Comunicato – Incontro al DAP su sperimentazione Polizia Penitenziaria negli UEPE

Ai Delegati ed Eletti Fp Cgil nelle RSU dei posti di lavoro

C O M U N I C A T O

Il giorno 11 luglio u.s. è ripreso il confronto con l’Amministrazione sulla bozza di decreto interministeriale (Giustizia e Interni) che prevede la sperimentazione presso alcuni UEPE dell’inserimento della Polizia Penitenziaria con l’istituzione dei Nuclei di verifica e controllo.

La discussione è stata molto intensa e si è protratta fino a tarda mattinata favorendo un ulteriore e crediamo proficuo confronto con l’amministrazione la quale, comunque, conferma il suo deciso orientamento ad avviare la sperimentazione (vuole comunque ottemperare ad un preciso input politico, motivato da una pseudo e confusa richiesta di maggiore sicurezza sociale).

La Fp Cgil ha rappresentato in maniera ferma e determinata tutte le osservazioni e le criticità emerse nel corso dell’assemblea degli AASS penitenziari FpCgil svoltasi il 10 luglio nel corso della quale, grazie anche al confronto con le strutture del coordinamento nazionale della P.P., (anche di quelle interessate alla sperimentazione), si è avuto modo di continuare l’approfondimento interprofessionale sulla tematica in questione, esaminando congiuntamente il contenuto del decreto ed evidenziandone criticità e perplessità assolutamente condivise .

La Fp Cgil dando atto all’amministrazione di una diversa capacità di ascolto rispetto alle chiusure che hanno contraddistinto l’avvio del confronto su questo tema, ha evidenziato che quanto emerge dall’articolato in esame risulta ulteriormente lesivo degli aspetti organizzativi, amministrativi e professionali degli operatori che saranno interessati da questa operazione, siano essi di polizia penitenziaria che di servizio sociale.

L’attuazione della sperimentazione secondo le modalità enunciate nell’articolato rischia un impatto fortemente negativo su quelli che sono i principi del mandato istituzionale assunti dalla norma di riferimento e assolutamente non sostituibili da un semplice atto amministrativo; ci riferiamo alla soverchiante funzione del Prefetto che non solo sembra sostituire la magistratura di sorveglianza, ma entra invasivamente nella gestione del personale della Polizia penitenziaria, nella sua selezione e nei rapporti di dipendenza funzionale dei direttori degli Uepe; ci riferiamo anche alle misure alternative, la cui natura e relative specificità sembrano quantomeno sottovalutate e allo svilimento professionale e operativo dei lavoratori, del servizio sociale, della Polizia penitenziaria.

La Fp Cgil ha chiaramente posto anche la necessità che le osservazioni da più parti arrivate, circa l’incompatibilità di tale sperimentazione con le attuali caratteristiche previste dall’ordinamento per la misura dell’affidamento in prova al servizio sociale, siano tenute in alta considerazione e che la prossima bozza di decreto espunga dalle attività di controllo formale tale misura, concentrandosi, eventualmente, sulla sola detenzione domiciliare, oltre che sulle altre misure per le quali già oggi è già previsto il controllo della Polizia penitenziaria.

Abbiamo inoltre rappresentato l’impatto negativo in termini di risorse, economiche e umane e strutturali che tale operazione comporterà. Abbiamo in tal senso chiesto all’amministrazione una stima sia sul personale di Polizia penitenziaria che necessiterebbe per tale sperimentazione, sia sui mezzi e le strumentazioni da destinare a tale servizio, certi che i numeri confermeranno le enormi difficoltà in termini di organici che abbiamo già ripetutamente denunciato, anche per le regioni per le quali il decreto prevede la sperimentazione.

Abbiamo infine posto l’attenzione sulla scientificità della sperimentazione: essa manca degli indicatori necessari per una valutazione intermedia e finale e, soprattutto, risulta insostenibile laddove affida ai soli capi del DAP e della Polizia di Stato la capacita di valutare gli effetti.

Riteniamo necessario, invece, che già nel decreto di sperimentazione sia previsto un vero e proprio comitato scientifico, di valore e terzo rispetto al DAP, al quale affidare il monitoraggio e la valutazione dei risultati della sperimentazione, anche attraverso la preventiva individuazione di criteri oggettivi e, appunto, scientifici.

