Governo in fuga, promesse non mantenute. I Vigili del Fuoco chiedono giustizia – Comunicato stampa di Adriano Sgrò, Segretario Nazionale Fp-Cgil e Michele D'Ambrogio, Coordinatore nazionale Vvf

 
In questi giorni il crepuscolo del Governo Berlusconi sta offrendo spettacoli indecorosi in tutto il paese. I tagli di risorse a tutte le Pubbliche Amministrazioni dimostrano che nei servizi pubblici la mannaia del Governo si è abbattuta con una violenza ancora più’ inaudita, tagli che non salvano neanche il tanto decantato, da alcuni sindacati di categoria, Comparto Sicurezza.

Quanti ancora continuano a dire che le forze di polizia in questo paese hanno meno problemi di altre amministrazioni sono sbugiardati dalle iniziative rivendicative che le stesse stanno mettendo in campo, e semmai ce ne fosse ancora bisogno, è il caso di ribadire che i Vigili del Fuoco, per avere condizioni di lavoro ed economiche migliori, non hanno bisogno di richiamarsi a improbabili similitudini con i lavoratori del comparto sicurezza, ma debbono rivendicare con forza quelle unicità professionale che viene esaltata, non nei compiti di ordine pubblico e di sicurezza del paese, ma in quelli di soccorso tecnico urgente e di protezione civile.

I problemi dei pompieri sono gli stessi di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici delle Pubbliche Amministrazioni colpiti indistintanente dalle ultime finanziarie: non avranno il rinnovo del contratto scaduto già da 12 mesi, non avranno gli scatti di carriera, non avranno le risorse, tecnologiche ed i beni per garantire i servizi, ne quelle economiche per la stabilizzazione dei precari (il 13 ci sarà il presidio dei precari/discontinui), non faranno formazione e continueranno ad avere organici talmente ridotti da rischiare di non assicurare le attivita’ istituzionali.

Per tutte queste ragioni continueremo ad essere contro un Governo che, come spesso e’ capitato in passato, durante le grandi emergenze che hanno colpito e colpiscono il paese – e dimostrano la valenza sociale e solidale del lavoro svolto dai vigili del fuoco – fa tante promesse. Poi, quando i riflettori si spengono, non ne mantiene neanche una, con grave danno, non solo per i vigili del fuoco, ma per i cittadini ed il paese.

Siamo e saremo contro, in coerenza con le tante battaglie fatte contro le finanziarie ammazza Vigili del Fuoco degli ultimi anni e per portarle ancora una volta avanti, assieme a quelle di tutto il mondo del lavoro. Per non svendere il sistema dei diritti e delle tutele conquistati in tanti anni di battaglie sindacali.

Roma, 9 Dicembre 2010

 

Brunetta: l'Italia peggiore è quella che non assume i vincitori di concorso. Il 20 giugno in piazza con i non assunti. Comunicato stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp-Cgil

E’ di ieri l’ennesima scenata del Ministro Brunetta che, intollerante come sempre a ogni forma di dissenso, non solo non ha voluto rispondere a dei lavoratori precari, come sarebbe stato giusto fare, ma li ha persino definiti “l’Italia peggiore”. Un atto volgare che offende i lavoratori tutti, non solo quei precari.

Non vorremmo interrompere il delirio antilaburista del Ministro ma, a proposito delle italie peggiori, avremmo da suggerirgli un bersaglio più idoneo per le sue battute di caccia mediatiche: l’Italia che bandisce concorsi ma che non assume i giovani che li vincono.

Forse il Ministro, preso com’è a fustigare persone sottopagate e a rischio licenziamento a causa della finanziaria del suo Governo, che prevede il licenziamento del 50% del personale precario della pubblica amministrazione, non ha avuto il tempo di occuparsi di tutti quei disoccupati incolpevoli che, pur avendo vinto regolarmente un concorso, non si sono visti riconoscere il proprio posto di lavoro. Alcuni di loro operano già negli apparati dello Stato con contratti precari, fianco a fianco con i loro colleghi a tempo indeterminato, ma senza diritti e senza tutele. Il 20 Giugno scenderanno in piazza, convocati dal Comitato XXVII Ottobre che li organizza, e la Fp-Cgil Nazionale lì sosterrà come già fatto in passato, ritenendo la loro battaglia come parte di una più ampia lotta in difesa della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici.

Questa, caro Ministro, è l’Italia dei precari licenziati dallo Stato e dei vincitori di concorso non assunti. L’Italia Peggiore.

