convegno "una nuova economia"
 

UNA NUOVA ECONOMIA

Programma

9 aprile 2009 – centro congressi Frentani – via dei Frentani, 4 – Roma

ore 10 inizio
PAOLO LEON, illustrazione del documento “contributi per una nuova politica economica”
intervengono:
CANTA, CANTONE, CHILOIRO, COSTA, CREMASCHI, MELLONI, MIROGLIO, MOCCIA, PATTA, PICCININI, PODDA, RINALDINI, ROCCHI
replica finale: EMILIANO BRANCACCIO

ore 14 sospensione

ore 15 ripresa
STEFANO FASSINA, illustrazione del documento “contributi per una nuova politica economica”
DINO GRECO, introduce e coordina la tavola rotonda con:
BERTINOTTI, COFFERATI, MARINI, NEROZZI

sono invitati: COMITATO DIRETTIVO CGIL, COMITATO CENTRALE FIOM CGIL, COMITATO DIRETTIVO FP CGIL

 

La CES: appello al voto per le elezioni Europee

Dal 4 al 7 giugno i cittadini dei 27 paesi membri dell’Unione Europea sono invitati a votare il nuovo Parlamento europeo. Subito dopo le elezioni, si avvieranno le procedure per la scelta della nuova Commissione europea.

Anche in Italia Il 6 e 7 giugno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Mentre l’Europa si confronta con la più grave crisi economica e finanziaria degli ultimi decenni, sarebbe un grave errore ridurre queste elezioni ad un sondaggio elettorale per le forze politiche nazionali. Piuttosto, nell’agenda politica del nuovo Parlamento Europeo saranno affrontate molte materie che producono e produrranno un impatto diretto sulla vita dei cittadini e delle cittadine, dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti gli Stati Membri.

Sarebbe un grave errore non rendere gli elettori italiani partecipi, coinvolti e consapevoli della loro possibilità di concorrere alla formazione dell’unico organo dell’Unione Europea eletto a suffragio universale e, come tale, effettivamente e democraticamente rappresentativo della volontà dei cittadini europei.

La Confederazione europea dei sindacati (CES) lancia un appello la partecipazione al voto che la Funzione Pubblica CGIL fa proprio: la costruzione di una Europa sociale e la difesa dei servizi pubblici hanno bisogno di rappresentanti che difendano e allarghino i diritti del lavoro e di cittadinanza, credano nei valori della solidarietà, della universalità, dell’accesso e della cooperazione e nei principi fondamentali della democrazia. Il nostro voto può fare, in tutta Europa la differenza.
Il Parlamento europeo può decisamente fare la differenza, avendo aiutato, ad esempio, i sindacati europei a sconfiggere la direttiva sui servizi “Bolkestein”, la deregolamentazione del lavoro nei porti e un peggioramento della direttiva sull’orario di lavoro. I lavoratori devono quindi far valere il loro diritto democratico al voto e sollecitare i candidati sui nostri punti chiave.

Questi stessi argomenti costituiscono il cardine dei documenti che la FSESP dovrà approvare nel suo VIII Congresso che si celebrerà a Bruxelles dall’8 all’11 giugno, appena chiuse le urne. 

Ufficio Internazionale Fp Cgil Enzo Bernardo

 
 
 

Manifesto della Confederazione Europea dei Sindacati:

 
1. Azioni per rafforzare i diritti sindacali e dei lavoratori adottando un Protocollo sul progresso sociale ed una revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori, al fine di correggere le recenti sentenze della CGE (Laval, Viking, Rüffert, Luxemburg). Queste azioni sono necessarie per ripristinare i nostri diritti fondamentali sulla libera circolazione della manodopera e dei servizi. I candidati che rifiutano questo, non meritano alcun sostegno da parte dei sindacati;

2. Un nuovo patto sociale nella crisi economica, con la piena partecipazione di lavoratori e sindacati, volto a realizzare la piena occupazione, posti di lavoro di qualità, retribuzioni e pensioni migliori, sistemi assistenziali e di welfare più forti, sviluppo sostenibile e solida regolamentazione dei mercati finanziari. I lavoratori non devono pagare per l’incompetenza dei banchieri;

3. Una politica sociale europea più forte e un a politica fiscale coordinata, per dar vita a un’Unione europea sociale;

4. Un accordo equo in materia di orario di lavoro, che protegga i lavoratori da turni estenuanti, salvaguardi l’importanza delle contrattazioni collettive nell’organizzazione dell’orario di lavoro e garantisca a tutti i lavoratori la possibilità di conciliare vita lavorativa e vita familiare;

5. Maggiori tutele contro l’aumento del lavoro precario e a favore dei lavoratori precari. Tutele che diano loro una migliore copertura tramite il diritto del lavoro e la previdenza sociale, e garantiscano la transizione verso posti di lavoro di qualità;.

