Accordi

 
Verbale d’intesa relativamente ai criteri per la definizione dei contingenti inerenti le “Progressioni economiche” e le “Progressioni verticali”.
 
 

 
 

 
 

Riforma dei servizi pubblici locali – Disegno di legge delega n. S 772 in materia di servizi pubblici locali approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 30 giugno 2006. Gestione del ciclo dei rifiuti nell'ambito di applicazione

 
Lo scorso 30 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge, con lo strumento della delega al Governo, che contiene gli elementi per legiferare ex-novo in materia di servizi pubblici locali.
La notizia non è certamente nuova ma la trasmissione del disegno di legge S 772 (in allegato) è stata resa possibile solo con l’acquisita disponibilità del testo, ora depositato al Senato e assegnato alla 1a Commissione permanente (Affari Costituzionali) in sede referente lo scorso 20 luglio 2006.
Ovviamente, vista la pausa estiva, per adesso non è previsto all’ordine del giorno della Commissione Parlamentare del Senato nessun dibattito o convocazione delle parti interessate.
Il disegno di legge delega, voluto e presentato dai Ministri Bersani e Lanzilotta, si inserisce in maniera decisa nel dibattito tra tutte le componenti istituzionali, politiche e sociali sulla riforma dei servizi pubblici locali e, intende farlo, con lo strumento forte di delega al Governo, riprendendo e rilanciando con veemenza e con una più decisa impronta liberalizzatrice il confronto interrotto alla fine degli anni 90.
Ovviamente nell’ambito di applicazione del DDL dei servizi pubblici locali a rilevanza economica vi è compresa anche la gestione del ciclo completo dei rifiuti.
Come detto, il testo si caratterizza, in maniera molto discutibile, per la sua impronta liberalizzatrice e sulla conseguente ed inevitabile necessità del confronto competitivo (gare ad evidenza pubblica) tra le imprese gestori dei servizi locali, affinché si generino effetti positivi, nel pensiero dei Ministri competenti, sulla qualità dei servizi e sul contenimento delle tariffe (elementi citati nella relazione di presentazione del DDL S 772).
In una prima lettura appare evidente e preoccupante che i Ministri proponenti, nel mettere al centro del ragionamento solo i “consumatori”, abbiano dimenticato, non adottando le necessarie garanzie occupazionali e contrattuali, le migliaia di lavoratori interessati in futuro ai possibili meccanismi delle gare e dei passaggi di gestione.
Le dimenticanze forse dipendono dal fatto che sia solo la prima stesura ma un elemento è certo: il settore dell’igiene ambientale già si è confrontato su questi punti nel contesto della delega ambientale e, nella continuità delle piattaforme e del robusto dibattito al Ministero dell’Ambiente, rivendicherà i convincimenti della categoria nel confronto e nell’azione politico/sindacale.
A tal riguardo, lo scorso 25 luglio c’è stata una prima riunione in CGIL Nazionale fra le categorie e le strutture confederali territoriali ma, tenuto conto dei pochi elementi a disposizione per una attenta lettera del DDL e, a seguito del successivo dibattito ancora troppo “umorale”, si è deciso di rinviare l’approfondimento del testo e della definizione di una posizione politica della CGIL alla ripresa del lavoro, dopo la pausa estiva.
In considerazione dell’importanza del DDL e degli enormi effetti che avrà la riforma sul Paese, occorre ora sviluppare l’analisi e la sintesi politica nel merito del provvedimento, anche alla luce del dibattito congressuale, all’interno di tutta la categoria.
La nostra discussione, fondamentale nel dibattito confederale, dovrà essere in grado di produrre nel merito i convincimenti e le valide ragioni, non corporative, da sottoporre nel preventivo confronto con la politica e con le istituzioni.
Ma fin d’ora appare evidente come, per privatizzare i servizi pubblici locali a rilevanza economica, il Governo abbia scelto (strumento della delega e tempi ristretti) la strada di ridurre preventivante partecipazione e concertazione senza stimolare la discussione tra tutti i soggetti interessati, riducendo al minimo così il coinvolgimento collettivo sull’enorme e storico groviglio di interessi che convergono e impattano su materie fortemente legate ai bisogni quotidiani delle persone (igiene ambientale, trasporto pubblico ecc..).
Quanto detto è reso più evidente, preoccupante e paradossale se si osservano i contestuali lavori di modifica del D.Lgs. n. 152 (Testo Ambientale) e i contenuti del disegno di legge delega: nel DDL S772 la gara diventa l’unico strumento per l’assegnazione dei servizi locali mentre, nel parere positivo al decreto correttivo del Testo Ambientale, la Conferenza Unificata Stato-Regioni- Città fa propria la richiesta di tutte le Autonomie Locali di rimuovere la gara quale unico modello di affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti (firmato il Presidente On. Linda Lanzilotta).
Forse il Governo e le Autonomie Locali non si parlano molto ma è certo che per la FP CGIL la discussione e la eventuale riforma di servizi/beni locali a forte impatto sociale passa esclusivamente attraverso un confronto e una condivisione con tutti i soggetti interessati.
Roma 2 agosto 2006

