IRCCS: Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria nazionale Fp Cgil

Inaccettabile la scelta della regione Emilia-Romagna sugli IRCCS

Dopo aver contrastato in questi anni, con relativo successo, il tentativo del Governo Berlusconi di trasformare in Fondazioni gli IRCCS pubblici, aprendo così la strada alla privatizzazione della ricerca sanitaria, e del contratto dei lavoratori di questi istituti, non pensavamo di dover tornare sulla vicenda per stigmatizzare l’infelice scelta che la Regione Emilia-Romagna ha intrapreso con il progetto di legge regionale n° 173 del 6 agosto 07.

All’articolo 10 del progetto di legge (promozione della costituzione di IRCCS) si prevede la possibilità di costituire IRCCS a conduzione mista privato/pubblico. Si inverte l’ordine dei fattori ma la sostanza non cambia.

E per la FP CGIL è inaccettabile:

la ricerca sanitaria deve rimanere pubblica ed essere destinataria di finanziamenti adeguati per conseguire ancora migliori risultati. Troppo diversi ed evidenti sono gli interessi in materia di ricerca sanitaria tra pubblico e privato. Non si tratta di negare forme di collaborazione con il privato, si tratta di tener ben ferma la barra dell’indirizzo pubblico, con regole certe di tutela e garanzia per i risultati, gli orientamenti e le modalità di finanziamento dell’attività di ricerca, e dei lavoratori coinvolti.

Per noi non è accettabile che ogni regione si faccia in casa la propria ricerca e la farcisca di privato.
Il nostro no alla proposta di legge è dunque netto.

Invitiamo il Ministro della Salute a pronunciarsi sull’argomento e la regione Emilia Romagna ad aprire immediatamente un confronto con le OO.SS Regionali e territoriali di categoria e confederali.

Roma 22 ottobre 2007

Il personale non sia penalizzato dal ragionevole nuovo Patto per la salute. Dichiarazione di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale FP CGIL e di Massimo Cozza, Segretario Nazionale FP CGIL Medici

La soluzione ragionevole del nuovo Patto per la Salute – che adegua il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, seppure ancora sottostimato rispetto alla realtà – non può e non deve rappresentare una penalizzazione per il personale.

Se può essere condivisibile in parti del paese una riduzione dei posti letto ospedalieri, questa non può che avvenire a fronte di processi di riconversione e di contestuale potenziamento del territorio. Per questa ragione appare inaccettabile una aprioristica riduzione stabile delle dotazioni organiche. Se così fosse si tratterebbe di una mera riduzione delle prestazioni erogabili ai cittadini.

Ancor più grave è l’impegno per un conseguente ridimensionamento dei fondi per la contrattazione integrativa, presupponendo che le risorse della produttività e della retribuzione di anzianità per chi lascia il lavoro, da patrimonio dei fondi del personale vengano dirottate nelle casse aziendali.

E’ giusto l’obbiettivo di razionalizzazioni e di riduzione degli sprechi nella sanità ma appare irragionevole tagliare comunque, a partire dal personale. E questo appare ancor di più improprio a fronte dei dati diffusi ieri dall’Ocse che collocano la spesa sanitaria italiana sotto la media dei paesi più industrializzati.

Anche con questo Patto, pur con gli elementi apprezzabili di miglioramento rispetto alle proposte iniziali, le donne e gli uomini del servizio sanitario nazionale continuano ad essere avvertiti come spesa, come un peso.

Motivi in più per la mobilitazione generale e per lo sciopero del prossimo undici dicembre che vedrà manifestare tutta la Fp Cgil insieme alla Flc Cgil.

Roma, 9 dicembre 2009

 

Sanità: "Patto per la Salute per gli anni 2010-2011". Le prime valutazioni di merito della Fp Cgil.

 
Il 4 Dicembre u.s. è stato sottoscritto il nuovo Patto per la Salute – triennio 2010/2012. 
Sul testo dell’accordo sottoscritto vogliamo evidenziare alcuni aspetti.

