COMUNICATO STAMPA FP CGIL – FIT CISL – UIL TRASPORTI –
FIADEL
In vista sciopero settore
30 maggio, obiettivo giusto contratto
Roma, 5 maggio 2016
“Pronti da
subito ad incontrare l’Anci, il nostro obiettivo è
quello di arrivare al più presto ad un giusto rinnovo
del contratto per le lavoratrici e i lavoratori
dell’igiene ambientale, che garantisca allo stesso tempo
ai cittadini un migliore servizio”. Lo affermano Fp-Cgil,
Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel in merito alla
disponibilità offerta dal delegato Anci all’Ambiente,
Filippo Bernocchi, ad incontrare i sindacati in vista
dello sciopero nazionale del settore in programma il
30 maggio.
Per i sindacati, le parole
dell’Anci di ieri “colgono a pieno il senso della nostra
vertenza. Conciliare il riconoscimento di un diritto,
quello di un rinnovo del contratto che non calpesti la
dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore,
e il miglioramento dell’offerta di un servizio cruciale
per i cittadini, riducendone al tempo stesso i costi”.
“Noi abbiamo proposte e
volontà per farlo ma bisogna superare l’atteggiamento di
chiusura della controparte. L’approccio al tavolo del
rinnovo di Utilitalia, così come quello di Fise/Assoambiente,
non dà margini per far avanzare il confronto, con un
atteggiamento di chiusura e con il solo obiettivo di
un contratto peggiorativo delle condizioni dei
lavoratori e delle lavoratrici, così come del servizio
stesso reso ai cittadini. Per
questo siamo disponibili da subito a confrontarci con
l’Anci: per ottenere un giusto rinnovo, che metta al
centro il valore del lavoro e la qualità del
servizio”, concludono.
Lo scorso 27 aprile si è svolta la terza riunione
del tavolo tecnico costituito sulla ripartizione degli incentivi di cui all’art.
14 del d.l. n. 145/2013, nonché per condividere criteri e procedure per
l’implementazione del gruppo INFO-DGAI.
In merito al primo argomento, l’Amministrazione ha anzitutto rappresentato
la situazione relativa alle somme sinora distribuite agli Uffici, precisando
che entro il mese di maggio verranno assegnati gli importi appartenenti
all’ultima tranche del 2015, pari ad
€ 1.300.000,00. La discussione è poi proseguita sui criteri di ripartizione
delle somme, in quanto l’Amministrazione ha proposto un metodo di calcolo che
renda più agevole il conteggio delle somme spettanti individualmente.
Considerata la disponibilità al confronto delle OO.SS., l’Amministrazione si è
quindi riservata di presentare, al prossimo incontro, una proposta compiuta in
tal senso.
Relativamente al secondo punto all’ordine del
giorno, l’Amministrazione ha presentato
la
bozza d’interpello per identificare il gruppo
INFO-DGAI e cioè composto da unità
appartenenti al profilo informatico e unità del profilo ispettivo per consentire una efficiente implementazione
dei sistemi informatici su tutto il territorio.
Nei prossimi giorni si terrà una nuova riunione del tavolo.
Roma, 4 maggio 2016
FP CGIL CISL FP UILPA
Matteo
Ariano Paolo
Bonomo Angelo Vignocchi
Roma, 5 maggio 2016
In attesa della convocazione preannunciata dal Dr.
Piccirillo sui contenuti del Codice di
comportamento e con riserva di ulteriori osservazioni che
saranno formulate in occasione del
predetto incontro, all’esito di una ulteriore analisi
dell’articolato, segnaliamo come emerga
dall’articolato un chiaro disegno di compromissione delle
libertà individuali dei lavoratori.
Innanzitutto segnaliamo l’art. 5 che pone
in essere una grave lesione della libertà di
associazione. La libertà di associazione è espressamente
prevista e disciplinata all’art. 18 Cost.
