Comunicato unitario

CGIL CISL UIL RdB CISAL

 
 
La pubblicazione della Circolare 6, sulla riorganizzazione delle Sedi Regionali, senza alcun confronto con le OO.SS. è un fatto gravissimo che rischia di compromettere irreparabilmente i rapporti tra l’Amministrazione e i lavoratori.

Non abbiamo condiviso la drastica riduzione del potere negoziale operata dal Dlgs. 150/2009, a danno delle rappresentanze sindacali, sull’organizzazione del lavoro. E certo non ci aspettavamo di dover richiamare l’Amministrazione proprio al rispetto di quel Decreto per ottenere un’informativa preventiva sulla riorganizzazione in atto.

L’abuso e l’arbitrarietà raggiunti non hanno alcuna giustificazione e travalicano, oltretutto, i limiti della competenza unilaterale riconosciuta dallo stesso decreto all’Amministrazione.

Infatti, nella Circolare sono trattati temi e condizioni che continuano ad essere oggetto di contrattazione e ad essere regolamentati, piaccia o no, da accordi con le OO.SS. e con fondi dei lavoratori.

Su questo non è ammessa ignoranza né superficialità!
Chiediamo, quindi,:
1) La sospensione della sperimentazione prevista;
2) La convocazione urgente del tavolo nazionale per l’informativa preventiva nel rispetto delle Relazioni Sindacali;
3) Lo stralcio dalla bozza di circolare di tutto quanto riguarda posizione organizzative e responsabilità connesse ex art. 17 CCNL 98/2001.

In assenza di una discussione nazionale, nessuna presenza delle scriventi organizzazioni sarà garantita ai tavoli regionali convocati sugli stessi argomenti.

L’autoreferenzialità di questa Amministrazione, senza la partecipazione e il contributo dei lavoratori, destina al fallimento qualsiasi progetto di cambiamento.

Roma, 4/5/2010

CGIL CISL UIL RdB CISAL
M. Perrini A.Ansuisi L.Bizzarro M. Briguori P.Re

 
 

 

Lettera della Fp Cgil

 
Roma, 16 giugno 2010

Al Sottosegretario
Senatore Giacomo Caliendo


Al Capo Dipartimento
Dottor Luigi Birritteri

Ai lavoratori e alle lavoratrici del Ministero della Giustizia,

 
NON IN MIO NOME
 

Con la firma all’ipotesi di accordo sul nuovo contratto integrativo avvenuta il 10 giugno scorso è giunta ad un punto di svolta la vicenda sindacale del Ministero della Giustizia.
E’ stata negata ai rappresentanti della maggioranza delle Organizzazioni Sindacali, la possibilità di approfondire il testo concordato con altri in luoghi diversi da quelli deputati tradizionalmente alle trattative.
Coscientemente si è scelta la strada della divisione delle OO.SS. e anzi ci si è spinti ancora più in la fino a coinvolgere l’insieme delle materie regolate dalla contrattazione integrativa, si è voluta la prova di forza e lo si è fatto contro la maggioranza delle Organizzazioni Sindacali a questo punto non si tratta più di una dialettica aspra fra soggetti portatori di esigenze a volte diverse, si tratta di un gesto prepotente.
L’amministrazione pensa di agire con prepotenza per affermare le proprie ragioni e se ne assumerà le responsabilità conseguenti, la stessa cosa vale per coloro che l’hanno seguita su questa strada.
L’accordo dovrà passare il vaglio dei controlli previsti dalla legge e per quel versante si vedrà la sua sorte, non è il punto di questo scritto, continuerò con la mia organizzazione a lottare per cercare soluzioni che diano una risposta professionale alle lavoratrici e ai lavoratori e di efficienza alle cittadine e ai cittadini del nostro paese. Non tornerò presto la sera a casa e così faranno tanti che sono come me.
Il punto per me, come individuo e non come dirigente sindacale, è un altro e lo evidenzio ora che i tempi non possono dare adito a sospetti o strumentalizzazioni : non presenterò la domanda per la progressione economica prevista dall’accordo perché subisco la prepotenza ma non ne accetto le conseguenze.
Avete fatto un grave sbaglio ma non in mio nome, io sono stato contrario, resto contrario, mi batterò per cambiare ogni riga che avete scritto ma, se gli organi di controllo valideranno l’accordo che avete stipulato, io rimarrò estraneo.

