ORARIO DI APERTURA AREE
METROPOLITANE – ANTICIPO FRONT-OFFICE EX TERRITORIO – P.O. EX TERRITORIO
RAZIONALIZZAZIONE AGENZIA ENTRATE
Nella
riunione di ieri 12 ottobre 2015, avente all’ordine del giorno l’orario di
apertura delle aree metropolitane, anticipo front–office e P.O. ex territorio e
razionalizzazione dell’agenzia delle entrate, abbiamo chiesto, preliminarmente,
notizie sul bando di concorso per le progressioni economiche e l’Amministrazione
ci ha risposto che sarà pubblicato nella settimana corrente.
Con
riferimento al protocollo d’intesa sulla sperimentazione del nuovo orario di
lavoro delle aree metropolitane, l’Amministrazione ci ha proposto la
sottoscrizione del prolungamento dell’accordo, sottoscritto nel 2013, anche per
l’anno 2015; precisando che per il 2016, visto l’accorpamento degli uffici
territoriali, sarà necessario la contrattazione di un nuovo accordo.
La CGIL ha
ribadito tutta la sua contrarietà alla sottoscrizione del protocollo ribadendo
i motivi già espressi nella nota dell’accordo del 2013. Inoltre ha evidenziato
il fallimento di questa operazione che ha trovato applicazione solo alla DP di
Roma 1 dimostrando così che i diritti non sono merce di scambio.
Per quanto
riguarda l’anticipo del front–office per l’ex territorio, in continuità con la
sottoscrizione del FPSRUP 2013 abbiamo sottoscritto il protocollo d’intesa per
l’erogazione dell’acconto 2015. La somma stanziata è pari al 60% di quella del
FPSRUP 2013; inoltre, abbiamo esplicitato che l’attività di maneggio denaro
rientra in questa indennità. Questo protocollo è frutto della volontà della
CGIL ed è la logica conseguenza dell’unificazione del salario accessorio delle
due agenzie.
Con
riferimento alle Posizioni Organizzative, l’Amministrazione ci ha proposto
l’individuazione di posizioni certe anche a seguito dell’accorpamento degli
uffici territoriali; nello specifico 17 P.O. a livello centrale e 138 per gli
uffici territoriali. Le 17 centrali sono: 13 esperti da remunerare con €3.400 e
4 capi reparto con € 2.500. Le 138 territoriali sono i conservatori suddivisi
per uffici provinciali e sub-provinciali e sono: 34 remunerati con € 7.500, 69
con € 5.100 e 35 con € 3.400. Il finanziamento di dette posizioni e di €
1.138.000 lordo agenzia e tutto a carico del fondo.
Tutte le OO.SS. hanno
chiesto l’integrazione della proposta con l’inserimento dei Capi Reparto degli
uffici di terza fascia e dei capo reparto degli uffici di seconda fascia
declassati, per i quali non sarà assegnata la POS. Inoltre, abbiamo chiesto di
tener conto anche delle altre figure che sono funzionali al funzionamento del
reparto di pubblicità immobiliare.
L’Amministrazione si è riservata di
presentare una nuova proposta nei prossimi giorni.
Infine il Dott. Telesca, in
rappresentanza dell’Amministrazione, ci ha illustrato il piano di
razionalizzazione in applicazione del D.L. 66 del 2014. Il suddetto decreto
prevede il taglio del 50% dei fitti
passivi pari a 45.000.000 di euro; di conseguenza l’Amministrazione ha
previsto, nel prossimi quadriennio, la chiusura di 53 uffici delle entrate
sub-provinciali, per un risparmio di circa 5 milioni. Inoltre sono previsti
accorpamenti di uffici (sia entrate che territorio) in quasi tutte le province
d’Italia.
L’unificazione degli uffici in molti casi avverrà con l’utilizzo di
caserme dismesse.