p. la Segreteria Naz.le FP/CGIL F. Peroni
p. il Coord. Naz.  I. A. M.Tamburini – M. Cenciotti

Nomina dirigenti Comune di Milano: Comunicato stampa della Segreteria Nazionale Fp Cgil

Nomina dirigenti Comune di Milano. Si faccia chiarezza e si cambi metodo

Quanto accade al Comune di Milano evidenzia la cultura “padronale” che prevale in alcuni amministratori nella gestione della cosa pubblica.

Non è importante la competenza, la lealtà verso le istituzioni i percorsi professionali, i risultati conseguiti.

Ciò che conta per svolgere il ruolo di dirigente è, soprattutto, la fedeltà a chi comanda.

La magistratura ordinaria svolga il suo ruolo e quella contabile vada fino in fondo.

Siano accertate le responsabilità.

Abbiamo denunciato da tempo questo scandalo delle consulenze che costano oltre 1.300 milioni di euro all’anno e siamo ancora in attesa di atti significativi da parte del Governo per invertire questo stato di cose. Così come aspettiamo che venga reso pubblico l’elenco dei consulenti che operano presso il Ministero dell’Economia e Finanze.

Roma, 30 novembre 2007

Piano del Governo per la Pubblica Amministrazione: Dichiarazione di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL

 
Pubblichiamo di seguito il testo della dichiarazione

Ieri sera, dopo la riunione informale del Ministro della Funzione Pubblica con i Segretari Generali confederali, si è svolto un incontro, a cui hanno partecipato tutte le sigle sindacali rappresentative nel pubblico impiego. Il Ministro ha illustrato le linee generali del Piano Industriale e ci è stato consegnato un secondo documento, di approfondimento, su “Riforma del lavoro pubblico e della contrattazione collettiva”, chiarendo che il metodo è quello della consultazione. L’incontro è proseguito con la sola presenza del Capo di Gabinetto e del Capo Dipartimento.

Non può sfuggire l’inusualità di una procedura di tal fatta. Si discute di un piano industriale del lavoro pubblico, indipendentemente dalla sua bontà, senza il coinvolgimento diretto delle Federazioni di categoria. Comprendiamo i problemi di rapporto unitario che hanno creato questa situazione, ma non si può andare oltre su questa strada. Occorre che la CGIL prenda le distanze da questo metodo e ponga fine a questa anomalia.
 
Nonostante l’evidente impossibilità di avere un vero confronto, vista la composizione di parte pubblica e visto l’orizzonte temporale che ci è stato prospettato, circa una decina di giorni, entro il quale il Governo vuole emanare i primi provvedimenti, abbiamo evidenziato alcune questioni importanti che non vengono chiarite nei documenti e sulle quali non c’è una presa di posizione chiara del Governo.

Neanche nel secondo documento, nonostante il titolo, si chiarisce qual è il rapporto tra la contrattazione e la legge, in termini di regolazione del rapporto di lavoro. E’ evidente che noi insistiamo sulla primazia del contratto, in continuità con la piena contrattualizzazione del rapporto di lavoro e con la conseguente unificazione delle regole di tutto il mondo del lavoro. Quale sarebbe la grande modernità di un ritorno alla regolazione per legge?
 
