AGENZIA DELLE DOGANE
PASSAGGI DALLA 2^ ALLA 3^ AREA
In data odierna presso la Direzione Centrale del Personale si è tenuto con le OO.SS. un incontro preliminare avente per oggetto i 550 posti disponibili nei passaggi tra la 2^ e la 3^ Area nell’Agenzia delle Dogane.
Come CGIL/FP abbiamo comunicato all’Amministrazione che riteniamo assolutamente improcrastinabile e prioritario iniziare la trattativa per addivenire ad un Accordo che possa prevedere la pubblicazione del bando entro i primi 15 giorni di Settembre e la conclusione della procedura entro fine anno.
Abbiamo infatti chiesto all’Amministrazione uno sforzo comune affinchè si proceda quanto prima alla definizione della procedura per non incorrere nella morsa dell’ultima Manovra Economica che potrebbe far slittare tali passaggi a Gennaio del 2014 per effetto del blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione o addirittura potrebbe far vedere diminuire i posti disponibili per effetto delle diminuzioni di pianta organica previsti dalla stessa Manovra.
Pertanto abbiamo dato la nostra disponibilità, unitamente alle altre OO.SS. nazionali, a intraprendere immediatamente la trattativa anche nel mese di Agosto.
Inoltre, nello specifico, oltre a chiedere di conoscere il metodo di suddivisione dei posti disponibili tra le Direzioni Regionali, abbiamo proposto di prendere in considerazione, come avvenuto nel bando delle Entrate, la posizione degli Assistenti Tributari almeno fino al 2004 (data di entrata in vigore del CCNL delle Agenzie Fiscali che ha modificato le posizioni economiche e le qualifiche) nonché di applicare un giusto equilibrio sulla valutazione dei titoli di studio anche in relazione alle restrizioni future di accesso per i passaggi tra le Aree per effetto del D.L.vo 150.
L’Amministrazione ha fatto proprie le osservazioni poste sul tavolo e si è riservata di valutarle in sede di stesura della proposta di Accordo.
Come CGIL/FP seguiremo con attenzione le intenzioni dell’Amministrazione sulle tempistiche che abbiamo richiesto per tutelare il diritto dei colleghi e delle colleghe di 2^ Area che attendono da oramai troppi anni il riconoscimento delle proprie professionalità.
Vi terremo informati sullo sviluppo della vicenda.
Genova, 29.07.2010
Per il Coordinamento Nazionale CGIL/FP
Pastorino Giovanni
Per la delegazione trattante
Iervolino Florindo
“Le critiche mosse dalle Regioni al Governo e al Ministro Brunetta su applicazione della riforma della pubblica amministrazione e attuazione del sistema di valutazione e premialità, sono condivisibili perché evidenziano la contraddittorietà e la strumentalità dei provvedimenti assunti” con queste parole Daniele Giordano, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, commenta la richiesta di chiarimento avanzata ieri dalla Conferenza delle Regioni al Governo.
“La riforma e le scelte del Governo in merito al lavoro pubblico, che abbiamo contrastato per il loro intento punitivo e perché prive di strumenti di modernizzazione, hanno prodotto l’arresto della contrattazione integrativa e nazionale – afferma il responsabile degli enti locali dell’Fp-Cgil – bloccato i salari. Della decantata meritocrazia non si vede l’ombra, in assenza dei fondi per finanziarla”.
“Il Ministro – continua Giordano – ha risposto alle critiche eludendo il merito e invitando il Presidente Errani a sottoscrivere il nuovo modello contrattuale, sancito da un accordo siglato in una trattativa lampo dalla quale le Regioni e le autonomie locali sono state escluse”.
“Nella sua furia ideologica il Ministro ha ascoltato solo chi lo assecondava, e oggi ci consegna una sistema che, a dispetto delle promesse, ha prodotto un impoverimento dei lavoratori senza migliorare l’efficienza e l’offerta di servizi, un sistema a due velocità privo di regole certe. In tal senso – aggiunge il Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil – auspichiamo che l’Anci intervenga in questo dibattito e si unisca alle critiche delle Regioni”.
