Stesura definitiva della piattaforma, che fa la sintesi delle proposte che mi ha inviato la Delegazione Trattante Nazionale e che ho provveduto ad inoltrare all’Amministrazione.
FP CGIL NAZIONALE
Gianni Massimiani
Questa piattaforma ha come priorità quella di denunciare il grave stato di insoddisfazione che serpeggia tra i dipendenti del Ministero dei Trasporti, dovuto alla mancata approvazione dell’emendamento che doveva finanziare il passaggio tra le Aree, il contratto della Dirigenza e nuove assunzioni.
Rivendica con forza il ruolo fondamentale delle rinnovate RSU , anche alla luce del caos politico – istituzionale, che con la crisi del Governo di centro-sinistra portano questo Ministero a ripensare di nuovo il suo assetto amministrativo.
Infatti questo è un motivo in più per riaffermare con forza il ruolo fondamentale e la funzione delle RSU, quali titolari della contrattazione decentrata, insieme ai rappresentanti territoriali, come previsto dalle norme contrattuali, soprattutto in virtù della campagna di delegittimazione del lavoro pubblico, posta in essere dai media e da scandalose campagne-stampa.
La CGIL ritiene le RSU il primo baluardo di democrazia sui posti di lavoro, il luogo dove si rendono esigibili i diritti dei cittadini e dove ogni lavoratore può dare risposta ad un problema o soddisfare le proprie aspettative.
La firma del Memorandum sul lavoro pubblico definisce le linee guida dell’obiettivo della FP–CGIL incentrate al miglioramento della qualità del servizio pubblico che può garantire diritti ai cittadini e valorizzazione professionale dei lavoratori pubblici.
In quest’ottica va interpretato il Memorandum anche per il rilancio del Ministero dei trasporti, attraverso la valorizzazione delle professionalità interne, e avvicinando e migliorando i servizi al cittadino-utente.
La rivendicazione della nostra organizzazione prende spunto dai seguenti obiettivi assolutamente irrinunciabili e non più rinviabili:
* E’ evidente che questa Amministrazione non ha ancora affrontato con la dovuta serietà e con spirito propositivo la realizzazione della seconda parte del CCNI, con il passaggio tra le Aree ( dalla posizione economica “A1S” alla posizione economica “B1”, e dall’Area “B” alla posizione “C1”), come, peraltro, sottoscritto nel FUA del febbraio 2004, nell’allora Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
A nostro avviso questo rappresenta un fatto di una gravità inaudita, ci si è preso gioco di lavoratrici e lavoratori che da anni aspettano un giusto riconoscimento del diritto alla carriera. E’ stato messo in campo un teatrino ignobile per declinare responsabilità, è necessario prevedere in questo accordo FUA 2007/08 la possibilità del passaggio tra le Aree così come è avvenuto per altri Ministeri, anche se la copertura economica sarà individuata successivamente.
* Realizzare in questo accordo lo scorrimento totale della 1^ e 2^ graduatoria degli idonei.
* Verificare la possibilità di effettuare i passaggi tra l’area A all’area B finanziandoli con il FUA, così come previsto dal CCNL 2006/2009.
* E’ necessario aprire un tavolo di confronto sulla mobilità, imprescindibile e non più procrastinabile, che sani una volta per tutte la situazione dei distacchi, da trasformarsi in effettivi trasferimenti.
* Assicurare con un accordo quadro il livello di relazioni sindacali territoriali anche per l’applicazione della Direttiva del Capo Dipartimento per l’espletamento delle funzioni dell’attività ispettiva e di vigilanza. E’ opportuno, sia per il bene dell’Amministrazione che per i lavoratori, ove nulla osti, garantire il principio della rotazione di tutto il personale.
* Infine destinare, detratte le somme necessarie allo scorrimento degli idonei e gli altri istituti previsti dal CCNL, alla contrattazione di posto di lavoro.
Roma, 30 gennaio 2008
Si pubblica l’articolo del Sole-24 Ore che riprende il comunicato della FPCGIL Medici in merito alla ripresa della trattativa all’Aran il 26 marzo 2008.