Abbiamo, infine, rappresentato l’opportunità di allocare organizzativamente gli eventuali nuclei di controllo presso i provveditorati regionali ciò per garantire l’assoluta autonomia professionale di entrambi gli attori della sperimentazione: Polizia Penitenziaria, Assistenti Sociali.

L’Amministrazione considerate le notevoli osservazioni formulate dalle OO.SS. ha ritenuto opportuno rinviare l’incontro a nuova data .

Naturalmente sarà nostra cura informarvi con solerzia del prossimo incontro.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Polizia penitenziaria
Francesco Quinti
 
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Penitenziari Comparto Ministeri
Lina Lamonica

Roma 13 Luglio 2007

Esiti riunione su dirigenza penitenziaria

Roma 18 Luglio 2007

Ai delegati ed eletti RSU Fp Cgil

Esiti confronto odierno su bozza di Decreto Ministeriale – individuazione dei posti di funzione dirigenziale del DAP

Si è concluso oggi il confronto sulla bozza di Decreto Ministeriale di individuazione dei posti di funzione dirigenziale dell’Amministrazione penitenziaria.
Un confronto assolutamente emblematico delle difficoltà del nuovo vertice del DAP nel far uscire l’Amministrazione dallo stato confusionale nel quale è stata ricacciata dalla disastrosa esperienza “Castelli/Tinebra”; un confronto che non esitiamo a giudicare più che positivamente sia per la grande capacità di ascolto e di mediazione dimostrata dall’Amministrazione, sia per le conseguenti modifiche ed avanzamenti registrati rispetto alle prime bozze.
Per ciò che riguarda l’azione della Fp Cgil abbiamo potuto registrare:

* la sostanziale rispondenza al principio che avevamo posto alla base delle nostre rivendicazioni – almeno un dirigente per ogni istituto e servizio –
* una sostanziale omogeneità nelle articolazioni dirigenziali in tutti i Provveditorati Regionali attraverso la reintroduzione degli Uffici Esecuzioni penali Esterne, per i quali le precedenti bozze avevano previsto accorpamenti con altri Uffici
* una riduzione degli investimenti dirigenziali presso la struttura centrale del Dipartimento (in verità ancora, a nostro giudizio, troppo sovradimensionata)

Abbiamo, comunque avanzato ulteriori osservazioni che ci auguriamo siano recepite nell’attività di stesura finale del decreto.
In particolare abbiamo chiesto:

* che il richiamo ai principi, ai livelli di autonomia e alle responsabilità derivanti dal Dlgs 165/2001, già ampiamente previsto per i dirigenti che opereranno negli Istituti penitenziari e negli Uepe, sia esteso anche ai dirigenti del Dipartimento Centrale e dei Provveditorati
* che l’individuazione delle fasce per gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna sia trattata in maniera diversa dagli Istituti penitenziari, con indicatori e criteri più consoni alle reali caratteristiche degli Uffici.
* un’attenta riflessione su alcune scelte che ricadono sugli istituti e sugli Uepe in termini di classificazione; abbiamo a tal fine consegnato all’Amministrazione le molteplici riflessioni giunte alla Fp Cgil Nazionale da molte sedi penitenziarie circa l’opportunità di riconsiderare le scelte operate nella tabella A allegata al Decreto.

Abbiamo, comunque, invitato il DAP a stringere i tempi per l’assunzione formale del Decreto, convinti che sia ormai improcrastinabile l’apertura della successiva fase di confronto per la definizione dei criteri per l’attribuzione degli incarichi ai dirigenti penitenziari.
A margine della riunione abbiamo sollecitato il Capo del DAP a fissare nuovamente e con urgenza la data dell’incontro sulle problematiche dell’Area 1 e delle professionalità sanitarie, incontro rinviato “sine die” la settimana scorsa.

p. la Fp Cgil Nazionale
Fabrizio Rossetti

Educatrice della C.R. di Volterra aggredita in Istituto.

Roma,28.11.2007

Al Sottosegretario
Ministero della Giustizia
Prof. L. Manconi

Al Capo del DAP
Pres. E. Ferrara
e,per conoscenza
Ai Vice Capo del DAP
Dr. E. di Somma
Dr.A. D’Alterio

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. De Pascalis

Al Provveditore DAP
D.ssa M.Pia Giuffrida

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Oggetto: Educatrice della C.R. di Volterra aggredita in Istituto.