Roma, 15 Giugno 2011

 

Quale Stato: In distribuzione dal 10 giugno il n. 1-2, 2007

In distribuzione dal 10 giugno il n. 1-2, 2007 di «Quale Stato». On line l’editoriale di Carlo Podda, Il contratto dei pubblici: un confronto strategico.

Si tratta di un volume doppio di 392 pagine, prevalentemente dedicato all’analisi critica delle radici politiche e culturali della nostra complessa vicenda contrattuale e delle sue prospettive, e all’apertura di una prima riflessione documentata attorno alle esperienze di gestione ‘partecipata’ delle comunità locali e, in particolare, dei servizi pubblici, valutate anche nel contesto europeo e ‘globale’ e nel non banale confronto fra tali esperienze e le culture e le pratiche sindacali di rappresentanza e tutela del lavoro pubblico e di negoziazione sociale e territoriale.

Nella rubrica ‘ANALISI. In quale Stato…’, una seppur parziale proposta di riflessione attorno ad alcune delle priorità dell’attualità politico-istituzionale e sociale (ma non solo…). Oltre ai contributi di Gianni Ferrara (Stato laico, coscienza laica) e di Gianni Mattioli (All’ordine del giorno: il Pianeta), un saggio di Aldo Tortorella (Lo scacco di una transizione. Passato e presente del caso italiano) a proposito dei fondamenti e dei tormentati sviluppi attuali della inquietante transizione nella quale è tuttora coinvolto il paese.

30.05.2007

Comunicato della Fp Cgil Agenzie Fiscali

 
D.L. 112/2008 Art. 83 : PIU’ EFFICIENZA? 
 

 

Comunicazione Fp Cgil

 
 

Riunione del 24 settembre

Prendiamo atto che L’Agenzia delle Entrate nella riunione del 24 u.s. ha ufficializzato che le risorse scaturenti dal D.M. alla registrazione presso la Corte dei Conti sono da imputare sul fondo anno 2008. E’ da sottolineare che queste risorse provengono dal c. 165 art 3 l. 350 solo per circa 12 milioni di euro e che le restanti risorse sono risparmi dell’Agenzia stessa.

Roma, 25 settembre 2009

p. FP CGIL Nazionale
Giovanni Serio

 
 

comunicato

 
Al Capo Dipartimento R.U.

A tutti i lavoratori CRI

Stanno girando in questi giorni in diverse parti d’Italia (Comitato Regionale Piemonte, Comitato Provinciale Roma ecc.) circolari dell’Amministrazione che chiedono di firmare i contratti per i lavoratori a tempo determinato o che prorogano i contratti per due mesi, sei mesi, un anno.

Sottolineiamo la fantasia che i dirigenti esprimono con queste iniziative e ricordiamo all’Amministrazione che per effetti della stabilizzazione che è in atto in Croce Rossa, tutti i contratti sono prorogati fino a scadenza delle convenzioni.

Riteniamo quindi che i lavoratori non debbano più firmare alcunché e facciamo presente, qualora ci fossero convenzioni in scadenza, che l’Amministrazione, nella figura del Commissario Dott. Rocca, si è impegnata a ricollocare il personale eventualmente in eccedenza.

Ai suddetti Dirigenti ricordiamo che, oltre a cimentarsi con fantasiose interpretazioni delle leggi vigenti, devono applicare la circolare del Capo Dipartimento Dott. Niglio sul nuovo inquadramento in area B di tutto il personale precario.

Per chiarire queste problematiche si chiede un incontro urgente con l’Amministrazione.

Roma li 20/01/10
 

Il Coordinatore FP CGIL CRI
Pietro Cocco

 
 

 
 

Azioni di lotta per difendere la specificità del comparto ed il salario di produttività e di funzione delle Agenzie Fiscali – Comunicato unitario

 
DL 78/2010 – VERTENZA FISCO Azioni di lotta per difendere la specificità del comparto ed il salario di produttività e di funzione delle Agenzie Fiscali!

Federambiente – Trattativa rinnovo CCNL

11.10.2010 – Di seguito, in allegato, il comunicato unitario in merito alla trattativa per il rinnovo del CCNL Federambiente con l’obiettivo fondamentale di arrivare al Contratto Unico di settore.  