Forse che vent’anni fa’ il servizio era un modello di efficienza e di efficacia? Non possiamo accettare, per esempio, che l’organizzazione del lavoro sia a totale appannaggio della legge, o che per legge venga assegnata in via esclusiva alla dirigenza la definizione del sistema premiante, compresi i processi di riqualificazione.

Ovviamente abbiamo ribadito che la valorizzazione e la motivazione del personale, di cui si parla, a sproposito, nei documenti consegnatici, passa in primo luogo per il rinnovo dei Contratti Nazionali di Lavoro, con la necessità che nel DPEF vengano indicate le risorse per il rinnovo del biennio economico 2008/2009.

Così come non si può pensare all’efficienza del servizio se si blocca il processo di stabilizzazione dei lavoratori precari e se, come si legge sui giornali, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si da’ l’indicazione che nei prossimi anni sarà attivata una nuova assunzione a fronte di otto pensionamenti. E’ un altro modo per ridurre l’efficienza dei servizi pubblici.

Così come ci siamo stupiti che si pensi ai lavoratori pubblici come a dei lavoratori kleenex. Se la professionalità posseduta dai lavoratori in servizio non è più utile, non si pensa ad una loro ricollocazione e riqualificazione, ma si dice che devono essere espulsi dal lavoro. Siamo molto lontani dal rispetto per il lavoro e i lavoratori. Oltretutto con questa idea in testa come si fa’ a parlare di mobilità tra amministrazioni?

Dai documenti non emerge con chiarezza se il quadro che si delinea riguarda solo le amministrazioni centrali o tutte le amministrazioni pubbliche. Se fosse vera la seconda opzione, sarebbe bene che si riflettesse sul fatto che la riforma del Titolo V della Costituzione ha modificato il rango ed il rapporto dei vari livelli istituzionali del nostro Paese. E’ difficile comprendere come si possa imporre per legge, al sistema delle autonomie locali e della Sanità, un sistema decisionale e di controlli tutto accentrato. Strana questa dimenticanza per un Governo che sbandiera la logica del federalismo per ogni questione.

Probabilmente altri punti sfuggono agli estensori delle proposte, a partire dai sistemi di valutazione della produttività. Forse sarebbe utile andarsi a rileggere i contratti già firmati per vedere come le soluzioni proposte siano già state definite. Ovvero alcune modifiche in materia disciplinare, per scoprire che i contratti anche su questo sono già intervenuti. Un esame appena più attento porterebbe a verificare che la produzione di un certificato falso, anche nel caso della malattia, è già un reato, così come giova ricordare che il licenziamento per truffa è previsto già dal lontano DPR n.3 del 1957.

Non si comprende bene quali sono gli interventi sulla dirigenza, per rimodellarne il ruolo adeguato ai nuovi compiti, osserviamo noi. Invece sembra che la politica voglia di nuovo confondere le diverse prerogative e si propone, come misura per dare slancio ai dirigenti, che non si possano iscrivere al sindacato. Siamo quindi un fattore eversivo per uno Stato che dovrebbe essere al servizio dei cittadini?

Da queste osservazioni, ed altre se ne potrebbero aggiungere, ne discendono alcune ovvie considerazioni.
Non c’è nessuna disponibilità del Governo a discutere e confrontarsi intorno ad un tema serio ed importante per il Paese, quale quello della riforma della Pubblica Amministrazione o, per meglio dire delle Pubbliche Amministrazioni. La consultazione è una modalità dichiaratamente unilaterale.

Nel solco di questa impostazione ne consegue che la legge deve essere prevalente nella regolazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego. I lavoratori pubblici devono essere merce di scambio della politica e non possono avere una condizione di pari dignità con la loro controparte datoriale.

Al di là delle chiacchiere non si investe sul lavoro pubblico, a partire dalle risorse per i Contratti, agli investimenti strumentali, alle risorse per la contrattazione integrativa, alla stabilizzazione dei precari, alle assunzioni necessarie.

