QUESTIONI DI INTERPRETAZIONI
Il 18 maggio abbiamo avuto un incontro con l’Amministrazione che ci ha presentato lo schema di regolamento da approvare con decreto presidenziale per l’attuazione dei tagli agli organici previsti dalla finanziaria e daL DL 112.
Nel testo del regolamento non ci sono novità per quanto riguarda le percentuali stabilite nelle norme e per quanto riguarda l’individuazione delle riduzioni presso gli uffici centrali.
Abbiamo comunque presentato delle osservazioni che a nostro avviso garantiscono in modo più attento il personale contrattualizzato.
In primo luogo abbiamo chiesto che nel dispositivo venisse individuata la dotazione organica complessiva del personale contrattualizzato non dirigenziale al fine di porre un limite ad eventuali incursioni da parte di altre componenti del governo e l’individuazione di strumenti più agili ed autonomi del DPCM per la spalmatura dell’organico nei diversi profili professionali.
Per quanto riguarda la dirigenza contrattualizzata, abbiamo chiesto il mantenimento del posto di funzione di livello dirigenziale generale di Direttore dei sistemi informatici, che nello schema è individuato tra quelli da tagliare, per garantire prospettive di avanzamento professionale diverso da quelle della carriera prefettizia.
A margine della riunione abbiamo colto l’occasione per riproporre talune questioni ancora non risolte:
* Straordinario nelle Questure: è questa una situazione paradossale, ci troviamo di fronte ad una interpretazione della norma sui sistemi di rilevazione automatica da parte della ragioneria centrale che sostiene che per le forze di polizia la limitazione non si applica. A nostro avviso l’interpretazione è molto forzata in quanto la norma è chiara e non prevede alcuna esclusione. Di conseguenza negli uffici la firma per il pagamento dello straordinario è responsabilità diretta del dirigente che ad avviso della suddetta interpretazione non sarebbe coperto dalla norma;
* Circolare disponibilità volontaria del personale di recarsi a L’Aquila: La recente circolare emanata nella materia ha al momento solo un valore ricognitivo al fine di conoscere eventuali disponibilità del personale a prestare temporaneamente servizio presso gli uffici dell’Aquila;
* Problematiche per il personale in L’Aquila: anche qui la situazione è indefinita, nonostante ci sia stato garantito un intervento presso il prefetto de L’Aquila per la riorganizzazione degli uffici, lo stato delle cose è molto confuso soprattutto per quanto riguarda la tutela delle posizioni dei lavoratori. Ci giungono infatti notizie, ed abbiamo segnalato la questione al Capo Dipartimento, che alcuni dipendenti civili rientrati nei propri uffici della Questura sarebbero stati considerati in ferie per il periodo 7/30 aprile. Abbiamo sottolineato con forza che tale situazione non è accettabile anche perché anche qui viene riproposta la questione di una amministrazione che non ha una visione univoca della gestione del personale. Inoltre, come già a suo tempo richiesto, abbiamo fatto presente la necessità che il Prefetto de L’Aquila, nella sua qualità di coordinatore delle attività delle funzioni centrali sul territorio, si faccia promotore nella conferenza permanente provinciale e regionale di un eguale trattamento per tutto i dipendenti pubblici di tutte le amministrazioni. Abbiamo anche chiesto di conoscere i motivi per i quali il pagamento delle 150 ore di straordinario procapite, stanziate con ordinanza di protezione civile, non è ancora avvenuta, ci è stato spiegato che trattandosi di straordinario, per motivi formali di bilancio, la corresponsione degli emolumenti avviene in una fase successiva. In relazione allo stanziamento straordinario di mille euro per gli operatori di P.S., è una iniziativa assunta dal Capo della Polizia che ha attinto al Fondo di assistenza per la Polizia di Stato. Come amministrazione civile non abbiamo il Fondo ma il Capo Dipartimento si è attivato con il servizio assistenza e con il Prefetto de L’Aquila per acquisire le istanze di alcune situazioni di maggiore sofferenza a cui verrà attribuito un contributo. Anche qui potete rilevare la dualità che esiste in questa amministrazione.