COMUNICATO SULLA RIUNIONE DELLA CASSA DI PREVIDENZA
DEL 28 APRILE 2009
Il 28 Aprile si è riunito il Consiglio della Cassa di Previdenza ed Assistenza con tanti punti all’ordine del giorno.
Infatti, alcuni sono stati rinviati ad una prossima riunione che ci sarà tra 20, al massimo 30 giorni.
Nella seduta del 28 Aprile il Consiglio ha votato il bilancio 2008, sulle variazioni del bilancio preventivo 2009, ha deliberato sull’assistenza anno 2007 ancora non liquidata, sulle liquidazioni una tantum, sulle anticipazioni una tantum eventi 2008 (domande presentate da gennaio 2008 a dicembre 2008 procedendo comunque al completamento di quelle arrivare entro il periodo previsto e cioè marzo 2009, fino alla capienza della disponibilità). Sono stati esaminati alcuni ricorsi relativi alle una tantum.
Nella riunione sono emersi i problemi (rilevati anche dalla relazione della Corte dei Conti 2005 – 2006) dall’aumento della platea degli iscritti senza un adeguamento delle risorse, anzi, senza risorse per coprire un fabbisogno pari a circa 6 milioni di euro per le Infrastrutture.
Si è deciso di liquidare tutta l’assistenza del 2008 nel mese di novembre 2009, quando ci saranno tutte le disponibilità.
E’ stato posto all’attenzione del Consiglio la situazione dei colleghi colpiti dal terremoto in Abruzzo.
Anche se non era all’ordine del giorno, abbiamo presentato, UNICA SIGLA SINDACALE, la nostra proposta per il reperimento di risorse da parte delle ex Infrastrutture, chiedendo al Presidente di attivare in tempi brevissimi un incontro con la parte politica del Ministero. Anche se alcune proposte prevedono modifiche di disposizioni legislative, il Presidente si è detto disponibile ad incaricare quanto prima l’Ufficio Legislativo.
Al termine della riunione, vista la necessità e l’urgenza di trovare quanto prima una soluzione per il reperimento di nuove risorse da destinare alla Cassa, abbiamo consegnato la nostra proposta anche ad altre Organizzazioni Sindacali, crediamo che l’obiettivo di tutti debba essere garantire l’esistenza e il buon funzionamento della Cassa per tutti i lavoratori del Ministero.
I consiglieri FP CGIL
Pompili, Bertini, Capuano
Il ritiro alla Camera della legge sul Governo Clinico da parte del Governo e della maggioranza è un’ottima notizia per i medici in esclusività di rapporto e per i cittadini che credono nel valore della sanità pubblica.
La FP CGIL Medici aveva chiesto alla Camera di bocciare questa legge e questo risultato è per noi straordinario.
Con questa legge si voleva istituzionalizzare la libera professione nel privato dei medici pubblici, a danno di chi opera in esclusività di rapporto e con minori tutele e trasparenza per i cittadini anche rispetto alle liste di attesa.
La legge avrebbe dato ai direttori generali, nominati dalla politica, il potere assoluto nelle scelte dei medici ai quali affidare le unità operative. Si voleva inoltre consentire la possibilità di pensionamento dei medici a 70 anni, a danno delle carriere professionali di tanti dirigenti e della stabilizzazione dei precari.
Adesso si chiuda questa legge definitivamente nel cassetto e il Parlamento – se vuole essere utile ai cittadini che si rivolgono al servizio sanitario nazionale e ai medici che hanno scelto di lavorare solo nel pubblico – modifichi la manovra economica eliminando i tagli alla sanità pubblica.
Roma, 11.10.2007
Al Sig. Capo del Dipartimento per la
Giustizia Minorile
Presidente Melita Cavallo
R o m a
Egregio Presidente,
nelle scorse settimane si sono riuniti i coordinamenti nazionali degli iscritti alla FPCGIL, dirigenti e personale civile della giustizia minorile, Polizia penitenziaria.
Abbiamo, così, avuto modo di approfondire i numerosi problemi che ormai da anni si ripropongono irrisolti e che stanno paralizzando le attività dei servizi periferici della giustizia, ma anche di valutare le scelte della nuova Direzione del Dipartimento.