Da questo quadro emerge una volontà di smantellamento del lavoro pubblico che è funzionale alla privatizzazione di interi settori, che sono economicamente appetibili. Privatizzazione che trasformerebbe i cittadini, portatori di diritti, che solo il servizio pubblico è in grado di garantire, in clienti, che solo in relazione alla loro capacità di spesa potranno assicurarsi delle prestazioni.

Basta leggere i giornali, anche oggi, per rendersene conto e per capire che la vera riforma della Pubblica Amministrazione la sta preparando il Ministro Tremonti, con tagli, privatizzazioni, esternalizzazioni, riduzione della presenza sul territorio delle amministrazioni pubbliche (anche se il Ministro Brunetta si affanna a riconfermare il principio della prossimità territoriale nei confronti dei cittadini).

Se ci sarà, invece un confronto vero, noi avanzeremo le nostre proposte, pronti a discuterle, per migliorare la risposta che le amministrazioni pubbliche devono dare ai cittadini, alle imprese, all’intero sistema Paese. Se non ci saranno risposte adeguate da parte del Governo o se, peggio ancora dovesse essere sordo alla richiesta di un confronto, proporremo a CISL e UIL la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego.

Roma, 5 giugno 2008

Federambiente e Assoambiente: Trattative CCNL Igiene Ambientale 2011-2013. Comunicato unitario

Comunicato unitario sul proseguimento della trattativa per il rinnovo dei CCNL del comparto igiene ambientale (Federambiente e Fise/Assoambiente).

 

Accordi

Dipartimento Politiche Fiscali

Comunicato relativo all’accordo sottoscritto nella giornata di ieri sulle posizioni super

Riqualificazione professionale

CGIL FP CISL FPS UIL PA

Roma 29 maggio 2007

ALLA DIREZIONE GENERALE
AGENZIA INDUSTRIA DIFESA
 

Le scriventi OO.SS., pur in presenza delle ben note difficoltà ancora caratterizzanti le relazioni sindacali con codesta Agenzia, intendono, con la presente, denunciare le inadempienze dell’A.I.D. in ordine al rispetto di precisi accordi sindacali sottoscritti dalle Parti.
Ci si riferisce, in particolare all’ “accordo sulle progressioni verticali all’interno delle aree” firmato il 25 gennaio 2005, come integrato con accordo dell’11 maggio 2005, che, nella premessa, prevede “un programma annuale di riqualificazione che, a regime, dovrà risultare quantitativamente in linea con quello programmato dall’Amministrazione Difesa” e all’art.1-lettera e) stabilisce “la decorrenza degli effetti giuridici ed economici dell’inquadramento degli idonei vincitori dal primo giorno del mese successivo alla data del verbale finale della commissione”.
Rispetto a tale accordo, CGIL CISL UIL rivendicano, in particolare, un celere completamento del programma concordato e sollecitano l’indizione delle procedure di progressione verticale all’interno delle aree per l’anno 2007.
Denunciano, inoltre, il totale disconoscimento degli impegni assunti con il verbale di concertazione sottoscritto in data 22 marzo 2006 relativo alle progressioni verticali tra le aree che, all’art. 1 testualmente recita: “l’Agenzia si impegna a reperire il finanziamento necessario per avviare le procedure di riqualificazione per le progressioni verticali tra le aree, entro il 2006”.
In attesa di cortese urgente riscontro, colgono l’occasione per sollecitare la convocazione delle OO.SS. in ordine alla prevista contrattazione integrativa sull’utilizzo del F.U.A. per l’anno 2007.
Distinti saluti

CGIL FP   CISL FPS      UIL PA
MANCA     CAFFARATA   COLOMBI

L'Amministrazione convoca il 9 gennaio – schema di riforma

 
Roma, 4 Gennaio 2008

In allegato la nuova convocazione pervenutaci dall’Amministrazione per il giorno 9-01-2008 ed un ulteriore schema di riforma del Mef.
Di seguito il comunicato del 30 dicembre 2007

 

 
 
 