In chiusura di riunione ci siamo sentiti di dover sottolineare l’aspetto che da tempo ormai non esiste una politica del personale che sia in grado di affermare l’unità di intenti della amministrazione e che ci costringe a rincorrere iniziative assunte unilateralmente da altre componenti del Ministero sostenute sempre da interpretazioni favorevoli.
COME SI DICEVA NEL TITOLO E’ UNA QUESTIONE DI INTERPRETAZIONE!
Il coordinatore nazionale
FP–CGIL Ministero Interno
Fabrizio Spinetti
Il sottosegretario Caliendo ha confermato pubblicamente che esiste un regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia che vuole accorpare il personale dei tre Dipartimenti sotto l’egida dell’Organizzazione Giudiziaria. Ciò comporterebbe lo smantellamento del Dipartimento della Giustizia Minorile e la gestione separata del personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria tra polizia penitenziaria e personale del comparto Ministeri, con la conseguente perdita della specificità di questi due delicati settori.
Ciò significherebbe una grave retrocessione nel campo della rieducazione e del trattamento carcerario per i minori e per gli adulti.
Significherebbe una gravissima scelta politica che tende ad identificare il carcere con la parte meramente repressiva senza tener conto del valore più importante, scritto nella Costituzione, del trattamento mirato al reinserimento del detenuto nella società.
Come FPCGIL ci opporremo al tentativo di una nuova militarizzazione del carcere che tanto abbiamo combattuto in passato.
Roma, 16.11.2010
Nell’augurare buon lavoro all’Associazione Nazionale Magistrati in occasione del congresso nazionale, vogliamo sottolineare che condividiamo le dichiarazioni del Presidente Palamara che nella relazione introduttiva ha sottolineato la necessità di una seria riforma della giustizia che abbia al centro il servizio reso alla cittadinanza. Palamara ha messo in evidenza, ribadendo quanto da noi spesso denunciato, la necessità di investire sul personale giudiziario, dequalificato e mortificato, che ha subito tagli indiscriminati ed è diminuito negli ultimi 10 anni di circa 13000 unità. Il Patto per la giustizia e per i Cittadini, firmato da tutti gli operatori della giustizia, rimane per noi una seria piattaforma dalla quale partire per avviare una discussione con le forze politiche mirata ad una riforma che restituisca ai cittadini una giustizia rapida ed efficiente. Domani la CGIL sarà in piazza per una grande manifestazione nazionale e la giustizia sarà uno dei temi centrali della presenza della Funzione Pubblica Cgil.
Roma, 26 Novembre 2010
PUR NEL MARASMA DI QUESTE ORE DETERMINATOSI CON L’ACCORDO SEPARATO SULLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA DEL 4 FEBBRAIO 2011, FORNIAMO ALCUNE INFORMAZIONI AI COLLEGHI SULLO STATO DELLE QUESTIONI ANCORE SOSPESE.
Ad un mese dall’inizio del nuovo anno sembra opportuno fare il punto sulle questioni in sospeso per quanto riguarda le vicende che riguardano il personale civile del Ministro.
In primo luogo informiamo i colleghi che l’Amministrazione sta terminando il controllo delle graduatorie relative agli sviluppi economici, appena conclusa la procedura saranno predisposti i decreti per essere inviati alla registrazione e procedere successivamente agli adeguamenti stipendiali.
Tale procedure dovrebbe avere tempi abbastanza brevi.
