Ai lavoratori e agli iscritti CGIL del Ministero
del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Apprezziamo la scelta fatta dall’Amministrazione di accogliere le richieste avanzate dalla FP CGIL, con i comunicati in data 7 febbraio e 20 febbraio 2009, di aprire un confronto su temi tanto importanti quali la programmazione dell’attività ispettiva, la mobilità esterna e l’informatica.
Sul primo tema esprimiamo le nostre valutazioni, consapevoli che tale attività, finalizzata alla tutela dei lavoratori, è tra tutti lavori pubblici uno dei più importanti e delicati.
L’esame del “Documento di programmazione della attività di vigilanza per l’anno 2009”, invece rivela il preciso intento di sminuirne e limitarne l’incisività fino a renderla di fatto inefficacie.
Infatti prendendo come causa delle scelte operative, la problematica connessa alla crisi economica, le scelte politiche che caratterizzano questo documento, orientano tale attività verso uno pseudo contrasto delle irregolarità sotto il profilo sostanziale e non formale delle regole.
Pseudo contrasto, perché a leggere con attenzione il documento ci si accorge che sia per la scelta dei fenomeni da contrastare che per gli obiettivi da raggiungere, i criteri adottati tendono ad effettuare una operazione di facciata, che in concreto non incide minimamente sul rilevante problema del lavoro nero, sommerso, irregolare.
Basta leggere le contraddizioni tra il rapporto delle ispezioni da effettuare in regioni come la Lombardia o il Veneto, rispetto a quelle indicate per la Basilicata o il Piemonte.
Limitare l’intervento ispettivo soltanto a settori specifici, come per esempio al contrasto del lavoro sommerso (che per definizione è difficilmente individuabile), significa in concreto tener fuori dalla sfera di intervento interi settori produttivi, lasciare senza tutela dello Stato un gran numero di lavoratori discriminandoli pesantemente.
In sintesi, la vera tutela dell’Amministrazione è rivolta alla parte datoriale, la parte tradizionalmente più forte nel rapporto di lavoro.
E che dire del ricatto psicologico innestato nei confronti di ogni singolo ispettore, attraverso il “Progetto uniformità e trasparenza”, che dovrà vedere la propria attività istituzionale sottoposta al giudizio di una serie di soggetti, tra i quali si badi bene, i consulenti del lavoro e non già dei lavoratori, unici veramente interessati, perchè è alla loro pelle e al loro futuro che è rivolta l’azione di vigilanza del personale ispettivo.
Nel corso dell’incontro previsto per il 16/3 p.v. metteremo in evidenza questi ed altri aspetti “perversi” dell’attività ispettiva, così come pensata e voluta dal documento predisposto dall’Amministrazione. Qui, in conclusione, vogliamo soffermarci su una semplice considerazione: se l’Amministrazione avesse voluto affrontare seriamente questi problemi avrebbe dovuto prima di tutto reperire ed indicare le risorse economiche e strumentali da investire, predisporre un piano d’azione che realmente facesse sentire la presenza dello Stato nei luoghi di lavoro, motivare e sostenere l’operato del suo personale ispettivo non lasciare ancora più soli i lavoratori in questo momento cosi incerto e difficile.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
e di Sandro Alloisio, coordinatore nazionale IRCCS della FPCGIL
La politica di questo Governo, ben evidenziata nel Libro Bianco presentato dal Ministro Sacconi, è orientata verso un impoverimento delle risorse per la ricerca pubblica ed una valorizzazione del privato, a danno dei medici e di tutti gli operatori pubblici nonché dei risultati che non dovrebbero essere condizionati dall’obbiettivo del profitto a danno dei cittadini.
In questo quadro denunciamo il tentativo di prevedere anche il rapporto di lavoro non esclusivo per i Direttori scientifici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico contenuto nell’emendamento di autorevoli esponenti della maggioranza presentato al DDl 1167 sul lavoro in discussione in Commissione al Senato.
La riduzione dei finanziamenti, il processo di privatizzazione e la precarizzazione dei rapporti di lavoro costituiscono un serio rischio per gli IRCCS, per i quali ben venga anche una sburocratizzazione con la soppressione dei Consigli di Indirizzo e Verifica, ma in una ottica di rilancio del ruolo fondamentale della ricerca pubblica.
Dopo un lungo percorso di mobilitazione che visto la FP CGIL Medici protagonista, culminato nella manifestazione sit-in intersindacale del 21 maggio 2009 sotto la Regione Lazio, finalmente si è raggiunto un risultato concreto a favore dei medici precari, con un soddisfacente accordo firmato per la FPCGIL Medici dal segretario regionale Stefano Mele.
L’accordo prevede:
1. la salvaguardia dei livelli occupazionali ed il conseguente mantenimento in servizio del personale precario attualmente in essere, di tutta la dirigenza del SSR
2. definisce criteri e procedure per il progressivo superamento del precariato: 618 operatori a contratto a tempo determinato e 747 operatori “atipici” con incarico professionale
3. l’istituzione di uno specifico tavolo tecnico congiunto con le OO.SS. per la verifica e il monitoraggio dell’applicazione dell’accordo firmato in data odierna.
