Ancora una volta i fatti smentiscono il Ministro Brunetta, dimostrando chi nei mesi ha sostenuto il vero e chi invece invece faceva propaganda.
Per settimane il Ministro ha sostenuto di avere il sostegno del Pd, presentando la sua come una riforma bipartisan, arrivando persino a sostenere che l’astensione del Pd sul Ddl al Senato, fosse frutto di una condivisione di massima del testo e che la Cgil fosse il suo unico e più grande “nemico” (noi comprendevamo invece come la questione fosse più controversa, e dettata da punti di vista differenti interni al gruppo parlamentare del Partito Democratico). La posizione espressa oggi dal capogruppo del Pd in Commissione Lavoro della Camera, l’On. Cesare Damiano, smentisce Brunetta, e mette chiarezza su questa vicenda.
Mantenendo separati i piani, e continuando a credere che la politica debba occupare la sua sfera senza pretendere di determinare l’attività del sindacato e viceversa, non possiamo non sottolineare all’opinione pubblica quanto accaduto.
Roma, 9 Febbraio 2009
In riferimento ai dati parziali (meno del 10% del totale) forniti dal Ministro Brunetta nell’ambito dell’indagine sul precariato nella pubblica amministrazione, verrebbe da dire che, se veramente i precari sono così pochi, non si capisce perché non li si stabilizza tutti.
Se poi il Ministro è tanto convinto del fatto suo, lo sfidiamo a garantire lui il posto di lavoro e la retribuzione a tutti quei precari che, pur non risultando nel suo censimento, si trovassero licenziati al 1 Luglio 2009. Varrebbe la pena ricordare che solo nella Croce Rossa Italiana i precari sono quasi 1900.
Spieghi soprattutto a loro il Ministro perché, mentre si elimina il tetto per la retribuzione dei manager pubblici, a pagare, sono sempre i più deboli.
Roma, 17 Marzo 2009
L’immane tragedia che ha colpito l’Abruzzo ha scosso tutti noi. Le immagini ed i numeri di questa tragedia devono portare tutti a riflettere, soprattutto oggi, prescindendo dal trasporto emotivo. Lasciando da parte le disquisizioni sulla possibile prevedibilità di questo evento, che al momento ci interessano poco e che non affrontiamo per mancanza di competenze scientifiche, il nostro ruolo ci impone di fare chiarezza su come è stata gestita l’emergenza. A questo proposito non possiamo che porre seri dubbi sui tempi ed i modi con cui sono stati prestati sin qui i primi soccorsi alla popolazione.
Speravamo che di fronte alla tragedia che ha colpito l’Abruzzo ci fosse un minimo di pudore. Ma nelle dichiarazioni del Presidente del Consiglio e di alcuni autorevoli esponenti del suo Governo, purtroppo, non ne abbiamo trovato traccia.
Si è parlato di mettere in campo migliaia di Vigili del Fuoco che non esistono. I Vigili del Fuoco operativi, secondo gli standard europei dovrebbero essere circa 45.000. Le attuali dotazioni ne prevedono 30.000 divisi in 4 turni di lavoro.
Mancano ulteriori 4.000 unità, a causa della mancata restituzione del turn-over, che il Ministro Brunetta, quello che dà del fannullone e dell’assenteista a tutti i dipendenti pubblici, ha pensato bene di restituire nella misura massima del 10%. E’ solo grazie al raddoppio dei turni, che è massacrante e mette a rischio l’incolumità degli operatori e la sicurezza dei loro interventi, che si riesce a fronteggiare, a volte parzialmente, una emergenza di tale natura.
Viene veicolata, sempre dai vertici di Governo, una prontezza ed efficienza della macchina organizzativa che non sembra trovare riscontro nelle informazioni che stiamo assumendo dai Vigili, che da ieri mattina sono già sul posto; ci parlano di approssimazione, di confusione, di mancanza di coordinamento. Fosse vero, sarebbe opportuno individuare e contestare tutte le specifiche responsabilità, ma soprattutto intervenire sulle cause di un tale malfunzionamento.
Infine, poiché siamo convinti che le criticità emerse siano anche il frutto di una pesante deformazione dei compiti del Dipartimento di Protezione Civile, il quale ha minimizzato l’impegno sul fronte della salvaguardia dei cittadini e dell’ambiente dai rischi antropici ed ambientali, per occuparsi dei grandi eventi mediatici, chiediamo che venga valorizzato e rilanciato il ruolo dei Vigili del Fuoco nel Sistema di Protezione Civile, che si riprendano adeguate politiche di investimento, di coinvolgimento attivo delle istituzioni territoriali e della popolazione negli interventi di messa in sicurezza degli edifici, di monitoraggio dell’ambiente, di programmazione e di ricerca, di potenziamento di mezzi ed organici, dedicati soprattutto al soccorso ed alla protezione della popolazione. Altrettanto andrebbe fatto nell’approntamento dei piani di d’emergenza e nella simulazione dei piani stessi, come ad esempio accade in Giappone, ed in generale nei paesi più sviluppati ad alto rischio sismico.