“Con l’accordo del 4 febbraio si è sancito un fallimento, si è impoverita ulteriormente la contrattazione riducendola a mera ratifica. I Presidenti delle Regioni – conclude Giordano – hanno ricordato al Governo che la contrattazione è partecipazione e ricerca del consenso, non certo l’imposizione di scelte contraddittorie e propagandistiche”.
Roma, 11 Febbraio 2011
Con riferimento al DPCM recante le disposizioni in materia di decentramento delle funzioni catastali ai Comuni approvato e pubblicato, la CGIL valuta positivamente sia i contenuti del suddetto DPCM che del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra l’Agenzia del Territorio e l’Anci.
Nel merito sottolineamo, in primo luogo, il riconoscimento del ruolo pubblico del servizio e dei lavoratori. Infatti, come tutti ricordiamo, nella finanziaria 2007 si prevede la non esternalizzazione del servizio sia a società private che a municipalizzate. Quindi si pone al centro del servizio il pubblico impiego ed il suo ruolo.
Nel DPCM e nel Protocollo d’Intesa si pone al centro di questo processo l’Agenzia del Territorio. Infatti c’è un riconoscimento implicito del ruolo svolto dall’Agenzia dal 1998 ad oggi; dal miglioramento tecnologico all’aggiornamento della banca dati, dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale sugli immobili, dalla formazione alla professionalizzazione del personale.
Il ruolo centrale assegnato all’Agenzia si evidenzia, oltre che dalle varie possibilità di convenzionarsi da parte dei Comuni, al lavoro che l’Agenzia deve svolgere. Infatti l’Agenzia, oltre a svolgere le funzioni istituzionali non previste dal decentramento che vanno dal:
Servizi di pubblicità immobiliare;
Le funzioni integrali per i Comuni che hanno deciso la convenzione ai vari livelli;
Le funzioni proprie di Ente Cartografico dello Stato, di cui alla legge n. 68/1960;
Interventi sulla banca dati catastale unitaria nazionale rispondenti alla evoluzione normativa per il miglioramento della qualità dell’informazione alle esigenze delle amministrazioni centrali e al sistema della fiscalità;
La cooperazione applicativa tra enti della pubblica amministrazione;
Servizio di assistenza per gli operatori;
Gestione del servizio di Contact Center;
Gestione dei servizi telematici;
Conservazione sostitutiva degli originali degli atti dematerializzati di aggiornamento della banca dati;
Processi che l’evoluzione normativa attribuirà allo Stato e per esso all’Agenzia del territorio;
Controllo della qualità dei dati e dei processi di aggiornamento della banca dati catastale.
Ovviamente il ruolo riconosciuto all’Agenzia è il riconoscimento del lavoro svolto dai lavoratori sia a tempo indeterminato che determinato.
In attesa delle risposte dei Comuni, al fine di aprire il confronto sul personale sul quale riteniamo fondamentale parlare di volontarietà, reputiamo importantissimo aprire una discussione con gli enti locali, in quanto è fondamentale una collaborazione tra gli stessi e l’Agenzia, due enti pubblici, tra chi ha una miglior conoscenza del territorio e chi ha la professionalità per gestire i processi al fine di rendere un servizio migliore al cittadino, anziché decentrare totalmente il servizio catastale.
Roma, 27 giugno 2007
Coordinatore Nazionale
Agenzia del Territorio
Carmine Di Leo
Per la FP CGIL Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali
Giovanni Serio
Roma, 20 maggio 2009
On. Ministro della Giustizia
Avv. Angelino Alfano
Onorevole Ministro,
nell’ambito della riorganizzazione del Ministero della Giustizia, proposta dai suoi Uffici, nella sostanza, si va affermando l’idea di sopprimere gli organi del decentramento amministrativo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, i Centri per la Giustizia Minorile, le cui funzioni sarebbero assorbite dalle Direzioni Generali regionali od interregionali del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria.