Distinti saluti

Cosimo Arnone

 
 
 

Comunicato

 
 

La Cgil viene a conoscenza per un caso fortuito dell’avvio di una sperimentazione nazionale di una nuova organizzazione delle sedi, mai presentata, discussa e partecipata alle OO. SS.

Già in occasione della Circolare 6, di pari oggetto per le Direzioni Regionali, avemmo a lamentare la non corretta osservanza del protocollo delle relazioni sindacali in vigore e pretendemmo adeguata informativa in merito.

Oggi, a distanza di qualche mese, l’Amministrazione pare aver dimenticato nuovamente qual è la procedura corretta da seguire prima di adottare qualsiasi deliberazione in merito all’organizzazione degli uffici, precorrendo con precoce trepidazione la normativa contenuta nel Dl.gs. 150/09.

Sul punto, allora, è bene chiarire all’Amministrazione che:
1) La Giurisprudenza di merito si è più volte pronunciata sull’applicazione del Dl.gs. 150/09 affermando tra l’altro che:” sull’entrata in vigore dell’art. 34 del Dl.gs. 150/09, recante modifiche all’art. 5 comma 2 del Dl.gs. 165/01, nulla è disposto dal medesimo decreto,…ciò implica che resta in piedi l’impianto contrattuale sugli istituti di partecipazione sindacale previgente al decreto Brunetta, …ed il dettato normativo trova applicazione solo per i CCNL successivi, ove questi regolino la materia attribuendo ai sindacati poteri di negoziazione su materie la cui regolamentazione è stata demandata esclusivamente alla legge” (Cfr. da ultimo Sentenza Tribunale di Lamezia Terme 781/RG del 7/9/2010).
2) Non risultano né sottoscritti, né in corso di sottoscrizione nuovi CCNL, anzi se ne prevede il sostanziale blocco ad libitum;
3) La stessa Amministrazione pare essere perfettamente a conoscenza della non immediata applicazione del Decreto tanto da nominare, prima del 2011, un numero di Dirigenti di I fascia che non avrebbe potuto nominare con i vincoli e i limiti previsti dal decreto stesso a partire proprio dal 2011.

E’ chiaro che l’unica giustificazione plausibile alla reiterata omessa informazione alle OO.SS. delle disposizioni organizzative adottate è da ascriversi ad una mera reiterata disattenzione degli uffici ai rapporti con le OO.SS. che, la Cgil ne è convinta, non avrà ulteriore seguito e non integrerà, quindi, gli estremi della condotta antisindacale.
La Cgil chiede, pertanto, un incontro urgente e un’ immediata informazione preventiva su tutti i temi relativi all’organizzazione, secondo il protocollo delle relazioni sindacali.

Roma 25/10/2010

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Inpdap
Marinella Perrini

 
 
 

Modello modulo domanda

 
 
Poiché ci è stato richiesto da più di una persona abbiamo approntato un modulo di contestazione della misurazione della valutazione per i
lavoratori che non intendano accettare il coefficiente 0,9.

Si raccomanda di comunicare ai lavoratori di inviarlo subito dopo aver preso visione della scheda di valutazione per le vie ufficiali.

Si pregano tutti i compagni che operano sui posti di lavoro e sui territori di mettersi a disposizione dei lavoratori per assisterli nella procedura di contestazione di cui all’art. 14 dell’accordo, da noi non firmato.

Roma, 2 novembre 2010
 
FP CGIL NAZIONALE
Nicoletta Grieco

 
 
 

 
 

Direttiva S.A.U.R.

