unico stipendio. I salari sono rimasti fermi, è diminuito il loro potere d’acquisto, ed è aumentato il numero di persone che di quel salario deve vivere. Dico questo perchè in assemblea con i lavoratori mi è capitato di sentirmi dire, anche in zone insospettabili del paese, che oggi fare sciopero è faticoso perchè costa. I lavoratori comprendono e ritengono giuste le nostre ragioni, ma sento crescere la richiesta di forme di lotta meno onerose. Ciò detto mi aspetto una buona partecipazione alla mobilitazione, anche perchè i lavoratori pubblici hanno persino qualche problema in più di tutti gli altri.

Quali?
Il «collegato lavoro» ha una coda per i dipendenti pubblici che mette le mani sul terreno dei diritti, rivisita in pejus tutta la materia dei permessi, e riduce sensibilmente l’utilizzo del part time che diventa una concessione unilaterale – suscettibile di rivisitazione anche per chi già oggi ne usufruisce – del servizio pubblico. Insomma, oltre ai contratti e alle ragioni più generali, ci sono temi specifici della categoria: le lavoratrici e i lavoratori risponderanno.

Una piattaforma tanto articolata non rischia di rendere uno sciopero generale meno efficace?
È un dibattito mai risolto, questo, nel sindacato, nel senso che ci sono buone ragioni per sostenere la necessità di semplificazione dei nostri obiettivi e la riconduzione a parole d’ordine più semplici e più unificanti, ma ce ne sono altrettante perchè ciascuno inserisca il tema che lo riguarda più da vicino. Non ho una risposta certa, penso però che molto dipenda dalla capacità che abbiamo di interloquire con le persone.
 
Come spieghi che un provvedimento come il «collegato lavoro», e con esso l’attacco all’articolo 18, sia passato più o meno nel silenzio generale?
Un po’ fa parte dell’eclissi del lavoro. Ricordo la straordinaria forza della mobilitazione Cgil all’inizio del 2000 su tutta la questione dell’articolo 18 e della legge 30: una forza dovuta alla capacità di trasformare ciò che poteva sembrare la difesa di un diritto di alcuni in una battaglia emblematica a difesa dei diritti di tutti. L’articolo 18 era diventata una parola d’ordine, il lavoro una questione di carattere generale. Ma oggi è davvero molto più difficile, e non a caso è di qualche mese fa la discussione sull’opportunità o meno di cambiare l’articolo primo della nostra Costituzione, e cioè se il lavoro possa ancora essere considerato un valore fondante della nostra repubblica.
 
Sul congresso: hai sottoscritto la seconda mozione ma nella tua categoria è prevalsa la prima. Cosa farai?
Fermo restando che la prima mozione si è affermata nella confederazione, credo sarebbe un errore non tenere conto delle questioni poste dalla mozione 2, alla luce anche dell’affermazione che ha avuto tra gli attivi. Perciò sarà importante il proseguo del congresso, e non è un problema solo di gruppi dirigenti, si tratta di trovare una soluzione e una sintesi politica. Questo è tanto più vero in una situazione come quella della mia categoria, dove in un direttivo di 100 persone il vantaggio, per la prima mozione, è stato di dieci voti.

Quale sindacato in questa crisi?
Ho firmato la seconda proprio per chiedere una discontinuità, una strada diversa da quella praticata finora. Ora bisogna cercare di far sì che il congresso sia anche un’occasione per parlare fuori della Cgil, per parlare alla politica, per convincere la politica, e la sinistra, a tornare a considerare il lavoro una parte fondante di questo paese. Siamo nel bel mezzo di un’emergenza democratica, ma chiunque è in grado di vedere che di lavoro, di crisi, di come far ripartire l’economica, oggi non si parla.

Sara Farolfi

Emergenza Carceri: Il Ministro Alfano controlli le spese del Dap. L'emergenza si risolve spendendo di più, ma anche spendendo meglio. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL Nazionale

Appare quantomeno discutibile il fatto che, mentre agli agenti di Polizia Penitenziaria spesso non vengono pagate le numerose ore di lavoro straordinario espletate e in alcuni casi per garantire le missioni relative ai servizi di traduzione dei detenuti gli operatori anticipano di tasca propria il denaro, l’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia goda dell’utilizzo di un’autovettura del Dap, con tanto di costi a carico dell’amministrazione penitenziaria. Altrettanto discutibile appare la spesa di 400mila euro prevista per la ristrutturazione di un’abitazione nel centro di Roma a disposizione del Capo dipartimento, o quel milione di euro previsto per la realizzazione di un’aula magna con 150 posti a sedere nei locali del Dap.

