Manifestazione settembre

Al Segretario del Forum Italiano
Per la Sicurezza Urbana
Dott. Braccesi

In riferimento alla Sua nota, per la realizzazione di una iniziativa congiunta nazionale a sostegno di una moderna legge nazionale in materia di sicurezza integrata e per la qualificazione delle strutture della Polizia locale, le scriventi, unitamente alle confederazioni ribadiscono la loro disponibilità all’iniziativa qualora tutti i partecipanti condividano la stessa proposta di legge.

FP CGIL
Crispi
CISL FPS
Alia
UIL FPL
Fiordaliso

Roma, 9 maggio 2007

Sintesi Coordinamento Regionale Polizia Municipale Novara

Giovedì 19 aprile 2007 si è svolto a Novara il convegno deciso dal Coordinamento Regionale Polizia Locale F.P.-C.G.I.L.

Il convegno, che è stato organizzato dalla Segreteria comprensoriale F.P.-C.G.I.L. di Novara e dal Coordinamento Provinciale Polizia Locale F.P.-C.G.I.L. si è svolto presso la Sala Consigliare della Provincia ed ha avuto il titolo:
POLIZIA MUNICIPALE
QUALE FUTURO ?
Incontro-Confronto su:
– riforma legge quadro
– nuove forme di gestione
– inquadramento professionale
– previdenza integrativa (art.208 del C.d.S.)
Al convegno hanno portato i saluti:
Paola TURCHELLI, vice Presidente Provincia di Novara,
Mauro FRANZINELLI, Assessore Polizia Municipale di Novara,
Marisa SACCO, Segretaria della Camera del Lavoro di Novara.
Sono intervenuti:
Ezio LONGO, Coordinatore regionale Polizia Locale F.P.-C.G.I.L.
Stefano BELLEZZA, Dirigente Regione Piemonte Polizia Locale
Paolo CORTESE, Dirigente Servizio Polizia Municipale Comune di Novara
Elena FERRARA, Sindaco del Comune di Oleggio
Luciano BARATELLA, Responsabile Polizia Municipale di Borgomanero
Gennaro MARTINELLI, Coordinatore nazionale Polizia Locale F.P.-C.G.I.L.
Ha presieduto i lavori:
Pier Guglielmo FERRO, del Coordinamento Provinciale Polizia Municipale F.P.-C.G.I.L.
I lavori del convegno hanno approfondito vari importanti temi quali il ruolo della Polizia Locale e le politiche della sicurezza, il ruolo della Regione Piemonte rispetto alla Polizia Locale, le prospettive della Polizia Municipale a Novara ed i consorzi nel novarese, il recente “Patto per la sicurezza” tra il Ministero dell’Interno e l’ANCI e l’intesa con i sindaci delle città metropolitane, la realtà degli Enti Locali della Regione Piemonte, caratterizzata dai suoi 1206 Comuni, alcuni di piccole e piccolissime dimensioni e la generale carenza di organici. Nel caso degli operatori della Polizia Municipale dei Comuni e delle Forme Associative (dati dell’ultimo censimento regionale del 2004) lo scostamento tra gli operatori previsti dalla normativa regionale (l.r.57/91), pari a 6.230, e gli operatori in forza, 4.661, registra uno scostamento corrispondente al 25,18% in meno.
Dai lavori del convegno sono emerse alcune necessità ormai non più prorogabili:
– una nuova legge nazionale che chiarisca ruoli compiti e funzioni della Polizia Locale valorizzandone la peculiare professionalità al servizio dei cittadini.
In particolare, è necessario che il Sistema delle Autonomie e il Governo si siedano attorno ad un tavolo comune dove trovare la sintesi;
Un giudizio negativo sulla politica dei patti territoriali che sta producendo un impiego fai da te della polizia municipale;
– una maggiore spinta verso le forme associative che consentano di sopperire alle
croniche carenze di organico delle Polizie Municipali e di avere un’organizzazione dei
servizi più mirata al miglioramento del controllo del territorio ed alle esigenze degli
stessi operatori;
– la necessità di respingere i tentativi di introdurre il lavoro interinale nella Polizia Locale;
– la necessità di chiarire che discutere di sicurezza e del ruolo della Polizia Locale nelle
politiche integrate della sicurezza non può prescindere dai dati allarmanti della carenza
di organico degli operatori, carenza di organico che il più delle volte non consente
neppure il normale espletamento del servizio ordinario.
Il convegno ha visto una buona e attenta partecipazione al dibattito, a conferma la validità della decisione assunta dal Coordinamento Regionale Polizia Locale F.P.-C.G.I.L. di proseguire rafforzare le iniziative sul territorio.

Nuova gravissima aggressione ai danni della Polizia Municipale di Milano

Piena solidarietà ai lavoratori aggrediti

Siamo stati facili profeti nel prevedere, stante l’attuale modello organizzativo, il ripetersi di azioni di aggressioni in danno dei lavoratori della Polizia Municipale di Milano impegnati nello svolgimento, in particolare, dei compiti inerenti il contrasto all’ambulantato irregolare ed alla vendita di merce contraffatta.
Quanto accaduto ieri pomeriggio al Parco Cassinis è di una gravità estrema è testimonia la necessità operativa d’intervenire con azioni che prevedano il coordinamento con le altre Forze di Polizia ed una attività di prevenzione, che impedisca il ricostituirsi di condizioni di degrado e illegalità.
Serve, in ultimo, una politica per la sicurezza, la legalità e l’integrazione che non si risolva nell’inviare uno sparuto gruppo di agenti ad affrontare condizioni ambientali che anche un non esperto, capisce essere facilmente incendiabili.
Ai lavoratori va la piena e sincera solidarietà con gli auguri di pronta guarigione, a noi rimane la consapevolezza di non poter accettare questi episodi come “effetti collaterali inevitabili”e di dovere con risolutezza proseguire nella lotta per condizioni di lavoro diverse, che di certo non sono quelle prospettate dal patto per la sicurezza firmato tra Governo e Sindaco di Milano.
Noi continueremo, intanto, nella mobilitazione sindacale che ci vede impegnati per la valorizzazione del ruolo della Polizia Locale a partire dalla necessità di un assetto giuridico coerente con le funzioni rivestite e dal riconoscimento delle tutele infortunistiche, previdenziali ed assistenziali oggi negate.

Il Coordinatore Nazionale Polizia Locale
Gennaro Martinelli
Il Segretario Nazionale
Antonio Crispi
 
Roma, 2 luglio 2007

Polizia Locale: si terrà a Verona il 24 gennaio la riunione del Coordinamento Nazionale

Pubblichiamo il testo della nota, firmata dal Segretario nazionale Fp Cgil Antonio Crispi e dal Coordinatore nazionale Gennaro Martinelli, con la quale si convoca la riunione del Coordinamento nazionale a Verona come forma di mobilitazione in seguito alle decisioni assunte dai Comuni della Provincia di Venezia che indeboliscono il ruolo della Polizia Locale.

