Roma, 08/11/2010
Al Segretario Generale dell’Avvocatura dello Stato
Avv. Ruggero Di Martino – SEDE
Ad oggi, dopo la nota di questa O.S. in data 19/10/2010, non è stato convocato alcun incontro di contrattazione integrativa.
Poiché – come evidenziato più volte dalla stessa Amministrazione – la nuova disciplina sulla produttività deve trovare obbligatoriamente applicazione già dall’anno corrente, segnaliamo l’urgenza di avviare un confronto complessivo, diretto a: definire i criteri di utilizzo della quota residua del F.U.A. 2010; garantire il rispetto della scadenza contrattuale del 30 novembre per la presentazione da parte dell’Amministrazione di proposte di progetti-obiettivo per l’anno 2011, e la conseguente discussione con le OO.SS.; revisione della disciplina delle posizioni organizzative.
LA DELEGAZIONE TRATTANTE NAZIONALE FP CGIL
AVVOCATURA DELLO STATO
Di seguito il testo dell’Ipotesi di CCI 2007 dell’ACI sottoscritto in data 8 gennaio u.s.
Come deciso nell’ultimo Attivo Nazionale del 15 gennaio u.s., di cui invieremo a breve il documento conclusivo, procederemo adesso con le assemblee di consultazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori sull’ipotesi di contratto prima della sottoscrizione definitiva.
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL ACI è a disposizione per dare tutto il supporto e la collaborazione necessaria per lo svolgimento della consultazione.
Denia Priami
FP CGIL ACI
Nella riunione del 4 febbraio è stato presentato alle OO.SS. il piano aziendale 2010-2012, da cui scaturirà il piano delle attività per i prossimi anni. Il piano illustrato è una serie di affermazioni generiche che nascondono la reale volontà dell’autorità politica di non combattere l’evasione fiscale. Un piano virtuale da utilizzare nelle conferenze stampa e negli spot politici propagandistici.
L’affermazione “L’economia italiana, pur relativamente meno esposta ai rischi specifici della crisi globale rispetto a quella degli altri Paesi europei, ha risentito comunque dei riflessi della crisi stessa”[pag.12] è quanto sostiene il ministro Tremonti nel tentativo maldestro di mascherare la drammaticità della crisi stessa. Purtroppo l’aumento delle ore di cassa integrazione, della disoccupazione, dei licenziamenti sono la dimostrazione di una economia reale in grossa difficoltà, negata dai dati diffusi dal governo. Economia reale contro economia virtuale.
E’ credibile l’affermazione “l’esercizio del potere legislativo e di giustizia da parte dell’Autorità politica influenza il comportamento del contribuente” [ pag.5 ] quando tutte le recenti normative fiscali vanno in senso contrario? Come si concilia la nefandezza dello scudo fiscale con il sostenere [pag. 7]che “il contribuente dovrebbe trovare conveniente assolvere all’obbligo tributario piuttosto che perseguire l’illecito”? Non ritiene l’Agenzia che l’obbligo, soppresso dal ministro Tremonti con la legge 112 del 2008, di allegare alla dichiarazione dei redditi l’elenco fornitori clienti era uno strumento valido per contrastare il fenomeno fraudolento delle compensazioni IVA?
Il piano aziendale affronta anche il nodo della riorganizzazione ribadendo che “nella fase iniziale la redistribuzione (sic) del personale avverrà esclusivamente su base volontaria”[pag.22]. E’ la premessa di una futura mobilità obbligatoria per “assicurare la piena operatività delle strutture in relazione ai risultati da conseguire”[pag.22]. Inserita nel piano aziendale è l’affermazione della reale volontà dell’Agenzia. Lombardia docet.
Per quanto riguarda la politica del personale le distanze sono siderali.