Riteniamo gravissima la chiusura di 53 uffici, perché ciò
significa eliminare un presidio di legalità sul territorio, allentare se non
annullare la lotta all’evasione ed elusione fiscale, creare disagi sia per il
cittadino che per il lavoratore. Questa razionalizzazione, nei prossimi anni,
si trasformerà in un blocco delle lavorazioni che distoglierà l’impegno dei
lavoratori dalla lotta all’evasione fiscale.
Il
coordinatore Nazionale
Agenzia Entrate
Carmine Di Leo
Il coordinatore Nazionale
Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini
Coordinamento Nazionale
Corpo Forestale dello Stato
La situazione venutasi a creare con la chiusura della mensa della
Scuola CFS di Rieti (legata indirettamente al processo di smobilitazione del
Corpo) proprio nel bel mezzo dello svolgimento del 39 corso A.V.I. è
inaccettabile.
In primis perché rappresenta l’inadeguatezza di una dirigenza che
non riesce ad assolvere ai propri compiti fondamentali, facendone fare le spese
al benessere del personale. La stessa dirigenza che sta lavorando invece
ALACREMENTE alla svendita del Corpo Forestale dello Stato, all’Arma dei
Carabinieri ed alla militarizzazione forzata solo per difendere i propri
“privilegi”.
In secundis perché, seppur riteniamo che la disciplina ed i
sacrifici imposti siano non solo necessari ma utili in un processo di
formazione cosi complesso come quello che coinvolge i nuovi vice ispettori, ci
sembra che l’impossibilità di usufruire della mensa nella propria sede (fatto
inedito per un corso del CFS) e di poter effettuare la pausa pomeridiana
prevista potendo usufruire delle proprie stanze, dei propri letti, dei relativi
servizi igienici etc. sia un disagio assolutamente inutile e dannoso, che nuoce
persino alla didattica minando la concentrazione e la serenità degli allievi
interessati.
Per questo chiediamo:
1) che il servizio mensa di Rieti venga immediatamente
ripristinato per tutti i pasti previsti;
2) che vengano dati lumi su i reali motivi di tale chiusura, che
vengano individuati le eventuali responsabilità del disservizio;
3) che vengano conteggiate le ore di pausa fin qui perse dagli
A.V.I. e messe successivamente a recupero una volta in servizio;
che nelle more di un pronto ripristino del servizio mensa, TUTTE
le attività pomeridiane previste per gli allievi della sezione di Rieti vengano
svolte presso la sede distaccata di Rieti, in modo da garantire il ritorno
nelle proprie stanze dopo il pranzo.
È giusto evidenziare che la scrivente Organizzazione Sindacale ha
più volte protestato nelle scorse settimane presso la Scuola di Cittaducale,
ricevendo rassicurazioni sulla pronta risoluzione del problema e assunzioni
d’impegno da parte della Direzione della Scuola che a posteriori possiamo dire
assolutamente “false”.
Tutto ciò non può che essere, di fatto il risultato
dello smantellamento delle relazioni sindacali ed un primo assaggio, per tutto
il personale, di cosa ci aspetterà una volta entrati nell’Arma dei C.C. con la
messa al bando delle OOSS.
Coordinatrice
Nazionale FP CGIL CFS
Francesca
Fabrizi
Ieri abbiamo avuto una importante riunione di contrattazione
nazionale che si è dipanata su alcune questioni interne, ma che è stata
inevitabilmente condizionata dalla conferenza stampa in pompa magna convocata
dal Ministro e dagli annunci conseguenti. Sui quali al momento non riteniamo
utile pronunciarci in quanto vogliamo leggere il disegno di legge stabilità per
comprendere l’effettiva portata delle norme previste per il settore. Con una
significativa eccezione, relativa all’annuncio di 500 nuove assunzioni di
personale tecnico-scientifico in terza area. Un concorso che si dovrebbe
avviare nel 2016 per concludersi nel 2017.
Dal quale saranno escluse alcune professionalità di terza
area e senza nessuna previsione per la seconda area.