TESTO DEL VOLANTINO – PRESIDIO DEL 12 LUGLIO 2007

FP CGIL Ambiente
FPI CISL Ambiente
UIL PA Ambiente
Coordinamento precari Ambiente

L’AMBIENTE è PRECARIO
Al Ministero dell’Ambiente, 1 dipendente su 2 è precario

Il Ministero dell’Ambiente, per le sue competenze, si trova al centro di interessi e strategie sociali, economiche e finanziarie di portata nazionale ed internazionale a cui non corrisponde una idonea struttura.
Negli ultimi anni i cambiamenti climatici, l’impoverimento delle risorse, la perdita di biodiversità o il problema dei rifiuti, associati a disastri naturali sempre più frequenti e di grande portata, hanno fatto crescere nel nostro Paese, come nel resto del mondo, l’interesse e la preoccupazione per le questioni ambientali e per lo stretto rapporto di causa-effetto esistente tra opera dell’uomo e stato dell’ambiente.
In tale scenario, il Ministero dell’Ambiente è stato e resta il fanalino di coda, data la propria inadeguatezza, sia dal punto di vista strutturale, sia organizzativo, con gravi ricadute, più volte denunciate, sull’efficacia delle tutele e delle politiche ambientali e sulle condizioni del personale.

Per denunciare “l’emergenza Ministero dell’Ambiente ed una pericolosa deriva organizzativa” il Coordimento dei precari del Ministero dell’Ambiente e le Organizzazioni Sindacali CGILFP, CISLFPS e UILPA organizzano giovedì 12 luglio dalle ore 10 alle ore 13 un presidio presso la sede del Ministero di Via C. Colombo n. 44 con la forte volontà di richiamare, ancora una volta, l’Amministrazione ed il Governo ad impegni concreti nella lotta alla precarietà.

Per capire quanto il precariato del Ministero dell’Ambiente abbia una dimensione senza paragoni con quello delle altre amministrazioni, è sufficiente considerare che 1 lavoratore su 2 presso il Ministero è precario: al Ministero dell’Ambiente operano 581 lavoratori precari (su poco più di 1000 lavoratori complessivi) con contratti atipici (contratti a tempo determinato, co.co.co. o co.co.pro.), la maggior parte dei quali non sono diretti con l’Amministrazione, ma con oltre 30 tra Enti, Consorzi e Società.

Il Coordinamento dei precari del Ministero dell’Ambiente, CGIL, CISL e UIL denunciano:
* il perdurare di una condizione lavorativa inaccettabile che si ingigantisce giorno per giorno;
* il mancato rinnovo di tanti contratti precari (circa 40), cui fanno da contraltare numerose nuove assunzioni;
* l’assoluta assenza di una strategia di medio periodo finalizzata all’assorbimento progressivo del precariato.

A tal fine il Coordinamento dei precari del Ministero dell’Ambiente, CGIL, CISL e UIL chiedono la definizione di un Piano pluriennale di stabilizzazione dei lavoratori che, a partire dagli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Legge Finanziaria 2007 (art. 1, commi 417 e ss e 519 e ss), individui le modalità e le risorse aggiuntive necessarie alla stabilizzazione del personale precario operante presso il Ministero dell’ambiente.

 

Manifestazione del 26 ottobre: le immagini

La documentazione fotografica e il servizio di Sky TG24 sulla Manifestazione Nazionale a Roma del 26 Ottobre 2007, giorno dello sciopero generale del pubblico impiego. 

Il servizio di Sky TG24 contiene brevi interviste ai segretari generali di Cgil, Guglielmo Epifani,  Cisl, Raffaele Bonanni  e Uil Luigi Angeletti

Evento
Logo FP CGIL - FP CISL - UIL FPL - UIL PA

SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
26 Ottobre 2007
Manifestazione Nazionale a Roma
Corteo da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni

 
Galleria immagini
 
 
 
 
 
 

Ministero dell'Ambiente: una riorganizzazione senza fine! Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario nazionale FP CGIL

A dispetto del titolo “cessazione dell’emergenza rifiuti in Campania” il Governo con il Decreto Legge del 30/12/2009 n.195 provvede, utlizzando la necessità della messa in sicurezza di infrastrutture e del patrimonio ambientale e culturale, a creare un’altra struttura “emergenziale”

L’ art. 17 di tale provvedimento dà la facoltà al Ministro dell’Ambiente di nominare Commissari straordinari delegati per il rischio idrogeologico, nonché un Ispettorato generale, che deve essere guidato da un Dirigente Generale coadiuvato da altri due Dirigente Generali.

Ci domandiamo l’urgenza e la necessità di tale nuova struttura dal momento che, a seguito della riorganizzazione del Ministero dell’Ambiente effettuata con il D.P.R. n. 140 del 3 agosto 2009, è stata abolita la Direzione Generale per la difesa del suolo confluita in una nuova Direzione per la tutela del territorio e delle risorse idriche.