In relazione ai diversi trattamenti accessori (straordinari, fondi) siamo stati informati che l’introduzione del cedolino unico comporterà alcuni problemi di adeguamento del sistema e quindi, come sta accadendo sul territorio, ci saranno dei ritardi tecnici. L’erogazione del FUA 2009 inoltre, così come anche lo straordinario immigrazione, hanno subito anche il ritardo con il quale il Ministero dell’economia e delle finanze ha restituito i relativi decreti non in tempo utile per l’ultimo esercizio di cassa per il 2010 e quindi rientreranno nell’esercizio in corso con la probabile ipotesi del pagamento nel mese di aprile.
L’approvazione nei giorni scorsi in sede di Consiglio dei ministri dei decreti attuativi per istituzione delle nuove province, apre una fase delicata rispetto ai processi di mobilità del personale, anche per tale motivo, chiederemo un incontro all’Amministrazione ed al vertice politico al fine di avviare un confronto sulle politiche del personale con particolare rilievo per quanto riguarda la costituzione delle dotazioni organiche delle nuove province, l’assunzione in servizio dei vincitori di concorso tuttora in attesa, le esigenze degli uffici immigrazione sul territorio.
Da ultimo la convenzione TIM, che ormai è divenuta una barzelletta che non fa più neanche sorridere, attualmente è ferma perché trattandosi di agevolazioni con trattenuta in busta paga rientra anch’essa nell’applicazione del regime del cedolino unico in quanto da considerarsi trattamento accessorio.
Roma, 7 febbraio 2011
Il coordinatore nazionale FP–CGIL
del Ministero dell’interno
Fabrizio Spinetti
FP CGIL FPS CISL UIL PA FIALP-CISAL RDB PI
A TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI ACI
Il giorno 26 Aprile u.s. si è svolto l’incontro con i vertici dell’Ente, rappresentati dal Vice Presidente dr. De Vita e il Segretario Generale dr. Rozera. L’incontro fa seguito agli impegni presi nella precedente riunione del febbraio scorso di presentare il progetto strategico dell’Ente diverso dal Piano Triennale annunciato a dicembre.
Durante il precedente incontro, infatti, le OO.SS. avevano sollecitato i vertici dell’Ente a prendere una posizione chiara rispetto al provvedimento e ad una eventuale riorganizzazione del settore, nonché ad effettuare una netta inversione di tendenza rispetto al passato per quanto riguarda il modo di intendere le relazioni sindacali e il futuro dell’Ente.
Durante la riunione, sono state illustrate le azioni che l’Amministrazione starebbe mettendo in atto per contrastare il progetto Bersani. Il dott. De Vita ha detto che la strategia dell’Ente è quella di attuare una netta difesa del PRA, così come è, in quanto esso è parte integrante dell’ACI e senza di esso l’Ente non potrebbe sopravvivere. Inoltre, nel progetto “strategico” ci sarebbe anche l’intenzione di accorpare all’interno dell’ACI altre funzioni riguardanti la mobilità. Quindi, passando ad illustrare le azioni poste in essere in questo periodo ha evidenziato le seguenti:
Una presa di posizione netta, comunicata attraverso la stampa dopo 48 ore dalla presentazione del ddl 2272;
Messaggi in periferia per sensibilizzare i presidenti degli Automobile club a porre in essere eventuali iniziative utili;
Sensibilizzazione a tutti i livelli dei parlamentari.
Le OO.SS. hanno sottolineato che il progetto in realtà non affronta i nodi politici e strutturali dell’Ente più volte denunciati dalle OO.SS. stesse, con particolare riguardo alla commistione tra pubblico e privato. Ciò potrebbe nascondere, nelle intenzioni di qualcuno, la politica del Gattopardo, cambiare tutto per non cambiare niente.
Le OO.SS. hanno, quindi, ribadito che se l’Ente non affronta rapidamente, e in modo inequivocabile e definitivo un processo finalizzato a fare chiarezza tra le sue due anime (pubblica e privata) nessun progetto potrà essere credibile o utile né per i cittadini né per l’Ente stesso o tantomeno per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti.
