COMUNICATO FPCGIL DIFESA

 

PUNTEGGI SVILUPPI ECONOMICI

Ci stupisce sempre più, la solerzia con la quale alcune organizzazioni sindacali rispetto al CCNI DIFESA -SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE – PROGRESSIONI ECONOMICHE DEL 28/29 APRILE e all’Accordo FUA 2010, siano in grado di pubblicare proiezioni e valori minimi di riferimento che consentono al personale civile la progressione economica da una fascia retributiva inferiore a quella immediatamente superiore.

I dati forniti a tutte le OO.SS. da parte di Persociv, sono dati riferiti ai dipendenti della Difesa – PRESENZE EFFETTIVE E APPARTENENZA AD UNA DETERMINATA FASCIA RETRIBUTIVA- al 01 GENNAIO 2010.

La FP CGIL DIFESA, in tale contesto, non ritiene corretto esprimere alcuna diffusione di dati, che risulterebbe falsata, rispetto alla pubblicazione della graduatoria definitiva.

Il sistema di controllo concordato in sede di trattativa, potrebbe portare a risultati diversi da qualsiasi proiezione che non tiene conto delle verifiche che si effettureanno.

Si ricorda che la pubblicazione della graduatoria dovrà avvenire in tempo utile all’emanazione dei decreti dirigenziali entro il 31.12.2010, così come previsto dall’Accordo FUA 2010.

Roma, 26 novembre 2010
 

FP CGIL DIFESA
Noemi MANCA

 
 

In ricordo di Peppe Cuccitto, Segretario regionale Fp Cgil Marche, ad un anno dalla sua scomparsa

 
 


Ricordo di Peppe Cuccitto, Segretario regionale Fp Cgil Marche, ad un anno dalla sua scomparsa


 

31 dicembre 2010

 
 
 

Lettera al Sottosegretario su approvazione poli di mantenimento

 
Roma, li 19 ottobre 2007
 
On. Sottosegretario di Stato
Marco VERZASCHI

Ministero Difesa
Gabinetto del Ministro
Palazzo “Baracchini”
Via XX Settembre, 8
00187 ROMA

Oggetto: approvazione T.O.O. Poli di Mantenimento E.I.

On.le Sottosegretario,
nella riunione tenutasi il 28 settembre 2007, presso il Gabinetto del Ministro, avente all’ordine del giorno l’iter di approvazione delle T.O.O. dei Poli di mantenimento dell’Esercito, abbiamo espresso con vivo rammarico la nostra totale insoddisfazione rispetto l’atteggiamento contraddittorio di S.M.D. e S.M.E., i quali, nonostante gli accordi decentrati giunti a buon fine già dal mese di gennaio c.a., non sono stati in grado di fornire risposte rispetto alla volontà del Ministro nel siglare decreti per la modifica degli organici dei Poli in oggetto.
Riconosciamo inoltre, che su nostra precisa proposta, Ella dimostrò come di consueto, una piena disponibilità, assumendosi un preciso impegno politico, rispetto alla tempistica relativa all’approvazione delle T.O.O. ed in particolare per il Polo di Terni dove il personale in una situazione di esubero reale, è stato costretto ad effettuare i percorsi di riqualificazione per altre regioni.
In considerazione che l’atteggiamento lacunoso dell’Amministrazione comporterà inevitabilmente iniziative di lotta presso gli Enti destinatari del provvedimento fin qui disatteso, tenuto conto che la Direzione Generale del Personale civile, provvederà ad effettuare un inquadramento collettivo del personale risultato vincitore dei percorsi formativi con decorrenza 1° gennaio 2008, confidiamo in un suo autorevole intervento, al fine di ristabilire normali condizioni di lavoro presso i Poli.
Ringraziando, si porgono distinti saluti

FPCGIL DIFESA
Noemi Manca

Comunicato stampa

 

DECRETO D’URGENZA PER ACCONTENTARE VITTORIA BRAMBILLA
LA SALUTE? SI, NO,… ANCORA NO… QUASI
.