Se a mezzo stampa il Ministro della Giustizia Alfano parla di “stato d’emergenza” per il sovraffollamento, promettendo piani edilizi tutti mediatici e vantando assunzioni che esistono solo sulla carta e che comunque non basterebbero ad affrontare l’enormità rappresentata dai 67mila detenuti attualmente ristretti negli istituti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di sua diretta competenza, sembra non vivere alcun problema economico, gestendo le risorse in alcuni casi in maniera discutibile.

Sarebbe opportuno, per tener fede alla nostra Costituzione e alla Legge Gozzini, utilizzare i fondi della Cassa delle Ammende per finanziare il servizio penitenziario, per sostenere i detenuti nella loro riabilitazione e sostenere le famiglie.

Se al Dap si respira un’aria da paese di Bengodi, perché il Ministro non pretende di utilizzare tali fondi per investire nelle carenze strutturali, nel ripristino di un sistema di sostegno a operatori e detenuti, nel mantenimento e nella ristrutturazione delle nostre anguste strutture penitenziarie?

E soprattutto, quando potremo affrontare una discussione realistica sulla situazione edilizia, basata su stanziamenti nuovi e non su partite di giro, senza sottrarre nulla ai lavoratori e ai già insufficienti servizi penitenziari?

Roma, 23 aprile 2010

P.A.: CGIL, su rinnovo Rsu 8 novembre conferenza stampa con Camusso

A Roma in Corso d’Italia 25 alle ore 11,30 con Dettori e Pantaleo

Roma, 5 novembre – Procedere al voto per il rinnovo delle Rsu tra i 3 milioni di lavoratori pubblici perché negare il diritto al voto è negare uno strumento di democrazia e di rappresentanza per i lavoratori del pubblico impiego. Questo il tema della conferenza stampa promossa dalla CGIL, dalla FP e dalla FLC lunedì 8 novembre, a Roma presso la sede della CGIL Nazionale in Corso d’Italia 25 alle ore 11,30. Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL, Rosanna Dettori, segretaria generale della FP, e Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC, faranno il punto sulla trattativa all’Aran per la definizione dell’accordo interconfederale sui comparti di contrattazione che, secondo la CGIL, “versa in una condizione di trascinamento”.

L’accordo per la definizione dei comparti, ricorda la CGIL, “è connesso con il rinnovo delle Rappresentanza sindacali unitarie che, come prevede la legge Brunetta, devono tenersi entro il 30 novembre prossimo”. La CGIL ha richiesto “insistentemente l’indizione delle elezioni per le Rappresentanze sindacali unitarie e per questo ha lavorato per chiudere positivamente l’accordo sui comparti, richiedendo le necessarie modifiche al testo e cercando di risolvere le contraddizioni tra le misure del decreto Brunetta e le norme vigenti in materia di rappresentatività”. Una disponibilità ‘necessaria’ per definire con certezza una data per le elezioni delle Rsu nei tempi previsti. Ma la trattativa all’Aran, rileva la CGIL, “versa in uno stato di trascinamento con il rischio di produrre una condizione assolutamente ingovernabile per l’intero settore pubblico”. Questi secondo la CGIL i frutti della ‘riforma’ del ministro Brunetta che saranno affrontati nel corso della conferenza stampa di lunedì 8 novembre.

 
 

Aldo Giunti
Aldo Giunti

E’ mancato la notte scorsa il compagno Aldo Giunti

 
Se ne è andato un uomo che ha contribuito a fare la storia della CGIL sin dal dopo-guerra.

Dalla lotta partigiana alla segreteria generale della Camera del lavoro di Roma, dalla segreteria nazionale Confederale alla segreteria generale della Funzione Pubblica, il dato che lo ha sempre contraddistinto è stato la sua capacità di costruire guardando al futuro.

Dall’ottobre 81′ al marzo 88′, Giunti è stato il segretario generale della nostra categoria. Dobbiamo alla sua capacità politica, alla sua fermezza e alla sua pazienza, la costruzione della Funzione Pubblica come una grande categoria della CGIL.