6. Una nuova strategia industriale europea basata su innovazione, ricerca e sviluppo, investimento, istruzione, formazione e sviluppo sostenibile. Vogliamo garantire una transizione rapida ed equa verso un’economia a bassa emissione di CO2, tramite l’imposizione di una “tassa CO2” sulle importazioni dai paesi industrializzati che non rispettano gli standard ambientali dell’UE, soprattutto le norme in materia di emissioni di CO2.
 
7. Una nuova iniziativa sull’uguaglianza di genere, per combattere la discriminazione persistente, soprattutto per quanto riguarda i divari retributivi, e far sì che le donne possano beneficiare di azioni volte a contrastare la crisi economica;

8. Maggiori tutele e parità di trattamento per i lavoratori migranti e mobili, e massimo impegno contro razzismo, nazionalismo e xenofobia;

9. Rispetto per i servizi pubblici e migliore protezione legale, posti di lavoro e investimenti di qualità.

Andate a votare alle Elezioni europee! “Fate sentire la voce dell’Europa sociale” .
 

Comunicato

RSU CNEL
 

Come ormai tutti sapete, lo scorso venerdì CISL, CGIL e le RSU CISL e CGIL hanno sottoscritto l’ipotesi FUA 2009.

Si è chiusa così una trattativa bloccata da mesi, per le note vicende che hanno riguardato il rinnovo del vertice dell’Amministrazione, nonostante le OO.SS. abbiano più volte richiesto un incontro su tutti i temi al centro dell’agenda sindacale (non solo FUA quindi, ma anche interventi assistenziali, formazione, problema del precariato).

L’Amministrazione, nella breve finestra temporale in cui all’attuale Segretario Generale sarà ancora investito dei suoi poteri, in attesa di un’ulteriore nomina, ha infine convocato il tavolo, ed ha sottoposto il 31/1 alle parti una bozza di FUA.

Tale bozza conteneva delle significative modifiche rispetto all’ipotesi dello scorso autunno, che anche la CGIL, d’accordo con UIL e UGL, non avrebbe firmato.

Si passava infatti da 140.000 a 122.000€ la produttività individuale, e si alzava da 87.000 a 100.000€ quella collettiva.

Inoltre, conformemente alla dichiarazione congiunta firmata nel 2008, si prevedeva anche una decurtazione delle indennità speciali (a partire dal 2010), resa necessaria a seguito del taglio del FUA operato dal governo.

Questa è dunque la situazione che la CGIL e le RSU sono state chiamate a valutare.

Di fronte alla necessità di ricercare un accordo nell’interesse di tutti i lavoratori, e valutando che il divario tra la produttività collettiva e quella individuale si era sensibilmente attenuato (e che un ulteriore ritocco è intervenuto, portando la produttività individuale a 117.000€ e quella collettiva a 105.000€), la CGIL, sia come O.S che come rappresentante delle RSU ha infine deciso di apporre la firma all’accordo.

Si tratta di una firma di cui ci assumiamo, come sempre, piena responsabilità, e che rivendichiamo come posta ad un accordo che, tenuto conto della situazione attuale e dell’incertezza in cui purtroppo saremo di nuovo interessati a partire da marzo, è il migliore possibile.

Certo i problemi non sono stati tutti risolti.

Il 2010 sarà un anno molto importante, e ci aspetterà una contrattazione molto difficile. Lo sarà per i nostri colleghi che vivono nella precarietà, e lo sarà per noi tutti che saremo sottoposti all’applicazione delle nuove norme approvate in materia di valutazione dei dipendenti e che la CGIL giudica vessatorie perché pretendono di applicare discriminazioni ingiuste e a priori tra i lavoratori.

Crediamo ad esempio che ora tutte le OO.SS. e le RSU, anche quelle non firmatarie, dovranno agire insieme per cercare una linea comune su tali temi, ma non solo.