Roma, 16 gennaio 2008
 

Il giorno 24 c.m. alle ore 9.30 è convocato in Verona presso il Palazzo della Gran Guardia il Coordinamento Nazionale della Polizia Locale.

Le ultime decisioni assunte dai Comuni della provincia di Venezia in materia di veri e propri processi di privatizzazione della sicurezza, con il conseguente depotenziamento del ruolo dei compiti e delle funzioni della Polizia Locale, ci hanno convinti della necessità di portare l’intera discussione nazionale là dove maggiormente si verificano processi d’indebolimento della Polizia Locale e del suo ruolo democratico al servizio della sicurezza delle persone.

Un Coordinamento Nazionale che rappresenta un’ulteriore forma di mobilitazione e che vede impegnata l’intera FP sul tema delle politiche integrate di sicurezza urbana.

Il Coordinamento sarà chiamato ad un’analisi della situazione esistente sia in termini complessivi sulle politiche integrate di sicurezza urbana che in quelle attuate nei diversi territori.

Saranno altresì decise le azioni e le iniziative da intraprendere per l’apertura di un confronto con il Parlamento, il Governo e il sistema delle Autonomie su questi temi così come sulla legge di riforma.

Sarà, infine, definito l’esecutivo del Coordinamento.

Per l’importanza dei temi e per le loro ricadute sulla vita dei lavoratori e sulla qualità del servizio offerto ai cittadini, è necessario garantire la partecipazione di tutti i territori.

Il Segretario Nazionale Fp Cgil
Antonio Crispi

Il Coordinatore Nazionale fp Cgil
Gennaro Martinelli
 
 

Coordinamento Polizia Locale del 9.09.08

 
Relazione di Antonio Crispi
Segretario Nazionale Fp Cgil

Il peggioramento del quadro congiunturale, che stiamo vivendo, riguarda, in generale:

– l’occupazione (basta pensare ai precari e ai lavoratori in esubero dell’Alitalia );
le condizioni economiche e lavorative dei dipendenti pubblici, privati e dei pensionati;
per quanto ci riguarda, più da vicino, al contratto, biennio 2006/09, alle condizioni di lavoro, con il decreto Brunetta il 112 trasformato nella legge n,133 /2008)
– L’aumento del petrolio e soprattutto dei beni di prima necessità quali pane, pasta, latte, unitamente ai problemi finanziari delle banche a livello mondiale e la recessione ormai in atto, non ci fanno ben sperare per il prossimo futuro.

Un quadro, infatti, che vale per il 2008 e anche per il 2009, con un Paese l’Italia fanalino di coda ultimo in un’Europa in forte difficoltà sul piano dell’inflazione e con una stasi economica e produttiva.
La politica economica del Paese, sia sul piano generale, abolizione dell’Ici sia quelle delle politiche del lavoro, defiscalizzazione dello straordinario e degli incentivi – prevista solo per sei mesi, e solo per i privati – non restituendo il fiscal – drag ai lavoratori e di fatto non consentendo, per quello che ci riguarda, di stipulare i contratti, ha tagliato, di fatto, la domanda di beni e servizi producendo ulteriori guasti, aumentando le difficoltà per la ripresa economica del Paese.
Al Pubblico Impiego il decreto del Ministro Brunetta, ha sottratto 100 milioni di Euro dai fondi della contrattazione integrativa; sono state tolte, per legge, le indennità accessorie che per tanti lavoratori sono parte integrante del salario.
Per non parlare delle trattenute che, per ogni giorno di malattia, possono variare da 20 a 40 Euro. Questo vale, come abbiamo denunciato nei giorni scorsi, anche per chi appartenente alla Polizia locale, che in seguito all’esercizio del proprio dovere subisce un infortunio.
I finti malati, ovviamente, possono riprendere il lavoro senza problemi.
Non ci rimettono niente.
Ma chi ha fatto sempre il proprio dovere, ed è la maggioranza, se ha la disgrazia di ammalarsi, paga duramente le scelte del Governo.
Questo provvedimento è profondamente ingiusto, spara nel mucchio, perché pone non il problema dell’organizzazione del lavoro e della sua qualità, il tema della responsabilità dei dirigenti.
Lo stesso Brunetta ha dichiarato, a Matrix, che il rilievo delle presenze al lavoro per valutare la riduzione dell’assenteismo, è stato elaborato a mano, su indicazione di sindaci e presidenti di Regioni o Province consultati telefonicamente, assemblando dati non coerenti tra di loro, per cui, a mio avviso, siamo all’ improvvisazione e al pressappochismo.
Nessun miracolo, quindi, dovuto al decreto Brunetta, circa la riduzione dell’assenteismo, nelle quantità enfatizzate dallo stesso Ministro.
Sarebbe importante capire, dai vostri interventi, cosa sta succedendo realmente nei luoghi di lavoro, nel vostro, in un settore così delicato, quello della polizia locale, che è fondamentale per la sicurezza della gente e delle città.

Come ricorderete il decreto legge 112 poi convertito in legge 133, interveniva, come ho già detto:

1. per le malattie conseguenti a lesioni riportate in attività operative e di addestramento;
2. sulle assenze per visite specialistiche, terapie e accertamenti diagnostici
3. sui permessi retribuiti per i portatori di handicap (annullando la 104) anche in situazioni di gravità;
4. permessi per chi assiste i portatori di handicap in situazioni di gravità;
5. permessi per documentati motivi personali e familiari;
6. permessi per donazioni di sangue e midollo osseo.

