COORDINAMENTO NAZIONALE INPDAP
POSTA ELETTRONICA: LIBERTA’ DI COMUNICAZIONE E DIRITTO DI CORRISPONDENZA
Tutti i problemi che ci sono sull’ITC dell’Inpdap evidentemente non bastano ad un’Amministrazione che trova il tempo di regolamentare l’utilizzo della posta elettronica da parte dei dipendenti e dei Sindacati con provvedimenti che la Cgil ritiene gravemente lesivi delle libertà e dei diritti dei lavoratori.
E’ opinione della Cgil che l’invio di documenti in posta elettronica ad opera delle OO.SS. è da considerarsi “volantinaggio telematico” e, quindi, alla stregua del volantinaggio cartaceo, esercizio delle libertà sindacali riconosciute a qualunque Organizzazione presente nell’Istituto.
Tale attività non può essere inibita, in tutto o in parte, dall’Amministrazione con l’obiezione che si utilizzano strumenti dell’Ente o che essa incide sull’ordinario svolgimento delle attività istituzionali.
Infatti, nessun pregiudizio è arrecato all’Istituto dall’utilizzo della posta elettronica in quanto:
– La tariffazione del traffico via e-mail e internet è a tariffa fissa ( a forfait) e non calcolata per singoli accessi;
– I destinatari non interessati al messaggio possono eliminare la posta indesiderata con un semplice click o inserendo dei filtri in ingresso;
– L’uso del volantinaggio telematico non è preclusivo dell’ordinario svolgimento della vita aziendale, né sotto il profilo funzionale, né sotto quello produttivo non avendo mai compromesso, neppure temporaneamente, le funzionalità dei server dell’Istituto.
Analoghe motivazioni inducono la Cgil a ritenere illegittima anche la nota del 1/3/2010 del Direttore Generale che comprime il diritto dei singoli all’utilizzo della posta elettronica ben oltre il confine del” corretto ed ordinato svolgimento della vita lavorativa” prescritto dalla Direttiva 2/2009 del Ministero della Funzione Pubblica – richiamata nella nota.
Al tavolo nazionale dell’11 marzo la Cgil ha presentato un documento analitico sulle gravi lesioni perpetrate dall’Amministrazione alla libertà di opinione e alle libertà sindacali ( in allegato), nella convinzione che relegare la corrispondenza su piattaforme informatiche ingessate, o limitarla a procedure fortemente gerarchizzate significa dare forma alla logica del “pensiero unico” che sta pericolosamente pervadendo il nostro Paese e tutte le sue articolazioni (compresa la PA).
Roma, 16/3/2010
Il Coordinatore Nazionale
FP Cgil Inpdap
Marinella Perrini
Assunzione educatori concorso a 80 posti indetto con provvedimento del 20 giugno 2007
ELENCO NOMINATIVI
CONCORSO PER DIRIGENTI: 175 POSTI
Giovedì 16 settembre 2010 l’Agenzia delle Entrate ha informato le Organizzazioni sindacali sull’avvio della procedura che porterà a bandire il previsto concorso a dirigente per titoli e colloquio.
La particolare e speciale procedura concorsuale ha come fonte normativa la legge 296 del 2005, che prevede l’emanazione di un decreto da parte del ministro competente, la successiva registrazione da parte della Corte dei Conti ed infine la predisposizione del relativo bando, che dovrebbe essere emanato entro il mese di Ottobre.
I requisiti per essere ammessi alla particolare procedura concorsuale sono:
La procedura prevede una riserva di posti per il personale interno all’Agenzia con almeno 8 anni di anzianità di servizio maturata nella terza area, posizione economica F3, corrispondente alla vecchia posizione economica C2.
Non sono state date informazioni sulla valutazione e la pesatura dei titoli né sulle caratteristiche del colloquio.
La particolare procedura concorsuale, attesa da molti anni, avvia un percorso necessario per modificare l’anomala situazione, che in tutti questi anni si è creata all’interno dell’Agenzia delle Entrate, di un considerevole numero di posizioni dirigenziali coperte da funzionari incaricati.
