Un Forum con Giorgio Benvenuto, Marco Bersani, Alfiero Grandi, Carlo Podda, Francesco Tolotti – che sarà distribuito in occasione del Convegno internazionale del 30 marzo a Roma (CNEL), promosso da ATTAC Italia col patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze del Ministero degli Affari Esteri.
Il Convegno internazionale Tobin Tax e altri strumenti di tassazione internazionale – RIFORME ITALIANE ED EUROPEE PER UN MONDO PIU’ EQUO costituisce una delle iniziative predisposte – su proposta di ATTAC Italia – dalla Commissione di studio interministeriale coordinata da Alfiero Grandi, Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, e composta dalla Viceministra agli Affari esteri Patrizia Sentinelli, dal Sottosegretario all’Economia Paolo Cento e da parlamentari nazionali ed europei, da esponenti di organizzazioni sindacali (la Fp Cgil, fra le altre) e di associazioni, da esperti del mondo economico ed universitario, a sostegno del percorso parlamentare delle proposte di Legge presentate al Senato (Sen. Giorgio Benvenuto) e alla Camera dei Deputati (On. Francesco Tolotti) sulla base della proposta di legge di iniziativa popolare che, nel 2002, raccolse 180.000 firme, col contributo anche di Cgil, Cisl, Uil e, in particolare, della Funzione pubblica Cgil.
Il Quaderno n. 11 sarà inviato, nei prossimi giorni, agli abbonati di «Quale Stato».
Roma, 26 marzo 2007
Roma, 21 marzo 2006 Comunicato alla strutture Territoriali
Il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente perché chiarisca alcuni punti del decreto legislativo di attuazione della delega ambientale.
Per oggi pomeriggio e’ previsto un incontro a Palazzo Chigi tra Matteoli e lo staff legislativo del Ministero e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I chiarimenti richiesti dal Quirinale riguarderebbero i rilievi già mossi dalle Regioni che hanno preannunciato ricorso alla Corte costituzionale. Un altro aspetto sottolineato sarebbe il mancato passaggio del testo al Consiglio di Stato.
In questi mesi le osservazioni in merito, ivi comprese quelle mosse dalle Segreterie Nazionali di categoria e confederali, sono state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo.
Ad ora non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha sostanziato l’atto di rinvio ma questo ultimo può avvenire per motivi di ordine costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra Stato e Regioni, in relazione al rispetto di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e relativamente alla necessità di adeguata copertura finanziaria.
Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma della legge delega sull’ambiente da parte del Capo dello Stato.
Per quanto ci riguarda riconfermiamo la nostra convinzione che le scelte effettuate nei vari comparti siano viziate da un’impostazione sbagliata che viola le direttive comunitarie che si dichiara di voler recepire.
La legge Delega tenta di fatto di sottrarre milioni di tonnellate di rifiuti alla disciplina comunitaria che diventano facilmente smaltibili in modo illegale; indebolisce la procedura di danno ambientale e annulla la partecipazione delle associazioni ambientaliste ai processi per i reati ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di bonifica dei siti industriali inquinati.
Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti osservate; su tutti questi temi il Governo era stato avvisato, non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi organi istituzionali, non ultimi gli uffici del ministero dell’Economia.
Il Governo però ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti indirizzando proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che vedeva fra i primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis.
Il provvedimento, che è un decreto legislativo e non una legge, non può essere dal Presidente della Repubblica rinviato alle Camere, ne’ vale, ai fini della decadenza del testo, il periodo di 30 giorni per la sua promulgazione.
Il Quirinale dunque potrà scegliere di recepire le indicazioni del Ministero dell’Ambiente promulgando il testo anche in un termine successivo a quello prescritto per le leggi o, nell’ipotesi contraria, non firmare il provvedimento attendendo la sua scadenza naturale prevista per luglio prossimo.
Certo si potrebbe dire che la conclusione non poteva essere che questa; evidentemente nei prossimi giorni sarà tutto più chiaro e contestualmente verranno informate le strutture sulle motivazioni effettive del rinvio, sugli eventuali sviluppi del percorso legislativo e delle iniziative annunciate messe in campo dalle Segreterie Nazionali per il settore.