Ad esempio sarà nostro impegno (e siamo certi non solo nostro) portare nel più breve tempo possibile l’Assemblea del Cnel ad adempiere agli atti necessari per l’innalzamento del buono pasto a 10€, obiettivo che l’Amministrazione ha dichiarato nel FUA di condividere
Sarà compito della CGIL, ci auguriamo assieme alle altre RSU e alle altre OO.SS., di impedire che tali norme intervengano come una mannaia sulle nostre legittime aspettative. Per questo mi ci auguriamo che da subito l’unità che non è stata possibile raggiungere nei giorni scorsi possa essere ritrovata, nell’interesse di tutti. 
 
Roma, 10 febbraio 2010
 
 
FP CGIL NAZIONALE
Massimiliano Boni

 
 
 

Ministero Interno: lettera al ministro Amato

 
CGIL FP  
 


Al Ministro dell’Interno, on. prof. G. Amato
All’on. avv. M. Lucidi – Sottosegretaria di Stato
Al cons. prof. A. Pajno – sottosegretario di Stato
All’Ufficio relazioni sindacali

Signor ministro, Signora e Signor sottosegretario,
ci aspettavamo dal governo, nel quadro di una politica dell’immigrazione rispettosa dei diritti dei migranti, una gestione dei fenomeni legati all’immigrazione diversa, anche sotto il profilo della concreta, materiale attuazione delle norme in vigore, in particolare riguardo allo sportello unico costituito presso le prefetture.
Invece, dobbiamo ad oggi registrare la sostanziale continuità con i metodi organizzativi del centrodestra: assenza di chiarezza nelle responsabilità della gestione territoriale degli sportelli; gravi carenze di personale tamponate da lavoratrici e lavoratori precari utilizzati attraverso uno dei peggiori strumenti possibili – il lavoro interinale – che deresponsabilizza la dirigenza locale e premia ingiustificatamente, sotto il profilo economico, le società che “forniscono la mano d’opera”, aggravando i costi per le casse dello Stato; sottrazione di operatori della Guardia di Finanza ai compiti d’istituto, per impegnarli a sostegno degli sportelli ad aggravare una confusione di ruoli e funzioni già caratterizzata dalla presenza di operatori di diverse amministrazioni pubbliche, impiegati insieme ad interinali precari e ad altri lavoratori che, in diverse realtà, sono stati addirittura “prestati” da camere di commercio, associazioni di industriali, e quant’altro … con la conseguenza, inaccettabile non solo per il Sindacato, di impiegare nello stesso lavoro donne e uomini diversamente retribuiti, e diversamente regolamentati; senza contare l’ambiguo coinvolgimento di una società per azioni, le Poste, che non sembra abbia garantito – nonostante il guadagno ricavato dalle tariffe previste per i servizi che gli sono stati affidati – grandi risultati sul piano dell’efficienza del procedimento. E senza dimenticare che, a livello di amministrazione centrale, le competenze che si incrociano sugli sportelli unici fanno capo ad almeno tre Dipartimenti …
Da mesi cerchiamo, inutilmente, di aprire con Voi un confronto su come riorganizzare gli sportelli unici, allo scopo di fornire un servizio che rispetti al tempo stesso la dignità e i diritti dei migranti, dei cittadini, dei lavoratori. Nessun risultato è stato finora possibile, il confronto da Voi promesso non è mai partito, anche l’ultima – in ordine di tempo – occasione è andata perduta.
Parliamo del protocollo d’intesa che ci è stato sottoposto lo scorso 29 novembre, con il quale – a seguito dell’ordinanza del Presidente del Consiglio del 9 novembre – vengono distribuite una parte delle risorse economiche dall’ordinanza stessa individuate: protocollo che la Fp Cgil non ha – e non poteva – firmare, perché non condivisibile nel metodo (il salario accessorio dei lavoratori va nel Fondo Unico di Amministrazione, affinché sia opportunamente contrattato, altro che la solita equivoca attribuzione di “ore di straordinario”) e non condivisibile nel merito, perché mai si è discusso del criterio con il quale individuare il personale destinatario, e peraltro è lecito dubitare che somme stanziate a fine 2006 possano effettivamente coprire prestazioni realmente rese durante l’anno.
Signor ministro, Signora e Signor sottosegretario, stiamo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, in questo caso riteniamo che abbiate il dovere di considerare il prezioso lavoro che l’Amministrazione Civile svolge per garantire al meglio possibile la gestione di una legge sciagurata, la Bossi-Fini … ma proprio per questo non possiamo avallare criteri di amministrazione illogici e improduttivi, che non condividiamo. Ci impegneremo, a livello territoriale, affinché nella contrattazione di posto di lavoro si recuperino livelli minimi di trasparenza e oggettività, a sostegno delle legittime aspettative di donne e uomini che in questi anni comunque hanno assicurato il miglior funzionamento possibile degli sportelli; e restiamo in attesa del momento – che ci auguriamo arrivi al più presto – nel quale sarete finalmente in grado di affrontare l’organizzazione del lavoro negli sportelli, con le organizzazioni sindacali rappresentative, nel rispetto dei contratti di lavoro vigenti.
Distinti saluti,