Con un provvedimento unilaterale il Ministro Brunetta, con la circolare n. 8/2008 ha provveduto a superare ed annullare le nefandezze previste dal suo decreto legge.
Una cosa è certa, però, non l’ha fatto spontaneamente – ma spinto, dalle nostre proteste ed iniziative e non per un ravvedimento tardivo che altrimenti non ci sarebbe stato.
Questo è un primo importante segnale, che dobbiamo saper valutare positivamente per il prosieguo della nostra azione.
Per quanto riguarda il nostro contratto, come abbiamo più volte sostenuto sono stati sottratti 1,7 miliardi di Euro dalle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori e perciò gli stipendi subiranno un taglio dagli 80 ai 300 euro mensili;
Brunetta, ora, con 2.340 milioni di euro, previsti da Tremonti in finanziaria, per il contratto ci propone aumenti pari a 8 euro per il 2008 e 65 per il 2009 ovviamente lordi.
Ma non si ferma qui,
Con il disegno di legge 847 in discussione al Senato, all’art. 2 principi e criteri in materia di contrattazione collettiva integrativa e funzionalità delle amministrazioni pubbliche; afferma il primato della legge sulla contrattazione definendo molti istituti, del contratto, per legge.
Dobbiamo, protestare, certo, ma soprattutto, produrre azioni di lotta contro questa legge, anche perché fondamentalmente l’Anci nell’audizione del 10 settembre 2008, in essa sembra, riconoscersi, ponendo alcuni paletti sia sulla valutazione dei dipendenti sia sui criteri di erogazione di quote della retribuzione accessoria.
Questi provvedimenti, poi, se li valutiamo alla luce della proposta di Confindustria sul “nuovo modello contrattuale” unico , come giustamente sosteniamo, sia per i dipendenti sia per quelli privati, che prevede una riduzione del ruolo del contratto Nazionale ma anche, paradosso incredibile, di quello della contrattazione di II livello, su cui si sono spesi molto alcuni soggetti politici e sindacali; possiamo facilmente dedurre che la lotta mediatica ai fannulloni e la guerra contro i lavoratori e al sindacato del pubblico impiego di questo Governo e dei suoi alleati a partire da Confindustria ha per obbiettivo vero, quello di determinare un pubblico impiego ridotto nella quantità e nella qualità delle sue strutture e degli addetti in modo tale da ridurre sostanzialmente l’erogazione dei servizi e dei diritti verso i lavoratori e i cittadini del nostro Paese e nello stesso tempo “normalizzare” il sindacato.
A tutto ciò va aggiunto il provvedimento sul federalismo fiscale che trasferisce il debito pubblico nazionale agli Enti Locali e una ripartizione delle risorse, non solidale che divide il paese, certamente non l’unifica, come abbiamo scritto in un comunicato stampa circa il provvedimento sulla scuola, maestro unico, che si pone l’obiettivo di licenziare decine di migliaia di’insegnanti.
Il capolavoro però è quello sulla sicurezza.
Il Governo e le forze politiche che lo sostengono, ha dapprima alimentato l’insicurezza, che la gente avvertiva e avverte, operando con una forte riduzione delle risorse economiche, alla Polizia, ai Carabinieri e ai finanzieri, tagliando risorse agli Enti Locali, rispondendo alla domanda di sicurezza con un operazione di propaganda: l’esercito, che non modifica affatto, l’esegibilità della sicurezza, per cui la delinquenza comune e mafia, camorra, e ndrangheta continuano a delinquere e nuovi episodi di intolleranza si registrano in tutto il Paese.
Il Governo a mio avviso non ha mortificato, solo la Polizia di Stato, ma anche soprattutto la Polizia Locale, tenendola completamente fuori dai percorsi di sicurezza nazionali, attuando il coordinamento tra la Polizia di Stato e l’Esercito, tenendo fuori la polizia locale.
Sono anni che insistiamo su questa richiesta, che sempre rimane inevasa dai governi, fin qui succedutosi, mentre ai sindaci sono date nuove attribuzioni in materia di tutela di decoro cittadino e soprattutto di sicurezza.
La stessa Polizia Locale, ha sempre nuovi compiti ed è esposta sul piano della sicurezza personale, come le cronache riportano ogni giorno.
Ora siamo ai limiti della xenofobia e nella pienezza dell’ipocrisia.
I brutti, gli sporchi e i cattivi, semplicemente non si devono essere visti, aiutati a risolvere i loro problemi.

Per cui sono d’apprezzare:
– i comportamenti delle compagne e dei compagni della Polizia Locale che svolgono i nuovi compiti con professionalità e serietà; essi sono la maggioranza della polizia locale e vanno lodati per la loro abnegazione al dovere, nelle mille difficoltà che incontrano nel lavoro e vanno indicati ad esempio a quei pochi, che abusano del loro potere;
– l’accordo, voluto dai nostri sindacati di Roma che lascia ancora ai componenti della polizia locale, la libertà di scelta, armarsi o meno, e questo avviene nonostante vi sia un Sindaco nostalgico del fascismo. Quindi ha più valore.
Non sono solo segnali di speranza ma, fatti concreti che dicono, che le nostre scelte, pagano e ci sollecitano ad essere determinati nel portare avanti le nostre scelte professionali e i nostri valori.
Non apprezzo, affatto, un’idea della sicurezza, repressiva, l’intolleranza, che scaturisce, dalla così detta tolleranza zero, rivolta solo contro gli emarginati della società, non verso quei soggetti, sottoposti al vostro controllo che certo non brillano per etica e rispetto delle regole e della legalità.
Per cui, pur di fronte agli anni che passano senza avere una legge nazionale ordinativa, della Polizia Locale, personalmente, spero che siate d’accordo con me, non dobbiamo e non possiamo gettare la spugna, anche in questa situazione difficile;
la legge la vogliamo da sempre, anche perché la Polizia Locale, sia non un mondo variopinto nei compiti e nella funzione a secondo di dove agisce; ma un corpo che ha compiti e funzioni uguali su tutto il territorio Nazionale, con incarichi se volete anche nuovi, ma legati ad una professionalità riconosciuta, non a livello dei singoli comuni ma da una legge, che definisca anche la formazione e gli ambiti di coordinamento con le Polizie statali.
Così come dobbiamo uscire con caparbietà da una sorta di ballottaggio sul contratto, si o no.
Ci vuole un contratto – biennio economico 2008/09 – che nello stesso tempo ci fa confermare e consolidare le scelte fatte, nella piattaforma unitaria – a partire dalla Polizia Locale.

Per portare avanti le nostre scelte:
abbiamo convenuto e programmato alcune iniziative importanti:
– il 27 settembre “diritti in Piazza” manifestazione in tutte le piazze d’Italia – indetta dalla sola Cgil – a cui dobbiamo partecipare ed esserne attori visibili e convinti.
– Un calendario d’iniziative unitarie dei lavoratori del pubblico impiego.
– 22 Settembre Agenzie Fiscali, Stato;
– 29 Settembre AA.LL;
– 6 Ottobre Enti Pubblici;
– 15 Ottobre Sanità;
– il 17 Ottobre – Assemblea Nazionale di 5000 quadri a Roma.

Tutte con, all’ordine del giorno i seguenti tre punti:
– Restituzione alla contrattazione sottratta ai fondi di Ente e di Amministrazione pari 1,7 miliardi Euro di cui parlavamo prima;
– Stanziamento nella legge finanziaria per il rinnovo dei contratti – Nazionale e di II livello
– Accordo per un contratto unico per il lavoro pubblico e privato.

Noi oggi, infine, ci diamo un nuovo strumento per essere più tempestivi nel portare avanti le nostre scelte: l’Esecutivo,
a cui affidiamo se siamo d’accordo subito compiti di elaborazione di un documento base sulla sicurezza e ruolo e funzione della Polizia Locale – legge di riordino che consenta di:
1) chiedere un confronto di merito al Governo, ai capigruppo Parlamentari;
2) ai partiti dell’opposizione presenti nel Parlamento e negli Enti Locali.
3) La definizione di iniziative nazionali a sostegno della richiesta della Legge di riordino della Polizia Locale;
4) Un convegno Nazionale di confronto sulla legge.