FP CGIL Peroni
FIT CISL Curcio
UILTRASPORTI Carcassi
FIADEL Garofalo
Interpello ordinario della figura professionale del Contabile –
posizioni economiche C2, C1 e B3
Roma, 30 ottobre 2007
Ieri 29 ottobre 2007 l’Agenzia del Territorio ci ha comunicato i primi dati ufficiali, su scala regionale, riguardanti le delibere degli Enti Locali per l’acquisizione delle funzioni catastali.
All’Agenzia sono pervenute 4800 delibere, in materia di decentramento, che rappresentano un bacino di circa 41 milioni di abitanti.
Da un primo esame, basato su due parametri quali la tempistica (invio delle delibere entro il giorno 3 ottobre) e le dimensioni (come da art. 6 del protocollo d’intesa tra Agenzia del Territorio ed ANCI), abbiamo la seguente fotografia:
1. 1383 delibere (che riguardano i capoluoghi di provincia e i comuni con una dimensione superiore a 80.000 abitanti – art. 6 comma 2 del protocollo d’intesa) così suddivise: 233 opzione A, 296 opzione B e 854 opzione C;
2. 883 delibere (che riguardano i comuni che hanno una dimensione tra i 40.000 e gli 80.000 abitanti – art. 6 comma 3 del protocollo d’intesa) così suddivise: 270 opzione A, 221 opzione B e 392 opzione C; queste delibere saranno soggette ad un ulteriore esame, sul dimensionamento, dai comitati paritetici regionali;
3. 286 delibere riguardanti la convenzione con l’Agenzia;
4. 2248 delibere che saranno soggette ad ulteriore esame per problemi interpretativi e tecnico-applicativi, in quanto non hanno rispettato uno o entrambi i parametri di riferimento (tempistica e dimensionamento).
Da questi primi dati si deduce che circa il 31% dei comuni ha deliberato (delibera accettate) e che c’è una forbice che va da circa il 60% dei comuni dell’Emilia Romagna e Toscana all’8% della Calabria fino all’1% del Molise.
La CGIL, da una prima lettura dei dati, rileva una situazione abbastanza disomogenea e ha posto una pregiudiziale chiara sulla gestione del processo al fine di eliminare incertezze sulla professionalità dei lavoratori e sul futuro dell’Agenzia e sul servizio reso al cittadino.
Inoltre, nel rispetto dell’art. 11 comma 8 del DPCM attuativo, ha chiesto i dati puntuali su ogni singolo comune e su eventuali aggregazioni di comuni prima di aprire il confronto sul DPCM del personale.
Ha invitato, vista la diffida inviata al sottosegretario Alfiero Grandi e al Direttore Mario Picardi, l’amministrazione ad un puntuale verifica sui contenuti delle delibere degli Enti Locali affinché le stesse rispettino il dettato legislativo (divieto di esternalizzazione a società private, pubbliche o miste, comuni che si sono consorziati e le delibere contengono opzioni diverse, divieto di aumento dei costi).
Visti i dati emersi, a nostro avviso, si rafforza la posizione della CGIL sul DPCM del personale, un eventuale passaggio del personale deve avvenire su base volontaria (con incentivo) ed utilizzando l’istituto del distacco.
Si invitano i lavoratori, vista la prossima scadenza delle RSU, ad un voto di massa; un’alta affluenza alle urne rende maggiormente rappresentative le OO.SS. rafforzando il loro potere contrattuale sul DPCM del personale.
Coordinatore Nazionale
Agenzia del Territorio
Carmine Di Leo
Per la FP CGIL Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali
Giovanni Serio
Roma, 19 febbraio 2008
Al Presidente della Repubblica
Italiana
Giorgio Napolitano
Al Presidente del Consiglio
Romano Prodi
Al Presidente della Camera dei Deputati
Fausto Bertinotti
La FPCGIL della giustizia accoglie con favore il tentativo di inserire parte del DDL 2873 nel decreto milleproroghe da parte del Ministro Scotti.
Il personale della giustizia opera da troppo tempo in condizioni disagiate e con gravi carenze di organico: gli articoli da inserire nel milleproroghe riguardano la giusta riqualificazione del personale, 2800 nuove assunzioni, la modifica delle dotazioni organiche con la conseguente possibilità di stabilizzazione del personale precario.
Crediamo a questo punto imprescindibile che questi articoli vengano approvati per procedere al progetto di riforma di cui la giustizia e i cittadini italiani hanno bisogno.
Pertanto invitiamo il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera a sostenere questo percorso.
I cittadini italiani non possono più attendere per una giustizia efficiente e i lavoratori della giustizia hanno diritto al riconoscimento della loro professionalità e a condizioni di lavoro accettabili.