Un annuncio che
naturalmente dovrà essere oggetto di approfondimento in relazione alle
legittime aspettative del personale idoneo interno, che rischiano di venire
un’altra volta deluse malgrado gli impegni formali più volte assunti sul tavolo
dalla parte politica nella persona del Capo di Gabinetto. Una evenienza
certamente non auspicabile e che produrrà dei pesanti riflessi sulle relazioni
interne, dimostrando ancora una volta la scarsa fiducia che la direzione
politica di questa Amministrazione dimostra verso i lavoratori del MIBACT, del
resto coerente con l’impostazione politica governativa che stanzia 200 milioni
di euro per il nuovo contratto, una vera e propria mancia che aggira la
sentenza della Corte Costituzionale. L’altro aspetto che vogliamo mettere in
evidenza è che l’avvio di un processo occupazionale dovrebbe basarsi su una
capacità di programmazione dei fabbisogni occupazionali che dovrebbero esulare
dalla mera politica degli annunci. 500 assunzioni possono essere un fatto
positivo, ma nel 2017 saranno una goccia nel mare, considerato che in
quell’anno ci troveremo con ogni probabilità con una riduzione dell’organico di
ulteriori 1000 lavoratori circa solo sulla base dei pensionamenti. Ci chiediamo
inoltre cosa si farà nel frattempo, come si pensa di sopperire alle attuali
gravi carenze nell’organico, come si potrà rispondere alla giusta rabbia dei
lavoratori che da anni svolgono mansioni superiori mandando avanti la baracca.
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: una politica
che non investe sul patrimonio professionale interno è una politica
miope e una politica che mira a sfiduciare i lavoratori e le loro
rappresentanze non porta altri risultati se non quelli di aumentare il livello
di conflittualità e non bastano decreti anticostituzionali per sopirlo.
Chiediamo pertanto il rispetto degli impegni assunti: ricordiamo che sul piano
occupazionale si doveva aprire un confronto e invece ancora una volta si è
preferito ancora una volta la politica degli annunci. Pertanto noi riteniamo
che ci debba essere chiarezza e che tale chiarezza debba provenire dalla
direzione politica del Ministero.
L’altro aspetto che tendiamo a mettere in
evidenza è che noi siamo certi che una corretta politica occupazionale deve far
riferimento alle leve interne ed all’occupazione dall’esterno. Nel modo scelto
si sollecita invece la contrapposizione tra le giuste aspettative dei cittadini
interessati ad avere un impiego pubblico e le altrettanto legittime aspettative
di chi si vuole riconosciuto un percorso professionale, che in gran parte lo
porta quotidianamente a svolgere compiti non riconosciuti sia dal punto di
vista economico che da quello normativo. Contrapposizione che non esiste in
quanto le disastrate condizioni dell’organico consentono tuttora di percorrere
entrambe le strade, peraltro con la possibilità di provvedere immediatamente a
sopperire alle gravi carenze che si determinano nei cicli di tutela del
patrimonio a seguito della distribuzione del fabbisogno organico con costi del
tutto minimali e senza minimamente porre in discussione l’attivazione di adeguate misure di
reclutamento dall’esterno.
Da ultimo ci preoccupa fortemente l’assenza di
prospettive occupazionali nella seconda area, sulla quale incombe la
prospettiva di esternalizzazioni in house o di esternalizzazioni tout court. In
assenza di risposte ci regoleremo: attiveremo vertenze per il riconoscimento
economico delle mansioni superiori e chiederemo ai lavoratori di non accettare
conferimenti di mansioni superiori in deroga alle norme.
Per tornare ai temi della riunione abbiamo sottoscritto e vi
alleghiamo un accordo che consente l’accantonamento immediato delle somme per
il pagamento mensile delle turnazioni. Somme che, a differenza degli anni
scorsi, saranno immediatamente disponibili dall’inizio dell’anno prossimo. Questo
risultato, di cui verificheremo presto l’attuazione, giunge grazie alla nostra
perseveranza e all’impegno della Direzione Generale Bilancio e consente quanto
meno la certezza della retribuzione mensile dei turni senza doverci costringere
ogni anno ad affannose rincorse dei vari organi di controllo. Bastava questo,
senza bisogno di attacchi strumentali ai lavoratori ed ai loro diritti
fondamentali con decretazioni di urgenza.