 
Finanziamenti e loro ripartizione
il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale si attesta, con il nuovo Patto, in 106,164 miliardi di Euro per il 2010, 108,603 miliardi per il 2011 e 111,544 miliardi per il 2012.(vedi sito Conferenza Regioni e PP.AA ) viene finanziato nuovamente il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per 150 milioni di euro per il 2010 viene finanziato nuovamente il Fondo per la non autosufficienza per 400 milioni di euro per il 2010 vengono incrementate le risorse disponibili per gli investimenti (da 23 a 24 miliardi di euro) i risparmi nella gestione dei servizi sanitari regionali rimangono nelle possibilità delle regioni stesse in queste ore si sta decidendo, in un confronto fra Governo e Regioni, la ripartizione delle risorse individuate nel Patto (vi informeremo tempestivamente non appena ne verremo a conoscenza degli esiti) Sistema di monitoraggio dei fattori di spesa e organi del monitoraggio settori strategici per la qualificazione dei servizi, per il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e per il controllo della spesa sono:

a. la riorganizzazione delle reti ospedaliere
b. l’assistenza farmaceutica
c. il governo del personale
d. l’ assistenza specialistica
e. la regolazione rapporto pubblico-privato
f. la mobilità interregionale
g. l’ assistenza territoriale e post acuta
h. il potenziamento procedimenti amministrativi-contabili
i. l’ attività di prevenzione
costituiscono indicatori di efficienza ed appropriatezza
a. il rispetto della programmazione triennale
b. i costi medi
c. gli standard posti letto
d. gli standard deospedalizzazione
e. gli standard costo personale (si considera anomala una spesa per il personale superiore al valore medio delle regioni in equilibrio finanziario e che garantiscono LEA, appropriatezza ed efficienza delle prestazioni)
f. gli standard numerosità del personale (si considera anomala la presenza di personale che eccede il numero medio di unità di personale delle regioni in equilibrio finanziario ecc.ecc. in relazione ai posti letto – per gli Ospedali – ed ai cittadini – per i servizi territoriali -)
g. gli standard di struttura (si considera anomala la presenza sul territorio di Ospedali pubblici con un numero medio di posti letto inferiore al numero medio registrato nelle regioni in equilibrio finanziario ecc. ecc)
h. gli standard di appropriatezza, di efficacia ed assistenza.

 – le regioni che garantiscono LEA con adeguati standard di appropriatezza, efficacia ed efficienza sono individuate in base a criteri oggetto di specifica intesa Conferenza Stato-Regioni sono organismi del monitoraggio il Tavolo di verifica degli adempimenti ed il Comitato permanente per la verifica del LEA.
 – è istituita una ulteriore struttura tecnica di monitoraggio paritetica (a supporto della conferenza Stato-Regioni) che può a sua volta avvalersi dell’AGENAS e dell’AIFA.
–  Saranno aggiornati gli strumenti di valutazione e monitoraggio degli adempimenti: obiettivo è innovare il sistema di valutazione sugli “adempimenti” che tutte le regioni devono rispettare . Si tratta di collegare finalmente i risultati economico finanziari delle Regioni ai risultati sulla qualità e sull’appropriatezza dell’assistenza offerta ai cittadini, in modo da superare l’attuale approccio, prevalentemente di tipo ragionieristico. Anche per questa via si può costruire su tutto il territorio nazionale un sistema di vigilanza sui “Livelli Essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali” come prevede la Costituzione, peraltro indispensabile in vista del passaggio al federalismo fiscale.

Rete ospedaliera ed appropriatezza nei ricoveri
le Regioni riducono lo standard dei posti letto accreditati ed effettivamente in carico al Servizio Sanitario Nazionale a 4 posti letto per mille abitatati (comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie) (possibile deroga, motivata ed autorizzata, entro il limite del 5%)(sono esclusi dal calcolo i posti letto per pazienti provenienti da altre Regioni) tale riduzione dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2010 per le Regioni sottoposte a piano di rientro ed entro il 30 giugno 2011 per le altre Regioni.

Accreditamenti
è prevista una apposita intesa Conferenza Stato-Regioni per una revisione della normativa in materia di accreditamento è prorogato al 31 dicembre 2010 il termine entro il quale concludere il processo per l’accreditamento definitivo delle strutture sanitarie private.

Personale del Servizio Sanitario Regionale
le Regioni si impegnano ad un ulteriore contenimento della spesa del personale attraverso:
a. la definizione di misure di riduzione stabile delle dotazioni organiche e al conseguente ridimensionamento dei fondi per la contrattazione integrativa
b. la fissazione di parametri standard per l’individuazione delle strutture semplici e complesse, delle posizioni organizzative e dei coordinamenti tali adempimenti devono essere assicurati entro il 30 Giugno 2010 dalle Regioni sottoposte a piano di rientro ed entro il 31 dicembre 2010 da tutte le altre.