 
 
Considerazioni della F.P. CGIL della Corte dei conti
 

 
 
 

 
 

AI COMPONENTI DEL CONSIGLIO GENERALE ACI

Le scriventi OO.SS., in occasione della riunione del Consiglio Generale da poco rinnovato nella sua composizione, intendono riproporre, in particolare ai neo eletti, la situazione vertenziale in atto tra le OO.SS e l’Amministrazione ACI, che ha portato alla interruzione delle relazioni sindacali.
Le ragioni di tale decisione vanno ricercate nella politica e negli indirizzi programmatici dell’Ente perseguita in questi anni; linee di azione peraltro poste in essere dai vertici senza alcun coinvolgimento delle OO.SS, che rappresentano 3500 dipendenti che, a sostegno della vertenza sindacale, hanno dato piena partecipazione sia alle assemblee tenutesi nelle sedi provinciali sia ai presidi in via Marsala e Piazza Montecitorio.
Siamo stati costretti a prendere atto della assoluta mancanza di volontà da parte dell’Amministrazione ACI di aprire un confronto vero sulle politiche, le strategie, sulla gestione delle risorse e i rapporti con le società collegate; questo ci ha portato a dover coinvolgere Organi istituzionali e politici esterni, stante il perdurare dell’atteggiamento di palese distanza, e, diremmo quasi, di fastidio nei nostri confronti.
Abbiamo promosso audizioni presso le Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera e ulteriori audizioni sono state previste presso altre Commissioni e Gruppi Parlamentari. A seguito delle nostre denunce, sono state presentate due diverse interrogazioni parlamentari. Continueremo su questa linea, fino a che non saranno create le condizioni per una interlocuzione efficace con la nostra controparte istituzionale che è e continua ad essere l’Amministrazione ACI.
Siamo a conoscenza che sono cambiati la maggioranza dei membri del Comitato Esecutivo, e due dei tre vicepresidenti. Interpretiamo questo come un primo segnale, ma il segnale positivo che le OO.SS. richiedono deve essere rappresentato dalla certezza che il cambiamento non può riguardare solo gli uomini ma, soprattutto la “politica”.
L’occasione è data dal Consiglio Generale odierna, che è chiamato a deliberare in merito ad argomenti sui quali abbiamo già avuto modo di esprimere il nostro parere negativo.
Consideriamo preoccupante infatti la scelta effettuata sulla CSAI al solo scopo di preservare interessi particolari e che oltretutto non mette al riparo l’Ente dal rischio di ulteriori interventi esterni.
Per quanto riguarda invece il progetto di razionalizzazione degli immobili dell’Ente, non vorremmo che l’averlo posto in discussione oggi rappresentasse un tentativo di far passare in maniera surrettizia il famigerato Piano Triennale, attuando una sorta di “spacchettamento per argomenti prioritari”, aggirando così il previsto confronto preventivo con le OO.SS. e il successivo passaggio nell’Assemblea dell’Ente.
Riteniamo che il rinnovo dei componenti del Consiglio Generale costituisca – tra l’altro – una favorevole occasione per aprire un confronto veramente collegiale all’interno dello stesso sui temi posti alla Vs. attenzione e sullo stato vertenziale in atto, per far sì che torni ad essere centrale nelle scelte politiche dell’ACI la valorizzazione del ruolo pubblico e sociale dell’Ente, lontano dall’ottica privatistica e pseudo imprenditiva finora seguita.
Valuteremo insieme ai lavoratori e alle lavoratrici nel corso di assemblee che saranno convocate in tutti i posti di lavoro nei prossimi giorni, i segnali che perverranno dal Consiglio.
Roma, 16 gennaio 2007

FP CGIL ACI     FPS CISL ACI      UILPA ACI
(D. Priami)         (M. Semprini)       (S. Pagani)
FIALP CISAL     RDB P.I.
(L. De Santi)       (L. Rocchi)