La FP CGIL Medici si impegna a vigilare affinché quanto concordato si concretizzi nei tempi e con le modalità previste.
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
e di Rossana Dettori, segretaria nazionale FPCGIL
Il Governo Clinico rappresenta per il nostro sindacato un obbiettivo per migliorare la qualità del servizio pubblico valorizzando le professionalità.
Il testo base approvato il 29 luglio 2009 dalla Commissione Affari Sociali della Camera presenta invece diverse ombre e colpisce i cittadini, i medici e tutti gli operatori sanitari, con una devastante deregulation della libera professione e la fine sostanziale della esclusività del rapporto di lavoro senza alcuna rivalutazione.
La scelta dei direttori di struttura complessa rimane nelle mani dei direttori generali nominati dalla politica, nell’ambito di una gattopardesca terna indicata dalla commissione esaminatrice, nella quale ricompare l’inaccettabile presenza del professore universitario, offensiva della dignità dei medici ospedalieri. E’, inoltre, evidente una mancanza di trasparenza e di obbiettività nelle norme che prevedono le modalità di nomina degli altri incarichi sia di struttura che professionali.
La facoltà per i dirigenti di rimanere in servizio fino a 70 anni rappresenta uno schiaffo per migliaia di precari e specializzandi e chiude ogni prospettiva di carriera per decine di migliaia di medici e veterinari con incarichi professionali.
Le uniche note positive, più volte da noi richieste, sono rappresentate dal riconoscimento del Collegio di Direzione come organo aziendale e della centralità del Dipartimento, dai migliori criteri per la scelta dei direttori generali e dal divieto di utilizzare in modo improprio l’art. 15 septies per ricoprire gli incarichi dirigenziali senza concorso. Troppo poco.
Non si prevede, inoltre, l’unicità del ruolo per i nuovi medici di medicina generale, la strutturazione dell’emergenza sanitaria con il solo rapporto di dipendenza, la possibilità per i medici precari senza specializzazione di poter accedere ai concorsi e l’accesso alle graduatorie regionali per la medicina generale per i medici iscritti alla Facoltà di Medicina prima del 1991.
La FPCGIL Medici e la FPCGIL hanno pertanto inviato oggi a tutti i componenti della Commissione Affari Sociali della Camera le proprie valutazioni e diverse proposte di modifica – anche in considerazione della scadenza del 22 settembre per la presentazione degli emendamenti – ed invitano i cittadini, i medici e tutti gli operatori sanitari, le forze politiche sensibili, a battersi insieme al sindacato per cambiare questo testo che peggiora la qualità dell’assistenza e del lavoro nella sanità pubblica.
Oggi in occasione della giornata di mobilitazione nazionale nell’ambito della Vertenza Salute (www.fermiamoli.net) la FPCGIL Medici è stata ripresa, insieme alle altre oo.ss della dirigenza del Ssn, sul TG 3 naz.le delle 14.20, su RAI NEWS 24 nel TG delle 11 e delle 15, sui quotidiani Leggo e Terra, e su diverse agenzie.
Dichiarazione di Nicola Preiti, coord. naz.le FPCGIL Medici Medicina Generale
Il medico in farmacia, annunciato ieri dal Ministro Fazio parte dal condiviso progetto di potenziamento dell’assistenza territoriale, ma produce confusione di servizi e di ruoli, sottovaluta i costi, e rischia di colpire la professionalità e la deontologia dei medici di famiglia.
Il Ministro parla di “centri territoriali primari” ma abbiamo già (con le differenze territoriali note) Distretti, Centri di salute, Equipe territoriali, Gruppi di medici di famiglia, Associazioni, Unità di cure primarie e unità di cure primarie complesse, cooperative di servizi, ecc.
Se il medico lavora nella farmacia quale garanzia hanno i cittadini che i farmaci prescritti sono quelli e solo quelli necessari? E non quelli più “utili” al farmacista? Chi paga il medico della farmacia? I medici della farmacia sostituirebbero gli attuali medici di famiglia o sarebbero loro concorrenti? E la spesa farmaceutica non aumenterebbe ?
L’autonomia del medico rischia di essere compromessa e con essa la sua professionalità e le sue regole deontologiche.
Ma con quali medici è d’accordo il Ministro? Ma chi sono questi medici di famiglia, – che oggi lavorano in autonomia nei loro studi, variamente associati, retribuiti dal SSN sulla base dei pazienti che assistono e non sulla base delle loro prescrizioni, e sempre più integrati nel SSN – disponibili a diventare “dipendenti” dei farmacisti ?