Consideriamo offensivo per tutti i colleghi l’affermazione che “per adempiere al meglio ai compiti ad essa istituzionalmente attribuiti, l’Agenzia deve poter contare su personale altamente qualificato ed adeguatamente motivato”[pag.11]. Crediamo che il decreto Brunetta renderà ciò difficilmente attuabile. La divisione del personale in tre fasce di merito è altamente demotivante: per legge si afferma che nell’Agenzia ci sono circa 8000 lavoratori non meritevoli di salario di produttività prescindendo dai risultati ottenuti. I percorsi di carriera avverranno per legge, sottratti alla contrattazione, impedendo nei fatti la realizzazione “del riconoscimento dei meriti e la possibilità di carriera”. Tanti bravi verificatori, accertatori in possesso del diploma, non avranno più la possibilità di veder riconosciute le loro aspirazioni professionali con il passaggio alla terza area, essendo questa riservata esclusivamente al personale laureato.
I lavoratori dell’Agenzia sono chiamati quotidianamente ad un compito immane, utilizzando tutta la loro professionalità e dedizione per prosciugare la palude dell’evasione fiscale con un secchiello bucato.
Infatti il Ministro Tremonti ha recentemente affermato: “le regole o sono politiche o non sono, le regole tecniche sono un caso in cui l’aggettivo cancella il sostantivo.”
Nel corso della riunione è stato firmato l’accordo per FPS 2008. Un accordo che non ci soddisfa pienamente, dal momento che non sono state accolte alcune delle richieste da noi avanzate. L’aver eliminato il livello di contrattazione regionale (previsto dal CCNI), ed assegnato i fondi direttamente agli uffici locali, alcuni soppressi in seguito alla attivazione delle Direzioni Provinciali, impedirà una eventuale ridistribuzione delle risorse, necessaria per contemperare realtà territoriali le cui differenze sono difficilmente individuabili a livello nazionale. Avevamo chiesto anche di rivedere la griglia delle attività ed i relativi parametri per uniformare gli importi tra uffici centrali e uffici locali. Anche il tentativo di vietare il cumulo delle indennità per una più equa distribuzione del salario accessorio non ha prodotto nessun effetto positivo. Manca la volontà, da parte dell’Amministrazione, di rivedere i criteri di distribuzione del salario accessorio per introdurre criteri più equi.
Abbiamo firmato solamente per senso di responsabilità, viste le difficoltà economiche dei lavoratori, e considerato che nel 2010 stiamo ancora discutendo del fps 2008.
Roma, 8 febbraio 2010
FP CGIL Nazionlae
Comparto Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini
Pubblichiamo il testo del comunicato unitario
Pensiamo con soddisfazione, come credo ogni cittadino, al terrore dal quale saranno pervasi i boss del clan dei Casalesi, della Camorra e della Mafia alla notizia che il quasi santo, per sua stessa ammissione, Ministro Brunetta ha impresso la vera svolta alla macchina della Giustizia italiana. E più in generale consideriamo che ognuno di noi si sentirà più tutelato da ogni forma di delinquenza, di corruzione di commistione tra politica e affari, grazie a questa semplice e tuttavia geniale trovata del Ministro per la riforma della P.A.
Non mancano infatti risorse per i servizi di fono-registrazione delle udienze e per quelle di assistenza informatica, la cui carenza provocherà il progressivo blocco dei tribunali, non mancano persino i fondi per la benzina delle auto e per gli straordinari delle scorte dei magistrati, non mancano oltre 7.000 addetti all’amministrazione: bastava pensare ai tornelli per i magistrati ed ecco fatto risolto anche questo problema.
Dopo la trasparenza (peccato quel mancato aggiornamento del sito rimasto miseramente fermo al trattamento contrattuale dei dirigenti del suo ministero senza tener conto degli incarichi e soprattutto senza una notizia che riguardi un’altra amministrazione), dopo aver battuto l’assenteismo come dimostrano gli “incontestabili” dati offerti dal ministero basati su un poderoso campione che riguarda niente popodimeno che il 7% delle amministrazioni italiane (peccato per quelle critiche del sito Info.lavoce e per quelle della Columbia Universitye della incorreggibile CGIL) ora sono state risolte anche le inefficienze della Giustizia italiana.