Certo il numero dei posti messi a concorso rappresenta soltanto un inizio se si considera che il numero delle posizioni dirigenziali coperte da incaricati ammonterebbe a circa 600, tuttavia la CGIL auspica che tale procedura venga al più presto ripetuta al fine di rimuovere completamente la particolare situazione di precarietà in cui si ritrovano centinaia di funzionari, che a ragione vorrebbero avere concrete e valide opportunità per una loro più adeguata ricollocazione all’interno Agenzia delle Entrate.
Roma, 17 settembre 2010
Segretario Nazionale FP CGIL
Antonio Crispi
La Commissione europea ha avviato il 21 dicembre 2010 una seconda fase obbligatoria di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello UE sul riesame della direttiva orario di lavoro. La nuova consultazione chiede i pareri delle parti sociali sulle possibili opzioni di riesame delle regole UE sull’orario di lavoro. Ha inoltre presentato una relazione sulla attuazione della direttiva orario da parte degli Stati membri.
László Andor, commissario UE responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, ha dichiarato: “La seconda consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro si concentra sull’esame dei pareri da essi espressi per favorire il raggiungimento di un accordo sul riesame delle regole UE relative all’orario di lavoro. L’attuale situazione non è sostenibile né politicamente né giuridicamente“. Ha quindi aggiunto: ” Dobbiamo ripartire da capo e adottare un nuovo approccio all’orario di lavoro a livello UE. Non è un compito facile, ma sono convinto che la nuova relazione sull’attuazione delle attuali norme pubblicata oggi ci aiuterà ad andare oltre le discussioni del passato e a trovare una soluzione equilibrata che rifletta le esigenze reali dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese nel XXI°secolo”.
Il documento relativo alla seconda fase di consultazione chiede alle parti sociali di formulare i loro pareri in merito a due approcci alternativi: un riesame dalla portata più ampia o un riesame dalla portata più limitata. Vengono richieste opinioni su opzioni dettagliate riguardanti temi chiave quali:
– i servizi di guardia;
– i periodi minimi di riposo;
– come affrontare la problematica degli orari di lavoro eccessivi;
– una migliore conciliazione della vita lavorativa e di quella familiare; nonché
– chiarimenti relativi agli ambiti in cui la legislazione può risultare poco chiara.
L’EPSU , in suo comunicato stampa, sostiene che la fine dell’ opt-out individuale deve fare parte della revisione dell’orario di lavoro ” Circa il 12% della popolazione attiva europea – su oltre 28 milioni di persone – ancora lavora più di 48 ore a settimana, secondo la Quinta indagine europea sulle condizioni di lavoro (e ciò contraddice i dati della Commissione secondo cui solo il 9% della forza lavoro europea lavora più di 48 ore a settimana). E’ un dato in discesa dal 15% del 2000, ma segna progressi molto lenti e riflette la lacuna fondamentale al centro della direttiva dell’orario di lavoro – l’opt out individuale.”
“La Commissione europea ha lanciato il 21 dicembre 2010 una seconda fase di esame della direttiva sull’orario di lavoro. La consultazione suggerisce che un passo avanti sarebbe di concentrarsi sulle questioni della chiamata a tempo durante il lavoro e sul riposo compensativo. L’EPSU ritiene che queste sono questioni vitali e che il lavoro a chiamata durante il periodo di guardia sul lavoro dovrebbe essere trattato come orario di lavoro in linea con le sentenze della Corte europea (SIMAP, Jaeger). Tuttavia, queste due questioni non possono essere risolte isolandole dell’ opt-out.”
L’EPSU sostiene che “la Commissione dovrebbe prendere una azione molto più incisiva per garantire la piena conformità con la direttiva sull’orario di lavoro e le sentenze della Corte e certamente avrebbe dovuto fare di più per indagare e rafforzare l’incapacità di dare attuazione agli orientamenti intorno all’opt-out. La comunicazione ammette che: “le attuali disposizioni dell’articolo 22, paragrafo 1) [opt out individuale] sono rimaste sostanzialmente inefficaci.”