Per FPCGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone
Il voto espresso nelle elezioni politiche del 13 e 14 u.s. consegna allo schieramento guidato dall’On.le Silvio Berlusconi la responsabilità di governare il paese.
La maggioranza che si è determinata, la sua entità e la sua composizione, è tale da non lasciare dubbi circa il reale spostamento a destra che si è verificato nella società italiana.
Del resto, a voler vedere bene, le stesse elezioni che in autunno si erano svolte per gli organi di autogoverno della magistratura, tra gli studenti, nella federazione nazionale della stampa e persino le elezioni delle nostre RSU avevano segnalato una significativa analoga tendenza.
Il voto è inoltre caratterizzato da una semplificazione degli schieramenti politici che ha determinato il mancato raggiungimento del quorum da parte della Sinistra l’Arcobaleno. Sembra, ad una prima analisi dei flussi elettorali, che gli elettori potenziali di quell’aggregazione abbiano in parte individuato nel PD l’unica alternativa realistica al P.d.L. oppure abbiano deciso di non partecipare al voto.
Al PD è stata, in questo modo, consegnata la responsabilità di rappresentare da solo in Parlamento la sinistra di questo Paese.
Spetta ovviamente alla politica ed in particolare al PD ed ai soggetti promotori della Sinistra l’Arcobaleno riflettere sulle cause, le conseguenze di queste scelte da parte degli elettori. Alla CGIL spetta definire il proprio profilo nella complicata fase politica che si delinea.
Va sicuramente ribadita la scelta irrinunciabile della CGIL ad essere un soggetto di rappresentanza sociale autonomo, per dirla con Di Vittorio, dai governi, dai partiti e dai padroni.
Penso, però, che in questo caso questa che è una caratteristica fondamentale della nostra organizzazione, da sola non sia sufficiente a ridefinire il nostro agire.
E’ necessario comprendere infatti come la politica che, da un voto che ha comunque visto una partecipazione tra le più alte dell’Unione Europea, si intende pienamente rilegittimata. Rilegittimata al punto tale da ritenere possibile la rimessa in discussione del confronto con i corpi sociali intermedi e stabilire un rapporto diretto con le persone: chi governa dialoga direttamente con gli individui decide liberamente.
In questo quadro, del resto, vanno ascritti i tentativi dell’ex Presidente di Confindustria e di alcuni volenterosi scrivani di dipingere il sindacato come una “casta” e di descrivere al Paese come intollerabile l’esistenza di 700.000 delegati della sola CGIL che sono invece, insieme a quelli di CISL e UIL, il tessuto connettivo della nostra democrazia sociale: unico vero antitodo alla solitudine nel rapporto con i poteri forti cui si vorrebbe ricondurre le persone.
Penso che sia necessario che la CGIL rinsaldi il rapporto unitario, abbia la capacità di affermare una forte interlocuzione e condizionamento della politica tale da far sì che chi governa tenga conto del punto di vista e delle ragioni che rappresentiamo, facendo accordi se possibile ed utile e conflitti se necessario. Esattamente come fa ogni sindacato in Europa ormai prevalentemente governata dalla destra.
A questo scopo ho già detto della imprescindibilità del rapporto unitario, ma altrettanto indispensabile sarà per noi rinsaldare il rapporto con i posti di lavoro. L’affermazione nel voto di forze come la lega, fortemente innervate nel territorio frutto di evidente consenso popolare, pone domande anche alla CGIL ed alla sua capacità di essere fortemente radicata nelle realtà lavorative e ridare vigore alla nostra volontà di intervenire sulle condizioni effettive di chi lavora.
In questo senso, la preziosa occasione della nostra conferenza di organizzazione va sfruttata per affermare la centralità del territorio come supremazia e scelta privilegiata d’impegno nei posti di lavoro evitando i rischi di crescita di nuove strutture burocratiche tra lavoratori e organizzazione sindacale.
Infine, è per me evidente che la questione del lavoro pubblico sarà nei prossimi mesi centrale ed animata sicuramente da intenzioni non propriamente positive.
Per quanto ci riguarda dovremmo ripartire dalla riproposizione unitaria della nostra idea di lavoro pubblico a partire dal “Memorandum” e dalla necessità di avviare al più presto il confronto per i rinnovi contrattuali.