 

Da quanto si apprende dal comunicato ufficiale presente sul sito web del Governo “è stato approvato un disegno di legge che istituisce un autonomo Dicastero della salute” scorporandolo dal Carrozzone unificato del “Welfare”.

La FP CGIL, che è stata da subito contraria all’accorpamento e che si è sempre battuta per avere di nuovo l’Amministrazione autonoma della Salute, non può che registrare con soddisfazione il successo della continua pressione del movimento sindacale, dei lavoratori e dell’opinione pubblica che hanno finito per imporre al Governo il ripristino di un dicastero indispensabile ai fini della tutela della salute pubblica e a garanzia dell’unitarietà del Servizio Sanitario Nazionale.

Certo, ancora una volta il Governo ha dimostrato di avere una scala di valori molto particolare: si è ravvisata l’urgenza imprescindibile di istituire da subito il Ministero del Turismo e non quello della Salute, per il quale si è scelta una strada più lunga e contorta .

Forse sarà stato il calore dello splendido sole romano che prelude all’imminente bella stagione turistica a consigliare il Presidente del Consiglio e i suoi Collaboratori …

Da subito, ribadiamo l’impegno della FPCGIL a far sì che l’intento finora solo annunciato venga quanto prima tradotto in pratica con l’emanazione di una Legge dello Stato che ripristini l’Amministrazione sanitaria.

Vigileremo affinché il Ministero della Salute che rinascerà salvaguardi le attuali prerogative, e affinché il processo di riorganizzazione si ponga l’obiettivo di garantire l’esercizio delle funzioni anche attraverso la valorizzazione del personale a tempo indeterminato e la stabilizzazione di quello precario.

Chiediamo il Ministero per garantire l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale e non per moltiplicare gli assetti interni ad uso e consumo dei soliti noti: è l’ultima occasione per non deludere i cittadini .

Roma, li 8 maggio 2009

La Delegazione trattante Nazionale FPCGIL
dell’ex Ministero della Salute

 
 
 

 

Intercettazioni: La CGIL aderisce alla giornata del silenzio dell'informazione

 
Contro i tagli e i bavagli alla conoscenza e alla cultura, oggi i portali e i siti del sistema CGIL interrompono l’aggiornamento ‘No alla legge bavaglio’
 
La CGIL aderisce e partecipa direttamente alla giornata del silenzio dell’informazione di venerdì 9 luglio, contro i tagli e i bavagli. Contestualmente allo sciopero indetto dalla FNSI per i giornalisti viene indetto dalla SLC CGIL lo sciopero dei lavoratori poligrafici e dell’emittenza privata, attuando così lo sciopero generale della CGIL contro la manovra del governo e partecipando alla iniziativa per la libertà di informazione, contro la legge sulle intercettazioni e i tagli alla cultura, allo spettacolo e all’editoria.

E’ giusto e importante, inoltre che durante la giornata di silenzio come indicato da tanti appelli di sindacati e associazioni, venerdì 9 luglio interrompano l’aggiornamento delle informazioni anche i portali e i siti e lo faranno anche quelli del sistema CGIL.

Continua così la grande mobilitazione per dire NO al Disegno di Legge Alfano, che ostacola il lavoro di magistrati e giornalisti e rende i cittadini meno sicuri e meno informati; per dire no ai tagli alla cultura italiana previsti dalla manovra economica.