Essa rientra tra le c.d. libertà collettive, cioè tra
quelle libertà che presuppongono una pluralità di
soggetti, accomunati da un unico fine, il cui esercizio
non si esaurisce nella difesa di una sfera di
autonomia individuale, ma è volto alla realizzazione di
quelle finalità. La libertà di associazione
costituisce uno degli aspetti fondamentali del pluralismo
sociale ed è, a sua volta, una specificazione
di quella tutela generale, riconosciuta all’art. 2 Cost.,
al singolo ed alle formazioni sociali ove si svolge
la sua personalità. CGIL CISL e UIL ritengono lesiva
della libertà costituzionale di associazione la
previsione del comma 2 dell’art. 5 cit. laddove si
afferma che il lavoratore della Giustizia debba
comunicare al direttore generale l’adesione ad
associazioni i cui “ambiti di interesse, anche se di
ricerca, studio o di filantropia, possano interferire con
lo svolgimento dell’attività d’ufficio” eccezion
fatta per i partiti politici, i sindacati, e le
organizzazioni deputate all’esercizio o alla tutela delle libertà
fondamentali. Ci si chiede come l’adesione, ad esempio,
ad un circolo culturale che promuova
dibattiti anche sullo stato della Giustizia in uno
specifico territorio, possa interferire con le attività
d’ufficio.
Gli artt. 6, 8, 12,13 e 18 invece dettare norme
specifiche per le variegate realtà della giustizia,
si preoccupano di vanificare importanti conquiste dei
lavoratori, frutto di accordi tra le parti e, proprio
per questo, intrisi di quell’alto valore rappresentato
dalla democrazia partecipativa. Paradigmatica in
tal senso è la previsione dell’art. 6.
Infatti, mentre i contratti collettivi prevedono la possibilità per il
pubblico dipendente di poter fruire del part-time al 50%
per esperire altra attività lavorativa, purché
non incompatibile, l’art. 6 al comma 5 lo vieta
completamente, contraddicendo anche le norme di
legge che favoriscono l’acquisizione di esperienze
professionali in ambito privato da trasfondere
nell’ambito del lavoro pubblico. Paradigmatica è anche il
contenuto dell’art. 12 il quale limita la libertà
del dipendente di esprimere
opinioni e giudizi, anche a mezzo web e social network, su quanto
oggetto del proprio servizio (comma 3) e la libertà di
critica del Ministero della Giustizia da parte dei
dipendenti dirigenti sindacali. Giova sul punto ricordare
che la libertà di esprimere le proprie
convinzioni e le proprie idee (art.21 della Costituzione)
è una delle libertà più antiche ed è stata
definita dalla giurisprudenza costituzionale come la «pietra
angolare dell’ordine democratico», in
quanto «condizione del modo di essere e dello sviluppo
della vita del Paese in ogni suo aspetto
culturale, politico, sociale». Secondo la stessa Corte
costituzionale, essa consisterebbe nella libertà
di dare e divulgare notizie, opinioni e commenti. La
libertà di manifestazione incontra dei limiti in re
ipsa nel buon costume,
inteso come rispetto del comune senso del pudore, e negli altri valori tutelati
dalla Costituzione quali l’onore e la reputazione della
persona (la tutela di tali valori legittima la
punizione dei reati di ingiuria e di diffamazione,
previsti agli artt. 594 ss. c.p.) e la riservatezza della
persona. Singolare poi è l’art. 8 il quale
limita “la partecipazione dei dipendenti, nonché di quanti
prestano servizio in posizione di comando, distacco o
fuori ruolo, in qualità di docenti, tutor o relatori,
a convegni, seminari, dibattiti e corsi di
formazione”. Ed invero non si comprende quale interesse
tale norma mira a tutelare specie nella ipotesi in cui la
partecipazione in qualità di docenti, tutor o
relatori, a convegni, seminari, dibattiti e corsi di
formazione avvenga a titolo gratuito ovvero
costituisce esercizio di un mandato sindacale o politico.
Pletorica inoltre è la previsione dell’art.13,
laddove richiama l’obbligo del rispetto dell’orario di
lavoro (comma 2) e l’obbligo del rispetto delle
condizioni di legge nella fruizione dei permessi di
astensione dal lavoro. Tale obbligo infatti è già
contemplato dalla normativa vigente.
Singolare è, infine, il contenuto dell’art.18 laddove
afferma (comma 5) che l’OIV “assicura il
coordinamento tra i contenuti del Codice ed il sistema di
misurazione e valutazione della
performence…”. E’ solo il caso di ricordare che il
predetto sistema non è mai stato attuato
nell’organizzazione giudiziaria ossia nel settore ove è
concentrato il maggior numero di dipendenti
del Ministero.