Fin da tempi non sospetti, le OO.SS. hanno chiesto quale fosse il progetto di rilancio dell’ACI e attraverso quali azioni e strategie si intendesse valorizzarne il ruolo pubblico. A tale scopo sono stati sottoscritti vari accordi, finalizzati anche alla reinternalizzazione di attività e al rilancio delle funzioni istituzionali e di interesse sociale. In questi ultimi anni, invece, i vertici dell’Ente hanno fatto altre scelte interpretando sempre il ruolo pubblico dell’ACI solo in virtù dei benefici (giuridici ed economici) che da tale status potevano derivare.
Quindi oggi appaiono poco coerenti con i fatti vissuti in questi ultimi anni le affermazioni, di alcuni degli attuali vertici, di essere i sostenitori del valore del ruolo pubblico dell’Ente.
E’ anche completamente scollegato dalla realtà che l’ACI possa proporsi quale soggetto pubblico, interprete serio delle reali esigenze del settore della mobilità terrestre, in mancanza dei richiamati chiari posizionamenti in merito alla più complessiva questione della riforma.
Proprio tale politica dell’Ente ha costituito il terreno fertile per l’attuale attacco rappresentato dal ddl 2272, che in realtà penalizza solo i lavoratori dell’Aci e i cittadini. In tale ottica è quindi necessario proseguire nell’azione già intrapresa dalle OO.SS. con il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori, finalizzata allo stralcio del Titolo V dal ddl 2272 e all’apertura di un tavolo di confronto per una riforma seria del settore; azione che deve proseguire e deve essere sostenuta con la partecipazione allo sciopero nazionale indetto per il giorno 21 maggio p.v. e alle assemblee da tenersi in tutti i posti di lavoro il giorno 14 maggio p.v.
Roma, 2 maggio 2007
FP CGIL
FPS CISL
UIL PA
FIALP-CISAL
RDB PI
(D. Priami)
(M. Semprini)
(S. Pagani)
(L. De Santi)
(R. Sirano)
Crediamo di fare cosa utile inviarvi il comunicato del parere espresso dalla corte dei conti, Sezione del Controllo per la Regione Autonoma della Sardegna, in merito al calcolo delle cessazioni ai fini delle assunzioni ai sensi del comma 562 della Legge 296/2006 (finanziaria per l’anno 2007), nel quale si evince in modo chiaro che anche le mobilità sono da considerarsi a tutti gli effetti cessazioni.
La FP CGIL condivide il parere espresso dalla Corte dei Conti, Sezione Sardegna, pensiamo che con tale parere i burocrati che interpretano le norme, modificandone il senso ed il buon senso, possano farsene una ragione e la smettano di contrastare le assunzioni e le stabilizzazioni che con fatica le strutture territoriali e regionali della FP CGIL raggiungono attraverso accordi ed intese di programma.
Fraternamente
Il Coordinatore del Comparto AA.LL.
(Ugo Gallo)
p. la Segreteria FP CGIL
(Antonio Crispi)
CORTE DEI CONTI, LE MOBILITÀ IN USCITA SONO CESSAZIONI
La Corte dei Conti, Sezione del Controllo per la Regione Autonoma della Sardegna, si è espressa con parere n. 15/2007 in merito alle modalità di calcolo delle cessazioni ai fini delle assunzioni si sensi del comma 562 della legge n. 296/2006, sostenendo che anche la mobilità è da considerarsi cessazione ai fini delle assunzioni a tempo indeterminato.
Come noto, l’art. 5 del DPCM 15.2.2006, nel disciplinare i limiti alle assunzioni a tempo indeterminato per le amministrazioni locali, espressamente escludeva la mobilità dal calcolo del costo delle cessazioni; successivamente, la Finanziaria 2007 al comma 562 ha dettato nuove regole in merito alle assunzioni a tempo indeterminato per gli Enti con popolazione inferiore a 5000 abitanti, nulla dicendo in merito alla mobilità.