Comunicato unitario ai lavoratori

CGILCISLUIL

COMUNICATO A TUTTI I LAVORATORI PRECARI CRI

NELLA SERATA DI IERI 4 LUGLIO, HA AVUTO LUOGO UN INCONTRO , ALLA PRESENZA DI
RAPPRESENTANTI DELLA CRI E DEL MINISTERO INTERNI , SALUTE, ECONOMIA,
COORDINAMENTO DELLA FUNZIONE PUBLICA CHE SANCISCE L’APERTURA DEL TAVOLO
TECNICO PARITARIO GOVERNO -OO.SS SULLA CROCE ROSSA .
LO SCOPO DICHIARATO E’ QUELLO DEL RECUPERO DELL’INSOSTITUIBILE RUOLO
DELLA CRI , RUOLO CHE PARTE E PASSA IN MODO IMPRESCINDIBILE DALLA
CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO E SUCCESSIVA STABILIZZAZIONE DEI
DIPENDENTI CON RAPPORTO PRECARIO .
LA CGILCISL E UIL HANNO CHIESTO CHE ALLE PROSSIME SESSIONI
PARTECIPINO ANCHE RAPPRESENTANTI DEL MINISTERO DELLA DIFESA E DELLE
REGIONI E CHE IL PRIMO APPUNTAMENTO E’ FISSATO PER IL 24/7/07 PER UN
CONFRONTO A TUTTO TONDO SULL’INTERA MATERIA I CUI COMPLESSI E
ARTICOLATI RISVOLTI INFLUISCONO TANTO SIA SULLA EROGAZIONE DEL SERVIZIO CHE
SUI FENOMENI OCCUPAZIONALI .
LA CGILCISL E UIL HANNO INTANTO REGISTRATO L’IMPEGNO DELLA
FUNZIONE PUBBLICA DI COORDINARE GLI INTERVENTI DELLE AMINISTRAZIONI
COMPETENTI PER IL RINNOVO DELLE CONVENZIONI E PER LA TUTELA DEI LIVELLI
OCCUPAZIONALI .

CGIL GENTILE – CISL GRASSO – UIL FIORE
e CGILFP GARZI – FPS CISL GIULIATTINI – UILPA PONTI


15 febbraio 2008 : Convegno della Fondazione Luoghi Comuni

 “Esternalizzazioni e Privatizzazioni: i fallimenti dello Stato e del mercato” è il titolo del primo convegno della Fondazione Luoghi Comuni.
 
La Fondazione, promossa dalla Funzione Pubblica Cgil Nazionale e costituita meno di un anno fa, ha lo scopo di promuovere la conoscenza sull’organizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici nonché dei problemi relativi al loro funzionamento, attraverso l’organizzazione di studi, ricerche e convegni.
 
Questa prima iniziativa avrà luogo il prossimo 15 febbraio al CNEL, i lavori saranno introdotti da Alessandro Ruggini, Presidente della Fondazione e dal Prof. Paolo Leon, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione stessa.
 
Sono previsti contributi del Prof. Massimo Florio, Università Statale di Milano; del Prof. Maurizio Franzini, Università Sapienza di Roma; del Prof. Alessandro Garilli, Università di Palermo.
 
Seguirà il dibattito. Al termine le conclusioni,  affidate al Segretario generale della Funzione Pubblica Cgil, Carlo Podda. 
 
 
Roma, 7 febbraio 2008 

Volantino – Comunicato unitario dl 112

 

FP CGIL ACI FP CISL ACI UIL PA ACI ACP CISAL ACI RdB P.I. ACI

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI ACI
SONO CONTRO IL DECRETO LEGGE 112
CHE VUOLE SMANTELLARE I SERVIZI PUBBLICI, METTENDOLI IN MANO AI PRIVATI, NEGA DIRITTI, TUTELA E SALARIO AI LAVORATORI

Cara/o utente che ti avvicini al nostro sportello,
siamo entrambi cittadini di questo Paese ed entrambi abbiamo conosciuto la realtà, non sempre rosea, del sistema pubblico italiano.