“Mentre l’EPSU offrirà prove per un’ampia revisione delle questioni sull’ orario di lavoro non è ancora persuasa negoziazioni intersettoriali e di categoria siano un modo appropriato per risolvere i problemi dell’orario di lavoro Direttiva. Tuttavia, la Federazione so consulterà le organizzazioni aderenti nelle prossime settimane nel preparare la sua risposta alla consultazione.”
La legge 199/2010 cd. “svuota carceri”, presentata al Paese dal Ministro Alfano per mitigare le criticità del sistema penitenziario, si è tradotta – come sostenuto in tempi non sospetti dalla Fp Cgil – in una fuoriuscita molto limitata di detenuti dalle strutture detentive, circa 1100 a dispetto degli 8/9000 più volte annunciati. Un risultato magro, che si aggiunge alla beffa delle mancate 2000 assunzioni, più volte promesse ai poliziotti penitenziari, già oggi ridimensionate e ridotte a non più di 1610, e sulla cui copertura finanziaria continuiamo ad avanzare dubbi molto seri.
Oggi siamo sempre più vicini alla terrificante soglia psicologica dei 70.000 detenuti, e nel frattempo nessun provvedimento incisivo è stato assunto sul fronte del personale e dei provvedimenti legislativi per migliorare la vita e il lavoro in carcere, a partire dal famoso piano carcere e dai tre pilastri su cui questo avrebbe dovuto poggiare. Fin qui, tutte le soluzioni indicate e proposte dal Ministro Alfano si sono tradotte in un nulla di fatto.
Un vero fallimento.
Se il Ministro vuole davvero sgombrare il campo da ogni dubbio, lo faccia cominciando a garantire che i contenuti della legge 199/2010 siano quanto prima osservati e coerentemente praticati. Poi convochi i sindacati e apra un dibattito serio su come affrontare realmente l’emergenza; metta da parte i toni trionfalistici e la propaganda e si rimbocchi le maniche insieme a noi per risolvere i problemi, senza semplificazioni e senza promettere miracoli.
Roma, 11 Febbraio 2011
Il 1° giugno scorso si è riunito a Roma il Comitato Direttivo Nazionale della FP CGIL con all’o.d.g. l’accordo governo sindacati sul rinnovo contrattuale.
Nel corso del dibattito è intervenuto il segretario confederale Paolo Nerozzi.
Al termine della discussione è stato presentato un ordine del giorno, proposto unitariamente dalla Segreteria nazionale, e sottoposto al voto del Comitato direttivo che ha approvato a maggioranza.
ORDINE DEL GIORNO
Il Comitato Direttivo della Funzione Pubblica CGIL, riunito a Roma il 1° giugno 2007, approva la relazione del Segretario Generale e ne assume la proposta sia sulle tematiche categoriali che su quelle concernenti le politiche generali.
L’accordo con il Governo, definito nei giorni scorsi, consente, finalmente, l’apertura dei tavoli per il rinnovo del biennio contrattuale in tutti i Comparti. Esso è importante e positivo poiché risponde, nella sostanza, alle nostre richieste rispetto a tre questioni fondamentali:
* Il riconoscimento di 101 euro medi nel comparto Stato;
* Le riconferme del meccanismo, utilizzato negli ultimi contratti, per definire gli aumenti medi negli altri comparti;
* La difesa delle agibilità finanziarie e politiche per la contrattazione decentrata, anche come punto decisivo per l’applicazione dei contenuti del Memorandum .
Altro punto che occorre mettere in valore e non sottovalutare è che con la sigla dell’intesa, si è sconfitto il disegno di cancellare una parte dei benefici contrattuali attraverso la richiesta di una decorrenza a partire dal 31.12.07, oppure con l’ipotesi di prolungare da due a tre anni la durata del CCNL; risulta inoltre confermato l’assetto normativo quadriennale ed economico biennale.
E’ del tutto evidente che anche questa ultima vicenda è stata condizionata da un conflitto aspro intorno all’idea di “Pubblico” e della valorizzazione delle PP.AA. e delle qualità del suo Governo.
