La camorra uccide di nuovo. Domenica 5 settembre, attorno alle 10.00 del mattino, Angelo Vassallo 57 anni, sindaco PD di Pollica (Sa), è stato brutalmente assassinato mentre da solo viaggiava a bordo della sua auto.
La matrice camorristica dell’agguato mortale è chiara perché Angelo Vassallo si opponeva al massacro del proprio territorio, difendendo dalla speculazione luoghi come Pollica, Acciaroli e il Parco del Cilento che vengono definiti “le perle del Cilento”.
Le scelte di Vassallo erano talmente condivise dai suoi concittadini che lo avevano eletto più volte alla carica di sindaco. Qualcuno ha scritto che non si conoscevano le ragioni dell’assassinio visto che la camorra non è presente in quell’area; in realtà, Angelo Vassallo per ragioni di sicurezza, aveva dovuto declinare l’invito a partecipare alla Mostra di Venezia dove era presente un film sul Risorgimento girato quasi esclusivamente ad Acciaroli, il paese dove era nato.
L’infame assassinio di Angelo Vassallo avviene dopo quindici giorni da un altro attentato compiuto a Reggio Calabria.
Il 26 agosto è stato fatto esplodere un ordigno davanti all’abitazione del Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro.
Il carattere intimidatorio dell’attentato è chiaro ed avviene contro la Procura di Reggio Calabria attiva nella confisca e nel sequestro dei beni della ‘ndrangheta e nei procedimenti di appello contro la criminalità organizzata.
Non è il primo attentato contro la Magistratura di Reggio Calabria perché il 3 gennaio una bomba era stata fatta esplodere davanti alla Procura. Siamo al secondo avvertimento.
Il governo ha ribadito in relazione a questi atti di criminalità, come aveva già fatto, il proprio impegno nella lotta alle mafie. Noi pensiamo che i risultati positivi siano dovuti al lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine che si muovono attivamente nonostante il governo intervenga con il taglio alle spese per le intercettazioni telefoniche ambientali che hanno permesso di arrivare alla cattura di pericolosi criminali che erano latitanti e con la riduzione dei fondi finanziari. Tutto ciò deve indurre il governo a definire provvedimenti che davvero rafforzino la battaglia contro la criminalità organizzata.
In primo luogo occorre potenziare le risorse umane da impegnare nell’azione di contrasto e nella protezione delle persone che sono in trincea nella lotta contro la criminalità organizzata. Ci sembra opportuno in questa ipotesi, la sospensione dell’accordo integrativo non sottoscritto dalla Cgil al Ministero della Giustizia ma dalla minoranza delle organizzazioni sindacali, perché produce solo dequalificazione per i lavoratori che non sono nelle condizioni di lavorare. E’ necessario l’aumento delle disponibilità finanziarie a disposizione delle Procure, tenendo conto che quella di Reggio Calabria può contare solo su 28.000 euro da utilizzare nella battaglia contro la criminalità organizzata che, invece, ne mette in campo migliaia per combattere lo Stato.
Occorre perciò un intervento coordinato tra il ministro della Giustizia per quanto riguarda l’amministrazione della Giustizia e quello degli interni per definire l’ampiezza e la qualità della protezione nei confronti di tutti coloro che fanno della lotta alle mafie l’impegno più qualificante della loro esistenza.
Questi interventi non possono essere occasionali e prodotti da situazioni straordinarie; l’impegno dello stato deve essere ordinario ed avere caratteristiche di costanza nel tempo, altrimenti le mafie dopo periodi di “immersione” rispuntano con accresciuta violenza.
Una violenza alla quale farà da contraltare la manifestazione pubblica che si terrà a Reggio Calabria il 25 Settembre, che vede impegnato il sindacato confederale unitario e registra l’adesione di tanta gente della società civile.
Un’ occasione per rappresentare l’altra faccia di una regione che insieme all’intero Paese, non accetta la rassegnazione e confida nella speranza, che ancora si possa sconfiggere l’illegalità schierandosi al fianco della magistratura, della società onesta e della buona politica visibile nelle amministrazioni impermeabili a condizionamenti ed infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Roma, 9 settembre 2010
MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI:
ACCORDO SULLA PARTE VARIABILE DEL FUA 2010 E SULLE TIPOLOGIE DEI TURNI E REPERIBILITA’
Si sono svolti ieri due incontri con l’Amministrazione sulle ipotesi di accordo relative ai seguenti argomenti:
1) Ipotesi di Accordo Integrativo per l’utilizzazione del Fondo Unico di Amministrazione – parte variabile e residuo parte fissa;
2) Accordo integrativo parzialmente modificativo dell’accordo quadro sulle tipologie e articolazioni dell’orario di lavoro.
Abbiamo chiesto ed ottenuto di poter iniziare la discussione dal secondo punto, in quanto propedeutico alla possibilità di sottoscrivere l’accordo sulla parte variabile del FUA 2010, come si può vedere leggendo l’articolo 4 di detto accordo.
All’incontro era presente apparentemente in maniera inspiegabile il responsabile dei sistemi informatici (siti a Roma presso la sede di via dell’arte) Ing. Laurenti.
Il motivo si è reso evidente nel momento in cui è stata posta l’esigenza di modificare inserendo nell’accordo sopraccitato la figura dell’addetto al CED arrivando a dichiarare che l’assenza in detto accordo di tale figura non avrebbe permesso allo stesso CED di poter svolgere le sue attività. Grave è stato anche aver fatto presenziare all’incontro tre lavoratori (legittimamente preoccupati) strumentalmente utilizzati dall’Amministrazione per sostenere le proprie modifiche all’accordo.