Siamo venuti a conoscenza di un gravissimo atto di aggressione avvenuto il 23 novembre u.s. cui è stata vittima l’Educatrice della Casa di Reclusione di Volterra nei confronti della quale, durante il normale espletamento del compito istituzionale, un detenuto pare abbia infierito con estrema violenza.
Esprimiamo forte solidarietà alla lavoratrice che ci risulta ne avrà per trenta giorni e condanniamo con fermezza l’accaduto che assume, a nostro parere, connotazioni ancora più inquietanti in quanto si è consumato in un contesto istituzionale e lavorativo che pur chiamando tutti i lavoratori a svolgere il loro mandato istituzionale, non garantisce, per la sua peculiarità e complessità, gli standard di sicurezza, che gli interventi professionali richiedono.
In tal senso crediamo che l’ottimizzazione dell’organizzazione passa attraverso l’incremento delle risorse strutturali (organico in primis) necessarie alla sua efficienza e a rendere efficace il suo mandato istituzionale che nello specifico, assunto ormai da tempo, si esplica nell’equilibrio operativo e culturale della dicotomia sicurezza e trattamento.
E’ evidente, a questo punto – e non possiamo esimerci dal denunciarlo- che l’episodio evidenzia una grave situazione di disagio operativo che risulta stia attraversando l’area pedagogica della Casa di Reclusione di Volterra, dove risulta in servizio solo l’educatrice aggredita. Tale disagio pare essere stato rappresentato ai vertici dell’amministrazione che, forse, sottovalutandone la gravità è degenerato nell’episodio in questione.
Non intendiamo, certo, esprimere considerazioni avventate in merito al fatto che, di per sé, esprime tutta la sua gravità ma, intendiamo, questo si, invitare l’amministrazione, ad alcune riflessioni che la questione induce a fare.
Ad esempio: quanto si è investito, negli ultimi dieci anni, in termini di risorse nell’area “cosiddetta” pedagogica degli istituti penitenziari?
In tal senso è ben nota – e più volte denunciata da questa O.S.- la grave carenza di organico di educatori, psicologi e di tutte quelle professionalità cosiddette tecniche, esperte del trattamento.
Riteniamo necessario riprendere, con determinazione, quel dibattito e quel confronto sull’esecuzione penale, sul trattamento intramurario, sul significato dell’intervento pedagogico nell’istituzione carceraria e delle opportunità trattamentali offerte dall’istituzione con il dettato normativo di riferimento, tematiche che hanno positivamente caratterizzato il settore ma che paiono oggi prevaricate da scelte politico-amministrative poco condivise che evidenziano nel concreto una sorta di regressione culturale e politica dell’intero sistema penitenziario.
E’ innegabile infatti che dal silenzio assoluto e dall’indisponibilità offerta nelle precedenti gestioni, ancora poco si sia offerto in quella attuale in termini di proposte e potenziamento dell’operatività negli istituti: i concorsi per educatori sono fermi, le aree pedagogiche sono organizzate con numeri insufficienti ma su standard di efficientismo manageriale, le segreterie tecniche non sempre presenti, con sovrapposizione di mansioni, impoverimento di contenuti quando non, come nel caso di Volterra, di vita professionale.
Dove sono i contenuti pedagogici di una professione schiacciata fra l’esigenza di sicurezza, garantita dalla presenza degli operatori di polizia penitenziaria e quella trattamentale, delegata esclusivamente ai più numerosi e accreditati volontari, cooperative, enti territoriali?
E che dire dell’idea, sempre più confusa, ambigua e palesemente strumentale, che in questa improvvisazione trattamentale la polizia penitenziaria, superando quanto prescritto dalla norma di riferimento,vada sempre più coinvolta in compiti che rischiano di sostituire o addirittura prevaricare quelli peculiari e specialistici dell’intervento pedagogico cui è demandato la figura professionale dell’Educatore?
Crediamo davvero che la lenta sparizione della professionalità trattamentale penitenziaria non giovi al processo di democratizzazione delle carceri, sempre più messo in discussione dal sensazionalismo scatenato a livello politico e sociale.
Crediamo dunque che, se non si interverrà per tempo con espressioni serie e concrete da parte di codesta Amministrazione, anche le carceri italiane registreranno il lento processo involutivo dilagante nella società.
Nel ribadire la necessità di un urgente incontro, in attesa di riscontro, inviamo distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
Penitenziari C.M.
Lina Lamonica

 

 