Care/i compagne/i,
in merito alla richiesta formulata unitariamente a CISL e UIL rispetto agli Organismi di valutazione previsti dalla riforma Brunetta e a seguito dell’incontro avvenuto con il Capo di Gabinetto che ci informava dell’attuazione di quanto previsto dal D.Lgs. 150, questa Organizzazione sindacale, anche durante la riunione in sede politica aveva già rappresentato le proprie perplessità sulla difficoltà di applicazione per quanto concerne il personale civile della Difesa.
A maggior ragione, a seguito della manovra finanziaria che ha previsto che:
“il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche (…) non può superare, in ogni caso, il trattamento in godimento nell’anno 2010”, a nostro avviso, ciò vuol dire che nessuno, qualsiasi sia l’esito della valutazione potrà avere un euro in più di quanto ha avuto quest’anno.
Quindi, viene imposta l’invarianza del monte salariale complessivo e, pertanto, per tre anni tutto il sistema di valutazione delle performance rischia di rimanere soltanto teorico.
Inoltre, non avendo disposto risorse per avviare i processi organizzativi della pubblica amministrazione, ci si chiede come tale riforma possa in prospettiva portare efficienza e risparmi di spesa, soprattutto in una Amministrazione in perenne ristrutturazione e dove da sempre per le Aree maggiormente in crisi di questo Ministero (Industriale-Operativa-Amministrativa), la FPCGIL DIFESA, a fronte di provvedimenti riorganizzativi ha da sempre richiesto se le riorganizzazioni in atto producano quel risparmio di costi e maggior efficienza che la norma richiede, ma impossibile da attuare in strutture che necessitano investimenti e in particolare, per l’area tecnico industriale, piani industriali che diano prospettive di lavoro e quel “maggior efficientamento” da più parti richiesto e ad oggi non ancora attuato.
Ci riserviamo di informare le strutture e i lavoratori su quanto questa Amministrazione che sembra voler dimostrare particolare efficienza FORMALE, sia poi in grado di farla seguire da una EFFETTIVA RIFORMA che consenta ai lavoratori civili di restituirgli quella DIGNITA’ e PROFESSIONALITA’ che da anni rivendichiamo.
Cari saluti.
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
Si pubblica l’articolo “Il mantra della sanità federale” uscito oggi sul quotidiano Terra che riporta la posizione della FPCGIL Medici.
Nella giornata di oggi verrà pubblicata la legge 183 (Collegato lavoro) sulla quale è stata chiara e netta la posizione della nostra Confederazione.
La legge interviene, modificandolo, sul Decreto legislativo 165/2001.
Di seguito, in allegato, il Decreto Legislativo 165/2001 aggiornato ad oggi.
Roma, 9 novembre 2010
Dipartimento Sindacale e Uff. Studi
(V. Di Biasi)
Dichiarazione di Cecilia Taranto, segretario nazionale FPCGIL
e di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
I risultati della sperimentazione delle pagelle di valutazione del personale del Ssn – in base ad un protocollo tra Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione e FORMEZ, AGeNaS, FIASO, ASL e Aziende ospedaliere – sanciscono il fallimento della riforma Brunetta.
La sperimentazione – decisa unilateralmente senza alcun coinvolgimento dei sindacati – evidenzia una bassa valutazione solo per una percentuale inferiore al 15% del personale. E allora chiediamo perché dovrebbe comunque rimanere senza premio il 25% come indicato dal Ministro Brunetta ?
E’ evidente che il sistema delle tre fasce predeterminate non funziona per la sanità così come per tutto il pubblico impiego, come da sempre denunciato dal nostro sindacato.
Peraltro l’obbligo di destinare alla produttività individuale la maggioranza delle risorse è contrario ad ogni obbiettivo di miglioramento del lavoro di equipe, fondamentale per dare risposte appropriate in sanità.
Ed infine un piccolo particolare: si tratta solo di un gioco virtuale, infatti fino a tutto il 2013 le retribuzioni rimarranno congelate con la compartecipazione dello stesso Brunetta che doveva premiare i migliori…
Riteniamo pertanto che vada abbandonata la strada della propaganda mediatica, puntualmente smentita dai fatti, e vada invece ripresa la strada maestra della contrattazione nazionale e aziendale per raggiungere l’obbiettivo di una sanità di qualità a tutela della salute dei cittadini.
Si pubblicano le lettere inviate da CGIL–CISL–UIL a Governo e Conferenza delle Regioni, circa la violazione, in Lazio e Campania, dell’accordo nazionale del 13 luglio u.s. relativo all’attuazione dei piani di rientro nelle regioni con disavanzi sanitari (rispetto dei contratti di lavoro, percorso di stabilizzazione del precariato, confronto su risparmi da sprechi e inappropriatezza, ecc.). Pubblichiamo nuovamente anche l’accordo del 13 luglio.
Si pubblica l’articolo di La Repubblica, che illustra il decreto del Governo su i lavori usuranti, che entro due mesi dovrebbe essere approvato dal Parlamento. Una battaglia difficile, che con impegno stiamo portando avanti insieme a tutta la Cgil.