Abbiamo espresso contrarietà alle modifiche sottoposteci dall’Amministrazione evidenziando la mancanza di opportunità di inserire nell’accordo integrativo di Ministero sull’orario di lavoro determinate e specifiche tipologie di lavoratori in turno senza preventivamente verificare a livello nazionale le reali esigenze avanzate dai dirigenti previa accordo con le RSU.
E’ stata accettata pertanto esclusivamente una dichiarazione congiunta di deroga per i citati lavoratori rinviando ogni modifica dell’accordo ad un incontro entro il 15 marzo p.v. avendo in tale data la possibilità di avere la documentazione sopra richiesta.
Lo scrivente recependo le richieste dei compagni della delegazione trattante ha anche evidenziato l’opportunità di rivedere l’accordo sull’orario nella sua globalità portando l’esempio della necessità di inserire la ratifica dell’istituto della maggiore presenza.
E’ stata sottoscritta l’ ipotesi di accordo sulla parte variabile del FUA 2010 nella stesura proposta dall’Amministrazione che sostanzialmente rispecchia l’Accordo già sottoscritto per il 2009
Roma, 10 febbraio 2011
Per la Delegazione Nazionale Trattante
FP CGIL MIT
Bruno Puppo
FP CGIL – FIT CISL – UILTRASPORTI
RELAZIONI INDUSTRIALI E LIVELLI DI RIFERIMENTO
Occorre in questo rinnovo contrattuale rafforzare il sistema di relazioni sindacali che dovrà avere necessariamente caratteristiche di certezza e meccanismi che regolino la durata e i modi del confronto.
Inoltre, tale sistema, dovrà contenere un sensibile allargamento degli ambiti d’informazione, consultazione, confronto e contrattazione a livello nazionale, aziendale e di gruppo.
Ancorché è necessario introdurre nuove norme capaci di garantire il giusto ruolo del sindacato nei processi di riforma legislativa del settore, d’assetto ed efficentamento aziendale, su un piano di pari dignità del percorso informativo e negoziale e, di una maggiore valorizzazione del confronto preventivo, in particolare sui seguenti temi:
Livello Nazionale
– evoluzione del quadro legislativo e normativo di riferimento del settore dei servizi funebri e cimiteriali;
– sviluppo dell’occupazione nel settore anche in relazione all’attuazione delle norme contenute nel contratto collettivo nazionale in materia di mercato del lavoro;
– analisi dei livelli raggiunti su qualità, sicurezza, efficienza costo dei servizi, anche in riferimento alla applicazione delle disposizioni legislative e normative in materia;
Livello Aziendale e Territoriale
Sulle materie che hanno maggiore incidenza e ricaduta sui lavoratori, a livello aziendale e territoriale, oltre al confronto, per i temi necessari a verificare e rendere partecipi gli stessi alle strategie dell’azienda, occorrerà prevedere il rafforzamento del percorso di consultazione/confronto e contrattazione tra RSA/RSU e OO.SS. territorialmente competenti e Azienda, in particolare su:
– trasformazioni, cessioni, fusioni anche per rami d’impresa;
– piani industriali, sulle linee strategiche, sugli investimenti, sull’andamento economico/gestionale e produttivo, sulle esternalizzazioni e conseguentemente sui riflessi organizzativi/gestionali e sull’impiego delle risorse umane e sulla loro valorizzazione;
– riflessi delle condizioni del lavoro in caso di innovazioni tecnologiche che comportino sostanziali modifiche nella gestione dei servizi strutturando programmi di formazione e/o riqualificazione del personale;
– andamento del mercato e della tipologia del servizio svolto dalle rispettive aziende;
– dinamica occupazionale con riferimento allo sviluppo e alla gestione delle assunzioni con contratti di inserimento, lavoro a tempo determinato, part-time, apprendistato, lavoro omministrato;
– la situazione del personale maschile e femminile ai sensi dell’art. 9 legge 125/91 in tema di pari opportunità occupazionali;
– i programmi degli appalti e/o degli affidamenti.
MERCATO DEL LAVORO
Tenuto conto delle gravi incertezze per i nuovi lavoratori conseguenti alla precarizzante riforma del mercato del lavoro, la contrattazione nazionale non deve dare mera applicazione al disposto legislativo ma, deve necessariamente operare affinché le caratteristiche e le necessità del settore siano pienamente salvaguardate dagli effetti negativi della riforma legislativa.
Pertanto il nuovo contratto dovrà necessariamente normare e definire solo alcune delle forme di lavoro atipiche introdotte dalla legislazione, peraltro alcune sono gia’ presenti nell’attuale contratto nazionale (tempo determinato, telelavoro), e contestualmente escludere quelle tipologie di forme di lavoro non confacenti alla situazione specifica del comparto.
In particolare occorrerà definire una chiara regolamentazione del lavoro somministrato a tempo determinato individuando causali applicative, qualifiche di utilizzo e percentuali massime rispetto al totale della forza lavoro, in modo tale da impedire un uso sostitutivo di questa forma atipica rispetto ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pur tenendo conto degli equilibri, in termini di flessibilità, che i contratti di fornitura temporanea di lavoro presentano.
Va regolamentata anche nel settore, sulla base dell’accordo interconfederale del 11 febbraio 2004, la tipologia dei contratti di lavoro d’inserimento/reinserimento con particolare attenzione a recuperare quella parte relativa all’inquadramento, alla formazione e all’obbligo d’assunzione da parte dell’aziende.
Inoltre è evidente che tutta la regolamentazione relativa al rapporto di lavoro a tempo parziale va rimodulata sia con percentuali di utilizzo complessivo dei lavoratori, rispetto gli stessi a tempo indeterminato, sia con tutte una serie di norme che garantiscano la prestazione minima lavorativa ( giornaliera , settimanale, mensile ) ivi comprese le tutele sociali che disciplinano il rapporto di lavoro ( clausole elastiche, clausole flessibili, provvedimenti disciplinari, lavoro supplementare ecc.).