A tutti noi è capitato di entrare in contatto con la Pubblica Amministrazione: siamo andati a scuola e abbiamo garantito un’istruzione ai nostri figli; almeno una volta ci è sicuramente capitato di entrare in un ospedale, per noi o per i nostri cari (magari per un lieto evento!); di aver percepito o aver richiesto una pensione, un sussidio; la tua automobile può viaggiare e tu sei garantito nella tua proprietà perché ci sono uffici pubblici che l’hanno immatricolata e ne hanno registrato tutti i passaggi fondamentali della vita di un veicolo.
La Pubblica Amministrazione è tutto questo e molto altro; è il sistema attraverso il quale vengono garantiti i diritti di cittadinanza, la possibilità per tutti di avere un sistema scolastico, sanitario, pensionistico, che amministra la giustizia e tutela i diritti di tutte e tutti, indipendentemente dallo status economico.
Oggi ne sentiamo parlare solo in termini di “fannulloni” ed “assenteisti”. Per primi noi, le lavoratrici e i lavoratori pubblici, sentiamo l’esigenza che si avvii una profonda riforma del settore pubblico per garantire servizi all’altezza di un Paese civile e che restituisca dignità al lavoro.
Si propone come alternativa l’intervento delle imprese private nel settore pubblico. Ma siamo sicuri che “privato è meglio”? L’esperienza ci insegna che è proprio il contrario: le esternalizzazioni alzano i costi e abbassano la qualità. Non è che dietro la campagna contro i fannulloni si nasconde qualche altro interesse?
Il decreto 112/08 varato dal Governo attacca i lavoratori pubblici tagliando ulteriormente le risorse che finora hanno contribuito ad ampliare e garantire i servizi all’utenza (abbattimento dei tempi di attesa nella restituzione delle pratiche, servizi di informazione e assistenza al pubblico, servizi di prenotazione telefonica dedicati a soggetti disagiati, miglioramento dei servizi informatici, pratiche a domicilio ecc.ecc.).
Nonostante le norme restrittive sulle assunzioni, abbiamo sempre cercato di garantire al meglio i servizi. Eppure, sebbene siamo già molto al di sotto dell’organico necessario a garantire la piena funzionalità degli uffici, il d.l. 112/08 vuole abbattere ulteriormente le piante organiche senza porsi il problema di chi domani garantirà il servizio. Forse sanno già a quale impresa privata affidarlo? Con quali costi e conseguenze sui cittadini?
Il d.l. 112/08 non è solo un attacco ai lavoratori pubblici, è l’inizio dello smantellamento del sistema pubblico. Tremonti e Brunetta non si preoccupano dei servizi e della qualità, parlano solo di tagli di personale e di eventuali tagli di costi per lo Stato, ma senza garantire che questi costi non finiscano per gravare sui singoli cittadini.
Roma, 11 luglio 2008

 
 

Lettera al Presidente Inps

 
Richiesta apertura confronto anno 2009
 

 

 
 
 

Circolare ministeriale

 

  
Roma, 10 dicembre 2008 
Prot: 53051/11.12.5
 
Decreti Ministeriali 31 ottobre 2008, concernenti le deleghe del Ministro della Difesa ai Sottosegretari di Stato alla Difesa On.le Giuseppe Cossiga e On.le Guido Crosetto.
 

 
 

 

Lettera al Ministro su bilancio economico del Dipartimento

 

 
Roma, 27 gennaio 2009

Al Ministro della Giustizia

E, p.c. Al Presidente della Commissione Giustizia

Camera dei Deputati

Al Presidente della Commissione Giustizia
Senato della Repubblica

Ai Capogruppo della Commissione Giustizia
Camera dei Deputati

Al Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile

On Ministro,
il bilancio economico assegnato al Dipartimento della Giustizia Minorile per l’anno corrente desta sconcerto e viva preoccupazione. Solo per citare i capitoli di spesa principali: gli stanziamenti per il funzionamento e i beni e servizi diminuiscono del 50% passando da circa 13 milioni a 6 milioni e mezzo di euro; lo stanziamento per il mantenimento dei minorenni decresce del 53,3% passando dai 21,03 milioni di euro a 9,889 milioni.