Da parte loro, le famiglie dei magistrati ringraziano anch’esse il Ministro, infatti finalmente dopo otto ore di lavoro i magistrati torneranno a casa e forse avranno anche un mese di ferie.
Aspettiamo con ansia di sapere, magari in occasione del prossimo G20 come si può risolvere la crisi finanziaria globale e sconfiggere la recessione che aggredisce l’economia reale dell’Europa e del Nord America.
Più seriamente, all’Associazione Nazionale Magistrati, ed ai magistrati tutti và la nostra gratitudine e solidarietà per le condizioni nelle quali sono costretti a lavorare e chiediamo loro di non deflettere dall’impegno che ogni giorno profondono per il bene del Paese.
Alle lavoratrici ed ai lavoratori della Giustizia il cui impegno quotidiano noi personalmente conosciamo ed apprezziamo, e le cui condizioni di lavoro sono almeno altrettanto disagiate quanto quelle dei magistrati ricordiamo le date del nostro sciopero:
Partecipare a questa lotta, è un nostro diritto ed un nostro dovere per noi e per gli altri.
Roma, 28 ottobre 2008
È iniziata ieri, 20 novembre, presso l’ARAN, la trattativa per il rinnovo del CCNL delle Agenzie Fiscali, biennio economico 2008/2009.
Il quadro di riferimento è la manovra finanziaria prevista dalla l. 133, con i relativi vincoli di bilancio fissati. Nell’atto di indirizzo emanato dal ministro Brunetta e illustrato nella riunione non viene fatto nessun riferimento all’accordo siglato il 30 ottobre dalla CISL, UIL, CONFSAL e UGL, accordo che, è bene ricordarlo, impegna il Governo a reperire le risorse da destinare al salario di produttività, decurtate con la legge 133. Ennesima conferma della necessità di un intervento legislativo.
Gli incrementi previsti sono:
– 0,4% per l’anno 2008, corrispondente alle risorse stanziate per l’indennità di vacanza contrattuale dalla legge finanziaria per l’anno 2008, sono circa dieci euro lorde per 13 mesi, corrispondenti a 73 euro netti per tutto il 2008, ben lontano dai 165 euro sbandierati dal ministro Brunetta.
– il 3,2% per il biennio, a fronte di un’inflazione reale pari al doppio, corrispondente a circa 79 euro lordi, quasi 44 netti.
– Viene riproposta, anche per le Agenzie Fiscali, l’indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2010/2011, svelando nei fatti che non verranno stanziate ulteriori risorse per il prossimo contratto, con l’effetto drammatico per il salario delle lavoratrici e dei lavoratori di un aumento nel triennio 2008/2010 di circa 88 euro lordi. Altro che sostegno ai consumi ed alle famiglie.
Consideriamo tali risorse insufficienti a recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni, erose da una crisi economica che sta manifestando giorno dopo giorno la sua drammaticità.
Le iniziative che i Governi degli altri paesi stanno predisponendo sono le classiche politiche keynesiane di sostegno alla domanda e ai consumi. Questo in Italia non accade.
La legge finanziaria del 2009, improntata al taglio delle risorse pubbliche e dei salari, è una manovra recessiva, che aggrava la crisi in atto. Mentre nel resto dell’Europa si allentano i parametri dell’accordo di Mastricht, con la possibilità per i singoli Governi di superare il limite del 3% del deficit pubblico, la manovra finanziaria fissa l’obiettivo del deficit all’0,1% entro il 2011, anticipando, in assenza di una seria ed incisiva lotta all’evasione fiscale, altri tagli futuri ai servizi pubblici ed al pubblico impiego.