Per ultimo va aggiornato il contratto d’apprendistato professionalizzante che, fermo restando le norme di regolamentazione, non può prescindere dalla particolarità di questo settore, in tal senso va ridefinita l’età minima d’assunzione, la durata del periodo in rapporto alla qualifica da conseguire,l’inquadramento del lavoratore, il trattamento economico per i periodi di malattia che necessariamente dovranno essere identici al trattamento corrisposto ai lavoratori già stabilizzati di pari livello.
In ogni caso, la concreta applicazione delle forme di lavoro “atipiche” dovranno essere concordate a livello aziendale con le competenti Rsu/Rsa e OO.SS. territorialmente competenti, anche in relazione ai problemi di sviluppo ed ai conseguenti piani occupazionali.
POLITICA RETRIBUTIVA E STRUTTURA CONTRATTUALE
Le OO.SS. ritengono che la piattaforma rivendicativa non possa partire dagli indici previsti dall’accordo del luglio 1993, in quanto i tassi d’inflazione definiti per il biennio dal governo, in maniera unilaterale, senza confronto tra le parti sociali, sono totalmente discordanti dal reale andamento dei prezzi e delle tariffe.
Le richieste che si avanzano fanno riferimento ad un recupero del differenziale inflattivo registrato nel biennio 2003/2004 ed all’inflazione attesa per il biennio in corso, tale da permettere una tutela dei salari in linea con l’aumento del costo della vita.
Inoltre, le organizzazioni ritengono di avanzare una richiesta legata all’andamento della produttività del settore, che valorizzi l’apporto che i lavoratori e le lavoratrici garantiscono per il buon andamento aziendale.
La richiesta si sostanzia in un aumento del 7,2 % così composto:
1,8% recupero inflattivo biennio 2003/2004
2,2% inflazione attesa 2005
2,2% inflazione attesa 2006
1,0% produttività di settore
Il nuovo contratto dovrà ovviamente confermare la durata quadriennale per la parte normativa e la durata per bienni per la parte salariale, prevedendo esplicitamente, nel contempo, la conferma e l’ampliamento della contrattazione aziendale di secondo livello.
RETRIBUZIONE DI MERITO
Visto il ricorso al salario di merito da parte unilaterale delle aziende, si ritiene necessario regolamentarne l’attribuzione in tutto il settore.
I criteri e le metodologie dovranno essere contrattati a livello decentrato con le OO.SS., escludendone l’applicazione in sostituzione dei legittimi riconoscimenti classificatori e di ogni forma di produttività aziendale.
INDENNITA’ E SALARIO ACCESSORIO
Le indennità costituiscono un vero e proprio sistema salariale accessorio da riformare e rimodulare secondo le nuove esigenze del settore pertanto, il contratto dovrà procedere ad un riassetto della materia.
Vi è, infatti, l’esigenza di implementare le indennità legandole maggiormente alla prestazione, prevedendo e migliorando così un quadro normativo di tutela, in particolare riferito ai lavoratori addetti ad attività in turno, in turno notturno e in reperibilità e a quei lavoratori che svolgono attività professionali “pesanti” dal punto di vista psico/fisico.
ORARIO DI LAVORO
La Direttiva 93/104/CE prevede alcune prescrizioni minime, in materia d’orario di lavoro, con particolare riferimento alla sicurezza ed alla tutela della salute dei lavoratori, per quanto riguarda i periodi di riposo quotidiano e settimanale, di pause, di ferie nonché relativamente ad aspetti del lavoro notturno, del lavoro a turni, dei ritmi di lavoro.
Tale Direttiva è stata recepita in Italia con la legge n. 66/03 e come ogni norma, ha una valenza di carattere generale e solo in parte riesce a cogliere le differenze esistenti tra un lavoro e l’altro; anche per questo alcune modalità d’applicazione sono demandate ai contratti collettivi di lavoro e, in mancanza, a successive specifiche norme amministrative.
Il principio deve essere quello di un lavoro correlato alle esigenze produttive senza sacrificare le condizioni fondamentali del lavoratore, con particolare attenzione alle tutele sulla sicurezza e sull’igiene e la salute dei lavoratori che non possono dipendere da considerazioni di carattere puramente economico e da mere esigenze organizzative di flessibilità della prestazione.
Occorre pertanto, rivedere alcuni aspetti normativi presenti nel Contratto ed aggiornarlo in base alla nuova disciplina, fermi restando naturalmente i limiti già previsti nel CCNL.
Nel contempo è necessario stabilire il limite di prestazione massima cui impiegare il lavoratore, in termini settimanali, e quindi l’eccedenza oraria massima settimanale che a nostro avviso non può essere superiore alle 12 ore rispetto all’orario contrattuale; indicare l’arco temporale, al netto delle giornate non lavorate, su cui calcolare la media per realizzare il limite legale delle 48 ore di lavoro settimanale compresi gli straordinari, nel limite annuo già prefissato per le prestazioni oltre il normale orario di lavoro; la regolamentazione delle pause psicofisiche.
Occorre precisare, alla luce del D.Lgs. 66/03, la nozione di lavoro straordinario e demandare alla contrattazione aziendale la disciplina , per regolamentare le modalità di esecuzione e per individuare le esigenze tecnico organizzative che ne ammettono il ricorso.
Vanno aggiornate le indennità legate al lavoro nei giorni festivi e in giornata di riposo, per lavoro domenicale; vanno rivisti gli importi per il servizio di reperibilità.