In questo contesto, determinato anche dalla velenosa eredità del Governo Berlusconi che non aveva programmato che risorse marginali per i CCNL pubblici, deve essere data una valutazione sulle pur delicate questioni della decorrenza e della distribuzione degli aumenti contrattuali.
Così come, al di là delle evidenti complicazioni derivanti da una posizione del Governo che tentava di depotenziare la dimensione politica e finanziaria dell’accordo, è necessario dare una lettura obiettiva e non ideologica riguardo la proposta di triennalizzazione sperimentale per il prossimo rinnovo della Categoria.
Fermo restando la titolarità delle Confederazioni per la discussione sul modello contrattuale e la scelta di mantenere l’unicità, per pubblico e privato, di tale modello, la sperimentazione di un CCNL triennale può divenire una occasione utile per consolidare lo spazio contrattuale per razionalizzare le procedure per garantire il finanziamento, attraverso una programmazione triennale legata alla discussione delle politiche di Bilancio, infine rendere più efficaci i cicli di contrattazione decentrata.
Si tratta a ben vedere di un accorciamento del contratto normativo ed anche di quello economico a patto che la proposta di verifica annuale del rapporto tra salario ed inflazione venga concordata.
Appare evidente, quindi, che tale proposta deve rispondere a concreti impegni per il reperimento di risorse certe, a partire dal DPF e dalla Finanziaria 2008, deve contenere la verifica anche degli andamenti inflattivi, deve confermare gli spazi sulla contrattazione di secondo livello.
Solo in questo modo si uscirà dagli equivoci delle posizioni governative e la sperimentazione potrà rappresentare uno strumento utile ed esigibile per migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori e riorganizzare le PP.AA, secondo quanto è stabilito dal Memorandum.
Il quadro che ci viene presentato dall’accordo ci propone una iniziativa più forte su tre obiettivi:
1. Presentare tutte le piattaforme e portare rapidamente a conclusione la negoziazione aperta in tutti i comparti
2. Rilanciare in tutte le nostre amministrazioni il confronto sul Memorandum sia per applicare uno strumento fondamentale per far vivere la nostra idea di pubblico (strumento che le controparti tendono a rimuovere), sia per qualificare il nostro profilo contrattuale.
3. Aprire una riflessione, larga ed approfondita, sul modello sperimentale triennale
Al riguardo sulla rivisitazione del modello generale di politica dei redditi, è indispensabile che la Confederazione apra rapidamente una riflessione ed una conseguente elaborazione, finalizzata a mettere in campo una proposta in grado di superare l’accordo del 23 luglio 93, assicurare un modello unico per tutte le categorie e che sia soprattutto in grado di assicurare una effettiva capacità di difesa ed incremento delle retribuzioni.
Per garantire una forte ed ampia discussione e partecipazione dei lavoratori e per affrontare al meglio la difficile stagione che si preannuncia, è utile e necessario praticare compiutamente quanto stabilito dal nostro ultimo congresso FP sul nodo della consultazione su tutte le piattaforme in campo e sugli accordi contrattuali.
Con questa scelta la FP CGIL, anche in vista delle prossime elezioni RSU, pone in tutta la sua evidenza la necessità di rilanciare la propria iniziativa con il pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori e di sostenere le proprie rivendicazioni attraverso l’iniziativa sindacale, la mobilitazione e la lotta.
Roma, 1 giugno 2007
Dopo la grande manifestazione cittadina che si è tenuta il 4 febbraio alla Direzione Generale dell’Agenzia delle Entrate, oggi, 5 febbraio si è replicato all’Agenzia del Territorio in Largo Leopardi. L’assemblea ha visto la partecipazione di centinaia di lavoratori e lavoratrici che hanno chiesto a gran voce il rinnovo immediato del 2° C.C.N.L. delle Agenzie Fiscali.