Dalla valorizzazione e dalla affermazione delle nostre idee di riforma del lavoro pubblico e dei diritti di cittadinanza e dei sistemi i welfare ad esso connessi dipende un’altra parte delle possibilità per battere il tentativo di mutazione globale della società italiana che la maggioranza parlamentare proverà a mettere in atto. Loro lo sanno e da una nostra pari consapevolezza e dall’assunzione di comportamenti coerenti dipende fortemente l’esito di questo confronto.
Roma, 16 aprile 2008
Ho promesso di fronte a centinaia di migliaia di lavoratori che non commenterò più il Ministro Brunetta quando da i numeri.
Non intendo quindi farlo. Chiunque voglia potrà trovare i nostri dati sul sito www.fpcgil.it a partire dalle ore 13:00.
Quanto poi a chi dice le bugie: che fine ha fatto l’indennità di vacanza contrattuale di 160 euro promessa dal ministro ora che tutti sanno che è di 80 euro? Che fine hanno fatto gli aumenti dei dipendenti pubblici a gennaio? A febbraio forse i dipendenti di agenzie fiscali e gli statali li riceveranno, di certo non quelli dei comparti sanità, scuola ed enti locali.
Se Brunetta vuole davvero dimostrare che la posizione della Cgil non è rappresentativa, se vuole metterla in discussione, la cosa è facilmente risolvibile: lo sfidiamo a convocare con le stesse modalità previste per le elezioni Rsu, una consultazione referendaria di tutte le lavoratrici ed i lavoratori interessati al suo accordo.
Invece di perdere tempo in queste dispute, mi permetto da cittadino di segnalare al Ministro che sarebbe più utile che lui si occupasse davvero dei problemi delle amministrazioni di cui si definisce “datore di lavoro”.
Nella sola giornata di ieri 235.000 pensionati Inpdap si sono visti ridurre la propria pensione di percentuali che in qualche caso arrivano al 40%, a causa dell’applicazione demenziale che l’Inpdap ha fatto della normativa sull’autocertificazione dei redditi dei pensionati. Chiedo di sapere quali provvedimenti il ministro intenda prendere, invece che perdere tempo in polemiche, nei confronti di chi ha la responsabilità di questo clamoroso danno perpetrato ai danni di centinai di migliaia di persone che sono sicuramente già in una situazione economica di grave difficoltà.
Roma, 17 Febbraio 2009
Roma, 24 febbraio 2010
Al Sottosegretario di stato
Sen. Giacomo Caliendo
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Cons. Luigi Birritteri
p.c. A tutti i lavoratori della Giustizia
Abbiamo ricevuto la convocazione per la modifica dell’Accordo sul C.I. della giustizia firmato da voi e dalle OO.SS che rappresentano la minoranza dei lavoratori della giustizia.
Nella prima lettera di convocazione vi è allegata la comunicazione dell’ARAN con i rilievi, che riporta la data del 4 febbraio 2010: ebbene ricordiamo molto bene che il Dr. Birritteri, in occasione dell’incontro informale che si è tenuto il giorno dello sciopero, ovvero il 5 febbraio, aveva detto pubblicamente che l’ARAN aveva approvato l’Ipotesi di Accordo.
Certo questo non gli fa onore, non aggiunge attendibilità alla sua persona e ci porta a dubitare di ogni sua dichiarazione, passata o futura.
Sorge inoltre spontaneo chiedersi come mai dal 4 febbraio sino ad oggi non ci abbiate dato comunicazione de l fatto che esistessero rilievi da parte dell’Aran: eravate troppo impegnati a riscrivere l’accordo insieme agli altri firmatari?
Vi chiediamo altresì per quale arcano motivo nella prima lettera di convocazione l’Amministrazione metteva a disposizione la documentazione oggetto della discussione dal 24 c.m. mentre nella seconda convocazione i documenti sono a disposizione da venerdì 26 c.m.; avete scoperto qualche altro errore da correggere o pensate sia meglio che le OO.SS. che rappresentano la maggioranza dei lavoratori non abbiano troppo tempo a disposizione per esaminarla e fare ulteriori rilievi?
Il vostro comportamento ci risulta ancora una volta incomprensibile e certo non finalizzato a una discussione limpida e corretta.
Distinti saluti,
FPCGIL UIL–PA RdB FLP
(Grieco) (Pilla) (Todisco) (Piazza)
28.05.2010 – Pubblichiamo in allegato il Verbale dell’incontro svoltosi tra Federambiente, FP CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI e FIADEL, relativo all’interpretazione degli artt. 1 e 57 del CCNL 30.06.2008.