Uno sciopero e una giornata di silenzio per fare sentire che non può essere sottratto al Paese il racconto di vicende giudiziarie di rilievo pubblico, pur nel rispetto del diritto delle persone alla riservatezza; per respingere gli interventi punitivi ai danni della produzione culturale e salvaguardare il diritto dei cittadini alla conoscenza; per contrastare il pericolo di chiusura di testate giornalistiche colpite dalla indiscriminata riduzione dei fondi pubblici, per tenere accese le luci dei media sul mondo del lavoro e sui drammatici effetti della crisi.
Dopo la grande riuscita delle manifestazioni del 1° luglio a Piazza Navona e in tante altre città d’Italia prosegue e si rafforza la mobilitazione contro i tagli ai bavagli alla conoscenza e alla cultura.
Un’iniziativa a difesa della Costituzione, per dare voce ai tanti soggetti e temi che rischiano l’oscuramento.
 

Lettera aperta

 
Coordinamento Nazionale FP CGIL -Corte dei conti

Pensare agli altri oltre che a se stessi,
al futuro oltre che al presente
Vittorio Foa

Carissime/i,

La grave vicenda dell’ accordo Fiat ci pone dei pesanti interrogativi.

La Fiat ha agito con spregiudicata durezza e ha messo sul tavolo un ricatto verso i sindacati e i lavoratori: o si accettano le condizioni della Fiat o lo stabilimento, e quindi l’occupazione, non ha futuro. Purtroppo il ricatto è scattato, i sindacati si sono divisi, il Governo si è schierato con la Fiat, ancora una volta si è arrivati ad un accordo separato. Nel pacchetto dell’Azienda c’è un drastico peggioramento delle condizioni di lavoro, una lesione del diritto di sciopero, fino ad investire quanto previsto dalla Costituzione, la malattia diventa fonte di sospetto assenteismo anche per chi è veramente malato. Era possibile respingere almeno gli aspetti più inaccettabili del ricatto ? Quanto meno andava tentato. E’ vero che il Governo ha fatto di tutto per peggiorare le cose. La Fiat vuole veramente ritirarsi dall’impegno di investire? Questo non è dimostrato. Marchionne aveva affermato che era pregiudiziale l’accordo di tutti i sindacati, poi si è accontentato di un accordo separato. In ogni caso ha ragione chi dice che così sono messe in discussione leggi di tutela dei lavoratori come lo Statuto e la stessa Costituzione, che non a caso il Governo da tempo propone di cambiare a partire dall’articolo 41, cercando di realizzare un suo antico obiettivo. In sostanza erano e sono in gioco questioni di principio, diritti indisponibili. La condizione di lavoro alla Fiat, dopo l’accordo separato, peggiorerà drasticamente. I ritmi entreranno in una fase parossistica, addirittura regolati dal computer con calcoli al centesimo.
Se fosse vero che questo accordo diventerà la pietra miliare di una nuova fase economica e sociale avremmo un ritorno ad uno sfruttamento selvaggio, senza regole, che aumenterà drasticamente la forbice sociale in Italia: “chi comanda e chi è comandato”.

Questo è il vero obiettivo della Fiat, questo è il vero obiettivo del Governo: Annichilire i lavoratori, privarli della forza contrattuale in definitiva lasciarli soli alla mercè di qualsiasi “squalo”.

Non pensiamo, carissimi, che la partita riguarda solo i metalmeccanici.

Per quello che ci riguarda, il panorama è simile; con il d.lgs 150/2009 (la famosa riforma Brunetta) si è fatto lo stesso per il pubblico impiego: si delegittimano le Rsu, si depotenzia la contrattazione, si da un enorme potere all’amministrazione che fa e disfa, accorda premi e prebende ed i lavoratori sono umiliati, i sindacati impotenti.

E’ ora di dire basta, è ora che ci risolleviamo da una specie di rimbambimento collettivo che ci attanaglia ormai tutti.

Noi vogliamo reagire: mettiamo al servizio dei lavoratori la nostra coerenza nella tutela dei diritti, la nostra forza sindacale per porre fine alle ingiuste sperequazioni , la nostra capacità contrattuale per chiedere con rigore di ripristinare i corretti rapporti sindacali in modo da ridare fiducia ai lavoratori della Corte dei conti al fine di “realizzare la più completa omogeneità di comportamento in tutte le sedi della Corte ” evitando, in tal modo, spiacevoli disparità di trattamento .