Sugli organici: l’Amministrazione ci ha comunicato che ha
terminato la fase di ricognizione degli organici e adesso si può procedere al riconoscimento
dei passaggi orizzontali. Sul punto abbiamo chiarito che non siamo affatto
d’accordo con l’impostazione data dall’Amministrazione e noi riteniamo che le istanze siano
accoglibili senza alcun paletto derivante sia dalla previsione di lasciare una
percentuali di posti all’accesso dall’esterno
e senza richiedere ai lavoratori titoli che dovevano casomai essere
richiesti nel momento in cui si sono emanati ordini di servizio che applicavano
gli stessi alle mansioni verso le quali i lavoratori chiedono a buon diritto di
transitare. Quindi abbiamo invitato l’amministrazione a riformulare per la
prossima riunione una proposta che tenga conto dell’impostazione della parte
sindacale in modo da chiudere la partita, chiusura necessaria per poter procedere
poi al bando di mobilità volontaria.
Infine la questione del Consiglio Superiore: abbiamo
unitariamente chiesto delle modifiche al regolamento e l’Amministrazione ci
comunicherà a breve le sue decisioni in merito a queste richieste: in ogni caso
noi riteniamo necessario procedere al rinnovo delle rappresentanze del
personale entro fine anno.
Questo non certo perché non ci sentiamo adeguatamente
rappresentati, anzi. Ma perché riteniamo un grave vulnus il perdurare di una
situazione che vede un Consiglio tutto rinnovato tranne la parte che riguarda
le rappresentanze dei lavoratori.
FPCGIL NAZIONALE
Claudio Meloni
Comunicato Stampa FP CGIL – CISL FP – UIL PA – FIALP CISAL
“COMPIUTO UN PASSO IN AVANTI MA IL LIVELLO DELLA MOBILITAZIONE DEVE RIMANERE ALTO”
Roma, 13 ottobre 2015
Grande partecipazione ieri alla manifestazione
unitaria indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Fialp Cisal davanti al
Ministero per la Semplificazione e la P.A. per dire “no” ad ipotesi di
ridimensionamento del Formez e alla chiusura della sede napoletana
dell’Ente e per chiedere un piano di vero rilancio del Centro servizi,
assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento della P.A.
Grazie
alla mobilitazione dei lavoratori – commentano le Segreterie Nazionali
delle quattro sigle – un primo passo in avanti è stato compiuto ma molto
resta ancora da fare. Anche perché, se da un lato, i rappresentanti di
Funzione Pubblica hanno annunciato l’imminente apertura di una
interlocuzione tra lo stesso Ministero e la Regione Campania sul
problema della sede di Arco Felice (Na), dall’altro, la Gestione
Commissariale non ha inteso prendere parte al tavolo programmato in
Formez per il pomeriggio di ieri. Tavolo che, vista l’assenza di chi è
chiamato ad assumere decisioni, non si è neppure aperto.
Fp
Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Fialp Cisal hanno quindi formalmente chiesto il
ritiro della delibera con la quale è stata disposta la chiusura della
sede di Napoli e l’apertura di un tavolo di confronto che veda la
partecipazione della Gestione Commissariale.
La disponibilità
della regione Campania a mettere a disposizione del Formez una nuova
sede a prezzi estremamente più contenuti rispetto a quelli di mercato e
quella di Funzione Pubblica ad aprire sul tema un ragionamento con la
stessa Regione Campania – sottolineano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Cisal
Fialp – rappresentano importanti elementi di novità ed occasioni che non
ci si può far sfuggire. È però arrivato il momento che anche il Formez
faccia la sua parte. Per questo, il livello della mobilitazione dovrà
rimanere alto. Su rilancio dell’Ente, sede di Napoli, precariato e
salvaguardia dei livelli occupazionali – concludono Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Pa e Cisal Fialp – non arretreremo di un millimetro e continueremo a
rimanere a fianco dei lavoratori.