Dopo 26 mesi dalla scadenza del contratto e nel pieno di una crisi politica dagli sviluppi incerti, non è più procrastinabile un accordo che tuteli i diritti dei lavoratori delle A.F. e riconosca loro gli incrementi economici sia tabellari che di produttività.
Non è possibile lasciare questi lavoratori senza contratto e contemporaneamente chiedere loro di aumentare i controlli per contrastare l’evasione
Le maggiori entrate tributarie avutesi nel 2006/2007, risultato di una più efficace lotta all’evasione fiscale, hanno permesso al Governo di risanare i conti pubblici e ridistribuire quote di reddito alle fasce più povere di cittadini: questo grazie all’impegno e alla professionalità dei lavoratori delle Agenzie Fiscali
E’ per questo che i lavoratori rivendicano, in tempi rapidi, la conclusione del rinnovo contrattuale.
E’ per questo che l’ARAN deve abbandonare le sue posizioni di chiusura rispetto alle legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori.
p. la FP CGIL Agenzie Fiscali
il Coordinatore Nazionale
Giovanni Serio
Al termine del confronto, avvenuto nei giorni 28 maggio, 5 e 6 giugno presso la Direzione Regionale con le scriventi OO SS, in merito all’attivazione delle Direzioni Provinciali si è giunti alla sottoscrizione dell’allegato Protocollo finalizzato alla tutela del personale con particolare riguardo alla futura collocazione. L’intesa ribadisce che in ogni caso non è possibile attuare mobilità forzose e che la disponibilità del personale è vincolante; che prima della apertura avverrà il confronto territoriale congiuntamente con tutte le RSU degli Uffici Locali che daranno vita alla Direzione Provinciale; che successivamente all’attivazione delle D.P. L’Amministrazione si impegna a fornire, sempre a livello territoriale, tutta l’informazione “preventiva” relativa a budget ed obiettivi, ad avviare il confronto sulle ricadute organizzative ed ad attivare l’eventuale contrattazione sull’orario di lavoro.
Vogliamo evidenziare che, ad oggi, a livello regionale, ci sono stati forniti solo i dati relativi al “dimensionamento ottimale” delle costituende D.P. e dei collegati Uffici Territoriali mentre non ci sono state fornite notizie sui relativi budget e obiettivi, ovviamente ciò ci impedisce di avere contezza sulla ripartizione dei carichi di lavoro impegnandosi ad aprire un tavolo di confronto solo successivamente all’attivazione delle D.P. di Lecco e Lodi.
Da ultimo si è concordato di avviare la contrattazione sulla mobilità volontaria regionale una volta concluso il percorso riorganizzativo in atto.
Vogliamo ricordare che nel corso dell’anno saranno attivate le Direzioni Provinciali di, nell’ordine, Cremona (luglio) – Sondrio (agosto) – Mantova (settembre) – Monza (ottobre) – Varese (novembre) – Como (dicembre). Nel corso del 2010 sarà invece la volta di Pavia, Bergamo, Brescia e Milano
FP CGIL CISL FP UIL PA SALFI FLP
L Berrafato U Magnoni U Barbieri V Scordo P Marino
Milano, 8 giugno 2009
“Sarebbe sbagliato accodarsi oggi ai tardivi proclami di allarme che vedo lanciare da più parti. Noi continuiamo a muovere le stesse obiezioni di sempre” con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta le dichiarazioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ieri ha garantito che la Protezione Civile non verrà privatizzata. “Attendiamo di vedere il ritiro del decreto. Se così fosse non potremmo che essere soddisfatti per il risultato finale, l’aver cioè scongiurato la privatizzazione di fatto dello Stato”.
“L’inchiesta non aggiunge nulla. Sapevamo prima – continua Podda – e continuiamo a saperlo oggi, che il sistema di Protezione Civile è stato gestito in maniera autoritaria, in deroga alle norme e soprattutto abusando della decretazione e dei commissariamenti. Il modello messo in atto in questi anni è di per se inquietante ed incontrollabile. L’Spa è soltanto la sistematizzazione di una modus operandi che già abbiamo sperimentato sul campo, più utile a distribuire appalti in deroga ad ogni norma che a migliorare l’efficienza”.