IL LAVORO DELLE DONNE NEL SETTORE
Il CCNL deve prevedere gli interventi idonei a rimuovere tutti i possibili vincoli e/o impedimenti che possano rendere più difficile l’inserimento e l’evoluzione professionale delle donne nelle aziende e nell’attività del settore.
Occorre agire sulle modalità di assunzione, sui requisiti d’accesso e di sviluppo di carriera, a tal proposto si propone di istituire un apposito Osservatorio Nazionale Paritetico per monitorare e sostenere quanto sopra esposto.
AZIONI SOCIALI
Riteniamo importante inserire degli articolati contrattuali relativi alle previdenza di tipo sociale quali volontariato, assistenza a genitori, figli, e/o equiparati malati terminali, portatori di handicap, volontariato, ecc.
In questo ambito andranno previste apposite normative per garantire periodi di congedi parentali retribuiti per l’assistenza a genitori e figli, fino all’età…. per un numero congruo di giornate ampliando le quantità riferite alle casistiche previste dalla legge 151/2001e succ.modif.
CLASSIFICAZIONI SVILUPPI DI CARRIERA E SCALA PARAMETRALE
Le trasformazioni legislative che stanno interessando il settore, le conseguenti modifiche all’organizzazione del lavoro e quindi l’evoluzione dei modelli di gestione delle risorse umane, pongono l’esigenza di riesaminare l’adeguatezza degli attuali sistemi di classificazione del personale e dei fattori che presiedono ai processi di sviluppo professionale, al fine di rimodulare i sistemi di inquadramento alla evoluzione dei processi produttivi e dei mestieri.
Pertanto è utile definire regole certe, tendenti a consentire pari opportunità a tutti i lavoratori, scoraggiando la pratica del salario discrezionale e favorendo quella dell’erogazione di quote di salario per obiettivi, anche prevedendo nel confronto aziendale la contrattazione e la definizione di sistemi di incentivazione.
Occorre definire un unico strumento contrattuale capace di cogliere le figure professionali tipiche del settore, e di recepire le nuove figure professionali che stanno emergendo.
Di conseguenza è utile compiere un lavoro di rivisitazione, di semplificazione e verifica della classificazione del personale individuando i profili modificati o uniformati e quelli obsoleti.
Occorre pertanto armonizzare la scala parametrale in funzione della futura classificazione del personale.
Tale nuovo sistema classificatorio dovrà prevedere al suo interno meccanismi più flessibili rispetto agli attuali ed in grado di apprezzare sia la posizione organizzativa ricoperta dal lavoratore, sia la professionalità e le esperienze maturate.
Il negoziato aziendale con le RSU stabilisce la corretta applicazione del disposto contrattuale e la definizione degli inquadramenti, in coerenza con l’evoluzione organizzativa e i processi formativi individuali.
FORMAZIONE PROFESSIONALE
I processi di organizzazione in atto nelle aziende rendono necessario implementare le azioni di formazione e riqualificazione dei lavoratori, prevedendo una formazione mirata a sostenere i processi di riutilizzo legati alle necessità di riconversione professionale.
Pertanto si ritiene utile estendere a tutti i lavoratori, l’opportunità d’accesso alla formazione.
Occorre quindi costituire apposite commissioni paritetiche aziendali per esaminare e valutare i bisogni formativi, definire i relativi programmi e percorsi formativi.
Particolare attenzione dovrà essere posta alla formazione del personale in riferimento alle tematiche contenute nelle leggi 626.
Nuove norme del codice della strada (patente a punti)
L’ adozione della nuova normativa contenuta nel Codice della Strada oramai in vigore dal 30 giugno 2003, prevede un nuovo sistema sanzionatorio a carico del guidatore di veicoli.
Tale sistema, basato com’è ormai noto, sul punteggio decrescente proporzionale alle infrazioni commesse, può portare al ritiro della patente a carico dei maggiori indisciplinati.
Pur consapevoli della necessità di un sistema rafforzativo in tema di sicurezza stradale, le nuove sanzioni previste dal codice stradale si pongono, per diversi aspetti, in contrasto con le normative inerenti l’organizzazione del lavoro che anche le aziende dei servizi funebri e cimiteriali effettuano quotidianamente.
Non essendo rari, infatti, i casi di infrazione non dipendenti da responsabilità dell’operatore ma legati alle esigenze organizzative aziendali, possono crearsi delle situazioni, quindi, non imputabili agli operatori ma pregiudizievoli tuttavia ai fini della conservazione dei punti previsti dal nuovo sistema.
Al fine di evitare l’accrescersi di tale situazione si propone a tratto generale un sistema di salvaguardia della patente di guida dei lavoratori per tutte quelle situazioni indipendenti dalla loro diretta responsabilità ed imputabili a questioni di viabilità. Sosta selvaggia, condizioni della vettura, mancanza di documentazione, dotazione di bordo ecc. e comunque da subito il coinvolgimento diretto delle Aziende nelle procedure di recupero dei punti e/o della patente.
Roma, 20 gennaio 2005
Le Segreterie Nazionali
Abbiamo completato lo spoglio del Referendum tra le lavoratrici e i lavoratori delle Agenzie Fiscali, degli Enti Pubblici non Economici e dei Ministeri.
Sono stati coinvolti circa 2500 posti di lavoro e quasi 200.000 lavoratrici e lavoratori dei Comparti interessati, il 70% degli addetti. Un numero molto vicino a quello che si riscontra nelle elezioni delle RSU.
Il numero dei votanti sono il 47,2% degli addetti. E due Comparti, le Agenzie Fiscali e gli Enti Pubblici non Economici, hanno percentuali di votanti superiori alla metà degli addetti. Il numero dei NO (più di 87.000) supera complessivamente il numero degli iscritti (meno di 83.000) alle Organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto i contratti sottoposti a Referendum.