Note relative all’esito del presidio di ieri sotto il dipartimento della Funzione pubblica e alle conseguenti richieste avanzate unitariamente al Commissario straordinario del FORMEZ.
19.10.2015 – Benevento – Emergenza alluvione – Nota unitaria.
Dichiarazione
di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
Vaccini: la smentita del Ministero non ci rasserena, c’è un clima di caccia
al medico
Roma, 16 ottobre 2016
La nota del Ministero della Salute con la quale si precisa che è priva
di fondamento la notizia di possibili sanzioni, quale la radiazione,
per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie, non ci
rasserena. Ormai sembra che il Governo e le Regioni abbiano aperto la
caccia al medico, dopo i tagli della legge di stabilità da lasciare
con tutta la sanità pubblica con sempre meno risorse per erogare le
prestazioni ai cittadini, da sanzionare per le prescrizioni, senza
legge sulla responsabilità professionale, sempre più precario, e
dulcis in fundo, dopo 6 anni di blocco contrattuale con aumenti
stimabili in circa 5 euro lordi al mese.
Per queste ragioni la Fp Cgil Medici unitariamente con gli altri sindacati
il 21 ottobre si mobiliterà a Roma con la FnomCeo.
Roma, 16 ottobre 2015
Al Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia
Presidente Melillo
Al coordinatore del tavolo 15 degli Stati generali
dell’esecuzione penale
Sebastiano Ardita
a tutti i componenti del Tavolo 15
Abbiamo letto
con attenzione il rapporto di medio termine elaborato dal tavolo 15 degli Stati
Generali dell’esecuzione Penale che si occupa delle professionalità
penitenziarie e della formazione e, non possiamo esimerci dal rappresentare
alcune osservazioni che, in considerazione delle riflessioni prospettate,
riteniamo necessariamente opportune.
Prima di tutto ci sembra di potere rilevare che tra i
componenti del tavolo non figura nessuna delle professionalità penitenziarie
istituite dalla legge di riforma n.354/75 che, riferendosi specificamente al
dettato dell’art.27 della carta costituzionale, ne definisce normativamente il
compito istituzionale.
Né un educatore né un assistente sociale ma solo
magistrati, direttori penitenziari, comandanti di polizia penitenziaria etc.
Un tavolo, a nostro parere, incompleto non solo per
l’assenza di alcune professionalità ma, ci permettiamo di osservare, anche
carente di memoria storica; quella storia che investì il sistema penitenziario
negli anni ’70 e ’80 fatta di rimostranze e lotte dei detenuti che
rivendicavano un sistema detentivo rispettoso dei diritti, più umano, e
soprattutto in linea con i principi costituzionali; quella storia fatta di
interventi normativi rivoluzionari.
Ravvisiamo infatti nel pensiero – proposta,
oggetto dell’elaborato, una sorta di revisionismo della storia penitenziaria,
degli operatori allo stesso afferente e del loro mandato quasi a volerne
giustificare il contenuto.
Ci sconcerta,
infatti, constatare che il pensiero ispiratore della proposta elaborata e
condivisa dai componenti il tavolo è quello secondo cui una maggiore
credibilità ed affidabilità del sistema dell’esecuzione penale e delle sanzioni
di comunità passi necessariamente attraverso la conversione del sistema stesso
in un sistema di polizia, in cui tutti i ruoli professionali siano accomunati
dall’appartenenza al Corpo.
Eloquente a
tal proposito è quanto esposto al punto 2, in cui il tavolo disquisisce della
possibilità di far rifluire educatori e assistenti sociali in un ruolo tecnico
di una polizia ad “elevata professionalità”.
L’ipotesi che
tutto il personale, o meglio tutte le professionalità penitenziarie afferenti
al comparto ministeri debbano transitare nei ruoli della polizia penitenziaria,
seppure nei ruoli cosiddetti “tecnici”, non ci convince affatto e comporta
necessariamente una profonda riflessione politica sulla consapevolezza che la
sicurezza possa prevalere sul trattamento e sull’aspetto rieducativo della
pena. In tal senso, a differenza di quanto affermato al punto 2 dal tavolo 15,
verrebbe meno il mandato istituzionale affidato al sistema penitenziario.