Roma, 1 dicembre 2006

Lino Ceccarelli
Fp Cgil – coordinatore nazionale Min. Interno

Informativa ai lavoratori sulla questione della sospensione degli interpelli

 
In relazione alla questione della sospensione degli interpelli si pregano le strutture regionali e territoriali Fp Cgil di mettere a disposizione dei lavoratori interessati i nostri uffici legali, per eventuali azioni da intraprendere.

FP CGIL NAZIONALE
Nicoletta Grieco

 

 

Comunicato Stampa di Alfredo Garzi Segretario Nazionale FP CGIL

 
Agenzie Fiscali, Enti Pubblici e Ministeri:
Assemblee nazionali contro i provvedimenti del Governo sul Lavoro Pubblico

 
Oggi, nell’ambito della mobilitazione unitaria dei settori del lavoro pubblico, si sono svolte le Assemblee nazionali in ogni Agenzia Fiscale, Ente Pubblico e Ministeri.

Abbiamo chiesto ai vertici politici di assumersi la responsabilità del funzionamento dei servizi, messi seriamente in discussione dagli interventi del Governo. In questo quadro si è distinto il Ministero dell’Economia e Finanza che non ha voluto ricevere la delegazione sindacale. Ormai non si è neanche più disponibili ad ascoltare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le assemblee sono state molto partecipate, in tutte le amministrazioni, con punte di circa 2000 partecipanti come ad esempio all’INPS.

Molte lavoratrici e molti lavoratori sono intervenuti per testimoniare il loro grave disagio. Offesi per la campagna denigratoria che cerca di mettere i cittadini contro i dipendenti pubblici, tacendo sulle gravi responsabilità delle scelte governative operate negli anni; irritati per il taglio alle retribuzioni che oscilla dai 50 ai 400 euro al mese per il prossimo anno; esasperati per il mancato stanziamento dei fondi necessari a fare in modo che il contratto di lavoro difenda il potere di acquisto delle retribuzioni; arrabbiati per il licenziamento di tutti i precari a luglio dell’anno prossimo; indignati per il taglio alle spese di funzionamento delle amministrazioni che non consentiranno di fornire i servizi che i cittadini dovrebbero ricevere.

La mobilitazione dei settori pubblici continuerà, il 15 ottobre, con l’assemblea generale di tutti i lavoratori della sanità presso le Presidenze delle Regioni; con i tre scioperi interregionali decisi ieri unitariamente dalle Segreterie unitarie di Categoria; con lo sciopero generale anch’esso deciso ieri in relazione all’andamento della vertenza.

Le lavoratrici e i lavoratori delle Agenzie Fiscali, degli Enti Pubblici e dei Ministeri saranno impegnati in queste mobilitazioni, con lo stessa partecipazione che hanno già dimostrato in questi ultimi mesi.

Roma, 10 ottobre 2008

 
 

Comunicato

 

La settimana scorsa le altre OO.SS. hanno sottoscritto l’accordo per l’utilizzo del FUA 2009. Questa O.S. si è riservata di decidere, per le ragioni che di seguito vi esponiamo.