Interpello contabili C1

 
Roma, 27.03.2008

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. Massimo De Pascalis

Ai Delegati ed Eletti RSU FpCgil

Prot. n. CM 67/2008

Oggetto: Interpello contabili C1.-

Eg. Direttore Generale,
la nota “informativa” del 20.03.2008 dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali, con la quale si comunicano alle OO.SS. le risultanze dell’interpello relativo ai Contabili C1, ci duole affermarlo ma rappresenta, a nostro parere, l’ultimo atto, in ordine temporale, della evidente situazione di estrema confusione nella quale si trova ad operare codesta Direzione Generale.
Ci riferiamo, come suddetto, alla questione della mobilità del personale (contabili) in previsione della contestuale assunzione di 45 contabili C1 vincitori del Concorso pubblico, mobilità che secondo l’accordo siglato il 12 marzo 2003 prevede la sua realizzazione attraverso procedure ben precise che evidenziano, a garanzia dei lavoratori, criteri oggettivi e trasparenti ben delineati nell’accordo anzidetto.
Una modalità, dunque, dettata dalla norma contrattuale che nello specifico sembra non trovare la giusta e corretta applicazione.
Infatti, abbiamo avuto modo di constatare che, in itinere, il carattere dell’interpello nonchè i criteri di valutazione delle relative domande inoltrate dai lavoratori interessati sono stati modificati, evidenziando, in tal modo, una sorta di deroga arbitraria all’accordo che riteniamo assolutamente inaccettabile in quanto lesiva dei diritti dei lavoratori e della norma contrattuale.
La Fp Cgil chiede sulla questione un urgente riscontro, non ultimo, anzi necessario un confronto al quale fin d’ora siamo disponibili.

Il Coordinatore Nazionale
Penitenziari Ministeri

Lina Lamonica

 

 
 

Lettera al Presidente del Dap sui Direttori C1

Roma, 21 aprile 2008

Al Capo del DAP
Pres. E. Ferrara

e, p.c.: Al Dirigente Generale del Personale e della Formazione
Dott. Massimo De Pascalis

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Alle Strutture Regionali e comprensoriali FpCgil

Alle/ai Delegate/i ed elette/i RSU Fp Cgil
LORO SEDI

Egregio Presidente,
come Le sarà certamente noto, il 9 aprile scorso il Presidente del Tar del Lazio ha deciso di accogliere la richiesta di misura cautelare provvisoria, avanzata con ricorso da una decina di Collaboratori C1 contro il Dap, sottolineando esplicitamente: “nel senso che necessariamente congela l’eventuale avvenuta nomina” relativa all’immissione in servizio di 103 Direttori C1 vincitori del corso concorso riguardante i percorsi di riqualificazione per il passaggio dall’area B all’area C, pos. ec.C1.
Con tale ricorso si richiede, peraltro, l’annullamento del bando per 103 Direttori C1, nonché del PDG di approvazione della relativa graduatoria definitiva.
In poche parole, l’obiettivo è quello di cancellare il profilo professionale di Direttore C1, perché, a parere di chi ricorre, non se ne ravviserebbe l’utilità dopo l’approvazione della legge Meduri.
La FP CGIL, pur non volendo entrare nel merito della valutazione che opererà il Tar, non può esimersi dall’esprimere forte preoccupazione per la decisione assunta in prima battuta dal Giudice Amministrativo e per il futuro professionale di questi lavoratori, che, in possesso dei titoli richiesti, hanno partecipato alle procedure di riqualificazione nel lontano 2003 (anno di pubblicazione del bando col quale il Dap aveva previsto in pianta organica ulteriori 103 posti di direttori penitenziari C1), sono stati formati per il profilo professionale di Direttore penitenziario e, dopo un estenuante percorso, soltanto l’11 febbraio 2008 hanno sottoscritto il contratto individuale di lavoro assumendo servizio nel nuovo ruolo che, a parere dei Dirigenti di codesta amministrazione ( istituti e servizi e PRAP) denota poca chiarezza riguardo le reali funzioni professionali loro afferenti.
E’ evidente che la questione sta determinando incertezze, disorientamento nonché chiare lesioni ai diritti soggettivi degli interessati.
Occorre precisare che la legge Meduri, intervenuta durante il percorso, non ha cancellato il profilo professionale di Direttore né tanto meno il Settore dell’organizzazione e delle relazioni ove tale professionalità trova la sua naturale e contrattuale collocazione, essendo ancora vigente il Contratto Collettivo Integrativo della Giustizia del 5 aprile 2000, ma ha solo innalzato i Direttori già in servizio a Dirigente penitenziario.
La Fp Cgil, ritenendo assolutamente non più procrastinabile l’esame della problematica in questione né tanto meno eluse le aspettative dei lavoratori, chiede con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto .
In attesa di un cortese urgente incontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale
Penitenziari C. Ministeri
Lina Lamonica