Equilibrio economico-finanziario
è definito standard di disavanzo il livello del 5% rispetto al finanziamento ordinario ed alle maggiori entrate proprie sanitarie
le regioni, in caso di disavanzo, applicano il blocco del turn-over sino al 31 dicembre del secondo anno successivo al disavanzo ed alle stesse è fatto divieto di effettuare spese non obbligatorie per il medesimo periodo

Piani di rientro
nel caso di disavanzo le Regioni sono obbligate alla presentazione di un piano triennale per le misure di riequilibrio entro il 30 giugno il piano triennale è valutato dalla struttura tecnica di monitoraggio e dalla Conferenza Stato Regioni rispettivamente entro 30 e 45 giorni dalla data di approvazione del piano da parte della Regione il Piano è approvato dal Consiglio dei Ministri; in caso di mancata presentazione del piano o di sua valutazione negativa il Consiglio dei Ministri, entro i successivi trenta giorni, nomina il Presidente della Regione quale Commissario ad acta sono sospesi i trasferimenti erariali a carattere non obbligatorio
decadono i direttori generali, amministrativi e sanitari degli enti e dell’assessorato sono automaticamente incrementate (per l’intera durata del piano) le aliquote IRAP ed IRPEF rispettivamente di 0,15 % e 0,30% l’erogazione del maggior finanziamento può avvenire, limitatamente alla sola quota del 40%, solo dopo l’approvazione del piano triennale da parte del Consiglio dei Ministri ed a consuntivo, per la parte rimanente, solo dopo l’attuazione positiva del piano stesso
per le Regioni già sottoposte a piano di rientro alla data di sottoscrizione del nuovo Patto per la Salute resta fermo l’attuale assetto della gestione commissariale previgente per la prosecuzione del piano. È possibile, però, presentare un nuovo piano di rientro secondo le procedure indicate nel nuovo patto per la salute
lo Stato si impegna ad adottare misure legislative per il blocco dei pignoramenti, per una moratoria di dodici mesi per azioni ingiuntive di pagamento nei confronti di enti del servizio sanitario della Regione sottoposta a piano di rientro.
le regioni sottoposte a piano possono accedere alle risorse FAS per la copertura dei debiti sanitari e possono, entro il 31 Dicembre 2009, coprire il disavanzo con risorse a bilancio regionale

Altro
entro il 30 giugno 2010 dovrà essere raggiunta apposita intesa Conferenza Stato-Regioni sul nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione 2010-2012, il cui fondo è incrementato di 200 milioni di euro entro il 30 giugno, inoltre, dovranno essere raggiunte intese per adeguati processi di qualificazione della rete ospedaliera, per gli indirizzi in materia di relazione con le istituzioni sanitarie private (partecipazione nella programmazione, controllo dei volumi e della spesa delle prestazioni) e sul governo clinico.

Finanziamenti contrattuali.
nell’incremento complessivo per il 2010 sono stati calcolati anche i circa 460 milioni di euro per il riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale del Comparto lo stesso Governo, nella parte relativa ai suoi impegni, continua a non sciogliere il nodo del finanziamento per i prossimi rinnovi contrattuali. Affermare, infatti, che “qualora al personale vengano riconosciuti incrementi contrattuali superiori a quelli dell’indennità di vacanza contrattuale, v’è la garanzia di un ulteriore finanziamento” è sintomatico di un atteggiamento non più solo omissivo, ma anche offensivo.

Un nuovo Patto per la Salute che, come ripetutamente già dichiarato, rappresenta si un passo in avanti sulla questione del finanziamento complessivo del Servizio Sanitario Nazionale e sulla sua necessaria gestione partecipata, ma anche una conferma, negativa, su come, Governo e Regioni continuano ad interpretare la questione del personale, delle risorse contrattuali, nazionali ed integrative e più in generale dei diritti del lavoro, con un approccio ragionieristico.

Anche con questo Patto, pur con gli elementi apprezzabili di miglioramento rispetto alle proposte iniziali, le donne e gli uomini del servizio sanitario nazionale continuano ad essere avvertiti come spesa, come un peso.

Motivi in più per la mobilitazione generale e per lo sciopero del prossimo undici dicembre.

Fabrizio Fratini Segretario Nazionale Fp Cgil

Roma 9 Dicembre 2009

La nomina del Ministro della Salute è un passo in avanti per il Ssn – Dichiarazione di Fabrizio Fratini, segretario nazionale FPCGIL e di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici

L’odierna nomina del Ministro della Salute è un passo in avanti per poter rimettere al centro del confronto il potenziamento del servizio sanitario nazionale nell’interesse degli operatori e dei cittadini.