Per il coordinamento Nazionale
Cgil della Corte dei conti

Michele Pietrafesa

 
 

 

Comiso e Sofia: "…di terra…e dell'aria" ci si risparmi il salto nel cerchio di fuoco – Comunicato di Lorenzo Mazzoli Segretario Nazionale FP CGIL

In una fase difficilissima come quella che stiamo attraversando, ci si aspetterebbe il massimo di “italico sforzo” (si perdoni l’enfasi, ma più avanti sarà più chiaro) per evitarci, almeno, figuracce mondiali o sonore pernacchie dalla Storia.

Sabato 11 ottobre, insieme a tantissime persone per bene, dai forti convincimenti, ma con tanta mitezza democratica, abbiamo manifestato per convincere il sindaco di Comiso a ritirare la delibera con cui si cancella il nome di Pio La Torre dall’aeroporto di quel territorio. Questo per titolarlo ad un uomo “dell’aria” (appunto!) durante il regime fascista che in terra d’Africa portò in alto (materialmente) il vessillo della Nazione e fece cadere in basso (materialmente) qualche bombetta, tanto per dare ordine al “selvaggio continente”. La stupidità non smette mai di rigenerarsi, si può pensare, ma non è così. E’ molto di più inquietante. Cancellare Pio La Torre significa rendere omaggio alla mafia che il 30 aprile 1982 gli rese visita crivellandolo di colpi, uccidendo con lui il suo autista Rosario Di Salvo.
 
Abbiamo sentito in questi giorni tante parole di disapprovazione, anche da esponenti della parte politica di “questo sindaco”, ma sarebbe un gesto significativo se il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’Interno convocassero a Roma “questo sindaco” e con toni perentori gli chiedessero di ritirare la delibera.

Pio La Torre è un uomo che appartiene alla storia della Sicilia e dell’Italia e “questo sindaco” ha il dovere istituzionale e morale di tornare indietro. Per giunta, quell’aeroporto è civile perchè Pio La Torre fu alla testa di quella grande battaglia pacifista che impedì l’installazione di missili dalla potenza nucleare pari a sei volte la distruzione del mondo.

Sabato 11 ottobre, un delegazione di “impavidi patrioti” di “…terra” (appunto), hanno dato spettacolo e gettato fango su quella bandiera tricolore che rappresenta, soprattutto, la libertà riconquistata dopo il buio di quel regime che salutano romanamente oltre frontiera offendendo la dignità di tutti noi. Stupidità, si può pensare, ma non è così. Neanche in questo caso. E chi ha responsabilità istituzionali sulla sicurezza delle manifestazioni sportive, dopo dichiarazioni come quelle rilasciate agli organi di informazione, è bene che riconsegni la delega: quella di Sofia non è “politica”, è apologia di fascismo! Non vorrei che si arrivasse ad incoraggiare meeting sportivi (adunate) in cui è previsto anche il “salto nel cerchio di fuoco”.

Comiso e Sofia sono legate da una cultura che non và sottovalutata. Anzi, và affrontata con decisione perchè contrasta con le basi stesse con cui si è nata l’Italia repubblicana, democratica ed antifascista.

Manifestazioni come quelle di Sofia e delibere come quelle di Comiso dovrebbero allarmare. Altro che le piazze piene di gente normale che chiede giustizia ed equità e che non ha rinunciato alla partecipazione democratica ed all’impegno civile.
 
13 ottobre 2008

Carceri: domani il "Pol.Pen day". Comunicato stampa di Mauro Beschi, Segretario Nazionale FP CGIL e Francesco Quinti, responsabile Nazionale Comparto Sicurezza

Domani, 4 giugno 2009, i poliziotti penitenziari in servizio negli istituti di pena del Paese si asterranno dal consumare il pranzo nelle mense di servizio.