E la parola magica è ancora una volta “invarianza della spesa” per garantire la copertura degli oneri derivanti da questo nuovo organismo (ogni Direttore Generale costa alla collettività circa € 300.000) si tagliano uffici che la stesso Ministro Prestigiacomo ha previsto con la nuova riorganizzazione del Ministero.

A dispetto della propaganda governativa la scelta è sempre la stessa: non si fanno funzionare le strutture pubbliche per governare il territorio e l’ambiente ma si creano strutture la cui utilità è quella di piazzare qualche super burocrate mentre, in una perenne fase di riorganizzazione, al Ministero dell’Ambiente interi settori dell’amministrazione sono in stato di stallo e confusione.

Roma, 13 gennaio 2010

Comunicato R.S.U della Direzione Provinciale di Ravenna

 

Comunicato R.S.U della Direzione Provinciale di Ravenna

Per affermare il valore della legalità, la Direzione Regionale dell’Emilia Romagna ha messo in atto un’assurda operazione, a tutela dell’immagine e credibilità dell’Agenzia, che riguarda il controllo sui casi di incompatibilità e conflitto di interesse.
Dopo aver richiesto a tutti i dipendenti una dichiarazione sull’esistenza di possibile conflitto dovuta ad un parente che eserciti in proprio ovvero alle dipendenze di società, associazioni o enti di qualsiasi natura, attività economico professionali, quali, in particolare , avvocato, dottore commercialista, ragioniere, perito commerciale e consulente del lavoro, la Direzione ha individuato, senza alcun confronto con le organizzazioni, limitandosi alla sola informazione, alcune soluzioni organizzative.
Fra le soluzioni si passa dalla totale emarginazione lavorativa del dipendente, al quale vengono precluse la maggior parte delle attività professionali esistenti nell’Agenzia, al cambio di sede, con gravi conseguenze sulla qualità della vita nonché pesanti problematiche famigliari.
Quello che viene chiamato potenziale conflitto diviene una sorta di marchio di inaffidabilità, una messa sotto tutela che sul piano psicologico ha effetti devastanti.
Il tutto non viene supportato giuridicamente dalle disposizioni in materia, a partire dal C.C.N.L. delle Agenzie per arrivare al Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ed al Regolamento per l’autonomia tecnica del personale delle Agenzie fiscali.
Infatti, le posizioni di potenziale conflitto vengono regolamentate con l’obbligo di astensione del dipendente dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri o di suoi parenti entro il quarto grado.
In nessun caso si dispone sulla incompatibilità della funzione, individuandosi nella astensione dalla pratica l’ obbligo morale e comportamentale del dipendente.
Lo zelo della Direzione Regionale si spinge sino ad individuare come situazioni di conflitto quella di un parente che lavori alle dipendenze di studi o associazioni con qualifiche esecutive, come se rispondere al telefono o essere addetto alla contabilità interna, costituisca un grave pericolo per l’attività dell’Agenzia.
Quanto sopra viene ritenuto dai dipendenti una grave lesione della dignità della persona in quanto, per chi coinvolto, pone la parola fine alle aspirazioni di carriera o, in alternativa, l’esilio dal proprio posto di lavoro.
Ciò che viene definito come un evento potenziale si trasforma, come sopra affermato, in un marchio di inaffidabilità che comporta per il dipendente, nelle migliori delle ipotesi, una sorta di regime di libertà vigilata.
La procedura posta in essere, poi, risulta priva di criteri di trasparenza per cui non è dato sapere se ad eguali situazioni di potenziale incompatibilità corrispondano eguali soluzioni organizzative.
La RSU ritiene importante che l’Agenzia si sia dotata di un codice di comportamento e il rilevamento delle possibili posizioni di conflitto non è stato osteggiato dalle forze sindacali, ritenendosi un dovere comunicare all’amministrazione tali situazioni, ma l’utilizzo che ne viene fatto in Emilia e Romagna va oltre gli scopi che le norme in argomento si sono prefissati.
E’ per questo che si invitano tutte le Rsu della Regione a manifestare il loro dissenso e le organizzazioni sindacali ad adoperarsi per aprire un tavolo di trattativa nazionale che dia soluzioni organizzative rispettose della dignità dei dipendenti che, come premio del raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati, hanno ottenuto la qualifica di ” fannulloni!”, tagli del salario accessorio e blocco dei contratti per quattro anni e, per finire, questa assurda procedura che, pur se coinvolgente un numero contenuto di dipendenti, risulta lesiva di diritti fondamentali della persona che non può essere accusata di nulla se non in presenza di illeciti.

                                                                                            La RSU della D.P. di Ravenna

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