Secondo quanto è stato scritto da qualcuno, con questo accordo tutto il personale avrà una progressione economica. Naturalmente, nessuno sano di mente può sognarsi di dire che un tale traguarda non va bene. Pensiamo però che le questioni meritino sempre di essere approfondite, il che, in questo caso, conduce alle seguenti precisazioni: A) la progressione economica sarà attribuita al 100% degli aventi diritto, cioè coloro che al 01/01/2009 avevano maturato almeno due anni di anzianità nel profilo economico (requisito posto dal CCNL). Ciò significa che sono esclusi i vincitori della riqualificazione tra le aree per l’ex C1 e l’ex B1, e chi ha usufruito nell’ultimo biennio dello scorrimento della graduatoria della riqualificazione all’interno delle aree. In più, resta escluso tutto il personale comandato da altre amministrazioni, che in base al CCNL può usufruire delle progressioni presso la propria amministrazione. B) per fare questa operazione, occorre spendere il 78,52 delle risorse certe del FUA; ciò significa che, almeno per quest’anno, il salario accessorio sarà abbattuto sensibilmente. C) attingendo anche alla quota variabile, si riescono a coprire le voci che comunque devono essere pagate ogni anno, come le posizioni organizzative, l’indennità di mansione ai centralinisti non vedenti, almeno il 20%da destinare alla contrattazione in sede locale. Ma la quota variabile non è certa, nella sua entità, ogni anno; e se l’anno prossimo dovesse subire ulteriori tagli?
D) Tempi e criteri delle progressioni. Sui tempi, vediamo una difficoltà a concludere queste procedure entro l’anno in corso; perché, è bene puntualizzarlo, comunque bisognerà presentare le domande per l’accesso alla posizione economica superiore, certificare i titoli e formare una graduatoria. Tant’è che è stata prevista una “clausola di salvaguardia” per l’ipotesi che non si proceda all’espletamento delle procedure affinché la somma stanziata venga attribuita alla produttività (come negli anni passati).

Quanto poi ai “criteri” delle progressioni (che una volta individuati confluiranno nel contratto integrativo, assumendo valenza quadriennale) non eravamo assolutamente d’accordo sulla soluzione individuata da parte pubblica e altre OO.SS. di valutare, ai fini dell’esperienza professionale, oltre all’anzianità di servizio, tutta una serie di “titoli” che secondo noi non sono utili a dimostrare l’acquisizione di professionalità, ma solo a creare sperequazioni inaccettabili (stavolta sì!!) tra il personale: commissioni di concorso, commissione sussidi, conferenza di amministrazione, nucleo di valutazione, che si riferiscono ad attività proprie solo della sede centrale; altri titoli si riconducono ad attività proprie della qualifica rivestita (preposto al servizio, consegnatario, cassiere), altri ancora derivano comunque da obblighi di legge, designazioni sindacali, elezione (responsabile servizio prevenzione, comitato pari opportunità, collegio arbitrale di disciplina). Per quanto riguarda quindi i criteri, abbiamo presentato una nostra controproposta all’Amministrazione (ve ne alleghiamo copia), diretta a valorizzare l’effettiva professionalità da ciascuno acquisita lavorando in uno specifico settore di attività (legale, amministrativo-contabile, informatica) nell’ambito del quale aspira a progredire economicamente. Sulla base di tale proposta, la parte pubblica ha elaborato un nuovo testo sui criteri delle progressioni economiche, sul quale siamo stati convocati per il 10/07 p.v..

Vi informeremo degli esiti.

Roma, 06 luglio 2009
 

La delegazione trattante nazionale fp-Cgil


 

 
Roma, 04/07/2009.

Al Segretario Generale dell’Avvocatura dello Stato
Avv. Ruggero Di Martino – SEDE

La Scrivente O.S. ha manifestato, in sede di contrattazione integrativa, il proprio dissenso sulla proposta di parte pubblica inerente i criteri per gli sviluppi economici all’interno delle aree rispetto al paragrafo I) “Esperienza professionale”, lettera B) “Valutazione dei titoli di servizio”, per le motivazioni ampiamente esplicitate, come da verbali di riunione.
Proponiamo come alternativa ai “titoli di servizio” indicati dall’Amministrazione, ed a completamento della valutazione dell’esperienza professionale intesa come anzianità di servizio, il seguente criterio: valutazione di mansioni effettivamente già svolte all’interno del settore di attività (amministrativo-contabile, informatica, legale) nel quale è collocata la fascia retributiva alla quale si chiede di accedere. Tale valutazione, facendo riferimento ad un’esperienza professionale maturata di fatto (con il servizio prestato) all’interno di uno dei tre settori specialistici dell’Avvocatura, permette di apprezzare il diverso livello di professionalità contrattualmente richiesto per i singoli profili in ciascun settore di attività all’interno dell’area, evitando di considerare esclusivamente la mera anzianità di servizio ed altri riconoscimenti puramente formali, senza creare ingiustificate discriminazioni tra lavoratori.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione di voler convocare un incontro al fine di valutare e discutere la proposta qui descritta nelle sue linee generali, e – auspicabilmente – individuare i punteggi da attribuire e quant’altro risulti necessario per una soluzione condivisa.
Distinti saluti.