Al di là dell’aridità delle cifre, ciò vuol dire che il Dipartimento per la giustizia minorile, per l’anno corrente, non sarà in grado di garantire traduzioni e accompagnamenti dei minorenni in udienza, comunità o istituto; non sarà in grado di coprire le spese obbligatorie, quali i collocamenti in comunità e che, per i minorenni detenuti negli istituti penali per minorenni, potrà provvedere esclusivamente alla fornitura del vitto.

I servizi della giustizia minorile, dovranno apportare una riduzione significativa alle pulizie, anche dei locali in cui soggiornano i minorenni, per i quali per altro sarà impossibile provvedere all’igiene personale, alla pulizia del vestiario e della biancheria e, ove necessario per la mancanza di disponibilità economiche personali, alla sostituzione del vestiario logoro, semplicemente perché non sono previsti fondi o non sono sufficienti quelli assegnati.

In alcuni contesti, qualora le minorenni private della libertà dovessero fare ingresso nei servizi della giustizia minorile con bambini, cosa che nelle sezioni femminili accade di frequente, i direttori dei servizi non saranno nella condizione di provvedere a quanto necessario per il loro sostentamento, se non a proprie spese, perché gli specifici capitoli di bilancio non hanno avuto adeguata copertura.

Non vogliamo parlare della riduzione dello stanziamento per lo straordinario degli operatori, che nei contesti di grave carenza di personale, anche di polizia penitenziaria, servivano a garantire un livello, seppur minimo, di continuità del servizio. Tuttavia è giusto che Lei sia informato del fatto che ciò andrà ad incidere anche sulla sicurezza e l’ordine degli istituti. Non è un ipotesi On. Ministro. E’ già accaduto! Il 6 gennaio nell’istituto penale per minorenni di Bologna due agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti dai minorenni detenuti.

Vogliamo, inoltre, rappresentarLe che nulla è previsto per la rieducazione ed il trattamento dei minorenni, neanche per quelli ristretti. Sarebbe sin troppo facile ricordarLe gli obblighi assunti dallo Stato con gli organismi sovranazionali per la tutela dei diritti dei minorenni, anche di quelli detenuti, ma non ci sembra il caso. Vogliamo però ricordarLe un obbligo interno, semplice, ma di alto valore civile e morale: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. E’ l’articolo 27 della nostra Costituzione, come Lei sa. Ebbene quest’anno il Dipartimento per la Giustizia Minorile, qualora le risorse economiche non fossero integrate dovrà disattenderlo.

Ma non basta. Per la prima volta, secondo le informazioni che ci giungono dai servizi periferici, il Dipartimento per la giustizia minorile dovrà chiudere alcuni servizi, ci riferiamo in particolare alle comunità pubbliche. Si comincia a tagliare parti del servizio pubblico e questo, nel caso della giustizia è tanto più grave in quanto ha dirette conseguenze, ovviamente negative, anche sulla sicurezza dei cittadini, punto fondamentale del programma del Suo Governo.

Il bilancio della giustizia minorile nel 2007 era di 189 milioni di euro, non una grande somma, considerato che era comprensiva delle spese per il personale. Il bilancio previsto per l’anno corrente è 142,4 milioni e comprende, per la prima volta, anche una riduzione delle spese per il personale. Complessivamente è stata apportata una riduzione del 25%, per ottenere un risparmio di circa 47 milioni di euro, circa 97 miliardi delle vecchie lire.

Da Lei On. Ministro vorremmo avere solo una risposta ad una domanda: è giusto che per risparmiare 47 milioni di euro venga distrutto un sistema di giustizia minorile considerato un modello da tutti i paesi europei? Lei ritiene che ne vale la pena? Aspettiamo, fiduciosi, una Sua risposta, concreta.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Giustizia Minorile

Gianfranco Macigno

 
 

 
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