Documento unitario relativo all'incontro avuto con il Presidente dell'Inpdap

FP CGIL CISL FP UIL PA
Coordinamenti Nazionali Inpdap
A TUTTO IL PERSONALE

Nel corso di un incontro appositamente convocato dall’Amministrazione per il 30/09 u.s., il neo-Presidente Inpdap, avv. Paolo Crescimbeni ha rivolto alle OO.SS. interne un formale saluto.
In apertura dell’incontro, dimostrando di avere una conoscenza già abbastanza approfondita delle diverse problematiche che interessano l’Istituto, il Presidente ha sinteticamente illustrato le linee guida delle principali azioni che, sulla base del mandato ricevuto, intende portare avanti per dare finalmente soluzione ai problemi tuttora aperti.
Il primo passo da compiere sarà l’elaborazione di un piano industriale concertato che, in linea con le disposizioni in tema di rivisitazione degli assetti organizzativi contenute nella legge n. 133/2008, consenta all’Inpdap, anche attraverso la progettazione e la realizzazione di un’articolata rete di sinergie con gli altri Enti Previdenziali, di offrire servizi sempre più efficienti e di conseguire risparmi di gestione.
Questo percorso non può prescindere dal reperimento, attraverso l’attivazione di tutti i canali normativi e contrattuali disponibili, di nuove ed adeguate risorse economiche da destinare alla contrattazione integrativa. A tal proposito, il Presidente ha ufficializzato il suo impegno volto al recupero delle somme che, per effetto della disapplicazione delle cc.dd. leggi speciali, saranno sottratte nel 2009 alla contrattazione collettiva integrativa di Ente.
L’impegno dei tre neo-Presidenti Inpdap, Inps e Inail, assieme alle iniziative di mobilitazione che CGIL CISL e UIL stanno mettendo in campo induce a pensare che alla fine la soluzione per far fronte al deficit di risorse da destinare alla contrattazione integrativa sarà trovata.

Nel merito, diverse sono state le tematiche toccate nel corso dell’incontro, tra cui:
– le criticità di bilancio per il pagamento delle prestazioni creditizie e sociali;
– la normalizzazione del sistema informativo nell’ambito del quale vanno al più presto definiti i limiti di intervento da parte delle società esterne da ritenere tuttora necessari;
– un CCIE in grado di individuare criteri per dare risposte, in termini di crescita professionale, ai dipendenti dell’Istituto;
– sblocco del turn-over e conseguente riavvio delle procedure di reclutamento di personale dall’esterno, a partire da quello a tempo determinato la cui assunzione è già stata autorizzata dai Ministeri competenti -il relativo bando di concorso è in via di elaborazione-.

Nel condividere sostanzialmente il percorso indicato dal Presidente, CGIL CISL UIL hanno in particolare apprezzato la netta affermazione con la quale l’avv. Crescimbeni ha voluto ribadire la centralità del ruolo del sistema pubblico all’interno del più generale sistema Paese; sistema pubblico nell’ambito del quale, per i servizi che è chiamato a fornire alla grande platea dei dipendenti di tutte le PP.AA., l’Inpdap è e continuerà ad essere punto di riferimento imprescindibile.
Tutto ciò, con l’auspicio che la certezza per il futuro determini tra i lavoratori dell’Istituto quello spirito di appartenenza che, anche ad avviso delle scriventi OO.SS., rappresenta il presupposto indispensabile per il superamento delle difficoltà attualmente presenti nell’Inpdap e nell’intero panorama degli Enti Previdenziali.
Piena disponibilità quindi di CGIL CISL e UIL ad un confronto aperto su progetti reali e concreti che vadano nella direzione da tutti auspicata.
Roma, 2 ottobre 2008

     FP CGIL                  CISL FP                UIL PA
Camillo Linguella    Francesco Nicastro    Pasquale Crisalli

 
 

 

Comunicato

Così come riportato nel comunicato FPCGIL DIFESA del 22.10.2009  nel quale indicavamo come una delle esigenze prioritarie per il personale civile della Difesa la:
“EQUIPARAZIONE DI ATTIVITA’ LAVORATIVE TRA PERSONALE CIVILE E MILITARE”

Ripristino mediante interventi legislativi e contrattuali di condizioni di uguaglianza tra lavoratori che operano all’interno dello stesso Ministero e che a parità di condizioni lavorative non hanno lo stesso trattamento economico (indennità di missione – indennità di campagna)”, vi comunichiamo che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31.12.2009 n.303 , la legge di conversione del decreto legge 4 novembre 2009, n.152, che all’art.3, comma 7 quater, HA RESO PERMANENTE, a decorrere dal 2010, il ripristino dell’indennità di trasferta per il personale civile della Difesa.