“L’Fp-Cgil si batte affinché si riporti questa struttura ad occuparsi di prevenzione e di emergenze, si abbandoni il progetto di Spa, ma sopratutto si abbandoni la strada dei “grandi eventi”, vera e propria mutazione della struttura che rappresenta la causa della degenerazione definitiva e del decadimento morale che è sotto gli occhi di tutti. É essenziale fermare il nuovo codice di Protezione Civile che arriverebbe persino a consegnare le gestione delle “emergenze economico-sociali e ambientali” e la loro risoluzione in mano ad una struttura che si vorrebbe privatistica”.
“Oggi lo ” scandalo Protezione Civile” – conclude Podda – svela al paese il progetto più ampio di privatizzazione dello Stato messo in atto dal Governo, che silenziosamente è già riuscito a portare a casa un’altra grande privatizzazione, quella della Difesa, attraverso l’istituzione frettolosa della “Difesa Servizi Spa”, un’operazione in tutto e per tutto analoga a quella della “Protezione Civile Servizi Spa”. Sebbene non ci si trovi di fronte a fatti corruttivi o ad abusi, il modello utilizzato è lo stesso, stessi i rischi a cui si espongono gli apparati dello Stato. Purtroppo la legge è stata approvata, ma non essendo entrata ancora in funzione la Difesa Spa, sarebbe opportuno, almeno per una volta, fare un passo indietro senza dover attendere l’evidenza di fatti di “cattiva” gestione o, peggio ancora, di una gestione illegale”.
Roma, 15 Febbraio 2010
PERCHE’ ALTRO LAVORO PRECARIO?
Di seguito il comunicato unitario del 23 aprile 2008
FP–CGIL CISL– FP UIL–PA
INFORMATICI
Pare che l’Amministrazione abbia finalmente iniziato a percorrere i primi concreti passi, da noi più volte richiesti, verso un esplicito, funzionale e dignitoso impiego dei lavoratori appartenenti al profilo informatico.
L’avviamento del piano organizzativo relativo al sistema informativo per l’Ispezione del Lavoro (SGIL), preannunciato da oltre 1 anno, sebbene abbia rilevato diversi punti di debolezza strutturale che dovranno necessariamente essere affrontati e risolti in apposite sessioni tecniche e negoziali, sembra aver coinvolto – a pieno titolo – gli esperti informatici per l’implementazione e la diffusione del relativo software.
Si registrano, purtroppo, ancora troppe realtà dove il tecnico, l’esperto e lo specialista informatico, pur appartenendo ad un’area specialistica, sono utilizzati “a mezzo servizio” o addirittura ignorati; per tale ragione le scriventi OO.SS. considerano positivamente questo primo passo, perché si coglie la volontà dell’Amministrazione di condividere uno degli obiettivi di fondo che saranno contenuti nel nuovo Contratto Integrativo: la valorizzazione delle professionalità esistenti.
In questa direzione, l’accantonamento dei 40.000 euro sul piano di formazione 2008, per il personale informatico – fortemente voluto al tavolo contrattuale del 29 aprile da CGIL CISL e UIL – ha l’intento di cominciare a costruire un percorso mirato a far acquisire conoscenze sempre più specialistiche ai colleghi informatici, affinché, anche attraverso lo sviluppo della loro professionalità, si possa rispondere sempre più efficacemente ai bisogni dell’utenza.
E’ in quest’ottica che abbiamo promosso una seduta di contrattazione con le competenti Direzioni Generali (Direzione Generale delle risorse umane e Direzione Generale dell’innovazione tecnologica) per definire il percorso formativo più utile ad impegnare le somme accantonate, eliminando, quindi, ogni tentativo di sottoutilizzazione del personale.
Perché aldilà delle parole che “volano alto”, noi abbiamo l’abitudine di perseguire e raggiungere gli obiettivi.
Roma, 28/05/2008
FP–CGIL CISL– FP UIL–PA
Giuseppe Palumbo Antonella La Rosa Palmina D’Onofrio