Il 94,6% dei votanti ha detto NO agli accordi sottoscritti da CISL, UIL e CONFSAL.
Il numero dei voti è il 168,5% dei voti che la FP–CGIL ha ottenuto nelle elezioni delle RSU del 2007. Il numero dei voti è il 302,5% degli iscritti alla FP–CGIL.
Questo vuol dire che nei posti di lavoro c’era la richiesta di esprimersi, direttamente e in maniera chiara, sugli accordi che incidono sulle condizioni economiche e sulle condizioni di lavoro. Questo vuol dire che c’è voglia di partecipare.
La FP–CGIL si è messa al servizio di questa domanda di democrazia che dai posti di lavoro parla a tutto il Paese. Lo ha fatto attraverso le centinaia di delegate e di delegati di posto di lavoro che, con il loro impegno, hanno permesso che si realizzasse questo evento straordinario.
Non intendiamo appropriarci della rappresentanza di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che hanno votato. Constatiamo che la stragrande maggioranza dei lavoratori condivide la nostra idea di democrazia. Per questo ringraziamo tutti coloro che sono andati a votare, comunque si siano espressi.
Domani, Piazza San Giovanni sarà gremita dalle lavoratrici e dai lavoratori, in sciopero, del pubblico impiego e dell’industria metalmeccanica.
Roma, 12 febbraio 2009
FP CGIL CISL FP UIL PA
Segreterie Nazionali Agenzie Fiscali
Ai colleghi dell’Agenzia delle Entrate
Passaggio dalla 2° alla 3° area
Ecco come stanno le cose
Il 15 marzo scadrà il termine per la presentazione delle domande per la procedura di passaggio dalla seconda alla terza area a suo tempo prorogato dall’Agenzia a seguito della problematica emersa con le sentenze del TAR sulla precedente procedura di passaggio dalla 2^ alla 3^ area.
Sentenze che hanno accolto ricorsi presentati da colleghi ex B2 che avevano impugnato l’ammissione in soprannumero alle prove di colleghi ex B3 con punteggio inferiore ai ricorrenti e, quindi, il loro successivo inquadramento nella posizione ex C1 .
L’Agenzia ha proposto appello al Consiglio di Stato, che all’attualità non risulta essersi ancora pronunciato.
Il bando pubblicato a dicembre scorso prevede che la partecipazione alla procedura sia ovviamente riservata al solo personale dell’Agenzia, allocato nella seconda area.
Ma come è noto, la stessa Agenzia ha consentito, con apposita nota indirizzata alle varie DRE ad inizio 2010, ai colleghi, oggi inquadrati in terza area ma interessati a vario titolo dai contenziosi di cui sopra di poter presentare , in via cautelativa, istanza di partecipazione al nuovo concorso.
Tuttavia, come è chiaramente contenuto nel verbale di riunione del 21 gennaio u.s., la materiale ammissione del personale già C1 alla nuova procedura è subordinata alla modifica del bando che, ripetiamo, oggi prevede la partecipazione del solo personale di seconda area.
Pertanto è evidente che la data di scadenza del 15 marzo p.v. per la presentazione della domanda, all’attualità è IMPERATIVA solo ed esclusivamente per il personale di seconda area.
Per colleghi, invece, già C1, che fossero costretti a partecipare alla procedura , ove la sentenza del CdS fosse negativa e nel frattempo non si fosse trovata una auspicabile diversa soluzione, la data del 15 marzo non è imperativa in quanto, ripetiamo, la loro ammissione è subordinata alla modifica del bando, circostanza, questa, che comunque comporterebbe la riapertura dei termini.
L’Agenzia, sentita nelle vie brevi, ci ha detto che sarebbe intendimento della stessa, proporre alle OO.SS. la modifica del bando e quindi la riapertura dei termini di partecipazione se l’esito dell’appello al Consiglio di Stato sarà negativo.
Circostanza questa che presupporrebbe che le procedure concorsuali non saranno attivate prima di tutti questi passaggi.
Fin qui abbiamo raccontato l’accaduto è ciò che è intendimento dell’Agenzia.
Ma questa posizione è assolutamente inaccettabile per il sindacato, o almeno per le scriventi OO.SS. che, lo diciamo chiaramente, ritengono che questi colleghi abbiano il diritto di essere trattati esattamente come quelli “confermati nelle funzioni e nell’inquadramento” dall’art. 102 del CCNL del comparto Agenzie Fiscali 2002/2004.
L’art. 102 del richiamato CCNL, infatti, sottoscritto all’indomani dell’a riqualificazione ex Legge 549/95 recita “Nei casi in cui la riqualificazione abbia riguardato passaggi tra livelli inseriti in aree diverse, l’inquadramento del personale interessato è confermato, tenuto conto della professionalità raggiunta e verificato l’effettivo svolgimento delle mansioni.”
La nostra azione, quindi, è finalizzata a raggiungere, nell’ambito del CCNL, o di una disposizione normativa, analogo risultato, senza rallentare la nuova procedura e senza aggravare la stessa, inopinatamente ed ingiustamente di nuovi partecipanti.
Roma, 11 marzo 2010
FP CGIL CISL FP UIL PA
Boldorini Silveri Cefalo
Funzione Pubblica CGIL
Metropolitana e Provinciale di Bari
Dopo la presentazione del coordinatore provinciale dell’Agenzia del Territorio Pino Tamma prende la parola il segretario della FP CGIL Antonio Ventrelli che riferisce sull’esito delle riunioni ad oggi tenutesi tra l’Amministrazione, le OO.SS. territoriali e la RSU, e che hanno portato all’attuale situazione conflittuale.