E se la situazione comincia, tra grandi difficoltà, a normalizzarsi, non è certo per la propaganda, ma solo per la solidale generosità con cui Vigili del Fuoco, Sanitari, Forze dell’Ordine, Volontariato, Associazioni, stanno lavorando ininterrottamente con competenza e capacità, spesso a proprio rischio e pericolo, da quando la tragicità dell’evento ha mostrato tutta la sua evidenza.
Roma, 7 Aprile 2009
La firma dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali nel pubblico impiego di oggi è un atto di tripla iattanza da parte del Ministro Brunetta: un tale accordo nel pubblico impiego non ha alcun valore, perché per modificare le regole è necessario varare provvedimenti legislativi, già sottoposti al vaglio delle parti sociali, cosa che in questo caso non è avvenuta; sbagliato non convocare la Cgil, che nonostante non abbia sottoscritto gli accordi separati del 30 Ottobre 2008 e del 22 gennaio 2009, aveva dato disponibilità a negoziare (evidentemente di incontri informali, in questi mesi, ce ne sono stati, ma mai alla nostra presenza); Brunetta riesce a superare confindustria non convocando nemmeno la Cgil. Del reso lui è il Ministro del “Chi se ne frega della Cgil” e che prevede di sospendere sine die le elezioni delle Rsu.
Questo è il senso della democrazia e della libertà sindacale ed il modo in cui un ministro che si professa socialista onora la festa dei lavoratori alla sua vigilia, mentre l’atteggiamento delle regioni nei confronti della trattativa del comparto sanità dimostra che il livello di unità delle organizzazioni sindacali dipende anche dalle scelte delle controparti, e che un altro modo di intrattenere le relazioni sindacali è possibile. Aggiungere necessario.
Roma, 30 Aprile 2009
In una circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica, il Ministro Brunetta, in seguito alle molte critiche ricevute dalla legge 133, ed in particolare dai provvedimenti sulle assenze per malattia nel pubblico impiego, ha specificato un particolare che riguarda i lavoratori soggetti a terapie salvavita. La circolare invita le amministrazioni pubbliche ad utilizzare il part-time o il telelavoro per i lavoratori soggetti a tali terapie (ad esempio lavoratori affetti da tumori in chemioterapia), con una forma non certo fraintendibile (“si ritiene opportuno richiamare l’attenzione delle Amministrazioni su istituti quali il tempo parziale ed il telelavoro che possono consentire al dipendente di prestare la propria attività lavorativa anche nel corso dei periodi di cura, in particolare in presenza di patologie gravi che richiedano terapie salvavita anche di lunga durata”).
Per logica deduciamo che al Dipartimento della Funzione Pubblica si sia pensato che un lavoratore sottoposto a cure salvavita fortemente debilitati, avrà pure difficoltà a recarsi a lavoro, ma certo non a lavorare da un pc, magari in un letto di ospedale.
Non crediamo di dover commentare il contenuto di questa circolare. Ognuno può valutarlo da sé. Ma un dato è chiaro: in nome della campagna mediatica contro il cosiddetto “fannullonismo”, il Ministro Brunetta non è disposto, nonostante abbia fatto intravedere una sua disponibilità in tal senso, a fare passi indietro, nemmeno sui più odiosi dei provvedimenti del suo Governo.
Ci domandiamo se davvero a Palazzo Vidoni si pensa che per modernizzare e rendere efficiente la pubblica amministrazione sia utile mettere di fronte ad un computer dei lavoratori che semplicemente dovrebbero curarsi e riposare. Non nascondiamo che nel porci certe domande avvertiamo un brivido lungo la schiena.
Roma, 3 Giugno 2009
Di seguito il link all’intervento di Carlo Podda in risposta a un carteggio tra un lettore e l’economista Marcello Messori, pubblicato da Rassegna.it.
“Oggi possiamo analizzare la riforma con maggiore lucidità, e domandarci se davvero sia sostenibile un sistema fondato su due pilastri”
Continua l’attacco di questo Governo alle categorie più deboli quali sono quelle dei disabili.
Con la conversione in legge del decreto 78/2009 si è compiuto un ulteriore passo avanti verso l’emarginazione delle persone con disabilità.