LA DELEGAZIONE TRATTANTE NAZIONALE FP CGIL
AVVOCATURA DELLO STATO

 
 

Piano Casa per l'edilizia sociale

A pochi giorni dalle elezioni il Governo annuncia un miracolo:

le 20.000 case di edilizia sociale promesse dal Ministro Tremonti nel 2008 ( e mai realizzate) passano alle 50.000 di oggi, senza contare che il Ministro Matteoli nell’Agosto del 2009 annunciò 100.000 alloggi nel giro di 5 anni.

Anche sul piano dei finanziamenti i miracoli si fanno sentire, infatti si passa dai 2,5miliardi di euro di una settimana fa ai 4,5 di oggi. Peccato che di cantieri non se ne sia aperto ancora uno.

Comunque, al netto delle strumentalizzazioni politiche ed elettorali, proviamo a fare una valutazione del Piano Casa per l’edilizia sociale, approvato il 18 luglio scorso con decreto del Presidente del Consiglio. Il 23 Marzo 2010 Ministri Giulio Tremonti e Altero Matteoli hanno firmato l’ultimo atto formale prima del «via»: il decreto per la scelta della Sgr (la società di gestione del risparmio) che dovrà gestire il fondo immobiliare., in sostanza, il decreto che avvia la procedura di pubblicazione del bando di gara per la scelta della società di gestione del risparmio.

Nella realizzazione del piano è stato ed è fondamentale il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti.

Entro il prossimo mese di Aprile saranno convocate le Regioni e sarà pubblicato il bando di gara per l’attivazione dei fondi immobiliari di housing sociale. Con il decreto firmato oggi e con quello con cui sono stati ripartiti tra le Regioni 377 milioni di euro, il Governo si impegna ad attivare 1 miliardo di euro di fondi statali per realizzare un programma indirizzato a soddisfare le necessità abitative di soggetti socialmente deboli, come gli sfrattati, le giovani coppie, le categorie protette.

Il Piano per punti:
– Edilizia residenziale pubblica (Comuni ed ex iacp)
Per acquisto, affitto, recupero e nuova costruzione sono destinati 200 milioni di euro; i primi 77 milioni di euro sono stati impegnati con decreto 18 novembre 2009, la successiva integrazione di 123 milioni è stata impegnata con decreto del 30 dicembre 2009. Il primo anticipo è stato trasferito alle Regioni nel mese di dicembre e i successivi anticipi saranno attribuiti in relazione allo stato di avanzamento dei lavori o della conclusione degli atti contrattuali di acquisto o di affitto.

– Fondi immobiliari nazionali
140 milioni di euro saranno destinati al bando di gara per la scelta della società che dovrà gestire il fondo immobiliare, tale linea di intervento attiverà fondi dell’importo presumibile da 1 a 3 miliardi di euro; a loro volta, i fondi contribuiranno per il 40% al finanziamento di fondi locali. L’importo dei finanziamenti derivanti da tale linea d’intervento al settore dell’housing sociale può ragionevolmente valutarsi, complessivamente tra fondi nazionali e fondi locali, intorno ai 4 miliardi di euro. Il bando di gara conterrà un capitolato d’oneri formulato sulla base di criteri già proposti dall’apposito gruppo di lavoro. Insieme al capitolato d’oneri, con il decreto odierno viene approvato il disciplinare di gara che sarà reso pubblico con la pubblicazione del bando.

– Elementi principali della procedura:
bando di gara diviso in 2 lotti di 70 milioni di euro ciascuno; possibilità che un unico soggetto vinca entrambi i lotti costituendo un unico fondo; 60 giorni dalla pubblicazione per presentare le domande; 120 giorni di tempo al o ai vincitori per l’approvazione del regolamento dei fondi nazionali; durata del contratto: 30 anni. Inoltre, è prevista la remunerazione obiettiva del capitale investito 2% oltre l’inflazione reale; l’obbligo di trasparenza sia rispetto i costi di gestione ed alla retribuzione dei manager e consulenti sia in relazione al rispetto della normativa sulla sicurezza nei cantieri; la coerenza degli interventi che saranno prescelti sia con il Piano Casa nazionale sia con le programmazioni territoriali.