Abbiamo espresso forti dubbi anche sul punto 2 dell’atto di indirizzo, quello relativo alle politiche per la produttività ed incentivazione del merito individuale e collettivo. Sono diversi anni che questi criteri sono applicati nelle Agenzie Fiscali, introdurre ” quali criteri inderogabili cui deve attenersi la contrattazione collettiva in tema di produttività, la definizione di progetti programmi, collegati a standard di rendimento con criteri di misurazione del raggiungimento degli obiettivi dati” è la dimostrazione che il Ministro Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, non conosca bene il modello organizzativo e la linea gestionale maturata nelle Agenzie.
Il Ministro per l’innovazione ha mai sentito parlare di:
– obiettivi fissati in convenzione;
– ore programmate e consuntivate;
– capacità operativa, ore/uomo, TUM;
– qualità della prestazione;
– rapporto accertamenti/ contenzioso.
Il Ministro per l’innovazione ha più volte dichiarato che sono 30 anni che studia la Pubblica Amministrazione e sa come “riformarla”, forse nei suoi studi ha saltato il capitolo riguardante le Agenzie Fiscali, altrimenti avrebbe presentato proposte più innovative.
Roma, 21 novembre 2008
Segretario Nazionale FP CGIL
Alfredo Garzi
circolare 0024379 del 25 marzo 2010
Reimpiego del personale civile del disciolto sedime aeroportuale di Vicenza. Trattamento di trasferimento e indennità di mobilità
Ieri nel Comitato provinciale della Croce Rossa di Foggia è accaduto un fatto di inaudita gravità.
Adducendo motivi di carattere economico, la CRI ha attuato unilateralmente una modifica delle condizioni contrattuali di trentadue lavoratori precari.
I lavoratori, da Foggia, sono stati trasferiti in quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio e Trentino. Si tratta di lavoratori precari nei diritti e con salari da mille euro al mese.
Analoga situazione è avvenuta nel Comitato di Bari dove, con le stesse modalità, quattro lavoratori sono stati trasferiti a Bolzano.
La politica dei tagli allo stato sociale del Governo, unita all’incapacità gestionale della CRI, si sta rivelando una miscela esplosiva per le lavoratrici ed i lavoratori e soprattutto per i lavoratori precari.
Chiediamo al Commissario CRI di interrompere i processi di mobilità avviati e convocare urgentemente le parti sociali. Chiediamo alla Regione Puglia di intervenire su quanto accaduto.
Nei prossimi mesi scadranno tante convenzioni, su tutto il territorio nazionale, che vedono coinvolti centinaia di lavoratori: non vorremmo che quanto successo in Puglia fosse l’inizio di un processo di mobilità selvaggia per tutti i precari della Croce Rossa.
Ci dica il Governo, ci dica il Commissario Rocca quale sarà il futuro dei più di 1800 precari della Croce Rossa Italiana.
Roma, 1/10/2010
Richiesta di incontro unitario urgente alla Direzione Generale PERSOCIV
La CGIL considera indispensabile per Il Paese che si proceda ad una effettiva riorganizzazione e riqualificazione delle pubbliche amministrazioni e dei servizi.
La scelta che consenta di incentivare ed estendere politiche pubbliche che non solo garantiscano diritti primari di cittadinanza, ma che siano anche reale fattore di sviluppo e di crescita, di competitività per il sistema delle imprese, costituisce per il movimento sindacale italiano una scelta inderogabile.
Per questo motivo, pur condividendo in linea di principio la scelta del Governo di contenere la spesa pubblica non può essere condiviso l’orientamento della manovra economica di considerare tre grandi capitoli di spesa primaria (Pubblico impiego, Sanità, Autonomie Locali) solo come costi.
Ciò che invece la CGIL vuole, in questa fase, preliminarmente fare è condividere con il Governo una incondizionata lotta agli sprechi, ad iniziare dalla piaga delle assenze ingiustificate, ma affermare la ferma volontà di contrastare ed impedire una politica di tagli generali che riducano qualità e quantità dei servizi resi ai cittadini, ed insieme, i livelli delle tutele e dei diritti dei lavoratori pubblici, primi tra tutti quello ad avere il rinnovo dei CCNL scaduti ormai da 6 mesi, ed il diritto di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici precari ad avere un posto di lavoro stabile.