Questi provvedimenti hanno portato al taglio del Fondo per le politiche sociali, alla riduzione degli insegnanti di sostegno. Per quanto previsto dalle disposizioni dell’articolo 17 comma 7 della legge 102/2009, là dove dice, in merito al blocco delle assunzioni, ivi comprese “quelle già autorizzate e previste da disposizioni di carattere speciale”, se confermato nei termini enunciati, porterebbe al blocco delle assunzioni delle persone con disabilità nelle pubbliche amministrazioni.
Tutto ciò rende ancor più drammatica una situazione occupazionale già molto grave (il tasso medio di disoccupazione delle persone con disabilità si attesta intorno al 20%).
La Cgil, quindi, ritiene vergognoso questo provvedimento, che ricade sulla pelle dei disabili e delle loro famiglie, già in situazione di sofferenza e solitudine, e assumerà, insieme alle associazioni dei disabili, tutte quelle iniziative atte a contrastare e respingere tale manovra.
Roma 21 09 2009
“Il nuovo spot del Ministro Brunetta reintroduce il giuramento per i pubblici dipendenti. Una scelta simbolica che corona l’opera restauratrice messa in atto da Palazzo Vidoni. Dopo aver restituito le redini della pubblica amministrazione alla politica, aver costantemente umiliato il lavoro pubblico, aver ridotto gli spazi di democrazia sindacale e di contrattazione, Brunetta propone un giuramento che ci riporta indietro al dpr 3 del 1953. Una vera ventata di rinnovamento”, con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil, commenta i contenuti del disegno di legge collegato alla finanziaria, che la prossima settimana sarà oggetto di discussione del Consiglio dei Ministri.
“Immagino l’imbarazzo del Ministro Brunetta – continua Podda – nel dover esporre ai suoi colleghi di Governo un provvedimento che impone ai lavoratori un giuramento sulla nostra bella Costituzione, quella Costituzione tanto disprezzata e spesso messa in discussione”.
“Aspettiamo ancora di sapere dal Ministro se ci saranno o no i soldi per rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici, e se intende investire in questo rinnovo il fantomatico dividendo di produttività. Sembra quasi che a Palazzo Vidoni – aggiunge il Segretario Generale dell’Fp-Cgil – abbiano dimenticato che siamo in dirittura di arrivo, e che dovremmo presto aprire il confronto sui contratti. Come abbiamo chiesto unitariamente con Cisl e Uil, sarebbe necessario che con questo rinnovo si apra una fase partecipata di innovazione dei servizi”.
“Ci penseremo noi a ricordare al Governo ed al Ministro, se necessario anche dalla piazza, che il contratto è un diritto, e che non siamo disposti ad accettare ulteriori umiliazioni. Mentre il Ministro si occupa della sua immagine di fustigatore e dei suoi spot – Conclude Podda – noi preferiamo occuparci dei lavorati pubblici e del loro contratto”.
Roma, 5 Novembre 2009
“La decisione del Ministro Brunetta di non convocare la Cgil al tavolo per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici rappresenta un attacco alla democrazia. Non credo ci sia un altro modo per dirlo. E non parlo di democrazia sindacale, ma di quell’equilibrio democratico che il Ministro ha deciso di spezzare lasciando fuori dal tavolo il sindacato più rappresentativo per punirlo per il suo dissenso ad un accordo, quello del 22 Gennaio, che per la Cgil è stato una vera è propria imboscata”, con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta le dichiarazioni di oggi del Ministro della Funzione Pubblica.
“Lo sciopero generale dei comparti pubblici dell’11 Dicembre assume più valore dopo questa deriva autoritaria. Spesso – aggiunge Podda – scherzando diciamo che Palazzo Vidoni, che fu la sede del P.N.F., con la sua storia forse influenza il Ministro nelle sue scelte. Ma non riesco più a scherzare di fronte a certe forzature al limite del reazionario. Palazzo Vidoni nella storia del sindacalismo evoca cattivi pensieri, un accordo che ha ucciso il sindacato libero. Credo che a questa deriva si debba rispondere con tutta la forza che abbiamo, e lo faremo. Il Ministro sottovaluta la nostra forza e sopravvaluta il suo appeal. Ma questa volta ha davvero toccato il fondo. Forse non lo capisce, anzi credo proprio che sia obnubilato dal potere, ma la sua dichiarazione è davvero un attacco alla democrazia. Riflettano Cisl e Uil sulla gravità di questo atto, perché un giorno potrebbe capitare anche a loro, e anche in quel caso sarebbe un atto ingiusto ed inopportuno”.