Infine assegniamo ai componenti dell’esecutivo il compito di ridurre le distanze tra territorio e nazionale, tra territori e nello stesso tempo con i regionali della Funzione Pubblica per promuovere iniziative e confronti apprezzare iniziative e confronti.
I criteri, per definire la composizione dell’esecutivo, li abbiamo già definiti nel coordinamento della Polizia locale Nazionale, tenutosi a Verona.
Essi non si discostano affatto dai criteri usuali che di volta in volta si adottano, in occasioni simili nella nostra organizzazione, a partire dal fatto che l’esecutivo deve essere assolutamente snello ed operativo.
In conformità a quei criteri vi proponiamo:
Lombardia, Veneto, Polizia Provinciale, Emilia e Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia.
I segretari generali, di queste strutture regionali, indicheranno i nomi dei relativi compagni/e che formeranno l’esecutivo.
L’esecutivo sarà coordinato dal Segretario Nazionale degli Enti locali e dal responsabile Nazionale della Polizia Locale.

Roma, 9 Settembre 2008

AA.LL.: Riforma della Polizia Locale, richiesta incontro. Comunicato unitario

 
In allegato comunicato unitario con richiesta incontro sulla riforma della Polizia Locale
 

 

Aggressioni ai lavoratori della Polizia Locale

Il nostro impegno per migliorarne le condizioni di lavoro.

Gli ultimi ennesimi gravissimi episodi di aggressione o di veri e propri atti intimidatori, danno sempre più l’esatta dimensione della delicatezza e complessità dell’operato della Polizia Locale a difesa della civile convivenza e della legalità.
Un ruolo centrale, peculiare ed insostituibile nelle politiche integrate di sicurezza urbana, cui però non corrisponde un coerente assetto giuridico, tutele adeguate, percorsi professionali permanenti e modelli organizzativi adeguati alla complessità delle mansioni richieste ai lavoratori della Polizia Locale.
Lo denunciamo a gran voce da anni: non è il manganello o il casco antisommossa che possono essere utili alla bisogna. Le aggressioni continuerebbero con maggiori rischi per a Polizia Locale. E’ necessario lottare per impedire la sovraesposizione dei lavoratori oggi spesso allo sbaraglio per le carenze della legge nazionale, l’assenza di adeguato coordinamento con le altre Forze di Polizia, le voglie di protagonismo di qualche amministratore locale, l’assenza di percorsi professionali, collegamenti radio, centrali operative funzionali, ecc.
La FPCGIL esprime la propria vera solidarietà ai lavoratori trasformandola in un impegno sempre crescente per l’affermazione del ruolo e della professionalità di questo importante segmento delle politiche integrate di sicurezza urbana a partire dalla tutela degli operatori (che alla violenza subita assommano anche il danno di perdere pezzi di salario), questione dirimente e pregiudiziale nei confronti di qualsiasi testo di riforma della legge 65/86.

Il Segretario Nazionale
Antonio Crispi
Il Coordinatore Nazionale Polizia Locale
Gennaro Martinelli

Roma, 12.10.2006

Ancora aggressioni alla Polizia Locale di Calolziocorte e di Milano

Solidarietà della Segreteria FP CGIL Lombardia e del Coord. Reg. FP CGIL Polizia Locale ed un risposta al Comandante della Polizia Municipale di Milano.

In due distinti episodi, ancora aggressioni ai danni di lavoratrici e lavoratori della Polizia locale; i due episodi hanno natura diversa: nel Lecchese una lavoratrice ha subito un grave attentato alle proprie proprietà a causa di una costante e corretta applicazione delle norme in materia di circolazione stradale e regolamenti comunali, a Milano, per l’ennesima volta, una lavoratrice ed un lavoratore sono stati aggrediti nel compiere le normali attività di polizia giudiziaria che, in flagranza di reato, sono e debbono essere richieste ad ogni operatore di polizia.
La Segreteria Regionale ed il Coordinamento Regionale Polizia Locale della FP CGIL Lombardia esprimono piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori delle Polizia Municipale di Calolziocorte e di Milano aggrediti.
Tali fatti, seppure di diversa natura, ribadiscono la necessità di pervenire al più presto ad una profonda riforma della polizia locale.
A livello nazionale non può più essere elusa, dopo aver sconfitto con il referendum la pretesa di costituire ventidue milizie locali, la necessità di assicurare, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, uguali qualifiche giuridiche, uguali percorsi professionali, uguali tutele assistenziali e previdenziali.
Il Comandante di Milano (intervistato oggi su La Repubblica) è persona nota per la sua competenza professionale e correttezza personale: riteniamo, però, che la doverosa necessità di fornire il personale della polizia locale di strumenti di autodifesa che garantiscano l’applicazione del principio giuridico della proporzionalità della difesa in relazione all’offesa ricevuta, non possa essere risolto a livello regionale e, soprattutto, debba essere risolto con strumenti di cui venga comprovata la caratteristica di non essere armi letali (senza, peraltro, trascurare la necessità di un serio percorso addestrativo garantito secondo criteri rigorosi su tutto il territorio nazionale).
A livello regionale vanno poste in essere le attività volte ad assicurare contenuti della formazione professionale correlati al territorio di appartenenza: in tal senso và rafforzato e recuperato il ruolo dell’Istituto Regionale di formazione (Iref) come ente formatore e non come ente meramente certificatore o organizzatore di convegni. Vanno inoltre potenziate le attività volte al coordinamento dei piccoli enti, che in Lombardia costituiscono il 60% delle realtà, al fine di garantire efficacia ed efficienza al servizio nonché professionalità e tutela alle lavoratrici ed ai lavoratori: questo, però, non può avvenire, come negli anni appena passati, finanziando in modo indiscriminato attività svolte al di fuori degli orari di lavoro, mediante doppi turni presso i diversi enti interessati, negando il diritto al riposo del personale e ponendolo, di fatto, in condizioni di rischio per gli effetti del super lavoro. Occorre procedere a riorganizzazioni dei servizi associati, retribuendo in modo incentivato le attività svolte ma nell’ambito delle 35 ore contrattuali.