Contemporaneamente a Roma, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, davanti alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, si terrà un sit-in di protesta organizzato dalle OO.SS. di categoria per denunciare le pessime condizioni di lavoro a cui sono obbligati i poliziotti penitenziari, per difendere i diritti del personale e rivendicare l’urgente aumento degli organici, per reclamare misure di sostegno ad un sistema penitenziario fatto oggetto di imponenti tagli economici, sempre più affollato e meno sicuro (sfondato anche il tetto delle 63.000 presenze, per circa 43.000 posti disponibili), per un carcere più vivibile che rispetti innanzitutto la condizione umana.

Questo è quanto hanno deciso per la giornata di domani le segretarie nazionali di SAPPe – OSAPP – UIL PA Penitenziari – CGIL FP PP – e USSP per l’UGL che compongono il cartello maggioritario che rappresenta circa l’80% del personale sindacalizzato della Polizia Penitenziaria.

Oltre alle pesanti e penalizzanti condizioni di lavoro rese in ambienti insalubri ed insicuri, il personale è addirittura costretto a subire il rifiuto delle ferie e dei riposi settimanali. Aumentano i carichi di lavoro e le responsabilità, diminuisce il personale e la sicurezza, si assottigliano gli stipendi per gli emolumenti non pagati. Ai poliziotti penitenziari si sta chiedendo di garantire turni di lavoro inaccettabili, prolungati e gravosi, di assicurare turni di lavoro straordinario finanche oltre la misura consentita, peraltro pagandoli meno del lavoro ordinario, di rinunciare ai propri diritti contrattuali sacrificando la propria vita familiare.

In questi giorni, in cui le presenze in carcere hanno superato quota 63mila, non ci sono spazi materiali dove allocare i detenuti nelle attuali 207 strutture penitenziarie; aumentano le aggressioni al personale e iniziano le prime forme di protesta, e guardando al di là del famoso “piano carceri”, i cui effetti forse si vedranno tra qualche anno, ciò che preoccupa fortemente è l’assenza di concrete prospettive per l’immediato.

La misura è colma, la pazienza oltremodo esaurita.

Questa prima manifestazione è solo l’inizio di un lungo percorso di protesta e dura contestazione che il cartello maggioritario delle OO.SS. della Polizia penitenziaria – in assenza di risposte concrete – ha già programmato per il mese in corso e quelli a venire.

Roma, 3 giugno 2009

 

 

Ultime dal Comparto

 

NEWS

Mobilità Nazionale

Come forse a Voi è già noto sta girando all’interno dell’Istituto per e-mail una graduatoria relativa alla mobilità nazionale.

Vi informiamo che tale graduatoria non ha nessun carattere di ufficialità ed è frutto del solito meccanismo “perverso” di primato nel veicolare le notizie che tanto appassiona alcune sigle sindacali.

Ma ciò che è più rilevante sulla gravità del fatto, in ogni caso è riferita alla possibilità di “passare” dall’interno delle Strutture notizie e informazioni di una certa rilevanza, che come in questo caso incidono anche nell’organizzazione della vita familiare di tanti colleghi, attraverso canali più o meno riservati.

A tal fine abbiamo anche sollecitato e invitato l’Amministrazione ad avviare tutte le verifiche del caso, al fine di individuare le responsabilità di quanto avvenuto e vigilare affinché tali episodi non abbiano a ripetersi.

Collegato al lavoro: Part-time

Arrivano anche all’INAIL gli effetti dell’entrata in vigore della legge 183/2010. E’ quello che è successo nella Sede di Trento. Come in altre Pubbliche Amministrazioni si sta procedendo a revoche unilaterali dei part-time che incidono gravemente sulla vita dei lavoratori coinvolti,

per il 90% donne

impegnate nella difficile conciliazione tra vita lavorativa e familiare, con figli minori, e spesso dedite all’attività di cura verso persone diversamente abili e genitori ormai non più autosufficienti.