01.10.2010 – Pubblichiamo di seguito il comunicato FP CGIL relativo alla Circolare dell’Agenzia delle Dogane su “Incarichi valutabili” per gli sviluppi economici all’interno delle Aree.
Allegata la Circolare dell’Agenzia delle Dogane.
Roma, 20 dicembre 2010
Al Ministro della Giustizia
On. Angelino Alfano
e, p.c. Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo
Al Capo Dipartimento
dell’Organizzazione
Giudiziaria
Presidente Luigi Birritteri
Al Capo Dipartimento
dell’ Amministrazione Penitenziaria
Presidente Franco Ionta
Al Capo Dipartimento
della Giustizia Minorile
Presidente Bruno Brattoli
Oggetto: Schema di regolamento che riordina e razionalizza l’assetto organizzativo, sia centrale che periferico, del Ministero della giustizia.
Egregio Ministro,
il Consiglio dei Ministri che si è riunito venerdì 17 dicembre ha approvato lo schema di regolamento che riordina e razionalizza l’assetto organizzativo, centrale e periferico, del Ministero della giustizia.
Il testo del provvedimento – fu presentato alle organizzazioni sindacali, che lo contestarono per la problematicità della sua applicazione nella struttura dell’organizzazione giudiziaria e per la prevista soppressione dei Centri per la Giustizia Minorile, cioè per la disarticolazione e la sostanziale chiusura di quel Dipartimento – sembra aver subito delle modifiche, che potrebbero, se possibile, aver peggiorato un testo di per se già problematico.
Segnaliamo da ultimo, il previsto passaggio al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del personale civile dell’Amministrazione penitenziaria, in aggiunta a quello già previsto del personale della Giustizia Minorile, passaggio recentemente confermato in Parlamento dal Sottosegretario Caliendo.
Il testo del DPR non risulta, allo stato, disponibile nel sito del Consiglio dei Ministri, né in quello del Ministero della Giustizia, Le chiediamo, pertanto, di superare l’evidente imbarazzo che sembra circondare il provvedimento e, anche nel rispetto del principio della trasparenza nella pubblica amministrazione, di renderlo pubblico, magari trasmettendolo anche alle organizzazioni sindacali.
Distinti saluti.
Per la FP CGIL Nazionale
Nicoletta Grieco Lina Lamonica Gianfranco Macigno
Il 5 aprile il Ministro per la pubblica amministrazione ha emanato l’ennesima circolare per ribadire l’immediata applicabilità del dlgs 150, la cosiddetta “riforma Brunetta”, contraddicendo lo stesso decreto che rinvia l’applicazione al rinnovo dei successivi contratti. L’emanazione, si precisa, è dovuta alle richieste di molte amministrazioni, dal che si evince in quale caos sia piombata la nostra pubblica amministrazione.
Il dlgs 150 è confuso, autoreferenziale e contraddittorio. Provoca disagio, disaffezione e disorganizzazione anche in quelle realtà che erano riuscite a stabilire equilibri ottimali nell’uso delle risorse e nell’erogazione dei servizi.
A poco o nulla valgono le reiterate circolari del Ministro o gli accordi sottoscritti da alcuni sindacati, come ad esempio quello del 4 febbraio, che oggi si svuota di contenuti dando ragione alla Cgil che non lo ha firmato.
Nel frattempo i giudici continuano con regolarità a sentenziare sulla non applicabilità della riforma fino ai prossimi rinnovi contrattuali.
Ultimo il caso del tribunale di Grosseto che il 30 Marzo ha condannato il Comune di Castiglione della Pescaia per comportamento antisindacale.
La pretesa di gestire un sistema complesso come quello delle pubbliche amministrazioni in modo centralizzato e unilaterale appare come un’imposizione burocratica e centralista che niente ha a che vedere con la modernizzazione e con il merito.
Da parte nostra continuiamo a sostenere l’inattuabilità del decreto. Oggi sono ancor più palesi le distorsioni del dlgs 150, la contraddittorietà di circolari e accordi capestro, l’involuzione del sistema imposta da chi intende sottrarre diritti contrattuali e di rappresentanza alle lavoratrici e ai lavoratori, riportando la pubblica amministrazione ad essere appannaggio della politica.
Roma, 7 Aprile 2011