Si sono posti, dunque, una serie di problemi interpretativi circa la qualificazione degli effetti della mobilità ai fini delle possibilità assunzionali. A tal proposito la Corte dei Conti, così si esprime: “In relazione alla definizione del criterio di calcolo per la determinazione dei limiti per le assunzioni di personale a tempo indeterminato, l’art. 1 c. 562, l. n. 296/2006, laddove dispone che “gli enti… possono procedere all’assunzione di personale nel limite delle cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno”, supera l’impostazione vincolistica dell’art. 5, c. 6, del DPCM 15.02.2006. La ratio legis che ispira dell’art. 1, c. 562, della l. .n. 296/2006 è completamente diversa da quella dell’art. 1, c. 93 e 98, della l. n. 311/2004, di cui il DPCM 15.02.2006 è decreto attuativo. Pertanto, ai sensi dell’art. 1, c. 562, l. n. 296/2006, nel limite delle cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nell’anno precedente devono ricomprendersi anche le cessazioni intervenute per mobilità”.
Le mobilità in uscita, quindi, alla luce di tale interpretazione, potranno essere coperte anche con concorso dall’esterno, ovviamente nell’anno successivo a quello in cui si sia verificata la mobilità.
Roma, 19 Novembre 2007
COMUNICATO STAMPA
“Denunciamo chi ostacola il diritto alla giustizia”
Comunicato su incontro delegazioni trattanti CCNL
Federculture del 27 gennaio 2009
Ieri, 27 gennaio 2009, si è svolta una riunione delle delegazioni trattanti di parte sindacale e datoriale relativa al rinnovo CCNL 2008-2009.
L’incontro è avvenuto, su richiesta della CGIL, per valutare lo stato del rinnovo e i lavori svolti dal “tavolo tecnico” istituito lo scorso ottobre al fine di valutare le modifiche alla parte normativa del CCNL vigente. Alcune modifiche proposte sono state valutate positivamente ma restano ancora da risolvere i problemi relativi alla classificazione ed ai profili professionali, dove vogliamo procedere al recupero delle richieste sindacali avanzate nella scorsa Commissione Tecnica relativamente ai lavoratori addetti alla sorveglianza (custodi), al personale docente ecc. Abbiamo posto la questione dello sviluppo professionale dei lavoratori (legata alla classificazione): la CGIL FP ha una sua proposta, derivata dalle assemblee e dagli incontri del nostro coordinamento, e la presenterà compiutamente agli altri sindacati e alle controparti. La prossima riunione del “tavolo tecnico” è fissata per il 10 febbraio.
Sulle questioni economiche si sono ulteriormente verificate le distanze che separano la parte sindacale da quella datoriale. Problemi come quelli relativi alle indennità, che sono ferme nel valore economico da anni e che abbiamo chiesto di rivalutare, trovano difficoltà ad essere recepite dalla controparte che invoca difficoltà economiche generali legate al momento di crisi che vive non solo il Paese ma il mondo intero. La parte datoriale ha anche espresso la sua opinione relativa alla modalità di distribuzione degli incrementi salariali (senza parlare di cifre: sembra di capire che le distanze fra le nostre richieste e la disponibilità di Federculture siano ancora enormi), proponendo una modalità di suddivisione percentuale degli incrementi complessivi fra aumenti relativi al Contratto nazionale (70%) ed incrementi relativi alla contrattazione aziendale (30%), introducendo così, surrettiziamente, anche un concetto proprio dell’accordo sul nuovo modello contrattuale che, come sapete, la CGIL non ha firmato. Non tutte le Organizzazioni Sindacali hanno avuto la stessa fermezza nel respingere tale ipotesi: Un’altra Organizzazione Sindacale ha, anzi, richiesto più volte di modificare l’oggetto del confronto per renderlo più aderente al protocollo firmato qualche giorno fa fra Confindustria, UGL, CISL e UIL sul modello contrattuale e che la CGIL non ha firmato, considerandolo peggiorativo del modello attuale. Per noi la valorizzazione del Contratto Aziendale è un fatto importante ma non si può spingere al punto di non garantire per tutti i lavoratori almeno il recupero certo di quanto perso a causa dell’inflazione reale: questo livello di recupero deve essere garantito dal CCNL nazionale, perché è l’unico strumento con il quale gli aumenti sono certi per tutti i lavoratori, indipendente dalla situazione specifica della singola azienda. Al livello aziendale spetta invece la possibilità di incrementare ulteriormente il potere di acquisto dei lavoratori. Ma dato che il livello aziendale non è garantito per tutte le aziende e per tutti i lavoratori, non può essere quello lo strumento principale di recupero dei salari nei confronti dell’inflazione.