E’ del tutto evidente infatti che mentre il Ministro Brunetta tenta di dare una risposta efficace alla richiesta generale, avanzata e rivendicata anche dal sindacato, di perseguire quei lavoratori e dirigenti infedeli, che si assentano ingiustificatamente o che si sottraggono a un doveroso e quotidiano impegno lavorativo, viene messa in campo anche una strategia di evidente uscita del pubblico, anche di settori come la scuola, la sanità, l’assistenza alle persone che, secondo quanto si apprende, verrebbero sottoposti a processi crescenti di privatizzazione, nonostante i risultati di questi processi siano, come si evince dalle cronache di questi giorni, non sempre esaltanti.
Questa strategia, sostenuta peraltro pubblicamente da altri esponenti del Governo, trova la sua prima attuazione pratica nella manovra economica.
La trattativa in corso con il Ministro per la P.A. e l’innovazione, che vede CGIL CISL UIL già impegnate nell’apportare il proprio contributo attraverso il documento consegnato al Ministro e già reso noto, non appare, quindi, di per sé, sufficiente né a definire l’insieme dell’iniziativa governativa, né ad approntare misure concrete nel rapporto tra la cittadinanza e le amministrazioni che migliorino il livello delle relazioni tra i cittadini ed i servizi.
Infatti il cittadino spesso, in dispregio alle norme già in vigore, è tenuto in una vera e propria condizione di sudditanza verso le pubbliche amministrazioni.
Ecco perché la CGIL e la FP ritengono indispensabile che si apra un confronto con l’insieme del Governo nazionale e con la rappresentanza di quelli locali, sul complesso delle misure normative ed economiche relative alle pubbliche amministrazioni ed i servizi.
In questo ambito la CGIL e la FP chiedono in ogni caso l’adozione di dieci elementari misure attraverso le quali dimostrare al Paese la necessità e la fattibilità di alcuni interventi immediatamente, ed, in base alle vigenti normative, attuabili che rendano davvero le PP.AA. ed i loro servizi più vicine ai cittadini, ed alle imprese, ai loro bisogni ed ai loro diritti.
Come restituire in 10 mosse le Amministrazioni Pubbliche ed i Servizi ai Cittadini ed alle Imprese (liberandole dalle ingerenze della cattiva politica, dai dirigenti e dai lavoratori infedeli)
1. Spendere meno, spendere meglio
– Azzeramento delle consulenze in atto e loro rideterminazione con pubblicazione, sui siti istituzionali dell’ammontare dei compensi e della loro motivazione.
– Riduzione del 10% delle spese per acquisizione di beni e servizi ed appalti il cui costo, in alternativa al taglio, deve essere rinegoziato.
– Riduzione del 10% degli incarichi dirigenziali aggiuntivi
– Riduzione del 10% delle posizioni dirigenziali
– Estensione di tali misure alle società collegate e finanziate dalle PP.AA nazionali e centrali
2. Un amministrazione trasparente ed accessibile per i cittadini, fattore di sviluppo e competitività per le imprese
– Utilizzazione del 50% dei risparmi così determinati per la digitalizzazione delle amministrazioni al fine di garantirne la trasparenza e l’accesso ai propri atti da parte di qualsiasi ente o soggetto. Il restante 50% servirà a diminuire la spesa pubblica.
– Affissione in ogni luogo di lavoro aperto al pubblico dei diritti del cittadino come già previsto dalla vigente legislazione.
– Immediata applicazione della attuale normativa che prevede l’obbligo per ogni amministrazione pubblica di non richiedere al cittadino o all’impresa documenti attestanti dati già in possesso delle amministrazioni pubbliche (non solo di quella alla quale ci si sta rivolgendo).