Coordinatore Reg.le Polizia Locale
Roberto Citterio
Segretario Reg.le FP CGIL Lomb. 
Vito Romito

Milano, 29 settembre 2006

Convegno promosso dalla Cgil di Genova su "Costituzione, Sicurezza del cittadino e Democrazia"

Intervento di Gian Guido Santucci 

Le recenti elezioni politiche hanno prodotto il cambio della maggioranza di Governo nel nostro paese; anche se per poche migliaia di voti il Centro Sinistra ha vinto e, pur con le difficoltà che provengono dalla limitatissima maggioranza di cui dispone al Senato, ha oggi il dovere di governare dando risposte, con atti concreti, alla fiducia postagli con il voto dagli italiani.
Ciò intervenendo, per prima cosa, rimediando ai tanti danni provocati nell’ultima legislatura dal Governo Berlusconi, durante la quale abbiamo toccato con mano gli effetti disastrosi di una politica di riforme e di scelte economiche il cui unico risultato è stato quello di svuotare le casse dello stato, scaricando sulle tasche degli italiani i costi delle enormi contraddizioni generate da una politica finanziaria rivolta esclusivamente a favore delle rendite e delle imprese finanziarie.
Per non parlare della finta riforma Federalista che, a colpi di maggioranza, è stata fatta per disegnare un sistema paese nel quale tutto il potere è accentrato in mano al Presidente del Consiglio, in veste quasi di monarca assoluto, e con un sistema regionale nel quale ognuno decide per proprio conto in tema di economia e finanza, scuola, lavoro e polizia locale sulla base del proprio tornaconto e delle disponibilità economiche possedute.
Il prossimo 28 giugno andremo al referendum votando NO per fermare questo disegno volto a stravolgere la nostra Costituzione e ad introdurre tanti sistemi diversi, quante sono le regioni, creando in questo modo un solco che mina alle fondamenta l’unità nazionale.
A questo Governo il sindacato chiede di rispettare gli impegni presi con gli italiani di realizzare un processo di crescita economica e sviluppo che li faccia sentire finalmente cittadini, e non più sudditi, di un paese nel quale il rispetto delle regole e del vivere civile è condizione essenziale per garantire a tutti diritti e pari opportunità, fiducia nelle istituzioni.
In questo contesto uno dei primi atti che chiediamo è quello di dare seguito alla riforma della polizia locale che da anni stiamo aspettando che venga promulgata dal Parlamento.
Ciò perchè in una realtà nella quale sale sempre più pressante la richiesta di sicurezza e vigilanza nelle nostre città come condizione primaria per lo sviluppo del vivere civile, vogliamo evitare che le giuste esigenze di coordinamento nel territorio delle politiche di sicurezza possano diventare, in una fase di grande confusione istituzionale su questa importantissima tematica, motivo per snaturare ruolo e funzioni della polizia locale, e non solo.
Abbiamo bisogno di grande chiarezza sia sul piano legislativo che nella definizione operativa dei compiti delle diverse forze di sicurezza che agiscono nel territorio nazionale ( polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale), perché senza il rispetto dei ruoli e delle mansioni spettanti a ciascun organo è evidente l’impossibilità di svolgere con efficacia interventi coordinati di politiche della sicurezza nelle città e nei territori ed il rischio di creare situazioni anomale, come ad esempio al comune di Lecco dove l’attività di polizia locale nel centro storico è stata affidata in appalto alla vigilanza privata, o al comune di Como dove è stata affidata alla Polizia Locale il compito di creare una squadra armata per scoraggiare i paint-writers i cui effetti purtroppo li abbiamo letti sulla cronaca nera dei giornali.
E proprio in virtù della grande confusione presente oggi tra gli amministratori ed al livello istituzionale che chiediamo con forza al Governo ed al Parlamento una iniziativa legislativa che ponga la parola fine ad una situazione che si trascina in tal senso da anni; siamo stufi di essere presi in giro, non accettiamo più questo stato di cose che mortifica le migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore.
Soprattutto per la Polizia Locale è necessario uno specifico provvedimento di riforma che dia risposte certe non solo ai cittadini ma anche agli oltre 60.000 addetti che giustamente rivendicano la fine della continua messa in discussione dei diritti e delle tutele duramente conquistati con il Contratto Nazionale e la contrattazione decentrata e che nella passata legislatura hanno visto mettere in discussione, con le proposte di legge di quel Governo, il riconoscimento del proprio lavoro e delle condizioni di difficoltà e disagio in cui spesso si vengono a trovare.
Si tratta quindi di rimettere in moto un processo legislativo in grado di giungere a conclusione nel più breve tempo che, per quanto attiene la nostra categoria, possa consegnare alla contrattazione di comparto un quadro di riferimento in grado di dare precise risposte sul piano della valorizzazione e del riconoscimento professionale.
A questo proposito, in coerenza con il lavoro fin qui svolto anche al livello unitario, riteniamo che in ogni modo sia utile ripartire dalla proposta di legge di riordino presentata a suo tempo da ANCI-UPI e Regioni che avevamo condiviso a suo tempo nei suoi principi ispiratori, migliorandola in alcune sue parti che risultano non chiare per quanto riguarda ruolo e funzioni della polizia locale ed il rapporto con le altre forze di polizia.
Per quanto ci riguarda chiediamo che la nuova legge riaffermi con nettezza le competenze ed il ruolo della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana, in piena autonomia organizzativa ed operativa istituzionalmente dipendente dai sindaci e dai presidenti di provincia.
Nello stesso tempo si dovrà affidare al Contratto Collettivo ed alla contrattazione decentrata il compito d’intervenire sui profili per adeguarli ai cambiamenti intervenuti nel corso degli ultimi anni sia per quanto riguarda i titoli di studio e gli accessi che per quanto riguarda i compiti e le funzioni pertinenti a ciascun profilo professionale.
Ritengo sia necessario che questa fase debba essere avviata al più presto, ed altrettanto celermente chiuderla; questo per evitare che l’ulteriore prolungamento di una fase d’incertezza legislativa che oramai dura da più di dieci anni possa dare la stura , per quanto assurdo possa sembrare, ad una trasformazione dell’idea di sicurezza dei cittadini in un gigantesco business da affidare ai privati facendo leva sui divieti della Finanziaria ad assumere e ad limitare i costi delle spese per il personale.
Dietro a questo tentativo, vagheggiato in maniera esplicita dal precedente Governo di Centro-Destra, si cela il tentativo di dissolvere e marginalizzare la peculiarità specifica della Polizia Locale per affidarne a terzi privati ruolo e mansioni. Il sindacato ha sempre manifestato la più viva contrarietà e la più ferma opposizione a questi tentativi: non sempre però ci siamo riusciti per via delle gravi lacune al riguardo nelle leggi attualmente in vigore.
Di esempi ne potremmo fare tantissimi: in particolare i tentativi di applicare alla Polizia Municipale e Provinciale quanto previsto in materia di lavoro interinale- chiavi in mano, fatto gravissimo che viola la norma contrattuale all’uopo voluta dalla FP CGIL nel CCNL 14/9/2000 e che ha impedito, sino ad oggi, l’utilizzo nella Polizia Locale dei contratti di fornitura di personale a tempo determinato gestiti attraverso le agenzie di lavoro.
Mi domando: è mai possibile che dei poveri ragazzi, privi di tutele e garanzie contrattuali, possano essere scaraventati a svolgere un lavoro, che solo un’adeguata preparazione e l’esperienza possono consentire di delimitarne i rischi e renderlo realmente utile per la popolazione?
Per questo motivo la nostra pressante iniziativa di mobilitazione della categoria per rilanciare sin dalle prossime settimane una forte iniziativa unitaria che rimetta al centro dell’attenzione delle forze politiche e di governo non solo la prospettiva di una vera riforma del settore, ma anche la possibilità di coprire gli attuali vuoti di pianta organica per queste figure professionali, superando gli attuali divieti di assunzione e del superamento dei termini di spesa previsti dalla Finanziaria 2006, dando così risposte di lavoro vero a chi vuol introdurre il precariato nella Polizia Locale.