La proposta avanzata, qualora non venisse modificata, lederebbe l’autonomia del Dipartimento per la Giustizia Minorile e finirebbe per mortificare la specificità e l’alta specializzazione del personale che in esso opera, attraverso la soppressione delle Direzioni generali che si occupano della gestione del personale e dei beni e servizi ed il passaggio delle competenze agli organismi territoriali del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Si finirebbe, così, per colpire mortalmente un settore della giustizia che in Italia ancora funziona. Un sistema imitato e studiato dagli altri Paesi europei, un sistema che costituisce un esempio per tutte le nazioni che intendono, nel rispetto della normativa internazionale, istituire sistemi autonomi di giustizia minorile.
Ma soprattutto si indebolirebbe, fortemente, la giustizia minorile proprio in un momento in cui dal mondo giovanile provengono preoccupanti segnali di malessere, espressi dai giovani di ogni ceto sociale, livello economico e provenienza culturale.
Se l’autonomia e la specializzazione del Dipartimento dovessero essere colpite, il Paese rischierebbe di trovarsi a dover affrontare una eventuale crisi nel mondo giovanile, privato dell’istituzione che fin’ora e nonostante i continui tagli alle risorse economiche e del personale, ha mostrato la capacità di intervenire sulla delinquenza minorile, con interventi efficaci che hanno ridotto in maniera considerevole il rischio di recidiva.
Non capiamo perché il decentramento della giustizia minorile, già realizzato da quasi un ventennio attraverso i Centri per la Giustizia Minorile, dovrebbe essere affidato ad organismi che hanno altri e ben evidenti problemi da risolvere.
I risparmi richiesti, potrebbero essere effettuati, con più razionalità, unificando le materie delle due direzioni che si intenderebbe sopprimere, costituendo un’unica direzione generale competente per il personale, i beni ed servizi della giustizia minorile, ed evitando di istituire il previsto e fantomatico ufficio di direzione generale che dovrebbe occuparsi di “Attività internazionali”, cioè del nulla.
Si avrebbe così un Dipartimento della Giustizia Minorile con due sole direzioni generali, una per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari e l’altra per la gestione del personale, dei beni e dei servizi: un Dipartimento ridotto ma integro nella sua autonomia e nella sua specializzazione.
Siamo convinti che un tale modello organizzativo risponda sia alle esigenze di risparmio che all’indispensabile necessità di mantenere per il Paese una struttura minorile comunque efficace ed efficiente, nel rispetto dell’art. 31 della Costituzione.
Distinti saluti
Il Segretario Generale FPCGIL Nazionale
Carlo Podda
Comunicato Unitario a Befera in occasione dell’inaugurazione della Direzione Provinciale delle Entrate di Gorizia
A tutte le lavoratrici e i lavoratori CRI
C’è pervenuto per posta elettronica il nuovo regolamento d’organizzazione della Croce Rossa Italiana.
Ricordiamo a tutti i lavoratori che abbiamo contestato il “modus operandi” dell’Amministrazione, che escludeva ancora una volta le OO.SS. da scelte che riguardano la gestione diretta dei lavoratori.
Alla richiesta di partecipazione nella stesura del regolamento ha fatto seguito solo il silenzio della CRI.
Prendiamo atto dell’ulteriore conferma che sia la parte politica che gestionale dell’Ente, come la FPCGIL ha ribadito nell’ultimo comunicato, intende alzare i toni della conflittualità.
Facciamo due esempi.
Nel nuovo regolamento d’organizzazione si parla di riorganizzazione dei servizi, di struttura organizzativa, di progetti e addirittura di pianta organica senza tener conto del problema del precariato che paralizza l’Ente da anni.
Ci chiediamo che fine ha fatto la nostra richiesta di copertura della pianta organica contenuta anche nella finanziaria 2007.
E ancora, il nuovo regolamento istituisce la Direzione Sanitaria Nazionale e le Direzioni Sanitarie Regionale, indicando i criteri per l’assegnazione degli incarichi corrispondenti
Si ribadisce, ovviamente, che per l’assegnazione degli incarichi si dovrà procedere con procedure selettive come da CCNL.