Forti erano le aspettative suscitate dalla vittoria del centro sinistra nelle scorse elezioni: tutti noi pensavamo imminente una stagione di profondi cambiamenti anche per la giustizia minorile, una nuova stagione per recuperare il filo di una cultura della giustizia minorile calpestata dalla gestione del Ministro Castelli, una nuova stagione in cui le politiche di gestione del personale potessero recuperare gli elementari principi di trasparenza, in cui le scelte concernenti gli operatori della giustizia minorile in merito agli incarichi direttivi dei servizi, le reggenze, le sostituzioni, gli interim, ma anche i trasferimenti e i distacchi, sia del personale civile che degli operatori di Polizia penitenziaria basandosi sul rispetto di quanto previsto nelle norme, dai contratti e dagli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, potessero essere comprese e condivise da tutti i lavoratori.
Forte è il malcontento e il malessere manifestati dai coordinamenti rispetto ad una situazione dei servizi che in alcuni casi, specialmente nel centro nord e, soprattutto, per gli istituti penali per minorenni, registra la paralisi degli interventi, che non possono più essere erogati nella loro completezza, avvicinando in maniera sempre più preoccupante il trattamento dei minori incarcerati a quello vigente per gli adulti, in alcuni casi non riuscendo neanche a garantirlo. Anche qui ci aspettavamo interventi decisi per il recupero di livelli almeno essenziali di erogazione dei servizi.
Tutto ciò non si è realizzato.
La struttura centrale del Dipartimento, impegnata – anche per le scelte de legislatore – a modificare le strutture organizzative, non è stata in grado di percepire il malessere dei lavoratori, di ascoltare e coinvolgere gli operatori nelle scelte che il Dipartimento si accingeva a prendere, di valorizzare le competenze che gli stessi hanno maturato, le conoscenze che hanno acquisito in lunghi anni di lavoro e pratica con l’utenza, finendo così per programmare interventi di riorganizzazione che hanno coinvolto in via esclusiva alcuni segmenti del centro, ma che non hanno avuto nessuna influenza sulla periferia, sulle condizioni materiali dei servizi, sul perseguimento di livelli di efficienza ed efficacia degli stessi.
Non è più possibile continuare su questa strada, non è più possibile continuare in un percorso che privilegia il centro a discapito della periferia, che perpetua antichi privilegi e che finisce per trascurare il fine primo della funzione pubblica: l’erogazione di servizi di qualità. Su questo, solo su questo, a partire da oggi, incentreremo il nostro confronto con l’Amministrazione.
Con la stipula del contratto dei dirigenti e con il recente contratto del pubblico impiego, gli interessi dei lavoratori e le finalità delle amministrazioni corrispondono e convergono nell’interesse comune di produrre servizi di qualità per i cittadini e riconoscimento della qualità del lavoro prestato dagli operatori.
L’assegnazione ai servizi di adeguate risorse economiche e di personale, civile e di Polizia penitenziaria, costituisce ormai un elemento indispensabile all’erogazione di servizi di qualità e diviene un elemento discriminante e non più prescindibile della valutazione degli operatori, siano essi semplici lavoratori o dirigenti. Il rispetto dei ruoli, delle competenze, della catena di comando e dell’autonomia dei diversi livelli decisionali diviene un fattore di tutela per tutti: per chi stabilisce gli obiettivi ed assegna le risorse, per chi tali obiettivi deve raggiungere e per chi concretamente dovrà realizzare le politiche di intervento per l’utenza.
Per tali motivi vogliamo smarcarci da un rito ormai conosciuto e vecchio per il quale continuiamo da troppo tempo a parlare esclusivamente di quanto accade nel centro, misureremo, invece, le scelte del Dipartimento in base a quanto producono per i servizi.
Riteniamo che non siano più tollerabili incertezze rispetto alle risorse, crediamo che sia necessario ed urgente analizzare la reale situazione di ogni singolo servizio della giustizia minorile, in termini di personale e di risorse effettivamente assegnate, ma anche in termini di trasparenza delle decisioni e nella gestione delle politiche che coinvolgono il personale.