Il nostro sindacato si è sempre battuto per il ritorno del Ministero della Salute con pieni poteri. Oggi invece assistiamo alla rinascita di un Ministero con competenze limitate e sotto tutela dell’Economia.

Ci auguriamo comunque che con il Prof. Ferruccio Fazio, fino ad oggi attento anche alle rappresentanze del personale della sanità, si possa lavorare in modo costruttivo per una maggiore tutela del diritto alla salute e per la valorizzazione di tutte le professionalità presenti.
Se così sarà, noi saremo pronti.

Roma, 15 dicembre 2009

Intramoenia trasparente, Fazio sia coerente e fermi la libera professione nel privato

 
Comunicato stampa congiunto CGIL, FPCGIL, FPCGIL Medici

 
Apprezziamo la volontà del Ministro della Salute Ferruccio Fazio di regolamentare con grande chiarezza il rapporto pubblico privato nel servizio sanitario nazionale, ma non serve cambiare la legge 120 approvata dal Parlamento nel 2007 con voto bipartisan, quanto piuttosto applicarla.

Va invece messa la parola fine alle continue proroghe alla legge – l’ultima scadrà il 31 gennaio 2011 – che consentono ai medici pubblici di poter svolgere la libera professione anche nel privato.
 
Va inoltre reintrodotta l’obbligatorietà dell’esclusività di rapporto per tutti i medici pubblici, a partire da chi ha le maggiori responsabilità gestionali.

Se anche chi dirige il reparto appena esce dall’ospedale pubblico può operare nella clinica privata difficilmente si potrà avere limpidezza.

Se invece per miglioramento della legge Fazio intende quanto previsto nel Disegno di Legge sul Governo Clinico in discussione alla Camera – che permetterebbe a tutti i medici e gli operatori del servizio sanitario nazionale di lavorare liberamente nel privato con controlli effettivi ancor più evanescenti – ribadiamo la nostra contrarietà.

Per difendere il diritto alla salute dei cittadini e per meglio tutelare i medici e gli operatori che vogliono operare solo nel servizio pubblico con qualità del lavoro, c’è bisogno di una libera professione intramuraria svolta in una casa di vetro gestita dall’azienda pubblica negli spazi, nelle prenotazioni e nei pagamenti, senza più attività consentita anche nel privato, in primo luogo a tutela della trasparenza delle liste di attesa. 

Stefano Cecconi, CGIL
 
Cecilia Taranto, FPCGIL
                                                                                                                                                                       
Massimo Cozza, FPCGIL Medici 
  

Lavori Usuranti: finalmente anche il lavoro notturno in sanità sarà considerato usurante, ma con limitazioni – Comunicato Stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil e di Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici

E’ in arrivo per la prima volta – con l’imminente approvazione definitiva del Decreto Legislativo in attuazione della legge 183 del 2010 – una regolamentazione organica dei benefici pensionistici per i  lavori particolarmente usuranti, tra i quali rientrerà anche il lavoro notturno dei dipendenti in sanità, a partire da medici e infermieri. Si tratta di un obbiettivo da noi sempre perseguito e per il quale finalmente raggiungiamo un primo risultato, anche se con diverse limitazioni.

Chi svolge da 64 a 71 turni notturni annui potrà andare in pensione un anno prima, da 72 a 77 notti due anni prima e da 78 notti in poi con tre anni di anticipo.

Per le pensioni con decorrenza entro il 2017, così come definito dalla legge 247 del 2007, il beneficio potrà essere concesso solo a chi ha svolto il lavoro notturno in modo regolare e continuativo per almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa. Dal 2018 il lavoro notturno dovrà essere svolto per metà della vita lavorativa complessiva.

Rimane tuttavia il nodo delle risorse finanziarie disponibili già programmate, che potrebbero essere insufficienti facendo scattare criteri di priorità in ragione della maturazione dei requisiti.

In sanità, inoltre, rischiano di essere esclusi i medici di guardia medica e tutti coloro che svolgono lavoro precario non dipendente.

Continueremo pertanto a batterci per garantire il diritto al riconoscimento di attività usurante, con i conseguenti benefici
pensionistici, a tutti coloro che svolgono in modo costante il lavoro notturno in sanità, convenzionati e precari compresi.

Roma, 10 marzo 2011
 

 

L'Intersindacale scrive alle Istituzioni sulla vertenza sanità

Le organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica, Veterinaria, Sanitaria e Amministrativa del SSN intendono portare a conoscenza delle SSLL lo stato di profondo disagio ed insoddisfazione in cui 130.000 Dirigenti si trovano oggi ad operare. A due mesi dallo sciopero nazionale del 4 maggio, ancora nessuna delle motivazioni che lo hanno sostenuto ha trovato una soddisfacente risoluzione.