Il segretario riferisce dell’atteggiamento responsabile tenuto dalla delegazione FP CGIL e dalla RSU che hanno sollecitato più volte l’Amministrazione a convocare un incontro per discutere del Budget 2010 e di una migliore organizzazione del lavoro. Nel corso dell’incontro, hanno poi proposto alla parte pubblica un maggior coinvolgimento dei lavoratori su quelli che sono gli obbiettivi assegnati all’Ufficio dall’Amministrazione Centrale (anche attraverso riunioni periodiche), un monitoraggio periodico sul grado di raggiungimento degli obbiettivi, una organizzazione del lavoro più flessibile che sia in grado di sopperire alle criticità che si dovessero presentare in ordine al grado di raggiungimento degli stessi. Altrettanta responsabilità è stata dimostrata dai lavoratori che hanno offerto la più ampia disponibilità a collaborare per risollevare il livello di produttività dell’Ufficio Provinciale di Bari (alla luce di quelle che sono le graduatorie pubblicate) ed a sobbarcarsi ulteriori sacrifici profondendo maggiore impegno nelle attività lavorative.
Al contrario, la dirigenza (suscitando sconcerto nella parte sindacale) affermava che non c’erano le condizioni per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direzione Centrale e tentava di scaricare le responsabilità sui lavoratori dell’Ufficio di Bari. Tra l’altro, non forniva alle OO.SS. tutte le informazioni necessarie ad espletare un’adeguata analisi della situazione in ordine agli attuali livelli di produttività dell’Ufficio. Infatti, i tabulati consegnati alle OO.SS. dall’amministrazione, fornivano informazioni parziali (ad esempio non erano indicati i tempi previsti per l’alta valenza fiscale).
In questo contesto di confronto sulla produttività e sull’organizzazione del lavoro, la parte pubblica ha cercato di distogliere l’attenzione di parte sindacale dagli argomenti in questione (a lei poco graditi in quanto incapace di affrontarli in maniera efficace), sollevando problematiche strumentali sulla fruizione e sulla documentazione giustificativa dei permessi retribuiti ex art. 46 del CCNL – Comparto Agenzie Fiscali.
Al riguardo, la FP CGIL ha evidenziato innanzitutto che l’Amministrazione non può arbitrariamente convertire i predetti permessi retribuiti in altri istituti (come avvenuto), ma deve richiedere prima agli interessati tutte le integrazioni e le certificazioni previste dalle disposizioni vigenti.
Ha precisato, inoltre, che i lavoratori hanno la facoltà, in base alla normativa contrattuale vigente e alle disposizioni previste dalla Legge 133/2008 e dalla Circolare n. 8/2008 del Dipartimento Funzione Pubblica, di fruire i permessi retribuiti di cui all’art. 46 del vigente CCNL a giorni o in alternativa ad ore, comunque sempre nel limite massimo delle 18 ore.
Ha chiarito, altresì, che ai fini della giustificazione dell’assenza di cui sopra è sufficiente, in base alle predette disposizioni, produrre la certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria attestante la giornata e l’indicazione della fascia antimeridiana o postmeridiana in cui è avvenuta la prestazione medica.
La FP CGIL ha invitato, infine, l’Amministrazione a non porre in essere interpretazioni arbitrarie, restrittive e forvianti relativamente alla fruizione dei permessi retribuiti ex art. 46 ed a rispettare le disposizioni contrattuali e di legge vigenti, nonché la circolare n. 8 del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Alla luce di quanto rappresentato dalla FP CGIL, a cui si sono associate la RSU e le altre OO.SS. presenti, la parte pubblica è stata costretta a rinunciare ad interpretazioni avventurose relativamente alla fruizione dei permessi in questione e si è riservata di formulare apposito quesito agli organi superiori dell’Agenzia del Territorio.
Il Segretario Provinciale della FP CGIL riferisce, inoltre, che nel corso dell’ultimo incontro con la Direzione dell’Ufficio, la R.S.U. e le OO.SS. territoriali hanno chiesto (a seguito della pressante richiesta in tal senso di molti lavoratori) di introdurre oltre all’articolazione oraria su due rientri pomeridiani (già esistente) anche la possibilità per il personale di articolare l’orario di lavoro su cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti giornalieri), così come previsto dalla normativa contrattuale e di legge vigente.
A tale richiesta di parte sindacale il Dirigente ha risposto genericamente che l’attuale situazione dell’Ufficio non consente l’introduzione di altre tipologie di orario di lavoro e che, pertanto, si rende necessario compattare gli orari di tutto il personale. Il Dirigente ha aggiunto, altresì, che qualora la parte sindacale avesse insistito nella propria richiesta, avrebbe ritrattato la fascia di flessibilità di un’ora introdotta a suo tempo (riducendola a trenta minuti) ed avrebbe eliminato l’accantonamento di quindici minuti adottato a seguito dell’ultima contrattazione sull’orario di lavoro.
A seguito di tale risposta della parte pubblica, la FP CGIL e la RSU stigmatizzavano il comportamento della Direzione che, alla legittima richiesta delle OO.SS. di introdurre la tipologia oraria articolata su cinque giorni lavorativi (7 ore e 12 minuti), assumeva un atteggiamento conflittuale e ricattatorio minacciando la limitazione di altri istituti precedentemente contrattati (quali la flessibilità e l’accantonamento di quindici minuti) che, tra l’altro, vanno a colpire le fasce più deboli del personale (quali lavoratori pendolari, lavoratrici madri e lavoratori padri con figli in età scolare e prescolare, portatori di handicap, ecc.).