Il nostro NO ad ogni tentativo di cedere la sicurezza pubblica ai privati, all’inserimento del lavoro interinale, passando per l’idea di creare i volontari della sicurezza, di frantumare la rappresentanza sindacale o di limitarne la capacità negoziale, è un valore che guida il nostro percorso di questi ultimi anni; è un NO convinto che ci ha permesso di battere sul piano parlamentare i tentativi di introdurre norme chedepotenziassero la Polizia Locale.
Sul piano più strettamente contrattuale questa presa di posizione e la presa di coscienza collettiva, che ha caratterizzato la categoria, di difendere i propri diritti e la dignità lavorativa, ci ha permesso di realizzare percorsi di valorizzazione e di riconoscimento professionale assolutamente all’avanguardia rispetto al contesto più generale del Comparto degli Enti Locali e che hanno consentito, nel corso degli ultimi contratti, di motivare fortemente la categoria restituendogli un forte senso di appartenenza al corpo della Polizia Municipale e Provinciale.
Abbiamo ancora tanto da fare, sarà importante a questo punto l’esito del voto al referendum del prossimo 25 giugno; se ci consegnerà un Italia ancora unita e non divisa dagli egoismi e dalle differenze regionali così come postulato dalla legge sulla devolution su cui siamo chiamati ad esprimere il nostro parere, tutto il nostro lavoro sarà reso più facile ed immediato.
Per questo abbiamo espresso un NO convinto come categoria che nasce dalla convinzione che la riforma federale varata dal Governo Berlusconi anziché cimentarsi con le vere esigenze di decentramento dei poteri dello Stato per avvicinarlo di più ai cittadini ed al paese reale nell’ambito di una idea federale di solidarietà, abbia in realtà dato corpo ad una competizione tra aree territoriali, su diritti fondamentali come scuola, sanità e polizia locale che preoccupa per il futuro e la capacità competitiva del nostro paese nei confronti del resto dell’Europa e del mondo.
Non abbiamo bisogno di un’altra polizia regionale così come postulato dalla legge di riforma costituzionale sulla quale siamo chiamati al voto.
Non abbiamo bisogno di moltiplicare ulteriormente apparati di polizia che già oggi sono troppi e che di continuo si sovrappongono gli uni con gli altri nella sfera di competenze; dobbiamo semplificare. L’enormità delle persone impegnate ( più di 400.000 unità) proiettano il nostro paese al vertice delle graduatorie continentali nel rapporto agenti-abitanti; a questo non corrisponde affatto un basso livello di crimanilità e di infrazione delle leggi, anzi!
Serve quindi altro! Serve un serio coordinamento tra le varie forze dell’ordine, ciascuna per le sue competenze, per presidiare i territori, individuando le responsabilità e le attribuzioni dei vari soggetti istituzionali ( comuni, provincia, prefetto, questura, regione….)
Tutto questo deve servire per dare il senso del ruolo e del proprio valore a tutti coloro che oggi continuano ad indossare una divisa e percorrere le vie delle nostre città, avendo il compito di operare per la legalità, la sicurezza e la corretta convivenza civile delle comunità locali.
Sappiamo come la divisa di polizia locale a volte pesi quando ci si trova ad operare senza adeguati strumenti, senza i necessari percorsi formativi, senza diritti e senza tutele.
Ciò è dovuto molte volte all’impreparazione ed alla inadeguatezza che spesso riscontriamo tra le controparti, per la loro incapacità nel cogliere tutte le potenzialità di questa importante attività svolta al servizio della comunità investendo in maniera adeguata sul personale.
Quante volte abbiamo avuto a che fare con controparti che hanno affrontato le mille problematiche di un servizio di polizia locale nell’ambito di una discussione tutta interna, tutta accademica, dove il fattore lavoro assume quasi sempre un ruolo marginale?
L’ evidente che non esistono regole contrattuali e discipline legislative efficaci, se non si costruisce un legame e non si colgono gli elementi essenziali della specificità lavorativa, soprattutto da parte dei soggetti istituzionali preposti, ad iniziare dai sindaci dei comuni e dai presidenti delle giunte provinciali.
Il nostro agire di Funzione Pubblica in tutti questi anni è stato caratterizzato dalla grande mobilitazione della categoria sui temi della riforma e del riconoscimento professionale producendo un grande salto di qualità nell’agire sindacale; un modo diverso, anche sotto il profilo culturale, di affrontare le problematiche del settore, perchè ha riguardato tutti i soggetti coinvolti, a partire dagli operatori.
Per questi motivi, con la mia presenza oggi a questa iniziativa sul tema della sicurezza nelle città, voglio richiamare la necessità di mettere finalmente ordine nel complesso mondo sicurezza, ponendo al centro del dibattito e della discussione, soprattutto per quanto riguarda la polizia locale, il suo peculiare lavoro d’altissimo valore professionale.
Lavoro indispensabile, per garantire vivibilità e legalità nelle città e, quindi, la fruibilità degli spazi quale momento per l’esercizio delle libertà poste a base della democratica convivenza.
Il nostro obiettivo, com’è giusto che sia, è quello di farne un momento di verifica e di bilancio, nonché di confronto tra soggetti diversi che, a vario titolo, hanno competenze sulle politiche che investono la polizia locale.
Per passare dal generale al particolare, per meglio descrivere un lavoro, le sue potenzialità, ma anche le sue difficoltà, dobbiamo pensare come le tante “specificità” che caratterizzano il lavoro dei nostri addetti riflettano in maniera sostanziale i temi che investono la nostra società.
Non è un caso, se ci pensiamo bene, che le problematiche della globalizzazione e le ingiustizie insite nell’attuale modello di sviluppo, come la questione del razzismo e dell’immigrazione, come la questione della guerra, della sue atrocità e della sua inutilità.
siano temi che per quanto possono apparire lontani, in realtà sono molto più vicini di quanto si pensi, perché sono proprio questi grandi temi che influenzano e determinano la complessità della società moderna e che nelle nostre grandi città, traducendosi in crisi occupazionale, in disuguaglianze, crescita dell’esclusione, ridimensionamento dello Stato Sociale, definiscono un contesto dove, inevitabilmente, aumentano i comportamenti illegali con i quali la polizia locale, spesso, deve fare i conti.
L’esperienza che abbiamo vissuto come categoria appartenente al mondo della pubblica amministrazione, soggetta ad un rapporto di lavoro di natura privatistica, dimostra in maniera del tutto positiva che attraverso questa condizione è stato possibile intervenire sui fattori dell’organizzazione del lavoro , della formazione e della crescita professionale in maniera molto più attenta e tempestiva di quanto sia possibile fare per gli altri corpi di polizia soggetti a regolamentazione per legge .
Credo che, in base alle cose che ci siamo fin qui dette, il percorso che abbiamo intrapreso sia una esperienza che non debba rimanere circoscritta nell’ ambito della Funzione Pubblica CGIL; penso che ciò che abbiamo fatto nel corso di tutti questi anni per consegnare ai lavoratori della Polizia Locale la consapevolezza d’essere portatori di un’altissima professionalità, di diritti irrinunciabili e di essere un soggetto impegnato nella costruzione di una società migliore per tutti, possa rappresentare il punto di arrivo di una discussione che io ritengo deve essere avviata immediatamente, dopo l’evocato intervento legislativo sul coordinamento delle forze di sicurezza e sulla riforma della Polizia Locale, che deve riguardare la delegificazione del rapporto di lavoro delle forze di polizia.
Ritengo infatti che sono oramai maturi i tempi per affrontare la questione restituendo ai lavoratori ed alle lavoratrici del settore la possibilità di discutere delle proprie condizioni professionali, delle tutele e dei diritti che il nostro ordinamento privatistico offre per garantire tutela e dignità ai lavoratori ed alle lavoratrici della polizia locale.
Su queste basi, ne sono certo, sarà possibile affrontare tutte le lotte che ancora bisogna sostenere per un’idea di sicurezza, dove, non solo per la Polizia Locale, siano presenti riconoscimenti giuridici e contrattuali coerenti con il lavoro svolto al servizio dei cittadini, forte della tantissima dignità dei suoi addetti.