Lo ricordiamo oggi per essere stato un grande dirigente che, con grande umanità, ha costruito le fondamenta della nostra storia.

 
 

Roma, 20 dicembre 2010
 

 
 

 

La camera ardente verrà allestita nella Sala Lama di Via Leopoldo Serra, 31 e sarà aperta domani 21 dicembre dalle ore 12.00; l’onoranza funebre si terrà sempre nella stessa sede alle ore 15.00.

 

 
1960 manifestazione a Piazza Vittorio per la liberazione di Aldo Giunti

1960 manifestazione a Piazza Vittorio per la liberazione di Aldo Giunti, allora segretario della Camera del lavoro di Roma, arrestato durante le manifestazioni contro il governo Tambroni. 

 
 
 
Luciano Lama e Aldo Giunti

Aldo Giunti con Luciano Lama

 
 
 
Aldo Giunti con Alfiero Grandi

Aldo Giunti con Alfiero Grandi

 

RSU: I lavoratori della P.A. e della conoscenza finalmente al voto – Comunicato Stampa di Susanna Camusso, Segretaria Generale Cgil Confederale, Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale Mimmo Pantaleo, Segretario Generale Flc-Cgil Nazionale

 
Dal 5 marzo 2012 i tre milioni di lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici e della conoscenza potranno eleggere le proprie rappresentanze sindacali, dopo il blocco imposto dalla legge Brunetta.

L’iniziativa della Cgil e delle sue categorie ha portato oggi alla firma in Aran dell’accordo unitario per rinnovare tutte le Rsu.

Viene così confermato quanto previsto dalla legge che calcola la rappresentatività in base agli iscritti e al risultato elettorale Rsu.

I lavoratori con questa intesa potranno far valere il diritto a scegliere con il voto i propri rappresentanti e a determinare la
rappresentatività dei sindacati che debbono trarre dalla verifica democratica dei lavoratori la loro forza.

Roma, 11 Aprile 2011

 

Intervista Adnkronos/Labitalia – CGIL: Dettori (FP), 6 maggio sciopero intera giornata contro tagli governo

 
Roma, 2 mag. – (Adnkronos/Labitalia) – “Il nostro sciopero sara’ per l’intera giornata, invece delle 4 ore proclamate dalla confederazione, per le caratteristiche del settore: un servizio, come ad esempio il pronto soccorso, o anche un asilo nido, o lo si garantisce o non lo si garantisce, non si puo’ fare una mobilitazione ‘a tempo’ durante la giornata. E’ una scelta concordata con la confederazione”. Cosi’ Rossana Dettori, Segretario generale della Fp Cgil, spiega, in un’intervista a LABITALIA, la scelta della categoria che rappresenta i lavoratori del pubblico impiego e della sanita’ di allargare, da 4 ore a tutta la giornata lavorativa, lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 6 maggio.

“I nostri scioperi -spiega Dettori- ‘storicamente’ sono sempre stati per l’intera giornata lavorativa, proprio per il fatto che e’ ‘complicato’ fermare servizi come il pronto soccorso o una sala operatoria per sole 4 ore. Il 6 maggio scioperiamo per i temi posti dalla confederazione e cioe’ fisco, occupazione e rilancio delle politiche di sviluppo, ma anche contro il blocco della contrattazione nazionale nel pubblico impiego e il blocco della contrattazione integrativa, e contro i tagli del governo”. (segue) 

 
 “Noi avevamo gia’ proclamato lo sciopero generale della categoria per lo scorso 25 marzo -spiega- contro il blocco del rinnovo delle rsu del pubblico impiego, che grazie alla nostra testardaggine invece si fara’, e anche in segno di protesta contro l’accordo separato siglato da Cisl e Uil sul lavoro nella P.a. dello scorso 4 febbraio”.

“Dopo la scelta della confederazione -aggiunge- di proclamare lo sciopero il 6 maggio abbiamo deciso di spostare anche la nostra mobilitazione a quella data”. E la mobilitazione del sindacato del pubblico impiego della Cgil e’ anche “contro i licenziamenti di massa dei precari nella pubblica amministrazione che rendono precari anche i servizi offerti”.