 
 

Comparto Penitenziario: comunicato stampa congiunto sul decreto Tremonti

 
Comunicato stampa dell’11 luglio 2008 dei Coordinamenti Nazionali Penitenziari
 

 
 

Comunicato incontro del 5 novembre con il Ministro Alfano

 
COMUNICATO SULL’INCONTRO DEL 5 NOVEMBRE AVUTO CON IL MINISTRO
ON. ALFANO SULLA DIRIGENZA PENITENZIARIA
(CON APPENDICE)

Si è svolto oggi l’incontro fra le OO.SS. rappresentative della Dirigenza Penitenziaria ed il Ministro della Giustizia On. Alfano.
Erano presenti, oltre al Ministro, il Capo del Dipartimento, Pres. Ionta, il Vice-Capo del Dipartimento Dott. Di Somma e il Direttore Generale del Personale e della Formazione Dott. De Pascalis.
La nostra O.S. ha esordito evidenziando la complessità del mandato che aspetta il Ministro per la situazione di estrema difficoltà ed emergenza in cui versa l’apparato giustizia nel suo complesso e soprattutto per le conseguenze che le scelte politiche del governo, espressione della maggioranza a cui appartiene il Ministro, avranno sul sistema penitenziario.
Abbiamo tenuto a portare lo scambio su due distinti livelli di discussione, complementari ma distinti: i progetti riformatori di sistema e l’approfondimento delle diverse priorità concernenti la categoria dei Dirigenti Penitenziari.
Abbiamo chiaramente chiesto al Ministro l’apertura di un tavolo di discussione e di studio sull’intero sistema penitenziario, sull’idea stessa della pena, su progetti di riforma del codice penale e per un diverso e più ampio ricorso a forme di pene alternative e per ricalibrare, alla luce di tali ragionamenti, la struttura stessa dell’Amministrazione.
Questa O.S. ha anche voluto condividere con il Ministro l’idea dell’assoluta necessità di un equilibrio tra le esigenze securitarie e le esigenze socio-trattamentali e di quanto siano importanti, per raggiungere questo difficile obiettivo, la valorizzazione di tutti gli operatori penitenziari e la precisa definizione del ruolo, dei compiti e delle funzioni del Dirigente Penitenziario.
Abbiamo espresso forti perplessità riguardo al taglio di 133 milioni di euro alle risorse del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria operato dal DPEF del governo Berlusconi per il solo anno 2009 e l’ulteriore taglio di 70 milioni di euro (sempre solo per il 2009) per le spese relative all’edilizia dell’intero Ministero della Giustizia, che renderanno ancora più difficoltosa la gestione complessiva del sistema.
Il secondo livello di discussione affrontato è stato quello relativo alla categoria della Dirigenza Penitenziaria nello specifico, portando a conoscenza del Ministro le priorità che questa O.S. considera fondamentali:

* la sottoscrizione del primo contratto collettivo nazionale di lavoro della Dirigenza Penitenziaria (abbiamo consegnato al Ministro la piattaforma della Funzione Pubblica Cgil)
* la definizione delle funzioni e dei compiti dei Dirigenti Penitenziari
* la determinazione delle attribuzioni e degli incarichi
* l’indicazione precisa dei criteri di mobilità.