Genova 21 Giugno 2006

Costituzione Coordinamento Provinciale Novara

In data 10/05/06 , presso la Camera del lavoro di Novara , si è costituito il coordinamento provinciale CGIL della Polizia Locale.
Ne fanno parte: Morra Paolo, Porta Maurizio,Bosco Maria Ines, Botturi Ado, Gagliardi Andrea,Giordana Sergio, Palmieri Raffaele, Di Marco Salvatore, Ferro Pier Guglielmo, Cavallotto Pier Giovanni, Mancin Antonello.
Responsabile del Coordinamento Paolo Morra , che sarà coadiuvato da: Porta Maurizio, Giordana Sergio, Cavallotto Pier Giovanni e Bosco Maria Ines.
Il coordinamento si prefigge di intervenire , nelle immediatezze sui seguenti temi:
-Contrastare il sorgere di fenomeni inerenti il lavoro interinale nel settore dell’area Vigilanza, cosi come da recenti comunicati, giunti a titolo pubblicistico in alcuni Comuni della nostra provincia.
-Partecipare attivamente sulla nuova legge quadro.
-Attivare in tutte le realtà piccole e grandi i percorsi previsti per attingere le risorse dall’art. 208 cds per l’integrazione della previdenza e l’assistenza.
-Uniformità applicativa in tutte le realtà delle normative sulla sicurezza.
Questi sono solo alcuni dei punti che verranno immediatamente affrontati dal coordinamento provinciale, oltre quello sottointeso della continua informazione a tutti gli operatori del settore, grazie anche al filo diretto che si instaurerà, con i coordinamenti CGIL Regionali e quello Nazionale.

P. il Coordinamento Provinciale
CGIL FP della Polizia Locale
Paolo Morra

Novara 16/05/2006

Aggressione alle lavoratrici e ai lavoratori della Polizia Municipale di Milano

Comunicato della Segreteria Regionale e del Coordinamento Regionale Polizia Locale della FP CGIL Lombardia

La Segreteria Regionale ed il Coordinamento Regionale Polizia Locale della FP CGIL Lombardia esprimono piena solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della Polizia Municipale di Milano, aggrediti durante un’operazione di servizio nel quartiere Corvetto.
Esprimono, inoltre, la più profonda convinzione che i problemi connessi al disagio giovanile, alla marginalità ed alla devianza, nonché alla sicurezza delle cittadine e dei cittadini che vivono nelle periferie, non possano essere ridotti esclusivamente a problemi di polizia. In tal senso, chiedono al Comune di Milano ed alla Regione Lombarda di attivare e diffondere i patti locali di sicurezza urbana previsti dalla Legge Regionale n. 4/2003, integrandoli con i contratti di quartiere e con tutte quelle forme di progettazione partecipata che coinvolgono i diversi soggetti che assicurano vivibilità alle nostre città.
La Segreteria Regionale ed il Coordinamento Regionale Polizia Locale della FP CGIL Lombardia ribadiscono la necessità di un intervento legislativo volto a dare certezza ed unicità a livello nazionale tanto alle qualifiche giuridiche del personale della Polizia locale quanto ad assicurare trattamenti previdenziali ed assistenziali eguali a quelli del personale delle Forze dell’ordine, pur ribadendo diverse funzioni e competenze.
Ritengono altresì inderogabile affrontare, in modo serio, professionale, e scevro da ogni demagogia, la questione degli strumenti di autodifesa da destinare alle lavoratrici ed ai lavoratori della Polizia locale, così da garantire l’applicazione del principio giuridico della proporzionalità della difesa, che non può oscillare tra i due estremi dell’arma da sparo e delle mani nude, ma che deve essere comunque ricondotta alle competenze, alle finalità d’istituto ed ai modelli formativi della Polizia locale: in tal senso si ritiene con evidenza superata l’esperienza del “bastone tattico estensibile”, in quanto arma palesemente offensiva.