Come CGIL CISL e UIL crediamo fermamente che valori come
la libertà di espressione e di
partecipazione realizzano la democrazia anche nei luoghi
di lavoro. Per tale motivo riteniamo che
alla bozza di codice di comportamento debbano essere
apportate significative modifiche atte a
trasformare l’articolato da strumento repressivo delle
libertà individuali in volano della efficienza e
trasparenza dell’amministrazione della Giustizia.
FP CGIL
Nicoletta Grieco
CISL FP
Eugenio Marra
UIL PA
Domenico Amoroso
COMUNICATO STAMPA CGIL – FP CGIL
“Ministro Orlando rispetti gli impegni assunti
per il progetto
“Ufficio per il processo”
Roma, 5 maggio 2016
I tirocinanti della giustizia hanno organizzato per
oggi un flash mob davanti al Ministero della Giustizia per
sollecitare il Ministro Andrea Orlando al rispetto degli impegni
assunti ed emanare il secondo decreto di riparto dei posti per
l’Ufficio del Processo. Con cartelli e sveglie al collo, si sono
presentati in via Arenula per gridare a gran voce ‘Sveglia Signor
Ministro, l’intervallo è finito!’. A darne notizia sono la Cgil e la
Fp Cgil.
“I tirocinanti della giustizia sono lavoratori svantaggiati, colpiti
duramente dalla crisi economica in corso, che dal 2010 svolgono
un’attività lavorativa negli uffici giudiziari, sotto la forma
impropria del tirocinio”, affermano Cgil e Fp Cgil. “Sono lavoratori
a tutti gli effetti – aggiungono – che danno un apporto fondamentale
per il corretto svolgimento delle procedure giudiziarie, retribuiti
con un compenso decisamente irrisorio, 350 euro al mese, che supera
di gran lunga il limite della decenza”.
“Dopo oltre 5 anni di partecipazione ai progetti formativi
all’interno degli uffici giudiziari è il momento di avviare un un
vero percorso, nel rispetto delle norme di legge, che riconosca
queste persone per quello che sono. Dei lavoratori a tutti gli
effetti”, prosegue il sindacato di Corso d’Italia insieme alla
categoria dei servizi pubblici.
“Il 30 novembre, inoltre, il primo progetto ‘Ufficio per il
Processo’ finirà e i tirocinanti non solo non hanno avuto
rassicurazioni sul loro futuro ma non è stata garantita
l’opportunità di inserimento nel percorso neanche all’intera platea
interessata. Solo 1.150 lavoratori su 2.500, infatti, sono
attualmente impiegati negli uffici giudiziari. È assolutamente
necessario, a questo punto, aprire immediatamente il tavolo presso
la Conferenza delle regioni in modo da riassorbire l’intera platea
nonché emettere il secondo decreto di riparto dei posti per
l’Ufficio per il processo”, concludono Cgil e Fp Cgil.
Nel Consiglio
dei Ministri n. 115 del 29 aprile 2016 è stato approvato, con
esame definitivo, il decreto del Presidente della Repubblica
recante lo Statuto dell’agenzia nazionale per le politiche
attive del lavoro.
Il decreto viene
emanato in attuazione dell’articolo 4, comma 18, del decreto
legislativo 14 settembre 2015, n. 150 “Disposizioni per il
riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e
di politiche attive…. ” in cui veniva prevista l’istituzione
dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro,
denominata “ANPAL”.
Ricordiamo che
l’ANPAL ha il compito di coordinare la rete dei servizi per le
politiche attive del lavoro, secondo le linee programmatiche
definite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
L’Agenzia ha
personalità giuridica di diritto pubblico. Nei prossimi giorni,
in concomitanza con la pubblicazione del testo sulla gazzetta
ufficiale procederemo a un commento articolato.
In allegato l’ipotesi di accordo per la distribuzione del FUA – FUS
2015 ai lavoratori dell’Agenzia Industrie Difesa sottoscritta stamani
dalla Fp Cgil insieme a Cisl e Uil presso la Direzione generale di AID.