Tra l’altro, hanno evidenziato che tali tipologie orarie diversificate (due rientri e cinque rientri pomeridiani) sono perfettamente compatibili con le esigenze di servizio, tanto che la quasi totalità delle amministrazioni esistenti sul territorio provinciale (di dimensioni analoghe o superiori), gli altri Uffici Provinciali dell’Agenzia del Territorio a livello nazionale e le due sedi secondarie dell’Ufficio di Bari, le adottano da tempo senza che si sia mai verificato alcun problema di funzionalità ed efficienza delle stesse. Le OO.SS. FLP e RDB si associavano a quanto dichiarato dalla FP CGIL e dalla RSU.
Considerato poi, il perdurare dell’atteggiamento conflittuale e di totale chiusura della parte pubblica, la FP CGIL e la RSU dichiaravano la propria indisponibilità a ricontrattare in termini peggiorativi gli istituti attualmente vigenti (quali la flessibilità e l’accantonamento di quindici minuti), ribadivano la propria legittima richiesta di introdurre anche la tipologia oraria articolata su cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti), decidevano di convocare un’assemblea del personale dell’Ufficio di Bari per valutare l’opportunità di intraprendere un’azione vertenziale al fine di ripristinare corrette relazioni sindacali e tutelare i diritti dei lavoratori.
Ultimato l’intervento, Antonio Ventrelli (Segretario Prov.le FP CGIL) cede la parola a Pino Tamma (Coordinatore Prov. FP CGIL Agenzia del Territorio) che, nel rimarcare il disagio avvertito dai lavoratori dell’Ufficio che non si considerano poco produttivi, evidenzia le responsabilità della Dirigenza che ha relegato l’Ufficio di Bari agli ultimi posti per produttività a livello nazionale.
Ribadisce, inoltre, la volontà dei lavoratori di superare questo momento difficile dell’Ufficio Provinciale di Bari proferendo un sempre maggiore impegno lavorativo.
L’intervento del coordinatore si conclude con la richiesta ai lavoratori di esprimere una posizione ben definita sugli argomenti di cui si discute, in modo da poter prendere le opportune iniziative sindacali forti di un mandato chiaro ed unanime dell’assemblea del personale.
Concluso l’intervento di Pino Tamma (Coordinatore Prov.le FP CGIL Agenzia del Territorio), si sono alternati gli interventi dei lavoratori presenti all’assemblea che hanno evidenziato le ineluttabili responsabilità dei Dirigenti sulla situazione in cui versa l’Ufficio di Bari negli ultimi anni e la professionalità ed il senso di responsabilità dimostrati dai dipendenti che, rifiutando l’accettazione passiva del degrado produttivo in cui versa l’Ente manifestata da alcuni Dirigenti, rimarcano la volontà di proferire un sempre maggior impegno per riportare l’Ufficio a quei livelli produttivi che sono stati soliti per svariati anni.
Dopo ampia discussione, l’assemblea (a cui ha partecipato circa l’80% del personale dell’Ufficio) esprime all’unanimità la seguente volontà:
1) raccomanda alla RSU ed ai rappresentanti della FP CGIL e delle altre OO.SS. presenti, di incalzare la dirigenza per un confronto serio sull’organizzazione del lavoro al fine di riportare l’Ufficio di Bari a livelli di produttività che gli sono consoni per le professionalità esistenti e l’impegno profuso finora dai lavoratori, evitando i tentativi di parte pubblica di distogliere l’attenzione da tale argomento per il quale mostra riluttanza;
2) invita le OO.SS. a sollecitare la Direzione Centrale affinché si adoperi per analizzare più attentamente i parametri su cui si basa la tabella di produttività nazionale. Infatti, da un’analisi più attenta emergerebbe che gli uffici del sud sarebbero meno virtuosi di quelli del nord. Pertanto, è facile ipotizzare che possa esserci qualche parametro penalizzante che falsa il quoziente della produttività ricavato tra prodotti e numero di dipendenti, nonchè le tempistiche lavorative;
3) sollecita la RSU e le OO.SS. a non abbassare la guardia sulla tutela dei diritti dei lavoratori (quali ad es. la fruizione dei permessi retribuiti ex art. 46 del CCNL – Comparto Agenzie Fiscali);
4) invita la RSU e le OO.SS. ad intraprendere un’azione vertenziale nei confronti della Direzione dell’Ufficio di Bari al fine di ottenere l’introduzione di un’articolazione dell’orario di lavoro diversificata su due o cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti), così come previsto dalle vigenti norme contrattuali e di legge, nonché ad innalzare il livello dello scontro a tutela dei diritti acquisiti che la parte pubblica vuole ridiscutere in un’ottica di ricatto.
Alle ore 13,15 l’assemblea si scioglie.
Si pubblica una nota dell’INCA in merito alla recente sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittime le disposizioni di Brunetta che mettevano a carico delle Asl le visite fiscali per le assenze per malattia. Un’altra brunettata sventata.
Alle lavoratrici e ai lavoratori
E’ stato siglato, pochi minuti fa, tra OO.SS e Amministrazione l’accordo su:
Scorrimento delle graduatorie delle selezioni 2008
I lavoratori inclusi nelle relative graduatorie 2008 e non risultanti vincitori, verranno inquadrati nella posizione economica oggetto di selezione con decorrenza 1.1.2009 e non dovranno partecipare alle prossime procedure selettive 2009, previste per il novembre prossimo.
I conseguenti risparmi sulle procedure selettive 2009 ammontano a circa un milione di euro, di cui 750.000,00 verranno distribuiti ai lavoratori appartenenti alle Aree professionali A e B delle Sedi del Territorio impegnati sulle linee produttive, entro la fine dell’anno.