Milano, 3 maggio 2006

Non è passato l'ennesimo tentativo Governativo di cancellare la Polizia Locale

Comunicato di Giovanni Pagliarini Segretario Nazionale FP CGIL e Gennaro Martinelli Coordinatore Nazionale Polizia Locale FP CGIL 

E’ fallito il tentativo della maggioranza di centrodestra di giungere a colpi di fiducia all’approvazione di una legge che avrebbe affossato il ruolo della Polizia Locale e svilito il lavoro, la professionalità delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente si confrontano con i problemi delle persone e con il loro bisogno di vivibilità, legalità e sicurezza urbana.
Una legge che, come abbiamo evidenziato da subito, parlava della Polizia Locale solo nel titolo per mascherare ben altro. Difatti, nulla era previsto in materia di tutele, di previdenza, di chiarezza di compiti e funzioni. Nulla a che vedere con i diritti degli agenti a percorsi professionali seri e coerenti con le funzioni rivestite, ad un’indennità di Polizia Locale diversamente strutturata e finanziata, al riconoscimento del ruolo rivestito nelle politiche integrate di sicurezza urbana.
Nulla di quanto i lavoratori rivendicavano in termini di pari dignità con le forze di polizia statali o di valorizzazione della propria peculiarità professionale, era contenuto nella cosiddetta “legge di riforma” che oltre i tempi regolamentari si voleva far passare.
A quanti dovessero chiedersi, allora, perché tanto entusiasmo da parte della destra proviamo ad indicare almeno due chiavi di lettura: una politica e l’altra di necessità.
La prima è coerente con quanto ha fatto il Governo e la sua maggioranza in questi cinque anni, disarticolare la Polizia Locale per trasformarla nella ruota di scorta delle altre Forze di Polizia.
Senza spendere un solo soldino (la legge non necessitava di copertura finanziaria, costo zero per il governo) si distruggevano cent’anni di storia disperdendo enormi professionalità e competenze in campi quali la lotta all’abusivismo, la tutela dell’ambiente, la tutela della salute dei cittadini depotenziando, così, il ruolo fondamentale svolto nell’ambito delle politiche integrate di sicurezza urbana.
Si vanificava quella capacità e professionalità tipica di questi lavoratori di dialogare con la gente, di essere punto di riferimento nel quotidiano di tutti ed in particolare delle fasce più deboli.
Si negava autonomia organizzativa ed operativa alla polizia locale subordinandola gerarchicamente alle decisioni di prefetti e questori senza alcun ruolo per sindaci e presidenti di provincia, in barba all’idea da noi sostenuta di un reale coordinamento tra tutti i diversi soggetti impegnati a garantire la sicurezza urbana, secondo criteri di pari dignità e nel rispetto delle specifiche peculiarità professionali.
La seconda è legata alla necessità di rilanciare la frantumazione sindacale che ha caratterizzato negli anni passati, in negativo, quest’importante settore della pubblica amministrazione.
Proprio i processi democratici di rappresentanza, il coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte sindacali, la capacità aggregativa intorno a piattaforme capaci di sposare peculiarità professionali ed aspetti solidaristici hanno liberato questa categoria dal soffocamento corporativo dei mille orticelli.
Con il blitz di fine legislatura, si voleva ottenere questo risultato riconoscendo la rappresentatività negoziale a tutti i soggetti con circa 800 – 1000 associati, senza che questi avessero, oltretutto, alcun obbligo di sottoporsi al giudizio dei lavoratori attraverso le votazioni per le RSU.
Cosa c’entrasse tutto ciò con le enormi difficoltà ed i sacrifici che gli appartenenti alla Polizia Locale quotidianamente affrontano non è dato sapersi.
Si è, così, evitato un danno di enormi proporzioni ma la battaglia contro i tentativi di dissolvere la peculiarità della Polizia Locale è tutt’altro che conclusa.
All’uopo, basti pensare che il Governo con un proprio emendamento al testo del disegno di legge AC 6259 (Pubblica Amministrazione) ha proposto l’articolo 12bis (disposizioni in materia d’assunzioni di personale e di contratti di fornitura di personale a tempo determinato) dove si rende applicabile alla Polizia Municipale e Provinciale quanto previsto in materia di lavoro interinale.
Un fatto gravissimo che viola la norma contrattuale all’uopo voluta dalla FP CGIL nel CCNL 14/9/2000 e che ha impedito, sino ad oggi, l’utilizzo nella Polizia Locale dei contratti di fornitura di personale a tempo determinato gestiti attraverso le agenzie di lavoro.
E’ gravissimo che il Governo rinneghi, ancora una volta, la peculiarità professionale della Polizia Locale, la complessità del lavoro svolto al servizio della sicurezza urbana, il valore delle qualifiche rivestite ed il ruolo delicatissimo svolto a garanzia delle libertà di tutti.
E’ impensabile che dei poveri ragazzi, privi di tutele e garanzie contrattuali, possano essere scaraventati a svolgere un lavoro, che solo un’adeguata preparazione e l’esperienza possono consentire di delimitarne i rischi e renderlo realmente utile per i cittadini.
L’unico vero scopo di questo emendamento, è quello di impedire che si proceda a garantire la copertura delle piante organiche attraverso un lavoro vero dove, oltre ai diritti contrattuali, vi siano precisi doveri per gli enti in materia di formazione professionale, organizzazione del lavoro, dotazione di mezzi, ecc.
Infine, il tutto porta ad un altro risultato per il Governo: indebolire la capacità di mobilitazione sindacale in un settore strategico.
Dal tentativo di cedere la sicurezza pubblica ai privati, all’inserimento del lavoro interinale, passando per l’idea di creare i volontari della sicurezza, di frantumare la rappresentanza sindacale o di limitarne la capacità negoziale, si riscontra un percorso governativo che ha avuto come obiettivo ultimo il depotenziamento della Polizia Locale.
Il Coordinamento della Polizia Locale FP CGIL ha avuto il merito di aver detto queste cose all’inizio di questa legislatura quando le avvisaglie sono state lo storno dei 5 miliardi di lire previsti in finanziaria specificatamente per la Polizia Locale e l’assenza nei DPEF di qualsiasi indicazione d’investimento per il settore.
Su questo e sul continuo confronto abbiamo costruito la nostra linea e la mobilitazione dei lavoratori, che ha impedito la fine di uno dei pilastri di vivibilità e legalità delle nostre città: la Polizia Municipale e Provinciale.
Unitamente a questo, si è provato ad intercettare le esigenze di lavoratrici e lavoratori nei contratti di lavoro, attraverso ai quali si sono ricercate risposte ai temi salariali, organizzativi ed alle tutele.
Vi è ancora tantissimo da fare, basti pensare alla spada di damocle della devolution, ma non siamo più all’inizio della salita.
Vi è la consapevolezza dei lavoratori della Polizia Locale d’essere portatori di un’altissima professionalità, di diritti irrinunciabili e di essere un soggetto impegnato nella costruzione di una società migliore per tutti.
Vi è un Coordinamento della Polizia Locale FP CGIL consolidato, ramificato nei territori con tantissime compagne e compagni di valore che proseguiranno, in modo anche migliore, quanto prodotto sinora in un’esperienza, umana e sindacale, indelebile e d’enorme valore.
Sicuramente, su queste basi sarà possibile affrontare tutte le lotte che ancora bisogna sostenere per un’idea di sicurezza, dove la Polizia Locale sia presente con riconoscimenti giuridici e contrattuali coerenti con il lavoro svolto al servizio dei cittadini, forte della tantissima dignità dei suoi addetti.

Roma, 12 febbraio 2006

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