“Chiedo all’opposizione politica, al parlamento, al Presidente Napolitano, di reagire con forza a questa deriva, di difendere la Costituzione. Noi – conclude il Segretario Generale dell’Fp-Cgil Nazionale – lo faremo l’11 Dicembre”
Roma, 2 Dicembre 2009
“Lo sciopero dei lavoratori giudiziari, la loro pretesa di condizioni di lavoro migliori e più investimenti per un settore al collasso, per altro oggetto di una campagna mediatico-governativa che punta ad alterare la percezione che del sistema giudiziario hanno i cittadini, a farlo apparire come una macchina da guerra che altera gli equilibri politici del paese, trova tutto il nostro sostegno” con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil, manda un messaggio di sostegno ai lavoratori della giustizia che oggi partecipano allo sciopero promosso da Fp-Cgil, Rdb, Flp e Uilpa.
“Sappiano questi lavoratori – continua Podda – che hanno il sostegno non solo di tutta l’Fp-Cgil, ma di una larga fetta di società civile. Gli italiani hanno capito che tra “processo breve” e “legittimo impedimento” si sta giocando una partita d’azzardo sulla pelle della povera gente per garantire pochi potenti. I soliti potenti. Mentre si dipinge questo mondo come un covo di fannulloni dediti agli sprechi, chiunque entri in un palazzo di giustizia sa di avere a che fare con ben altri problemi: poco personale, strutture inadatte, macchinari obsoleti”.
“Credo che il Governo – conclude il Segretario Generale dell’Fp Cgil – debba fare marcia indietro, perché in questo settore nessuna riforma è possibile senza investimenti per il personale e per l’ammodernamento. La giustizia breve non la si fa per legge, ma con una struttura moderna ed efficiente. Tutto il resto è propaganda francamente stucchevole e fuori luogo, utile ai soliti noti ma non certo ai cittadini”.
Roma, 5 Febbraio 2010
“La grottesca vicenda del decreto “salva-liste” ed il colpo di mano operato con il “collegato lavoro” dalla maggioranza di governo, impongono una mobilitazione generalizzata in difesa della nostra Costituzione e della nostra democrazia. Per questa ragione aderisco alla manifestazione che le forze di opposizione hanno convocato per sabato 13 Marzo, perché ritengo necessario combattere la deriva autoritaria messa in atto dal Governo che ormai è sotto gli occhi di tutti”. Con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale dell’Fp-Cgil, aderisce alla manifestazione indetta dall’opposizione contro il decreto “salva-liste”.
“Il paese – continua Podda – vive una fase pericolosa di indebolimento delle istituzioni, un inaccettabile sovvertimento delle regole democratiche, una deriva autoritaria che colpisce i lavoratori e indebolisce la nostra democrazia, perché umilia le regole e chi le rispetta. Il trionfo dell’arroganza sulla legge”.
“Venerdì sciopereremo per difendere la dignità del lavoro, l’art. 18, per chiedere un fisco più equo ed una politica economica che affronti la crisi. Allo stesso modo – conclude Podda – va sostenuta la battaglia più generale in difesa della nostra Costituzione, perché non può esistere né benessere né uguaglianza in una società che non sia retta da regole certe a garanzia dei diritti delle persone ed a tutela della collettività” .
Roma, 10 Marzo 2010
Ancora una volta questo Governo disattende gli impegni assunti con le organizzazioni sindacali: non ha determinato i nuovi stanziamenti per i rinnovi contrattuali; non ha convocato le parti sociali per la ridefinizione dei Comparti di Contrattazione nel pubblico impiego; non ha emanato alcuna direttiva per i rinnovi contrattuali.
Il Governo si arroga il diritto di determinare anticipi di benefici contrattuali futuri, indicando unilateralmente metodi e quantità. Si arroga competenze che sono proprie di altri soggetti istituzionali quali Regioni, Province e Comuni.
Al Governo, al Ministro Brunetta, ai Presidenti di Regioni e Province e ai Sindaci rivolgiamo un pressante invito a sospendere qualsiasi iniziativa unilaterale di erogazione di trattamenti economici.
Al Governo e al Ministro Brunetta chiediamo l’immediata apertura delle trattative per i rinnovi dei Contratti, sapendo che quanto stanziato nella legge finanziaria non è assolutamente sufficiente a coprire i rinnovi nemmeno in base a quanto stabilito dagli accordi che il Governo ha sottoscritto con le altre organizzazioni sindacali e che la Cgil non ha firmato.
Rinnovare i Contratti Collettivi di lavoro, oltre a essere una priorità annunciata dallo stesso Ministro Brunetta, è parte di quelle regole di democrazia sindacale inderogabili, in assenza delle quali si impoverisce il confronto democratico e la qualità stessa del lavoro pubblico.
Roma, 26 Marzo 2010