Il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro, legato anche alla grave carenza di organici frutto della mancata riorganizzazione della rete ospedaliera e del blocco del turnover, motivo ricorrente di tutte le leggi finanziarie, di destra o di sinistra, rischia di compromettere la qualità e la sicurezza delle cure per operatori e cittadini. Milioni di ore lavorate al di là del debito contrattuale, di giorno e di notte, per garantire la continuità assistenziale stanno mettendo a dura prova la tenuta psicofisica degli operatori.

Alcune importanti Regioni hanno recentemente approvato Piani di rientro dal debito che, intervenendo unilateralmente su una materia di competenza del tavolo contrattuale, violano esplicitamente il CCNL vigente. Si realizza in tal modo un intollerabile attacco alle retribuzioni del personale sanitario contravvenendo a quell’insieme di regole condivise che costituisce il l’unico terreno per un corretto sistema di relazioni sindacali, al di fuori del quale c’è solo la barbarie del “tutti contro tutti”.
Con il “sequestro” dei fondi contrattuali non disponibili per i bilanci aziendali, si tenta di far pagare ai dirigenti ed ai lavoratori il pesante debito accumulato da alcune Regioni, che ha origine in una cattiva e inefficiente gestione, nella sistematica ignoranza di norme, leggi e CCNL.

Il SSN appare interessato da una deriva federalista che, ignorando la lezione del referendum, mette a rischio la garanzia e la uniformità dei LEA e la stessa concezione del diritto alla salute come diritto di cittadinanza che vale per l’individuo a prescindere dalle condizioni contingenti in cui si trova a vivere.
La crescita dei divari territoriali nell’accesso alle cure e delle difformità del servizio offerto colpisce maggiormente gli strati più deboli ed indifesi della popolazione e incrina il principio di equità che è alla base di un servizio sanitario nazionale.

Il mancato avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL scaduto da circa 20 mesi contribuisce alla perdita del potere di acquisto delle nostre retribuzioni, già falcidiate dal combinato disposto del mancato finanziamento del primo anno contrattuale e dell’incremento delle aliquote fiscali operato dalla ultima finanziaria. Il Comitato di settore non ha ancora emanato l’atto di indirizzo necessario, mentre constatiamo con preoccupazione il silenzio del DPEF in merito alla necessità di assicurare una rivalutazione economica della indennità di esclusività di rapporto, che ha perso potere di acquisto (-16,8%), legando le risorse destinate al suo finanziamento alla massa salariale e alla sua dinamica di crescita o a uno specifico finanziamento almeno equivalente.

Il ricorso ai contratti atipici continua ad essere l’unica via perseguita per far fronte alle crescenti carenze di organico della dirigenza del SSN, contribuendo ad una preoccupante destabilizzazione e dequalificazione del sistema. Al di fuori delle solite rituali promesse, non è stata ancora presentata una seria e convincente proposta dai Ministeri competenti per poter avviare una programmata stabilizzazione del lavoro precario.

Continua a preoccupare la grave penalizzazione dei giovani laureati il cui accesso ad un rapporto di lavoro con il SSN è possibile, in ossequio ad una sudditanza non solo psicologica alla Università, esclusivamente dopo il completamento di un lungo iter di studi, ad un’età media che pregiudica la possibilità di garantirsi un congruo trattamento pensionistico. Anche per tale motivo sollecitiamo la istituzione di un fondo di previdenza integrativa.

Per di più, se Governo, Parlamento e Ministro della Salute non riusciranno a garantire il diritto all’esercizio della libera professione nei tempi utili a superare la scadenza del 31 Luglio 2007 fissata dalla legge Bersani, si apriranno vuoti normativi forieri di gravi danni materiali e professionali per i dirigenti medici e sanitari, oltre a ledere il diritto dei cittadini alla libera scelta del rapporto con i curanti.
Su questo tema è in gioco la credibilità del Ministro della Salute e l’affidabilità della maggioranza di Governo chiamati a rispettare gli impegni ufficialmente assunti. I dirigenti del SSN sono stanchi delle ipocrisie e dei pregiudizi ideologici che hanno sempre accompagnato il dibattito sul tema.

Chiediamo, a questo punto, una assunzione di responsabilità collettiva per restituire ai professionisti del SSN dignità ed autonomia professionale, rispetto del loro ruolo sociale di garanti della qualità e della appropriatezza delle cure, certezza del principio di legittimità e di rispetto dei patti.