– Accordi di programma con le regioni per programmi integrati finalizzati all’housing sociale
Previsti 377,8 milioni di euro, oltre ai fondi che metteranno a disposizione le Regioni, destinati agli accordi di programma per le linee di attività previste dall’articolo 1 del Piano approvato con DPCM 18 luglio 2009.

– Programmi per alloggi a canone sostenibile
Stanziati 280 milioni di euro. Le Regioni hanno quasi tutte completato, insieme con i Provveditorati alle Opere Pubbliche, le procedure di selezione ed i relativi fondi sono a disposizione. Man mano che saranno completati gli atti convenzionali verranno trasferiti i fondi per l’avvio dei lavori.

Fin qui la lettura se pur sintetica del piano casa, ora alcune osservazioni:
per tutte le trovate medianiche a cui il Governio Berlusconi ci ha abituati, non possiamo che sospendere benevolmente il giudizio, in attesa di fatti concreti;

Il lavoro della SGR sara’ prezioso se sarà in grado di dare ossigeno finanziario alle migliori iniziative che il Comuni riusciranno a proporre, nella definizione dei progetti e delle procedure amministrative necessarie alla buona riuscita dei progetti di housing sociale;

il Piano varato e’ incompleto, fortemente mutilato. Infatti, è del tutto assente la riforma del mercato privato della locazione. E’ necessario ed urgente intervenire , con incentivi ai proprietari e contributi agli inquilini, affiche si riduca il peso del canone sul reddito degli italiani Si rammenta infatti, che oltre il 60% dello stipendio e’ oggi mangiato dalle spese per la abitazione, al punto da aver portato la morosita’ al 90% come causa del totale degli sfratti. I quattro milioni di italiani che vivono in affitto, cosi’ come i proprietari meritano una riforma fiscale che favorisca l’incontro fra la domanda e l’offerta nel mercato privato della locazione: riforma che il Governo ha piu’ volte annunciato e mai realizzato. Che fine ha fatto la cosiddetta cedolare secca?”.

Il Governo non affronta la questione e il dramma di 650.000 famiglie in attesa di assegnazione di una casa popolare a fronte di un investimento che lo scorso anno ha portato alla costruzione di soli 1.900 alloggi sull’intero territorio nazionale?

In conclusione, come richiesto nella terza Conferenza nazionale sulla casa organizzata dall’ANCI a Venezia il mese scorso, assieme agli operatori del settore, ai sindacati dei lavoratori e degli inquilini ed alle associazioni delle proprieta’, urge una un immediata convocazione in sede ministeriale per un serrato confronto sul l mercato dell’affitto in Italia e per attualizzare gli impegni e le scadenze del Piano.

Lettera al Ministro

 
lettera documentata della fp cgil al Ministro Prestigiacomo
    
 

 
 
 

Comunicato

Coordinamento Nazionale FP CGIL-Corte dei conti

Come Volevasi Dimostrare

Oggi è chiaro a tutti che quanto sostenuto dalla Fiom Cgil mentre era in atto lo scontro sull’accordo separato di Pomigliano, ovvero che in quel momento si gettavano le basi per scardinare il Contratto Nazionale, era vero.

La Federmeccanica ha disdetto il contratto sottoscritto unitariamente dalle rappresentanze sindacali e sostituito nel 2009 da un accordo separato tra le imprese e le altre OOSS.

Quello di Federmeccanica è un atto politico preciso, molto grave ed irresponsabile.

Si fa saltare il contratto nazionale per lasciare i lavoratori privi di qualsiasi strumento di contrattazione secondo il presupposto inaccettabile che le industrie possano funzionare ed essere competitive solo cancellando i diritti fondamentali dei lavoratori.

Si è creato un gravissimo precedente; se la derogabilità diventa la regola allora è chiaro che i Contratti Nazionali non esistono più.

E’ un vero disastro per i lavoratori.

Noi, la Cgil, respingeremo questo attacco e chiediamo a tutti di sostenerci in questa battaglia per la difesa dei diritti dei lavoratori conquistati con dure lotte dalle passate generazioni.

 
FP CGIL NAZIONALE
Michele Pietrafesa

 
 
 

Lettera al Capo Dipartimento e D.G.