Una particolare attenzione è stata posta, da questa O.S., alla figura del Direttore di UEPE riguardo alla mancanza nella Legge “Meduri” e nel Decreto Ministeriale applicativo di una disciplina specifica relativa a tale professionalità, essendo, la normativa suddetta, incentrata e “tagliata” essenzialmente sulla figura del Direttore di Istituto Penitenziario.
In conclusione abbiamo richiesto con determinazione al Ministro On Alfano di farsi portatore presso il Ministro della Funzione Pubblica e dell’Innovazione On. Brunetta della non più procrastinabile esigenza di aprire un tavolo di confronto sul CCNL della Dirigenza Penitenziaria.
Il Ministro On. Alfano, dopo aver compiuto una panoramica sulla situazione del pianeta carcere e sulla politica criminale che lui e il governo di cui fa parte vogliono attuare, anche in relazione alla riforma del processo penale in corso, ha affermato la sua piena consapevolezza sul ruolo ed il valore da attribuire al Dirigente Penitenziario, punto strategico di snodo del sistema penitenziario.
Riprendendo in numerose occasioni i concetti espressi da questa O.S. ha condiviso le preoccupazioni ed, in parte, le proposte suggerite ed ha assicurato come la prossima istituzione del Fondo Unico Giustizia potrebbe compensare tutti i tagli operati dalla manovra finanziaria, rimarcando in tal modo la priorità del settore giustizia nel suo complesso.
Il Ministro ha inoltre dichiarato il suo impegno nel reperire i 14 milioni necessari per l’attuazione a regime del contratto della Dirigenza Penitenziaria illustrando anche la bozza di un emendamento che intende portare in Parlamento nella discussione sul cd. “Collegato norme sul lavoro”.
Infine si è impegnato a contattare al più presto l’On. Brunetta per operare da propulsore al fine dell’apertura del tavolo relativo alla definizione del Contratto della Dirigenza Penitenziaria.
Nel dettaglio della mobilità e degli straordinari ha sostenuto il criterio del merito per la mobilità e della necessità di Dirigenti particolarmente competenti nelle strutture complesse e della positività del riconoscimento del diritto al pagamento dello straordinario in se.
In conclusione, riteniamo giudichiamo l’incontro utile e soddisfacente, almeno quale primo approccio alle questioni della dirigenza penitenziaria, nella speranza che, finalmente, una più risolutiva attenzione sia posta da parte dell’Amministrazione alle problematiche della categoria.
Fraterni saluti.
Roma, 5 novembre 2008


 

QUESTO E’ IL TESTO CHE AVEVAMO PREDISPOSTO PER RACCONTARE “LAICAMENTE” IL SENSO DI UNA DISCUSSIONE CHE AVEVAMO GIUDICATO IMPORTANTE PER LE PROSPETTIVE DI AVANZAMENTO DEL COMPARTO DEI DIRIGENTI PENITENZIARI.
STAMATTINA, MENTRE STAVAMO PROCEDENDO ALL’INVIO DEL COMUNICATO, ABBIAMO AVUTO NOTIZIA DELL’INQUALIFICABILE, GRAVISSIMO EPISODIO AVVENUTO POCHE ORE FA PRESSO L’ANTICAMERA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, EPISODIO CHE HA VISTO COINVOLTI I COORDINAMENTI FP CGIL – COMPARTO MINISTERI- DEL DOG, DAP, DGM :

COMUNICATO STAMPA DI ALFREDO GARZI
SEGRETARIO NAZIONALE FP CGIL NAZIONALE

Il Ministro della Giustizia chiama la polizia invece di ricevere il Sindacato

Dopo innumerevoli richieste di incontri al Ministro della Giustizia da parte delle Organizzazioni Sindacali, per affrontare le carenze d’organico, la mancanza di fondi per far funzionare gli uffici ormai a rischio di chiusura, alle quali non è stata data risposta alcuna, stamane, i coordinamenti nazionali della Fp Cgil del Ministero della Giustizia, si sono presentati nell’anticamera del Ministro per chiedere di essere ricevuti.
La risposta del Ministro è stata inequivocabile: ha chiamato la polizia che ha portato i rappresentanti sindacali al posto di polizia giudiziaria per l’identificazione e in seguito li ha confinati nella sede sindacale.
E’ questo un modo di intendere le relazioni sindacali che riporta indietro nel tempo, agli anni più bui della nostra storia, e sul quale quindi ci pare inutile aggiungere altre parole.
Roma 6 Novembre 2008

C’E’ BISOGNO DI ULTERIORI COMMENTI?

p. la Fp Cgil Nazionale
    Fabrizio Rossetti

 
 

Comunicato stampa

 
COMUNICATO STAMPA
Dei Coordinamenti Nazionali FPCGIL
Del Ministero della Giustizia
IL MINISTRO ALFANO FINALMENTE RICEVERA’ LE OO.SS

In relazione alle affermazioni del Ministro sulla violazione di presunte ‘regole interne di sicurezza’ vogliamo chiarire che i sindacalisti in questione sono tutti dipendenti del Ministero della Giustizia e per arrivare nell’anticamera hanno semplicemente percorso un corridoio del Ministero passando per un’area dove non compare alcun divieto alla libera circolazione dei lavoratori.