I Dirigenti Medici, Veterinari, Sanitari e Amministrativi del SSN vogliono difendere e promuovere il loro diritto a migliori e più sicure condizioni di lavoro insieme al diritto dei cittadini a migliori e più sicuri ospedali. I professionisti del SSN sono una importante risorsa della collettività ed un motore dello sviluppo sociale ed economico del Paese.

E’ necessario e non più rinviabile un forte rilancio della Politica che si ispiri ai valori dell’equità e della solidarietà, come fondamenti di un sistema pubblico e nazionale di tutela della salute e che riconosca il principio del diritto alla salute come diritto di cittadinanza e non semplice tutela che lo Stato garantisce in relazione alla ricchezza o al luogo in cui capita di vivere.

Per questo auspichiamo dalle SSLL un segnale di attenzione e di presa di coscienza per le possibili conseguenze delle criticità descritte sulla qualità dell’assistenza sanitaria e sul rapporto del sistema sanitario con i professionisti che ne costituiscono il fattore produttivo decisivo.

Carlo Lusenti ANAAO ASSOMED
Raffaele Perrone Donnorso ANPO
Mario Sellini AUPI
Stefano Biasioli CIMO-ASMD (UGL Medici – SNAMI Dirigenza Medica – Unione Medica)
Aldo Grasselli CIVEMP (SIVEMP-SIMET)
Gianpaolo Fiorio FEDIR SANITA’
Giuseppe Garraffo FEDERAZIONE CISL MEDICI
Armando Masucci FEDERAZIONE MEDICI aderente UIL FPL (AMCO-COAS-NUOVA ASCOTI-SMI-UMI-UMUS-FAPAS-SPES-UIL FPL MEDICI)
Carmine Gigli FESMED (ACOI-ANMCO-AOGOI-SUMI-SEDI-FEMEPA-ANMDO)
Massimo Cozza FP CGIL MEDICI
Franco Socci SIDIRSS
Paolo Levoni SDS SNABI
Giangiuseppe Console SINAFO
Vincenzo Carpino UMSPED (AAROI-AIPAC-SNR)

Sanità e Finanziaria: riposo personale sanitario

Pubblichiamo il testo della  nota, a firma dei segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, inviata a tutte le istituzioni in merito alla questione riguardante la norma della finanziaria che nega il riposo previsto dalla legge 66 al personale sanitario.

 
Roma, 9 gennaio 2008

Sanità: siglata ipotesi di accordo CCNL

Firmata nella notte tra il 28 e il 29 febbraio 2008, l’ipotesi di accordo per il CCNL della Sanità.

Esprimiamo soddisfazione per la positiva conclusione della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro delle 575.000 lavoratrici elavoratori della sanità pubblica.

L’aumento medio pro-capite di 103 euro mensili recupera, seppur con colpevole ritardo non addebitabile sicuramente ne al sindacato ne ai lavoratori gran parte della perdita del potere d’acquisto perso dai salari negli anni 2006/2007.
 
Importantissima e di valore la previsione contenuta nell’ipotesi di accordo sull’orario di lavoro e sulle garanzie di tenuta di una condizione psico-fisica degli operatori indispensabile per garantire prestazioni sanitarie di qualità, l’introduzione di questo articolo contrattuale è stato reso necessario a seguito della Finanziaria che abrogava il diritto alle 11 ore di riposo a tutto il personale del ruolo sanitario.

Allo scopo di combattere isolati comportamenti che gettano discredito su tutta la categoria l’accordo raggiunto prevede la possibile adozione del provvedimento disciplinare del licenziamento in caso di procedimento penale,
limitatamente ai casi di arresto in flagranza,confermato dal GIP, per i reati di corruzione, concussione e peculato.

Si creino sin da subito le condizioni necessarie affinché dopo la sottoscrizione di questo accordo si possa arrivare al più presto all’apertura formale delle trattative per il contratto 2008/2009.

Roma, 29 febbraio 2008

Sanità-Assenteismo: Basta con le strumentalizzazioni e la demagogia – Comunicato Stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil

I primi giorni di attività del neo Ministro della Funzione Pubblica, Prof.Brunetta, hanno evidenziato chiaramente quale sarà l’argomento sul quale il Governo spenderà le sue attenzioni: l’efficienza della Pubblica Amministrazione, la sua finalità , i suoi dipendenti.

La Fp Cgil non resisterà nemmeno un attimo.