Vi informiamo che abbiamo chiesto un incontro con l’Amministrazione che si svolgerà lunedì 30 maggio p.v.

26 maggio 2011


 
 

Pd e politiche del lavoro: l'intervista di Carlo Podda al Manifesto

 
Pubblichiamo il testo dell’intervista rilasciata da Carlo Podda, Segretario generale Funzione Pubblica Cgil, al quotidiano il Manifesto.
 

Podda: “Walter dica se è la sua linea”

 
Carlo Podda è il segretario della Cgil Funzione pubblica, il sindacato dei lavoratori attivi con il maggior numero di iscritti. Fa parte del gruppo di dirigenti di Corso d’Italia che non aveva aderito al Partito democratico al momento della sua nascita, criticandone in particolare le politiche del lavoro. Anche Podda, avvicinandosi a Sinistra democratica, aveva sostenuto l’esigenza di avviare un progetto unitario a sinistra del Pd. 
 
Il protocollo del 23 luglio su welfare e pensioni e il corteo del 20 ottobre contro la precarietà avevano interrotto la partecipazione di questa componente della Cgil al progetto unitario della sinistra e avviato un ritomo nell’alveo del Pd. Che si formalizzerà nell’assemblea di domenica a Roma con Veltroni e Guglielmo Epifani.

Hai sempre criticato le posizioni «eretiche» del giuslavorista Ichino che oggi spinge a dichiarare maturi i tempi del superamento dell’articolo 18. Il Pd lo candida, accettando le sue condizioni. E lui non salirà certo in parlamento per confondersi tra i peones. Lo stesso partito che tu sostieni e a cui ti stai avvicinando.

Non ho difficoltà a ribadire il mio assoluto disaccordo con le tesi di Ichino sull’articolo 18, la flexicurity, il contratto unico e il lavoro pubblico. Però sia chiaro: lui ha detto soltanto che ora, nel Pd, c’è spazio per le sue idee.  Sta al Pd decidere se sposarle.

Resta il fatto che domenica sarai al Capramca a Roma all’assemblea con Epifani, Nerozzi, Olga D’Antona, Crucianelli e altri a sostegno di Veltroni e del Pd.

Per la precisione, vogliamo costruire un’associazione che provi a interloquire con il Pd sui temi del lavoro. Pongo a Veltroni delle domande e aspetto di ascoltare le sue risposte. Se la linea sarà quella di Ichino si aprirà un problema non solo a me, ma a tutta la Cgil.

E tu pensi che in un partito come il Pd ci possa essere spazio per due linee opposte su un tema centrale come quello del lavoro?

Nella storia dei partiti legati alla tradizione del movimento operaio, ma persino della Dc, sono state sempre presenti strategie diverse, anche molto, sulla politica economica, sociale, del lavoro. Può accadere anche in un partito nuovo come vuole essere il Pd.  Io sto ai documenti e dal quel che leggo ho l’impressione che la linea sul lavoro sia un po’ più equilibrata di quella di Ichino.

Domenica mi aspetto risposte. Ripeto che se fossero quelle di Ichino farei fatica a mantenere un interesse e un dialogo con il Pd.

Già oggi, non solo il Pd accoglie le tesi di Ichino. Ci sono Camere del lavoro in Lombardia che gli affidano la formazione sul diritto del lavoro.

E io le risposte le aspetto anche dal mio sindacato: Ichino è iscritto alla Cgil come me, urge un chiarimento.
 
L.c.