 

Roma, 21/09/10 
 
Al Capo Dipartimento
dell’Organizzazione Giudiziaria
Pres. Luigi Birritteri

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia


Facciamo riferimento alla nostra nota del 30 luglio scorso a voi inviata in relazione ai benefici ci cui all’art. 42, comma 5, D.Lgs. n° 1515/2001.
Ad oggi non è stato dato alcun riscontro alle nostre segnalazioni ed abbiamo notizie che continua ad esserci da parte dell’ufficio competente una richiesta eccessiva di documentazione non utile al fine di valutare l’idoneità alla concessione.
Come vi abbiamo già segnalato si tratta di materia oltremodo delicata pertanto si ritiene necessario che l’Amministrazione riveda le istruzioni impartite all’Ufficio facendo in modo che si rispettino le circolari interpretative degli organi competenti e le norme di legge.
Talune interpretazioni arbitrarie, che superano lo spirito della norma, ci inducono a pensare che vi sia da parte dell’Amministrazione un intento preciso a scoraggiare ed esasperare i lavoratori che già si trovano ad affrontare un momento difficile per l’assistenza a parenti a loro vicini.
Pertanto vi chiediamo di intervenire tempestivamente presso l’ufficio, onde evitare inutili contenziosi.
Ribadiamo, a si sensi di quanto previsto dall’art. 6 del CCNL, la necessità di ricevere immediati e formali chiarimenti in merito.

La coordinatrice nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria

Nicoletta Grieco

 
 

 
 

Lettera al Capo Dipartimento e Direttore Generale

 

 
Roma, 3 maggio 2011
 

Al Capo Dipartimento
Dell’Organizzazione Giudiziaria
Pres. Luigi Birritteri

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr. Calogero Roberto Piscitello

Oggetto: mobilità e impegni non mantenuti sul part-time.

Durante l’ultima riunione ci siamo lasciati con l’impegno per una prossima convocazione sulla mobilità e sull’ordinamento professionale che si sarebbe dovuta tenere dopo un vostro approfondimento sulla situazione; avevate infatti dichiarato che avreste fatto un monitoraggio tra il personale in servizio per conoscere chi ha aspirazioni a trasferirsi in altra sede e da tempo è in attesa di interpello.
Non ci è stato comunicato nulla in proposito mentre continuano a giungere voci su distacchi che continuerebbero ad essere concessi; d’altra parte siamo a conoscenza invece di situazioni di altri lavoratori, che avrebbero specifiche competenze per essere trasferiti in alcuni uffici (come da voi asserito durante la trattativa) o che hanno particolari situazioni familiari e personali, le cui domande non vengono prese in considerazione. Riteniamo dunque indifferibile un incontro per discutere di mobilità e riavviare gli interpelli, per evitare che si verifichino disparità di trattamento tra lavoratori. Da parte nostra ci faremo parte attiva e chiederemo a tutti i lavoratori interessati ad ottenere un cambio di sede di inoltrarvi domanda di distacco, così si potrà verificare quante persone sono effettivamente interessate a spostarsi in tutto il territorio nazionale.
Vi segnaliamo inoltre, sulla questione della mobilità, che vi è giurisprudenza favorevole ai lavoratori che beneficiano della 104 e chiedono il trasferimento in forza di questa legge ove vi sia la vacanza del posto (sentenza Consiglio di Stato sez. IV del 01/02/2011), e dunque ci aspettiamo che l’Amministrazione agisca di conseguenza.
Non ci risulta esserci stato esito alla nostra richiesta di sospensione degli interpelli distrettuali destinati ai soli soprannumerari e dunque in contrasto con l’Accordo sulla mobilità del 2007 che, ad oggi, è l’unica fonte che regola la mobilità del personale.
Per quanto concerne il part-time ci risulta un fatto grave: i 31 lavoratori del Tribunale di Milano ai quali era stato revocato il part-time dal 1° maggio sono tornati in full-time. Ciò contrasta con l’impegno del Direttore Generale che aveva assicurato la sospensione di tutte le revoche, anche quelle già attivate, per procedere ad una nuova e approfondita revisione ed aveva preso inoltre l’impegno a differire le revoche di almeno 6 mesi: abbiamo diffuso queste dichiarazioni in tutta Italia e oggi vengono smentite.
Vi richiamiamo al rispetto degli impegni da voi assunti in trattativa alla presenza di numerose persone.
Restiamo in attesa di atti conseguenti e di una immediata convocazione,

Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco

 
 
 
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