Si è tenuta in data
odierna la programmata sessione informativa con Stato Maggiore Esercito avente all’ordine del giorno provvedimenti di riordino riguardanti
l’Area della Formazione, Logistica
e Operativa.
In premessa
abbiamo chiesto, ottenendo la disponibilità dell’Amministrazione, lo
stralcio dalla sessione odierna della trattazione dei provvedimenti riguardanti
il Comando Logistico dell’Esercito al fine di ottenere da RPGF maggiori indicazioni
relativamente al quadro complessivo delle dotazioni organiche, elementi di
organizzazione e posti di funzione. Tale approfondimento, che avverrà nelle
prossime sessioni, ci permetterà di effettuare analisi e valutazione più attente in analogia a quanto
già fatto per i Poli dell’area industriale, oltre a contemperare le esigenze
dell’Amministrazione con il contenuto del Protocollo d’Intesa sulle funzioni
del personale civile sottoscritto con il Ministro della Difesa, On Pinotti,
proprio lo scorso 2 maggio. La riunione è proseguita con l’informazione/trattazione dei
provvedimenti riguardanti l’Area della Formazione e l’Area Operativa che
di seguito riportiamo in sintesi,
rimandando per il dettaglio alla scheda informativa ed
alle slide allegate.
AREA FORMAZIONE
E’ in atto lo studio di revisione delle Tabelle Ordinative Organiche dell’Accademia Militare di Modena finalizzato alla separazione della componente strettamente didattica (docenti) da
quella di
staff. Relativamente alle dotazioni organiche del personale civile, lo studio prevede una riduzione di 57 unità, passando da 167 a 110 unità a fronte di 100 effettivi e l’adeguamento delle T.O. alle professionalità
presenti.
AREA
LOGISTICA
Deposito
Munizioni ed Esplosivi di Malcontenta (VE):
l’attuazione del provvedimento di soppressione, anticipato nella precedente
riunione del 15 aprile 2014, è al momento prevista per il mese di settembre
2016. Il provvedimento prevede, inoltre, la riallocazione presso lo stesso
delle funzioni attualmente svolte dal Reggimento Lagunari “Serenissima” presso
l’Isola di Sant’Andrea. Per il reimpiego del personale, che comunque
potrebbe trovare utile impiego nello stesso sedime, sarà attuata la
procedura ordinaria.
AREA
OPERATIVA
Multinational
CIMIC Group: sono ipotizzati i
provvedimenti di transito alle dirette dipendenze del Comandante del
rgt. “Multinational CIMIC Group” del Reparto alla sede tipo “A” Caserma “M.
Fiore” in Motta di Livenza (TV), e la ridenominazione del Comando alla Sede in
Comando Supporto Nazionale, in quanto lo stesso assicura funzioni riconducibili
al supporto logistico/amministrativo a favore del personale italiano inquadrato
nella componente multinazionale e non afferente l’organizzazione di Comando e
Vita. I suddetti provvedimenti non comporteranno variazioni alle
consistenze organiche e sede del personale civile.
Reparto
alla Sede Tipo “B” Caserma “Francescatto” in Cividale del Friuli: prevista la soppressione entro il 2016 a seguito della
riorganizzazione dell’8° rgt. f. alpini nell”unica sede di Venzone per il
rilascio della Caserma “Francescatto” di
Cividale del Friuli. Per il reimpiego del personale civile sarà attuata la
procedura ordinaria.
Infine, siamo
stati informati che:
– il provvedimento di
soppressione del Centro di Selezione VFP1 di Palermo sarà posticipato
al 31 dicembre 2016;
– sono allo studio ipotesi di
riorganizzazione relativamente a Istituto Geografico Militare, Centro
Simulazione e Validazioni dell’Esercito; capacità campalgenio di F.A.;
– il Comando Forze di Difesa
Interregionale Nord, il Comando Forze di Difesa Interregionale Sud ed il
Comando Truppe Alpine saranno riconfigurati
in Comandi Multifunzione a
valenza interregionale.
In conclusione, il
Capo Ufficio del DIPE – Col Russo – ci ha informato in merito allo stato di
avanzamento di alcuni piani di reimpiego, sottolineando prossimamente la
presenza di SME DIP su alcuni Enti posti
in riorganizzazione, come quelli di
Napoli.