Roma, 22 febbraio 2008

Fp Cgil: Piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola. Comunicato stampa della Segreteria Nazionale della Funzione Pubblica Cgil

 
La Fp-Cgil esprime solidarietà alle migliaia di lavoratrici e lavoratori colpiti dai tagli indiscriminati che stanno abbattendosi sulla scuola pubblica italiana a seguito di provvedimenti del Ministro Gelmini e del Governo Berlusconi che penalizzano tutto il Pubblico Impiego. L’espulsione dal posto di lavoro dei precari causerà la cessazione o il ridimensionamento di servizi fondamentali: scuole materne, nidi, sanità e servizi sociali, uffici immigrazione, CRI, Vigili del Fuoco, uffici di collocamento, attività di supporto e di sportello.

L’inevitabile conseguenza di questi provvedimenti sarà un peggioramento nelle condizioni di chi opera nei settori pubblici nel nostro paese e una riduzione della qualità dei servizi erogati e della quantità degli utenti che ne potranno usufruire. Il tutto a scapito di lavoratori, famiglie e studenti.

La Fp-Cgil sostiene le lavoratrici e i lavoratori che in tutta Italia manifestano per la riassunzione. La lotta per l’affermazione del diritto allo studio e per la difesa della scuola pubblica è la lotta di tutti i cittadini italiani. I precari da giorni presenti nei presidi organizzati presso gli ex provveditorati, il Ministero dell’Istruzione e davanti a Montecitorio, testimoniano la dignità, il coraggio e la determinazione di chi lotta per difendere la scuola pubblica e il diritto al lavoro.

Siamo insieme alla Flc Cgil in questa difficile vertenza occupazionale e per il ripristino della democrazia in ogni luogo di lavoro, a partire dalla richiesta di convocazione delle elezioni per le Rappresentanze Sindacali Unitarie in tutti i servizi pubblici e nelle scuole.

Si vogliono portare indietro le lancette della storia del nostro Paese, ai periodi bui dei licenziamenti per rappresaglia sindacale in Fiat, al non rispetto dei contratti nel settore privato e al loro blocco in quello pubblico. Violenti attacchi alla democrazia e alle libertà sindacali.

La Fp-Cgil promuoverà e sosterrà tutte le iniziative di mobilitazione per la difesa della democrazia e per un lavoro sicuro e dignitoso.

Roma, 3 Settembre 2010

Pacchi dono e Segredifesa

Roma 23 novembre 2007

Ai delegati ed eletti RSU Fp Cgil
Ministero della Difesa

Questa Organizzazione sindacale è venuta a conoscenza che Segredifesa ha diramato una nota datata 14 novembre 2007, avente ad oggetto: “spese correlate all’approvvigionamento di pacchi dono”.
In tale nota viene specificato che a seguito di una ispezione da parte del Ministero dell’Economia e Finanze, sia stato rilevato come “l’approvvigionamento di generi alimentari “voluttuari”, quali è d’uso regalare ….. non corrisponde alle finalità perseguite dalle norme di riferimento del capitolo di imputazione (1264)”.
A tal proposito vengono date indicazioni a titolo cautelativo, in attesa che la Corte dei Conti si pronunci, di: “soprassedere all’approvvigionamento di pacchi dono”, nonostante le competenti Direzioni Generali (Personale militare e Civile), abbiano già espresso la piena legittimità della spesa riconducendola a quanto previsto dall’art.22 del d.P.R. 24.7.1977, n.616.
Le sollecitazioni che da più posti di lavoro sono pervenute rispetto a questa problematica, ci inducono a dare indicazioni ai delegati di posto di lavoro di segnalare e ove necessario richiedere incontri a livello locale affinché l’Amministrazione indichi come intendono comportarsi rispetto alle indicazioni di Segredifesa, tanto più che le Direzioni Generali non hanno abrogato le circolari che regolamentano l’attribuzione delle quote pro capite relative al benessere (Persociv 52423 del 01.08.2006) e che hanno ribadito a Segredifesa che tali spese (pacco natalizio), rientrano in quanto stabilito dalla norma sopracitata.

Fp Cgil Difesa
Noemi Manca

 
 
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