Siamo ormai convinti che per rifondare la giustizia minorile bisogna ripartire dai servizi, dai problemi degli istituti penali, dei centri di prima accoglienza, degli uffici di servizio sociale per minorenni, dei centri per la giustizia minorile e del personale che in tali strutture opera. Fin tanto che questo non accadrà, il nostro compito sarà quello di stimolare l’Amministrazione ad affrontare i problemi che qui ed ora si frappongono all’erogazione di servizi efficienti per gli utenti e per i cittadini.
Sarà nostra cura, a partire dai prossimi giorni, accendere i riflettori sui singoli servizi, sui guasti prodotti dalla carenza di risorse, di personale – civile e di Polizia penitenziaria – e di risorse economiche, che allo stato impediscono la piena funzionalità dei servizi, quando non eludono il dettato costituzionale.
Tutto ciò, e di questo siamo convinti, lo faremo nell’interesse dei cittadini, nella convinzione che il servizio pubblico è in grado, se opportunamente gestito, di fornire alti livelli di qualità .
Cordiali saluti
p. la Fp Cgil Nazionale
Giustizia Minorile
Il Coordinatore nazionale
Gianfranco Macigno
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Polizia penitenziaria
Francesco Quinti
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
La definitiva approvazione del milleproroghe ieri al Senato – dove l’abolizione del diritto alle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore per il personale sanitario, prevista dalla Finanziaria 2008, viene rinviata al 1 gennaio 2009 – rappresenta un primo risultato positivo della vertenza portata avanti dalla FPCGIL Medici, insieme alle altre OO.SS.
Adesso la questione del diritto al riposo – sancito dal decreto legislativo 66/2003 in ottemperanza delle direttive europee – va affrontata nel contratto, al quale la normativa vigente deroga la materia.
La FPCGIL Medici si è sempre coerentemente battuta per la qualità del lavoro dei medici e dei veterinari nella sanità pubblica, e si impegnerà nel tavolo delle trattative all’Aran affinchè nel contratto 2006-2009, possa essere affermato il diritto al riposo, troppo spesso non rispettato negli ospedali, anche contro la volontà del medico.
Dopo 28 mesi dalla scadenza, ieri sera abbiamo sottoscritto, in via definitiva, il CCNL 2006/2009 del Comparto Agenzie Fiscali.
(AGI) – Londra – Sono i fattori sociali molto piu’ di quelli genetici a determinare la salute o la malattia delle persone nel mondo e la loro aspettativa di vita, secondo il nuovo studio dell’Organizzazione mondiale della sanita’, una ricerca durata tre anni sui ‘determinatori sociali’ della salute. Il report conclude che e’ ‘l’ingiustizia sociale che uccide le persone nel mondo’. Per esempio, un ragazzo che vive nella povera periferia di Calton a Glasgow vivra’ in media 28 anni in meno di un ragazzo nato nel vicino ma ricco quartiere di Lenzie. Allo stesso modo, l’aspettativa di vita media nella ricca Hampstead a Londra e’ di 11 anni maggiore del vicino ma degradato St. Pancras. Fino ad arrivare a differenze abissali come questa: una ragazza che nasce nel Paese africano del Lesotho vivra’ in media 42 anni meno di una ragazza che nasce in Giappone. E se in Svezia il rischio di una donna di morire per complicazioni della gravidanza o del parto e’ di un caso ogni 17.400, in Afghanistan e’ di uno su otto. Lo studio, realizzato da un panel di esperti che fanno parte della Commission on the social determinants of health dell’Oms, conclude che in quasi tutti i Paesi le cattive condizioni socioeconomiche si traducono in cattive condizioni di salute per gli abitanti. Le differenze sono cosi’ marcate da non potersi spiegare con fattori genetici o biologici. Si legge nel report: “La deleteria combinazione di politiche sbagliate e condizioni economiche negative e’ in gran parte responsabile del fatto che molte persone nel mondo non godono della buona salute che sarebbe biologicamente possibile”. Il panel chiede ai governi di agire subito: senza alcun intervento la diseguaglianza e’ destinata ad aggravarsi, ma agendo immediatamente potra’ ridursi in tempi relativamente brevi.
Onorevoli Deputati,
il Governo ha trasmesso alla Presidenza della Camera dei Deputati, in data 23 settembre 2008, lo schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che sarà oggetto del prescritto parere da parte delle Commissioni I e V a breve.