In conclusione però dobbiamo constatare che la nostra azione ha prodotto il risultato sperato ovvero che il Ministro, in virtù della nostra iniziativa, riceverà le OO.SS, che è quello che noi chiediamo da tempo senza essere stati fino ad oggi ascoltati.

7/11/08

Note penitenziari ministeri

 
 
Accordo di mobilità  e  da parte del capo del DAP ai lavoratori penitenziari invito a “tenere i nervi saldi”
 

 
 

 
 
 

Accordo mobilità interna personale penitenziario comparto ministeri

nuovi criteri
 

 
 

 
 

Comunicato

 
 
Si è svolta in data odierna la prevista riunione relativa all’accordo definitivo sul Fua 2008 e 2009: l’Amministrazione ha prodotto la nuova versione dell’accordo con una modifica all’art. 14 relativa alla assegnazione del coefficiente di 0,90 a lavoratori che avevano subito la sanzione del rimprovero verbale: in relazione a ciò abbiamo chiesto la riapertura dei termini per la valutazione di questi lavoratori e l’amministrazione si è detta disponibile a farlo.

Abbiamo denunciato come l’accordo sul Fua, che non abbiamo firmato, stia portando lo scompiglio a causa delle valutazioni arbitrarie dei dirigenti, spesso non motivate o basate su motivazioni inconsistenti: a tal fine abbiamo segnalato il caso eclatante di Nuoro dove è stato assegnato a tutto il personale il coefficiente minore.

In relazione alla Giustizia Minorile abbiamo evidenziato il mancato rispetto dell’impegno preso dal Direttore Generale del personale per il pagamento delle sostituzioni dei direttori e dei dirigenti. Il moltiplicarsi delle posizioni economiche previste per i dipendenti del dipartimento, peraltro, comporta il disconoscimento delle responsabilità e degli incarichi dei lavoratori dei servizi periferici della giustizia minorile.

Abbiamo inoltre evidenziato i problemi che il Contratto Integrativo sta provocando negli uffici giudiziari di tutta Italia, denunciando la latitanza e l’indifferenza dell’Amministrazione e chiedendo conto delle numerose richieste di incontro da noi inviate, anche sulle questioni della mobilità, che sono rimaste prive di risposta. L’Amministrazione ha risposto che sta per emanare una circolare esplicativa di risposta ai quesiti; da parte nostra abbiamo ribadito la necessità di un incontro urgente fin cui discutere approfonditamente della funzionalità degli uffici.

Inoltre abbiamo ricordato all’Amministrazione le incongruenze contenute nei bandi di tutti i dipartimenti che possono sollevare, dove la progressione non è garantita per tutti i lavoratori, problemi vertenziali poiché tali bandi violano il Contratto Nazionale 2006/09 e sollevano gravi problemi relativamente a questioni disciplinari.

Per l’Amministrazione degli Archivi Notarili abbiamo reiterato la nostra richiesta di provvedere a escludere lavoratori i cui titoli debbano a loro volta essere sottoposti a valutazione, e su questo punto il Dr. Oricchio, Direttore Generale degli Archivi, si è dichiarato disponibile.

Infine abbiamo chiesto al Sottosegretario Caliendo se risponde a verità quanto da lui affermato durante la risposta ad un question time relativamente al regolamento di organizzazione del Ministero che accorperebbe il personale di tutti i dipartimenti al personale del DOG, con delle innovazioni rispetto a quello presentatoci a dicembre del 2008.

Il sottosegretario Caliendo non ha smentito, dicendo tuttavia che si tratta ancora di una fase progettuale: da parte nostra abbiamo messo in evidenza la nostra totale contrarietà a questo progetto che avrebbe gravissime conseguenze sul funzionamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, della Giustizia Minorile e degli Archivi Notarili.

Ribadiamo ai lavoratori la nostra disponibilità a sostenerli nella procedura di contestazione delle valutazioni e nella assistenza legale per i ricorsi avverso l’ordinamento stabilito dal Contratto Integrativo.

Roma, 12/11/10

FPCGIL
Grieco/La Monica/Macigno

 
 
 

 

Circolare DAP

 

Progetto Master

 

  
Risposta del Dirigente generale dell’EPE (Esecuzione penale Esterna) alla nostra nota riguardo il Progetto Master.
 
 

 
 
 
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