Insomma, le distanze sulla parte economica sono ancora notevoli soprattutto se si considera il fatto che la parte datoriale, ancora, non ha dato alcuna indicazione relativa alle cifre che intende mettere in gioco. Il solo fatto che questo Contratto è scaduto dal 1/1/2008 (cioè oltre un anno!) e ancora non si riesce ad avere un riferimento economico da parte di Federculture renderà sempre più difficile e aspro il confronto!
Come sapete la FP CGIL, congiuntamente alla FIOM CGIL, scenderà in sciopero il prossimo 13 febbraio, per difendere diritti e redditi dei lavoratori pubblici e privati: i lavoratori di Federculture hanno un motivo in più per scioperare e manifestare a Roma la loro rabbia.
p. la Segreteria FP CGIL p. il Comparto AA. LL.
Antonio Crispi Stefano Bianchi
Roma 28 Gennaio 2009
AL MINISTRO DEGLI AFFARI REGIONALI
E DELLE AUTONOMIE LOCALI
ON.LE LINDA LANZILLOTTA
Oggetto: Soppressione delle comunità montane.
Le scriventi OO.SS. apprendono dalla lettura del ddl finanziaria per l’anno 2008 i nuovi requisiti per la definizione delle comunità montane e la contemporanea soppressione per quelle che non rientrano nei su menzionati requisiti.
Tale provvedimento, da noi apprezzato negli obiettivi perché rientra in un quadro generale di riduzione dei costi della politica e della razionalizzazione dei tanti, troppi livelli di governo, è però limitato nella sua capacità applicativa perché non ha seguito alcun preventivo iter concertativo con le rappresentanze sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori determinando un gravissimo allarme, nell’ambito del personale impiegato presso questi enti, per un giustificato timore nei riguardi del mantenimento dei livelli occupazionali.
Al fine di esprimere le proprie valutazioni sull’argomento ed ottenere le opportune garanzie per il personale interessato, le scriventi OO.SS. chiedono un urgente incontro.
Le scriventi organizzazioni colgono altresì l’occasione per lamentare la costante prassi di eludere la fase di concertazione sindacale nel trattare riforme che incidono sulle posizioni lavorative del personale.
In attesa di cortese urgente cenno di riscontro si inviano distinti saluti.
CGIL FP
Crispi
CISL FPS
Alia
UIL FPL
Fiordaliso
ROMA Lì 15.10.2007
Al Presidente della Giunta Regione Lazio
On. Piero Marrazzo
Al Presidente Della Provincia di Roma
On. Nicola Zingaretti
Al Sindaco di Roma On. Gianni Alemanno
Al Prefetto di Roma Dott. Carlo Mosca
Al Presidente dell’Ater di Roma Dott. Luca Petrucci
Egregi,
Risulta tutt’ora inevasa la richiesta di incontro avanzata il 22 Maggio 2008 dalla scrivente FP CGIL Nazionale.