Tale regolamento, a parere di queste OO.SS., appare meritevole di emendamento almeno in ordine a tre aspetti:
1) L’art. 7, comma 1, del regolamento in esame non richiama l’esistenza degli uffici periferici del settore marittimo del Ministero che invece sono previsti e dettagliatamente disciplinati dal Codice della Navigazione, creando confusione di competenze tra tali uffici ed il Comando generale delle capitanerie di porto. Tale assenza distorce completamente la mappatura dell’organizzazione del Ministero, espungendone una parte significativa di esso (in tal senso: l’art. 15 cod. nav., parte marittima, prevede che l’amministrazione marittima sia retta dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; l’art. 16 definisce, inoltre, l’organizzazione degli uffici periferici del settore marittimo del Ministero cui sono affidate una serie di funzioni dalle altre norme del codice e dalle leggi speciali);
2) Dalla lettura coordinata degli artt. 7, comma 2 e 6, comma 7 (regolazione sicurezza della navigazione) risulta l’attribuzione al Comando generale C.P. di tutte le funzioni in materia di sicurezza della navigazione che, invece, sia il D.P.R. 8 dicembre 2007, n. 271 (Ministero dei trasporti) e nel precedente D.P.R. 2 luglio 2004, n. 184 (Ministero infrastrutture e trasporti, prima versione) limitavano solo agli aspetti tecnici. Così – in contrasto con quanto rappresentato dal Consiglio di Stato in sede consultiva – la Direzione generale competente verrebbe spogliata delle funzioni di regolazione normativa in materia di sicurezza della navigazione, in controtendenza con ciò che avviene negli altri Ministeri le cui funzioni di regolazione sono attribuite alle strutture centrali. Inoltre, tale modifica potrebbe comportare
3) maggiori oneri in quanto il personale tecnico in servizio presso il Ministero non svolgerebbe più alcuna funzione, mentre il Comando generale C.P. si dovrebbe dotare di tale personale (militare) specificamente specializzato;
4) Dalla lettura coordinata degli artt. 6, comma 7 e 7, comma 2 (regolazione lavoro marittimo) risultano attribuite in via principale al Comando generale C.P., e non più in esclusiva alla Direzione generale competente, le funzioni di regolazione del personale marittimo e di certificazione degli enti di formazione (attribuite a tale Ufficio generale solo “per quanto di competenza” e non in esclusiva, com’è stato fino ad oggi). Anche in tale materia si rappresentano preoccupazioni in ordine alla confusione che si determinerebbe nel riparto di competenze in tale materia già assestate dall’ordinamento giuridico vigente e che verrebbero modificate con atto di formazione secondaria.
Queste Organizzazioni sindacali hanno ha già proposto all’Amministrazione una serie di osservazioni (fra cui quelle sopra richiamate). Inoltre, il Consiglio di Stato (Sez. atti normativi) – in sede di emissione del parere n. 2914 adottato nell’adunanza del 28.8.2008 – ha ritenuto di valorizzare i contributi presentati da parte sindacale, legittimandone, nel testo del parere medesimo, la presentazione e l’esame e condividendone almeno il rilievo in ordine alla sicurezza della navigazione con conseguente invito di modifica dell’articolato.
Lo schema di regolamento presentato alla Vostra attenzione dal Governo non ha considerato, invece, alcun suggerimento del Consiglio di Stato medesimo, riproponendolo quindi nella versione originaria.
Si rimettono alla Vostra attenzione tali osservazioni al fine di valutarne i contenuti nell’ambito degli adempimenti di competenza.
Roma, 7 ottobre 2008
Il Coordinatore nazionale Fp Cgil
(Gianni Massimiani)
Il Responsabile Cisl Fp Dirigenza
(Eugenio Minici)
Il Coord. generale Uil – P.A. dirigenti
(Mauro Nesta)
lettera versione word da stampare
Entro il 10/11/08 dovevano uscire gli elenchi, delle lavoratrici e dei lavoratori che RIENTRANO non, come si afferma nella nota del dipartimento risorse umane, POSSONO rientrare nella stabilizzazione, in base alle regole dettate dalle finanziarie 2007 e 2008.