FP CGIL CISL
FP UIL
PA
Francesco Quinti Paolo Bonomo Sandro Colombi
COMUNICATO STAMPA FP CGIL – CISL FP – UIL PA
Giustizia: Cgil Cisl Uil, riconoscimento professionalità, al via mobilitazione
“Oggi assemblee in uffici giudiziari, da anni nessuna progressione di carriera e scarso organico”
Roma, 4 maggio
Per il riconoscimento della professionalità acquisita, e
attesa da oltre venti anni, oggi si sono svolte assemblee promosse da
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa in tutti gli uffici giudiziari per dare avvio
ad una mobilitazione unitaria.
“Sino ad oggi – spiegano i sindacati – sono rimasti gli unici
dell’intero comparto stato a non avere mai avuto una progressione in
carriera e lavorano in condizioni di grave scopertura di organico che in
alcune città sfiora il 30%”. Il Ministro della Giustizia, Andrea
Orlando, affermano Cgil Cisl e Uil di categoria, “ha preso un impegno
con tutti i lavoratori per sanare finalmente questa ingiustizia, sono
stati fatti passi importanti con lo stanziamento di risorse ma, ad oggi,
non si sono ancora visti risultati concreti e non è partita alcuna
procedura a quasi un anno dalla emanazione della Legge n. 132/2015, art.
21 quater”.
A seguito dell’annuncio della mobilitazione, fanno sapere i sindacati,
“è arrivata una convocazione per il prossimo 10 maggio. Durante quella
riunione i lavoratori si aspettano risposte concrete alle loro istanze
perché sono stanchi di promesse non mantenute. Il punto 12 della riforma
della giustizia deve essere ancora realizzato: le riforme hanno bisogno
di gambe sulle quali camminare, non può esserci alcuna riforma della
giustizia che porti verso l’efficienza senza tener conto delle persone
che operano negli uffici. Se non si muoverà qualcosa durante la riunione
del prossimo 10 maggio la mobilitazione proseguirà con la proclamazione
dello stato di agitazione fino all’ottenimento del risultato”,
concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.
Le scriventi OO.SS.
chiedono un incontro urgentissimo per illustrare le gravissime condizioni in
cui versa il personale di questa Amministrazione in questo periodo dell’anno.
La pesantissima carenza di organico, la
mancanza di mezzi strumentali a fronte di un incremento notevole del carico di
lavoro non consentirà, a parere delle scriventi, il raggiungimento degli
obiettivi istituzionali.
Per tali motivi, le scriventi
hanno proclamato la mobilitazione della categoria per il giorno 19 maggio p.v.
e attendono, prima di quella data, un riscontro alla presente nota.
FP–CGIL CISL–FP UILPA
Claudio Meloni Paolo Bonomo Mimma Ripani
Roma, 4 maggio 2016
La scrivente
O.S. esprime le seguenti considerazioni:
Lo schema di riformulazione delle
posizioni dirigenziali di seconda fascia risente anzitutto di una impostazione
per la quale si evidenzia, per le Dirigenze allocate negli Uffici Centrali, una
preponderanza del criterio I indicato nella relazione tecnica presentata alla
parte sindacale. Di conseguenza il primo elemento di profonda perplessità è
l’assegnazione della prima fascia dirigenziale a tutte le posizioni individuate
negli Uffici Centrali del Ministero. Il parametro quantitativo adottato in sostanza esclude a priori una
valutazione comparativa rispetto agli ulteriori criteri che definiscono
parametri più qualitativi. Per quello che riguarda il parere della scrivente
questo determina una prima evidente sperequazione nell’attribuzione delle fasce
stipendiali e non determina alcun riequilibrio, che pure si renderebbe
necessario a seguito dell’ultima riforma ministeriale in relazione della
complessità di compiti derivanti dai processi di accorpamento definiti a
livello territoriale.