Infatti la
funzione trattamentale e rieducativa della pena che caratterizza il compito
istituzionale del sistema detentivo, affidata dalla normativa di riferimento a
professionalità peculiari e “specialistiche” (educatore, ass. sociali, esperti
ex art.80), nel disegno di creazione di una “polizia ad alta
specializzazione”, risulterebbe marginale alla funzione securitaria e,
gioco forza, l’intero sistema perderebbe quel valore di esclusività e di
peculiarità che lo caratterizza.
La funzione
esclusiva del mandato istituzionale cui oggi tende il sistema penitenziario
diventerebbe, infatti, una parte peculiare dell’attività di polizia rischiando
di fondere, in maniera scorretta, di fatto la parte ‘contenitiva’ e di
‘controllo’, della quale sono titolari ad oggi le forze dell’ordine della
polizia penitenziaria, e quella rieducativa -trattamentale delle altre
professionalità e più specificatamente dell’educatore e dell’assistente
sociale. In pratica la funzione rieducativa della pena, di cui all’art.27 della
Costituzione, diverrebbe una funzione specialistica di polizia.
Una profonda e
mortificante contraddizione dei termini che snatura, quindi, i principi
costituzionali.
L’educatore in
particolare, del quale rifiutiamo la genesi come rappresentata al punto 2, e
con esso tutte le professionalità penitenziarie si troverebbero inseriti in una
gerarchia militarizzata risultando l’anello debole della categoria (come tutti
gli altri), in quanto poliziotti di sere B), e perderebbero quell’autonomia
operativa e soprattutto professionale che caratterizza il loro ruolo e
soprattutto la loro funzione istituzionale.
D’altra parte
crediamo invece necessario potenziare gli organici ed accrescere la
professionalità degli operatori penitenziari garantendo e riconoscendo loro
l’autonomia professionale e l’ambito di competenza pur concorrendo in sinergia
al medesimo mandato istituzionale.
Inoltre la
previsione che tali professionalità rifluiscano nel comparto della sicurezza,
determinerebbe la perdita di diritti fondamentali come quello di sciopero, che
infatti è negato alla polizia penitenziaria.
Pertanto
ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a tale progetto e con l’occasione chiediamo
un maggior coinvolgimento degli operatori penitenziari e delle rappresentanze
dei lavoratori ai tavoli degli Stati Generali, i cui interessi evidentemente,
visti i risultati, non sono ben rappresentati.
Restiamo in
attesa di un sollecito riscontro e chiediamo che questa nota venga assunta agli
atti dei lavori del tavolo 15.
Distinti
saluti,
12 ottobre 2015
Si allegano gli accordi sottoscritti ieri, relativi alla
Ripartizione delle risorse ex art. 3 comma 165 della legge 350/2003 e
della quota incentivante per l’anno 2013 tra dirigenti di I e II fascia
e ai Criteri di corresponsione della retribuzione di risultato ai
dirigenti di uffici non di vertice e ai funzionari incaricati della
direzione provvisoria di detti uffici per l’anno 2013, con la relativa nota a verbale dell’O.S. UIL PA.
Roma, 16 ottobre 2015
Visti
gli enormi ritardi che stanno caratterizzando il processo di
riordino del sistema delle autonomie locali ed in particolare
delle Province e delle Città metropolitane, riteniamo
imprescindibile un intervento da parte del Governo volto alla
risoluzione dei problemi che stanno emergendo in queste
settimane, anche alla luce dei profondi ritardi con cui stanno
intervenendo alcune Regioni.
Per tali
ragioni abbiamo indetto in tutte le Regioni/Province delle
iniziative territoriali per il giorno 27 ottobre.
In allegato il relativo volantino
FP CGIL CISL FP UIL FPL
Federico
Bozzanca Daniela Volpato Giovanni Torluccio