La nostra battaglia ha messo in evidenza come all’interno della nostra Amministrazione esistevano differenti trattamenti economici per il personale militare e civile, che svolgeva lo stesso tipo di lavoro, in particolare appunto la corresponsione dell’indennità di trasferta. Con la norma recentemente approvata, la situazione di disparità di trattamento è stata superata ripristinando ciò che era stato tolto, ingiustamente, non era più sostenibile che a parità di condizioni lavorative, il personale civile in missione non recepiva il giusto riconoscimento economico così come lo percepiva il personale militare.

La FPCGIL Difesa continuerà a rappresentare alla attuale compagine governativa, l’altra situazione di disparità di trattamento relativamente al percepimento dell’indennità di campagna.

Pur riconoscendo le scelte individuali di ricorsi giudiziari, mediante la mediazione delle strutture territoriali della FPCGIL, rimaniamo convinti che la battaglia debba essere portata avanti con i referenti politici che si confrontano con il sindacato, il principio dell’uguale trattamento economico per attività lavorative svolte da personale operante presso lo stesso Ministero, resta per noi ancora valido.

A tutto il personale civile che si trova nelle condizioni giuridiche ed operative del personale militare e svolge uguali attività DEVE essere corrisposto lo stesso trattamento economico.

Tale principio di uguaglianza di attività lavorative e riconoscimento economico, sarà oggetto di vertenza nei prossimi incontri con la parte politica, affinchè vengano ripristinate effettive condizioni di parità così come è avvenuto per l’indennità di trasferta.
 
Roma,11.01.2010

FPCGIL DIFESA
Noemi Manca

 
 

 
 

Agenzia industria Difesa – Firenze: articolo del quotidiano "Il Giornale" della Toscana – Torna in Utile il bilancio del farmaceutico militare

 
Pubblichiamo l’articolo uscito il 3 luglio 2010 sul quotidiano “Il Giornale” della Toscana – Industrie della Difesa: Torna in utile il bilancio del farmaceutico militare. 
 

Donne: ONU-CGIL, Carfagna non ha voluto incontrare sindacati – Dichiarazioni all'Ansa di Nicoletta Rocchi e Rosa Pavanelli

(ANSA) – ROMA, 6 MARZO – Il ministro per le Pari opportunita’, Mara Carfagna, a New York per partecipare ai lavori della 53ma sessione della Commissione Onu sulla condizione della donna, ”non ha voluto incontrare la delegazione sindacale italiana presente”. Lo rendono noto Nicoletta Rocchi, segretaria confederale della Cgil e Rosa Pavanelli, segretaria nazionale della Fp-Cgil.

”Anche questo anno – affermano le due sindacaliste – il sindacato italiano partecipa alla Commissione sulla condizione della donne con la Confederazione mondiale e numerose delegazioni nazionali. La discussione e i negoziati sull’equa divisione delle responsabilita’ tra uomini e donne, inclusa l’assistenza nel contesto dell’Hiv-aids, tema centrale di q uesta sessione, sta risultando particolarmente complesso. I numerosi governi, infatti, compresi alcuni dell’Unione Europea, tendono a ridurre la portata degli impegni indicati dalla Commissione, adducendo l’effetto negativo della crisi globale sulla spesa pubblica. Politiche di investimento per i servizi pubblici, per la conciliazione del tempo di vita e di lavoro e per il sostegno al reddito delle donne rischiano di essere indeboliti”. ”Su questi temi – proseguono Rocchi e Pavanelli – il sindacato preme sui governi e sulle delegazioni trattanti. Per questo avremmo voluto incontrare il Ministro per le pari opportunita’, Mara Carfagna, per altro ospitata nel nostro stesso albergo, ma neppure una nostra formale richiesta di incontro ha ricevuto risposta”. (ANSA).

Roma, 9 marzo 2009

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