Già in quella data, a fronte dell’incauto quanto azzardato pignoramento dei conti bancari dell’Ater di Roma ravvisammo i segni di una profonda emergenza istituzionale, con pesanti risvolti sul personale dell’azienda e sull’utenza.
Oggi siamo in piena emergenza e le conseguenze sono alla portata di tutti. Vanno urgentemente rimosse le cause che hanno prodotto l’interruzione del contratto di manutenzione degli ascensori e ripristinare la piena agibilità delle migliaia di inquilini molti dei quali disabili, sequestrati nei loro appartamenti.
A poco serve l’attivazione del numero verde della protezione civile , come ha fatto la Regione Lazio, sono misure che confermano l’impotenza decisionale e lasciano prevalere l’emergenza.
La FP CGIL nel confermare l’impegno per la piena tutela dei diritti dei circa 400 lavoratori dell’Azienda si attiverà in tutte le forme per la difesa dei diritti dei cittadini cosi pesantemente segnati dal conflitto di natura istituzionale in atto.
A tal proposito, la FP CGIL chiede la revoca del provvedimento di pignoramento, l’immediato ripristino dei contratti di manutenzione e l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti interessate per una rapida soluzione del problema.
P. il Comparto AA.LL
Mauro Ponziani
P. la Segreteria Fp Cgil Naz.le
Antonio Crispi
LA SOLUZIONE
Il Governo sta varando un provvedimento in grado di ammortizzare, ulteriormente, i tagli ai Fondi provocati dal Dl 112:
LO SCUDO FISCALE
Invitiamo l’Amministrazione a imbottire i sedili di una delle tante auto di servizio con i soldi del nostro fondo e varcare i confini nazionali verso un paese straniero.
Il paese lo scegliesse lei: Svizzera, San Marino, Topolinia.
Una volta giunta può accreditarci i soldi su conti esteri.
Poi ci pensiamo noi a trasferirli. Questo consentirebbe un guadagno pro capite di circa 1300 euro.
Oggi il nostro incentivo (ordinario e straordinario) è di circa 6000 euro tassato al 27% circa (oneri previdenziali esclusi).
Con lo scudo fiscale dovremmo versare solo il 5%, ovvero, 300 euro a fronte degli attuali 1620.
L’Amministrazione però deve sbrigarsi…alle 15 di oggi la Camera voterà la fiducia.
Sarebbe la prima volta che un provvedimento fiscale del Governo porta dei vantaggi ai lavoratori e non solo agli evasori.
Roma, 01 ottobre 2009
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi
Domani le lavoratrici ed i lavoratori del comparto igiene ambientale sciopereranno per l’intera giornata, per contrastare l’approvazione dell’art.15 del Dl 135/2009, il cosiddetto decreto Ronchi, in questi giorni all’esame della Camera.
Una vera e propria destrutturazione dei servizi pubblici locali, fatta a discapito dei cittadini e, nel caso particolare del ciclo dei rifiuti, della loro salute. Una privatizzazione selvaggia ed immotivata.
Domani in tante piazze italiane (vedi allegato con elenco iniziative) le lavoratrici ed i lavoratori manifesteranno contro questo attacco senza precedenti al controllo pubblico dei servizi locali ed al welfare.
Il sistema di smaltimento dei rifiuti è spesso divenuto tessuto di infiltrazioni criminali. La riforma rischia di estendere questo predominio senza introdurre alcuna regola di moralità, alcuna garanzia per i cittadini, i consumatori, la collettività.
Domani saremo in piazza, per difendere i diritti del lavoro, ma soprattutto i diritti dei cittadini, per fare “piazza pulita” dell’arroganza di chi ha troppo spesso anteposto gli interessi di pochi agli interessi di tutti. E lo sta ancora facendo.
Le Segreterie Nazionali:
Fp-Cgil Daniele Giordano – Fit-Cisl Pasquale Paniccia – Uilt Claudio Tarlazzi – Fiadel Francesco Garofalo
Roma 17 novembre 2009