La somma pro capite, in base a calcoli dell’Amministrazione, dovrebbe aggirarsi sui trecento euro (circa).
L’Amministrazione ha inoltre precisato che verranno pubblicate le graduatorie definitive 2008 entro il 25 settembre e che i quiz per le selezioni 2009 e 2010 saranno disponibili in rete entro la fine di settembre.
Selezioni 2010
I lavoratori che non hanno partecipato alle selezioni 2008 e non hanno fatto domanda per le procedure 2009 potranno partecipare alle selezioni 2010, che verranno svolte contestualmente con quelle organizzate per le progressioni economiche 2009, con gli stessi quiz e sulle medesime materie.
La procedura per la presentazione delle domande on line verrà attivata entro il corrente mese di settembre
Personale ENAM
Si è concordato di definire apposite procedure selettive per le progressioni economiche 2010 dei dipendenti provenienti dall’ENAM subito dopo il passaggio delle risorse finanziarie e strumentali, in attuazione della legge n. 122/10 e dei successivi decreti del Ministero del Lavoro.
E’ stato inoltre chiesto un apposito tavolo negoziale per la discussione delle problematiche relative al passaggio in Inpdap del personale ex Enam.
Erogazione dei residui 2009.
Con lo stipendio di settembre verranno corrisposti, a tutti i lavoratori, i residui 2009, per un importo medio individuato dall’Amministrazione in ottocento euro (circa).
Le scriventi OO. SS. hanno fatto richiesta di attivare in tempi brevi le procedure selettive per i passaggi di Area, nonché di incrementare l’indennità ex art. 23 e di riparametrizzare gli importi relativi alla produttività generale.
Roma, 07/09/2010
FP CGIL CISL FP UIL PA
M. Perrini A.Ansuisi L.Bizzarro
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
e di Sandro Alloisio, coordinatore nazionale FPCGIL IRCSS
La possibilità di rapporto di lavoro non esclusivo per i direttori scientifici degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) – contenuta nel DDL sulla sperimentazione clinica approvato oggi dal Consiglio dei Ministri – è una scelta sciagurata e contraria ai criteri di trasparenza e di limpidezza evocati dallo stesso Prof. Ferruccio Fazio per l’intramoenia a partire dal caso di Messina.
Il rapporto di lavoro esclusivo è fondamentale per poter svolgere con pieno impegno un funzione di grande rilevanza per la ricerca e la clinica in ambito sanitario, dove peraltro si può cadere facilmente nel conflitto di interessi.
La FPCGIL Medici e la FPCGIL si sono sempre battute e continueranno a battersi per il rapporto esclusivo per tutti i dirigenti medici della sanità pubblica a partire da chi ha responsabilità apicali, anche a garanzia di una ricerca di qualità al servizio dei cittadini, e per la valorizzazione professionale ed economica di questa scelta che rappresenta un valore aggiunto.
L’attivo nazionale unitario dei quadri e dei delegati del comparto dell’igiene ambientale si è riunito il 2 marzo a Bologna per analizzare e discutere lo stato delle trattative per il rinnovo dei CCNL di settore.
La Cgil ha appoggiato con le iniziative dello scorso 17 febbraio l’ azione del Sindacato internazionale ITUC/CSI a sostegno della Tassazione sulle transazioni finanziarie
L’8 marzo 2011 ci sarà alla plenaria del Parlamento Europeo un voto molto importante sulla tassa sulle transazioni finanziarie.
L’introduzione di questo tipo di tassa e’ da lungo tempo una priorità anche del movimento sindacale europeo e la CES aderisce alla piattaforma “europei per una riforma finanziaria” (http://europeansforfinancialreform.org/en).
Il voto sarà sul rapporto d’iniziativa cosiddetto “Podimata” che è stato votato in febbraio nella commissione Affari economici (ECON) del Parlamento; in tale occasione, nonostante ci fosse un accordo tra i capigruppo, i parlamentari del gruppo ALDE hanno teso un’imboscata e hanno chiesto e ottenuto un voto separato sulla frase che affermava che tale tassa, in mancanza di un accordo globale, doveva essere adottata a livello europeo. Questo voto separato e’ finito 21 contro 21 e tale frase fondamentale e’ scomparsa dal rapporto.
La CES, negli ultimi giorni ha incontrato la relatrice “Podimata” nei suoi uffici del Parlamento. Ci e’ parsa ottimista per il voto in plenaria perché e’ riuscita a raccogliere 120 firme di parlamentari di diversi gruppi per una mozione che reintroduce la frase suddetta. Nonostante ciò occorre fare pressione affinché il Parlamento non si “defili”.
Nell’ambito delle azioni di pressione da esercitare sui parlamentari europei per votare in favore di questa mozione, e’ stato sviluppato in pochi giorni un sito internet che permette di inviare automaticamente una mail di sensibilizzazione ai parlamentari del proprio paese (http://www.financialtransactiontax.eu/).
Questo sito ha già visto l’invio, in pochissimi giorni, di qualcosa come 240.000 email ai parlamentari europei. E’ chiaro che non può trattarsi del solo strumento di pressione, ma anche la parlamentare Podimata ci ha confermato che non passa inosservato.
Si è notato che, nonostante i parlamentari italiani vi siano molti incerti nei gruppi ALDE e PPE, gli italiani che hanno firmato sul detto sito sono molto pochi e, considerata anche la grandezza delle delegazioni parlamentari italiane al PE, bisognerebbe fare uno sforzo per accrescere il numero di firme.
Sarebbe molto importante far aumentare questo numero di firme per l’Italia, pur nella consapevolezza che mancano pochi giorni, pensiamo che dovremmo, vista l’importanza dell’argomento, fare il possibile per sollecitare l’invio del numero maggiore possibile di firme.