La pubblicazione sul sito CRI dei predetti elenchi, in tarda serata del 10 novembre 2008, con allegata lettera a cura del presidente nazionale inviata al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, mostra la posizione espressa dalla dirigenza che non può che vederci totalmente insoddisfatti. Ci si aspettava, una presa di posizione responsabile e dovuta, nei confronti di lavoratori che da anni lavorano per l’Ente, che prendiamo atto, non c’è stata.
Consapevoli dell’apertura della norma in finanziaria 2008 che indicava l’attivazione di appositi tavoli tra rappresentanti del Governo e delle Regioni, sottolineiamo convinti, che questo sarebbe dovuto avvenire dopo una verifica interna con le OO.SS. sui reali fabbisogni dell’Ente, il quale seppur non tutti i 1800 lavoratori precari comunque doveva e deve assumerne in parte.
Ci si limita, invece, a scaricare i lavoratori, mettendo di fatto in atto la vigliacca politica, tipica di Ponzio Pilato.
La CGIL che ha già precedentemente attivato un ricorso in base al non rispetto delle regole dettate dalla finanziaria 2007, del quale daremo notizia alla fine della procedura legale, invita i lavoratori, a presentare in aggiunta anche
la diffida per la mancata stabilizzazione.
Rimane inteso che metteremo in atto tutte le forme di lotta necessarie per riaffermare un diritto fino ad ora letteralmente calpestato dall’Ente CRI e dal Governo.
I lavoratori precari CRI non hanno intenzione di rimanere in silenzio mentre vengono distrutte le loro vite e quelle dei loro figli, per questo hanno aderito in massa agli scioperi di questi giorni e aderiranno ancor con più determinazione alle lotte che si stanno preparando in occasione dell’insediamento del nuovo commissario, chiunque esso sia!!!
Stabilizzazione immediata e generale di tutti i lavoratori CRI, questo è l’obiettivo primario della CGIL e siamo determinati a conseguirlo.
Roma, 11 novembre 2008
Il Coordinatore Nazionale FPCGIL CRI
Pietro Cocco
Incontro con il Presidente del
Consiglio Superiore Balducci
Il giorno 18.11.2008 si è tenuto un incontro tra il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e le OO.SS.
Nel corso dell’incontro il neo Presidente ing. Angelo Balducci ha illustrato le linee sulle quali intende lavorare, finalizzate a ridare slancio e ruolo al Consiglio Superiore. Ha lamentato di aver trovato il nuovo D.P.R. di riorganizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ormai in dirittura di arrivo, che riduce potenzialità e ruolo dell’istituzione da lui presieduta. Tuttavia ritiene possibili interventi, in particolare sui pareri da emettere, in grado di ridare slancio. Intende rimettere in moto quel meccanismo sui pareri a pagamento da parte dei soggetti che ne usufruiscono, che porterà fondi che potranno essere utilizzati per il personale, ed in particolare per la Cassa di previdenza ed assistenza. Intende inoltre, da subito, rimettere mano all’organizzazione interna del C.S. attribuendo al Servizio Tecnico Centrale il rango di Direzione Generale. E’ stato rassicurato dal Ministro Matteoli sul pieno appoggio al progetto di rilancio del ruolo e dell’efficienza del Consiglio Superiore.
Abbiamo ha dato piena disponibilità alle prospettive di rilancio che il nuovo Presidente auspica. Concordiamo sull’idea di rilanciare il settore tecnico, che ha risorse e potenzialità più volte non utilizzate. Inoltre abbiamo evidenziato la necessità di avviare dei processi formativi per il personale propedeutici al progetto di rinascita del Consiglio Superiore nonché dell’Amministrazione tutta.
In ultimo, abbiamo accolto positivamente l’ipotesi di utilizzo dei fondi, relativo ai pareri emessi, per il personale ed in particolare per la Cassa.
Per la delegazione FP CGIL
Fabio Furnari
Si pubblicano la dichiarazione stampa di Carlo Podda, segretario generale FPCGIL, in merito alla nuova Circolare 1/2009 del Ministro Brunetta sulle fasce orarie di reperibilità e i malati oncologici in caso di assenza per malattia, ed il testo della Circolare.