La seconda evidente discrasia riguarda
l’attribuzione delle fasce stipendiali all’interno dei vari settori di attività
del Ministero. Da una valutazione meramente numerica abbiamo il seguente rapporto
di distribuzione delle fasce in
relazione ai settori di attività come di seguito individuati:
Settore Amministrativo (comprendente le Direzioni Centrali ed
i Segretariati Regionali):
43 posizioni di prima fascia, 7 di
seconda fascia, 1 di terza fascia;
Settore della
Valorizzazione
(comprendente i Musei autonomi ed i Poli Museali):
27 posizioni di prima fascia, 9 di
seconda fascia e 2 di terza fascia;
Settore della Tutela (comprendente i due sottoinsiemi delle
Soprintendenze Uniche e degli Archivi, Biblioteche, Soprintendenze
Archivistiche e Bibliografiche):
Soprintendenze Uniche:
4 posizioni di prima fascia, 22
posizioni di seconda fascia e 12 di terza fascia;
Soprintendenze Archivistiche e
Bibliografiche, Archivi di Stato e Biblioteche:
4 posizioni di prima fascia 17 posizioni
di seconda fascia e 11 posizioni di terza fascia;
Istituti Centrali:
1 posizione di prima fascia e 8
posizioni di seconda fascia.
A tale evidenza numerica corrisponde, a
parere della scrivente, una ulteriore discriminazione operata verso i settori
operativi della tutela. Appare difficile comprendere, ad esempio, come non sia stata valutata la complessità
dei compiti in capo al Soprintendente Unico a seguito della unificazione della
struttura organizzativa derivante dall’accorpamento di ben tre Soprintendenze
precedentemente esistenti, così come appare del tutto complicato non ridefinire
la complessità dei compiti in capo al sistema archivistico e bibliografico
senza alcuna valutazione della complessità procedurale e dei carichi lavorativi
conseguenti al trasferimento delle competenze dagli Enti locali in applicazione
della legge 125/2015. In sostanza emerge un rapporto tra i criteri di
valutazione e la differente assegnazione di posizioni stipendiali ai dirigenti dei
musei autonomi e i dirigenti di Soprintendenze Uniche,Archivistiche
Bibliografiche e Archivi di Stato che appare del tutto in contraddizione con i
criteri di assegnazione al settore amministrativo dove si riscontra una
prevalenza del criterio I. Anche in riferimento ai criteri qualitativi previsti
risulta difficilmente giustificabile tale palese sperequazione operata del
tutto a sfavore dei Dirigenti addetti ai cicli ed ai settori della tutela.
Sulla base di quanto sopra esposto la FP
CGIL ritiene ineludibile una rivisitazione radicale delle modalità di
assegnazione delle fasce stipendiali ai dirigenti ai fini di un riequilibrio
delle posizioni assegnabili e pertanto non ritiene di condividere l’impianto
proposto. La complessa sfida organizzativa richiesta agli Uffici con le riforme
emanate non si può certo tradurre in una ulteriore mortificazione delle
strutture che operano sul campo nei settori della tutela del nostro patrimonio
culturale.
FP CGIL Nazionale MIBACT
Claudio Meloni
Igiene ambiente, sindacati: Sciopero nazionale delle aziende pubbliche per il rinnovo del contratto
Roma, 26 aprile 2016
“Lunedì
30 maggio i lavoratori delle aziende pubbliche di igiene ambientale si
fermeranno per 24 ore per il rinnovo del contratto collettivo
nazionale”, ne danno notizia Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel.
“Le
ragioni della protesta sono tante – spiegano le Segreterie nazionali
delle sigle sindacali – Innanzi tutto sono 28 mesi che aspettiamo il
rinnovo del ccnl. Rinnovo che diventa impossibile per via delle pretese
di Utilitalia, che vuole cancellare il comparto, il contratto, il
sindacato e i diritti dei lavoratori in generale. Il suo obiettivo
infatti è dare il settore in appalto alle false cooperative sociali.
Utilitalia si comporta come se già non avessimo abbastanza emergenze a
cui fare fronte e ci mancasse un ulteriore inasprimento del conflitto
sociale”.
“Chiediamo-
proseguono Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel – la tutela dei
salari mortificati dalle aziende, il mantenimento del contratto unico di
settore, una maggiore qualità del servizio a vantaggio dei
cittadini-utenti a tariffe possibili, un miglioramento delle condizioni
di salute e sicurezza di lavoro, gravate da turni e modalità di raccolta
dei rifiuti ottocentesche e di evitare la frantumazione del ciclo dei
rifiuti, contrastando la logica delle gare al massimo ribasso e la
mortificazione dei lavoratori delle aziende in appalto”.