Siamo pronti:

* ad un confronto su quelli che oggi il Ministro Brunetta chiama “nuovi piani industriali” e che nel Memorandum per il lavoro pubblico sottoscritto dal Governo Prodi erano chiamate “nuove missioni istituzionali”

* a misurare la parte riguardante l’efficienza e la qualità del servizio reso dai dipendenti; l’ultimo contratto di lavoro sottoscritto prevede l’adozione di sistemi di valutazione di tutti i dipendenti ai quali legare quote di salario di produttività, anche considerando il grado di soddisfazione del cittadino per i servizi resi

A proposito di assenteismo bisognerebbe, in via preliminare, mettersi d’accordo almeno sulla lettura dei numeri e su quali assenze si vogliono colpire.

Perché i dati della rilevazione della Ragioneria, anticipati oggi dal Sole 24 Ore, sulle assenze nel servizio sanitario nazionale qualche domanda la pongono.

Nelle 60,6 giornate di assenza medie l’anno per dipendente sono conteggiate, infatti, le ferie, il congedo per maternità, i permessi studio, le assenze per formazione professionale, gli scioperi, i permessi sindacali, quelli retribuiti e quelli non retribuiti previsti da apposite norme di carattere generale, quelle che valgono sia per il privato sia per il pubblico.

Tenuto conto che la media di assenza per malattia, l’unica assenza nella quale può annidarsi “il virus dell’assenteismo”, è di soli 12,4 giorni l’anno per dipendente, le domande che nascono spontanee sono molteplici.

I dipendenti pubblici non devono andare in ferie? Le dipendenti pubbliche, in questo caso le infermiere professionali e le professionalità tecniche ( quasi il 70% dell’intero comparto) non devono più fare figli? Ed ancora, i professionisti della sanità pubblica non devono più frequentare, così come la legge gli impone, corsi di aggiornamento e di formazione professionale continua? Gli deve essere negato il diritto allo sciopero o la possibilità di accedere ai permessi retribuiti in occasione di gravi eventi familiari o di certificate e straordinarie esigenze personali? Oppure le ore di lavoro straordinario non retribuite per mancanza di fondi non devono più essere recuperate?

Sarebbe il caso, quindi, che si abbandonino velocemente demagogia e populismo e che si cominci ad operare seriamente e concretamente per il rilancio del servizio sanitario nazionale.

Roma 26 Maggio 2008

Sanità: trattative rinnovo CCNL 2008/2009 – Nota di Fabrizio Rossetti alle stutture regionali e territoriali Fp Cgil

Ieri si è tenuto il secondo incontro con l’ARAN per il rinnovo del del CCNL 2008/2009, personale del Comparto Sanità.
L’incontro, dalle caratteristiche puramente interlocutorie, era teso a verificare le possibilità di proseguimento della trattativa, le sue prospettive, la tempistica.

L’Aran, considerata la nostra insoddisfazione iniziale, soprattutto rispetto alla scarsità dei fondi a disposizione, ha comunicato che è tuttora in corso l’approfondimento con le Regioni rispetto alle necessarie integrazioni delle quantità economiche da destinare al rinnovo del biennio 2008/2009 e che, già dai prossimi incontri, il risultato di tale approfondimento sarà oggetto di discussione al tavolo negoziale.

Due i punti evidenziati dall’ARAN sui quali riteniamo doveroso soffermarci brevemente.

Il primo riguarda la volontà dell’ARAN di affrontare, così come d’altronde già espressamente previsto nella cd. “sequenza contrattuale” la questione degli incarichi di coordinamento.

Il secondo, anch’esso previsto nelle “sequenze contrattuali”, è quello legato alla mobilità del personale.

Sia sul primo argomento che sul secondo, pur consapevoli della necessità che il CCNL 2008/2009 affronti entrambi i temi, abbiamo esposto chiaramente quali sono, per noi, i limiti di questa attività di “manutenzione” delle relative discipline.
Non accetteremo nessuna fuga in avanti, da parte delle Regioni e dell’ARAN rispetto alle impostazioni attuali: riconoscimento delle situazioni pregresse, già formalmente definite nei precedenti accordi per ciò che attiene gli incarichi di coordinamento e le loro modalità di affidamento; nessuna diminuzione del sistema di garanzia a tutela del personale del Comparto per ciò che attiene alla mobilità.

Su un altro punto, infine, abbiamo riconfermato nettamente le nostre posizioni, peraltro già esplicitate nella riunione d’apertura delle trattative: il CCNL 2008/2009 dovrà affrontare e risolvere la questione di quei lavoratori precari che, secondo la legge finanziaria 2009, dal 1° di giugno verranno licenziati; stabilizzazioni dei rapporti di lavoro, eventualmente precedute da atti di proroga che recuperino i termini di licenziamento individuati dal Governo e dal Parlamento, sono iniziative per noi indispensabili.