Senza dimenticare gli effetti della ‘scure’ dei tagli del governo sulla sanita’. “I tagli lineari di Tremonti -spiega Dettori- hanno portato alla riduzione del 50% dei precari nelle strutture sanitarie, al blocco del turn-over e di conseguenza alla riduzione dei servizi sanitari e all’aumento dei ticket”.

“E cosi’ pagano i lavoratori che hanno perso l’occupazione -sottolinea Dettori- ma pagano anche i cittadini che ricevono meno servizi. Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti: non e’ possibile che per una risonanza magnetica, a causa dell’assenza di radiologi, si debba spettare dei mesi, anche per casi gravi”.

Secondo Dettori, invece di fare “solo tagli”, l’esecutivo “dovrebbe investire in innovazione e ricerca, migliorare la prevenzione, cercare di non far ammalare le persone, e comunque tutti devono avere garantito il diritto a essere curati”. 

 

28 Febbraio a Roma Convegno: Servizi Pubblici, Lavoro e Partecipazione Democratica

Presentazione del libro 15 anni dopo: pubblico è meglio

Mercoledì 28 febbraio a Roma si svolgerà il convegno promosso da FP, ARCI, ARNM e ATTAC sulle trasformazioni dei servizi pubblici, il lavoro e la partecipazione democratica.

In quella sede si discuterà dei risultati della ricerca compiuta sulla base delle risposte provenienti da un campione rappresentativo di circa 8000 lavoratori e 285 Associazioni di cittadini riferite ai processi di esternalizzazione/privatizzazione dei servizi e alle loro conseguenze sulla quantità/qualità del lavoro e delle forme di partecipazione democratica.
Inoltre al convegno verranno presentate e discusse le proposte delle Organizzazioni promotrici in relazione alla costituzione di un Osservatorio permanente sui processi di trasformazione dei servizi pubblici e sui possibili “modelli” di partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.

Il convegno si svolgerà nel seguente modo:

Presiede Mauro Beschi segretario nazionale FP CGIL

Ore 9,30: Introduzioni di Cinzia Arruzza (ATTAC Italia) e Corrado Oddi (FP CGIL Nazionale), curatori del libro

Ore 10,15: Dibattito con gli interventi previsti di

Paola Bonora Direttivo ARNM
Paolo Beni Presidente nazionale ARCI
Dott. Massimo Florio Università di Milano
Nicoletta Rocchi Segreteria Nazionale CGIL
Adriano Labbucci Presidente Consiglio Provinciale di Roma
Dott. Alberto Lucarelli Università di Napoli
Luigi Nieri Assessore Bilancio Regione Lazio
Marco Bersani Coordinatore ATTAC Italia
On. Linda Lanzillotta Ministro Affari Regionali e Autonomie Locali
Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL

Sono stati invitati i ministri Rutelli, Bersani e Ferrero

 
Roma, 19 febbraio 2007

 

Lettera inviata al Ministro dell'Economia: Comunicato Unitario

Pubblichiamo il testo del comunicato unitario inviato alle strutture Cgil Cisl Uil e firmato dai Segretari generali di FP CGIL, CISL FP, UIL PA

In merito alla notizia riportata sul quotidiano “Corriere della Sera” di oggi relativa all’esistenza di una presunta lettera di scuse che CGILCISLUIL avrebbero inviato al Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, si precisa che tale lettera non contiene nessuna espressione di scuse, ma è volta unicamente a chiarire che i contrasti sorti a causa delle decisioni assunte dal Ministro riguardano gli atti di sua competenza e non hanno nulla di personale.

Il sindacato, infatti, si è pronunciato in materia di rapporti tra le parti e le valutazioni espresse rientrano nei compiti che legittimamente le OO.SS. hanno la libertà di esprimere sull’operato di ciascun Governo e di ciascun Ministro.

Naturalmente forniremo il testo della lettera, ma non possiamo non registrare che tale atto si configura come una forzatura.

Roma, 6 aprile 2007

FP CGIL (Carlo Podda ) CISL FP(Rino Tarelli) UIL PA (Salvatore Bosco)

 
10 aprile 2007

Pubblico Impiego, ecco perchè la Cgil non ha firmato: lettera di Carlo Podda al Corriere della Sera

 

Lettera del Segretario Generale FP CGIL, Carlo Podda, pubblicata dal Corriere della Sera domenica 9 novembre 2008 con i numeri e le ragioni per le quali la Cgil non ha firmato il protocollo Brunetta.

 
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