– Adeguamento della modulistica alla normativa vigente e sua semplificazione.
3. Assunzioni dove servono / mobilità ora / mai più precari
– Programmazione semestrale delle assunzioni a seguito delle individuazioni degli organici ottimali per ciascuna amministrazione o servizio
– Stipula di accordi di mobilità, con le stesse procedure del settore privato, che ricollochino personale in esubero presso enti che nello stesso ambito territoriale hanno carenze in organico, prevedendo, ove necessaria, la riqualificazione
– Porre fine al precariato attraverso procedure certe e trasparenti di stabilizzazione
4. Più legalità, meno corruzione
– Porre fine alla polverizzazione degli acquisti e degli appalti imponendo la generalizzazione di uffici unici nazionali, regionali, territoriali per aggiudicare appalti ed effettuare acquisti di beni e servizi
– Applicazioni sanzioni, attraverso gli attuali codici disciplinari, che prevedono misure fino al licenziamento anche prima del termine dell’iter processuale, in caso di corruzione, concussione o truffa.
5. Trasferire il lavoro
Rendere possibile attraverso le tecnologie già disponibili la risposta al cittadino ed all’impresa dall’ufficio pubblico più vicino indipendentemente da dove si svolge il lavoro di backoffice.
6. Un problema, un interlocutore, una soluzione per i cittadini e per le imprese.
Riunificazione delle competenze oggi suddivise tra più enti e più livelli istituzionali alla luce della massima semplificazione per i cittadini e le imprese. I cittadini e le imprese devono poter interloquire con un solo soggetto per la questione per la quale si sono rivolti ad una pubblica amministrazione o ad un servizio.
7. Più rigore, più impegno, meno lassismo
Incrementare l’efficacia e l’efficienza di ciascun ente, amministrazione, servizio attribuendo quote di produttività ad ogni struttura che si impegna, adottando i necessari indicatori, a raggiungere le prestazioni di quelle realtà che hanno le migliori performances del settore.
8. Premiare chi merita
Assegnare una quota di produttività al merito individuale secondo criteri oggettivi e trasparenti
9. Le pubbliche amministrazioni ed i servizi al giudizio dei cittadini
– Erogazione di specifici premi di produttività sulla base del giudizio dei cittadini
– Obbligo ad una procedura di evidenza pubblica che dimostri per ogni esternalizzazione o privatizzazione la convenienza economica e sociale in assenza della quale le esternalizzazioni non potranno avere luogo.
10. Via i dirigenti ed i lavoratori pubblici infedeli
– Ogni amministrazione o ente individuerà un responsabile per la generalizzata, completa e corretta attuazione della normativa legislativa e contrattuale finalizzata a contrastare l’assenteismo, l’illegalità e la corruzione. Questo responsabile avrà il compito di segnalare alla direzione dell’ente o dell’amministrazione, alle OO.SS., alle Associazioni dei cittadini le eventuali inapplicazioni di detta normativa e la loro motivazione. La direzione dell’ente, dell’amministrazione o del servizio avrà l’obbligo di mettere in atto provvedimenti correttivi.
– Ogni ente dovrà predisporre piani attraverso i quali si impegna a raggiungere con tempi e scadenze prefissate il miglior risultato, in termini di lotta all’assenteismo, esistente nel proprio settore o comparto. Tale piano ed i suoi risultati saranno correlati alla erogazione della produttività.
Roma, 19 giugno 2008
10 OTTOBRE 2008 GIORNATA DI MOBILITAZIONE
VERTENZA DIFESA – CONTRATTO DI LAVORO-LEGGE FINANZIARIA
NEL QUADRO DELLE INIZIATIVE PROGRAMMATE DALLE FEDERAZIONI NAZIONALI DI CGIL FP– FP CISL– UIL PA, CONTINUIAMO LA NOSTRA BATTAGLIA PER LA DIFESA DEL LAVORO PUBBLICO E DELLA DIGNITA’ DEL PUBBLICO DIPENDENTE.