Peccato che, solo pochi giorni fa, è stato conferito un incarico sanitario, che noi abbiamo contestato con una lettera al Direttore, per la regione Campania non rispettando nessuna procedura, cioè ” ad personam” pratica che sembra essere diventata, in barba alle regole contrattuali, la prassi in Croce Rossa.
Nel ricordare a tutti i lavoratori che non siamo stati per nulla coinvolti nella stesura del nuovo regolamento, restiamo in attesa di un riscontro da parte della Direzione Generale.
Roma 06/07/09
IL Coordinatore Nazionale FPCGIL
Pietro Cocco
In considerazione del concomitante svolgimento del Consiglio Direttivo dell’organizzazione sindacale Cida- Unadis, la riunione con le OO.SS. dell’area della dirigenza convocata per venerdì 19 novembre p.v. presso la Direzione Centrale del Personale viene rinviata a lunedì 22 novembre 2010 alla ore 10.
L’ordine del giorno ed il luogo della stessa rimangono invariati.
UFFICIO RELAZIONI SINDACALI
Le OO.SS. dell’area della dirigenza sono convocate per l’incontro che si terrà il 19 novembre 2010 alle ore 10,00 presso la Direzione Centrale del Personale in Via Giorgione, n. 159 – piano 3°, stanza 348. L’o.d.g. della riunione sarà:
– criteri di corresponsione della retribuzione di risultato dei dirigenti per l’anno 2009;
– procedura ordinaria di risoluzione del rapporto di lavoro ai sensi dell’art. 40 del CCNL del 1 agosto 2006.
UFFICIO RELAZIONI SINDACALI
La Funzione Pubblica Cgil Nazionale parteciperà con una propria significativa delegazione alla manifestazione di Bologna del 27 gennaio per testimoniare la propria solidarietà ai lavoratori metalmeccanici. Un sostegno che tutte le strutture territoriali dell’Fp-Cgil rinnoveranno il giorno seguente, in occasione dello sciopero di 8 ore proclamato dalla Fiom Cgil.
La vertenza Fiat sta accelerando il processo di smantellamento del sistema di relazioni industriali, cancellando il contratto nazionale, e in questo contesto lo scontro tra Marchionne e la Fiom non può essere affrontato come una questione relegata al solo comparto metalmeccanico. La Cgil tutta rifiuta l’atteggiamento di chi come Marchionne vede la democrazia come impedimento e pretende di ottenere il consenso operando un vero e proprio ricatto. Il referendum si colloca in questo contesto.
Votare “no” non vuol dire rifiutare investimenti e occupazione, bensì riaffermare che non esiste democrazia senza differenze, che la democrazia non è una questione di principio ma la sostanza della vita nei luoghi di lavoro. Votare “no” non vuol dire arroccarsi su posizioni novecentesche, ma non accettare che la competizione si attui con metodi e logiche ottocentesche, ribadire che alcuni diritti sono indisponibili e non negoziabili.
Roma, 10 Gennaio 2010
Da un bravo Sindaco e valido ex-magistrato come Michele Emiliano ci aspetteremmo maggiore cautela e atteggiamenti meno populistici, soprattutto quando si affronta lo scivoloso terreno della “lotta ai fannulloni”, tanto di moda negli ultimi anni. La campagna “anti-fannulloni” che il Sindaco di Bari ha lanciato su Facebook, vera e propria incitazione allo spionaggio, non fa onore alla sua serietà di amministratore e al suo passato di uomo di giustizia.
Il Sindaco conosce perfettamente gli strumenti legislativi, già presenti nel nostro ordinamento, che permettono agli amministratori di punire i lavoratori negligenti. Chi dirige la pubblica amministrazione ha tutto il diritto, ma soprattutto il dovere, di intervenire, anche duramente, per combattere le inefficienze, ma sarebbe opportuno farlo senza incitare all’odio sociale, rischiando così di screditare la stessa istituzione che si governa.
Non comprendiamo la ragione di una tale caccia alle streghe e i toni esageratamente piccati con cui Emiliano ha risposto al nostro Segretario Generale barese, Pino Gesmundo. Condividendo con il Sindaco di Bari la lotta contro gli sprechi e il cattivo lavoro pubblico, crediamo che sia più utile sedersi a un tavolo per risolvere i problemi, e siamo come sempre disposti a farlo.