Vi terremo ovviamente informati sui prossimi sviluppi della trattativa.

p. la Fp Cgil Nazionale
Fabrizio Rossetti

Roma 4 febbraio 2009

Testamento biologico: La Fp Cgil dalla parte del Senatore Ignazio Marino – Lettera aperta di Rossana Dettori

Pubblichiamo il testo della lettera aperta al Senatore Ignazio Marino a firma di Rossana Dettori, Segretaria nazionale Fp Cgil

 
Roma 23 febbraio 2009

Lettera aperta

 

All’ On. Prof. Ignazio Marino
SENATO DELLA REPUBBLICA

 
Egregio Prof. Marino,

la FP CGIL è dalla sua parte.

Siamo per una legge sul testamento biologico che sia rispettosa della libertà di cura e che difenda il principio di autodeterminazione delle persone.

Siamo per una legge che riconosca il diritto delle donne e degli uomini ad indicare cure e trattamenti accettabili.

Siamo per una legge che renda obbligatorio il consenso informato e che dia la possibilità di rifiutare interventi terapeutici di accanimento.

Siamo per una legge che difenda la laicità dello Stato e che sia ancorata ai principi della libertà, del rispetto, dell’uguaglianza.

Siamo per una legge che sancisca il diritto alla cura, non il dovere alle terapie e siamo perché su temi eticamente sensibili, che riguardano oltretutto la vita e la morte di milioni di persone, la politica, il Parlamento agisca rispettando innanzitutto la volontà dei cittadini e non quella delle gerarchie ecclesiastiche.

Egregio Professore

Siamo dalla sua parte, contro la proposta di legge della maggioranza e contro le incertezze dell’opposizione.

Saremo accanto a Lei ed insieme alle tante donne ed uomini che sceglieranno di opporsi ad una eventuale, sciagurata ed inaccettabile legge che preveda somministrazioni forzate di idratazione ed alimentazione senza consenso.

Saluti davvero fraterni.

Rossana Dettori
Segretaria Nazionale FP CGIL 

Decreto sicurezza : sulla salute non solo scelte incivili, ma anche rischiose. Per tutti, italiani e stranieri. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil Sanità

Le nuove norme in materia di sicurezza non sono soltanto offensive dei più elementari principi di civiltà giuridica, né si possono “solo” giudicare come il colpo definitivo alla cancellazione di uno stato di diritto.

Sono anche disposizioni concrete che, sul fronte della salute pubblica, aprono scenari inquietanti e pericolosi per tutti i cittadini del paese, nativi e immigrati, regolari e clandestini.

L’avere scientemente lasciato nell’ambiguità la norma che riguarda l’obbligo di denuncia dei cittadini extracomunitari non regolari da parte del personale del servizio sanitario nazionale è una responsabilità gravissima del Governo e della sua maggioranza: il solo effetto annuncio ha già prodotto un allontanamento dei cittadini irregolari dalle strutture sanitarie pubbliche, fuga che da oggi sarà ancora più estesa in considerazione dell’approvazione definitiva del testo in discussione.

Questa ambiguità, pericolosissima non solo per la tenuta del principio di universalità del diritto alla salute, ma anche per gli effetti concreti che produrrà, fa il paio con quella altrettanto ignobile che introduce l’obbligo di dimostrazione della regolarità del soggiorno ai fini della registrazione delle nascite.

Quante saranno le donne immigrate irregolari che sapendo di correre comunque un qualche rischio di denuncia e leggendo dell’impossibilità di registrare in Ospedale il bimbo che sta nascendo decideranno di presentarsi in un pronto soccorso o in una struttura del servizio sanitario nazionale?

E dove andranno a partorire?

E’ una decisione, quella assunta oggi, che aumenterà a dismisura il rischio di incentivare la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed attività sanitarie “clandestine” (dalla gravidanza alle cure per i bambini) fuori controllo ed inaccessibili alla vigilanza del servizio sanitario nazionale.

In nome di una falsa idea di sicurezza la legge mette a serio pericolo la salute collettiva di tutti i cittadini.

Un brutto giorno per lo stato di diritto, un pessimo momento per il servizio sanitario nazionale e per il principio di garanzia di tutela della salute dei cittadini che né è posto a fondamento.

Roma 2 Luglio 2009

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