LAVORATORI PARTECIPATE ALLA
ASSEMBLEA NAZIONALE
CHE SI TERRA’ A ROMA IL GIORNO 10 OTTOBRE 2008
DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 12.00
PRESSO LA SALA CINEMA DELLA CASERMA ROMAGNOLI-VIA GOBETTI (ADIACENTE A PERSOCIV)
La Commissione occupazione e affari sociali del Parlamento europeo ha approvato il 5 novembre, con 35 voti a favore, 13 contrari e 2 astensioni, la relazione presentata da Alejandro Cercas sulla controversa “direttiva sull’orario di lavoro”, manifestando in tal modo un forte disaccordo con la posizione espressa dal Consiglio il 9 giugno scorso. (ed approdata sulla Gazzetta ufficial europea lo scorso ottobre): La posizione del Parlamento europeo si focalizza su tre punti fondamentali:
Clausola di non partecipazione (Opt-out)
La commissione parlamentare ha confermato la posizione espressa dal Parlamento europeo in prima lettura, adottando un emendamento in base al quale il cosiddetto opt-out deve essere abrogato entro 3 anni dall’entrata in vigore della direttiva. La posizione comune del Consiglio Ue prevede invece la possibilità di derogare alla soglia settimanale delle 48ore, arrivando fino a 60/65 ore come media trimestrale.
Il periodo di guardia
Nella relazione il Parlamento la differenza tra periodo di guardia attivo e tempo di inattività e che quest’ultimo può essere calcolato – in base ad accordi collettivi o normativa nazionale – in maniera specifica. Tuttavia il periodo di guardia deve essere considerato nella sua interezza come orario di lavoro.
Riposo compensativo
Sulla base delle decisioni della Corte di giustizia, un medico di guardia ha diritto ad un periodo compensativo. Si tratta di un tempo di recupero che deve avvenire subito dopo i periodi di servizio, in conformità a quanto stabilito dalla legislazione vigente o dagli accordi collettivi. I deputati europei hanno inoltre adottato degli emendamenti volti a chiarire la situazione dei lavoratori legati da più contratti, stabilendo che l’orario di lavoro dovrebbe essere calcolato come somma dei periodi di lavoro svolti in base ai singoli contratti.
Per confermare in plenaria (discussioni il 186 dicembre e voto il prossimo 17 dicembre 2008 a Strasburgo) gli emendamenti approvati della Commissione del Parlamento c’è bisogno della maggioranza assoluta (393 voti a favore su 785).
Ricordiamo l’attuale composizione del Parlamento: PPE 288, PSE 217, ALDE 100, Europa per le nazioni 43, Verdi 43, Gue 41, Indipendenza democrazia 22, Non iscritti 21
La CES ha deciso di organizzare una manifestazione a Strasburgo martedì 16 dicembre 2008.
Allegato:
Resoconto della riunione:
Hanno parlato sul tema dell’orario di lavoro: Alejandro Cercas, Elizabeth Lynne, José Albino Silva Peneda, Thomas Mann, Dimitrios Papadimoulis, Bernard Lehideux, Elisabeth Schroedter, Georgios Toussas, Kathy Sinnott, Anja Weisgerber, Elisabeth Morin, Carlo Fatuzzo, Proinsias De Rossa, Richard Falbr, Ewa Tomaszewska, Philip Bushill-Matthews e Juan Andrés Naranjo Escobar
Emendamenti adottati : 7, 39, 40 (identico al 41), 8, 50 (identico al 51), 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 25, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 29
Emendamenti respinti : 19, 20, 31, 32, 44, 58, 59, 24
Emendamenti decaduti: 34 ,35, 37, 38, 33, 42, 54, 53, 57, 60, 62, 61, 63, 26, 27, 28
Hanno parlato: Philip Bushill-Matthews, Marie Panayotopoulos-Cassiotou