Probabilmente la cosa non richiamerà l’attenzione dei media nazionali, ma potrebbe portare a risultati molto più concreti. Credo che sia un obbiettivo che Michele Emiliano condivide con noi.
Roma, 12 Gennaio 2011
FP CGIL
Dr. Sergio Basile
Direttore Generale
Direzione Servizi Interni
SEDE
e p.c. Sig. Capo di Gabinetto
Si fa seguito alla precedente nota del 15 ottobre u.s. con la quale la scrivente ha chiesto il ritiro del provvedimento ad effetturare il telelavoro concessa dall’amministrazione alla dipendente Vuoli in mancanza del previsto accordo di concertazione finalizzato a regolare un istituto applicabile per la generalità dei dipendenti.
Il comportamento dell’Amministrazione si configura in primo luogo come del tutto contrario alle legge in quanto l’autorizzazione al telelavoro concessa non rispetta le procedure previste dal D.P.R. 8 marzo 1999 n.70 e dal successivo Accordo Quadro sul telelavoro nelle Pubbliche Amministrazioni dl 23 marzo 2000.
L’ art. 3 del D.P.R. n.70/99 stablisce che “il ricorso a forme di telelavoro che può avvenire sulla base di un progetto generale in cui sono indicati: gli obiettvi, le attività interessate, le tecnologie utilizzate ed i sistemi di supporto, le modalità di effettuazione secondo principi di ergonometria cognitiva, le tipologie professionali ed il numero di dipendenti di cui si prevede il coinvolgimento, i tempi e le modalità di realizzazione, i criteri di verifica e di aggiornamento, le modificazioni organizzative ove necessarie, nonché i costi e i benefici, diretti ed indiretti”.
Le procedura citata ha l’obiettivo di garantire sia i profili di sicurezza, sia la valutazione dell’attività svolta, ma soprattutto è finalizzata a costituire un quadro di regole certe nel quale collocare il predetto progetto.
La mancanza di informazione alle OO.SS. non poteva certo sanare i vizi di illegittimità che già il provvedimento conteneva in origine e pertanto il comportamento “antisindacale” tenuto dall’Amministrazione e denunciato dalla scrivente nel corso dell’incontro dell’11 ottobre u.s. è solo un’ulteriore conseguenza di un atto del tutto contrario alla legge.
Con la presente la scrivente O.S. diffida l’Amministrazione dal reiterare il comportamento illegittimo tenuto finora, e nel contempo comunica che nel caso non si provveda a sanare tale comportamento, la scrivente procederà a denunciare alla Procura della Corte dei Conti il caso specifico.
Roma, 17 ottobre 2007
FP CGIL Ambiente
Maria Letizia Sabatino
Roma, 29.7.2008
All’Agenzia della Entrate
Direzione Centrale del Personale
(rif. nota prot. n.106123 del 7.7.2008)
Oggetto: applicazione dell’art. 71 del D.L. 112/2008.
Con riferimento alle modalità di applicazione della normativa in questione, di cui alla nota citata in epigrafe, e richiamato in via preliminare il contenuto della circolare n. 46030 del 17.7.2008 emanata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento dell’Amministrazione Generale del Personale e dei servizi del tesoro – Servizio Centrale del Personale che, pur rivolta agli Uffici interni, non può non suggerire validi spunti interpretativi anche per codesta Agenzia, ed al fine di evitare discriminazioni e successivi contenziosi, la scrivente organizzazione sindacale fa presente quanto segue.
– Fruizione dei permessi mensili ai sensi dell’art. 33, comma 3, legge 104/92. Al personale che fruisce di detto beneficio viene imposta la fruizione dei permessi di che trattasi esclusivamente ad ore nel limite delle 18 ore mensili. Detta interpretazione non risulta giustificata: la fruizione di tre giornate di permesso al mese è disposta infatti da una norma di legge – il sopra citato art. 33, comma 3, della legge 104/92 – mentre è il CCNL che ha introdotto una clausola di maggior favore prevedendo, all’art. 46, comma 6, la possibilità di fruizione anche ad ore nel limite complessivo delle 18 ore mensili. Si chiede pertanto di consentire la fruizione dei permessi in questione per giornata, come previsto dalla legge.
– Assenze per malattia per visita specialistica: il disposto normativo in oggetto prevede che l’amministrazione disponga il controllo, prima facoltativo, in ordine alla sussistenza della malattia anche per un solo giorno. Diverso è il caso di visita specialistica. Poiché in quest’ultimo caso la giornata di malattia viene fruita non già in relazione ad un accadimento patologico che determina l’impossibilità a recarsi al lavoro, da verificare tramite l’accertamento della malattia, ai sensi dell’art. 49, comma 15, del CCNL, da parte del competente servizio ASL, bensì in riferimento alla necessità per il dipendente di sottoporsi a visite mediche, accertamenti diagnostici o prestazioni specialistiche durante l’orario di lavoro, si ritiene che il Dirigente debba poter valutare l’opportunità di disporre o meno l’accertamento in questione. Anche in relazione ai relativi costi della visita fiscale, peraltro indirizzata alla semplice verifica della presenza del dipendente nel proprio domicilio durante le fasce di reperibilità, e per evitare il ridicolo nel caso che detti accertamenti si svolgano presso la medesima ASL incaricata della visita fiscale. Si ritiene comunque che nel caso in specie rimanga valido e debba quindi trovare applicazione quanto previsto dall’art. 49, comma 19 CCNL, potendo i dipendenti dare preventiva comunicazione di assenza durante le fasce di reperibilità.
– Fruizione dei permessi retribuiti ex art. 46, comma 2, per particolari motivi personali o familiari: anche in questo caso non è condivisibile l’indirizzo assunto dall’Amministrazione. Poiché l’entrata in vigore della normativa in questione è definita alla data di emanazione del decreto, così come individuata nella Circolare esplicativa n. 7 del 17.7.2008 a firma del sig. Ministro Brunetta, tutti i permessi fruiti in data anteriore non possono che essere inquadrati nella normativa precedente. Pertanto per le giornate di permesso effettuate tre il 1° gennaio e il 24 giugno 2008 non si può procedere al conteggio ad ore. Per chi non ha usufruito dei permessi o per chi ha completato il monte ore/giorni non si pongono problemi interpretativi; per chi ne ha usufruito solo in parte, invece, si ritiene più corretto, anche per evitare disparità di trattamento, considerare le assenze di un giorno pari a 6 ore (18 ore diviso 3 giorni uguale 6 ore), indipendentemente dall’orario di lavoro che il dipendente avrebbe dovuto osservare nella giornata.
Su quanto sopra esposto la FP CGIL invita codesta Direzione a fornire i necessari chiarimenti, ai sensi dell’art. 6 CCNL, ed al fine di garantire uniformità di indirizzo nel comportamento dell’Amministrazione in tutte le sue articolazioni, sollecita la richiesta di un parere in merito al Dipartimento della Funzione Pubblica, riservandosi ulteriori valutazioni all’esito della presente nota.
Distinti saluti
p. la delegazione nazionale trattante
dell’Agenzia delle Entrate
Giandomenico Clementi
A TUTTI I LAVORATORI DELL’AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA
Oggetto: Mobilità interna del personale giudiziario. Esecuzione Interpelli.
In relazione alla tematica in oggetto indicata, con nota odierna, l’Amministrazione risponde immediatamente alla nostra richiesta unitaria di applicazione ed esecuzione degli interpelli, nel rispetto dell’accordo sulla mobilità del 27 marzo 2007.
Vista la gravità della situazione, in considerazione della sospensione dei trasferimenti, stiamo predisponendo unitariamente le opportune ed incisive iniziative di lotta da intraprendere.
Vi terremo informati sulle iniziative che saranno intraprese.
Si allega la nota dell’Amministrazione Prot. N° 119/5/1406/DG a firma del Direttore Generale Carolina Fontecchia.
Distinti saluti.
FP CGIL CISL FP UILPAUIDAG FLP
GRIECO MARRA NASONE PIAZZA